Classe F [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv.1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Sensei: Urahara Mouryou (Belfagor90)
    Allievo: Momiji Ishimaru (Dark Simix)
    Allievo: Aoi Tsuji (Kisame Lawliet)


    Qualche piccola nota prima di iniziare così io non mi faccio il sanue cattivo e voi evitate errori imbarazzanti.
    Dovete fare post di non meno di dieci righe; usate pensieri, sensazioni o quel che volete ma cercate di non fare post corti o vi garantisco che fallirete l'azione nel 90% dei casi.
    Niente abbreviazioni da sms, siate corretti grammaticalmente e rileggete quel che scrivete onde evitare svarioni che alla lingua italiana ci tengo.

    Cercate di interpretare il vostro personaggio in maniera opportuna; avete delle caratteristiche, cercate di rispettarle per quanto possibile. Sono permesse evoluzioni di carattere, ma cercate di sviluapparle più avanti nel gioco.

    Siate originali, un post "innovativo" aiuta a rendere la lettura divertente e aiuta a guardagnare punti così come un post PRECISO. Se mi scrivete "attaccai" io, o comunque il vostro avversario, ha libera scelta di decidere come attaccate e ciò vuol dire anche che può farvi fare mosse compeltamente stupide o suicide. Più descrivete il colpo meno errori ci saranno, quindi al posto di "attaccai" potete benissimo mettere "corsi dritto contro il mio nemico affondando la mia spada dritto verso il suo cuore". Più lungo e d'effetto, non trovate? Se poi aggiungete, sempre sulla stesso esempio, qualcosa sul sangue pulsante, la voglia di uccidere, sentire la spada pesante o leggera, il rumore dell'aria durante la corsa, il suono dei vostri passi, etc. posso garantirvi che anche alzare una mano può essere descritto in venti righe.

    Consiglio semrpe l'utilizo di Microsoft Word o open Office per una stesura preliminare del vostro post. Questi programmi hanno delle opzioni di correzioni abbastanza buone ed eviterete almeno gli errori di battitura (quelli di grammatica e sintassi stanno a voi).

    Rispettate la turnazione ovvero dopo un post mio fate uno e un solo post vostro.

    Sensei
    allievo 2
    allievo 1
    allievo 3
    Sensei

    L'ordine in cui rispondete voi non ha importanza, basta che ci sia un solo vostro post dopo ognuno die miei.

    Non siate auto-conclusivi e non descrivete gli esiti delle vostre azioni:
    - tento di colpire XXXX = OK
    - colpisco XXXX e gli faccio un gran male = EPIC FAIL + PUNIZIONE

    Iniziate senza armi e solo la tenuta da allievo che vi viene recapitata in un pacco regalo: bianca sopra con un hakama blu se siete un ragazzo, rosso se siete una ragazza.

    Se avete domande, inseritele sotto spoiler alla fine o all'inizio del post, mai in mezzo, oppure mandatemi un MP (Messaggio Privato).

    Buona ruolata e non vogliatemene se vi causerò qualche danno permanente ^^



    Ci sono momenti nella vita in cui il mondo potrebbe assumere caratteristiche strane, addirittura grottesche! Uno di questi esempi, in forma di estrema rarità, è quando senza apparente motivo vi ritrovate inseguiti da uno sciame di api assassine. E' successo all'improvviso mentre vi state facendo gli affari vostri. Un attimo prima eravate tranquilli, un attimo dopo sentite uno spaventoso ronzio, quello dopo ancora avvistate il mucchio di pungliglioni dotati di ali che vi punta e quello dopo ancora ve la date a gambe.
    Una cosa bella delle api, però, è il fatto che possano muoversi a grande velocità. Una velocità certamente superiore a qualsiasi umano normale e perfino superiore a quella di un'anima dotata di energie spirituali, sempre se poco sviluppate. Se a questo si aggiunge che hanno una sorprendente stamina il quadro diventa preoccupante.
    Per tutti i motivi sopra elencati l'inseguimento dura poco e in un attimo siete avvolti dallo sciame turbinante. non subite alcuna puntura e non riuscite a scacciare nessuna della api, ma quando esse se ne vanno vi ritrovate vestiti con gli abiti da allievo dell'Accademia Shinigami! Gli insetti formano poi delle parole a mezz'aria rimanendo in perfetta formazione:

    Chi arriva per ultimo al cancello dell'Accademia è un pollo!

    U.M.


    Il misterioso messaggio non invoglia a seguire quelle direttive, ma ogni cenno di esitazione viene prontamente stroncato dalle api che cominciano a ronzare minacciosamente forzandovi a correre verso l'Accademia a tutta velocità!

    Descrivete fino all'arrivo, ma ancora nessun sensei in vista.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fission mailed.

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    3,663

    Status
    Offline
    Rosso:Parlato(mio)
    Rosso corsivo:pensato(mio)
    Blu:Parlato(altri)
    Altri colori:parlato(altri,in caso di 3 o più persone in conversazione)
    Prima persona

