Classe G [I]

Presentazione + Controllo del Reiatsu Lv. 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Classe G
    Sensei: B l a z e (Gintoki Sakata)
    - • Maki (Kahori Hashimoto)
    - Byakuya~ (Saber Lily)
    - _Kogin (Ibi Sosa)
    Classe Completa.

    CITAZIONE
    Qualche piccola nota prima di iniziare.
    Dovete fare post di non meno di dieci righe; usate pensieri, sensazioni o quel che volete ma cercate di non fare post corti.
    Niente abbreviazioni da sms, siate corretti grammaticalmente e rileggete quel che scrivete onde evitare svarioni.

    Cercate di interpretare il vostro personaggio in maniera opportuna; avete delle caratteristiche, cercate di rispettarle per quanto possibile... altrimenti che la fate a fare la descrizione psicologica? ;)

    Siate originali, un post "innovativo" aiuta a rendere la lettura divertente;
    rispettate la turnazione ovvero dopo un post mio fate uno e un solo post vostro.

    Esempio:

    Sensei
    allievo 2
    allievo 1
    allievo 3
    Sensei


    l'ordine in cui rispondete voi non ha importanza; ci deve essere un post mio ogni volta che avete postato tutti voi.

    Non siate autoconclusivi, non descrivete gli esiti delle vostre azioni
    - tento di colpire XXXX ok
    - colpisco XXXX e gli faccio un gran male FAIL

    Iniziate senza armi con solo la tenuta da allievo, che vi viene recapitato in un pacco con la lettera di ammissione; la divisa è bianca sopra con un hakama blu se siete un ragazzo, rosso se siete una ragazza.

    Se avete domande, inseritele sotto spoiler alla fine o all'inizio del post, mai in mezzo.

    Buona giocata!


    Ricevete tutti e tre il seguente messaggio:
    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    L'intero messaggio è vergato con una calligrafia piuttosto chiara, che non avrete difficoltà a decifrare.

    Descrivete ciascuno il momento in cui il proprio pg riceve il messaggio, dopodichè descrivi il suo risveglio e l'arrivo in accademia.

    L'accademia si presenta come un grosso edificio interamente bianco, circondato da diversi spazi verdi e popolata da un enorme via vai di persone che entrano ed escono. Vicino all'entrata, una figura con un cespuglio di capelli azzurrini si distingue dalle altre per il suo abbigliamento; per maggiori info sull'abbigliamento del mio pg [QUI].
    In particolar modo è la sua divisa, una sorta di kimono nero con rare tinte di bianco a risaltare tra la folla di studenti vestiti di bianco, rosso e blu.

    Per qualsiasi dubbio, non esitate a chiedermi. Non amo discutere per MP, preferisco msn; quindi nel caso abbiate bisogno non esitate a chiedere il mio contatto. È tutto per ora, buon gioco. (:
     
    Top
    .
  2. _Kogin
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Pensato
    -Parlato-
    Parlato Altrui


    -Kumiko, sono a casa !- Ibi entrò a casa di Kumiko sbattendo la porta e urlando, neanche fosse stata casa sua.- Mi hanno detto che dovevo iscrivermi, aspettare una lettera, seguire dei corsi e palle varie. Così ho deciso di aspettare la lettera qui.- Mentre diceva ciò, si tolse la maglia e si buttò sul letto.

    Va bene. Kumiko scoppiò in una fragorosa risata. Si alzò prese la maglietta di Ibi, la piegò e la mise sul comodino. Ti preparo un tè. Va bene un Baicha ?

    Ibi sbuffò e si passò una mano tra i capelli. -No. Preferisco una tazza di Qingcha.-

    Ho fatto un po’ lo stronzo... Vabbè, sono fatto così, che ci posso fare.

    Steso sul letto Ibi si accorse che quello era il primo momento di riposo che si concedeva da quando era arrivato nella Soul Society. La cosa non gli dispiaceva, se non lo avessero ammesso all'accademia, avrebbe potuto trasferirsi lì a tempo pieno, a grattarsi per l'eternità.
    Le divagazioni di Ibi furono interrotte dalla voce di Kumiko che lo chiamava per il tè. Ibi si alzò dal letto, prese la tazza e si sedette al tavolo a sorseggiare il suo Oolong.

    -Ti rompe se rimango qui un paio di giorni?- Ibi fu scortese come al solito.

    Figurati, sei sempre il benvenuto qui, Ibi-chan. E Kumiko fu dolce come al solito.

    C'era qualcosa in quella gentilezza e disponibilità incondizionata di Kumiko che metteva a disagio Ibi. Gli ricordava sua madre. Ibi finì in fretta il tè e tornò a sdraiarsi sul letto.
    Passarono un paio di giorni nei quali Ibi fu servito e riverito da Kumiko, senza che lui facesse nulla.
    Una mattina Ibi era uscito presto di casa per allenarsi. Era nel bosco, si stava arrampicando su un albero per godersi la vista della Soul Society.
    Il panorama di questo “aldilà” all’alba era fantastico; Ibi abbassò lo sguardo e guardò la casa di Kumiko. Un’ombra fuggì nel bosco a velocità supersonica. Ibi si lasciò cadere dalla cima dell’albero, era preoccupato, pensava potesse essere capitato qualcosa a Kumiko. Ibi atterrò malamente su una spalla, ma in fin dei conti non si ferì gravemente, solo qualche graffio e probabilmente un livido nei giorni seguenti. Corse verso la porta di casa, che sembrava intatta, e si accorse che lì, ai suoi piedi c’era un pacco e un biglietto.
    CITAZIONE
    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS

    Era ora…
    Ibi prese il pacco e lo portò in casa, Kumiko dormiva ancora sul divano: aveva lasciato il suo letto a disposizione di Ibi. Ibi non voleva comunicare subito la notizia a Kumiko quindi nascose il pacco sotto il letto e si rimise a dormire. Il mattino seguente Ibi si alzò di nuovo molto presto, tirò fuori dal sotto il letto, il pacco che conteneva la divisa dell’accademia e la indossò. Una semplice divisa bianca con e un hakama blu, ricordava molto la sua vecchia divisa da kendo, quindi non ebbe difficoltà ad indossarla senza svegliare Kumiko. Prima di uscire prese il biglietto allegato al pacco, lo girò e scrisse un’unica parola: ADDIO; quindi lo attaccò alla porta e uscì.
    Ibi si diresse con calma verso l’accademia, era presto, camminando tranquillamente ci avrebbe messo un paio d’ore ad arrivare, giusto in tempo per l’appuntamento. Ibi si massaggiò la spalla su cui era caduto il giorno precedente, non gli faceva male, ed era un ottimo segno. Ibi arrivò presso l’accademia con una decina di minuti di anticipo, il palazzo bianco che s’innalzava intorno a dei verdeggianti giardini era già gremito di persone. Erano tutti vestiti come lui, donne a parte, le quali indossavano un hakama rosso.
    L’attenzione di Ibi fu attratta da una macchia nel folto in vestiti bianchi, un vestito nero, probabilmente quello di uno Shinigami. Ibi si avvicinò abbastanza da poterlo osservare senza dare troppo nell’occhio.
    Capelli azzurri, occhi magenta, cuffie pacchiane.
    Se lui è il mio maestro, posso anche tornarmene a casa. Sembra anche più giovane di me.
    Ibi, rassegnatosi all’idea che molto probabilmente quello sarebbe stato il suo maestro, gli si avvicinò, lo squadrò per qualche secondo e lo salutò.
    -Yo.- Quello che uscì dalla bocca di Ibi fu forse il saluto più glaciale e inespressivo mai pronunciato.
     
    Top
    .
  3. • Maki
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Kahori Hashimoto




    «Kahori! Kahori! Svegliati! C'è qualcosa per te.»
    Disse Mutsumi, la ragazza bionda dagli occhi del colore dell'erba che piombò in camera sua sventolando uno strano foglio di carta.
    Non appena Kahori arrivò alla Soul Society, conobbe lei che la ospitò insieme ad altri tre tra ragazzi e ragazze.
    Kahori stava ancora dormendo e sentendo le urla dell'amica si portò l’enorme cuscino sulla testa per non sentirla più. Come se servisse a qualcosa... La ragazza aveva la voce troppo squillante e forte. Aveva passato una nottataccia piena di incubi che in quel momento neanche ricordava più.
    «Kahooori!» Insistè Matsumi.
    «Cosa c'è?!» Kahori si arrese. Non sopportava la gente che la svegliasse in quel modo la mattina. Diventava furiosa e sgarbata.
    Decise di abbandonare quel soffice letto e le sue coperte nere e si mise in ginocchio su di esso.
    Matsumi le diede il foglio di carta che era scritto con una bella calligrafia e recitava queste parole:

    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    Poi la rilesse, per la sua amica.
    Quella mattinata non era cominciata poi così male.
    Era felicissima. Diventare uno Shinigami era diventato il suo sogno da quando era arrivata in quel posto. La incuriosivano molto il Kido e le tecniche di combattimento che questi utilizzavano.
    C'era anche un pacco. Kahori lo aprì delicatamente e tirò su una divisa bianca con un hakama rosso che erano le vesti che le allieve dell'Accademia delle Arti Spirituali Shin'O dovevano indossare. Per i ragazzi, l'hakama era blu.
    Passò il resto della giornata a chiedersi se fosse stata in grado di affrontare l'Accademia.
    Ma certo! Continuava a ripetersi con un tono un po' insicuro.
    Il sole cominciò a calare e l'ansia a sorgere. Si prospettava un'altra nottataccia ma doveva dormire. Non poteva fare tardi. Chi sa cosa avrebbe pensato il Sensei di lei se fosse accaduto.
    In un modo o nell'altro, Kahori cadde in un sonno profondo.

    «Già mattina? Devo sbrigarmi!»
    La ragazza prese tutte le sue cose e salutò gli amici che le augurarono buona fortuna.
    Si incamminò per l'Accademi che si presenta come un edificio di enormi dimensioni, interamente bianco, circondato da molti spazi verdi.
    C'era un enorme via vai di gente e vicino all'entrata un ragazzo con i capelli azzurrini che indossava un kimono nero con alcune parti tinte di bianco che attendeva.
    «Può essere? Sarà lui il Sensei?» Disse Kahori tra sé e sé. Sembrava più giovane di lei. Accanto a lui c'era un altro ragazzo. Un ragazzo alto con i capelli color nocciola. Probabilmente era un compagno di corso. Si avvicinò a loro due con aria un po' spaesata e imbarazzata.
    «Ohayo!» Disse infine.

