Richiesta di Ammissione di Urahara Mouryou

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Parlato Mouryou
    Pensiero Mouryou
    Parlato Truzzo
    Parlato di Capitan Qualcosa
    Parlato di Fido Assistente
    Parlato Shinigami 2° Brigata tanto non importa chi parli visto che sono tutti uguali! ^.^



    La notte avvolgeva il Rukongai quando uscii dalla mia stanza e mi ritrovai nel cortile della fattoria. Vestivo il mio kimono nero da Shinigami e la Zampakutou al mio fianco brillava di crema-tira-a-lucido per superfici metalliche nuova.
    Ero in ghingheri come non mai, più del mio primo giorno all’Accademia e dell’Esame Shinigami messi assieme (ma quella volta la notte prima avevo dormito su un albero quindi non conta granché). Quella notte sarei finalmente entrato a far parte della Seconda Brigata delle 13 Gotei!!
    Un sogno che si realizzava, il primo grande traguardo della mia carriera vera e propria. Una carriera iniziata con l’estrazione di Bastarda dal mio corpo.
    Inspirai a fondo l’aria umida e fredda della notte. Me lo sentivo: stavolta non avrei incontrato problemi! Per una volta nella mia vita da morto (che contraddizione!) non sarei stato vittima di un destino infausto che mi aveva perseguitato sin dal primo giorno.
    Quante me ne erano capitate in questi mesi!! Falkner-sensei, Mustacchia, Star e tutte quelle altre persone strane e terribili che erano riuscite a ficcarmi nei guai più impensabili. Le avevo affrontate tutte ed ero ancora vivo, se questo non è un segno di benevolenza divina (si fa per dire, mai una volta che eviti i guai) che il cielo mi…
    Alzai lo sguardo per sicurezza e tirai un sospiro di sollievo: la notte era serena e neanche un nuvola all’orizzonte.
    Mo: Eh si! Se questo non è un buon inizio, che il cielo mi fulmini!!

    Ruuummbbblllleee…

    Dieci secondi dopo cominciarono ad ammassarsi nubi scure come petrolio.
    Ero l’immagine del povero sfigato incredulo. Che vita di merda. Almeno avevo deciso di lasciare il mio gattino Yori in casa per non svegliarlo, questo era l’unico fatto positivo.
    Presi un vecchio ombrello rattoppato dalla rastrelliera che stava fuori dalla porta della casa della Padrona m’incamminai col morale a terra. “Chi ben inizia è già a metà dell’opera” si suol dire. Allora mi sa che io ero partito con un punteggio negativo.
    Percorsi cento metri e cominciò a cadere una pioggerellina finissima, di quelle che sembrano curvare per infilar tisi nel colletto, altri cento metri e fui costretto ad aprire l’ombrello per evitare di bagnarmi e diventare impresentabile.
    La pioggia cominciò a cadere incessante inondando le strade silenziose di una cacofonia di percussioni. Acqua su legno, acqua su terra, acqua sulle grondaie, acqua sui vetri delle case…
    Cominciai a ondeggiare la testa al ritmo della natura. Certo che… non era mica male.
    Preso da un’improvvisa ispirazione accennai qualche passetto di tip tap saltando deliberatamente nelle pozzanghere e sollevando piccole ondate di acqua fangosa.

    Mo: #I’m singing in the rain…#

    Mi attaccai ad un palo della luce e vi feci una rapida giravolta continuando a cantare.
    Fu quando incrociai un ragazzo, parecchio strano a dirla tutta, che realizzai cosa stavo facendo. Un po’ tardi direi: i miei vestiti, e soprattutto le mie calze, erano pieni d’acqua e sudici di terra.
    Doppio imbarazzo. Me e i miei ricordi estemporanei di vecchi musical, vorrei sotterrarmi sul posto.
    Il nuovo tipo da me incontrato mi stava osservando con la bocca semi- aperta e la testa leggermente sghemba. Beh, di una cosa potevo essere certo: era un tipo di larghe vedute. Indossava dei pantaloni che cadevano all’incirca all’altezza di metà coscia (con sotto, ben visibili, boxer strettissimi e chiaramente imbottiti. Come facevo a saperlo? Beh, spuntava un calzino), una magliettina nera attillata piena scritte brillanti (a dir poco ridicola su quel suo fisico mingherlino), scarpe enormi e slacciate, due occhiali scuri più grandi della sua faccia e un cappellino da baseball bianco con scritte rosa tutte svolazzi che, invece di essere tenuto orizzontale sulla testa (cosa decisamente più saggia visto il tempo), era verticale sulla nuca e neanche messo fino in fondo.
    A completare il tutto c’erano degli orecchini che sembravano più aghi da cucito lunghi cinque centimetri che sporgevano da entrambe le parti, una lunghissima sciarpa a scacchi verde e nera, e delle stupide collanine da rapper. Nessun ombrello o difesa contro la pioggia.
    Per vestirsi in quel modo o siamo a carnevale o si è completamente scemi.

