Classe D [I]

Presentazione + Controllo del Reiatsu Lv. 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Classe D
    Sensei: B l a z e (Gintoki Sakata)
    Allievi:
    - Kazuma.] (Kazuma Saruwatari)
    - Burn Energy (Mito Hiyakedo)
    - ZioFargo (Shinobu Kurobashi)
    Classe completa.

    CITAZIONE
    Qualche piccola nota prima di iniziare.
    Dovete fare post di non meno di dieci righe; usate pensieri, sensazioni o quel che volete ma cercate di non fare post corti.
    Niente abbreviazioni da sms, siate corretti grammaticalmente e rileggete quel che scrivete onde evitare svarioni.

    Cercate di interpretare il vostro personaggio in maniera opportuna; avete delle caratteristiche, cercate di rispettarle per quanto possibile ^^.

    Siate originali, un post "innovativo" aiuta a rendere la lettura divertente;
    rispettate la turnazione ovvero dopo un post mio fate uno e un solo post vostro.

    Sensei
    allievo 2
    allievo 1
    allievo 3
    Sensei


    l'ordine in cui rispondete voi non ha importanza; ci deve essere un post mio ogni volta che avete postato tutti voi.

    Non siate autoconclusivi, non descrivete gli esiti delle vostre azioni
    - tento di colpire XXXX ok
    - colpisco XXXX e gli faccio un gran male FAIL

    Iniziate senza armi con solo la tenuta da allievo, che vi viene recapitata in un pacco con la lettera: bianca sopra con un hakama blu se siete un ragazzo, rosso se siete una ragazza. Dal momento che spesso vedo scritte una marea di idiozie in merito, sarà bene chiarire un punto: gli hakama sono i pantaloni, la parte di sotto insomma, delle divise tradizionali giapponesi. Sembrano gonnelle, ma sono pantaloni. E sono blu per i maschi, rossi per le ragazze. Il pezzo della divisa superiore è interamente bianco, con una striscia che parte dalle spalle e percorre le maniche di colore abbinato all'hakama. Il simbolo dell'accademia è ricamato sulla parte superiore, ovvero un cerchio nero con una croce del medesimo colore sia a destra che a sinistra. Per farsi un'idea cliccate il link a seguire. (click)

    Se avete domande, inseritele sotto spoiler alla fine o all'inizio del post, mai in mezzo.

    Buona giocata!


    Ricevete tutti e tre il seguente messaggio:
    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    L'intero messaggio è vergato con una calligrafia piuttosto chiara, che non avrete difficoltà a decifrare.

    Descrivi il momento in cui ricevi il messaggio, dopodichè descrivi il tuo risveglio e il tuo arrivo in accademia.

    L'accademia si presenta come un grosso edificio interamente bianco, circondato da diversi spazi verdi e popolata da un enorme via vai di persone che entrano ed escono. Vicino all'entrata, una figura con un cespuglio di capelli azzurrini si distingue dalle altre per il suo abbigliamento; per maggiori info sull'aspetto del mio pg [QUI].
    In particolar modo è il suo kimono nero a risaltare tra la folla di studenti vestiti di bianco.

    Buon gioco. (:
     
    Top
    .
  2. Kazuma.]
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui


    Kazuma-kun, il tuo sencha. E’ pronto, non farmi aspettare.

    Arrivo subito, Naka-san. Grazie mille.
    La giornata si preannunciava splendente e calda come non mai: fu il primo pensiero del ragazzo che, in teoria, avrebbe dovuto alzarsi circa un’ora prima, ovvero alle sette e mezza. Il suo nome è Kazuma, Kazuma Saruwatari, ed è morto suicida. La sua è una storia triste e particolarmente strana, e, se gli chiedeste di raccontarvela, sono sicuro che non lo farebbe.

    Dunque, eravamo rimasti al ragazzo in mutande sotto il suo leggerissimo lenzuolo. Udito il richiamo del suo compagno di casa si alzò celermente, come suo solito, e lavandosi soltanto il viso finalmente si sedette al tavolo, dove lo aspettava, come avrete capito, il suo sencha bollente, momento irrinunciabile della sua vita quotidiana.

    Muoviti, si fredda.

    Kazuma lanciò un’occhiata all’apparenza benevola al suo amico, chino sulla sua tazza da lavare.

    So che mi stai guardando. Era solo un consiglio spassionato, non te la prendere.
    Non me la prendo, tranquillo, voglio solo che mi lasci bere il mio tè come voglio io, tutto qui.

    Nakashima Kuniumi, il biondo compagno del ragazzo in mutande, rinunciò definitivamente a replicare.

    C’è posta per me, per caso?

    Da tempo Saruwatari aspettava la risposta dell’accademia Shinigami, dove, poco tempo fa, aveva inviato la sua richiesta d’ammissione. Non che l’aspettasse così impazientemente, voleva soltanto concludere al più breve quella tediosa attesa.

    Non ho guardato, vai tu.

    Kazuma si diresse quindi verso la loro cassetta della posta, in realtà una piccola scatola di legno retta da un robusto bastone dello stesso materiale. Apertala, scorse in effetti una piccola busta sigillata con ceralacca rossa, cosa che dava un aspetto particolarmente importante alla lettera.
    Sapeva già quale fosse il suo contenuto, non era di sicuro stupido. Eppure quasi fece finta di niente mentre rientrava dentro, e si sedeva nuovamente davanti alla sua tazza di sencha non più fumante.

    E quella cos’è?

    Nakashima, ruotando la testa di circa quarantacinque gradi, lanciò un’occhiata curiosa e preoccupata all’amico, che nel frattempo aveva già aperto con molta delicatezza la busta.

    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    Sono stato ammesso.

    Il ragazzo biondo spostò lo sguardo un po’ a lato del compagno, e tornò a lavare le stoviglie, in silenzio.

    Mi dispiace.
    Ne abbiamo già parlato, questa seconda vita è tua e hai il diritto di fare ciò che vuoi. Se decidi di andare dritto per la tua strada, però, la devi percorrere fino in fondo.
    E’ quello che farò, Kuniumi. Non ferirmi ulteriormente.
    Giammai…

    Kazuma emise un lungo sospiro, carico di emozioni.

    Mi devo preparare; saremo anche nel Distretto 3, ma comunque tra venti minuti io devo essere lì.

    L’unica risposta che ottenne fu il flebile rumore di un panno di stoffa sulle stoviglie.

    ----------


    L’Accademia è davvero… Bianca.

    Vestito con la sua divisa bianca e blu, il ragazzo esplorava con gli occhi quel vasto edificio, così gremito di studenti all’esterno da aspettarsi che all’interno non dovesse essere così tanto diverso. Tutt’intorno alla costruzione si ergevano alberi più e meno alti, creando una sorta di atmosfera completamente a se stante. Tuttava un’uniforme diversa dalle altre catturò immediatamente la sua attenzione: nera, intonsa, perfettamente pulita e liscia.

    Dev’essere lui GS.

    Era distante circa cinquanta metri da lui, e gli ci volle poco per raggiungerlo, nonostante l’enorme quantità di corpi che li separavano.
    Arrivato vicino poté notare meglio il suo aspetto: capelli grigio-azzurri, cuffie viola alle orecchie ed enorme sciarpa bianca al collo. In generale dalla sua persona scaturiva un’aura di indifferenza totale al mondo esterno, cosa per la quale quest’individuo entrò immediatamente nelle simpatie di Kazuma.

    Buongiorno. Bella giornata, eh? In realtà del tempo non importa a nessuno… Dico bene, GS-sama? Ma forse dovrei precisare che a te non importa minimamente, forse, neanche di me. Eppure ti è capitato in sorte di avermi come allievo, che disdetta.

    Sorrise gaio, quasi come un bambino. Aveva parlato con estrema tranquillità, e con l'assoluta certezza che quello fosse l'uomo da lui ricercato.

    Il mio nome è Saruwatari Kazuma, piacere di conoscerla.

    Edited by Kazuma.] - 12/1/2012, 15:02
     
    Top
    .
  3. Burn Energy
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    So che il presente non è proprio il tempo più adatto a narrare, ma ci provo comunque. Il mio testo prende praticamente la forme di un pensiero narrativo. Se è un problema o fa schifo, sono pronto a cambiare stile

    Nei precedenti episodi

    Parlato Mito
    Parlato altri


    Mi chiamo Mito Hiyakedo, ho 18 anni. Non sono mai stato una cima in niente nella mia vita, che ho sempre trovato monotona. Ho provato di tutto, droga, sesso e alcool, ma niente mi ha mai soddisfatto. Poi un frontale con una Ford Mustang mi catapulta qui e "WOOOOOOOW!". Di certo non è come uno pensa che sia l'aldilà. Qui gli spiriti formano famiglie casualmente, ma c'è di più. Mi dicono che dall'altra parte del muro c'è gente che si allena con spade, magie spaventose, per andare sulla terra a combattere pericolosi nemici. Mi dicono che se hai una energia spirituale sopra la media e sei dotato, puoi iscriverti all'accademia, qualcosa per cui vale veramente la pena impegnarsi. Mi sono iscritto con la speranza di entrare. Oggi... Oggi vediamo cosa c'è dall'altra parte del muro.

