Classe G [II]

Controllo del Corpo Lv. 1

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    Stavolta, solo Ibi e Lily ricevono il seguente messaggio un giorno prima della lezione, alle ore dieci del mattino.

    CITAZIONE
    Game II:
    x = Hæll.
    t= 1440 min.
    Incompletes will be destroyed.

    GS

    CITAZIONE
    Linee guida:
    Ovviamente i vostri pg non ci capiranno un cazzo, almeno inizialmente, ma riconoscete la scrittura del vostro sensei e le sue iniziali. 1440 è il numero di minuti contenuti in ventiquattr'ore, nel caso in cui voi non lo sapeste; quindi vi recherete 24 ore dopo la consegna sul luogo indicato.
    Hæll, invece, rappresenta un semplice gioco di parole tra "Inferno" e "Ingresso" in inglese: "Hell" ed "Hall", le cui lettere sono semplicemente combinate tra loro. In un primo momento, forse penserete sul serio all'Inferno, ma poi con una serie di ragionamenti che lascio a voi, dovreste arrivare alla corretta interpretazione.
    Quando realizzate qual'è il significato del messaggio, recatevi all'ingresso dell'Accademia, dove troverete un Sakata dall'espressione divertita.

    Il primo che posta abbia cura di descrivere anche le condizioni atmosferiche.
    Ah, e mi raccomando, non fatelo capire subito ai vostri pg, non sono dei super-Einstein o.o

    Mi sono permesso di riciclare un vecchio post ed adattarlo a voi, sia per la mancanza di tanto tempo per crearne uno nuovo, sia perché mi intriga vedere come la prenderanno le due "teste calde" della classe. :fuu:
     
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    Saber era appena rincasata da una visita a sua nonna quando suo padre vedendola le consegnò una lettera ù mentre lei era via “Tieni è per te, è arrivata alle dieci” la giovine afferrata la busta non ebbe nessun dubbio sulla provenienza e subito pensò a quale potesse essere il suo contenuto: “Richiesta di eliminazione di autolesionisti? Reclami contro i folli? Ne dubito fortemente nonostante l’idea la stuzzicasse. Sarà qualcosa riguardante gli allenamenti…” Così senza indugi aprì la busta e con suo sommo stupore vide un biglietto con poche, anzi pochissime parole:
    Game II:
    x = Hæll.
    t= 1440 min.
    Incompletes will be destroyed.