    Mo: Ehm… posso fare qualcosa per te?
    L’avessi mai detto!!! Sembrò risvegliarsi da un letargo millenario e cominciò a parlare in modo impossibile! Doveva essere una specie di straniero appena arrivato alla Soul Society, non c’era altra spiegazione.
    - Oh TranZolLo AmIcO! Ma DìMMì, Se’ EmO TtTtTu!? No CìOè… cOn QueLlo sTRaccìO - biascicò ruminando una chewing-gum.
    Sembrava che nella sue frasi ci fosse stata un’orgia di parole mescolate, un naufragio di accenti e una battaglia di maiuscole!!
    Mo: Ehm… me no capire tua lingua… - feci confuso come non mai.
    - OOooh!! - mugolò agitandomi una mano davanti alla faccia - Ci Seì? Cì fAì? Sei coNNeSSo? Se’eMo onnò?
    Cosa si fa in queste situazioni? Si dice la prima cosa che ci passa per la testa!
    Mo: Ehm, Ammaccabanana?
    Lui non sembrò per niente contento della mia risposta e cominciò a “ballare” (in pratica ondeggiava la testa avanti e indietro molleggiando sulle gambe) e cominciò a “cantare” (biascicare) con voce moscia una canzone orribile incitandomi a fare lo stesso.
    Mi persi dopo la prima sillaba, ma lentamente… qualche ricordo della mia vita passata affiorò nella mia mente. Ricordi per niente piacevoli pieni di disgusto e orrore!

    #Io sOnO TrUzZo
    Non pReNdeRmì pEr pAzZo
    La mìA è UnA RaZzA
    ChE AsCoLta MusìCa cHe fA

    TUNZ TUNZ TUNZ…
    PARAPARATUNZ
    TUNZ TUNZ TUNZ…
    PARAPARATUNZ!#


    Che Iddio mi salvi, un truzzo!! Qui, nella Soul society!!! Se solo avessi avuto tempo mi sarei fermato ad arrestarlo per ubriachezza molesta e consegnarlo a quelli della Nona Brigata. Ma dovevo affrettarmi, la Seconda Brigata è un posto rigido e non potevo correre il rischio di rendermi ancora meno presentabile di quanto non lo fossi al momento.
    Alla fine della tiritera sconclusionata quello si fermò a fissarmi con aria di sfida.
    - E mO’!? SpaRìSCì SgORbìOlO EmO!! - mi minacciò dandomi una spintarella.
    Questa però l’avevo capita. Se c’è una cosa che mi sta più sulle palle di giapponesismi sono quelli che fanno i prepotenti e non lo dico tanto per dirlo. L’ultima volta che qualcuno ci ha provato… non c’è bisogno che ve lo dica vero?
    Lo fissai di sottecchi.
    Mo: Ti do tre secondi per correre più lontano che puoi… - feci con tono cavernoso mettendo mano alla mia Zampakutou.
    Per tutta risposta quello riprese a cantare la sua canzoncina facendo una serie di versi alla Tarzan, manco fossimo nella giungla a impressionare una femmina per il rituale dell’accoppiamento. Cielo che gente stupida e tribale!
    Mo: Poi non dire che non ti avevo avvertito - conclusi cominciando a sfoderare la mia arma con una certa soddisfazione.
    Ma in quel momento accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettato neanche nelle mie fantasticherie più sfrenate: una voce proruppe dal cielo!
    - TREMA TRUZZO!! E’ arrivato il difensore dell’intelligenza media, della giusta tendenza, del buon costume, della pace nel mondo e di un paio di altre cose che non ricordo più…
    Alzammo entrambi lo sguardo: una figura con un lungo mantello svolazzante ci fissava in posa stereotipicamente eroica. I dettagli erano nascosti dall’oscurità, ma si poteva intravedere il contorno di una maschera e di uno strano costume a calzamaglia color… porpora!?
    Oh no, un altro pazzo. Non bastava il ninja cosplayer a rovinarmi le serate, ora ci si mettono pure i cosplayer dei supereroi. Ma dove siamo!? Nella Soul Society o al Lucca Comix!?!?