    Edited by • Maki - 19/6/2012, 17:48
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    14° SEGGIO

    Group
    Member
    Posts
    3,073
    Location
    Synapse

    Status
    Anonymous

    111jqs


    Parlato da Saber
    Parlato da altri
    Pensato

    “Ichi – ni – san”
    “Ichi – ni – san”
    “Sono ore che continua quegli esercizi, ma non si stanca mai?” balbettò il padre e con voce chiara chiamò :
    “Saberrr vieni il cena è pronta”…
    Anco-ra una seri-e… Ichi – ni – san” rispose la ragazza impugnando saldamente il bastone.
    “Incredibile ha energia da vendere, spero solo la usi per il meglio” pensò arricciando le sopracciglia
    “Eccomi” La porta si aprì ed una ragazza con un lungo abito bianco entrò dalla porta scricchiolante, capelli biondi raccolti dietro la testa a coda di cavallo, portamento sicuro e deciso e occhi cristallini color cielo,
    Saber Lily aspirante recluta Shinigami…
    La cucina era un ambiente molto semplice: un tavolo con qualche sgabello attorno e da un lato una panca, dei mobili per contenere le stoviglie e un cucinino con il fuoco vivo che illuminava la stanza in quelle ultime ore della giornata, Saber e suo padre si sedettero uno di fronte all’altro e iniziarono a mangiare “Oggi hai finito più tardi del previsto” notò il padre della ragazza “Si” la risposta fu secca come del resto qualunque sua frase da quel giorno. Le loro conversazioni erano estremamente spoglie, poche parole pochi concetti estrema semplicità, a questo i signor Lily si era arreso ormai da anni, ora infatti quella bambina era una ragazza bella e forte, di 18 anni con un destino che l’aspettava e lui ormai ci si era rassegnato…
    “Tieni” disse “è arrivata questa oggi… Credo ti possa interessare”. Saber vide il padre alzarsi e andare verso un mobile, aprirlo e prendere un pacco con una busta sopra che appoggiò sul tavolo e la fece scorrere verso di lei, il suo sguardo improvvisamente cambiò…
    Prese la busta, capì subito cos’era dal vistoso simbolo del Gotei 13 impresso sopra, “Ho finito”, si alzò di scatto ed uscì fuori in giardino andandosi a sedere su una panca in ferro fatta da suo padre anni fa sulla quale usava sedere con la defunta madre.
    Il sole stava calando e le prime ombre della sera avvolgevano il corpo di Saber e la natura che la circondava, il padre intanto seguì la ragazza bloccandosi però sull’uscio della porta alla visione per la prima volta dopo 10 anni di quello che mai avrebbe sognato: la luce colpiva ancora il suo viso mentre i capelli dorati ondeggiavano al vento, le mani stringevano la lettere aperta, un dolce vento frusciava tra le foglie degl’alberi e la luna ormai s’intravedeva lontana, Saber stava lì seduta in mezzo a tutto questo mentre una lacrima solcava la sua pelle candida, andandosi a spegnere sul vestito, si voltò, gl’occhi azzurri sembravano riflettere la luce della sua anime che ora più che mai brillava e con voce tremolante e quasi impaurita sconvolta dalla felicità che dopo lungo temo ricomparve sul suo viso disse: “Mi hanno accettata..."

    La tua richiesta di entrare a far parte della prestigiosa Accademia delle Arti Spirituali Shin'O, che ti formerà fino a renderti pronto per entrare nel duro mondo degli Shinigami, è stata ufficialmente approvata.
    Presentati domani in Accademia alle ore 9:00, ti aspetterò davanti all'ingresso.
    GS.


    “Saber!! Saber!!!” svegliati che è tardi “Saber ma ci sei!?” chiese il padre entrando nella stanza della ragazza “Permesso entro…”
    “L’ultima volta che entrai senza bussare era 2 anni fa, Saber aveva ancora 16 anni e pareva ancora una bambina ma mi ricorderò sempre la forza che aveva quel fermacarte in ferro battuto che mi arrivò in faccia” il padre si toccò il naso e sorridendo si notò la mancanza di un dente “Un bel ricordino bimba mia”.
    La camera era vuota, il letto in ordine, tutto perfettamente al proprio posto ma mancava qualcosa: lei…
    Il padre sorrise “Ha iniziato il sua nuova vita” e mentre una lacrima scendeva dal suo viso disse “Ti auguro buona fortuna figlia mia”.

    La città era gremita di gente reclute appena giunte, studenti dell’accademia e shinigami; Saber camminava con passo sicuro, ora che era riuscita nel suo desiderio sarebbe andata fino in fondo, comunque non si può dire che quella situazione non la agitasse. Arrivò con una decina di minuti di anticipo all’accademia e appena arrivata si imbatte in una marea di studenti vestiti tutti come lei: divisa bianca e hakama blu per i maschi rossa per le femmine, “Questa distinzione un po’ mi disturba, però va bene” pensò lei…. Un pensiero però si volse al suo risveglio, al carico di tensione e adrenalina che aveva in corpo la mattina quando si svegliò, era felice e disposta a tutto pur di fare bella figura, pensò al padre “Potevo almeno salutarlo” presa com’era uscì senza neanche incontrarlo “Gli scriverò” disse.
    Trattenne il fiato per un istante e si lanciò attraverso il turbinio di reclute, alcuni spingevano altri urlavano o schiamazzavano “Che razza di gente” pensò mentre con il cuore che batteva si faceva largo tra la gente, era iniziata la mattina e già voleva trovare il modo di liberarsi di quelle fastidiose voci tutt’intorno.
    “Devo trovare il sensei” questa frase le rimbombava in mente in quel momento…
    Si fece largo fino all’entrata dell’accademia, un enorme edificio bianco circondato da ampi spazi verdi, un bel posto tutto sommato, si guardava attorno i cerca di elementi che potessero aiutarla od indirizzarla “A sinistra divise bianche a destra divise bianche dietro un muro… bianco davanti divise, ovviamente bianche” un particolare però colse la sua attenzione, i suoi occhi azzurri si volsero come attratti da qualcosa, una macchia nera risaltava tra tutte, si notava che non era una recluta, pareva uno shinigami vero e proprio. Non sapeva se fosse lui ma quella figura le trasmetteva più sicurezza delle altre o almeno questa era la sua sensazione, si avvicinò guardandolo, da vicino altre alla divisa nera risaltavano anche i capelli, una massa informe di colore azzurro “Particolari direi”. Paura, emozione, tensione e ambizione albergavano in lei, paura di fallire, era emozionata per l’ambiente che la circondava, tesa per la situazione e ambiziosa sul suo futuro, prese il respiro e si avvicinò a pochi passi lasciandosi scivolare una parola dalle labbra: “Scusi…”
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Bene, adesso vi spiego un po' come funziona. Il primo Quote di ogni mio post sarà una valutazione del vostro operato. Quando non ci sono appunti particolari da fare, non citerò il vostro nome.

    @Byakuya~: Ti chiedo solamente di tentare, per quanto possibile, di provare a rileggere le frasi del tuo scritto prima di postare. Temo che tu e le virgole non andiate tanto d'accordo... °-° Un altro appunto da farti è che i numeri vanno espressi letteralmente e non numericamente; quindi diciotto e non 18. Vale anche per voi altri, chiaramente. :3

    Per il resto, bravi tutti e tre. u.u

    CITAZIONE
    «Parlato»
    "Pensato"
    [/color]

    png
    × 1.1: The three rookies.

    Era una mattinata torrida di inizio estate; il sole splendeva alto nel cielo e tediava il sottoscritto con i suoi raggi solari che, inevitabilmente, finivano col farmi morire di caldo dentro quella divisa nero pece che tratteneva chiaramente tutto il calore. Non hanno mai ascoltato le mie richieste di cambiare il colore della divisa, 'sti bigotti, ma aspettino solo che io diventi Capitano, poi vedranno...
    In ogni caso, anche quella mattina non riuscii a sfuggire al richiamo del dovere -leggesi "Il Capitano Hitsugaya ha mandato uno dei galoppini per farmi alzare il culo dal letto e trascinarmi in Accademia con tre curriculum tra le mani"-. Sapevo perfettamente che mi erano stati assegnati tre nuovi allievi in quanto il giorno precedente avevo io stesso compilato e spedito le tre lettere insieme ai rispettivi pacchi contenenti le divise; il problema, come al solito, stava tutto nella mia svogliatezza nei confronti di quell'ingrato lavoro quale era il sensei accademico, dal momento che con il sottoscritto nessuno è mai riuscito a completare il percorso di studi, nemmeno una volta. Ero davvero così duro come sensei? Eppure devo dire che in molte occasioni ci sono arrivati vicini. Chissà, magari se fossi riuscito a spaventarli sarebbero tornati a casa...
    Comunque, dato che i geni del male al servizio dell'altrettanto malefico Nano di Ghiaccio erano soliti buttarmi giù dal letto di buon'ora, riuscii a trovarmi sul luogo un'ora prima dell'appuntamento, quando il viavai di gente era ancora abbastanza sopportabile. Ebbi così il tempo di dare una veloce occhiata ai curriculum e memorizzare i volti degli studenti della nuova classe che, per una volta, era composta da più ragazze che ragazzi. "Mi chiedo come la prenderebbe Eiko se lo sapesse..." pensai ridacchiando al termine del briefing che solitamente facevo prima di conoscere una nuova classe, scacciando però in fretta quel pensiero dal momento che il primo degli studenti che avrei dovuto istruire era giunto davanti a me. Sollevai un attimo lo sguardo dai fogli, che piegai accuratamente e rimisi nella tasca interna della parte superiore dello shihakusho, per poi accorgermi che il tempo era volato: la solita 'mandria' di studenti stava creando il solito flusso di gente impazzita facendo il solito baccano che, come al solito, mi dava sui nervi. In più, il tizio che mi sostava davanti, mi stava squadrando da capo a piedi con un'espressione sicuramente non positiva, il che contribuiva ancora di più ad alterare il mio umore già sicuramente non idilliaco. Non risposi al suo glaciale saluto, in attesa che le altre due studentesse arrivassero.
    Cosa che, ringraziando i Kami, avvenne ben prima del previsto; due ragazze dal carattere e dal modo di approcciarsi chiaramente diverso. «Uno... due... tre... ok, ci siamo tutti, seguitemi.» dissi molto semplicemente, indicando con un dito ognuno di loro durante la conta ed iniziando a muovermi senza attendere una risposta con un placido sorriso sulle labbra. Chiaramente, col caldo che c'era, non indossavo il mio comodo, morbido e caldo sciarpone bianco, altrimenti sarei morto prima del loro arrivo. Visto il clima propizio, decisi che per una volta non avrei svolto il primo allenamento all'interno della classe, ma in una delle tante aree verdi del cortile accademico: sicuramente più spaziose di un'aula e sicuramente più arieggiate. Dopo circa cinque o sei minuti di cammino -il più dei quali servirono a farsi spazio tra la folla di fronte all'ingresso- arrivammo a destinazione, dove avevo già predisposto quattro piccoli ceppi di legno sopra i quali ognuno di noi avrebbe potuto trovare posto. Infatti, io per primo mi sedetti e con un cenno della mano ed un sorriso inizialmente amichevole invitai anche i miei nuovi schiavi studenti a prendere posto dinnanzi a me.
    «Io sono Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima brigata.» esordii, mantenendo il sorriso di prima che, però, al termine della frase si spense di colpo tramutandosi in un'espressione seria dell'intero volto. «A partire da oggi sarò colui che vi guiderà all'interno del percorso accademico che vi formerà fino a diventare dei veri e propri Dei della morte. Un cammino tortuoso che, posso assicurarvelo, non sarà rose e fiori. Forse non dovrei dirvelo, ma non è nemmeno tanto raro che ci scappi persino il morto, durante gli addestramenti... Uno dei miei compagni di corso, all'epoca, morì proprio durante un allenamento.» continuai, indugiando con lo sguardo su ognuno di loro per qualche istante. «Ma non temete, se siete capaci, sopravviverete. Altrimenti, evidentemente non era questa la vostra strada. Adesso, passiamo velocemente alle regole. Punto uno, siete liberi di contestare gli ordini che vi impartisco, ma non per questo cambieranno. In parole povere, mi spiace tanto ma qui dentro -anche se in effetti adesso siamo fuori...- comando io. Facciamo così, quando siete a lezione dovete fare quello che vi dico, ecco. Punto due, il lavoro di squadra. Non è un caso se siete in una classe formato da più elementi, la collaborazione tra voi sarà via via sempre più importante; tuttavia, dato che ancora non vi conoscete a dovere, per oggi ho scelto un allenamento che non lo richiede in maniera particolare. Punto tre, il primo che fa commenti irriverenti sul colore o la forma dei miei capelli lo uccido senza tanti complimenti. ♥ » Nello snocciolare quest'ultima regola, adottai la tattica del Sorriso alla Unohana-taichō: un sorriso gentile ma al tempo stesso da mettere i brividi. Troppe persone ultimamente avevano il vizio di commentare la mia permanente naturale, quindi era meglio smorzare sul nascere dei nuovi potenziali rompiscatole. «Ad ogni modo, adesso devo chiedervi di presentarvi e di dirmi per quale arcano motivo vorreste diventare degli shinigami. In base alla vostra risposta potrei decidere di rispedirvi a calci nel didietro a casa, oppure se proseguire con la lezione vera e propria...» E, con un sorriso ancora una volta dalla difficile interpretazione, lasciai la parola ai poveri wannabe a shinigami.