    ORA

    E' una giornata stupenda. Ieri sera è arrivato un pacco ed una lettera per me. Ho vinto la lotteria a quanto pare, perchè la lettera attesta che ero iscritto all'accademia e che oggi ho il primo appuntamento, probabilmente con il mio sensei. Dentro il pacco c'era un uniforme da studente che già indosso; è figa, anche se non si potrebbe proprio definire moderna; assomiglia alla tenuta che utilizzano i praticanti di aikido. Parte sopra completamente bianca, a parte per delle strisce blu che percorrono le braccia. L'hakama invece è completamente blu. Non sono abituato a questo tipo di vestiti: i pantaloni sono comodi e lasciano il linguine fresco come una arieggiata giornata di primavera. Più scomodo è la parte sopra, che mi da quasi un senso di pesantezza.

    Pesante? Un altra cosa che ho notato è che pur essendo spirito, posso provare cose legate al mondo materiale come il dolore, la fame...
    Basta pensare a cose inutili, oggi è il grande giorno, anche se studiare ed allenarmi non sono mai state le mie passioni, ma chi sa... E' qualcosa di completamente nuovo, forse per una volta mi divertirò. no ?
    Me ne sto in camera mia da un bel po'. Sono così eccitato che sono sveglio dalle sei di questa mattina e sono già due ore che aspetto; sarebbe il momento di incamminarsi. Gli spiriti che abitano con me, soprattutto i ragazzini, sono super eccitati per il mio successo, probabilmente perchè anche a loro piacerebbe. Io non fremevo dalla gioia, anzi da quello che ho capito ci può fare un male boia! Ok ok ok, l'ho scelto io, nessuno me l'ha costretto, ma cazzo mi piacerebbe se potessi semplicemente essere già pronto; datemi una spada e sono apposto! No va beh non sono così deficiente come sembra, so perfettamente che per diventare qualcuno o qualcosa di importante bisogna impegnarsi.... E' solo che... non è molta voglia ok? Ma perchè faccio questi ragionamenti? Tanto posso sentirli solo io, no?

    Va beh... ormai ho cominciato ... tanto vale continuare. Mi alzo dal letto che se no faccio tardi pure al primo giorno. Tanti saluti agli altri spiriti e dopo una ciambella di pane al volo, sono già fuori per strada. C'è più sole di quel che pensassi, quasi mi acceca. Mi incammino verso il gigantesco edificio bianco, questa volta non mi posso sbagliare!

    Sono le 8.40 e mi sono perso ! Ben fatta mito, sei un idiota. Non trovo l'entrata o forse non l'ho vista, sta di fatto che non sono dentro l'accademia. Chiedo in giro, ma nessuno mi da importanza. Un ragazzo, non più di 6 anni apparentemente, mi prende per mano e comincia a correre ed io corro dietro a lui chiedendogli se mi sta portando nella direzione giusta, ma non risponde, ride e basta. Tutti mi guardano come per dire " Che cosa sta facendo sto deficiente " ma non gli do troppa importanza. Dopo due minuti il bambino mi porta davanti ad una enorme entrata, e penso che a presto dovrò fissare il mio appuntamento con l'oculista. Non posso descrivere la faccia del mio sbigottimento, vi basti sapere che ho solo degli enormi occhi sul viso; la bocca incredula è scomparsa dalla mia espressione. Ma perchè devo rivolgermi a qualcuno se sono l'unico che può sentire, va beh.

    -Yo, grazie ragazzo ti sono debitore!

    Il ragazzo mi guarda e allunga la mano come per chiedere qualcosa, e io furbo gli do un bel cinque "Yeeeeeeeeeeah".

    Mi giro e faccio per andarmene che questo scoppia in lacrime. Giro la testa di cento ottanta gradi, per quanto sia umanamente impossibile, con un braccio e gamba opposta alzate in aria nell'altra direzione, pronto a correre e raggiungere il luogo dell'appuntamento. Vedo però questo bambino in lacrime ed in ginocchio. Quasi sicuro sulla mia faccia c'è la stessa espressione di prima. Vado dal ragazzo...

    - Ti ho dato il cinque troppo forte ? Ti ho fatto male?

    Ma lui scuote la testa. Intanto la gente mi guarda male e c'era un bel via vai di gente che mi dava dell'insensibile. Cazzo mi ha fatto un favore quindi...

    - Io ti ringrazio, ma al momento non ho mezzo yen! Ti prometto che quando sarò famoso ti darò quello che ti meriti ok ?

    Il ragazzino smette di piangere mi sorride ed annuisce e corre via. Si ... come se diventerò mai qualcuno, ma non sono un bugiardo, lo ripagherò... se lo rincontrerò mai.

    Finalmente dentro! Non so se in ritardo o cosa, ma meglio tardi che mai. Proprio sull'entrata c'è questo tipo che si differenzia da tutti gli altri per via della veste nera e dello strano colore dei capelli. Già c'è qualcuno che si presenta a questi e forse è proprio il mio sensei. Cerco di riprendere una forma dignitosa e disinvolta e mi presento anch'io.

    - Buongiorno! Mi chiamo Mito Hiyakedo e spero di non aver sbagliato persona, perchè sarebbe proprio una bella figura di... mmmh ....

    Mi trattengo. Aspetto, probabilmente con ancora sul volto quella espressione tipica che non sono ancora riuscito a togliere dalla mia faccia...
     
    Top
    .
  4. ZioFargo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Parlato Shinobu
    Pensato
    Parlato altri

    Giramenti di testa, sudore e una sottile bava che scende dalla bocca.
    È ora di cominsciare la giornata.
    Mi alzai sbadigliando controvoglia, ma dovevo farlo tutte le mattine da quando aspettavo la risposta dell'accademia Shinigami, non si sa mai. Vivevo da solo, da quando ricordo di essere qui nella Soul Society non mi sono mai unito a nessuna famiglia, ance perché non ho mai trovato nessuna persona abbastanza interessante con cui condividere la casa. Le giornate erano tutte per me, enormi lassi di tempo slegati l'uno dall'altro.
    E quello, da dove arriva?, pensai guardando una pergamena che era stata probabilmente fatta passare da sotto la porta. Raccolsi il foglio e lo scrutai.
    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.

    Aprendo la porta notai che mi era già stata fornita la divisa, la quale purtroppo sotto alla porta non era potuta passare.
    Devo mettere una cassetta per le lettere, mi sa.
    Finalmente sarei potuto diventare uno Shinigami. Non un semplice uomo come quelli che vedo in giro per le strade tutti i giorni, ma qualcosa di più potente e di più raro. Ma tra quel momento e quello in cui avrei dato il via agli studi, c'era ancora un lungo lasso di tempo. Dormii ancora un po'.

    *


    L'Accademia non è difficile da trovare, ma mi stupii del breve tempo che impiegai visto il mio senso dell'orientamento parecchio scarno. Una grande costruzione bianca, dettagli estetici molto curati sia sulla facciata che nel cortile esterno, tanti studenti che entravano ed uscivano. Faceva la sua figura, questo è certo, ma io non rimasi parecchio estasiato, dopo tutto un'Accademia così prestigiosa ha il dovere di apparire perfetta anche nell'aspetto estetico. O per lo meno l'etica comune suggerisce questo.
    E ora come diavolo lo trovo il mio Sensei?
    I nuovi arrivati vengono inseriti in classi di tre studenti ciascuno, e vi è un Sensei assegnato a loro. Io ero stato insetiro nella classe D, e a parte le iniziali non sapevo nulla del mio insegnante.
    Sperando di trovare qualche indicazione mi avvicinai all'ingresso, notando un individuo con il viso coperto da una folta frangia, il quale non indossava la caratteristica divisa degli studenti. Doveva essere un Sensei, o comunque avere un qualche ruolo. Vicino a lui vi erano già due alunni, chi sa che non fossero proprio gli altri due studenti della classe D e che quello non fosse il mio insegnante. In ogni caso, doveva sapere qualcosa.
    Salve, sono nuovo, sa dirmi dove posso trovare il Sensei della classe D I?, gli chiesi avvicinandomi a lui.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    @Kazuma.]: Nessun appunto particolare da fare.
    @Burn: Ho sempre sconsigliato l'utilizzo del presente nei post, anche perché nei post di combattimento è del tutto deleterio. Preferirei vivamente che utilizzassi un più comodo passato.
    Occhio alle imprecisioni.
    @ZioFargo: Occhio agli errori di battitura, ne ho visti fin troppi. Usa Word oppure OpenOffice per accorgerti degli errori che fai.