    - E il mio nome è… è… - sembrò perdere il filo - Scusate un attimo.
    E qui si voltò per parlare con qualcuno a voce bassa. Si levò qualche borbottio di protesta del genere “Che c’entro io? E’ stata tutta un’idea tua!!”, ma alla fine il tizio tornò a guardarci.
    - Scusate l’interruzione, ora possiamo riprendere. E io sono… Capitan Qualcosa!! - proruppe con tono di trionfo - E lui è il mio Fido Assitente… - disse mettendo una mano dietro di sé.
    Ci fu una breve colluttazione dove ci giunse una sola frase di senso compiuto.
    - NO!! Giuro che me la pagherai! Non si era parlato di questo!!!
    - Poche storie che tutti i supereroi hanno un Fido Assitente…
    - E’ BUGIA!!!
    Alla fine Capitan Qualcosa sembrò avere la meglio e un altro strambo con indosso un costume identico a quell’altro, solo color salmone, uscì dal suo nascondiglio con un’aria a dir poco incazzata.
    - Vi presento Fido Assitente, mio alleato nella lotta contro i Bimbiminkia e i Truzzi!!

    *Musichetta trionfale di sottofondo che termina con un crepitio molto definitivo*

    - Il mio stereo… - fece con tono lamentoso Fido Assistente raccattando l’origine della musichetta da dietro di loro e dandogli due teneri colpetti che lo ammaccarono come se fosse fatto di burro.
    Certo la forza fisica non gli mancava…
    - Molti sono i sacrifici lungo la via della Giustizia… - commentò Capitan Qualcosa mettendosi in posa drammatica con un dito sull’arcata nasale della maschera.
    - Ma perché sono sempre io a rimetterci qualcosa!? Prima la Vespa, poi il frigorifero e ora lo stereo!! Sei un despota, un…
    - Orsù! Non è tempo per simili minuzie, dobbiamo occuparci del Truzzo molesto… a proposito dov’è finito?
    In effetti non c’era più nessuno vicino a me.
    Mo: Se n’è andato quando ti sei voltato - risposi sotto lo slancio della gentilezza prima di avere il tempo di ragionare se fosse una cosa furba.
    Non sembravano cattivi ragazzi, la loro causa è buona e giusta (ha parlato il prete che è in me), ma doverla attuare con quei costumi non era la cosa ideale per attirarsi le simpatie altrui.
    - COSA!?! Da che parte è andato!?
    Indicai la mia destra senza staccare gli occhi dai nuovi arrivati.
    Quelli atterrarono con un balzo accanto a me e si prepararono alla caccia.
    - Orsù Fido Assistente, accingiamoci alla pugna!
    - Qualunque cosa, ma torna a parlare come mangi ti prego!
    - Ma bisogna creare Atmosfera, Pathos e Sex Appeal…
    Mo: Sex Appeal? - mormorai confuso.
    - Meno cazzate e più azione! Mi sono unito a te solo perché c’era da pestare delle persone, ma finora ho visto solo pioggia, costumi ridicoli e le mie proprietà andare distrutte.
    - Ma cosa pretendi!? La Soul Society contiene anime provenienti da ogni parte della Terra e da ogni periodo storico, è GRANDE porca miseria!! Non possiamo trovare un nemico al giorno…
    - NON MI AVEVI DETTO NEANCHE QUESTO!!!
    Mo: Ma noi ci conosciamo? - feci ad un certo punto fissandoli intensamente.
    Loro due si voltarono con aria interrogativa. Un fulmine illuminò la strada a giorno e gli occhi di tutti e tre divennero grandi come piattini da thè.
    Mo: F- Falkner-sensei… Hanae-sensei… - mormorai al limite dell’incredulità.
    Gli altri furono piuttosto sincroni nei loro pensieri:
    - Oh merda, è Uruhara*!! Ma proprio lui dovevo incontrare il nostro primo giorno!?!?
    - Ergh… ecco…
    - NOI NON SIAMO NOI, SIAMO ALTRI SHINIGAMI CON LA STESSA FACCIA!!! - ululò il Nono Seggio in un estremo tentativo di scappatoia.
    Passarono attimi di silenzio.
    Mo: Ah, meglio così. Non avrei retto alla vergogna sapendo una cosa del genere. Che roba, due sensei che fanno cose simili. AHAHAHAH!! Se fosse stato così, OHOHOHOH, roba dell’altro mondo!!!

