La musica nella notte.

Missione di Lv. A per Urahara Mouryou & Gintoki Sakata

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  1. Belfagor90
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    WWAWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!
    POSTATOFINALMENTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!



    Gliela stavo facendo vedere io a quel bastardo di un pagliaccio!! Odio quelle loro facce grandi e dipinte con le loro risate grossolane e false. Sembra sempre che dietro lo spesso strato di trucco stiano sempre a prenderti in giro e la cosa mi faceva girare i cosiddetti così tanto che non sentivo per niente la paura che di solito mi accompagnava ogni secondo della mia giornata. Era così liberatorio muoversi spinto solo dalla rabbia e dalla voglia di dare una lezione a qualche stronzetto con la faccia da coglione.
    Curioso, mi stava dando quasi la stessa soddisfazione di quando torturo gli allievi in Accademia. Provavo lo stesso grado di piacere di quando vedevo nei loro occhi la scintilla quando capivano che la vita che stavano intraprendendo era piena di asprezza e pericoli.
    Sono un sadico che si approfitta dei deboli? Forse. Lo faccio per rifarmi di tutte le cose brutte che mi accadono in continuazione? Cavolo sì!! Me ne vergogno? Naaaaahh!!
    Una forte esplosione alla mia destra mi diede il segnale che Gintoki doveva aver dato il benservito al suo Hollow. Non avvertivo più il suo Reiatsu maligno in quella direzione e quindi doveva essere morto. Cavolo, cosa avrà mai fatto Gintoki per farlo fuori così in fretta? Da ferito per giunta! Avrei tanto voluto fiondarmi sul nemico e finirlo altrettanto facilmente, ma essere della Seconda Brigata rende paranoici. Meglio indebolirlo tirandogli addosso roba finché non avesse mostrato un apertura, a quel punto lo avrei steso con un colpo dritto alla maschera. Stavo andando così bene, ero addirittura riuscito a farlo cadere in acqua dove lo vedevo dibattersi, quindi perché farsi avanti? Sembrava confuso da tutto quel trambusto attorno a lui e lo sentivo imprecare con foga così grande che talvolta le sue parole mi arrivavano confuse.
    Sentivo Gintoki avvicinarsi per venirmi incontro e segretamente gioii. In due non avremmo avuto il minimo problema a finire anche l’ultimo dei due gemelli pagliacci. La missione era andata liscia come l’olio!
    Hey, cos’erano quelle cose che brillavano poco sopra il pelo dell’acqua? Si era forse rotto uno degli unicorni della giostra sulla testa del bastardello? Si vede di sì perché lo sentivo gridare di dolore in due tonalità diverse contemporaneamente. Un po’ come succede a me quando Hanae-sempai mi pesta i piedi passandomi davanti e giurerei su qualsiasi entità soprannaturale che fa male oltre ogni dire sentire i propri metatarsi frantumarsi sotto quei piedini.
    M’ingagliardii. Per quello lì io ero l’equivalente di Hanae-sempai per me e la cosa mia dava troppo alla testa. Che sensazione di potere e appagamento potei sentire in quel breve momento.

