La musica nella notte.

Missione di Lv. A per Urahara Mouryou & Gintoki Sakata

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  1. Belfagor90
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    Quando riaprii gli occhi dopo essere svenuto (ricordavo solo parole sparse come “Vasto Lorde”, “emergenza”, “missione suicida” e “tonno”) e vidi accanto a me il mio compagno di sventure Gintoki Sakata, per un breve e folle attimo mi permisi di sognare ad occhi aperti e dare libero sfogo ai miei più profondi desideri…
    - Gintoki, amico mio… – mormorai debolmente tendendo una mano verso di lui.
    - Piantala di parlare in questo modo, nello yaoi non voglio entrarci – fu la rapida risposta.
    Poverino, non posso che capire il suo disagio. Sembra ieri che sono spuntato dal pavimento del suo ufficio in tenuta sadomaso e gli ho proposto di fare un “più” insieme. Posso anche capire che la frase fosse leggermente ambigua, ma il fatto che fino ad oggi abbia evitato di darmi le spalle mi fa sentire un pochino triste.
    - Gintoki, mio compagno di sventure, ti prego dimmi… noi siamo in missione giusto?
    - U-uh.
    - Solo io e te vero?
    - …Sì.
    - Nel mondo dei vivi lontano dallo sguardo di tutti?
    Il ragazzo impallidì leggermente.
    - Confermo.
    - OH NO!! Rieccoci con la storia del “più” e il sadomaso. Meglio stenderlo prima che lui stenda me – pensò cominciando silenziosamente ad estrarre la Zampakutou da dietro la schiena.
    - Vuol dire che finalmente possiamo andare ad uccidere quella persona come avevo proposto al meeting degli ufficiali? Dimmi di sì, ti prego!! – implorai improvvisamente.


    - Ma che…
    No, un secondo. Ora che ci pensava meglio gli pareva di ricordare qualcosa.

    FLASHBACK

    Era un pomeriggio di sole cocente e i ventisei ufficiali mediani di tutte le Brigate, quindi tutti i quinti e i sesti seggi, erano in piena riunione per trovare qualche attività divertente e proficua. Ma come già menzionato la temperatura era a livelli proibitivi e il condizionatore non era stato ancora riparato. Il risultato erano molte divise sudate e dei degli umori decisamente nero pece. I rappresentanti dell’Undicesima poi erano a dir poco sull’orlo del genocidio, uno per l’irritabilità generica che li contraddistingueva e uno perché il calore eccessivo rischiava di rovinargli i capelli. Facendo due più due si capiva benissimo che quest’ultimo era l’equivoco Yumichika, il narcisista più pavone delle Tredici Brigate. Costui aveva letteralmente schiavizzato l’opinione generale troncando con violenza qualsiasi proposta che non fosse l’apertura di una salone di bellezza con boutique (e qualcuno potrebbe anche indovinare che tale proposta era stata la sua) usando un paio di occhiate talmente feroci che chiunque si ritrovasse a parlare finiva improvvisamente ammutolito e tremante. Quando quelle sue strane sopraccigli si drizzavano per la rabbia come il pelo di una gatto allora sì che la cosa faceva una certa impressione. E quel Reiatsu! Certe volte mi chiedevo se fosse davvero solo un Quinto Seggio e non stesse prendendo tutti per il naso per mascherare la sua vera forza.
    Tattica intelligente, dovrò adottarla anch’io.