    SDONG!!!

    - Meno male che se non dorme abbastanza diventa mezzo-scemo o per noi sarebbe stata la fine. Ben fatto Hanae… - pensò con sollievo Capitan Qualcosa.
    - ALLA PUGNA!! - esclamò all’improvviso Fido Assistente afferrando per la cintola il suo compagno di avventure e partendo in quarta verso l’orizzonte.
    Mo: Allora ci si vede ragazzi e in bocca a lupo con la vostra caccia, io sono con voi! - li salutai vedendoli sparire in lontananza rapidi come il vento.
    Certo che qui alla Soul Society se ne fanno di esperienze interessanti. Comunque ora era tempo di rimettersi in viaggio. Fra stupidaggini varie avevo perso anche troppo tempo prezioso e il mio obiettivo era ancora lontano.
    Così m’incamminai con la pioggia che sferzava da ogni lato. Il mio ombrello era talmente mal messo e rattoppato che in breve fui bagnato come se non l’avessi mai avuto.
    Mo: Schifo di notte… Schifo di notte… Schifo di notte… - borbottavo stringendomi nell’uniforme per ripararmi dal freddo.
    I miei guai tuttavia non erano finiti.
    All’improvviso si levò un fortissimo vento gelido che prese il mio ombrello creando un tremendo effetto vela. Cominciai lentamente a scivolare in avanti trascinato da quella cupola di stoffa impermeabile.
    Mo: No… fermo, non ti azzardare!! - mormoravo in preda al panico ben conscio di quello che poteva succedere.
    Ci fu una folata terribile e io, pur di non rimanere senza ombrello e doverlo poi spiegare alla Padrona, vi rimasi attaccato con tutte le mie forze. Cominciai a scivolare in avanti sempre più velocemente come se stessi facendo sci d’acqua.
    Mo: No… non ti azzardare… non pensarci nemmeno…! - feci mentre un orribile sospetto si affacciava nella mia mente.
    Un colpo di vento improvviso e i miei piedi si staccarono da terra.
    Destino bastardo…
    Mo: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRGGHHH!!! - urlai svanendo nel cielo tempestoso tenendomi attaccato all’ombrello.


    Portone della sede della Seconda Brigata, la mattina dopo.

    Due Shinigami della Seconda Brigata, di quelli con la divisa ninja e il burka violetto, erano in pieno delle loro funzioni a guardia dell’entrata. Il loro compito era di scremare tutti coloro che non erano abbastanza importanti o con qualcosa di utile prima che potessero attraversare il portone. Era un compito gramo il loro, noioso come pochi e pieno di problemi con in venditori porta a porta, piaga della società civilizzata.
    Se a questo si aggiunge la severa disciplina imposta dal Capitano Soi-fon, che li costringeva ad una posa da guardie inglesi, e il tempaccio tremendo che era durato tutta la notte il quadro era proprio completo.
    Qualcosa avrebbe tuttavia reso quella giornata un pelino diversa dalle altre.
    Cominciò con un grido lontano.
    - Hey Jack…
    - Dimmi Mack.
    - Lo senti anche tu?
    - Guarda mi dispiace, ma ieri a cena c’era una peperonata che…
    - Non QUELLO, intendevo questo grido.
    Stettero qualche istante in silenzio.
    - E comunque puzzi da far schifo.
    Mo: aaaaaaaahh…
    - Guarda lassù! Sembra un uccello… - disse Mack.
    - No, è un aereo - lo corresse l’altro.
    Il suo compagno guardò male.
    - Si, un aereo nella Soul Society. Ma sei scemo!? E poi è sicuramente Superman a questo punto…
    Mo: NNNYYYYYAAAAAAAAAAAAAAARRRGGGGGHHHH!!!

    SPLAT!!

    Uno Shinigami con un ombrello mal messo piovve dal cielo proprio davanti a loro.
    - Mary Poppins!! - fecero in coro.
    Mi sarebbe piaciuto seppellirli sotto il peso del mio sarcasmo, ma al momento ero più impegnato a svenire.