    Fino a quel momento tutto descriveva quella giornata come una delle migliori che avessi mai vissuto. La giornata era soleggiata, mi ero svegliato perfettamente riposato e nessuno mi aveva ancora disturbato. E forse oggi avrei finalmente ricevuto una risposta alla mia iscrizione all'Accademia Shinigami. E sarebbe stato meglio se fosse stata positiva. Mi ero stancato del Rukongai, della povertà e degli occhi sospettosi con cui mi guardavano tutti, e non sapevo neanche perché. In quel momento non stavo facendo nulla di particolare, solo una passeggiata ai limiti del Rukongai, uno dei miei posti preferiti in quei giorni. Esattamente quando mi stavo sedendo lungo le rive del fiumicello che scorreva in quel luogo, cominciai a sentire il ronzio. Sulle prime non ne fui molto preoccupato.
    Saranno degli animali tipici di questo posto.
    Mi ricredetti quando vidi la sorgente di quel ronzio, qualcosa che assomigliava a un'ape troppo cresciuta. Nei pochi secondi successivi, attraversai varie fasi, ed ognuna mi provocava sempre più paura.
    Vidi che quegli animali, già singolarmente spaventosi, erano in gruppo.
    Vidi che i loro pungiglioni frementi puntavano un bersaglio.
    Capii che il loro bersaglio ero io.
    Io non ero certamente un fifone, ma ero spaventosamente realista. Sapevo riconoscere una causa persa quando la vedevo, e quella lo era senza dubbio. Dunque la mia prima azione fu' la più ovvia e logica. Scappa o come preferisco dire, corsi via. Da terra scattai velocemente come non avevo mai fatto. Corsi alla cieca addentrandomi sempre più tra gli alberi del boschetto, tentando di seminare le api.
    Non mi aspettavo certo che quelli fossero animali normali ma avevo la speranza che mi perdessero di vista o almeno che cercassero un pranzo meno indigesto. Ovviamente mi stavo pietosamente illudendo e vidi dopo poche decine di metri che era inutile. Feci un rapido inventario delle mie risorse.
    Niente di niente.
    Le uniche ''armi'' lì intorno erano i sassi, e sarebbero stati completamente inutili contro di loro. Capii che ormai non potevo più farci niente e inoltre ero stanco. Dunque, feci l'ultima cosa che avrei voluto fare.
    Mi fermai.
    Come se non aspettassero altro, le api mi accerchiarono.
    Pregustano già la cena...
    Quando ormai mi ero rassegnato all'inevitabile, mi cadde qualcosa in testa.
    Ma che...?
    Cosa era quella roba? Me la tolsi dalla testa nervoso e temporaneamente dimentico del pericolo e la osservai.
    Era..un vestito. La mia faccia assunse un'espressione tra lo stupito e il deluso. A cosa mi poteva servire? Inoltre, quegli stranissimi ''cosi'' che mi avevano inseguito ronzarono per attirare la mia attenzione.
    Io mi voltai sentendomi preso in giro.
    Chi arriva per ultimo al cancello dell'Accademia è un pollo!

    U.M.

    Restai stupito leggendo quel messaggio. Bè, leggere era un po' troppo, per una persona che osservava la posizione degli animali.
    Superai velocemente la fase stupore, e passai a quella critica.
    Feci due più due alla velocità per la luce.
    ''Accademia'' e ''U.M.''
    Mi fecerò pensare due cose. La prima che quelle api erano state mandate dall'Accademia, e che non erano pericolose.
    La seconda che ''U.M.'' mi aveva preso in giro.
    Mi ripromisi che avrei approfondito la cosa, poco prima che l'ennesimo ronzio mi disturbasse, facendomi scappare per l'ennesima volta. Avevo notato che l'inseguimento era ricominciato.
    Stupide api...
    Per tutta risposta quelle aumentarono la velocità.
    Riassumendo, il mio successivo quarto d'ora passò attraversando di volata il Rukongai, inseguito, e guardato con spavento dalle persone sedute a terra. O forse guardavano spaventate le api dietro di me? Impossibile dirlo, perché non ebbi tempo per pensarci, fino a che non raggiunsi il portone che separava il Rukongai dall'Accademia Shinigami. Forse il Guardiano fu' il più stupito di tutti, quando gli mostrai la divisa da Shinigami(sì, perché il vestito che avevo ricevuto era proprio quello) e gli indicai con urgenza che dovevo entrare.con somma fortuna, le api riconobbero il gigante e si fermarono dietro di me. Non era stato del tutto un incontro salutare con loro, lo indicava la puntura sulla mia mano sinistra.
    Quando la porta si aprì e le api, terminato il loro compito se ne andarono, mi rilassai. Mi rilassai davvero. In quel momento feci ciò che era tutto il giorno che volevo fare. Raggiunsi l'Accademia, mi sedetti e chiusi gli occhi.
     
    Top
    .
  3. Dark Simix
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    Fu il suono della sveglia a interrompere il mio sogno. Mi trovavo in un campo sconfinato di grano che brillava di uno strepitoso color oro, il sole stava tramontando. Me ne stavo steso, a guardare le nuvole passare, senza pensare a nulla. Si stava da Dio in quel posto, sarei rimasto volentieri lì per sempre a non fare nulla. Da un po' di tempo la puntavo sempre alle 6.00 del mattino : amavo andarmene in giro all'alba senza una meta precisa, respirare un po' di aria pulita e immergermi nei miei pensieri, per poi ritornare a casa a fare colazione e ritornare a letto. Da quando ero arrivato nel rukongai, conducevo una vita abbastanza pacchia. Alcune volte facevo visita alla bottega di due anziani signori, furono loro ad accogliermi nel rukongai quando ancora non conoscevo nulla di quel posto. Con loro viveva la nipote, una bella ragazza, simpatica e solare. La loro compagnia mi faceva molto piacere, così andavo da loro e aiutavo a svolgere svariate mansioni.

    Quella mattina, ero diretto proprio alla loro bottega. Decisi di tagliare attraverso alcuni vicoli per arrivare prima. Imboccando una piccola stradina, rischiai di inciampare in un cassonetto dei rifiuti e dopo aver imprecato non poco su quanto facesse schifo il rukongai, mi ritrovai davanti ad un fiumiciattolo. Sull'altra sponda si trovava la strada per arrivare alla bottega, ma uno strano ronzio attirò la mia attenzione. Non ci feci caso e continuai a camminare stranito. Il ronzio non cessò, ma al contrario aumentò di intensità. Solo alcuni secondi dopo mi resi conto che proveniva dalla mia destra. Mi girai di scatto e sgranai gli occhi vedendo che un gruppo numeroso di api mi stava puntando. O porca pu** ! urlai.

    * Odio con tutto me stesso le api e tutti gli insetti. Non so spiegare il perchè, ma mi danno il voltastomaco. Le uniche che fanno eccezione, sono le formiche che per certi versi ammiro vista la loro laboriosità, spirito di gruppo, e capacità di ricostruire il loro nido velocemente semmai fosse distrutto.*