    CITAZIONE
    Bene! Avete quindi fatto la conoscenza del folle e lunatico Sakata, quel tipo di persona che o lo si odia o lo si ama; con il passare del tempo, sperando che la vostra permanenza sia lunga e prolifica, potrebbe persino affezionarsi a voi. :fuu:
    Non ci sono sostanziali linee guida per il prossimo post, ricordate di scrivere tanto utilizzando sensazioni, pensieri, scleri, follie e quant'altro vi pare del vostro pg e rispondete al quesito che vi è stato posto dal vostro permaloso sensei dalla ricciola chioma azzurra. :mki:



    Edited by B l a z e - 19/6/2012, 15:58
     
    Top
    .
  6. _Kogin
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il glaciale saluto di Ibi fu corrisposto da un altrettanto glaciale silenzio da parte dell’uomo. A quel punto Ibi non fu molto sicuro che quello fosse il suo maestro ma l’inaspettato arrivo di due ragazze gli fece scartare quella possibilità. La prima ad arrivare fu una ragazza alta come lui, e la cosa lo mise a disagio, lunghi capelli neri e occhi blu.
    Esordì con un fastidioso Ohayo
    Ibi era sempre stato interessato alle donne, ma in quel momento non era lì per quello scopo, quindi non la degnò di uno sguardo in più di quello necessario a inquadrarla.
    L’altra ragazza era la copia schiarita dell’altra. Infatti, questa aveva occhi azzurri e capelli biondi. A differenza dell’altra questa biascicò qualcosa d’incomprensibile.
    Non è che mi hanno messo in una classe femminile ? Sono bassino, non ho la barba, ma non credo di sembrare una donna…
    Ichi... Nii... San. Wakatta, ci siamo tutti, seguitemi. Esordì il maestro esibendo un sorriso enigmatico. Dopodiché si girò e iniziò a camminare.
    Quindi sarei un numero ? Non so se spaccargli la faccia o prenderlo in simpatia. Ibi seguì il maestro immerso nei suoi pensieri.
    Camminarono per cinque minuti buoni, facendosi largo tra la moltitudine di studenti che andava in giro. Ibi continuava a fissare le cuffie del suo maestro.
    Certo che sono proprio brutte…
    Il luogo in cui si fermarono era un piccolo cortile con quattro ceppi di legno posti al centro. Spirava una piacevole brezza leggera che alleviava le pene del caldo estivo. Il “sensei” si sedette su un ceppo posto davanti agli altri tre e invitò Ibi e le ragazze a sedersi. Senza pensarci due volte Ibi si sedette sul ceppo esattamente davanti al maestro.
    Jū-ban roku-seki, Sakata Gintoki-desu.
    Gintoki Sakata, pensavo peggio. Sesto seggio...Chissà se è un posto di prestigio ?
    Il maestro mutò improvvisamente quel sorriso enigmatico, che aveva assunto in precedenza, in una maschera di serietà. A partire da oggi sarò colui che vi guiderà…
    Ci guiderà e bla bla bla e palle varie… Ibi piazzò gli occhi sul suo maestro e disconnesse il cervello. Probabilmente gli venne una faccia da coglione, ma poco importava.
    …passiamo velocemente alle regole. Queste parole fecero risvegliare Ibi dalla trance in cui era caduto. Era meglio ascoltarle le regole.
    Punto uno, siete liberi di contestare gli ordini che vi impartisco, ma non per questo cambieranno. In parole povere, mi spiace tanto ma qui dentro -anche se in effetti adesso siamo fuori...- comando io.
    Huu huu, ma allora sei un mattacchione. Fai delle battutine proprio divertenti… Ibi represse un conato di vomito. Odiava le battutacce.
    Facciamo così, quando siete a lezione dovete fare quello che vi dico, ecco. Punto due, il lavoro di squadra. Non è un caso se siete in una classe formato da più elementi, la collaborazione tra voi sarà via via sempre più importante; tuttavia, dato che ancora non vi conoscete a dovere, per oggi ho scelto un allenamento che non lo richiede in maniera particolare. Punto tre, il primo che fa commenti irriverenti sul colore o la forma dei miei capelli lo uccido senza tanti complimenti. ♥
    Il secondo punto non convinceva troppo Ibi, ma probabilmente avrebbe dovuto farselo andare bene. Mente invece il terzo lo stuzzicava parecchio, era una buona occasione per essere un po’ stronzo.
    E delle tue cuffiette cosa mi dici ? C’era qualcosa in Gintoki che spaventava Ibi. Infatti, non aveva il coraggio di dire nessuna delle battutine che gli passavano per la testa. E poi aveva un sorriso agghiacciante, c’era una certa follia omicida in quell’espressione.
    Ad ogni modo, adesso devo chiedervi di presentarvi e di dirmi per quale arcano motivo vorreste diventare degli shinigami. In base alla vostra risposta potrei decidere di rispedirvi a calci nel didietro a casa, oppure se proseguire con la lezione vera e propria…
    Ibi, scortesemente come al solito, iniziò a parlare senza curarsi se le due ragazze stessero per farlo per prime.
    -Allora, io sono Ibi Sosa e sono morto da circa una settimana. Una settimana assolutamente noiosa. Quindi diciamolo chiaro e tondo, senza stronzeggiare su cose come la morale, il desiderio di proteggere i più deboli. Tutte cazzate, sono qui perché non c’è niente di meglio da fare.-
    Ibi fu diretto e abbastanza volgare, ma una volgarità quasi non fastidiosa poiché detta senza coinvolgimento o enfasi. A quel punto Ibi si piantò i gomiti sulle gambe e appoggiò il mento sui pugni chiusi, in attesa delle risposte delle compagne di corso.
    E ora godiamoci queste due…
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    14° SEGGIO