    Ci misi quattro ore a tornare in me, quattro lunghe e noiosissime ore. Comprensibile dopo aver volteggiato per tutta la notte sospinto da correnti ascensionali che mi avevano tenuto ad alta quota per tutto quel tempo. Non ero sicuro che mollando l’ombrello, mia unica ancora di salvezza, sarei stato in grado di creare piattaforme di reiatsu fino a terra e come avevo già accennato avrei dovuto dare spiegazioni alla Padrona. Personalmente non avrei mai creduto che la tempesta della scorsa notte mi avesse tenuto sospeso a qualche centinaio di metri d’altezza per qualcosa come sei ore. E’ irreale come scusa, eppure mi era successo sul serio!!
    Avrei dovuto cominciare a credere a qualsiasi cosa a questo punto per restare coerente con me stesso, ma avrei rischiato di passare per scemo.
    Avevo la vista annebbiata e la testa mi girava come un frisbee.
    Mo: D- Dove sono? - fu il mio primo esperimento verbale dopo il trauma.
    - Hey Jack, è vivo! - sentii chiamare in un punto indistinto in mezzo alla foschia.
    - Sul serio!? Allora ho perso la scommessa, eccoti i tuoi 400 yen.
    Che stronzi, se solo fossi stato un pelino meglio avrei cercato di vomitargli sulle scarpe. Per ora riuscivo solo a non vomitare a bocca chiusa.
    Mo: Avrei… ugh… fatto una domanda. Sai, una di quelle cose che presuppongono una risposta… - mormorai toccandomi la testa dolorante.
    - Ah, giusto. Questa è la Seconda Brigata e tu ci sei piovuto proprio davanti - rispose la macchia scura che vedevo davanti a me.
    La Seconda Brigata!?!? Tentai di alzarmi a sedere, ma le vertigini mi fecero tornare al mio post con tanto di zuccata sul lastricato. Oh beh, trauma cranico più trauma cranico meno…
    - Meglio se te ne stai buono per un po’ cowboy, hai fatto un bel volo. Ma da dove vieni di preciso?
    Mo: Non mi credereste…
    Non ebbi il coraggio di dire altro. Ci sono cose delle quali è meglio scordarsi il prima possibile.
    - Sei un tipo misterioso eh? Comunque quante sono queste? - vidi qualcosa ondeggiarmi lentamente davanti.
    Mo: Ehm… 45? - dissi incerto.
    - Diciamo che ci sei andato vicino. Tranquillo ora ti portiamo a letto così ti fai un bel sonno…
    Quelle parole sembrarono premere il pulsante di spegnimento della mia testa perché appena le sentii ricaddi nuovamente nell’incoscienza.

    E venne sera. Grazie ai miracoli della medicina Shinigami ero stato dimesso dopo alcune ore a patto che uscissi vestito da mummia e con la promessa di evitare guai e stress.
    Mo: Io non cerco guai e stress, sono loro che mi trovano ad ogni angolo! - tentai di sdrammatizzare mentre uscivo con le stampelle, la gamba sinistra ingessata e l’ombrello rattoppato attaccato alla cintola assieme alla Zampakutou.
    Ripresi il mio cammino verso la sede della Seconda Brigata cercando di prendere confidenza con i miei nuovi strumenti di locomozione.
    Decisamente non era la mia giornata (e la mia nottata aggiungerei!), ma non potevo demordere quando ero ad un così breve passo dalla meta! Ero rotto, rotto due volte, infreddolito, pallido, con seri problemi mentali, avevo trovato un Truzzo pazzo, due supereroi in calzamaglia e non avevo neanche dormito! Qualcuno si sorprenderebbe che io sia ancora vivo.
    Barcollante ritornai al portone della Seconda Brigata trovando due nuove guardie. Chissà se erano sempre gli stessi che mi avevano raccolto quella mattina? Difficile dirlo con quelle uniformi, sono tutti uguali!
    Mo: Buongiorno, vorrei presentare la mia richiesta di adesione alla Seconda Brigata - dissi col tono più formale che riuscii a tirare fuori.
    I due mi diedero un’occhiata di traverso. Da dove veniva quella specie di cadavere in stampelle?
    - Aspetta un secondo - mi disse quella di destra entrando nella porta.
    Non potei fare altro che appoggiarmi al muro e aspettare che tornasse.