    GS

    “Ehmmm” la sua mente e il suo corpo si erano fermati di colpo tanto che il padre vedendola immobile con la lettera in mano sul primo gradino delle scale chiese stupito “Tutto bene Saber??”
    Lei non rispose, forse manco lo sentì tanto era immersa nei suoi pensieri: “Game II era chiaro, si tratta di semplice traduzione ma il resto….” Era assalita da idee contrastanti e parecchio paradossali però anche da un senso di frustrazione crescente che le rodeva dentro “Se fosse un ordine chiaro e preciso non avrei problemi ma questo maledetto rebus mi impedisce di svolgere l’ordine precisamente, potrei sbagliare l’ora o il luogo e sarebbe un disatro…” Saber Lily e le sue regole…
    Lei non era rimasta stupita dal fatto che il messaggio di Sakata fosse scritto in aramaico perché appunto era del folle, c’erano le sue iniziali in fondo e la calligrafia era uguale alla precedente, ed una cosa così pur essendo al limite era da aspettarsela ma invece era sconvolta al pensiero di poter mancare all’appuntamento e quindi infrangere un ordine.
    “Maledizione a lui!! Ma perché deve mettermi in queste situazioni così complicate” Saber era abbastanza nervosa… Erano le quattro e mezza del pomeriggio, non era freschissima dopo la lunga camminata e doveva subito capire il significato di quelle parole ma una voce la chiamava continuamente “Ehi ci sei? Ehiiii tutto bene?? Rispondi” riconobbe la voce di suo padre e quando questo la toccò alla spalla rinvenne dal suo stato di trans per poi scattare in camera sua senza proferir parola.
    “X= Hæll e t= 1440 min cosa diavolo saranno mai” più ci pensava più le parevano assurde quelle scritte eppure erano proprio davanti ai suoi occhi “Pensa Saber pensa, cosa si dice solitamente per comunicare un appuntamento??” perché questo pensava fosse la giovane dato che il folle non aveva un aspetto di uno che amava perdere tempo “Però il tempo che veniva perso in quei momenti non era il suo…. Ma il mio e questo sarebbe da lui.” Era nervosa perché nonostante il problema decifrazione NON DOVEVA ASSOLUTAMENTE tardare di un minuto e così si piantò su quel foglietto di carta per tutta la sera e sebbene il padre fosse venuto più volte a chiedere spiegazioni non ne ricevette alcuna se non dei sonori “Non disturbare. Grazie” detti col solito tono extratagliente ultrafeddo di qui era solo lei capace.
    Passarono sette ore, ormai erano le undici e mezza di notte e non si era ancora staccata da quella scrivania pensando a tutte le possibili interpretazioni che però non le illuminavano la giornata. Stanca e assonnata ogni tanto le si chiudevano gl’occhi ed il capo quasi si posava sul legno in cerca di riposo ma qualcosa dentro di lei non le permetteva di abbandonarsi al sonno anzi la spronava a trovare la soluzione a quel mistero… Alla fine però ebbe il sopravvento il sonno e cadde addormentata con la testa sul foglio…
    La sveglia suonò come ogni altra mattina alle sei precise e Saber a questo giro fu particolarmente più violenta del solito tant’è che questa venne avvistata volare fuori dalla sua finestra ed andarsi a schiantare su una pietra ad una trentina di metri da casa.
    Era vistosamente alterata: primo non aveva ancora risolto il problema e secondo si era appisolata mentre ne cercava la soluzione e per come era fatta lei si sentiva profondamente delusa da questa cosa. Non riuscendo quindi a trovare la soluzione al dilemma decise di fare una scelta parecchio diretta: andò all’accademia per interrogare il buon (mica tanto) Sakata su quel misterioso messaggio. Quindi si preparò e uscì di casa senza dire nulla per poter giungere in accademia per le dieci meno dieci, nonostante la soluzione fosse ovviamente quasi sicura quando sarebbe arrivata dal folle, non riusciva a levarsi dalla mente quelle indicazioni così criptiche e per tutto il tragitto non fece altro che pensarci su senza interruzioni.
    “t= 1440 min e x = Hæll non hanno senso” poi però le venne un’idea “E se fossero T=tempo e X=posizione?” semplice matematica secondo la quale si identifica con X un luogo e con la t solitamente un tempo “t=144 0 min pensandoci bene quante ore sono?” un rapido conto mentale e scoprì che erano ventiquattr’ore precise “Ma aspetta mio padre ha detto che era arrivata ieri alle dieci quindi il presunto appuntamento sarebbe alle dieci di oggi cioè tra circa tre ore!!” Saber aveva capito, e non era difficile ma forse stanchezza e ansia l’avevano ingannata, a che ora raggiungere il sensei ma rimaneva un big problem : Where??
    “La Seireitei non è piccola” pensò “E l’indizio X= Hæll non mi fa venire in mente proprio nulla. Dove diavolo dovrò incontrare quel tipo!??!” era comprensibilmente preoccupata e ansiosa soprattutto perché temeva di infrangere una regola per lei così vitale da rispettare.
    Senza ragionare e poco pensandoci sopra le sue gambe la guidarono nel luogo più sensato in cui avrebbe potuto trovarsi il sensei per un presunto allenamento: L’Accademia.
    Il tempo in quel momento era l’esatto opposto del giorno del primo incontro con Sakata, era nuvoloso e cupo con una leggera brezza che soffiava costante. Per Saber quel tempo era perfetto infatti rispecchiava il suo animo freddo e distaccato, si sentiva più a suo agio con quelle nuvole che coprivano il sole e poi il caldo non le piaceva per nulla; mentre fissava il cielo infine giunse davanti alla sua meta “Spero sia questo il luogo perché sennò sarò in terribile ritardo” guardò un orologio e vide che segnava le dieci meno tre e così piena d’angoscia si precipitò con passo sostenuto all’ingresso pensando “Fa che ci sia, fa che il folle sia lì.” Giunse di fronte all’ingresso e cercò l’unico particolare veramente decisivo di Sakata cioè la buffa chioma azzurrognola, guardò a destra e poi a sinistra ed infine, quando il cuore le saltava in gola e iniziava a riscaldarsi, vide quella buffa figura nera e azzurra che si distingueva da tutto e tutti, Sakata era lì.
    Saber sospirò un paio di volte cercando di calmarsi abbondantemente poichè comunque alla fine era riuscita ad arrivare puntuale, riuscì a rispettare le sue convinzioni e non infranse quell’ordine “Mi è andata bene” pensò “Per fortuna” finalmente si sentì più tranquilla.
    Arrivò davanti a Sakata che pareva quasi essere compiaciuto “Sicuramente ci sta pensando, ne sono sicura” si fermò a pochi passi da lui e lo fissò negl’occhi evitando, seppur con difficoltà, di cadere nella tentazione di guardare i suoi capelli e sempre con lo sguardo vuoto, distaccato e un filino irritato senza manco salutarlo disse: “Perché?”