    Group
    Member
    Posts
    3,073
    Location
    Synapse

    Status
    Anonymous

    111jqs


    Parlato da Saber
    Parlato da altri
    Pensato

    Neanche il tempo di finire la frase e la figura ammantata di nero mi aveva già incluso in una conta che le ricordava i suoi esercizi, conta al termine della quale le venne chiesto di seguirlo…. Evidentemente lui sapeva cosa cercavamo e avrà già avuto le informazioni su di noi comprese le foto “Poco male” pensò Saber “Almeno devo evitare presentazioni”. Il turbinante stato d’animo della giovane diciottenne si stava man mano placando, camminava dietro alla figura nera che le aveva chiesto di seguirla senza esitazione riflettendo su alcune cose: in primis il caldo… Era una giornata magnifica forse anche troppo per il carattere cupo di Saber, la temperatura doveva essere alta e anche se non lo dava a vedere, Saber mai dava a cedere i suoi stati d’animo o le sue insicurezze e incertezze, provava un gran caldo ma era abituata e segui l’incedere dello shinigami senza troppo dilungarsi in pensieri vani.
    Svicolati fuori dalla folla arrivammo in un’area verde dove erano disposti 4 ceppi sui quali ci venne fatto cenno di sederci e li il sensei si presentò: “Jū-ban roku-seki, Sakata Gintoki-desu” disse in tono calmo con un sorriso che presto sbiadì tramutandosi in serietà e continuando a parlare “A partire da oggi sarò colui che vi guiderà all'interno del percorso accademico che vi formerà fino a diventare dei veri e propri Dei della morte.” Qui Saber ebbe un sussulto “Allora è lui davvero” i dubbi sull'identità del nero sparirono “Grazie a costui mi avvicinerò al mio desiderio” pensò mentre lo shinigami continuò “Un cammino tortuoso che, posso assicurarvelo, non sarà rose e fiori. Forse non dovrei dirvelo, ma non è nemmeno tanto raro che ci scappi persino il morto, durante gli addestramenti... Uno dei miei compagni di corso, all'epoca, morì proprio durante un allenamento” un avvertimento molto particolare che però poco tocco Saber, lei infatti la morte l’aveva vista in prima persona e la sua vita da quel giorno fu votata al compimento del suo desiderio di diventare shinigami a qualunque costo.
    «Ma non temete, se siete capaci, sopravviverete. Altrimenti, evidentemente non era questa la vostra strada. Adesso, passiamo velocemente alle regole. Punto uno, siete liberi di contestare gli ordini che vi impartisco, ma non per questo cambieranno. In parole povere, mi spiace tanto ma qui dentro -anche se in effetti adesso siamo fuori...- comando io. Facciamo così, quando siete a lezione dovete fare quello che vi dico, ecco”
    "Bene qualcosa di chiaro e facilmente intuibile: lui comanda ed io faccio" Saber era più spaventata dell’idea di dover improvvisare che a quella di seguire degl’ordini, anzi le dava un certo piacere adempiere alle richieste a lei fatte e il carattere di costui si conciliava con l’indole servile di Saber anche se il sottile umorismo dentro-fuori la lasciò perplessa.
    "Punto due, il lavoro di squadra. Non è un caso se siete in una classe formato da più elementi, la collaborazione tra voi sarà via via sempre più importante; tuttavia, dato che ancora non vi conoscete a dovere, per oggi ho scelto un allenamento che non lo richiede in maniera particolare.” “Accademia sicuramente significava compagni” riflette Saber “questo punto non lo avevo contemplato, non so proprio come reagirei ad avere compagni” intanto mentre la sua mente vagava in quei pensieri, si volse a guardare i due suoi compagni, un maschio apparentemente normalissimo sulla ventina con nessun particolare degno di spicco non particolarmente alto né muscoloso con occhi e capelli marroni corti che scendono sulla fronte nulla di speciale ma con uno sguardo che pareva stupido, ed una ragazza giapponese alta più o meno come lei ma forse più grossa fisicamente con occhi blu molto scuro tendente al nero opposti come tonalità a quelli cristallini di Saber e porta i lunghissimi capelli neri legati in una cosa di cavallo con un nastro marroncino acconciatura simile se non uguale alla sua. Il resoconto sommario dei sui compagni non fu eccelso ma neanche deludente “L’aspetto fisico conta poco” si disse “preferisco compagni brutti a compagni deboli” chiuse la parentesi sui suoi vicino tornando a fissare il maestro.
    Più lo guardava più quei capelli le parevano buffi, una folta chioma azzurra per nulla adatta ad un uomo che le ricordava un sacco la sua nonna la quale aveva un’acconciatura simile e mentre fissava quella chioma Gintoki Sakata disse collegandosi al discorso a punti sopra iniziato: “Punto tre, il primo che fa commenti irriverenti sul colore o la forma dei miei capelli lo uccido senza tanti complimenti.” Senti un brivido e subito distolse lo sguardo dai suoi capelli portandolo al suo volto serio che venne istantaneamente attraversato da un sorriso sadico ma le parole non finirono lì: “Ad ogni modo, adesso devo chiedervi di presentarvi e di dirmi per quale arcano motivo vorreste diventare degli shinigami. In base alla vostra risposta potrei decidere di rispedirvi a calci nel didietro a casa, oppure se proseguire con la lezione vera e propria...”
    “Odio dovermi presentare ma lo prenderò come un ordine” la voce di Saber ruppe il silenzio e continuò dopo un sospiro “Saber Lily anni diciotto un metro e settantadue per cinquantotto chili, nata in un villaggio non lontano da qui, figlia di un fabbro e con un solo desiderio..” lo sguardo di Saber che prima era una “normale”(se normale si possa definire) si tramutò diventando gelido e distaccato, il pensiero si scostò da quel momento volando indietro fino al momento in qui decise della sue vita mentre le sue parole continuarono lente e incidenti come le lancette del tempo che si era fermato dieci anni prima “… desidero diventare Shinigami per poter distruggere Hollow e proteggere il mio sogno…”
    Nessuna parola uscì più dalla sua bocca….

    Edited by Byakuya~ - 20/6/2012, 00:07
     
    Top
    .
  8. • Maki
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Kahori Hashimoto




    Il silenzio. Il silenzio più imbarazzante. Nessuno dei due aveva risposto al saluto di Kahori.
    Oh. Quanta educazione. Fin troppa. Pensò Kahori mordendosi l'interno delle labbra e squadrando i due ragazzi davanti a lei a braccia conserte dandosi certe arie di superiorità nei loro confronti. Odiava la maleducazione. Era più forte di lei.
    «Scusi...» Il terzo componente della classe era arrivato. Era una ragazza bionda con gli occhi azzurri. Sembrava nervosa. Beh, non era l'unica.
    «Uno... due... tre... ok, ci siamo tutti, seguitemi.» Disse il Sensei dalla strana capigliatura indicando i tre novellini mentre contava.
    Camminarono ininterrottamente e in silenzio per la bellezza cinque o sei minuti tra la folla. Si fermarono all'interno del cortile accademico dove i quattro si accomodarono sopra dei ceppi di legno. Fortunatamente, il maestro aveva deciso di non torturarli stando chiusi in classe. Faceva un caldo infernale. Fortuna che i vestiti che indossavano erano abbastanza leggeri per non soffrire troppo l'ondata di calore.
    «Io sono Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima brigata.»
    Sesto seggio? Kahori aggrottò le sopracciglia perchè non aveva la più pallida idea di cosa significasse essere il sesto seggio e continuava a chiedersi se era un posto importante all'interno di una brigata.
    «A partire da oggi sarò colui che vi guiderà all'interno del percorso accademico che vi formerà fino a diventare dei veri e propri Dei della morte. Un cammino tortuoso che, posso assicurarvelo, non sarà rose e fiori. Forse non dovrei dirvelo, ma non è nemmeno tanto raro che ci scappi persino il morto, durante gli addestramenti... Uno dei miei compagni di corso, all'epoca, morì proprio durante un allenamento.»
    Ci potrebbero essere dei morti durante gli allenamenti? Qui si fa interessante.
    «Ma non temete, se siete capaci, sopravviverete. Altrimenti, evidentemente non era questa la vostra strada. Adesso, passiamo velocemente alle regole. Punto uno, siete liberi di contestare gli ordini che vi impartisco, ma non per questo cambieranno. In parole povere, mi spiace tanto ma qui dentro -anche se in effetti adesso siamo fuori...- comando io. Facciamo così, quando siete a lezione dovete fare quello che vi dico, ecco. Punto due, il lavoro di squadra. Non è un caso se siete in una classe formato da più elementi, la collaborazione tra voi sarà via via sempre più importante; tuttavia, dato che ancora non vi conoscete a dovere, per oggi ho scelto un allenamento che non lo richiede in maniera particolare. Punto tre, il primo che fa commenti irriverenti sul colore o la forma dei miei capelli lo uccido senza tanti complimenti. ♥ »
    Il punto uno poteva anche andare. Sicuramente Kahori avrebbe contestato se le cose non le fossero andate bene ma, tanto era inutile farlo. Gli ordini non sarebbero cambiati di una virgola.
    Arrivati al punto due, Kahori guardò gli altri due ragazzi e non era molto convinta di loro. La ragazza non le sembrava molto amichevole, esattamente come lei, e il ragazzo le sapeva proprio di idiota soltanto dallo sguardo che aveva.
    Arrivati al punto tre, la ragazza dai capelli corvini si portò una mano sulla bocca per trattenere la risata e abbassò lo sguardo verso l'erba.
    Allora è consapevole dei suoi strani capelli. Suvvia, non sono poi così male.
    «Ad ogni modo, adesso devo chiedervi di presentarvi e di dirmi per quale arcano motivo vorreste diventare degli shinigami. In base alla vostra risposta potrei decidere di rispedirvi a calci nel didietro a casa, oppure se proseguire con la lezione vera e propria...»
    Kahori stava per aprire bocca ma il ragazzo che si era appena risvegliato dal coma la interruppe.
    «Allora, io sono Ibi Sosa e sono morto da circa una settimana. Una settimana assolutamente noiosa. Quindi diciamolo chiaro e tondo, senza stronzeggiare su cose come la morale, il desiderio di proteggere i più deboli. Tutte cazzate, sono qui perché non c’è niente di meglio da fare.»
    Sì, è proprio uno stolto maleducato. Kahori lo trafisse con uno sguardo che durò pochi secondi e alla fine del suo intervento lasciò che la biondina cominciasse a parlare.
    «Odio dovermi presentare ma lo prenderò come un ordine. Saber Lily anni diciotto un metro e settantadue per cinquantotto chili, nata in un villaggio non lontano da qui, figlia di un fabbro e con un solo desiderio... desidero diventare Shinigami per poter distruggere Hollow e proteggere il mio sogno...»
    Adesso toccava a lei.
    «Bene. Io sono Kahori Hashimoto e sono morta già da un botto di tempo, oramai. Sono venuta qui per apprendere la STRONZATA del difendere la gente più debole e soprattutto voglio distruggere gli Hollow.»

    Lo disse con molta freddezza. Con questo, stava sfidando Ida ma era davvero per quei motivi che era andata all'Accademia delle Arti Spirituali Shin'O.
    Lei aveva sempre il vizio di giudiacare la gente all'apparenza. Secondo lei l'apparenza non inganna mai. Forse avrebbe creato un muro e non avrebbe mai legato con i due ragazzi. Non amava molto fare amicizia anche perchè non ne era capace. Ma chi lo sa? Forse sarebbe successo il contrario.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    @Byakuya: Ti ho riportato indietro gli accenti delle parole "riflette, tocco, segui, senti" e probabilmente ne avrò dimenticati altri ancora, ma mi scocciava snocciolare il posto per intero alla loro ricerca. Chiaro quindi che quei verbi sarebbero "rifletté, toccò, seguì, sentì". Aaah, accentini birbantelli, erano già arrivati alla frontiera, pensavano di fuggire.
    Comunque, scherzi a parte, passi nello stesso scritto troppo spesso dalla narrazione in prima persona a quella in terza; per piacere, scegli uno stile e portalo avanti in tutte le role.

    Gli altri due ok.

    301367_172055266204419_6367472_n
    × 1.2: Motivations.