    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Mormorato
    Parlato d'altri

    In quel periodo non riuscivo ad avere un attimo di respiro tra scartoffie, missioni e lezioni accademiche. Il tempo da dedicare a me stesso e alla mia ragazza rasentava lo zero e, sì, ero molto stressato. Come molti sanno, lo stress causa malumore. Nel mio caso particolare, malumore significava profonda irritazione verso qualsiasi cosa si muovesse. Lo ammetto, da tempo ormai la soglia massima che la mia pazienza mi consentiva di non buttare tutto all'aria si era pesantemente abbassata e una nuova classe di reclute non giovava all'innalzamento di essa né al recuperare il mio buonumore.
    Come ero solito fare per le nuove leve, quella mattina mi dovetti alzare presto per piazzarmi davanti all'ingresso prima dell'apertura dell'Accademia, in modo da evitare tutto il fastidioso viavai di studenti che la popolavano. Studenti che non tardarono nemmeno ad arrivare, formando così il solito fiume di persone che entrava e usciva, accalcandosi e spingendosi l'un l'altro.

    Poi, dal nulla, cominciarono ad arrivare i tre rompiscatole. O prescelti, a seconda dei punti di vista. Magari rompiscatole più dal punto di vista mio, prescelti da quello di chiunque altro. Il primo, abbastanza più basso di me, arrivò vicino a me con fare fin troppo disinvolto, andando ben oltre il limite posto dall'aggettivo 'strambo' e cianciando le solite fesserie di circostanza, mentre sorrideva con un'espressione del tutto ebete. Stomachevole.

    «Buongiorno. Bella giornata, eh? In realtà del tempo non importa a nessuno… Dico bene, GS-sama? Ma forse dovrei precisare che a te non importa minimamente, forse, neanche di me. Eppure ti è capitato in sorte di avermi come allievo, che disdetta. Il mio nome è Saruwatari Naozumi, piacere di conoscerla.»
    «Uno...»

    Semplicemente rimasi in silenzio, fissandolo con uno dei miei sguardi più agghiaccianti... la specialità della casa, insomma. Nel frattempo, ecco giungere il secondo rompib-... ehm, aspirante shinigami. Era più o meno della mia stessa altezza, con i non eccessivamente lunghi capelli castani che gli ricadevano disordinatamente attorno al volto formando un caschetto. Aveva degli occhi verde smeraldo piuttosto espressivi e una mimica facciale un po' da tonto ma, come si suol dire, ognuno porta le sue croci...

    «Buongiorno! Mi chiamo Mito Hiyakedo e spero di non aver sbagliato persona, perchè sarebbe proprio una bella figura di... mmmh ....»
    «Due...»

    Il mio sguardo si spostò dal tipo che adesso avrei soprannominato "Fiamma", per il colore dei suoi capelli, al nuovo arrivato. Infine sopraggiunse, con qualche minuto di ritardo, l'ultimo dei tre studenti previsti. Poco più basso del sottoscritto, dal fisico ben curato e una - almeno apparentemente - laccatissima chioma di capelli neri tirati all'indietro che metteva in bella mostra la fronte a mio parere abbastanza spaziosa. Grave errore, per lui, dal momento che questa scelta costò un soprannome anche per lui: "Fronte".


    «Salve, sono nuovo, sa dirmi dove posso trovare il Sensei della classe D I?»

    «... E tre.»

    Il quadretto della mia nuova classe era... deprimente. Avevamo "Fiamma", "Fronte" e "Tonto". Era ancora presto per poter valutare il loro reale valore, ma nessuno di loro mi aveva colpito più di tanto. Nessuno dei tre aveva avuto, almeno inizialmente, il potere di destare dal suo sonno la mia molla della curiosità.
    Sospirando amaramente, presi infine la parola.

    «Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?»

    Senza nemmeno aspettare una loro qualsiasi replica, voltai loro le spalle e mi infilai in mezzo alla confusione. Poi, facendo slalom tra uno studente e l'altro e i vari corridoi, mi avviai a passo deciso verso una porta sulla destra dell'ultimo corridoio nel quale svoltammo, la cui insegna recava la lettera "D" dipinta in nero a caratteri occidentali. Aprii la porta scorrevole velocemente ed entrai all'interno della stanza, aspettando che anche gli studenti entrassero al suo interno. L'aula si presentava come un locale perfettamente quadrato di circa dieci metri quadrati, dall'arredamento piuttosto spoglio: vi erano solo una cattedra e tre banchi, con dietro le rispettive sedie, una lavagna e , sul versante opposto alla porta, un'enorme finestra che illuminava a giorno la stanza esattamente come se fossimo all'aperto. Una volta preso posto sulla cattedra, sedendomi sopra di essa, aspettai che gli studenti prendessero posto sulle sedie dietro i loro banchi e presi per la seconda volta la parola.

    «Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i vero Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.»


    Indugiai per diversi secondi su ognuno di loro, incontrando i loro sguardi con una glacialità che in confronto gli Iceberg potevano essere definiti bollenti.

    «Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.»


    Freddo, schietto, brutale come sempre. Probabilmente non avevo fatto una bella impressione, ma non mi importava più di apparire simpatico agli occhi della gente. Non come prima, almeno.


    Penso che il post parli da sè: fate ri-presentare brevemente i vostri personaggi, se volete potete anche dare dei brevi cenni di vita (alla Soul Society, chiaramente, quella da vivi non la ricordano), e dire per quale motivo vogliono diventare degli shinigami.

    Non prendetevela per i soprannomi o le valutazioni di Sakata: non è un pensiero mio, trattasi di semplice interpretazione. ;)
     
    Top
    .
  6. Kazuma.]
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il sensei non azzardò minimamente una risposta al discorso pronunciato da Kazuma. E sì che doveva apparire abbastanza strano, soprattutto se pronunciato da un allievo.

    Faccia quel che vuole, tanto l’avevo previsto che non gli sarebbe importato nulla di me.

    Dopo poco arrivò un ragazzo, probabilmente suo compagno: era carino, molto carino, e aveva un’aria trasandata che per nulla dispiaceva a Saruwatari. Occhi verdi e capelli squisitamente poco curati incorniciavano un viso candido, che poggiava su un fisico snello e leggermente muscoloso.
    Ma lo Shinigami non rispose, prevedibilmente, neanche alla breve frase pronunciata da egli.
    Infine arrivò quello che doveva essere l’ultimo degli allievi, molto scuro di capelli ma non altrettanto di pelle, e quest’ultimo particolare risaltava decisamente troppo a detta di Kazuma. Decisamente non il suo tipo, concluse.
    Dopo aver ascoltato anche questi, il sensei finalmente spiccicò parola, dopo aver sospirato teatralmente e aver suscitato con questo un’occhiata annoiata di Saruwatari.

    Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?

    Senza attendere risposte entrò nell’Accademia, e seguendo un itinerario impossibile da ricordare giunse, seguito dagli allievi, dinnanzi ad una porta con su scritta, in nero, la lettera ‘D’.
    All’apertura di questa i tre studenti si trovarono di fronte ad un’aula molto grande: spiccava sicuramente la grande finestra che illuminava a giorno l’intero ambiente, e che dava sul cortile interno dell’Accademia, ricco di piante che il ragazzo mai aveva visto prima d’ora. Per il resto si presentava come una normalissima classe: banchi e sedie ordinatamente disposti davanti ad una grande cattedra, dietro la quale immediatamente prese posto ‘GS’.
    Kazuma intuì di doversi andare a sedere, per cui si diresse verso il banco centrale della prima fila, sperando che Mito, il ragazzo dagli occhi verdi, si sedesse affianco a lui.

    Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i veri Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.

    Si fermò un attimo, poi riprese a parlare.

    Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.

    Provò a resistere fino all’ultimo, ma proprio non ce la fece. E così Kazuma fece il primo dei passi falsi che temeva di compiere, ovvero rise di gusto.
    Dopo aver sghignazzato per circa un minuto abbondante, finalmente si decise a parlare.

    Mi scuso di cuore, sensei Sakata, ma vedere tutta questa teatralità mi rende molto ilare. Insomma, sì, ok, io posso morire, et cetera, ma lo sapevo sin dall’inizio. Non le pare di essere un tantino… Ecco, appunto, teatrale è l’unica parola che mi viene in mente!
    Chiedo scusa anche per la mia poca educazione finora dimostrata, ma vedo che anche lo scordarsi i nostri nomi non sia indice di un atteggiamento molto da galateo. Comunque, a me le premesse vanno più che bene, e posso spiegarle tutto quanto.