    Sotto lo sguardo stupito di alcuni passanti, cominciai a correre a più non posso, tornando indietro nel vicoletto da cui ero arrivato e rischiando di ri-incespicare sul cassonetto di poco prima. Mi voltavo di tanto in tanto per controllare di essere a debita distanza, ma sapevo che se avessero voluto, mi avrebbero accerchiato facilmente.
    Dopo alcuni minuti dall'inizio dell'inseguimento, mi ritrovai di nuovo sulle sponde del fiume di poco prima. Ehi ! Queste stronzette mi stanno prendendo in giro !... e va bene, ora gli insegno io a prendersi gioco di me. Mi guardi intorno, vidi un sasso e lo afferrai. Prendete questo stupidi insetti !. Lo lanciai verso il gruppo di api, ma loro prontamente si divisero sincronicamente per poi ricompattarsi. Ancora più arrabbiato continuai ad afferrare sassi e a scagliarli verso quei maledetti insetti, che abilmente riuscivano a non farsi prendere. I miei tentativi sembravano inutili, non era da me arrendermi, ma in quella situazione non si poteva fare nulla, pertanto mi preparai a ricevere centinaia di punture. Se fossi stato fortunato, qualcuno mi avrebbe ritrovato e mi avrebbe curato. Le api quindi mi accerchiarono, chiusi gli occhi, aspettando che si avvicinassero sempre più fino a sentire le punture. Sentivo il loro ronzio, ma non si decidevano a pungermi, quindi riaprii gli occhi. Come per magia, ora indossavo la divisa caratteristica dell'accademia degli shinigami. Capii tutto : la mia domanda di iscrizione era stata accolta e probabilmente quella era la prima prova da superare. Ero, allo stesso tempo, felice per non essere stato punto e per essere entrato nell'accademia.
    Bene accetto la sfida. Volsi di nuovo lo sguardo verso lo sciame di api che si stavano muovendo : allineandosi ad una ad una stavano formando una parola a mezz'aria. Dopo alcuni secondi, si riusciva a leggere molto chiaramente il messaggio che avevano formato :

    Chi arriva per ultimo al cancello dell'Accademia è un pollo!


    U.M.




    Ero stanco e decisi di tornare a casa per farmi una doccia e stendermi; per nessun motivo avrei accettato quella provocazione. Andrò domani all'accademia pensai.
    Tutt'un tratto le api ruppero il messaggio. Senza lasciarmi tregua si scagliarono verso di me, consapevole del fatto che dopo quell'evento, mi sarei dedicato anima e corpo allo sterminio di api di ogni genere. Cominciai a correre inseguito dallo sciame, ero stufo di tutto ciò, quindi non opposi resistenza e mi feci guidare da loro. Alcuni minuti dopo sedevo davanti al cancello dell'accademia degli shinigami. Le api mi avevano condotto fino a lì per poi scomparire alle mie spalle, probabilmente approfittando della fitta boscaglia che si stagliava intorno a me.

    Edited by Dark Simix - 23/3/2012, 19:17
     
    Top
    .
  4. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mmmhhhh... dovrò chiedervi di leggere meglio i miei post. Tutti e due avete mancato il fatto che quando le api circondano i vostri pg essi si ritrovano automaticamente vestiti di tutto punto. Non ho detto che vi viene semplicemente recapitata la veste da studente. Ebbene sì Dark, solo da studente. Niente kimono nero da shinigami.
    Aggiungo anche come piccola parentesi che l'Accademia si trova fuori dal Seireitei. Siamo ancora nel Rukongai benché proprio a ridosso del muro e quindi molto vicini alle brigate vere e proprie. Aggiungo anche, sempre per Dark, che siccome il tuo compagno ha scritto prima di te, allora sarebbe stato doveroso dire che il suo pg era lì invece di descivere un arrivo in solitaria.

    Come correzione grammaticale ci premo a dirvi di evitare l'utilizzo di una "e" dopo una virgola. E' un'espediente letterario molto difficile da usare e per questo è meglio lasciarlo a gente molto più esperta di me o voi.
    Noto anche qualche discorso non proprio coerente di sintassi e non voglio fare nomi. Rileggendo i vostri post con attenzione sarà tutto più chiaro.



    I due allievi non sembravano essersi accorti della reciproca presenza. Ognuno si sedette perciò per conto suo e rimase in silenzio ad attendere l'arrivo del misterioso "U.M." che si supponeva essere il loro sensei. Un sensei piuttosto ritardatario per giunta! Nonostante avesse tutta quella fretta di chiamarli lì non si era degnato di arrivare per una buona mezz'ora.
    Tuttavia l'attesa ebbe fine in maniera inusuale. Come per magia un paio di rami da un'alberello vicino alle spalle di Ishimaru si piegarono come fossero braccia e gli piazzarono in testa un curioso copricapo a forma di testa di pollo che si attaccò saldamente al suo cuoio capelluto con un forte rumore di risucchio acquoso.
    Il terribile sospetto si rivelò fondato: era stato attaccato con della colla!!
    - L'avevo detto, no? "L'ultimo che arriva in Accademia è un pollo"! - esclamò trionfante l'albero incrociando fieramente i rami - Come avrete capito io sono l'incredibile U.M., alias Urahara Mouryou, terzo seggio della seconda brigata e vostro insegnante. Con chi ho il piacere di parlare?
    I due studenti sembravano giustamente perplessi dalla situazione e, apparentemente con imbarazzo, il loro "legnoso" sensei aggiunse un'ulteriore, breve spiegazione.
    - Il perché del mio aspetto ve lo dirò dopo... forse.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fission mailed.

