Classe F [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv.1

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  1. Dark Simix
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    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Borbottato
    °Parlato altrui°

    Cercavo disperatamente di staccarmi il cappello dalla testa, quando sentii un colpo. Ahio ! gridai. Avevo ricevuto una frustata in testa. Rivolsi uno sguardo interrogativo al sensei. Perchè mi ha colpito? domandai al sensei-albero.
    °- Rispetto per il tuo sensei! Chi dice "ciao" ad un maestro!? Ah, ai miei tempi mi avrebbero mozzato la lingua... °
    Aveva maledettamente ragione, quindi decisi di non rispondergli inoltre riuscivo a sentire, non so come, che il mio “ciao” lo aveva veramente seccato. Scusi la maleducazione, dissi con tono dispiaciuto. Non volevo causare, o meglio causarmi altri problemi, quindi mi rimisi a sedere davanti al maestoso albero. Doveva essere alto non meno di 10 metri. Cadere da quella altezza equivaleva al suicidio. Guardai il ragazzo alla mia destra, aveva detto di chiamarsi Aoi.
    Come già avrai sentito, io mi chiamo Ishimaru, piacere di conoscerti dissi sorridendo cercando di attirare la sua attenzione.

    °- Dato che, come immagino avrete notato, non sono in buone condizioni per seguire il vostro allenamento e a parte i rami... le braccia riesco a malapena a muovere le radici... voglio dire le gambe, vi lascerò nelle sapienti zampette del mio secondo in comando. - Vi presento Yori. Di solito vive fra i miei capelli, ma si è saputo adattare alla situazione con una facilità che non ho potuto fare a meno di ritenere offensiva... - °

    In effetti non riuscivo proprio ad immaginare come avrebbe potuto insegnarci qualcosa con quelle sembianze. Non lo avevo notato, ma in cima, proprio in cima c'era un bel gattino nero come la pece, con degli occhietti gialli, che trasmettevano furbizia. Per tutta risposta al sensei, il felino emise un miagolio. Dalle parole del sensei si capiva chiaramente che fosse irritato e offeso dal comportamento del micio. Fanno proprio una bella coppia pensai sorridendo. Ma ancora non riuscivo a capire il senso di tutto ciò... avevo una voglia matta di imparare e diventare forte. Sospirai e aspettai le direttive del sensei che non tardarono ad arrivare : °- Mi basta che lo acchiappate e, visto che non riesce a scendere , dovrete salire a prenderlo. Esiste una sola regola ferrea: guai a chi mi rompe un ramo! ° Si riusciva a capire che quelle parole equivalevano ad una vera e propria minaccia.
    Spalancai la bocca in segno di stupore. Si rischiava di farsi veramente male cadendo da quella altezza e come se non bastasse, bisognava stare anche attenti a non rompere nessun ramo dell'albero, per evitare di mandare il sensei su tutte le furie. Sotto molti punti di vista era molto utile come allenamento : ci obbligava ad essere abili come felini “appunto” e a sfruttare molto la nostra intelligenza, per riuscire a capire su quale ramo avremmo potuto arrampicarci e su quale no. Ma era solo il nostro primo allenamento e per dei novellini come noi poteva essere molto rischioso salire. Non ci era neanche stato dato nessun consiglio dal maestro. Era inutile rimuginarci sopra, il compito che ci era stato affidato era quello e per nessun motivo al mondo avrei rinunciato. Non soffro di vertgini, pertanto con un po' di attenzione e un pizzico di fortuna avrei potuto riuscirci. Quindi senza proferir parola, mi misi in piedi e incominciai a concentrarmi. Mi avvicinai all'albero, cauto, (la frustata di prima aveva lasciato il segno) e presi a tastare la corteccia dell'albero per capire quanto potesse reggere sotto il mio peso. Dovrebbe reggere constatai. Così misi un piede sulla corteccia e avvolsi le braccia all'albero. Cercai di arrivare al primo ramo per capire se avesse retto il mio peso. Allungai la mano e lo scossi. Non ero molto pesante, non dovevano esserci problemi. Così scesi di nuovo. Sospirai a fondo, arretrai di tre metri buoni e chiusi gli occhi. Mi concentrai. Volevo assolutamente essere sicuro di non rompere l'albero. Riaprii gli occhi di scatto e corsi, non troppo veloce, verso la pianta. Appoggiai più delicatamente possibile il piede sul fusto e mi diedi lo slancio per arrivare ad appendermi sul primo ramo, cercando di attacarmi il più vicino possibile al punto di giuntura tra il tronco e il punto in cui partiva il ramo. Se avessi cercato di appendermi più “in là” lo avrei quasi sicuramente rotto, con le relative conseguenze.

    Edited by Dark Simix - 24/3/2012, 23:23
     
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27 replies since 22/3/2012, 01:26   231 views
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