    Poi lo sentii trillare. Era il campanello d’allarme del mio istinto di sopravvivenza. Suonò con tanta violenza che il mio corpo rifiutò di muoversi oltre interrompendo la pioggia di attacchi. L’improvviso segnale di pericolo mi fece tendere i muscoli ricoprendomi di pelle d’oca e i polmoni smisero di lavorare mettendomi in uno stato di completa tensione. Bloccare il respiro è una tecnica che mi avevano insegnato per le missioni di spionaggio, assassinio e avanscoperta. Se non respiri il battito cardiaco aumenta per dare più ossigeno ai muscoli mandandoti subito in uno stato di totale attenzione e inoltre puoi ascoltare meglio i suoni attorno a te senza l’interferenza della respirazione. Si azzera la propria presenza e anche per il nemico sarà più difficile individuarti se sei nascosto.
    Io però ero in campo aperto, tra me e la fonte del pericolo c’erano una blanda tenda crollata che avevo usato per un attacco provvisorio perché da qualche varco potevo controllare le mosse del mio nemico. Ora la mia piccola trincea mi appariva agli occhi sottile come carta velina e trasparente come vetro oscurato, quelli dove è possibile vedere solo da un lato quello che accadeva dall’altra parte. Ed io ero dal lato sbagliato.
    Al contrario di me Gintoki non aveva smesso di respirare e nel silenzio che ci avvolgeva potevo sentire il suo respiro diventare rapidamente un rantolo nervoso. Lo aveva sentito anche lui. Qualunque cosa fosse accaduta laggiù noi dovevamo andarcene. Non c’era più missione, lavate di capo dai superiori e neanche pagliacci che tenevano. Se non avessimo messo le ali ai piedi noi in quel misero Luna Park abbandonato ci saremmo morti. Sì, forse se ci fossimo spinti ai nostri limiti avremmo potuto raggiungere qualche ufficiale superiore e farci aiutare. Sempre che riuscissimo a compiere qualche passo. Come la rana davanti al serpente velenoso che si blocca completamente nel disperato tentativo di sfuggire alla sua attenzione io e Gintoki sembravamo bloccati in un grottesco fermo immagine dove entrambi guardavamo atterriti nella stessa direzione.
    Quando poi sentimmo i primi lembi della spaventosa ondata di energia spirituale emanata dal centro del lago sentii il calore della vita abbandonarmi. Scappare? Non saremmo riusciti a voltarci senza incontrare morte certa!! Era una sensazione come quella che provai quella volta che mi trovai malauguratamente sulla strada di Zaraki Kenpachi. La stessa aria attorno a lui sembrava puntarti una lama alla gola e tu dovevi startene fermo immobile se non volevi stare peggio. Questa volta era uguale, no peggio. Zaraki poteva pestarmi a sangue per poi fermarsi vedendo quanto ero debole, adesso no. Mi avrebbe schiacciato, senza pietà alcuna, e continuato a schiacciare il mio cadavere per essere sicuro al cento per cento che non vi fosse più nient’altro che mi si potesse spremere fuori dal corpo.
    Era così forte che ci proiettò tutta l’acqua del lago addosso e non osammo neppure ripararci da quella massa torbida e sporca che c’inzuppò da capo a piedi.
    Mi scappò una piccola risatina stentata. Con un pizzico di disperata ironia avevo pensato che forse, sporchi e puzzolenti come’eravamo adesso, non ci avrebbe mangiato limitandosi ad ucciderci.