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    3,663

    Status
    Offline
    Quel lasso di tempo passò veloce. Per me sicuramente, nonostante dovessi aspettare il sensei, non me ne curai affatto e sonnecchiai un po'. La sensazione del calore sulla pelle era meravigliosa, riuscivo veramente a godermi questa giornata. Tranne per il fatto che lì nessun tipo di sensei era ancora arrivato. L'unica cosa che mi tratteneva dall'andare a casa borbottando qualcosa sugli stupidi scherzi era la divisa da studente che avevo indosso. Quella fu l'argomento principale dei miei pensieri per tutto il tempo in cui rimasi lì sdraiato. Dubitavo si potesse ''falsificare'' una divisa da studente, il che significava che potevano esserci due possibili soluzioni. O era tutto un pessimo tipo di scherzo o esisteva un sensei tanto sconsiderato da lasciare delle persone lì ad aspettare per così tanto tempo. Non che mi dispiacesse, ovvio. In quel momento la cosa che avrei desiderato maggiormente era la pace.
    E qualcosa mi dice che verrà presto interrotta...
    Mai ebbi tanta ragione come ora. Innanzitutto sentii uno scricchiolio. Non vicino a me, più distante ma comunque percepibile. Questo rumore si ripete più volte, finché, arrabbiato, mi voltai per guardare cosa si stava permettendo di disturbarmi. Ciò che vidi mi fece alzare un sopracciglio. Il che significava che ero stupito. Molto stupito. Per prima cosa c'era un altro ragazzo lì vicino. Ero sorpreso dal fatto che mi fosse sfuggito, solitamente percepivo l'avvicinarsi di estranei istintivamente. Era un'abilità preziosa per uno shinigami, se non ci tieni a farti tagliare la gola mentre dormi. Dovevo allenarmi al più presto, se solo quell'U.M. fosse arrivato magari avrei potuto farlo. Ma ciò che mi stupii di più fu che un albero si muoveva. Un albero si MUOVEVA? E inoltre, così furtivamente? Ahi, ahi. Qui non tutto era....normale.
    Il secondo successivo lo stesso albero mise un cappello in testa all'altro ragazzo. Quando vidi che quel cappello era un POLLO, ogni mio neurone rimasto andò in tilt e si ritirò. Con il poco orgoglio rimastomi evitai di spalancare la bocca cercando di far assumere a tutto una sfumatura ''normale''.
    Mi ricordai della frase scritta nel ''biglietto'' del sensei.
    ''Chi arriva ultimo in accademia è un pollo.''
    Non ditemi che c'entra lui. Per favore non ditemelo. Che pessimo gusto.
    Ormai il mio stato d'animo era nella fase ''incredula''.
    Anzi, dovrei dire più ''rassegnata''. Il fatto che poi l'albero parlasse, quindi, non mi lasciò più sgomento del solito.
    L'avevo detto, no? "L'ultimo che arriva in Accademia è un pollo"!
    Il che confermava che era ''quella cosa '' ciò che stavamo aspettando. L'ultima cosa che volevo.
    Come avrete capito io sono l'incredibile U.M, alias Urahara Mouryou, terzo seggio della seconda brigata e vostro insegnante. Con chi ho il piacere di parlare?
    Molto modesto. E sperai che la domanda fosse retorica, parlare ad un albero mi avrebbe fatto sprofondare nel baratro della follia.
    Il perché del mio aspetto ve lo dirò dopo... forse.
    Non era di certo la cosa che più mi interessava in quel momento.
    Per inciso, quella era: cosa dovrei fare ora?
    I primi secondi furono di assoluto silenzio.....
    Poi senza neanche accorgermene lo ruppi: Io sono Aoi, piacere.
    Piacere? Bè, neanche per sogno, ma mi piace essere educato.
     
    Top
    .
  6. Dark Simix
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Modificato il mio primo post


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    Me ne stavo seduto accanto al cancello dell'accademia. Era proprio una bella giornata, il sole ora era alto nel cielo, che a sua volta era ornato da delle belle nuvolette a forma di pecorella. Soffiava una leggerissima brezza, nonostante ci trovassimo in un boschetto. Intorno a me si stagliavano dei piccoli alberelli, con una folta chioma verde chiaro e una corteccia abbastanza segnata dal tempo. Chissà da quanto esistono pensai. Un albero in particolare mi colpii : era molto più grande degli altri, mi piaceva, ma ancora non sapevo che mi avrebbe causato non pochi problemi. Era rilassante stare seduti, c'era un bel silenzio e una tranquillità che non era solito trovare nel rukongai centrale. Mi sarei addormentato volentieri in quel posto, come nel sogno di qualche ora prima. Il presunto sensei, ancora non si faceva vedere, quindi per ingannare il tempo, presi a giochicchiare con dei fili d'erba, staccandoli da terra e intrecciandoli uno ad uno, ripensando a tutta la strana vicenda di cui ero stato vittima fino a poco prima. Era successo tutto velocemente, così velocemente da non rendermi conto di ciò che mi stava succedendo. Insomma chi mai avrebbe creduto che delle api potessero essere ammaestrate a compiere tutte quelle azioni? Aveva quasi dell'incredibile.

    Non sopporto il ritardo, quindi abbastanza irritato da tutto, decisi di alzarmi e andarmene. Insomma, era passata circa mezz'ora da quando ero arrivato. Non mi piace aspettare i comodi di nessuno, neanche se il mio sensei fosse stato un capitano in persona. Non feci in tempo ad alzarmi in piedi, qualcosa attirò la mia attenzione. L'albero che avevo notato poco prima, cominciò a muoversi. Sarà il vento, ma la pianta continuava a traballare. D'un tratto l'albero si piegò, e mi appoggiò in testa uno strano cappello che aveva la forma di un pollo. Mi girai verso di lui, con gli occhi sgranati, arretrai, ed inciampai. Rimasi seduto a guardarlo. Impossibile spiegare con le parole quanto fossi stupito, esterrefatto e allo stesso tempo anche un po' impaurito. Cosa cavolo succede !! urlai. Da non credere : prima le api, ora lo strano albero che si muoveva. °- L'avevo detto, no? "L'ultimo che arriva in Accademia è un pollo"!° esclamò l'albero.
    °Come avrete capito io sono l'incredibile U.M., alias Urahara Mouryou, terzo seggio della seconda brigata e vostro insegnante. Con chi ho il piacere di parlare? °
    Tirai un sospiro di sollievo, non ero pazzo, quello era il sensei travestito da albero.
    ciao sensei ! Il mio nome è Momiji Ishimaru, ho 17 anni, piacere di conoscerla esclamai cercando di nascondere il mio stupore che comunque ancora non era svanito. Alla mia destra, notai un altro ragazzo. Non mi ero accorto della sua presenza, per via delle piante che mi coprivano la visuale.
    Avevo ancora in testa il cappello a forma di pollo in testa. Bello lo scherzo del pollo dissi sorridendo al sensei. Portai la mano alla testa, afferrai il copricapo e cercai di tirarlo.
    Cosa cazz* borbottai. Non si staccava ! Mi toccai i capelli che stavano sotto al pollo, c'era una sostanza gelatinosa : collaaaaaaa ! urlai.Toglietemolo ! Toglietemi questa schifezza dalla testa ! esclamai dibattendomi. I miei capelli, i miei bellissimi capelli ! continuai. Non volevo forzarlo più di tanto per evitare di strapparmi i capelli. Amo i miei capelli, li lavo e li curo ogni giorno. Avrei imprecato dio solo sa quanto, ma la presenza del sensei, non poco modesto, mi portò a non farlo, per non apparire troppo volgare ai suoi occhi. Ehmm.. sensei la prego, potrebbe togliermelo dalla testa ?.. insomma non sarebbe carino entrare nell'accademia e ridicolizzarsi agli occhi delle ragazze, non crede?