    Ma andando dritti al sodo. Ero appena stato fulminato sul posto dopo aver proposto una vendita di manga nel Rukongai per finanziare gli Shinigami (Tsk, nemici dell’arte!) e sedendomi accanto a Mouryou lasciai che un po’ del mio sconforto uscisse sotto forma di parole.
    - Buona fortuna Mouryou, quel tipo è un palo nel… famoso buco. Sembra proprio che saremo costretti a finanziare l’apertura della sua fantomatica boutique con salone di bellezza annesso – brontolai con la faccia spalmata sul banco sotto quel calore opprimente.
    Ma lui rise sotto i baffi.
    - Kukukuku, ma io ho l’arma segreta! Non solo sarà molto più proficuo, ma anche gratis.
    L’introduzione mi allettò abbastanza da farmi girare la testa.
    - Sul serio?
    - Assolutamente. Prima avevo pensato di uccidere Michael Jackson e fregargli tutti i soldi, ma sembra che il Destino mi abbia anticipato…
    - Stare nella Seconda ti fa certo cambiare il concetto di “uccidere è un filino illegale” – pensai basito.
    - Quindi ho cambiato il mio obiettivo in relazione alla situazione attuale. Fidati e non dovrai sborsare un centesimo – ripeté sicuro di sè.
    - …non è una cazzata vero? – chiesi sospettoso.
    - Ma cosa mi dici mai? Quando mai dico cazzate?
    Infatti la maggior parte delle volte sei pienamente convinto di ciò che dici Mouryou e non so quanto questo possa essere effettivamente peggiore rispetto a dire certe cose volontariamente.
    Ma il turno della Seconda Brigata arrivò proprio in quel momento e non potei indagare oltre. Forse con qualche minuto in più sarei riuscito ad evitare il disastro, ma come dice sempre quello strambo di Urahara “E’ stato tutto un pessimo scherzo del Destino”.
    - Stimati colleghi, oggi vi porto una proposta che non avrà alcun onere finanziario e sarà in grado di riempire oltremodo le nostre tasche. Assistente, monta il secondo poster.
    L’assistente doveva essere il Sesto Seggio della Seconda e lo sguardo terrorizzato che lanciò a quell’affermazione risvegliò in me la prepotente pulsione a mettere fra me e quella stanza la più grande distanza possibile. Ma per quanto l’ordine potesse suonare terribile la ferrea gerarchia e il senso del dovere della Seconda ebbero il sopravvento e un lungo rotolo fu appeso alla parete ancora arrotolato. Inconsciamente la mie gambe si mossero per un eventuale fuga attraverso al porta.
    - Ecco a voi il nostro obiettivo!
    E con un gesto plateale il poster venne srotolato. Fu il panico!! Metà delle persone si piazzò tremante sotto le scrivanie o cadde dalla sedia, mentre l’altra metà si buttò dalla finestra. Io ero nella prima metà, purtroppo, mentre un semi-comatoso Yumichika veniva sottoposto alla terapia dei sali per rinvenire dopo il forte shock.
    - Avevo detto il secondo poster, non quello con Michael Jackson – sentii rimproverare da oltre il mio rifugio - Tranquilli signore e signori, ora è tutto a posto. Mentre il mio assistente cambia poster vi spiegherò il piano nel dettaglio.
    Maledetto! Ma come gli salta in mente di mostrare una cosa simile all’improvviso!? C’era quasi rimasto secco dalla paura!! Riemersi con cautela rimettendomi a sedere.
    - La mia idea era di uccidere il bersaglio e rubare tutto quello che troviamo in casa sua. Libereremo il mondo dei vivi da un flagello e preverremo la creazione di Hollow bimbeminkia per le fan morte durante il periodo di ossessione e pubertà. Domande?