    Cosa diavolo poteva avere un’energia spirituale così elevata? Non poteva certo essere il clown, voglio dire, dove l’avrebbe presa!? Non si guadagna un simile potere così di punto in bianco. Eppure il Reiatsu che sentivamo era certamente da Hollow e sembrava anche vagamente simile a quella che avevo sentito fino a quel momento solo molto, molto più grande.
    Ma ecco, vedevo due teste coperte di capelli rosso fuoco che spuntavano dal centro del lago ormai svuotato. Allora tutta quell’energia non apparteneva ad una sola entità, bensì a due! Fu una piccola consolazione in mezzo al mare gelido che mi sentivo premere contro la schiena dandomi sudori freddi. Ma chi erano quei due? Cosa ci facevano lì?
    Ma cosa me lo chiedo a fare? Anche se il compito principale della mia brigata è raccogliere informazioni e riferirle al comando non potevo sperare di far raggiungere alcunché alle orecchie di nessuno. Di sicuro quei due avrebbero fermato sia me che Gintoki senza alcun problema. Anche se dimezzata, la loro forza di certo era abbastanza per stroncarci.
    Per il momento sembravano più interessati a guardare i loro corpi nudi e privi di sesso, come se li trovassero estremamente interessanti e soddisfacenti. Bene, mentre voi siete impegnati a fare gli ambigui io avrei trovato il modo per salvare almeno uno di noi due.
    - Devi scappare Gintoki – dissi con voce piatta e monocorde senza avere il coraggio di distogliere lo sguardo dai due nemici – Per quanto possibile cerca di sparire. Lasciami indietro e pensa solo a raggiungere Falkner-sensei o Hanae-sempai e fate ritirare le pattuglie più deboli.
    - Cosa credi di fare!? Sei impazzito!? – mi sibilò lui in risposta.
    - E’ compito dei superiori salvaguardare la vita dei propri sottoposti. Anche se sei il mio migliore amico ti ordino in qualità di quinto seggio di andartene più veloce che puoi. Io... proverò a fare qualcosa.
    - Qualcosa cosa!?!
    Bella domanda. Mi sarebbe piaciuto avere una risposta.
    - Non mi hai sentito, Gintoki Sakata? Ti ho ordinato di correre!
    Sentivo il suo sguardo su di me. Non so se fosse veramente così oppure fosse solo il suo fastidio per aver ricevuto ordini da un ufficiale non della sua brigata o rabbia perché gli stavo imponendo di abbandonarmi e fuggire. So che avrebbe voluto rimanere con me ad aiutarmi nonostante morisse di paura come me, ma era palese che la sua presenza non avrebbe cambiato la situazione e qualcuno doveva avvertire gli altri plotoni o vi sarebbero state moltissime perdite.
    - Vedi solo di non morire, brutto coglione.
    Con sollievo sentii i suoi passi allontanarsi sul rado tappeto erboso. “Non morire” diceva. Sarà già tanto se non morirò troppo presto. Apprezzavo comunque la cortesia. Quei due Hollow, perché avevano le maschere e quindi dovevano esserlo per forza, avevano un aspetto così poco mostruoso da lasciarmi, se possibile, ancora più terrorizzato. Ci avevano insegnato che più gli Hollow crescono più hanno forme definite. All’inizio sono mostriciattoli che talvolta somigliano ad animali, poi diventano i colossali Menos e poi gli intelligenti e letali Adjuchas. Ma nessuna forma era registrata essere così umana in queste prime categorie. Rimanevano solo due opzioni: o erano Vasto Lorde o erano Arrancar.
    In entrambi i casi ero morto. Non erano nemici che un quinto seggio come me poteva sperare di battere. Mi bastavano due minuti. Due miseri minuti avrebbero reso i miei ultimi momenti degni di essere vissuti. Per il bene dei miei compagni e del mio migliore amico avrei distratto quei due per almeno due minuti.
    - Solo centoventi secondi. Non chiedo altro – pensai stringendo forte i pugni rivestiti d’acciaio spinato.
    - Dovevi fare il contrario. Se tu l’avessi lasciato qui al posto tuo e tu fossi fuggito, saresti sopravvissuto – disse una voce cupa e tentatrice da dentro la mia testa.
    - Non dire scemenze, Alucard. Non farei una cosa simile neanche a Falkner-sensei.
    - Dovresti. Anzi, avresti dovuto. Non ti aspettare alcuna frase smielata. Ti odio ancora come il primo giorno e il mio unico rimpianto è non essere io il tuo assassino. L’idea di morire assieme te mi ripugna in un modo che non puoi neanche immaginare.
    La sua voce non era certo piena di disprezzo. Sembrava quasi divertito dalle sue parole e godere del dolore che avrebbero provocato in chi le ascoltava. D’altronde era sempre stato così tra noi due. Aveva attentato alla mia vita sin dal giorno in cui lo chiamai a me come mia Zampakutou e non erano mancate le occasioni in cui aveva tentato di plasmarmi a sua immagine e somiglianza. Sarei morto scemo, senza un briciolo di rispetto da parte di nessuno e con una reputazione infima, ma lo trovavo preferibile al morire dopo essere diventato il mostro insensibile che voleva lui.
    - Sono gli ultimi secondi insieme. Sicuro di non volermi dire niente di carino? – tentai di ironizzare mentre piegavo i muscoli della gambe.
    Per un attimo sembrò pensarci su veramente.
    - Sarai sempre lo stupido Gamberetto che entrò piagnucolando dalla porta del bar. Smidollato e sfigato da far schifo. Non mi sei mai piaciuto. Anzi, posso dire tranquillamente di odiarti fin dal profondo delle viscere.
    - E’ forse la cosa più carina che tu mi abbia mai detto, brutto bastardo.
    Lo sentii sorridere. Non potevo vederlo direttamente, ma sentivo la sua perversa felicità. La sentivo rintronare nell’acciaio del mio Shikai ogni volta che colpivo qualcuno e sentivo il ferro affondare nella carne rompendo ossa e lacerando le membra. Era la felicità di un sadico al quale piaceva ciò che vedeva e si preparava a gustare il frutto delle conseguenze.
    - Di un po’, non noti nulla di strano? Magari in direzione del lago...
    Fu come se mi avessero tirato un secchio d’acqua gelida. In quei pochi attimi di conversazione telepatica con Alucard avevo distolto l’attenzione dai due Hollow sulla superficie dell’acqua e ora non ne vedevo più uno! Dov’era andato!?! DOVE!!?
    Istintivamente mi voltai nella direzione dove avevo sentito allontanarsi Gintoki. Era strano, ma non m’importava se in quel momento era alle mie spalle e stava per uccidermi. Proprio io che posso “vantare” l’istinto di auto-conservazione più sviluppato della seconda brigata non sentivo paura per le mie condizioni.
    E invece vidi manifestarsi il mio peggior timore. Uno dei due mostri era dietro Gintoki e la sua mano era dentro la sua schiena infilata fino al polso. Dalla ferita larga e slabbrata uscì un fiotto di sangue enorme e il mio urlo si mescolò a quello di dolore del mio migliore amico. Poi sentii un rumore che conoscevo bene per averlo sentito moltissime volte: un osso rotto. Ma quello non era un osso qualunque. La ferita era nel mezzo della schiena! QUEL BASTARDO GLI AVEVA SPEZZATO LA SPINA DORSALE!!