    Edited by Dark Simix - 24/3/2012, 14:01
     
    Top
    .
  7. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Attento Dark, Kisame aveva già dato il suo nome e quindi teoricamente si è presentato per primo. Stai attento al fluire del tempo e rispetta l'ordine che impongono i post. Al limite narra ciò che fa e dice il tuo compagno.


    Finite le presentazioni un ramo dell'albero si mosse veloce come una frusta e colpì il givoane Momiji sulla testa. Non sapevano bene come, ma per qualche motivo riuscivano a capire le emozioni che il sensei/albero stava provando come se stessero guardando una persona in carne e ossa invece che foglie e cellulosa. In quel momento sembrava decisamente seccato e il colpo sul cranio dello studente ne era la prova tangibile.
    - Rispetto per il tuo sensei! Chi dice "ciao" ad un maestro!? Ah, ai miei tempi mi avrebbero mozzato la lingua...
    Ed era vero. Guai a sgarrare dalla retta via con un sensei dalla spada veloce come il mio. Non che poi non avesse avuto altri pretesti per tagliuzzarmi un po' di pelle di dosso. Anche troppi se dovevo dirla tutta.
    Tossii forzatamente sia per scacciare i terribili e doloris ricordi sia per cambiare discorso e arrivare dritto al sodo. Quei ragazzi erano venuti lì per morire imparare.
    - Dato che, come immagino avrete notato, non sono in buone condizioni per seguire il vostro allenamento e a parte i rami... le braccia riesco a malapena a muovere le radici... voglio dire le gambe, vi lascerò nelle sapienti zampette del mio secondo in comando.
    Fischiai. Non si sa come, ma come albero riuscii a fischiare. Un tenero miagolio giunse in risposta dalle fronde sulla mia testa e per la prima volta i due notarono un piccolo micetto nero come il carbone e abbaglianti occhi gialli che se ne stava beatamente appisolato su uno dei rami più alti.
    - Vi presento Yori. Di solito vive fra i miei capelli, ma si è saputo adattare alla situazione con una facilità che non ho potuto fare a meno di ritenere offensiva... - l'irritazione nella mia voce era abbastanza lampante. Non pretendevo che un gatto si dispiacesse più di tanto per il suo padrone, ma almeno un minimo di considerazione l'avrei gradita!!
    Almeno lo studente pollo non avrebbe dovuto temere per la sua immagine.
    - Mi basta che lo acchiappate e, visto che non riesce a scendere (si sa, i gatti non sono bravi in certe cose), dovrete salire a prenderlo. Esiste una sola regola ferrea: guai a chi mi rompe un ramo!
    Le ultime parole vennero pronunciate con un chiarissimo suono di minaccia. Abbastanza realistico da far intendere che, se un trasgressore si fosse ritrovato a diversi metri da terra nell'atto di scalare, avrebbe fatto meglio a munirsi di casco e paracadute. in fondo si trattava di un albero alto almeno dieci metri e il gattino era proprio in cima!
     
    Top
    .
  8. Dark Simix
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    modificato


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    Cercavo disperatamente di staccarmi il cappello dalla testa, quando sentii un colpo. Ahio ! gridai. Avevo ricevuto una frustata in testa. Rivolsi uno sguardo interrogativo al sensei. Perchè mi ha colpito? domandai al sensei-albero.
    °- Rispetto per il tuo sensei! Chi dice "ciao" ad un maestro!? Ah, ai miei tempi mi avrebbero mozzato la lingua... °
    Aveva maledettamente ragione, quindi decisi di non rispondergli inoltre riuscivo a sentire, non so come, che il mio “ciao” lo aveva veramente seccato. Scusi la maleducazione, dissi con tono dispiaciuto. Non volevo causare, o meglio causarmi altri problemi, quindi mi rimisi a sedere davanti al maestoso albero. Doveva essere alto non meno di 10 metri. Cadere da quella altezza equivaleva al suicidio. Guardai il ragazzo alla mia destra, aveva detto di chiamarsi Aoi.
    Come già avrai sentito, io mi chiamo Ishimaru, piacere di conoscerti dissi sorridendo cercando di attirare la sua attenzione.

    °- Dato che, come immagino avrete notato, non sono in buone condizioni per seguire il vostro allenamento e a parte i rami... le braccia riesco a malapena a muovere le radici... voglio dire le gambe, vi lascerò nelle sapienti zampette del mio secondo in comando. - Vi presento Yori. Di solito vive fra i miei capelli, ma si è saputo adattare alla situazione con una facilità che non ho potuto fare a meno di ritenere offensiva... - °

    In effetti non riuscivo proprio ad immaginare come avrebbe potuto insegnarci qualcosa con quelle sembianze. Non lo avevo notato, ma in cima, proprio in cima c'era un bel gattino nero come la pece, con degli occhietti gialli, che trasmettevano furbizia. Per tutta risposta al sensei, il felino emise un miagolio. Dalle parole del sensei si capiva chiaramente che fosse irritato e offeso dal comportamento del micio. Fanno proprio una bella coppia pensai sorridendo. Ma ancora non riuscivo a capire il senso di tutto ciò... avevo una voglia matta di imparare e diventare forte. Sospirai e aspettai le direttive del sensei che non tardarono ad arrivare : °- Mi basta che lo acchiappate e, visto che non riesce a scendere , dovrete salire a prenderlo. Esiste una sola regola ferrea: guai a chi mi rompe un ramo! ° Si riusciva a capire che quelle parole equivalevano ad una vera e propria minaccia.
    Spalancai la bocca in segno di stupore. Si rischiava di farsi veramente male cadendo da quella altezza e come se non bastasse, bisognava stare anche attenti a non rompere nessun ramo dell'albero, per evitare di mandare il sensei su tutte le furie. Sotto molti punti di vista era molto utile come allenamento : ci obbligava ad essere abili come felini “appunto” e a sfruttare molto la nostra intelligenza, per riuscire a capire su quale ramo avremmo potuto arrampicarci e su quale no. Ma era solo il nostro primo allenamento e per dei novellini come noi poteva essere molto rischioso salire. Non ci era neanche stato dato nessun consiglio dal maestro. Era inutile rimuginarci sopra, il compito che ci era stato affidato era quello e per nessun motivo al mondo avrei rinunciato. Non soffro di vertgini, pertanto con un po' di attenzione e un pizzico di fortuna avrei potuto riuscirci. Quindi senza proferir parola, mi misi in piedi e incominciai a concentrarmi. Mi avvicinai all'albero, cauto, (la frustata di prima aveva lasciato il segno) e presi a tastare la corteccia dell'albero per capire quanto potesse reggere sotto il mio peso. Dovrebbe reggere constatai. Così misi un piede sulla corteccia e avvolsi le braccia all'albero. Cercai di arrivare al primo ramo per capire se avesse retto il mio peso. Allungai la mano e lo scossi. Non ero molto pesante, non dovevano esserci problemi. Così scesi di nuovo. Sospirai a fondo, arretrai di tre metri buoni e chiusi gli occhi. Mi concentrai. Volevo assolutamente essere sicuro di non rompere l'albero. Riaprii gli occhi di scatto e corsi, non troppo veloce, verso la pianta. Appoggiai più delicatamente possibile il piede sul fusto e mi diedi lo slancio per arrivare ad appendermi sul primo ramo, cercando di attacarmi il più vicino possibile al punto di giuntura tra il tronco e il punto in cui partiva il ramo. Se avessi cercato di appendermi più “in là” lo avrei quasi sicuramente rotto, con le relative conseguenze.