    Le risposte, com'era plausibile, non tardarono ad arrivare. Il più lesto ad aprire la boccaccia fu anche il tipo che arrivò per primo: un ragazzo più basso di me, dai corti capelli castani ed un viso ancor più da pesce lesso del mio. Insomma, il classico individuo giapponese che non ha nulla in particolare da dire, uno dei tanti. Come si dice in questi casi, un tipo noioso noiosamente nella media... questa, almeno, era la prima impressione che dava di sé. Ascoltai in silenzio le sue parole che, a sorpresa, gli fecero guadagnare parecchi punti. O forse glieli fecero perdere?

    Allora, io sono Ibi Sosa e sono morto da circa una settimana. Una settimana assolutamente noiosa. Quindi diciamolo chiaro e tondo, senza stronzeggiare su cose come la morale, il desiderio di proteggere i più deboli. Tutte cazzate, sono qui perché non c’è niente di meglio da fare.

    Per certi versi quel suo atteggiamento irriverente e senza peli sulla lingua, da disadattato sociale al quale scoccia persino vivere, mi ricordava insistentemente uno dei miei primi studenti, tedioso tanto quanto lui: Light.
    In ogni caso, lo fissai inespressivo per tutto il -breve- tempo della presentazione, al termine della quale non lo degnai né di un cenno d'assenso né di una qualche risposta. Semplicemente, quando ebbe chiuso il becco e si rimise a sedere, spostai lo sguardo sulla ragazza che parlò dopo: una ragazza di una decina di centimetri più bassa di me, dai capelli dorati raccolti in una coda di cavallo che arrivava circa all'altezza delle spalle. In particolare, fissai la ragazza negli occhi chiari per qualche istante mentre parlava, per poi prestare la totalità della mia attenzione a quanto diceva.

    Odio dovermi presentare ma lo prenderò come un ordine. Saber Lily anni diciotto un metro e settantadue per cinquantotto chili, nata in un villaggio non lontano da qui, figlia di un fabbro e con un solo desiderio... desidero diventare Shinigami per poter distruggere Hollow e proteggere il mio sogno...

    Mi stupì, francamente, che lei già conoscesse gli Hollow; ma essendo nata e cresciuta nel Rukongai, probabilmente era del tutto normale. Infine, spostai lo sguardo sull'unico elemento rimasto, vale a dire una ragazza alta quanto la sua compagna, dai capelli anche lei legati in una coda di cavallo ma stavolta corvini e vagamente più lunghi. Anche i suoi occhi erano vagamente particolari, di un blu scuro tendente al nero. "La classe della gente dagli occhi variopinti" pensai, ironicamente, includendo me stesso ed i miei occhi quasi rossi.

    Bene. Io sono Kahori Hashimoto e sono morta già da un botto di tempo, oramai. Sono venuta qui per apprendere la STRONZATA del difendere la gente più debole e soprattutto voglio distruggere gli Hollow.

    png
    "Ma guarda... già le prime scintille in meno di dieci minuti di convivenza?" pensai, senza mutar d'espressione (ovvero rimanendo del tutto inespressivo), continuando a fissare la ragazza. "Penso ci sarà da divertirsi con questi ragazzini." Istintivamente, poi, passai lo sguardo nuovamente verso gli altri due, che nel frattempo avevano ripreso il loro posto, per poi iniziare con un semplice «... Mh.» che poteva voler dire tutto o niente. «Devo dire, francamente, che è raro vedere qualcuno che dice la verità una volta che si è giunti a questa domanda. Tutti si danno da fare per dire ciò che la etica comune, il cosiddetto "buon senso" così tanto caro alla società di oggi, vorrebbe che si dica in questi casi. Beh, io la penso diversamente. Non esistono motivi giusti o sbagliati, ma solo motivi. Altresì, io non avrei in ogni caso l'autorità necessaria a decidere quali siano buoni motivi o meno. In realtà a dire il vero ce l'ho, essendo un insegnante, ma non la riconosco a me stesso in quanto sono umano come voi. E anch'io, a suo tempo, entrai con l'obiettivo di "difendere i più deboli". Ma con il passare del tempo, tale nobile obiettivo passerà in secondo piano, così come è successo a tutti quanti prima di voi. Il Gotei 13 è ben lontano dall'essere considerato la giustizia suprema e perfetta. Francamente odio nelle recluta la frase fatta "Voglio proteggere i più deboli"... ma nel vostro caso è diverso. Lily lo ha detto con un tono di rammarico, con brama di vendetta. Evidentemente il suo passato nasconde qualcosa che non mi interessa minimamente ma che l'ha spinta a scegliere questa via. Kahori, invece... si è irritata quando Ibi-kun ha definito il suo ideale come una "stronzata". Lo è, in genere, ma per chi non crede in esso e lo dice solo per compiacere gli altri. Per chi ci crede, invece, è probabilmente il migliore dei motivi. Sicuramente migliore della tua "mancanza di un qualcosa di meglio da fare"... Mai pensato di darti all'Ippica, Ibi-kun?» conclusi così il mio lungo monologo con una frecciatina al nuovo allievo che avrei ribattezzato come "Yagami-bis" in onore di uno dei primi studenti. Chissà se avrei spaccato il setto nasale anche a lui, un giorno?
    Per il momento, invece, mi limitai a... rilasciare una parte del mio reiatsu, così come prevedeva la mia personale prassi del primo allenamento. Il peso della mia energia spirituale avrebbe schiacciato al suolo i poveri konpaku senza alcun potere -almeno per ora- i quali, in preda ad un primordiale terrore causato dalla confusione nel provare quella sensazione strana e a dir poco orrenda che sembrava attanagliare i loro cuori, facendoli sprofondare in un abisso di sofferenza. Era chiaramente una semplice illusione creata dall'abisso di differenza che c'era tra la mia potenza e la loro. Chiaramente, se li avessi esposti troppo a lungo ad un simile trattamento sarebbero come minimo collassati per qualche ora; quindi ridussi il tutto ad una decina di secondi. Probabilmente l'avrebbero scambiato per il mio istinto omicida... effettivamente capita di rilasciare il reiatsu in quel modo solo quando si è talmente incazzati da voler far fuori qualcuno con le proprie mani, ma vabbé, che volete ne sapessero tre novellini? «Bene, bene, bene... chi di voi sa dirmi cos'è appena successo? Poi vorrei mi parlaste del reiatsu, questo sconosciuto!» Chiesi loro con un sorriso ancora una volta agghiacciante come quello di pochi minuti prima nello snocciolare le regole che avrebbero dovuto seguire.
    Decisamente, iniziava a piacermi quella classe.

    CITAZIONE
    Bene, direi che un'idea di quel mattacchione del vostro sensei ve la sarete certamente fatta. Purtroppo dovete tenervelo così com'è, è stronzino lui. Ma in fondo è un tenerone... forse. :mki:

    La fase importante del vostro prossimo post è il terrore che provate nell'essere schiacciati dal reiatsu dello shinigami e rispondere come meglio credete alla domanda che Sakata vi ha posto.

     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    14° SEGGIO

    Group
    Member
    Posts
    3,073
    Location
    Synapse

    Status
    Anonymous

    111jqs


    Parlato da Saber
    Parlato da altri
    Pensato

    “Mfp parole del genere sono vuote per me” pensò Saber ripensando alle parole dello shinigami:
    «Devo dire, francamente, che è raro vedere qualcuno che dice la verità una volta che si è giunti a questa domanda. Tutti si danno da fare per dire ciò che la etica comune, il cosiddetto "buon senso" così tanto caro alla società di oggi, vorrebbe che si dica in questi casi. Beh, io la penso diversamente. Non esistono motivi giusti o sbagliati, ma solo motivi. Altresì, io non avrei in ogni caso l'autorità necessaria a decidere quali siano buoni motivi o meno. In realtà a dire il vero ce l'ho, essendo un insegnante, ma non la riconosco a me stesso in quanto sono umano come voi. E anch'io, a suo tempo, entrai con l'obiettivo di "difendere i più deboli". Ma con il passare del tempo, tale nobile obiettivo passerà in secondo piano, così come è successo a tutti quanti prima di voi. Il Gotei 13 è ben lontano dall'essere considerato la giustizia suprema e perfetta. Francamente odio nelle recluta la frase fatta "Voglio proteggere i più deboli"... ma nel vostro caso è diverso.”
    “Io sono qui solo perché voglio esserlo, desidero uccidere le creature che tanto detesto senza nessuna pietà” e mentre i pensieri di Saber fluttuavano intrappolati all’interno dell’odio di quei giorni, accadde qualcosa di strano che Saber sentì di ricordare…
    Tutto si fece pesante, le sue braccia e le sue gambe tremavano, sentiva la gola attanagliata in una morsa che le toglieva il respiro, il peso della divisa le parve insostenibile ma comunque cercava di opporsi a questa sensazione che non le dava pace. Non capiva cosa stesse succedendo e pur provandoci con tutte le forze non poté non cadere in ginocchio sotto quell’enorme peso che gravava ora su di lei, pensò che potesse essere lei a star male ma quando, a fatica, voltò la testa verso i suoi compagni e li vide nelle medesime condizioni: doloranti e spaventati. La fermezza e la risolutezza che aveva caratterizzato la sua vita ora venivano distrutte da questa sensazione primordiale che le inebriava i sensi impedendole di pensare “Mah cos-a… è?” Non capiva, si sforzava ma non capiva “Io ho p-pp-pppaura….” L’unica cosa che riusciva a pensare “Io s-s-sono t-te-te-terrorizzata” e mentre lacrime colavano dai suoi occhi, sull’orlo del collasso , tutto finì come era cominciato: di colpo.
    Aveva il fiatone ed era tutta scombussolata, si sentiva persa mentre pian piano tutto iniziava a schiarirsi tornado alla normalità “Bene, bene, bene... chi di voi sa dirmi cos'è appena successo? Poi vorrei mi parlaste del reiatsu, questo sconosciuto!” La voce dello shinigami ruppe il silenzio lanciando una frase che suonava quasi come uno scherzo… “Sapere cosa è successo?” pensò Saber “Non lo capisco COSA è successo. “Sapevo solo di avere paura, tanta paura quasi da svenirne dalla paura…” disse con una mano appoggiata al petto. Mentre si tirava in piedi un fulmine attraversò la sua mente: le lancette del tempo scorrevano veloci all’indietro e si fermarono a quel giorno, al momento in cui il mostro colpì sua madre, alle sensazioni che provò in quell’istante poco prima che i sensi la abbandonarono, in quel momento aveva provato le stesse emozioni e le stesse paure di poco fa anche se quel giorno fu tutto più rapido era pressappoco la stessa cosa… “Reiatsu avete detto vero?” esclamò diretta al maestro che stava impassibile davanti a loro “Sentii mio padre parlarmene una volta quand’ero piccola. Mi disse che era la causa del mio improvviso mancamento quel giorno ma non capii mai cosa fosse” ora Saber aveva capito quali fossero gli effetti del reiatsu e perché quel giorno svenne senza ricordarsi nulla.
    “Non saprei dare una spiegazione a quello che è avvenuto ma una cosa l’ho capita: questo reiatsu ha la capacità di (schiacciare) le persone, non saprei dire perché o per come questo è tutto quello che ho percepito.”
     