    CITAZIONE
    -Dumpty, con questi due non c’è più divertimento. Pensa tu ad uccidere l’altro, dobbiamo andare da Zacarias ad informarlo della lieta notizia!-

    Dumpty!?! Ma allora quello era Humpty!! Non solo quei bastardi non erano morti, ma avevano ricevuto un improvviso potenziamento!? Il senso di ingiustizia mi fece bruciare la gola. Cosa avevano mai fatto quei due per meritarsi un simile aiuto? Se due esseri tanto abietti erano benedetti dal fato voleva forse dire che il loro stile di vita era quello giusto? No, mi rifiuto di poter pensare ad una cosa simile!!
    Eppure altri due strani Hollow apparvero dal nulla emanando un’aura se possibile ancora più forte dei due Arrancar! Uno era una specie di tizio tutto muscoli con una maschera simile a quella di un giocatore di Hockey, mentre l’altra era una ragazzina bionda in tuta rossa con una maschera mono-cornuta che ricordava i goblin della mitologia occidentale.
    L’ennesimo aggravamento di energia spirituale troppo potente mi fece cadere in ginocchio per la pressione. Chi diavolo erano i due nuovi arrivati!? Sembrava di assistere alla manifestazione del potere di un Capitano di brigata! Sembravano ancora più umani di Humpty e Dumpty e per qualche motivo sembravano essere loro nemici. Ma per noi erano nemici o alleati? A seconda dei casi Gintoki e io potevamo essere salvi oppure incontrare una fine potenzialmente peggiore di quella che già ci stava aspettando.
    Però stavano combattendo contro gli Arrancar e la ragazzina aveva una spada che sembrava una Zampakutou. Forse potevamo davvero farcela e tornare insieme!
    Forte di questa nuova speranza riuscii bene o male a rialzarmi e a riaccendere il mio spirito combattivo.
    Prima di andarcene però dovevamo uccidere quei bastardi. Non avrei accettato nessun altro esito. Con due nemici così potenti quei maledetti pagliacci sarebbero spariti dalla faccia della terra in un batter d’occhio! Già prendevano le distanze ritirandosi e non c’è modo più semplice di fregare un nemico di quanto sta dando la schiena per fuggire.
    - E’ la loro fine! – pensai entusiasta.

    CITAZIONE
    -Iniziano ad esserci un po’ troppe persone per i miei gusti. Non lo sapete che ad ogni spettacolo i posti si dovrebbero occupare prima dell’inizio delle esibizioni?- -Mi spiace, ma non ho proprio voglia di rischiare di farci uccidere poco dopo aver raggiunto la trasformazione in Arrancar. Avete idea di quanto male ci abbia fatto?-
    -Noi andiamo a casa! Bye bye, Banana-King e Sbarbo-chan!-