    Edited by Dark Simix - 24/3/2012, 23:23
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fission mailed.

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    3,663

    Status
    Offline
    Ho capito, sensei.
    Superato il momentaneo stordimento della alquanto buffa e strana situazione, cercai di mostrarmi il più possibile motivato e ansioso di iniziare, per quanto non mi fossi ancora abituato a parlare ad un albero.
    Per giunta poi, dovevo prendere un gatto. Un gatto su un albero. Mi ero più volte rifiutato di farlo nel mondo reale, dove i gatti avevano la spaventosa abitudine di far ciò che non vuoi che facciano, e dovevo farlo da Shinigami, per un allenamento e soprattutto in Accademia.
    Suppongo che non sarà qualcosa di facile come sembra. Se è il gatto del sensei non sarà di certo normale. Ma per fortuna che siamo solo noi, se quando ero vivo qualcuno mi avesse visto mentre facevo qualcosa del genere mi sarei rovinato la reputazione per sempre.
    E poi, non avevo la minima intenzione di sapere cosa succedeva a chi rompeva un ramo del sensei. Rabbrividii al solo pensiero.
    Ok, mi sarei impegnato al massimo per quanto sembrasse stupida la cosa, e ci sarei riuscito sicuramente. Ero appena arrivato in Accademia, certamente mi sarei dovuto impegnare per fare in modo che il mio insegnante abbia una buona impressione su di me.
    Iniziamo!
    Scalare un albero, un albero che si muove, e dunque un albero che farà di tutto per renderti le cose difficili....ok, si può fare.
    Iniziai subito a prepararmi per l'arrampicata. Mi avvicinai al maestro-albero e saggiai i rami più vicini a terra con una mano preoccupata e attenta.
    Feci benissimo, perché uno di essi infatti scricchiolò quando cercai di appoggiarmici sopra, e cambiai immediatamente ramo per non subire conseguenze disastrose e potenzialmente letali. Per me.
    Dunque, mi appoggiai su un altro ramo e con soddisfazione vidi che teneva. Allora misi un piede sopra e cominciai a salire, lentamente, sapendo che un piede in fallo o qualcosa di rotto(all'albero) sarebbero state pericolose. per non dire che in uno o nell'altro caso difficilmente avrei visto l'alba successiva.
    Un passo alla volta, con calma.
    Sì! Sta andando tutto bene. Bè, questo non si poteva negare, ormai ero a quasi sette metri d'altezza.
    Dopo qualche minuto, qualche pericoloso salto da ramo e ramo e nessuno scricchiolio sospetto, finalmente avvistai l'obiettivo.
    Esultai interiormente per esserci riuscito. Poi allungai la mano per afferrare il gatto e riportarlo giù, così da poter andare avanti.
    Eccoti...
     
    Top
    .
  10. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ho apprezzato il muoversi un poco alla volta di Dark invece che andare dritto al sodo di Kisame. Farsi dieci metri di scalata non è certo così semplice da richiedere un solo post, quindi ecco i risutati.



    I ragazzi dimostrarono di avere due approcci completamente diversi per quanto riguardava l'avvicinarsi agli alberi. Il primo scelse un approccio decisamente cauto, mentre l'altro dopo una finta partenza cominciò a muoversi con disinvoltura forse eccessiva rispetto a quella richiesta dall'esercizio.
    Il risultato fu quanto mai evidente. Il primo riuscì a salire sui primi rami che ressero il suo peso in maniera discreta, mentre il secondo ebbe la cattiva sorte di trovarsi su un ramo decisamente pericolante. Un acutissimo scricchiolio, unito ai lamenti stile "AHIAHIAHIAHIAHIAHI!!" del loro maestro lo costrinse a cambiare rapidamente zona d'appoggio se non voleva finire male. Il problema fu che questa manovra lo costrinse a scendere di diversi metri e tornare a vedere il gattino solo da lontano. Avrebbe dovuto scegliere un percorso differente per raggiungere la preda.
    Nel frattempo il loro sensei non era solo impegnato a lamentarsi per il dolore e grugnire per lo sforzo di tenerli sollevati. No, nella sua testa il cervello si muoveva freneticamente alla ricerca di risposte. Quella prova era leggermente diversa dalle sue solite e si stava chiedendo se fosse stata una buona idea aver seguito quell'ispirazione che gli era venuta sul momento di trasformare il tutto in una scalata. Purtroppo aveva dovuto seguire il capriccio di Yori di non voler scendere e quindi le cose erano diventate piuttosto complicate.
    - Speriamo che vada tutto liscio... - pensò sudando rugiada dal tronco.
     
