Pattugliamento nel mondo terreno...?

Un leggero ed acuto sibilo spirò tra i denti della maschera che indossava il piccolo hollow quando lo shinigami lo definì “piccolo”, ma non bastò certo questo a fargli perdere il controllo. Era un predatore esperto ed intelligente, abituato a calcolare con fredda e crudele razionalità ogni azione dei suoi avversari. Nello Hueco Mundo, infatti, se la forza non era supportata da una discreta intelligenza si finiva presto per soccombere, eccezion fatta per i Menos Grande. Gli occhi di quella creatura accompagnarono l’estrazione della zampakutou del sensei, fissandosi lungo la sua lama come se ne fossero ipnotizzati. Impossibile intuire quali fossero i suoi reali pensieri.

Plic. Plic. Le nuvole grigie che coprivano il cielo, dopo qualche brontolio vollero ricordare a tutti i presenti della loro esistenza, iniziando pian piano a ricoprire quella strada con un sottile velo di acqua sull’asfalto, dovuto a leggere ed impotenti lacrime di pietà. Lo shinigami, sfruttando la mano libera, tentò di imporre alle braccia della creatura un semplice Bakudou, forse troppo elementare per poter sperare di fargli guadagnare più di qualche breve istante prima di essere infranto. Un sinistro lamento accompagnò le mani dell’hollow che, rapide, dovettero andare a serrarsi dietro la sua schiena, nonostante qualche tremore potesse facilmente far intuire come già obbligare quel movimento fosse costato alla tecnica tutta la forza di cui disponeva. La maschera non si inclinò nemmeno per un istante a seguire le braccia sulle quali era già concentrata la mente di quel mostro nello sforzo di rompere tale costrizione, potendo così seguire lo scatto del sensei che, con movimenti per l’hollow fin troppo lenti, tentò di raggiungerlo alle spalle. La coda, per un istante, fremette di eccitazione. Non appena lo shinigami superò la sua fragile figura, infatti, seguito con la coda dell’occhio dal mostro, aiutatosi in questo con una parziale rotazione oraria del busto, di circa 45° gradi, le due parti di quell’insolita biforcazione si aprirono e scattarono verso il braccio destro disteso di quello sciocco sensei, accompagnate da una traiettoria breve e rettilinea. Una volta giunte alla loro meta, situata a metà tra la spalla ed il gomito dello shinigami, si sarebbero richiuse in un movimento tanto rapido da poterne causare la mutilazione. Peccato dover rinunciare ad un braccio all’inizio della propria carriera. Certo, esisteva ancora la possibilità che quell’irritante ragazzo riuscisse ad evitare il colpo, ma poiché la sua rotazione lo portava involontariamente verso quella trappola tagliente il tempo di reagire si sarebbe ulteriormente ridotto, diventando infinitamente esiguo. La posizione venutasi a creare, inoltre, permetteva all’hollow di vedere chiaramente le gambe del suo avversario, compresa quella sulla quale era costretto a fare perno per effettuare quel colpo. Un rumore sinistro, simile ad un gorgoglio, provenne dal profondo della gola del mostro, che aprendo per la prima volta le proprie fauci sputò verso il piede interessato dalla forza centripeta una sostanza viscosa, difficile da definirsi. La situazione stava prendendo una brutta piega per lo shinigami…

Le gocce di pioggia, sempre più insistenti sull’asfalto di quella strada pedonale, costrinsero gli ignari spettatori di quello scontro ad un fuggi fuggi generale, tra l’irritazione dell’hollow per il fatto che tante anime gli stessero scappando e il piano rapidamente ordito dagli studenti. Quando la grossa creatura tornò a degnarli della meritata attenzione, infatti, questi si erano già separati, tentando di circondarlo grazie ad una veloce che, tuttavia, costrinse Light a passare fin troppo vicino alle solide gambe dell’hollow, il quale flettendo con velocità imprevista l’arto inferiore sinistro tentò di colpire l’addome dello studente con grande forza, facendo seguire alla propria gamba una traiettoria ascendente ed obliqua, da sinistra verso destra. Se l’avesse colpito, al ragazzo sarebbe toccato un volo di qualche metro prima di poter nuovamente toccare il suolo, in una rovinosa caduta. La rotazione intrinseca di quel movimento, però, fece in modo di offrire parte della sua schiena al successivo attacco di Kyoya, che con un veloce fendente tentò di colpire una delle sue braccia. Entrambi gli arti superiori sinistri, a quel punto, accompagnati da un ruggito di rabbia non più trattenuta scattarono, paralleli al terreno, verso quella stessa lama, puntando a spezzarne la guardia e a farla volare ad almeno una decina di metri di distanza. Il braccio inferiore, infatti, si trovava alla giusta altezza per colpire, nel suo percorso, il fragile polso del ragazzo grazie al quale reggeva la propria spada. Il filo di quell’arma nel frattempo penetrò in parte nella spessa muscolatura dell’arto più alto, strappando all’hollow un lamento doloroso e facendo in modo che dalla sua stessa carne sgorgasse un fiotto di sangue. Mancava all’appello solo la ragazza, che dal lato opposto tentò di copiare il movimento del suo compagno, mirando a colpire il braccio inferiore di quella creatura tanto irata quanto possente. Prima che il suo colpo potesse acquisire la discreta velocità della discesa, però, il gorilla volle fermarne i movimenti estendendo l’arto superiore tra i due, aprendo le enormi dita per tentare poi di richiuderle sulle mani della studentessa già serrate intorno all’impugnatura della spada. Nonostante le apparenze, il mostro possedeva una discreta velocità nei movimenti e, se fosse riuscito ad afferrarla, la sua stretta avrebbe potuto incrinarle un discreto numero di ossa. Doveva evitare che lo scontro diventasse un puro confronto di forza bruta, altrimenti non avrebbe avuto alcuna speranza.