    Fu come se il Garganta si fosse aperto anche nel mio petto mandando giù nel tubo anche tutta la speranza. Con il trucco più vecchio del mondo quei maledetti se la svignarono e i due tizi di rinforzo non sembrarono neanche troppo dispiaciuti della cosa. Si misero semplicemente a chiacchierare fra di loro su quanto quella deviazione avesse fatto perdere loro del tempo prezioso. Cosa voleva dire che quella per loro era un deviazione? Ancora una volta mi ritrovai impotente a chiedermi con chi diavolo avessi a che fare, ma la frustrazione per aver visto l’oggetto del mio odio fuggire così facilmente davanti ai miei occhi prese il controllo della mia lingua.
    - Hey! Perché non li avete fermati? Li avevate in pugno e ve li siete fatti scappare!!
    Fu la più piccola a rispondermi e con tono di una strafottenza che sembrava pari solo alla forza della sua energia spirituale.
    -UH!? Per chi ci hai preso? Non siamo tenuti a pulire quello che voi Shinigami vi fate scappare.-
    - Hiyori - ammonì l’altro invitandola evidentemente a non far correre troppo la sua linguaccia.
    -Zitto Kensei, questa merdina mi sta sulle palle- – lo redarguì aspramente la nanerottola.
    L’uomo chiamato Kensei fece spallucce come chi sa bene che provare a fermarla sarebbe inutile. La ragazzina, Hiyori, fu dunque libera di sfogarsi un pochino con il quinto seggio che nel frattempo si era avvicinato al suo compagno per accertarsi delle sue condizioni.
    -Noi non siamo amici degli Hollow tanto quanto lo siamo degli Shinigami. Che ne dici se ora vi ammazzo a tutti e due, EH? Io detesto gli Shinigami, li odio e non sai quanto vorrei sguainare la mia Zampakutou e farvi...-
    - Intendi... ammazzarci? – mormorai ancora chino su Gintoki.
    -Già! Penso proprio che ora vi ammazzo- confermò la ragazzina con un gran sorriso strafottente -Non hai idea di cosa vi faccio adesso, stronzetto.-
    Lo sguardo esperto dell’uomo muscoloso dai capelli bianchi si aguzzò all’improvviso.
    -Hiyori...
    -Vi prendo a tutti e due e vi infilzo in coppia...-
    -Hiyori...
    -Oppure preferisci che vi tagli la testa? Su, pregate Hiyori-sama affinché non dia una spuntatina alle vostre testone pelose...-
    -Hiyori!!
    -Che vuoi!?-
    - Imperdonabile...
    L’erba già secca di quel prato abbandonato cominciò ad avvizzire e marcire come se in pochi secondi fossero condensati cicli di stagioni senza pioggia. Da un verde spento divenne rapidamente di un marrone scuro per poi decomporsi e diventare polvere sotto gli occhi stupefatti degli ultimi arrivati.
    -Hey, che cavolo sta a fare quello lì?-
    -Sembra possedere abilità capaci di destabilizzare e disperdere il Reishi. Un’abilità decisamente pericolosa - dedusse l’uomo assumendo una posa meno rilassata -Il suo Reiatsu poi è estremamente instabile, con dei picchi decisamente superiori a quando li abbiamo sentiti combattere contro gli Hollow poco fa.
    Ma la ragazzina non sembrò impressionata da quel discorso e sbuffò.
    -Sai che roba! Questa cacchina sarà al massimo un quinto seggio, non rappresenta una minaccia.-
    -Forse non a noi, ma se non lo neutralizziamo subito il suo potere potrebbe uccidere quell’altro.
    -E questo vuol dire che...?- – chiese la ragazzina con una punta di speranza.
    Il tipo chiamato Kensei sospirò affranto.
    -Sì, Hiyori. Puoi stenderlo.
    -YESSS!!-
    -Basta che non muoia.
    -Che dici Kensei?-
    -...fa come ti pare.
    Ma durante il dibattito sul mio destino non ero stato ad aspettare. Contrariamente a quanto mi ero sempre ripromesso, andai a far visita allo spirito della mia Zampakutou. Entrai nel bar che rappresentava il mio mondo interiore quasi sfondando la porta a Alucard, l’uomo alto con l’impermeabile rosso che cercava sempre di uccidermi, era lì, come sempre con un bicchiere in mano e l’aria divertita. Sembrava aspettarsi il mio arrivo, ma non mancò di offrirmi la sua solita affabilità e cortesia.
    - Un giorno quello che tu hai fatto alla mia porta, io lo farò alla tua testa.
    - Non m’interessa. Voglio un’altra pillola rossa.
    Lo spirito perse il sorriso. La “pillola rossa” di cui parlavo era stata la manifestazione della sua scelta di perdere i miei pochi ricordi terreni in cambio dello Shikai per salvare la Padrona da un Hollow. Sapeva cosa avrei voluto se ne avessi domandata un’altra.
    - Tu... vuoi il Bankai? Adesso!?
    -
    Scattò in piedi quasi con furia brandendo il bicchiere pieno di liquido ambrato come se si trattasse di una spada affilata, ma non ne cadde una goccia.
    - CHE IMPUDENZA!! TU VORRESTI CONTROLLARMI!?! EH, GAMBERETTO!?
    - Devo salvare Gintoki.
    - COME SE ME NE IMPORTASSE QUALCOSA DI QUELL’IDIOTA! E’ BUONO SOLO A NON FARTI SEMBRARE L’UNICO SCEMO DELLA BARACCA!!!
    - Devo salvare Gintoki – ripetei con assoluta fermezza.
    Questo sembrò prenderlo di sorpresa. Non gli avevo mai fatto richieste e lui sapeva bene che lo temevo come niente sulla terra. Lui non lo dimostrò, ma un po’ si sentì preso in contropiede.
    Si risedette accavallando le gambe e buttando giù un lungo sorso d’alcool.
    - E sentiamo, cosa mi daresti in cambio? Il tuo passato me l’hai già dato e posso assicurarti che ho già il tuo futuro in mano. Del tuo misero presente ne faccio volentieri a meno, quindi...?
    - Dimmi solo il tuo prezzo.
    Cazzo, l’avevo detto. Il suo corpo ebbe un singulto di sorpresa, ma anche attraverso gli occhiali scuri fu ben evidente la scintilla di avidità che gli illuminò gli occhi.
    - Attento a quel che dici, potrei penderti in parola. Cosa faresti se ti chiedessi di aumentare da oggi in poi la sincronia delle nostre anime?
    - ...cosa significa?
    - Non ti deve interessare. E’ l’unica offerta che ti farò. Prendere o lasciare?
    Voleva fregarmi, lo sapevo. Lui però sapeva che non avevo tempo di litigare.
    - Come preferisci.
    - Allora sembra proprio che noi due abbiamo... un patto. Pillolina? – fece con tono casuale porgendomi la grande mano coperta da un guanto bianco, dove una piccola capsula rosso scuro emanava cupi bagliori.
    - Buttala giù in un colpo e avrai tutti i miei poteri. Certo, sempre che tu, un misero quinto seggio, sopravviva...
    Quest’ultima frase la disse quando ero già fuori dal pub con la mano armata di pillola aperta davanti alla bocca. Ovviamente non lo sentii minimamente per il rumore dei miei passi a corsa e il suono del singulto a secco. Non credo però che avrei fatto altrimenti anche se avessi saputo delle mie tutt’altro che remote possibilità di perdere la vita.
    I sintomi si presentarono come la prima volta, solo peggio. Il cuore sembrò perdere completamente il controllo. Me lo sentivo esplodere nel petto come se cercasse di spaccarsi in due a forza di pompare sangue. L’aria che respiravo sembrava bruciare, ma sulla pelle sentivo un freddo glaciale che mi colorò le mani di viola e blu.
    Annaspavo tenendomi le mani gelide serrate all’altezza del petto.
    - Ah! Ah! AHHHHH!! – provai ad urlare con voce arrochita vomitando un rivolo di sangue.
    -Che cazz!?-
    -HIYORI!!!
    - BAN-KAI!!