    Edited by Byakuya~ - 14/7/2012, 18:56
     
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  3. _Kogin
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    Narrato
    Parlato altrui
    Pensato Ibi
    -Parlato Ibi-


    CITAZIONE
    Game II:
    x = Hæll.
    t= 1440 min.
    Incompletes will be destroyed.

    GS

    Questo fu il laconico messaggio che trovò Ibi sulla porta di casa qualche giorno dopo il suo primo allenamento.

    Non c’è dubbio, è sicuramente di Sakata. Ma che cazzo significa ? Ibi era confuso, c’era qualcosa in quel biglietto che aveva un qualcosa di familiare, ma anche d’inquietante. Ibi staccò il biglietto dalla porta, entrò in casa e si buttò sul letto.
    Più fissava il biglietto, più gli sembrava di vederci qualcosa di familiare.

    Sarà l’appuntamento per il prossimo allenamento… T=1440 min… t è una coordinata temporale, millequattrocentoquaranta minuti sono ventiquattro ore precise… Ma ventiquattro ore da quando ?

    Ibi era uscito di nuovo presto quel mattino, amava guardare l’alba della Soul Society dalla cima del pino vicino a casa. Erano le quasi le undici quindi c’era uno scarto di quasi cinque ore da quando potevano averlo portato.

    -KUMIKO! Sai mica a che ora hanno portato sto biglietto ?-

    Ah Ibi, sei a casa, buongiorno. Credo fossero le dieci, hanno bussato ma non c’era nessuno. Adesso ti preparo un Oolong.

    Fantastico, quindi sarà domani alle dieci. Il dove è indicato dalla coordinata spaziale x. Hæll… Se fosse un latinismo ? æ si leggerebbe Hell… Inferno… Che sia una sorta d’intimidazione? No, se fosse così, non ci sarebbe il luogo d’incontro… E se invece di hell fosse semplicemente haell? Non ha un senso…

    Ibi si alzò e si mise a sedere davanti al tavolo. Nella mano destra continuava a tenere il biglietto, mentre nella sinistra teneva il chawan. Mentre sorseggiava il suo te, Ibi si crucciava sul possibile significato della parola Hæll. Nessun anagramma. Era sicuramente un gioco di parole ma Ibi non riusciva a coglierlo.

    -Figurati se non faceva lo stronzo!-

    Ibi si stava alterando, mentre imprecava contro Sakata, diede un pugno al tavolo, facendo rovesciare tutto il te e bagnando il bigliettino. L’inchiostro stava sbavando, e man mano che si asciugava, sembrava sempre di più sangue. Ibi accartocciò il biglietto e se lo lanciò alle spalle.

    -Fanculo, vado alle dieci in accademia.-

    Non appena ebbe finito di dire quelle poche parole un brivido gli percorse la schiena. Sembrava che Sakata fosse lì a guardarlo, e che non aspettasse altro che sentigli dire quelle parole. L’eventualità della cosa, tra l’altro possibile conoscendo Sakata, terrorizzò Ibi che si girò e raccolse immediatamente il biglietto e si mise a lisciarlo con cura. La scritta era sbavata, però ora la parola che indicava il luogo non era più Hæll, la lettera ed era totalmente sbavata. La parola era diventata HA LL.

    Hall, ingresso… Hell’s hall ? Il Vestibolo dell’Inferno ? Continua a non avere senso… E se hell, fosse veramente per farci paura ? Rimarrebbe solamente hall. Ingresso. Ovvio, l’ingresso dell’accademia, come la prima volta…

    L’ultima parte del messaggio lasciava ancora perplesso Ibi. Incompletes will be destroyed.