    Sorrise, e dopo essersi schiarito la gola prese nuovamente a parlare.

    Il mio nome, glielo ripeto, è Kazuma Saruwatari, primo seggio del Distretto Tre del Rukongai, sobborgo della Soul Society. Voglio diventare Shinigami perché, essendo io molto altruista, mi piacerebbe proteggere le anime innocenti da quelle erranti, conosciute qui come Hollow, a quanto si dice. Per cui mi affido completamente a lei e alle sue capacità: cercherò di imparare tutto ciò che serve, e di sicuro ci metto tutta la mia volontà.

    Di nuovo sulle sue labbra affiorò un sorriso, stavolta più enigmatico, in netto contrasto con lo sguardo calcolatore che era solito mostrare al mondo.
    Sapeva di aver mentito spudoratamente, ma d’altronde questo era sicuramente un motivo più valido di quello reale. Nessuno poi lo obbligava ad essere sincero, e l’esperienza gli aveva insegnato che tutti possono essere eventuali nemici; per cui, meno cose avessero saputo di lui, meglio avrebbe potuto agire.

    Edited by Kazuma.] - 12/1/2012, 22:45
     
    Top
    .
  7. ZioFargo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Non prendetevela per i soprannomi o le valutazioni di Sakata: non è un pensiero mio, trattasi di semplice interpretazione.

    Fronte :'D

    Notai subito l'aria perplessa del Sensei appena gli posi la domanda. Si mise a guardare me e gli altri due studenti vicino a lui.
    Gli altri due erano decisamente più giovani di lui. Uno di loro portava una spettinata chioma di un colore tra il rosso e l'arancione, anche l'altro aveva capelli lunghi e spettinati, ma un viso più pulito.
    Sono l'unico con il buon senso di pettinarsi?
    Questi pensieri mi affiorarono in testa solo per una frazione di secondo, poiché dopo tutto non mi importava dell'apparenza estetica delle persone, soprattutto di sesso maschile, ma conoscendo i ragionamenti delle persone probabilmente quei due avevano reputato "ribelle" una chioma lunga e sgargiante. Se ora per ribellarci l'unica cosa che dobbiamo fare è spettinarci i capelli, siamo proprio caduti in basso.
    Il Sensei, dopo qualche altro sguardo furtivo, prese la parola: Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?
    Con una presentazione disinteressata e schiatta di questo genere, sapevo che ci sarebbe stato da divertirsi.
    Senza che nessuno di noi tre studenti si rivolse la parola, tutti seguimmo "GS", il quale procedeva a passo veloce facendo lo slalom tra il via-vai di studenti che arrivavano da tutte le direzioni. Personalmente feci un po' di fatica a seguirlo, ma vedendo il gran numero di gente che affollava quei corridoi, probabilmente avrei dovuto farci l'abitudine.
    Una volta arrivati nella nostra classe il Sensei ci disse di sederci in uno dei tre banchi posti in riga davanti alla cattedra. Il primo a prendere posto fu il ragazzo dai capelli arancioni, il quale si sedette nel posto centrale. Io lo superai per andare a posizionarmi alla sua sinistra. Una volta che tutti e tre prendemmo posto, il nostro "Pocoentusiasta-sensei" cominciò il discorso di presentazione.
    Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i veri Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.
    Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.

    Non volevo essere io il primo a parlare, per questo attesi che almeno uno dei miei compagni cominciasse, per valutare bene la situazione. Intanto sorrisi ancora all'atteggiamento pittoresco del Sensei, non capendo se lo faceva apposta per spronarci o davvero era per lui un peso. Poco importava, dato che quello che avrei voluto imparare lui avrebbe dovuto insegnarmelo.
    In ogni caso, pur volendo aspettare che qualcun altro dei due ragazzi alla mia destra cominciasse a parlare, non mi aspettai di certo di sentire "Capelliarancioni-san" scoppiare a ridere fragorosamente. Certo, la presentazione del Sensei avrebbe potuto risultare ilare a molti, ma vedendo la sua espressione io non mi sarei fidato di una reazione del genere che probabilmente mi avrebbe fatto sbattere fuori a calci. Non dico che avrei avuto paura di ridere, ma finché non fossi diventato uno Shinigami preferivo starmene nel mio brodo e non rischiare troppo.
    Beh, ora tocca a lui parlare, se non altro abbiamo evitato un lungo silenzio imbarazzante pre-prestazione.
    Il ragazzo dai capelli arancioni, finendo di ridere, prese la parola:
    Mi scuso di cuore, sensei Sakata, ma vedere tutta questa teatralità mi rende molto ilare. Insomma, sì, ok, io posso morire, et cetera, ma lo sapevo sin dall’inizio. Non le pare di essere un tantino… Ecco, appunto, teatrale è l’unica parola che mi viene in mente!
    Chiedo scusa anche per la mia poca educazione finora dimostrata, ma vedo che anche lo scordarsi i nostri nomi non sia indice di un atteggiamento molto da galateo. Comunque, a me le premesse vanno più che bene, e posso spiegarle tutto quanto.

    A questo punto anch'io non riuscii a trattenermi da una soffocata risatina. Aveva ragione, era un po' troppo pomposo per i miei gusti, ma se non altro aveva ragione. Poi attaccò il solito discorso sul voler difendere le anime e tutto il resto. Il suo nome non lo ascoltai.
    Bene, e ora che figura faccio dicendo che non mi importa di stare qui? Come posso dire ad un uomo del genere che voglio solo diventare forte e differenziarmi, soprattutto con dei compagni che hanno apparentemente buoni propositi? Userò la solita scusa.
    Dopo che il rosso ebbe finito di parlare, non volevo aspettare di essere l'ultimo anche perché gli altri mi avrebbero ascoltato con fin troppa attenzione.
    Io..., cominciai per far capire che stavo per iniziare il discorso. Feci una breve pausa di mezzo secondo, nel caso la mia voce si fosse sovrapposta a quella del ragazzo castano, cosa che non accadde. Sono Shinobu Kurobashi, sessantaquattresimo distretto del Rukongai. E..., a questo punto feci una pausa. Non avevo pensato a cosa dire, quindi, per l'appunto, decisi di usare la scusa più banale di tutte, fortunatamente apparendo sincero. ... Anch'io voglio proteggere le anime innocenti, mi darebbe, ecco... un senso di responsabilità.
    O almeno speravo di apparire sincero. Accennai un mezzo sorriso al Sensei e chinai molto leggermente la testa per fargli capire che avevo finito, a quel punto continuai a guardarmi intorno mentre aspettavo di ascoltare il discorso del ragazzo dai capelli castani.
     
    Top
    .
  8. Burn Energy
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato Mito
    Parlato altri
    *pensato*


    La classe era quindi formata da altri due ragazzi oltre a me. Non ebbi mai problemi a fare nuove conoscenze e questa non sarebbe stata una eccezione. Non potei fare a meno di osservare i miei due compagni che, solamente vedendoli, differivano completamente di personalità. Il primo aveva una focosa chioma arancione che cadeva sul candido viso da ragazzo, dalla espressione totalmente disinvolta. Era bassino e piuttosto magro, però aveva un fascino di certo intrigante per le ragazze, ma che detestavo, perchè aveva l'aspetto di uno bravo in tutti gli ambiti e sembrava che avesse piena consapevolezza di ciò. Semplicemente odioso per uno mediocre come me. Non potei non notare che anche gli altri due mi stavano scrutando, come la copertina di un libro che si ha in mano e che si è costretti pian piano a leggere. Non capii bene i loro nomi, ma "testa calda" mi guardò con occhi quasi deliziati e ciò mi preoccupò: volevo sempre provare cose nuove, ma non di certo l'omosessualità. Comunque era solo un pregiudizio; tutti in realtà potevano apprezzare l'apparenza di un altro uomo, ma questo ragionamento non poté fermare i brividi lungo la mia spina dorsale.

    L'altro invece mi inquietava un po'. Saltava molto all'occhio perché in costui si scontravano i neri capelli e la pallida carnagione. Inoltre notai che il corpo era particolarmente muscoloso nella parte superiore, ma dalla parte inferiore alquanto trascurata.

    Così dopo una rapida occhiata ai miei compagni, tornai al mio maestro che per certi versi mi ricordava il cielo, non solo per il particolare colore di capelli, ma anche per il poco interessamento che provava nei nostri confronti, così come la volta celeste che ricopre gli uomini, ma non li abbraccia mai veramente.