    Non so dove ne trovai la forza, ma urlai l’unica cosa che poteva darmi sicurezza in quel momento: “Bankai”. Davvero avrei ottenuto un simile potere così presto? Alucard mi aveva già fregato e tentato di uccidere parecchie volte, ma ancora non mi aveva mentito. Molto probabilmente aveva accettato anche perché sapeva che sarebbe stato l’eccessivo potere in un corpo non allenato ad uccidermi. Lui mi dava la pistola e io me la puntavo alla tempia prima di premere il grilletto. La transazione era semplice ed ero consapevole fin dall’inizio che sarebbe successo qualcosa del genere.
    Il potere di Alucard si rivelò travolgente, naturalmente votato all’uccidere. Senza che dovessi davvero ordinare al mio corpo di muoversi, mi ero già alzato e avanzavo verso la mia prima avversaria a mano tesa. Non avevo grandi idee in testa, ma la mia mano mi diceva da sola che le avrebbe affondato le dita in un occhio per strapparglielo via dal cranio.
    Normalmente avrei provato repulsione verso un attacco così cruento e meschino, ma in quel momento non me la sentivo di fare il difficile. Quei due erano così forti, la Reiatsu che avevo percepito al loro arrivo era semplicemente incredibile... non potevo certo permettermi il lusso di combattere a viso aperto.
    Quindi avrei combattuto nella maniera più cruenta e subdola che potessi immaginare. E avrei cominciato proprio dal suo occhio destro... lei poi era così gentile da starsene ferma. Perché sprecare un’occasione così... perfetta?