    Top
    .
  11. _Kogin
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    …desidero diventare Shinigami per poter distruggere Hollow e proteggere il mio sogno… Era questo genere di frasi che Ibi trovava patetiche.
    Distruggere Hollow, proteggere il mio sogno, bla bla bla. Almeno questa volta non hai biascicato. Ibi era di nuovo sul punto di vomitare. Ma il conato fu bloccato dall’altra ragazza che aprì bocca.
    Bene. Io sono Kahori Hashimoto e sono morta già da un botto di tempo, oramai. Sono venuta qui per apprendere la STRONZATA del difendere la gente più debole e soprattutto voglio distruggere gli Hollow. Ibi si sentì trafitto da uno sguardo malevolo. Quindi, si girò verso Kahori che lo stava guardando.
    Un bel peperino…Ora mi diverto un po’
    Ibi sfoderò il suo migliore sorriso, guardò dritto negli occhi la ragazza e disse. –Sono a tua disposizione per parlare di quest’argomento quando vuoi tesoro. - Falso e cattivo com’era da quando era morto Ibi fece l’occhiolino alla ragazza per poi tornare a guardare il maestro.
    Dopo un inespressivo …Mh. il sensei iniziò una sviolinata filosofica sul concetto di motivazioni. E come al solito Ibi cadde in trance. Si riprese solamente quando si accorse che il sensei gli stava parlando.
    Mai pensato di darti all’Ippica, Ibi-kun ?
    Un passo avanti, non sono più un numero…
    Con un tono sarcastico almeno quanto quello del maestro Ibi gli rispose. – E’ un’idea che mi solletica. Sa saltare staccionate, gli speroni, il lazo. Purtroppo non ho visto nessun cavallo nei dintorni. - Ibi terminò la frase con un’alzata di spalle.
    Ibi si rimise nella posizione in cui si trovava prima di quella brillante uscita: gomiti sulle gambe e mento sui pugni. Tempo trenta secondi e un incredibile peso invisibile schiacciò Ibi verso il suolo. Non era un semplice peso era qualcosa di più. Qualcosa di spaventoso, Ibi appoggiò le mani al ceppo per provare a rimanere in posizione eretta e non cadere al suolo. Era terrificante, in vita sua non aveva mai provato una disperazione del genere. Il sudore iniziò a scendere sulla fronte di Ibi. Non era un peso, era il sensei. Ibi provò ad alzare gli occhi per guardare il suo maestro, che era lì seduto comodamente e con un ghigno gelido stampato in faccia.
    Ma che cazzo sta facendo sto stronzo?
    Il tutto durò forse una decina di secondi, all’improvviso “l’aura” del sensei si dissolse e Ibi riuscì a drizzare la schiena e alzare la testa. Era completamente sudato e aveva il fiatone.
    Bene, bene, bene... chi di voi sa dirmi cos'è appena successo? Poi vorrei mi parlaste del reiatsu, questo sconosciuto! Freddo come al solito, forse un po’ divertito, il sensei rivolse la domanda ai tre studenti.
    La bionda, quella insopportabile, si era ripresa e iniziò a parlare. In poche parole anche lei non aveva idea di cosa fosse esattamente successo.
    Ibi era fuori di sé. Ma in qualche modo riuscì a trattenersi dall’urlare contro il maestro. Riprese fiato e provò a rispondere alla domanda.
    Non ho idea di cosa sia questo reiatsu, ma se procedo per via logica dovrei arrivarci…
    -Potrebbe essere una manifestazione, più o meno fisica, dell’individuo sull’ambiente che lo circonda. Oppure un’imposizione psicologica su un altro individuo.- Ibi stava ancora riprendendo fiato. Quell’esperienza l’aveva provato parecchio. Però era curioso di capire cosa fosse realmente successo.
     
    Top
    .
  12. • Maki
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Kahori Hashimoto




    Kahori ignorò il compagno, Ibi, che sfoderando un sorriso da ebete le stava dando a parlare.
    «... Mh.» Continuò Gintoki Sakata.
    «Devo dire, francamente, che è raro vedere qualcuno che dice la verità una volta che si è giunti a questa domanda. Tutti si danno da fare per dire ciò che la etica comune, il cosiddetto "buon senso" così tanto caro alla società di oggi, vorrebbe che si dica in questi casi. Beh, io la penso diversamente. Non esistono motivi giusti o sbagliati, ma solo motivi. Altresì, io non avrei in ogni caso l'autorità necessaria a decidere quali siano buoni motivi o meno. In realtà a dire il vero ce l'ho, essendo un insegnante, ma non la riconosco a me stesso in quanto sono umano come voi. E anch'io, a suo tempo, entrai con l'obiettivo di "difendere i più deboli". Ma con il passare del tempo, tale nobile obiettivo passerà in secondo piano, così come è successo a tutti quanti prima di voi. Il Gotei 13 è ben lontano dall'essere considerato la giustizia suprema e perfetta. Francamente odio nelle recluta la frase fatta "Voglio proteggere i più deboli"... ma nel vostro caso è diverso. Lily lo ha detto con un tono di rammarico, con brama di vendetta. Evidentemente il suo passato nasconde qualcosa che non mi interessa minimamente ma che l'ha spinta a scegliere questa via. Kahori, invece... si è irritata quando Ibi-kun ha definito il suo ideale come una "stronzata". Lo è, in genere, ma per chi non crede in esso e lo dice solo per compiacere gli altri. Per chi ci crede, invece, è probabilmente il migliore dei motivi. Sicuramente migliore della tua "mancanza di un qualcosa di meglio da fare"... Mai pensato di darti all'Ippica, Ibi-kun?»
    Metre il sensei parlava, Kahori rimase impassibile a fissarlo con i gomiti poggiati sulle gambe e la faccia poggiata sulle mani.
    Guardò di nuovo Iba che aprì bocca per l'ennesima volta per replicare molto sarcasticamente.
    «E’ un’idea che mi solletica. Sa saltare staccionate, gli speroni, il lazo. Purtroppo non ho visto nessun cavallo nei dintorni.»
    In quel momento, Kahori si immaginò Iba che cavalcava un cavallo e che andava a sbattere contro la staccionata, distruggendola e cadendo dalla sua groppa con il culo per terra. E lì le scappò un sorrisetto maligno. Raddrizzò la schiena da sopra il ceppo di legno e si mise composta.
    Ad un certo punto Kahori si sentì come un peso che cercava di schiacciarla e cadde a terra in ginocchio.
    Che diamine sta succedendo?!
    La ragazza alzò lo sguardo e vide che mentre gli altri due allievi erano per terra a lottare contro quella forza sovraumana e la paura, il maestro era lì, tranquillo che il osservava in silenzio.
    La paura la stava facendo sudare tutta. Vedeva le goccioline di sudore che le cadevano dalla punta del naso.
    Tremante, Kahori cercò di contrastare quella forza spingendosi su con le braccia senza successo. Cercando di alzarsi, lasciò che quella forza vincesse e si poggiò sui gomiti. Era davvero troppo, troppo forte. Cosa diamine stava facendo quel bastardo di Sakata?!
    Dopo un po'... nulla. Era tutto finito da un momento all'altro. E Kahori era ancora per terra in una pozza di sudore con il fiatone.
    «Bene, bene, bene... chi di voi sa dirmi cos'è appena successo? Poi vorrei mi parlaste del reiatsu, questo sconosciuto!» Il sensei era divertito senza dubbio dallo spettacolo al quale aveva appena visto.
    Sicuramente, ogni volta che gli veniva assegnata una nuova classe lui si divenrtiva come un matto a fare scoprire piano piano il mondo degli Dei della morte ai novellini.
    Lily si poggiò una mano al pettò e ricominciò a parlare. Era ancora scombussolata e impaurita per quello che era appena successo. Si capiva dallo sguardo che in quel momento aveva.
    «Non lo capisco COSA è successo. Sapevo solo di avere paura, tanta paura quasi da svenirne dalla paura… Reiatsu avete detto vero? Sentii mio padre parlarmene una volta quand’ero piccola. Mi disse che era la causa del mio improvviso mancamento quel giorno ma non capii mai cosa fosse. Non saprei dare una spiegazione a quello che è avvenuto ma una cosa l’ho capita: questo reiatsu ha la capacità di (schiacciare) le persone, non saprei dire perché o per come questo è tutto quello che ho percepito.»
    Poi ricomiciò a parlare l'antipatico Ibi.
    «Potrebbe essere una manifestazione, più o meno fisica, dell’individuo sull’ambiente che lo circonda. Oppure un’imposizione psicologica su un altro individuo.»
    E adesso? Cosa è 'sto reiatsu?!
    Ci pensò su, poi si alzò da terra. Si mise di nuovo a sedere su quello scomodissimo ceppo e rispose fissando il sensei in quegli occhi freddissimi color magenta.
    «Mmm... il reiatsu... probabilmente è una manifestazione psicologica della propria forza fisica che un individuo esercita sull'ambiente circostante e che ha il potere di schiacciare quelli che non ne possiedono uno molto elevato come è successo a noi tre.»
    Non era certissima della risposta che aveva dato però, per logica, doveva essere quella per forza quindi attese che Gintoki Sakata glielo confermasse.

    Edited by • Maki - 20/6/2012, 13:47
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    11,213
    Location
    The line that divides me somewhere in my mind.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Sarò forse troppo assonnato per notarli, ma credo che stavolta siate andati tutti e tre molto bene. Bravi.
    Solo vorrei distingueste meglio il parlato vostro dal pensato e dal parlato altrui, perché a volte non ci si capisce davvero una sega. @_@

    301367_172055266204419_6367472_n
    × 1.3: Killer Instinct

    Rimasi per qualche secondo incantato a godermi lo spettacolo del loro terrore; i loro volti contratti dalla paura e i loro occhi spaesati che si volgevano a me come a dire "Che cazzo stai facendo?". Forse adesso ero riuscito a mettere in chiaro con ognuno di loro chi era che comandava e soprattutto che con me c'è ben poco da scherzare. In ogni caso, quando la sensazione fu svanita e i tre allievi si furono ripresi, finalmente una delle due ragazze prese la parola.