    La domanda fu fatta con un gran sorriso fiducioso, ma ero quasi sicuro che molti lì dentro si stessero chiedendo chi aveva dimenticato di buttare le chiavi della cella di quello stramboide. Infatti lo pensavo anche io.
    - E quale sarebbe, di grazia, l’obiettivo di questa assurda scemenza al limite del legale?
    Mi voltai giusto per vedere la faccia sprezzante del Quinto Seggio dell’Undicesima che nonostante si fosse appena ripreso sembrava aver già riacquistato la voglia di combattere per la sua boutique. Ma non aveva tenuto in mente una cosa: stava parlando con un genio della manipolazione! Un genio della manipolazione che stava SORRIDENDO!!
    - Uhuhuhuh, perché? Non date un’occhiata voi? La vittima designata è… – il secondo poster venne srotolato - JUSTIN BIEBER!! Questo inutile parassita del mondo della musica sta causando molti danni alle giovani menti femminili del mondo dei vivi e…
    Un mare di commenti giunse alle mie orecchie depresse. Giustino Barbabietola? E chi era costui? Sembrava che la maggior parte della gente lì dentro se lo stesse chiedendo. Poi c’era anche chi sosteneva che uccidere un gay potesse farci suonare omofobi danneggiando la nostra reputazione e non potevo dire che la cosa non avesse una logica. Quanto a me ero più preoccupato dell’eventualità di uccidere un bambino delle elementari. Vada per un omaccione dall’aria malvagia, ma quello non sembrava altro che un bambinetto figlio di un parrucchiere con tendenze homo.
    - E se putacaso quello che dicessi fosse veramente vero, perché la mia pura bellezza dovrebbe essere contaminata a qualcosa come l’omicidio? Forse voi della Seconda siete avvezzi a fare il lavoro sporco, ma io non intendo assolutamente…
    Discorso della “pura bellezza” a parte mi ritrovavo d’accordo con lui. Non valeva la pena fare un lavoro del genere, anche pagare per una cosa come una boutique mi sembrava preferibile. Ma… perché Mouryou stava sorridendo come un gatto che ha intrappolato un topo?
    - Ma Yumichika-san, come può proprio LEI sopportare la sua esistenza? – cominciò con tono da venditore.
    - Come prego?
    - Non lo sa forse che il ragazzo pensa di essere una grande star e un gran figo? Non mi stupirei che possa addirittura sostenere che… sia l’essere più bello, affascinante e popolare mai esistito? Già immagino il vostro incontro dove OSA guardarla dall’alto in basso e addirittura disprezzare la sua Bellezza Superiore?
    Un sorrisino insinuatore verso il narcisista e fu subito chiaro chi l’avesse spuntata. Non ebbi il tempo di fuggire, non ebbi neanche il tempo di pensare. L’intera sala fu travolta in pieno dalla furia del Quinto seggio dell’Undicesima!!
    - COOOOOSSSSSAAAAAAAAAAA!!?!?!?
    Il meeting dovette essere aggiornato a causa di tumulti e non si arrivò mai a nulla di fatto. Molti furono ospedalizzati e molti persero la memoria a causa della foto di Michael Jackson che durante lo scontro non aveva fatto altro che volare dovunque “assalendo” chi capitasse nelle vicinanze. Inutile dire che la sofrtuna mia e di Mouryou fece il suo dovere facendoci finire dritti in mezzo alla furia assassina di Yumichika e quando quelli della Quarta vennero a soccorrerci le nostre barelle si ruppero misteriosamente, la stagione migratoria delle Cacatua Diarroiche passò sopra di noi poco dopo l’ora di pranzo e l’architrave della porta dell’ospedale ci cadde addosso quasi decapitandoci. Ma che volete che vi dica? Per noi era ordinaria amministrazione.