    Gli incompleti saranno distrutti ?Bah…

    Ora che l’ignota lettera di Sakata era stata decifrata Ibi non aveva di nuovo nulla da fare quindi si rimise sul letto a sonnecchiare. Il mattino seguente Ibi si svegliò nuovamente presto, per vedere l’alba. Era una giornata nuvolosa. Se voleva arrivare per le dieci in accademia, doveva partire almeno due ore prima per non dover correre. Dopo aver ammirato il quadretto della Soul Society al sorgere del sole Ibi, tornò a casa per mettersi l’uniforme.

    Dovrei costruire una scaletta per salire su quell’albero… Ci penserò in questi giorni.

    Indossata l’uniforme Ibi si diresse verso l’accademia. Un paio d’ore dopo era quasi arrivato. Stava giocherellando con le piccole sfere di reiatsu che ora creava in continuazione sulla punta delle dita. Erano quasi le dieci, quindi Sakata doveva essere lì da qualche parte. Era nello stesso posto in cui si trovava l’ultima volta. Mente Ibi si avvicinava al maestro vide che la bionda insopportabile era già lì, stranamente l’altra non era ancora arrivata. Ibi le aveva sentito dire che avrebbe alloggiato in accademia, sarebbe dovuta essere la prima ad arrivare. Probabilmente non aveva decifrato il messaggio.
    Ibi decise di fare lo spaccone, creò una piccola sfera d’energia tra l’indice e il medio della mano sinistra e quando fu davanti a Sakata, Ibi gliela puntò verso la fronte.
    -Yo!-
     
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    × 2.1: Funny game.

    Personalmente, non mi sorprese più di tanto l'atteggiamento che, una volta arrivati, entrambi gli studenti tennero. Da Lily non mi aspettavo niente di diverso: una reazione composta, ma che non riusciva a nascondere del tutto l'evidente ira e frustrazione provata nelle ventiquattro ore precedenti; il non averle dato un ordine chiaro e tondo da eseguire deve averla fatta autenticamente dare di testa per la rabbia. Iniziavo a chiedermi se non fosse una pazza maniaca del sadomaso come quell'altra, lì...1
    Quanto all'altro, era molto molto probabile il fatto che avrebbe cercato di fare lo strafottente, cosa che puntualmente avvenne, ritrovandomi con una piccola sferetta di reiatsu puntata addosso. Allargai impercettibilmente il mio già largo sorriso. Oltre ad essere praticamente uno stronzo, però, era anche piuttosto intelligente. Probabilmente, il fatto che non fosse irritato quanto la compagna dipendeva unicamente dal fatto che non doveva avere perso troppo tempo a decifrare quel giochino insulso. Forse tanto insulso non era, ma del resto io ne conoscevo la soluzione...
    Ad un certo punto, però, senza aver ancora risposto né alla domanda postami né al saluto, iniziai a chiedermi dove fosse la terza. "Eppure ho mandato il messaggio anche a lei" pensai "Che non lo abbia decifra-..."
    Improvvisamente, mi ricordai che avevo mandato il messaggio alla sua vecchia abitazione nel Rukongai, avendo completamente rimosso dalla mia mente il fatto che aveva trovato alloggio nei dormitori accademici. "Merda, merda, merdaaaaaah, eppure il nonnetto con la casetta in testa era venuto a dirmelo!"
    Nella mia faccia, quando quei pensieri si risvegliarono, probabilmente passarono un teatrino di smorfie ed espressioni varie (click), che però cercai di far sparire al termine dei quali ritornando alla mia più classica inespressività. «Ehm, ok, ci siamo tutti. Perché, dici? Perché sono sadico, probabilmente... o forse perché oltre che testare le vostre capacità fisiche dovrei accertarmi del fatto che non siate dei completi idioti. Ne abbiamo già fin troppi, di balordi, giù all'Undicesima... non ne servono altri.» dissi loro semplicemente, in risposta alla domanda della biondina. «Ora seguitemi senza fare tante storie.» Il mio tono era decisamente di quelli che non ammettevano repliche; inoltre ero particolarmente soddisfatto del non avere completamente cagato di striscio né Ibi né il micro-testicolo di reiatsu che mi aveva puntato contro con le mani.
    Sì, ero decisamente malvagio.
    O forse anche no. Ai posteri l'ardua sentenza.
    Comunque, dopo una ventina di minuti di marcia a passo blando -personalmente non avevo alcuna fretta- giungemmo dinnanzi ad una grossa costruzione squadrata e, come tutto ciò che faceva parte dell'Accademia, completamente tinta di bianco. Una volta al suo interno, la temperatura si abbassò di colpo sotto lo zero. Infatti quell'enorme struttura conteneva una sorta di paesaggio artico -un toccasana per quel caldo afoso all'esterno- con tanto di stalattiti e stalagmiti di varia taglia e consistenza; dal centro dell'edificio si allargava circolarmente una grossa distesa d'acqua del diametro complessivo di una decina di metri. Il resto dell'edificio era occupato da alti cumuli di ghiaccio; le uniche due parti nella quale si poteva camminare -quasi- decentemente erano la zona pianeggiante all'entrata che dava sul bordo del lago e quella in linea retta dall'altra parte del lago. La distesa d'acqua stessa era costellata da diverse piattaforme di ghiaccio di una grandezza tale da poter a fatica contenere una persona, le quali per onor del vero andrebbe detto che non sembravano particolarmente stabili...
    «Ah, Demon-... ehm, Falkner, sei già qui vedo.» dissi improvvisamente con un'espressione divertita, volgendo lo sguardo alla mia destra. Seduto su un cumulo di ghiaccio come se fosse un cuscino, vi era infatti Falkner Chase, che fissava con il suo solito ghigno sadico e perverso i due nuovi arrivati, come tutte le volte che delle nuove prede con cui giocare e tutte da sbrandellare gli capitano tra le mani.
    Ok, forse la mia era una visione un po' di parte, ma non per niente io lo chiamavo Demonio ed era l'incubo ricorrente di Mouryou Urahara, il mio migliore amico. «Immagino ne abbiate già sentito parlare, comunque costui è il Luogotenente dell'Ottava brigata, Falkner Chase. Ed oggi è qui per aiutarci con un simpaticissimo esercizio che sono sicuro apprezzerete anche voi. A te la parola, luogotenente Per quanto mi sforzassi, non riuscivo ancora ad abituarmi a vedere Falkner come un ufficiale in comando; quindi definirlo come tale mi faceva un po' ridere.
    Luogotenente o meno, era pur sempre un Demonio quello lì.