    Non lo capisco COSA è successo. Sapevo solo di avere paura, tanta paura quasi da svenirne dalla paura… Reiatsu avete detto vero? Sentii mio padre parlarmene una volta quand’ero piccola. Mi disse che era la causa del mio improvviso mancamento quel giorno ma non capii mai cosa fosse. Non saprei dare una spiegazione a quello che è avvenuto ma una cosa l’ho capita: questo reiatsu ha la capacità di (schiacciare) le persone, non saprei dire perché o per come questo è tutto quello che ho percepito.

    "Mh... non ha risposto né a l'una né a l'altra domanda, in sintesi." pensai, inarcando un sopracciglio e volgendo lo sguardo altrove, in attesa di una seconda spiegazione che speravo fosse più esauriente della prima. Speranza che dovetti abbandonare, dato che il giovane cavallerizzo aveva appena aperto la bocca per parlare. "Oh, Dio, no..."

    Potrebbe essere una manifestazione, più o meno fisica, dell’individuo sull’ambiente che lo circonda. Oppure un’imposizione psicologica su un altro individuo.

    "Anche lui non ha detto niente di che... ed è anche incorretto, tra l'altro. Che sia davvero stupido come Yagami?" mi chiesi, fissandolo perplesso prima di volgere il mio speranzoso sguardo verso l'ultima allieva rimasta, che... deluse sistematicamente anche lei le mie aspettative. Meno degli altri due, ma ok, non era ciò che volevo sentire.

    Mmm... il reiatsu... probabilmente è una manifestazione psicologica della propria forza fisica che un individuo esercita sull'ambiente circostante e che ha il potere di schiacciare quelli che non ne possiedono uno molto elevato come è successo a noi tre.

    Mi concessi qualche secondo di riflessione, grattandomi perplesso lo zigomo destro con l'indice della rispettiva mano mentre li fissavo con un'espressione tutt'altro che soddisfatta; il termine giusto per definirla era probabilmente "perplessa". «Quindi, in sintesi, voi non conoscete un accidenti del mondo degli Shinigami se non gli Hollow... andiamo bene.» iniziai, smettendo di grattarmi e sospirando amaramente; non amavo la parte teorica, già. «In sostanza Lily ha detto un'ovvietà, il nostro aitante fantino una boiata e Kahori lo ha seguito a ruota ripetendo quasi lo stesso concetto ma modificandolo al punto da renderla un'ovvietà come quella di Lily. Se non altro, avete avuto il buon senso di venire ad imparare dall'A alla Z, molti dei candidati che sono passati tra "le mie mani" prima di voi si sono preparati di un sacco di concetti e alla fine finiscono sempre per dir cazzate.» Una piccola pausa, dopo la quale iniziai a spiegare loro velocemente i concetti base. «Ehm, pesce lesso... vorrei che mi ascoltassi, non cadere in catalessi, sennò poi non sai che cazzo devi fare quando dovrete passare all'atto pratico.» Mi rivolsi ad Ibi, dal momento che sapevo benissimo che dei miei discorsi precedenti non aveva ascoltato una sola parola. «Il reiatsu, che letteralmente significa "Energia spirituale" è semplicemente il flusso di reishi (ovvero "particelle spirituali") che scorre all'interno del corpo di ognuno di noi. Con l'accrescere della propria esperienza e della propria potenza aumenterà anche la vostra capacità intrinseca di sprigionare una quantità maggiore di reiatsu. Questa era la risposta alla seconda domanda. Quelle che avete elencato voi, a parte Ibi che ha detto una fesseria quasi veritiera ma espressa male, sono semplici "usi" che si può fare del reiatsu. Tutto ciò che ci circonda è composto da reishi; quindi per uno shinigami è utile sapersi rapportare anche con le particelle spirituali <esterne> per fare roba tipo questa...» E, nel dirlo, mi alzai in piedi ed iniziai camminare nel vuoto... sì, avevo iniziato a "volare", secondo la loro ottica. Dall'alto, infine, continuai il discorso. «Comunque sia, prima di passare a roba complicata come il levitare ed il rapportarsi con le reishi esterne, è bene che uno shinigami sappia controllare ed utilizzare a proprio piacimento la propria energia spirituale; per fare roba tipo questa... Bakudou no Yon: Hainawa!» Amavo le dimostrazioni pratiche. Solitamente ero solito utilizzare uno Shou per il kidou, ma... i discorsi precedenti mi avevano invogliato ad utilizzare questo particolare Incantesimo. Infatti una corda di energia gialla si diramò dal palmo della mia mano e si andò ad attorcigliare attorno alle braccia e al busto del povero Ibi-kun, legandolo come si suol dire "come un salame". «Questo ad esempio era un incantesimo di Kidou, ovvero la Via del Demone... Alcuni di essi sono davvero molto utili; per come la vedo io tutti gli shinigami dovrebbero saperne utilizzare almeno un paio. E... ma guardate un po', alla fine sono finito io col darmi all'Ippica...» conclusi con un sorriso ed uno sguardo di sfida al povero ragazzo, alludendo al lazo che lui aveva citato poco prima. «Ad ogni modo, ci sono altri utilizzi che si possono sfruttare del reiatsu; l'aumento della propria forza fisica o della propria velocità. Potrei farvelo vedere ma non ne ho voglia, ne avremo sicuramente più tempo in avanti. L'ultimo "utilizzo" che si può conoscere del reiatsu è quello che ho attuato prima io. Non è né un qualcosa di psicologico né un'interazione con l'ambiente. Era né più né meno che semplice reiatsu sprigionato da istinto omicida. In battaglia vi capiterà di perdere un amico, un compagno, una persona alla quale tenete particolarmente. In quei casi la rabbia sarà talmente tanta che, inconsciamente, si sprigiona una quantità enorme di reiatsu. In ogni caso, quando sarete più forti saprete anche rilasciarlo a comando come ho fatto io poco fa. Come ha detto Kahori, in ogni caso se ne risente così tanto solo quando il dislivello di forza tra due individui è palese come lo è il nostro; uno forte quanto noi ne risentirà poco o nulla, mentre uno più forte potrà solo riderci in faccia.» Rilasciai il Kidou di prima e liberai Ibi, dal momento che la parte teorica era conclusa. «Prima di passare al vostro primo allenamento vero e proprio, avete qualche domanda da porre?»

    [Dopo eventuali domande e relative risposte...]

    «Benissimo, il vostro primo esercizio consiste nel fare esattamente questo.» dal nulla, un po' come un prestigiatore, feci apparire una sfera di pallida luce azzurrina delle dimensioni di un pallone da basket, che iniziai a far volteggiare da una mano all'altra. «Trovate la fonte del vostro reiatsu, imparate a dominarne il flusso e create una sfera di almeno cinque centimetri di diametro. Al vostro livello è praticamente impossibile farne di più grandi... a giudicare i risultati sarò io, le sfere dovranno essere quantomeno stabili e delle dimensioni richieste. Non ci sono limiti di tempo veri e propri, ma non intendo rimanere qui tutto il giorno. Buon lavoro~» Annunciai con un sorriso, prima di incrociare le braccia in attesa che i tre iniziassero. «Ah... attenti a non perdere mai la concentrazione. Altrimenti...» non completai intenzionalmente la frase; li avrei tenuti sulle spine.

    CITAZIONE
    D'accordo, siete entrati nel vivo del primo allenamento. Il discorso è semplice: vi concentrate, descrivete accuratamente sensazioni, metodo e passaggi per la creazione della vostra sfera. Non potete essere autoconclusivi. Solo io posso decidere se il vostro metodo è buono e qual'è l'esito delle vostre azioni. Voi vi limiterete ad un "Aprii gli occhi e..." o qualcosa di analogo.
    Buon divertimento. ;)

     
    Top
    .
  14. • Maki
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Kahori Hashimoto




    Narrato
    Pensato
    «Parlato»
    «Parlato altrui»