    Sospirai. Probabilmente stava andando a chiedere se era il caso di farmi entrare conciato male in quel modo.
    Stavo per mettermi a sonnecchiare quando davanti a me si stagliò un’ombra.
    - Edward-sama? - chiese.
    Mo: Chi?
    A parlare era stata un Shinigami con l’aspetto di una teenager. Mi fissava con occhi sgranati e un’espressione di incredulità sul volto. Aveva l’aria di chi non avesse tutte le rotelle a posto.
    - SEI TU!! SEI EDWARD CULLEN!!! MIIIII, SEI COSI’ BBBBBONO!! - strillò in preda alla frenesia.
    EDWARD CULLEN!?!? Quella specie di mammoletta pompata!? Dov’è che l’ammazzo di botte per aver creato confusione e false aspettative nelle giovani menti delle ragazzine!!
    Poi vidi che fissava me.
    Mo: Stai parlando con me?
    Lei per tutta risposta mi saltò addosso.
    - Portami con te Edward-sama, lascia Bella e mordi me! MORDI ME!!
    Porca miseria, pure una Bimbaminkia esagitata mi toccava!? E sotto gli occhi stupiti della guardia rimasta che mi fissava. Vada che l’aspetto da drogato disperato è quello, ma scambiarmi per lui proprio no! Provai a scrollarmela di dosso, ma sembrava una piovra i cui arti stavano cominciando ad entrare nella stoffa del mio vestito. Disperato e prossimo allo stupro usai il mio asso nella manica.
    Mo: AIUTO CAPITAN QUALCOSAAAAA!!!
    Neanche avevo finito che una colonna sonora da entrata eroica scosse il cielo e due figure in calzamaglia mi spuntarono davanti cadendo dal cielo.
    Mo: A quanto pare hanno preso un nuovo stereo…

    - Per proteggere la giustizia e la sanità mentale ecco a voi Capitan Qualcosa!!
    Passarono diversi secondi durante i quali la musichetta continuò imperterrita.
    -
    Infine la pausa si fece troppo imbarazzante.
    - Fido Assitente? La tua entrata… - sibilò con un angolo della bocca al suo compagno di squadra.
    La risposta fu quasi come sentire qualcuno ringhiare.
    - E il suo brrrraccio destrrro, Fido Assistente!
    - Vedi che se ti applichi ci riesci? E ora… dov’è la Bimbominkia? - proruppe con voce spettrale.
    Mi limitai a indicarla mentre mi si avvinghiava.
    - Ti amo Edward, sei così FFFigo!!
    Non dovetti aggiungere altro.

    Si avvicinarono entrambi alla ragazza che li fissava stranita, quando capì cosa stava per succedere era troppo tardi.
    - No, Edward-sama è solo mio!!!
    Si lanciarono come un sol uomo, persino Fido Assistente sembrava tornato di buon umore.
    - MORTE ALL’ERETICAAAA!!!
    Va detto che fu una fine rapida e quasi indolore. Si limitarono ad un severo pestaggio e io che credevo che avessero dei riguardi per una ragazza, illuso.
    Fu Capitan Qualcosa a dare il colpo di grazia: una vangata in piena testa. Non che sapessi da dove fosse uscita quella vanga in pieno Seireitei.
    - E comunque è meglio Jakob… - sentenziò tra lo shock generale.
    Ci guardò con sufficienza.
    - Che c’è? Ora non si può fare neanche un battuta? - ribatté piccato.
    A quel punto se ne andarono con un solo, grande balzo portando la vittima del giorno con loro.
    Li salutai timidamente cercando di raccattare i frammenti della mia sanità mentale, era stata messa a dura prova. A quel punto la prima guardia fu di ritorno e mi fece entrare.
    Oltrepassai il portone con un singulto, finalmente era giunto il momento.
    Le due guardie richiusero il portone e si guardarono confuse.
    - Cosa diavolo è successo mentre ero via, Rack?
    - E chi lo sa? Quel tipo ha cominciato ad agitarsi e a fare discorsi strani tutto da solo. Non credo che abbia tutte le rotelle a posto, Jack.
    Io intanto percorrevo il vialetto per la stanza del Capitano guardando estasiato la miriade di farfalline rosa a forma di pollo che mi svolazzavano intorno.
    Mo: Chi beeeeelloooo… - mormorai.
    La Seconda Brigata era davvero un bel posto.