    *Decisamente un gruppo interessante... Tutto fottutamente nuovo.* pensai, e il sorriso sostituì la precedente espressione da deficiente.

    Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?

    Ovviamente nessuno di noi rispose e ci limitammo a seguirlo. Almeno non avevo fatto la grosso figura di merda che mi sarei aspettato. Il sensei si incamminò con passo moderato; dopo vari metri attraverso corridoi sconosciuti, raggiungemmo una porta scorrevole accompagnata con una insegna su cui scritta c'era la lettera "D" in carattere occidentale. L'uomo dall'abito nero aprì la porta dove poi, in seguito, ci accomodammo agli appositi posti; io alla destra del tipo con la testa catarifrangente.

    Il nostro insegnante si presentò.

    Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i vero Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.


    Sesto seggio... Decima delle Tredici Brigate. In una sola frase imparai due cose nuove. Ma il resto del discorso non mi impaurì... Mi rese quasi felice. Finalmente qualcosa di veramente nuovo e probabilmente sempre più nuovo ogni giorno se rischi sempre di morire.

    *Interessante, interessante, cazzo!*

    Poi la parte della collaborazione, nuovi compiti per casa: due nuovi libri da leggere. Infine ci chiese di ripresentarci.

    Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.

    Tutti e tre indugiammo, ma poi il "braciere" si accese e cominciò a ridere, il che mi lasciò piuttosto stupito e la mia considerazione di questi si abbassò, ritenendolo un pagliaccio, per poi rialzarsi, considerandolo più interessante di quello che sembrasse.

    Mi scuso di cuore, sensei Sakata, ma vedere tutta questa teatralità mi rende molto ilare. Insomma, sì, ok, io posso morire, et cetera, ma lo sapevo sin dall’inizio. Non le pare di essere un tantino… Ecco, appunto, teatrale è l’unica parola che mi viene in mente!
    Chiedo scusa anche per la mia poca educazione finora dimostrata, ma vedo che anche lo scordarsi i nostri nomi non sia indice di un atteggiamento molto da galateo. Comunque, a me le premesse vanno più che bene, e posso spiegarle tutto quanto.


    Fece una pausa, schiarendosi la gola. Dava veramente l'aria di uno spaccone.

    Il mio nome, glielo ripeto, è Kazuma Saruwatari, primo seggio del Distretto Tre del Rukongai, sobborgo della Soul Society. Voglio diventare Shinigami perché, essendo io molto altruista, mi piacerebbe proteggere le anime innocenti da quelle erranti, conosciute qui come Hollow, a quanto si dice. Per cui mi affido completamente a lei e alle sue capacità: cercherò di imparare tutto ciò che serve, e di sicuro ci metto tutta la mia volontà.

    *"Glielo ripeto"... "primo seggio" ... "essendo io"... Si, decisamente uno spaccone.*

    Poi si presentò il secondo..

    Io...Sono Shinobu Kurobashi, sessantaquattresimo distretto del Rukongai. E...

    Non capivo se stava cercando di metterci enfasi o se fosse proprio lento lui.

    ... Anch'io voglio proteggere le anime innocenti, mi darebbe, ecco... un senso di responsabilità.

    L'ultima frase invece, copiata dal discorso di quello prima, sembrava quasi come se non avesse una vera ragione, o non una ragione importante. Infine toccava a me.

    Mi chiamo Mito Hiyakedo, sono arrivato nel rukongai da poco e come per tutto il resto che ho detto, non credo che gli interessi veramente la mia motivazione. Comunque non è nobile come quella dei miei compagni.

    Attesi la risposta del maestro e aspettando di vedere come quale carne da macello mi avrebbe trattato.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    Inutile dire che ero piacevolmente sorpreso. Decisamente, forse non erano stupidi come potevano sembrare, ognuno a modo loro.
    Il primo, Fiamma, aveva un che di spacconeria che mi irritava. Per certi versi mi ricordava profondamente uno dei miei primi allievi, Light, con il quale instaurai un rapporto di amicizia-odio che tuttora persiste. Tuttavia, non potevo permettere un tale grado di insubordinazione... non potevo accettare che Fiamma si prendesse gioco di me, dal momento che non ero teatrale ma fottutamente serio.
    Aspettai che anche gli altri due si finissero di presentare, ascoltando il tutto attentamente e cominciando a crearmi un'opinione di loro. Quando tutti e tre ebbero finito le loro presentazioni, mi schiarii la voce con un colpetto di tosse, poi mi alzai in piedi, distendendo il braccio destro ed indice e medio della relativa mano, puntandoli verso Kazuma.
    «Forse non avete recepito bene una parte del mio discorso.» Iniziai, fissando il buon Fiammella con gelida serietà. «Bakudou no Ichi: Sai!» Scandii ad alta voce, descrivendo un movimento semicircolare verso destra con il braccio e le due dita ancora distese. Immediatamente entrambi gli arti superiori dello studente si sarebbero incrociati dietro la schiena, rendendogli i movimenti incredibilmente difficoltosi. Un ulteriore movimento di reiatsu si spostò dalle mie gambe, aumentando appena la velocità dei miei movimenti, così che in pochi secondi mi trovassi a pochi passi da lui con la katana sguainata proprio vicino al suo collo; talmente vicino che poteva sentire il metallo gelido della lama sfiorare la sua carotide, non dalla parte piatta come farebbe qualche sensei più 'morbido' di cuore, bensì proprio dal filo della lama, che infatti intagliò un piccolo graffio su di esso dal quale cominciò a sgorgare una sottile strisciolina di liquido cremisi. «Non sono un attore e non sono pagato per intrattenervi. Siete dei militari adesso, a tutti gli effetti. Siete le reclute delle reclute, lo scalino più basso. Potrei rispedirvi a calci in culo da dove siete venuti, così come potrei semplicemente farvi fuori. Avete scelto questo tipo di vita dura e lo avete scelto autonomamente, senza pressioni da parte di alcuno, ognuno per i vostri motivi. Quella del nostro Saruwatari-kun è il più 'da manuale', per la serie 'Ho sentito che funziona così e fingere di avere questo motivo può agevolarmi', quello di Kurobashi-kun è palesemente falso, mentre ho apprezzato particolarmente Hayakedo: non ha detto il suo motivo e va bene così, in fondo non me frega un cazzo davvero, dei vostri motivi.. Se siete pronti o meno è da testare sul campo, le motivazioni non bastano. Io non sono qui per coccolarvi, quindi avendo scelto una vita dura è /durezza/ che dovete aspettarvi. Chiaro, 'Mr. Primo seggio del Terzo distretto'?» Mormorai, sprezzante, rivolgendo un sorrisino beffardo ai danni dello studente dai capelli rossi. Poi, calando la lama e rinfoderandola, schioccai le dita sciogliendo il mio Incantesimo di Ostruzione. «Spero si sia capito ampiamente che non amo le insubordinazioni. Io posso fare ciò che mi pare, voi no. E come ho detto nella mia presentazione all'inizio, coloro ai quali non vanno bene le mie premesse, alzi il culo dalla fottuta sedia e se ne torni tra le gambe della mamma.» Fissai tutti e tre attentamente, aspettandomi una qualche frecciatina da Torcia Umana -sì, gli sfornavo un soprannome al secondo-, che comunque mi era parso il più interessante dei tre.
    Se ve lo state chiedendo, sì, stavo testando il suo comportamento. «Chiarito questo, direi di iniziare. Chi di voi tre signorine sa parlarmi della reiatsu?»


    CITAZIONE
    Nessun appunto da fare, per ora.
    Fateci l'abitudine, Sakata è così: o lo si ama o lo si odia. Probabilmente si propende più per la seconda opzione. xD

     
    Top
    .
  10. Kazuma.]
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Fantasmadaicapellineri diede una risposta visibilmente copiata dal compagno, mentre Hiyakedo, con un gesto forse più spaccone di quello di Saruwatari, non la diede neanche. Pazienza, si disse il ragazzo, che si aspettava motivazioni molto interessanti dagli altri due allievi.
    Ma c’era qualcosa di strano nell’aria…

    Forse non avete recepito bene una parte del mio discorso.

    Non fece neanche in tempo a girarsi: Sakata, stendendo il braccio destro e puntandogli contro indice e medio, pronunciò qualcosa di molto simile a un incantesimo; e il povero Kazuma finì con le braccia incrociate dietro la schiena, impossibilitate a essere mosse dal suo sistema nervoso. Dopo pochi attimi, inoltre, sentì la lama di una spada sfiorargli il collo, insieme a un leggero dolore, probabilmente un piccolo taglio causato da essa.