    Top
    .
  11. Dark Simix
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    La mia, si era rivelata un discreta tecnica in quanto ero già riuscito a salire sui primi rami del sensei, senza espormi a particolari rischi. Inizialmente l'idea di scalare un albero di almeno dieci metri, non mi andava molto a genio, in quanto mi sarei aspettato o meglio avrei preferito un bel combattimento, magari con il sensei o anche con quell'altro ragazzo. Le mie intenzioni erano quelle di compararmi a qualcuno di più forte e vedere come sarei stato in grado di fronteggiarlo. Ma ora che mi trovavo già ad un quarto del cammino compresi con mia grande sorpresa, che mi stavo divertendo. Ad ogni nuovo ramo, davo tutto me stesso : cercavo di distendere i miei muscoli il più possibile e cercavo di non irrigidire troppo il corpo. Un sorrisetto si formava sul mio viso, ogni volta che guardavo giù, per sapere di quanto ero salito e farmi un 'idea di quanto mancava al gattino. Fino a lì era andata tutto bene. Ora però sembrava che i rami si allontanassero sempre più gli uni dagli altri. Concentravo tutta la mia forza nelle gambe e nelle braccia e letteralmente “abbracciavo” il tronco, cercando di avvicinarmi al ramo su cui avrei dovuto salire. Una volta constatata la sua solidità, mi aggrappavo (sempre nel punto di giuntura tra il fusto e il punto da cui partiva il ramo) al ramo superiore. Mi giravo poi di schiena al tronco, tenendo bene in linea i piedi con il ramo inferiore, cosicchè se il ramo si fosse staccato (non sia mai) o se comunque fossi scivolato, ci sarebbe stato quello a tenermi e non avrei rischiato troppo di capitombolare.
    Dopo un bel respirone, facevo leva sulle braccia, sollevavo le gambe e le attorcigliavo al ramo, distribuendo così tutto il mio peso per non rischiare di spezzarlo. Mi rialzavo velocemente e ricominciavo. Due o tre volte mi capitarono dei rami che sicuramente si sarebbero spezzati, se sollecitati a sorreggere il mio peso.
    Intanto, con la coda dell'occhio seguivo l'altro ragazzo. Andava decisamente molto più veloce di me, ma sapevo che la velocità in quell'esercizio contava relativamente. Infatti dopo essere quasi arrivato in cima si fermò su un ramo e fece male al sensei. Quest'ultimo lo costrinse a scendere di alcuni metri.

    Dovevano essere passato ormai dieci minuti buoni dall'inizio della scalata. Contrariamente alle mie ipotesi iniziali, il tutto non mi era sembrato poi impossibile. Ma un'altra preoccupazione si faceva strada nella mia mente. Metro dopo metro, ramo dopo ramo mi domandavo : e una volta in cima come faccio a scendere ?
    Sicuramente sarebbe stato molto più difficile ed impegnativo. Come se non bastasse avrei dovuto tenere una mano occupata per reggere il gattino. Lo scendere in sé per sé era difficile, con una sola mano poi... mi serviva un'idea.
    Decisi di rimandare il problema una volta in cima, semmai ci fossi arrivato.

    Ero ormai quasi sulla vetta. Mancavano cinque o sei rami. Poco più sopra di me, il gattino se ne stava appisolato su una frasca. Sembrava non avesse paura dell'altezza e non si preoccupava minimamente del pericolo.
    Non me ne ero accorto fino a quel momento. Da lassù si poteva vedere una buona parte del rukongai. L'altezza camuffava quel panorama, il rukongai fa schifo, ma a vederlo dall'alto sembrava un po' meglio. Le persone camminavano velocemente come formichine indaffarate. Tutti lavoravano incessantemente. Solo alcuni bambini se la spassavano facendo il bagno in un fiumiciattolo. Era bello poter prendersi una pausa e osservare tutto ciò dall'alto. Sembrava quasi di essere un essere soprannaturale vegliante su migliaia di persone. Una leggera brezza mi accarezzava il viso.

    Anche se molto breve, quella pausa di alcuni secondi fu un toccasana per me. La stanchezza si era attenuata, ora avevo una voglia matta di terminare l'allenamento e dimostrare a tutto e a tutti quanto valevo.
    Gattino ! Sto arrivando a prenderti ! dissi sorridendo rivolgendomi al felino che ora, si trovava davvero molto vicino.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fission mailed.

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    3,663

    Status
    Offline
    Mi stavo arrampicando velocemente sullalbero, in uno dei momenti in cui ero preso dalla competizione e dall'adrenalina, e non penso alle conseguenze delle mie azioni. Purtroppo era una delle mie caratteristiche, che nonostante non mi piacessero erano mie, e dovevo sorbirmele.
    Per questo controllai dove poggiavo i piedi solo le prime volte e poi mi lasciai ogni preoccupazione alle spalle. Che erroraccio. Infatti capii che ero salito sul ramo sbagliato. Proprio sbagliato. Bè, difficile non accorgersene sentendoti un urlo di dolore nelle orecchie. Al che in fretta tornai lucido e mi pentii subito di essermi distratto in quel modo. Immediatamente scesi, o meglio dovetti scendere, giù di parecchi rami per avere sotto i piedi un punto d'appoggio stabile.
    Maledissi me stesso nella mia testa, e poi ripresi a salire ma lentamente, tanto che finii per essere frrustrato da quel ritmo, ma mi rimisi in velocemente in riga. Tendevo sempre a divagare e i miei pensieri rifuitavano di seguire una linea retta, impedendomi di concentrarmi seriamente su qualcosa di noioso. Per questo cercavo di movimentare tutto ciò che potevo.
    Mi impedii di pensare al fatto che ormai ero molto più indietro del mio compagno, e misuravo con cautela ogni passo. E non potei nemmeno arrampicarmi direttamente per arrivare in cima, ma dovetti usare i rami a mò di scala circolare. Era comunque una scalata, i rami non erano certo disposti ordinatamente per aiutarmi. Grazie a questo quasi raddoppiai la lunghezza del mio percorso e dopo un bel po' di tempo avevo appena superato la metà del tronco.
    Appena me ne accorsi subito mi disperai: come è possibile che sia ancora a questo punto?!
    Non ce la facevo più con quel ritmo, e allora decisi che se volevo riuscire ad arrivare alla cima di quell'albero, la cui conformazione piena di rami che mi pungevano non aiutava di certo, dovevo sbrigarmi e velocizzare tutto quanto.
    Dunque mi sforzai di salire più in linea retta che potevo per aiutarmi, e dopo un po' persi il conto dei rami a cui mi ero appeso.
    Ormai devo essere almeno a sette metri d'aletzza, un altro po', posso farcela!
     
