La classe A si da' ai festeggiamenti

-Capisco, si tratta di lui.- commentai alle parole dello shinigami riguardo il mio futuro allievo, che al momento aveva il volto solcato da profondi graffi -… Così sia, me ne occuperò personalmente.-. Nessuna emozione degna di nota traspariva dagli occhi con i quali mi limitavo ad osservare il ragazzo, avevo semplicemente accolto una richiesta della commissione accademica improvvisamente tanto interessata a riavermi tra le sue schiere. Chissà come sarebbe stato l’occuparmi di quell’apparente venticinquenne, da tempo avevo smesso di allenare i normali studenti desiderosi di diventare shinigami. Dopo qualche istante mi curai anche dei restanti partecipanti alla scena, rivolgendo a tutti i presenti un leggero cenno di saluto col capo.

La rissa che ormai era prossima a sfociare tra i due studenti mi costrinse ad intervenire, vittima dello stesso ruolo che la mia brigata ricopriva nel Seireitei. In quanto esponente della Polizia Interna, infatti, avevo precisi ordini di impedire i disordini, di qualsiasi genere o natura, entro i confini della Soul Society.
-Se volete combattere fatelo lontano da un membro della Nona Divisione, è un caldo consiglio.- dissi con voce seria e fredda, scomparendo per un istante di fronte agli occhi dei presenti per poi comparire tra i due sfidanti, anticipando i movimenti di Vega facendo saettare la mano sinistra, dal palmo dischiuso, verso il suo addome. L’impatto, di cui con probabilmente solo Falkner poteva aver seguito lo svolgimento, fece accasciare a terra il ragazzo, privato forzatamente del fiato. -Non mi importa dei vostri bisticci, tuttavia ho precisi ordini di sedare qualunque conflitto non autorizzato. Desideri tanto sfidare questo studente, Vega? Fallo entro i confini accademici, non qui.-.

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La Paramount Rei Presenta
QUELLA SERA LI' AL LOTO AZZURRO
(Musica epica, titoli di testa)

Personaggi ed interpreti
Il Secco: ovviamente, il Secco
Bongo: Vega
La Bella e Tragica Protagonista: Rei
Mister Muscolo: Falkner-sensei
The Punisher: Shinigami biondo

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Quanto tempo era passanto da quando avevo lasciato i polverosi distretti del Rukongai? Non riuscivo a ricordarlo con precisione. Anni, forse. La ragazza, occupata ad aiutare il proprio compagno, tenne gli occhi fissi sul mio volto, donandomi un’espressione difficile da definirsi tanto era ridotta la sua mimica. In un attimo fui riportato alle mie prime esperienze, quando non ero nemmeno uno studente dell’accademia.

**Inizio.**
Uno shinigami stava malmenando una decina di abitanti del 70° Distretto, rea di averlo provocato in modi che mi erano sconosciuti. Molti recavano delle emorragie più o meno cospicue e, l’ufficiale, non sembrava accennare a placarsi. Cosa gli potevano aver fatto di male? Qualunque cosa fosse, non aveva importanza. Quegli uomini erano tutti delle teste calde, ma anche se avessero tentato di accoltellarlo non avrei reagito in maniera diversa.
-… E, se fossi in voi, pregherei di non incontrarmi mai più.- stava dicendo lo shinigami, concludendo il pestaggio dopo aver sfogato tutta l’ira che sembrava aver in corpo.
-Ed io, se fossi in te, pregherei di avere una buona scusa per malmenare la gente che conosco.- esclamai facendomi largo tra la folla, un semplice ragazzino apparentemente tanto pazzo e deciso da sfidare il simbolo di ogni autorità presente nella Soul Society. Nessuno provò a fermarmi, erano tutti troppo occupati a tremare e mormorare per la violenza a cui avevano appena assistito. Non ero che un semplice teppista, degno di nulla, ero perfino più debole ed inesperto di quelli studenti che ora si trovavano dentro il bar… Ma combattei. Il divario tra le nostre capacità era immenso, dovetti rischiare la vita solo per riuscire a crearmi un varco sufficiente a sferrargli un colpo alle dita di una mano, cosa che riuscii a realizzare pagandone in seguito tutto il prezzo. Non avevo particolare affetto per le persone in aiuto delle quali ero intervenuto, avevo solamente colto al volo l’occasione di sfidare quella stupida gerarchia che mi riteneva un granello di polvere trasportato dal vento.
**Fine.**

Fu l’invito del senpai a ricondurmi alla realtà mentre il mio sguardo, che non aveva perso nemmeno per un istante il contatto con quello della ragazza, parve indurirsi ulteriormente. Prima mi ero limitato all’indifferenza, ora lasciavo trasparire invece una punta di… Rabbia? Disprezzo? Entrambi questi sentimenti mi accarezzarono le cerulee iridi. Ripresi quindi a muovermi e, con passo lento e ponderato, mi diressi verso il tavolo dov’era già seduto lo shinigami dell’Ottava Divisione.
-Se il mondo ti fa schifo, prova a cambiarlo. È semplice, oltre che indipendente dal risultato che riuscirai ad ottenere. Continua a chinarti a quanto non sopporti e rimarrai la feccia che mi hai appena dimostrato di essere, Rei-chan…- sussurrai vicino all’orecchio della studentessa, superandola per raggiungere il tavolo che Falkner aveva scelto per noi. Non la degnai di un’ulteriore occhiata, avevo di meglio da fare che perdere tempo con quegli studenti.