    Non sono un attore e non sono pagato per intrattenervi. Siete dei militari adesso, a tutti gli effetti. Siete le reclute delle reclute, lo scalino più basso. Potrei rispedirvi a calci in culo da dove siete venuti, così come potrei semplicemente farvi fuori. Avete scelto questo tipo di vita dura e lo avete scelto autonomamente, senza pressioni da parte di alcuno, ognuno per i vostri motivi. Quella del nostro Saruwatari-kun è il più 'da manuale', per la serie 'Ho sentito che funziona così e fingere di avere questo motivo può agevolarmi', quello di Kurobashi-kun è palesemente falso, mentre ho apprezzato particolarmente Hayakedo: non ha detto il suo motivo e va bene così, in fondo non me frega un cazzo davvero, dei vostri motivi.. Se siete pronti o meno è da testare sul campo, le motivazioni non bastano. Io non sono qui per coccolarvi, quindi avendo scelto una vita dura è /durezza/ che dovete aspettarvi. Chiaro, 'Mr. Primo seggio del Terzo distretto'?

    Rinfoderò la lama, e con uno schiocco di dita ristabilì l’ordine nel corpo di Kazuma, ovvero sciolse la magia.

    Spero si sia capito ampiamente che non amo le insubordinazioni. Io posso fare ciò che mi pare, voi no. E come ho detto nella mia presentazione all'inizio, coloro ai quali non vanno bene le mie premesse, alzi il culo dalla fottuta sedia e se ne torni tra le gambe della mamma.
    Chiarito questo, direi di iniziare. Chi di voi tre signorine sa parlarmi della reiatsu?


    Lo studente sorrise, tenendo lo sguardo basso.

    Primo punto: il concetto è chiaro, glielo avevo già detto. Secondo punto: mi scuso. Terzo punto… Basta, non esiste, volevo solo continuare le anafore. Anche se non sono sicuro che lei sappia cosa siano, ma pazienza.
    Comunque, la prego di non fraintendermi, la mia non era insubordinazione, giammai!


    Finalmente alzò gli occhi, pulendosi con la manica della divisa il sangue che colava dalla ferita sul collo.

    E beh, la reiatsu credo sia quella roba stranissima che le ha permesso di bloccarmi gli arti superiori e di comparire subito dopo alla mia destra. Insomma, qualcosa di estremamente complesso, quasi come fossero atomi di una materia che di materiale ha ben poco. Mi sono spiegato? Forse no, mi scuso, ma esprimere un concetto del genere mi risulta alquanto complicato.
    Allora, questo banco è fatto di legno, giusto? Eppure io sono sicuro che non esista l’albero da cui questo sia stato tagliato. La reiatsu dev’essere una specie di molecola, o addirittura atomo, che compone tutta questa specie di ‘paradiso’, se così può essere definita la Soul Society. Ora son stato più chiaro?


    Si abbandonò sulla sedia, quasi come si fosse addormentato improvvisamente.

    E caddi come l’uom cui sonno piglia… , sussurrò a se stesso, e nel frattempo calò gli occhi su Gintoki.

    Quell’uomo deve aver commesso qualcosa di terribilmente grave nel suo passato, e secondo me neanche così tanto remoto. C’è una sorta di insofferenza, nel suo sguardo, verso ogni persona che non si attiene alle regole, alle sue regole; ma c’è dell’altro. Da quando sono nel Rukongai di persone ne ho conosciute tante, e anche di quelle fredde, distaccate e ciniche: lo fanno con naturalezza, è la loro indole e non li biasimo per questo. Ma lui… Lui non è naturale in questo suo atteggiamento. E’ esasperato, quasi teatrale nella sua serietà così fortemente voluta dal suo inconscio. Sento che mi sta valutando attentamente, e che cerca di capire le mie prossime mosse, così come io le sue.
    Vedremo cosa ne salterà fuori, da quest’analisi reciproca.


    CITAZIONE
    Nessun problema. Ci tengo solo a precisare che interpreto il mio personaggio, quindi nessun astio aut similia nei tuoi confronti come persona reale.



    Edited by Kazuma.] - 19/1/2012, 19:08
     
    Top
    .
  11. ZioFargo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il Sensei Sakata attese che tutti abbiano finito di parlare prima di fare le proprie considerazioni. Il primo gesto di galanteria da quando erano arrivati. Poi, come c'era da aspettarsi, non badò al mio discorsetto da manuale e nemmeno all'omertà del capellone, ma preferì concentrarsi sulla sfacciataggine del rosso bloccandogli i movimenti con la magia demoniaca e puntandogli al collo la katana.
    Non sono un attore e non sono pagato per intrattenervi. Siete dei militari adesso, a tutti gli effetti. Siete le reclute delle reclute, lo scalino più basso. Potrei rispedirvi a calci in culo da dove siete venuti, così come potrei semplicemente farvi fuori. Avete scelto questo tipo di vita dura e lo avete scelto autonomamente, senza pressioni da parte di alcuno, ognuno per i vostri motivi. Quella del nostro Saruwatari-kun è il più 'da manuale', per la serie 'Ho sentito che funziona così e fingere di avere questo motivo può agevolarmi', quello di Kurobashi-kun è palesemente falso, mentre ho apprezzato particolarmente Hayakedo: non ha detto il suo motivo e va bene così, in fondo non me frega un cazzo davvero, dei vostri motivi.. Se siete pronti o meno è da testare sul campo, le motivazioni non bastano. Io non sono qui per coccolarvi, quindi avendo scelto una vita dura è /durezza/ che dovete aspettarvi. Chiaro, 'Mr. Primo seggio del Terzo distretto?
    Per la seconda volta mi sfuggì una risatina sommessa. Guardai la lama della spada del Sensei ritrarsi, visto che si trovava anche a poca distanza da me, e per lo più mi rivolgeva la parte del filo. Uno di quei momenti quotidiani in cui un uomo ha l'immediata possibilità di decapitarti, insomma.
    Spero si sia capito ampiamente che non amo le insubordinazioni. Io posso fare ciò che mi pare, voi no. E come ho detto nella mia presentazione all'inizio, coloro ai quali non vanno bene le mie premesse, alzi il culo dalla fottuta sedia e se ne torni tra le gambe della mamma.
    Chiarito questo, direi di iniziare. Chi di voi tre signorine sa parlarmi della reiatsu?

    Neanche a dirlo, il primo a parlare fu capelli rossi, anzi, Kazuma da quel che avevo capito, e quando sentii in arrivo le solite scuse sfacciate e polemiche mossi istintivamente il braccio destro leggermente in alto per essere pronto a parare eventuali schizzi di sangue.
    E beh, la reiatsu credo sia quella roba stranissima che le ha permesso di bloccarmi gli arti superiori e di comparire subito dopo alla mia destra. Insomma, qualcosa di estremamente complesso, quasi come fossero atomi di una materia che di materiale ha ben poco. Mi sono spiegato? Forse no, mi scuso, ma esprimere un concetto del genere mi risulta alquanto complicato.
    Allora, questo banco è fatto di legno, giusto? Eppure io sono sicuro che non esista l’albero da cui questo sia stato tagliato. La reiatsu dev’essere una specie di molecola, o addirittura atomo, che compone tutta questa specie di ‘paradiso’, se così può essere definita la Soul Society. Ora son stato più chiaro?

    Dopo questa risposta evasiva il rosso si crogiolò sulla propria sedia quasi fosse annoiato, ed io rimpiansi di non essermi portato un ombrello. Alzando due dita di una mano per farmi notare dal Sensei, volli continuare la risposta di Kazuma.
    Il reiatsu non solo compone la Soul Society, ma è la principale fonte di energia alla quale attingono spiriti, Shinigami ed altri esseri differenti dai comuni esseri umani. In pratica viene spesso usata soprattutto nei combattimenti, evocando tecniche magiche e compiendo scatti di velocità come ha appena fatto lei. Mi fermai un paio di secondi a pensare a come arricchire il discorso, per lo meno era un modo per passare il tempo che stava pian piano rallentando, ma non mi venne in mente nulla. Nient'altro da dire.
    Niente da dire e per ora ancora nulla da fare, anche a rischio di essere decapitato io stesso decisi di imitare il mio compagno e voltai lo sguardo per aria.
    Tanto con queste persone più tardi mi divertirò sicuramente, però sono anche stanco, ho bisogno di riposare io.
     