    Top
    .
  13. Belfagor90
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    I due ragazzi erano la chiara comprova che gli esseri umani derivavano dalle scimmie. Forse non se ne rendevano conto, ma in quel momento stavano provando la meravigliosa sensazione di avere un pollice opponibile! Esso è IL simbolo dell'evoluzione. E' IL gradino che denomina un essere superiore. Fu ciò che permise agli ominidi di scoprire quanto era divertente afferrare qualcosa, sbatterlo su qualcos'altro e vedere cosa succedeva di bello.
    E invece a me toccava diventare un albero. Era spiacevole starsene fermo lì e la sensazione delle radici infilate nel terreno era come avere i piedi infilati in uno stagno limaccioso e non poterli muovere. Però era piacevole. Sembrava di essere sempre a tavola e dormire al tempo stesso. Ci pensavano le mie adorate foglioline a fare tutto il lavoro con la loro clorofilletta. Che pacchia poter sopravvivere semplicemente prendendo il sole! Comodo, ma terribilmente noioso. Almeno avessi dei videogiochi o un libro per passare il tempo, ma per usarli avrei sempre bisogno di un POLLICE OPPONIBILE!!
    Era una fottuta fregatura, ecco cos'era.
    Almeno potevo divertirmi con quella piccola lezione prima che finissero di trovare il modo per farmi tornare normale.
    I due ragazzi erano giunti entrambi a circa sette metri d'altezza, un buon punto anche se ora la sfida entrava nel vivo. Yori ormai aveva visto i due avvicinarsi e non teneva più gli occhi placidamente chiusi. Gli studenti avrebbero dovuto fare attenzione, un gatto messo all'angolo è qualcosa da temere, specie se si è alla giusta altezza per rompersi il collo!
     
    Top
    .
  14. Dark Simix
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    Guardai verso il basso : approssimativamente mi trovavo a circa 6-7 metri dal suolo. Cadendo da quell'altezza, chiunque si sarebbe rotto l'osso del collo. Naturalmente non un gatto. I felini hanno la straordinaria capacità di riuscire a cadere sulle zampe. Riescono a raddrizzarsi in aria, orientandosi verso terra e per rallentare meglio la caduta, allargano le zampette, creando una sorta di paracadute. In quel momento, la capacità di un gatto mi sarebbe stata molto utile. Il gattino che prima dormiva placidamente e beato, ora sembrava essere spaventato dalla mia presenza e da quella di Aoi. Mi guardava con quei suoi occhietti gialli e penetranti, come per dire “prova a toccarmi e ti faccio fare un bel volo”. Del resto si sa, tutti i gatti finiti in cima a qualcosa, fanno i capricci e non facilitano certo il compito a chi vuole salvarli. Riuscire a prenderlo, non era l'unico problema, se anche ci fossi riuscito, avrebbe certamente cercato di fuggire o comunque si sarebbe dibattuto, vanificando la mia scalata e facendomi rischiare di cadere.

    Pochi rami dividevano me dal gattino. Arrivato a quel punto, non era mia intenzione commettere errori, quindi raddoppiai la mia attenzione nello scalare quei pochi metri. Salire su quegli ultimi rami, significava tanto per me, già quella era una vittoria. Scalare 10 metri, in se per se era una cosa fuori dal normale. Ora dovevo ultimare l'allenamento. L'unico modo per farsi voler bene dai gatti, è quello di guadagnarsi la loro fiducia, quella era l'unica soluzione. Il gatto si trovava sul ramo più alto e io mi trovavo sul ramo sotto il suo. Salii sull'ultima ramo molto lentamente, adagiandomi sull'estremo opposto a quello in cui si trovava il felino.
    Lo fissai per alcuni minuti e lui fissava me. Allungai la mano lentamente verso di lui, sorrisi e le dissi Dai sali sulla mia spalla, ti riporto giù. Cercai di avvicinarmi e allungai la mano per accarezzarlo sulla testa. Avvicinai la mano a lui lentamente. Se fossi riuscito ad accarezzarlo, non avrei avuto problemi a prenderlo, si sarebbe fidato.

    Per non essere troppo autoconclusivo, lascio a te scrivere nel tuo post se il gatto si fa prendere o no
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Fission mailed.

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    3,663

    Status
    Offline
    Perfetto. Assolutamente perfetto. Mi trovavo su un albero vivente capace di uccidermi da un momento all'altro, e già sarebbe bastato. Ma ero anche su un ramo che supponevo fosse tenuto su da qualche miracolo: E per di più ero a tanto così dal cadere giù. Una situazione tanto poco invidiabile quanto difficilmente attuabile. Ma, ovviamente se qualcosa non è mai accaduta a qualcuno doveva accadere a me. Dunque ero lì appeso a malapena col rischio di cadere e rompermi tutto o, ancora peggio, rompere il ramo, cadere giu e rompermi tutto. Cercai innanzitutto di smetterla di pensare a scenari sempre più catastrofici, altrimenti qualcosa come salvarmi da quella situazione sarebbe sembrato mortale quanto dover abbattere un'armata di Hollow con le mani legate.
    Dunque, liberai con gran fatica una mano incastrata in un groviglio particolarmente fitto di rami e la poggiai su una sporgenza nodosa dell'albero. Se non altro con rami tanto fitti sarebeb stato molto difficile cadere giu in linea retta. Magra consolazione. Sbuffando come una locomotiva riuscii a tirare fuori anche l'altra mano ed anche con quella mi afferrai a qualcosa che non avevo il tempo di vedere impegnato com'ero. Finalmente mi tirai a sedere su un ramo e sospirai. Eppure all'inizio era sembrato facile. Invece ora no. Non lo era assolutamente. Gia solo per essermi cacciato in quella situazione dovevo essere un totale imbecille. Ci sarebbe mancato solo che scivolassi su una buccia di banana e avrei completato la collezione di figuracce. Lentamente, a poco a poco riacquistai un equilibrio relativamente stabile. Per una volta la sfortuna si era stancata di starmi dietro e mi trovai davanti un percorso più semplice di quello che mi aspettavo. Afferrai con sicurezza ogni sporgenza disponibile e mi tirai su. Feci solo qualche secondo di pausa, prima di ricordarmi che non ero ad un picnic e con più rabbia che sicurezza avanzai. Non fu certo una cosa tra le più semplici che abbia mai fatto. Ma alla fine, centimetro dopo centimetro, scricchiolio dopo scricchiolio (sia dell'albero che delle mie povere ossa) avvistai un qualcosa che si muoveva. La frazione del mio cervello non ancora impegnata con cluse che si trattava del mio obiettivo. Dopo qualche altro minuto in questo stile riuscii a soprgere la testa in cima all'albero. Come mi aspettavo ero pure arrivato secondo, ma di certo non credevo di aver stabilito un record mondiale.
    Benissimo, ci sono altri problemi?
     
    Top
    .
27 replies since 22/3/2012, 01:26   229 views
  Share  
.
Top