    Sakata si grattava gli zigomi con aria perplessa.
    Risposta sbagliata.
    «Quindi, in sintesi, voi non conoscete un accidenti del mondo degli Shinigami se non gli Hollow... andiamo bene.»
    Ed eccone la conferma! Kahori sbuffò abbassando lo sguardo.
    Allora qual è la risposta?
    «In sostanza Lily ha detto un'ovvietà, il nostro aitante fantino una boiata e Kahori lo ha seguito a ruota ripetendo quasi lo stesso concetto ma modificandolo al punto da renderla un'ovvietà come quella di Lily. Se non altro, avete avuto il buon senso di venire ad imparare dall'A alla Z, molti dei candidati che sono passati tra "le mie mani" prima di voi si sono preparati di un sacco di concetti e alla fine finiscono sempre per dir cazzate.»
    Spiegò il ragazzo dai capelli azzurrini. Kahori lo ascoltava in silenzio, pensando ad un'altra possibile risposta ma ecco che già la stava dando il maestro.
    «Ehm, pesce lesso... vorrei che mi ascoltassi, non cadere in catalessi, sennò poi non sai che cazzo devi fare quando dovrete passare all'atto pratico. Il reiatsu, che letteralmente significa "Energia spirituale" è semplicemente il flusso di reishi (ovvero "particelle spirituali") che scorre all'interno del corpo di ognuno di noi. Con l'accrescere della propria esperienza e della propria potenza aumenterà anche la vostra capacità intrinseca di sprigionare una quantità maggiore di reiatsu. Questa era la risposta alla seconda domanda. Quelle che avete elencato voi, a parte Ibi che ha detto una fesseria quasi veritiera ma espressa male, sono semplici "usi" che si può fare del reiatsu. Tutto ciò che ci circonda è composto da reishi; quindi per uno shinigami è utile sapersi rapportare anche con le particelle spirituali <esterne> per fare roba tipo questa...»
    Dicendo questo, Gintoki Sakata si alzò dal ceppo e cominciò a camminare nel vuoto. Kahori lo guardava con aria di ammirazione. Anche lei voleva imparare a "volare". Sarebbe stata una cosa stupenda se ci fosse riuscita. Magari, sarebbe riuscita a superare la sua unica paura, una paura banale quella per l'altezza.
    «Comunque sia, prima di passare a roba complicata come il levitare ed il rapportarsi con le reishi esterne, è bene che uno shinigami sappia controllare ed utilizzare a proprio piacimento la propria energia spirituale; per fare roba tipo questa... Bakudou no Yon: Hainawa!»
    Una strana corda fatta di energia gialla uscì dal palmo della mano di Sakata e si andò ad attorcigliare attorno alle braccia e al busto di Ibi.
    Perchè darsi all'ippica? Potrebbe benissimo fare da cavia per i nostri incantesimi di Kidō, ahah!
    Kahori non riuscì a trattenersi per quel suo pensiero e le scappò una breve risata.
    «Questo ad esempio era un incantesimo di Kidou, ovvero la Via del Demone... Alcuni di essi sono davvero molto utili; per come la vedo io tutti gli shinigami dovrebbero saperne utilizzare almeno un paio. E... ma guardate un po', alla fine sono finito io col darmi all'Ippica...»
    Kahori rise e il maestro lanciò uno sguardo di sfida a quel pesce lesso di Ibi.
    «Ad ogni modo, ci sono altri utilizzi che si possono sfruttare del reiatsu; l'aumento della propria forza fisica o della propria velocità. Potrei farvelo vedere ma non ne ho voglia, ne avremo sicuramente più tempo in avanti. L'ultimo "utilizzo" che si può conoscere del reiatsu è quello che ho attuato prima io. Non è né un qualcosa di psicologico né un'interazione con l'ambiente. Era né più né meno che semplice reiatsu sprigionato da istinto omicida. In battaglia vi capiterà di perdere un amico, un compagno, una persona alla quale tenete particolarmente. In quei casi la rabbia sarà talmente tanta che, inconsciamente, si sprigiona una quantità enorme di reiatsu. In ogni caso, quando sarete più forti saprete anche rilasciarlo a comando come ho fatto io poco fa. Come ha detto Kahori, in ogni caso se ne risente così tanto solo quando il dislivello di forza tra due individui è palese come lo è il nostro; uno forte quanto noi ne risentirà poco o nulla, mentre uno più forte potrà solo riderci in faccia.»
    Il maestro rilasciò il Kidō e chiese se i novellini avessero domande da fare.
    «Non si potrebbe usare Ibi-kun per i nostri allenamenti con gli incantesimi di Kidō? Dato che è venuto qui perchè non aveva nulla da fare almeno si rende utile...!» Disse Kahori sfacciatamente e sarcasticamente lanciando un sorriso divertito al compagno di classe.
    Dopo un po', Sakata gli assegnò il primo esercizio che consisteva nel creare una sfera del diametro di cinque centimetri con il proprio reiatsu. Era impossibile farne di più grandi perchè il livello del reiatsu dei novellini non era abbastanza elevato per farne di più grandi.
    «Non ci sono limiti di tempo veri e propri, ma non intendo rimanere qui tutto il giorno. Buon lavoro. Ah... attenti a non perdere mai la concentrazione. Altrimenti...» Sakata non concluse la frase. Eh, altrimenti... altrimenti cosa sarebbe successo?
    Mmm... bene. Tentiamo. Concentrati, concentrati, concentrati...
    Kahori si guardò le mani. Le aprì e chiuse le mani molto velocemente. Erano sudate. Era nervosa perchè non aveva la più pallida idea di come ci sarebbe riuscita a creare una sfera dal nulla ma ce la doveva fare a tutti i costi.
    Non credo che sia così difficile.
    La ragazza sì alzò dal ceppo di legno e si sedette per terra a gambe conserte. Schiena dritta e mento alzato. Le braccia attaccate al busto. Si rilassò prendendo un respiro profondo. Mise le mani in modo da formare una sfera. Chiuse gli occhi. In quel momento non sentiva più nulla perchè era molto concentrata. Sentiva solo il rumore dei suoi pensieri.
    Forza, forza, forza! Ce la devo fare.
    Strinse i denti e rimase immobile immaginando se stessa all'interno di un enorme sfera nera fluttuante nel frattempo che cercava di portare il suo reiatsu alle mani.

    Edited by • Maki - 20/6/2012, 20:23
     
    Top
    .
  15. _Kogin
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Quindi, in sintesi, voi non conoscete un accidenti del mondo degli Shinigami se non gli Hollow... andiamo beneQueste furono le parole di Gintoki Sakata.
    Stronzate, stronzate e stronzate. In poche parole quello che avevano detto i ragazzi a proposito del reiatsu. Ibi aveva detto in assoluto la stronzata più grande, poco male.
    Ehm, pesce lesso... vorrei che mi ascoltassi, non cadere in catalessi, sennò poi non sai che cazzo devi fare quando dovrete passare all'atto pratico. Chissà per quale assurdo motivo Ibi si sentì tirato in causa. Ibi non si sentì offeso da quell’appellativo, sapeva bene che avrebbe fatto la figura dell’idiota staccando il cervello, e quindi se lo meritava.
    Senti bello, se dici cose pallose, è ovvio che non ti ascolti…
    Il reiatsu, che letteralmente significa "Energia spirituale" è semplicemente il flusso di reishi (ovvero "particelle spirituali") che scorre all'interno del corpo di ognuno di noi. Con l'accrescere della propria esperienza e della propria potenza aumenterà anche la vostra capacità intrinseca di sprigionare una quantità maggiore di reiatsu. Questa era la risposta alla seconda domanda. Quelle che avete elencato voi, a parte Ibi che ha detto una fesseria quasi veritiera ma espressa male, sono semplici "usi" che si può fare del reiatsu. Tutto ciò che ci circonda è composto da reishi; quindi per uno shinigami è utile sapersi rapportare anche con le particelle spirituali <esterne> per fare roba tipo questa...
    Il maestro iniziò, non a volare, se voli non hai i piedi rigidi e non cammini. Sembrava più che altro passeggiasse nel vuoto.
    Interessante…
    Comunque sia, prima di passare a roba complicata come il levitare ed il rapportarsi con le reishi esterne, è bene che uno shinigami sappia controllare ed utilizzare a proprio piacimento la propria energia spirituale; per fare roba tipo questa... Bakudou no Yon: Hainawa!
    Un laccio di energia gialla incatenò le braccia al corpo di Ibi che cadde a terra con un tonfo.
    Questo ad esempio era un incantesimo di Kidou, ovvero la Via del Demone... Alcuni di essi sono davvero molto utili; per come la vedo io tutti gli shinigami dovrebbero saperne utilizzare almeno un paio. E... ma guardate un po', alla fine sono finito io col darmi all'Ippica...
    Ibi riuscì a rotolare di lato e guardare Sakata. Il volto si fece cupo, gli occhi gelidi, la bocca divenne una smorfia di rabbia.
    -Sappi che ti ucciderò per questo…- Sibilò Ibi.
    Non si potrebbe usare Ibi-kun per i nostri allenamenti con gli incantesimi di Kidō? Dato che è venuto qui perché non aveva nulla da fare almeno si rende utile...!Ibi rotolò verso Kahori e le disse con il solito tono malevolo. -Io e te, quando vuoi, un allenamento privato.-
    Ad ogni modo, ci sono altri utilizzi che si possono sfruttare del reiatsu; l'aumento della propria forza fisica o della propria velocità. Potrei farvelo vedere ma non ne ho voglia, ne avremo sicuramente più tempo in avanti. L'ultimo "utilizzo" che si può conoscere del reiatsu è quello che ho attuato prima io. Non è né un qualcosa di psicologico né un'interazione con l'ambiente. Era né più né meno che semplice reiatsu sprigionato da istinto omicida. In battaglia vi capiterà di perdere un amico, un compagno, una persona alla quale tenete particolarmente. In quei casi la rabbia sarà talmente tanta che, inconsciamente, si sprigiona una quantità enorme di reiatsu. In ogni caso, quando sarete più forti saprete anche rilasciarlo a comando come ho fatto io poco fa. Come ha detto Kahori, in ogni caso se ne risente così tanto solo quando il dislivello di forza tra due individui è palese come lo è il nostro; uno forte quanto noi ne risentirà poco o nulla, mentre uno più forte potrà solo riderci in faccia. Detto ciò Sakata liberò Ibi dalla morsa d’energia.
    Istinto omicida… Ibi era stato umiliato pubblicamente e la cosa lo faceva imbestialire.
    Benissimo, il vostro primo esercizio consiste nel fare esattamente questo. Trovate la fonte del vostro reiatsu, imparate a dominarne il flusso e create una sfera di almeno cinque centimetri di diametro. Al vostro livello è praticamente impossibile farne di più grandi... a giudicare i risultati sarò io, le sfere dovranno essere quantomeno stabili e delle dimensioni richieste. Non ci sono limiti di tempo veri e propri, ma non intendo rimanere qui tutto il giorno. Buon lavoro.
    Dicendo queste parole il sensei creò una sfera del colore dei suoi capelli e se la giocò come un pallone da basket.
    -Una domanda, questa sfera è disponibile solo in colore Sakata o è possibile farla in altri colori ?- Ibi trasgredì la terza regola, intenzionalmente, con malignità. No, Sakata non sarebbe stato il suo rivale, da quel momento sarebbe diventato l’obiettivo di Ibi.
    Ma quello non era il movimento di divagare, era meglio mettersi all’opera e dimostrare a Sakata di che pasta fosse fatto. Ibi si sedette sul tronco a gambe incrociate.
    Ibi in vita era buddhista, andava spesso al tempio a praticare zazen, quindi sapeva come concentrarsi.
    La posizione è con le gambe incrociate. Siedi eretto, senza inclinare né a destra, né a sinistra, né avanti, né indietro. Le orecchie devono essere in linea con le spalle, il naso deve essere in linea con l’ombelico. La lingua riposa contro il palato. Le mascelle e le labbra sono chiuse senza sforzo. Tieni sempre gli occhi aperti. Respira tranquillamente attraverso il naso.
    Zazen è un metodo per trovare la pace interiore ma Ibi non ci riusciva era infuriato voleva solamente distruggere Sakata. Ibi percepiva qualcosa nel profondo, ma non riusciva a identificare cosa e dove. Volse le mani con i palmi verso l’alto, non era sicuro del grado di pericolosità di quella tecnica, meglio evitare altre brutte figure come darsi fuoco all’hakama o farsi esplodere le gambe. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio. Ibi cercava di escludere ogni cosa ma ogni volta che ci provava, la rabbia lo pervadeva.
    Effettivamente se ha detto che quello era istinto omicida. Potrei provarci…
    Ibi si rimise a meditare e quando la rabbia lo pervase, avvicinò le mani. Il flusso d’ira era imponente ma Ibi cercava di comprimerlo e dirigerlo verso le mani.
     
    Top
    .
32 replies since 18/6/2012, 15:04   498 views
  Share  
.
Top