    >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Subito dopo essersi tolto la maschera da Hollow, Kensei Muguruma si asciugò il sudore dalla fronte. Che diavolo era quel tipo!? Un attimo prima sembrava sul punto di farsela sotto e l’attimo dopo usciva quella... quella cosa! Solo ricordarlo gli mandava ancora i brividi lungo la schiena.

    Il suo corpo si era paralizzato inconsciamente di fronte a quel energia così gelida da risucchiare anche il calore dal suo corpo. Non aveva pensato troppo dopo quello. Era certo che ogni secondo che quella roba restava in piedi erano secondi preziosi.
    Hiyori sembrava completamente stordita da quell’improvvisa offensiva fisica e psicologica. Siccome gli dava le spalle non poteva vederla in faccia, ma se non aveva ancora estratto la spada quando il nemico aveva già cominciato a muoversi, voleva dire che non l’avrebbe fatto in tempo utile.
    Doveva essere lui a colpire per primo e così fece passandosi la mano davanti al volto. Una maschera bianca che somigliava vagamente a quella indossata dai giocatori di hockey era apparsa sul suo volto coprendone i tratti e provocando una vertiginosa crescita del suo Reiatsu.
    Con un unico movimento si portò in mezzo ai due piantando il solido pugno in mezzo al plesso solare dello Shinigami, ma rimase di sasso quando il colpo non sembrò sortire alcun effetto. Come uno zombie privo di sensibilità, quel tipo subì il colpo senza battere ciglio o distogliere lo sguardo. La sua mano continuò a muoversi lentamente verso la faccia di Hiyori senza rallentare. Eppure ci aveva messo parecchia forza in quel colpo!
    Non restava altra scelta: doveva colpire per uccidere.
    -Mi spiace, ormai non posso più garantire la tua sicurezza...
    Il pugno, da chiuso, mostrò il palmo rivoltò verso lo stomaco del nemico e una luce rosso intenso cominciò a brillare d’intento omicida.
    -CERO!


    Anche in quel momento, con il corpo fumante dello Shinigami a terra, aveva ancora ben vivida la sensazione attorno al polso di quando la mano gli era stata stretta in una morsa di ferro e il Cero deviato verso parti non vitali. La parte shockante era il fatto che quel tipo, mentre veniva colpito, aveva sorriso in maniera veramente esagerata. Come poteva sorridere se in quel momento stava quasi per essere incenerito? Era forse un folle?
    -Kensei...-
    - Non preoccuparti Hiyori, è finita.
    -NON E’ FINITA! PERCHE’ NON L’HAI UCCISO!?!-
    -Non ci sono riuscito. Ha deviato l’attacco e non è morto.
    Si guardò la mano con cui aveva sparato il Cero. Attorno al polso, proprio dove era stato afferrato, c’era un cerchio bluastro che si stava pian piano schiarendo mentre il sangue tornava a circolare. Strinse il pugno un paio di volte per facilitare il ricircolo.
    -Il solo contatto con la sua pelle mi stava togliendo linfa vitale! Che potere spaventoso, un autentico Dio della Morte.
    Non c’era da stupirsi che Hiyori fosse sconvolta. Anche lui aveva sentito l’aria morire in prossimità del loro avversario e ne era rimasto sconvolto, mentre lei si era vista esplodere quel potere praticamente in faccia.
    -Andiamo via. Arriveranno altro Shinigami e non possiamo farci trovare.
    -Uhm- borbottò lei in assenso.
    Sarebbe rimasta imbronciata per un po’, ma di questo se ne sarebbe occupato Shinji. Un paio di pantofolate in faccia e via, la paura le sarebbe passata in un baleno. Tuttavia... si chiedeva se quel tipo e il suo compagno sarebbero sopravvissuti.
    -Immagino dipenda da quanto saranno veloci a ritrovarli. Non posso fare altro che augurare loro buona fortuna. Anche per quel tuo potere... Banana-king.
    Certo che, per essere un tipo tanto pericoloso, aveva un nome davvero ridicolo!
     
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10 replies since 13/5/2011, 19:55   378 views
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