    FINE FLASHBACK

    Anche lui ora avrebbe tanto voluto che quella volta la proposta di Mouryou avesse avuto seguito. Uccidere un moccioso era sempre preferibile che rischiare la pelle in quel modo. La realtà però si sa, è crudele.
    - Err… no, niente assassinio di Justin Bieber. A causa di un’emergenza siamo in una missione quasi certamente suicida nel mondo dei vivi dove potrebbero apparire dei Vasto Lorde. E mentre venivo qua ho perso il mio pranzo al sacco.
    - …panino al tonno?
    - Con la maionese. Come mai?
    - Oh, niente.
    Ok, ero leggermente deluso dalla risposta. Parlando della missione, non del panino al tonno. Ma immagino che l’unica opzione sia farsene una ragione e seguire gli ordini dei nostri superiori liberando la zona assegnataci.
    A meno che…
    - Oh, che sbadato! Credo di aver lasciato il gas acceso a casa, meglio che torni indietro a controllare… – iniziai a dire con tono serafico mentre cominciavo ad indietreggiare.
    - DOVE PENSI DI ANDARE!?!? – ululò Sakata afferrandomi per il collo della divisa.
    - Tranquillo Gintoki, tornerò in un attimo – lo rassicurai.
    - …davvero?
    - Ma sicuro! Se poi entro ventiquattrore ti sei fatto ammazzare mentre io chiudo il gas a casa mia, giuro di vendicarti in un lontano futuro – promisi solennemente con tanto di croce sul cuore.
    Le sue nocche erano un po’ ruvide viste da un centimetro di distanza.
    - Tu non ti muovi da qui – sentenziò lapidario sforacchiandomi con lampi omicidi dagli occhi.
    - Ricevuto – mormorai ridacchiando nervosamente di fronte a quell’amorevole dimostrazione di amicizia e cameratismo - Cambiando argomento, dov’è la nostra zona?
    Nel momento in cui lasciò la presa su di me capii dal suo sguardo che la risposta non mi sarebbe piaciuta.
    - Ci siamo davanti.
    Fu allora che girai la testa.

    Curioso che un complesso così grande mi fosse sfuggito quando mi ero svegliato. Eravamo proprio davanti al cancello principale, chiuso da molteplici catene con lucchetti e con il cartello “ABBANDONATO” ben evidente nel mezzo, e dietro di esso si snodava una lunga via che portava a quella che sembrava una grande piazza centrale. Ai lati della strada sorgevano bancarelle diroccate e giostre piene di ruggine con lo stucco che veniva via in pezzi grandi come tovaglie. L’umidità e le piogge avevano fatto marcire molte delle parti in legno e i colori sui muri erano sbiaditi per mancanza di manutenzione e ore sotto il sole cocente dell’estate.
    - Gintoki?
    - Che c’è adesso?
    - Lo sai che nei Luna Park abbandonati non bisogna mai entrarci? I film horror sono molto chiari al riguardo.
    - Tranquillo, non troverai Jack lo Squartatore o Nightmare. Dalla Reiatsu si direbbero un paio di Hollow dalla potenza non indifferente. Immagino che l’unico modo in cui possiamo batterli è una tattica di mordi e fuggi che… DOVE STAI ANDANDO!?!?
    - NON HO CHIUSO L’ACQUA, LO GIURO!!! – urlai dimenandomi.
    Il Sesto Seggio fu costretto a placcarmi e sedersi sulla mia schiena per evitare che me la filassi a gambe levate.
    - Sul serio Mouryou, ci sono delle volte che ti darei del vigliacco.
    - Non sono vigliacco! E’ solo che mi chiedo molto spesso come mai non possiamo andare a picchiare qualche Hollow da poco mentre beviamo del thè. E poi combattere è doloroso, non è meglio sparargli da lontano così non ci facciamo troppo male? – mi lamentai coi lacrimoni agli occhi.
    - Dio solo sa quanto ti do ragione, ma il Capitano Hitsugaya pretenderà il mio scalpo se sbologno a qualcun altro questa missione e non credo di poterlo fregare se controlla il rapporto di persona.
    - Sigh!
    - Suvvia, quei due sono alla nostra portata (più o meno) e poi di cosa vuoi aver paura in un vecchio parco dei divertimenti? Non mi dirai che tra le tue fobie c’è anche quella dei pagliacci, AHAHAHAHAHAH, che idea ridicola!!
    Un pesante silenzio accolse questa nuova ipotesi. Attualmente Urahara Mouryou aveva già molte fobie confermate e documentate (alcune poi avevano effetti saltuari a seconda delle situazioni) sul suo profilo psicologico segreto e scoprirne altre non era una possibilità tanto remota. Era persino spaventato dai postini e forse era quello il motivo per cui non mandava mai una normale convocazione ai suoi studenti.
    - Perché E’ un’idea ridicola, vero? – comandò sull’orlo della disperazione Sakata.
    - Beh, non lo escluderei. Da quando sono nella Soul Society non ho più visto un pagliaccio e non ricordo nulla di quando ero vivo. Su, non fare quella faccia. Potrebbero persino piacermi – aggiunsi in un tentativo di consolarlo.