    Top
    .
  12. Burn Energy
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Tutti e tre finimmo di parlare ed ora toccava alla risposta di Sakata. Come era prevedibile, la boria di Kazuma, se quello era il nome, fu punita con un intervento alquanto brusco, ma del tutto comprensibile ed anche una scelta condivisibile dal mio punto di vista. Il sensei pronunciò delle parole, quasi come l'invocazione di un incantesimo, ed il focoso allievo si ritrovò con le braccia dietro la schiena ed incurvato verso il banco. Un lampo, niente di più. Non ero nemmeno riuscito ad intravvedere il più minimo accenno di spostamento del maestro che in meno di una frazione di secondo si ritrovò alle spalle del rosso, con la spada sguainata che lievemente premeva sul suo collo. La magia effettuata dal sensei non mi sorprese, ma quella velocità? Si era teletrasportato oppure si era mosso molto velocemente? l'espressione del mio viso si paralizzò in una espressione sorpresa, per poi mutare in curiosità. Non mi importava di come l'avesse fatto, ma era fottutamente straordinario e avrei voluto farlo anch'io.

    Non sono un attore e non sono pagato per intrattenervi. Siete dei militari adesso, a tutti gli effetti. Siete le reclute delle reclute, lo scalino più basso. Potrei rispedirvi a calci in culo da dove siete venuti, così come potrei semplicemente farvi fuori. Avete scelto questo tipo di vita dura e lo avete scelto autonomamente, senza pressioni da parte di alcuno, ognuno per i vostri motivi. Quella del nostro Saruwatari-kun è il più 'da manuale', per la serie 'Ho sentito che funziona così e fingere di avere questo motivo può agevolarmi', quello di Kurobashi-kun è palesemente falso, mentre ho apprezzato particolarmente Hayakedo: non ha detto il suo motivo e va bene così, in fondo non me frega un cazzo davvero, dei vostri motivi.. Se siete pronti o meno è da testare sul campo, le motivazioni non bastano. Io non sono qui per coccolarvi, quindi avendo scelto una vita dura è /durezza/ che dovete aspettarvi. Chiaro, 'Mr. Primo seggio del Terzo distretto?

    Sembravo esserne l'unico sorpreso ed incuriosito, oltre dal fatto di essere infastidito poichè aveva sbagliato il mio cognome; al ragazzo dalla chioma nera scappò una risatina sommessa, quasi come se la cosa lo divertisse, e anche lo stesso Kazuma, vittima della pressione del sensei, non accennò a paura o sorpresa, bensì sorrise come un ebete. A nessuno dei due apparentemente preoccupava la morte, ma penso che sia questo che spesso freghi la gente. Non conoscendo la paura di morire, non si può capire cosa sia la gioia di vivere e di combattere per la vita.

    * Sparisci dalla mia testa, fottutissimo Hegel. *

    Spero si sia capito ampiamente che non amo le insubordinazioni. Io posso fare ciò che mi pare, voi no. E come ho detto nella mia presentazione all'inizio, coloro ai quali non vanno bene le mie premesse, alzi il culo dalla fottuta sedia e se ne torni tra le gambe della mamma.
    Chiarito questo, direi di iniziare. Chi di voi tre signorine sa parlarmi della reiatsu?


    Beh, non ne sapevo molto dell'argomento, quindi aspettai la risposta degli altri due allievi per farmene un idea. Intanto Kazuma fu rilasciato dalla sua situazione di ostaggio e a quanto pareva non aveva avuto il tempo di fare un esame di auto coscienza che la sua solita "spacconeria" tornò all'attacco.

    E beh, la reiatsu credo sia quella roba stranissima che le ha permesso di bloccarmi gli arti superiori e di comparire subito dopo alla mia destra. Insomma, qualcosa di estremamente complesso, quasi come fossero atomi di una materia che di materiale ha ben poco. Mi sono spiegato? Forse no, mi scuso, ma esprimere un concetto del genere mi risulta alquanto complicato.
    Allora, questo banco è fatto di legno, giusto? Eppure io sono sicuro che non esista l’albero da cui questo sia stato tagliato. La reiatsu dev’essere una specie di molecola, o addirittura atomo, che compone tutta questa specie di ‘paradiso’, se così può essere definita la Soul Society. Ora son stato più chiaro?


    Piegai la testa ed appoggiai la fronte sul palmo della mia mano e risi sommessamente scuotendo la testa. Come si faceva ad essere così arroganti con uno che ti ha quasi decapitato. Vidi che Shinobu alzò la mano quasi come proteggersi da qualcosa, ma la situazione probabilmente lo divertiva. Mi faceva ridere come Kazuma diede dell'ignorante al nostro nuovo insegnante... Insomma, anch'io che non ero una cima della letteratura sapevo cosa una anafora fosse. Cominciai a preoccuparmi che presto i capelli non sarebbe stata l'unica cosa rossa sul suo corpo, il quale cadde poi con fare quasi svogliato sullo schienale della sedia.
    Poi rispose Shinobu. Ricordavo il suo nome perchè mi ricordava il nome di un ninja di un videogioco, ma non ne ero sicuro.

    Il reiatsu non solo compone la Soul Society, ma è la principale fonte di energia alla quale attingono spiriti, Shinigami ed altri esseri differenti dai comuni esseri umani. In pratica viene spesso usata soprattutto nei combattimenti, evocando tecniche magiche e compiendo scatti di velocità come ha appena fatto lei.

    Dopo aver parlato, quasi imitando il compagno, cominciò a perdere lo sguardo in aria come per dire "il mio l'ho fatto e sono stufo di sta merda". Non li biasimavo; anch'io non avevo voglia di star là seduto a sentire la teoria, volevo la pratica. Era il mio turno e provai ad aggiungere qualcosa che avevo imparato dai pochi allenamenti di auto didatta.

    Non tutti hanno lo stesso valore di energia spirituale e c'è anche chi non sa proprio adoperarlo. Quelli che sono capaci di sfruttarlo possono concentrarlo in diverse zone del corpo, per migliorare l'efficacia di un'azione. Pardon, non ne so molto... ogni secondo apprendo qualcosa di nuovo.

    La mia risposta era più che altro per non starmene zitto. Poi aggiunsi sottovoce e sospirando.

    Per quanto la mia attenzione mi permetta di imparare...

    Forse sarei stato classificato "scansa fatiche" come i miei compagni di classe, ma per le cose nuove e concrete il mio interesse esplodeva, non però in un luogo che assomigliasse ad un edificio scolastico. Infine incrociai le braccia sul banco e iniziai a giocherellare con le mie labbra, mordendole lievemente, mentre aspettavo la risposta del sensei Sakata.



     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    La mia vena temporale iniziò a pulsare anche piuttosto vistosamente, mentre tentavo di mantenere il self-control. Prima mi dà del teatrante, poi dell'ignorante.
    Decisamente, quel tal che di none faceva Kazuma Saruwatari non doveva godere di un grosso attaccamento alla vita. "Sarei curioso di sapere com'è morta, questa pulce... avrà pestato i piedi alla persona sbagliata, suppongo, esattamente come sta tentando di fare adesso..." pensai tra me e me, fissandolo inespressivo. Quanto agli altri due... beh. Fronte non sembrava interessarsi molto o sapere granché comunque della parte teorica, ma ci provava. Hiyakedo, invece, aveva chiaramente detto di non sapere un tubo e aveva tentato di dare altre informazioni in base a ciò che aveva capito da quelle fornitegli dai suoi due compagni di corso.
    «Partendo dal presupposto che qui dentro io sono l'insegnante e voi gli alunni...» Iniziai, fissando i tre ragazzi l'uno dopo l'altro e finendo inevitabilmente con il soffermarmi su uno di loro in particolare, ovvero quello dalla testa arancione, dal momento che almeno la parte iniziale di questo discorso era rivolta proprio a lui. «... sappiate semplicemente che non sono stato messo ad insegnare a caso. Credetemi, una volta diventati shinigami, se mai lo diventerete, avrete ben poco tempo anche solo per pensare di grattarvi la testa... figuriamoci trastullarvi con libri di letteratura o filosofia. Quanto a me, Saruwatari-kun, ti basti sapere che ne so molto più di quanto tu creda.» Poi distolsi lo sguardo da lui e tornai a rivolgerlo anche agli altri due. «Comunque sia, risposte arroganti a parte, avete quasi colto nel segno. Certo, c'è qualcuno tra voi che pur di dimostrare, non si sa bene a chi di preciso, di possedere un buon grado culturale di base s'è lasciato andare in discorsi scientifico-filosofici che in realtà c'entrano ben poco con quello che io ho chiesto. Sì, Saruwatari, ci sei andato vicino ma la tua definizione presenta un errore di base.» Conclusi, tranquillissimo, rivolgendo un'occhiata neutra allo studente dai capelli rossi. «Hai parlato di atomi che compongono tutto quello che ci circonda e blablabla... Quelle sono le reishi, alias particelle spirituali. La reiatsu, che è quella cosa della quale vi avevo chiesto di parlarmi, è la 'riserva personale' di ogni shinigami di particelle spirituali. Un flusso interno di reishi che scorre irregolare è che è nostro primo dovere imparare a controllare.» Fissai tutti e tre attentamente, aspettandomi probabilmente qualche domanda. «Ovviamente gli utilizzi sono i più vari: tecniche di Kidou, alias Arti Demoniache, come quella utilizzata da me poc'anzi; potenziamento delle proprie caratteristiche fisiche, quali aumento della forza o incremento della velocità dei movimenti; oppure... questo.» E, mentre terminavo la frase, rilasciai volontariamente una grande quantità d'energia spirituale che, comparata alla loro, decisamente più misera, li avrebbe schiacciati di peso verso il suolo e, quindi, contro i loro banchi. Lasciai che quella sensazione di oppressione ai loro cuori durasse per niente più che cinque secondi, altrimenti i poveretti sarebbero svenuti sul posto. Una volta che tutti e tre si furono ripresi, continuai il mio discorso. «Inutile sottolineare che quanto è appena successo è frutto del dislivello di forza che c'è tra noi... e non ho nemmeno rilasciato la totale potenza del mio reiatsu, tenendovi esposti ad una parte di essa per un tempo ridicolo. Se diventerete forti abbastanza, potrete farlo anche voi. Utilizzare una tattica di stordimento del genere, contro dei nemici più deboli, aiuta a sgombrare il campo prima dai pesci più piccoli, ricordatelo sempre. Chiarita questa piccola parentesi teorica per capire meglio ciò con cui avrete a che fare, passiamo all'atto pratico. Dovrete creare una sfera come questa... » dissi, facendo apparire dal nulla nella mia mano una struttura di energia sferica grande circa quanto un pallone di calcio che emanava un pallido bagliore azzurrino. «... che ovviamente dovrà essere più piccola, essendo la prima volta... diciamo pure che al vostro livello cinque centimetri di diametro potranno bastare. Create una sfera di cinque centimetri di diametro e l'esercizio sarà da considerarsi concluso. Ovviamente valuterò io quando il vostro risultato sarà positivo. Unico suggerimento che posso darvi è il ricordarvi che il reiatsu è dentro di voi, si tratta di comprenderne la natura e capire come utilizzarlo a proprio piacimento.
    That's all folks, buon lavoro.»
    E, infine, mi chiusi in un ostinato silenzio, giochicchiando con la sfera di reiatsu creata poco prima.