    Arrivai davanti alla porta con disegnato sopra il kanji per “due”, due linee orizzontali parallele, e mi fermai per darmi una rassettata. Ero in condizioni decisamente migliori prima che la tipa cercasse di violentarmi. Aggiustai meglio che potei la veste nera, le bende, il gesso e i capelli scompigliati e bussai leggermente prima di spingere di lato la porta scorrevole.
    Davanti a me c’erano le due persone più potenti di tutto il complesso: il capitano Soi-fon, donna magra e asciutta sulla quale girano un po’ di voci riguardanti al sua relazione con un gatto, e il vice-capitano Omaeda, gigante con la passione del cibo e dei soldi. Dei superiori niente male a pensarci bene. Lei era seduto su una specie di trono basso e accanto a lei se ne stava seduto sulle ginocchia il suo braccio destro.
    Mi inchinai fin dove me lo permettevano le medicazioni ed entrai richiudendo dolcemente la porta dietro di me. Infine mi inginocchiai ignorando le fitte alle gambe e al costato e mi ersi tenendo la schiena più dritta che potevo. Sentivo una così gran forza emanare dalle due figure, molto superiore a qualunque avessi mai sentito prima, e non intendevo fare brutta figura.
    Levai una preghiera mentale per esorcizzare qualsiasi malocchio almeno per dieci secondi e parlai.
    Mo: Sono Urahara Mouryou, neo-diplomato all’Accademia Shinigami e sono qui per chiedere di entrare a far parte della Seconda Brigata del Gotei 13 - feci con voce chiara e solenne.
    Solo dopo mi accorsi di un particolare: il mio cognome.
    Mi colse un tremendo sudore freddo!! Una delle voci che avevo sentito dicevano che una persona chiamata Urahara era uno degli acerrimi nemici del capitano nelle questioni di cuore!!! Oh diavolo, mi sento morire dentro…

    Secondo alcuni (primi fra tutti quelli che ben si guardano dal dare il buon esempio), una morte eroica è qualcosa di ammirevole. E’ un’idea che non mi ha mai convinto, soprattutto perché per quanto tu muoia in modo elegante, nobile, composto, stoico, virile o sprezzante, alla fine sempre morto sei. Il che, per i miei gusti, è un filino troppo permanente.



    SPOILER (click to view)
    Chiedo scusa a Tamaki-kun per aver introdotto il suo Pg senza una risposta, ma altrimenti avrei dovuto rinviare di tantissimo. Spero di aver ovviato questa mancanza tramutando tutto in un'illusione del mio Pg.
     
    Top
    .
  2. Tamaki-kun
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    XXXXXXXXXXXXXXXD Va bene, va bene. Il post è assai particolare e mi ha fatto rotolare dal ridere, indi per cui direi che è più che sufficiente. Sarò breve nella mia risposta, domani ho due esami di riparazione e dovrei essere a studiare. Benarrivato nella 2° Divisione.

    CITAZIONE
    Parlato
    Urlato
    Sussurrato
    Pensato
    Parlato d'altri

    "Urahara..? Mi stai prendendo in giro..?" rispose sorpresa la ragazza dal fisico asciutto, lasciandosi andare in una rara espressione di stupore che presto si convertì in malcelato sdegno, sia per quel nome che per lo stato in cui versava il suo possessore "Ma tu... Pensi davvero di essere idoneo a questa brigata..?". Un leggero singulto del tenente al suo fianco sembrò indicare che quest'ultimo volesse prendere parola, rovistando da una pila di scartoffie poco distanti un foglio perfettamente piegato su cui rilucevano delle nere parole: "Ecco, Capitano, devo essermi dimenticato di avvertirla, mentre sistemavo le cartelle dei nostri sottoposti, di aver ricevuto una richiesta da parte di Falkner Chase affinchè fossimo favorevoli all'entrata in questa brigata del suo allievo qui presente... Anche secondo i resoconti di Hanae, che ormai siamo stati costretti a buttare fuori per la sua pessima condotta, questo ragazzo possiede delle notevoli capacità, per quanto ora possa non sembrare".

    "Uhm, capisco." commentò Soifong mentre i suoi occhi scorrevano su quanto scritto in quella breve missiva "Beh... Perfetto, credo che un periodo di prova sia il minimo per tutti, con la raccomandazione di... Ehm... Omaeda, perchè questo biglietto è firmato Capitan Qualcosa?!?".



    CITAZIONE
    Come avrai potuto notare non mi sono dilungato eccessivamente, me ne scuso ma questo è il massimo che i miei impegni attuali mi concedono.

     
    Top
    .
1 replies since 30/8/2010, 13:31   68 views
  Share  
.
Top