    - Sarà meglio fare una prova prima di addentrarsi nel campo nemico. Chiudi gli occhi e aspetta il mio segnale.
    Per quanto la cosa suonasse sospetta feci come voleva lui e attesi. L’attesa non fu molto lunga. Non erano passati neanche due minuti che sentii un tonfo sulla terra davanti a me e lo sbuffo del mio compagno di squadra. Aveva forse rapito un clown da qualche parte per me? Che pensiero carino.
    - Ok, ora aprili pure e dimmi cosa succede.
    E quando aprii gli occhi davanti a me c’era una statua del pagliaccio del McDonald col suo sorriso invitante e con tanto di fumetto “I’m lovin’ it”. Il mio sguardo venne subito attirato dai larghi pantaloni con bretelle, la giacchetta a strisce, il volto inceronato con grandi guance rosse e sorriso extralarge e la grande parruccona rossa alla afro.
    - Allora Mouryou? Senti niente di part-
    Lo sentì lui qualcosa di particolare. Di molto particolare. Per la precisione un istinto omicida al pari con quello di Hanae Haru quando un tipo gli fece delle avance credendolo una ragazzina nei tempi spensierati di quando era nella Seconda Brigata. Il colpevole non fu mai ritrovato. Non è chiaro se per inadempienza delle forze dell’ordine o vendetta personale.
    - Mouryou… – chiamò preoccupato.
    Il suo compagno di squadra era avvolto da un alone di pura energia assassina, gli occhi mandavano fiamme ossidriche, i muscoli erano raddoppiati con tanto di rete di vene in rilievo e il volto aveva assunto tramite contrazione dei muscoli mimici la stessa conformazione di quello di Ken Shiro nei momenti di puro delirio genocida. Persino le sopracciglia sembravano essersi fatte più folte.
    - OMMERD-!!! – fu il suo ultimo commento prima di buttarsi a terra.
    - Atattatatatatatatattatat Atatatatatattatatatatat UATTAAAAAA!!!
    Ci fu un rumore come una gragnuola di colpi a velocità supersonica, una piccola esplosione molliccia e un suono di potente espirazione. Quando il Sesto Seggio riaprì gli occhi del pagliaccio rimanevano solo le scarpe e per riassemblarlo ci sarebbe voluto di Dio del modellismo hardcore.
    - Colpo Segreto dell’Orsa Maggiore, in tre secondi morirai – feci con voce profonda soffiando sulle nocche fumanti.
    - …non credo ci vorranno tre secondi – fu l’unico commento davanti all’orribile scempio.
    - Gintoki?
    - Sì!? – esclamò involontariamente.
    - Secondo te questi Hollow… saranno clown? – chiesi con la sete di sangue che permeava ogni parola e gli occhi da folle.
    - …forse.
    - Non sto più nella pelle! Andiamo ad ammazzarli tutti, Gintoki!! – esclamai sadicamente saltando agilmente il muro di cinta.
    Il membro della Decima Brigata rimase qualche secondo ammutolito. Ora aveva un motivo in più per temere Urahara Mouryou. L’unica cosa in cui poteva sperare era che quegli Hollow non fossero davvero dei pagliacci. Il massacro a cui avrebbe dovuto testimoniare sarebbe stato difficile da superare.
    Si strinse le spalle. “Vivi e lascia morire” era una filosofia che avrebbe dovuto prendere in considerazione. Saltò anche lui il muro ed entrò nel parco di divertimenti vuoto seguendo a ruota Urahara.
    - Hey, Mouryou aspettami! – lo chiamò correndogli dietro per recuperarlo.
     
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