    CITAZIONE
    Chiedo immensamente scusa ad ognuno di voi per il mostruoso ritardo, ho problemi in real e non riesco a star dietro come si deve a tutto. Il minimo che posso fare è augurarmi che un simile ritardo non si ripeta, da parte mia proverò ad impegnarmi affinché ciò non accada.

    No, non vi cederò a nessuno, Belfa sta salendo troppo velocemente ed io necessito punti esperienza, quindi che a nessuno venga in mente di mollare il gdr prima del tempo, siete le mie galline dalle uova d'oro. <________<'''

    ... Scherzo. O forse no. :mki:

     
    Top
    .
  14. ZioFargo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mi converto anch'io ai colori, è più semplice v.v
    Narrato
    Parlato Shinobu
    Parlato altri
    Pensato
    Scritto

    Dopo che anche il terzo alunno ebbe dato la risposta, tutti e tre avevamo già assunto un'espressione sfaticata. Come si è soliti dire, "cominciamo bene".
    Sakata ricominciò a fare le proprie considerazioni, prima di parlare. Partendo dal presupposto che qui dentro io sono l'insegnante e voi gli alunni... sappiate semplicemente che non sono stato messo ad insegnare a caso. Credetemi, una volta diventati shinigami, se mai lo diventerete, avrete ben poco tempo anche solo per pensare di grattarvi la testa... figuriamoci trastullarvi con libri di letteratura o filosofia. Quanto a me, Saruwatari-kun, ti basti sapere che ne so molto più di quanto tu creda.
    Come ci si poteva aspettare fissò il rosso mentre diceva queste parole. Io le considerai come semplici ammonizioni, non da trascurare ma nemmeno da prendere alla lettera. Il Sensei distolse lo sguardo dal malcapitato e partì col discorso generale. Comunque sia, risposte arroganti a parte, avete quasi colto nel segno. Certo, c'è qualcuno tra voi che pur di dimostrare, non si sa bene a chi di preciso, di possedere un buon grado culturale di base s'è lasciato andare in discorsi scientifico-filosofici che in realtà c'entrano ben poco con quello che io ho chiesto. Sì, Saruwatari, ci sei andato vicino ma la tua definizione presenta un errore di base. Hai parlato di atomi che compongono tutto quello che ci circonda e blablabla... Quelle sono le reishi, alias particelle spirituali. La reiatsu, che è quella cosa della quale vi avevo chiesto di parlarmi, è la 'riserva personale' di ogni shinigami di particelle spirituali. Un flusso interno di reishi che scorre irregolare è che è nostro primo dovere imparare a controllare.
    Dopo di questo Sakata fece una pausa, come se si aspettasse qualche intervento. Nessuno però disse nulla, ed egli potè proseguire. Ovviamente gli utilizzi sono i più vari: tecniche di Kidou, alias Arti Demoniache, come quella utilizzata da me poc'anzi; potenziamento delle proprie caratteristiche fisiche, quali aumento della forza o incremento della velocità dei movimenti; oppure... questo. Di colpo l'atmosfera si fece più cupa, ed io sentii una grande forza che sembrava stesse entrando nelle mie viscere, e nel frattempo mi schiacciava al suolo. Curvai la schiena ed appoggiai le mani sul banco, quardando dritto in basso le gocce di sudore che scendevano frenetiche dalla mia fronte. Ma che cazz... La sensazione però scomparve immediatamente, lasciandomi una sensazione di libertà e di vuoto interiore. Potei tirare un sospiro di sollievo. Come diavolo ha fatto?
    Inutile sottolineare che quanto è appena successo è frutto del dislivello di forza che c'è tra noi, continuò il Sensei, e non ho nemmeno rilasciato la totale potenza del mio reiatsu, tenendovi esposti ad una parte di essa per un tempo ridicolo. Se diventerete forti abbastanza, potrete farlo anche voi. Utilizzare una tattica di stordimento del genere, contro dei nemici più deboli, aiuta a sgombrare il campo prima dai pesci più piccoli, ricordatelo sempre. Chiarita questa piccola parentesi teorica per capire meglio ciò con cui avrete a che fare, passiamo all'atto pratico. Dovrete creare una sfera come questa..., detto questo sollevò la mano facendo apparire una sfera di reiatsu. Avevo già visto fare questo giochetto in passato, ma ovviamente non avevo mai imparato a farlo. Tutto ciò che sapevo è che bastava sprigionare l'energia spirituale e darle forma, e non avevo idea di come diavolo si facesse.
    ... che ovviamente dovrà essere più piccola, essendo la prima volta... diciamo pure che al vostro livello cinque centimetri di diametro potranno bastare. Create una sfera di cinque centimetri di diametro e l'esercizio sarà da considerarsi concluso. Ovviamente valuterò io quando il vostro risultato sarà positivo. Unico suggerimento che posso darvi è il ricordarvi che il reiatsu è dentro di voi, si tratta di comprenderne la natura e capire come utilizzarlo a proprio piacimento.
    That's all folks, buon lavoro.

    Se fossi stato il primo a riuscirci, non avrei certo fatto una brutta figura. Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, per individuare il mio reiatsu. Inspirando dal naso ed espirando dalla bocca, respiri lunghi e profondi facendo su e giù con il diaframma. Man mano che mi concentravo sentivo ammorbidirsi il terreno sotto ai miei piedi e la sedia su cui ero seduto, segno evidente che mi stavo rilassando. Avevo le mani appoggiate al banco con il palmi che si guardavano a vicenda, se avessi capito cosa fare la mia sfera sarebbe comparsa in mezzo a loro. Continuai a respirare fino a che pian piano non sentii l'energia che mi pulsava dentro, provai a manovrarla, a farla viaggiare attraverso il mio corpo e cercai di farne affiorare anche solo una minima parte dalle mani. Speravo che funzionasse così almeno. Quando mi sentii di esserci riuscito, aprii gli occhi per osservare il risultato.
    Non dobbiamo essere autoconclusivi e non dobbiamo scrivere il risultato finale della nostra sfera, giusto? :3
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    Buon Dio, sì! Chiedo scusa, ho dimenticato a metterlo nel quote alla fine.
    Se siete autoconclusivi vi sbrano, solo io posso stabilire se ci riuscite o meno. :mki:
     
    Top
    .
21 replies since 9/1/2012, 22:40   274 views
  Share  
.
Top