    CITAZIONE
    Stavolta, prima di postare, dovrete attendere il post di argletahm. :P

    Nota n°1: Gintoki si riferisce ad Ayame Sarutobi. Un png da me stesso creato che lo stalkera per renderlo il suo giocattolo sessuale per le pratiche sadomaso; dopo i suoi numerosi rifiuti, ha semplicemente deciso di ucciderlo.

     
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  5. argletahm
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    Falkner aveva già finito di sistemare la zona per l'allenamento concordato con Sakata.

    *Toc Toc* avanti Falkner a mala pena alzò la testa dal foglio; il reiatsu di Sakata era abbastanza chiaramente percebile da non dover richiedere altri dettagli. A cosa devo l'onore? Finalmente mi hai portato quei tre mesi di pratiche arretrate in attesa? ...... ...... ..... a dire il vero ho per le mani due studenti... e richiedono una certa dose di bo... ehmm di sana guida e allenamento.... mi chiedevo se... Non aggiungere altro... ci vediamo all'arena ghiacciata e porta i due coniglietti al surgelatore... *pensiero di Sakata: potessi avere accesso alla sala torture... ma immagino che anche questo vada bene*


    Bene... credo di non avere bisogno di presentarmi visto che mi ha già introdotto il qui presente Gino Sacchetto... E la prossima volta che il mio grado gli si rotola sulla lingua farò in modo che non sia la sola cosa a rotolare... concluse flemmatico con il suo gelido sorriso alla Gin Ichimaru.. sorriso che solitamente faceva scappare un "destino infame" a un suo certo allievo.

    Ma bando alle ciance... miei giovani e inesperti... uhmmm Falkner sembrò un attimo assorto nei suoi pensieri trichechi.. si mi pare adatto per la lezione di oggi.

    Fatti alcuni passi verso il lago proseguì nel suo discorso: Come ben saprete per ogni buon combattente l'equilibrio è una delle parte principali tanto per poter schivare i colpi quanto per poterli portare a segno con forza e senza lasciare varchi a contrattacchi. Questo vale doppiamente in caso utilizziate un'arma dato che, oltre al vostro peso dovrete badare tanto al peso quanto all'inerzia dell'arma stessa... ma questo lo imparerete in un altro momento. Oggi lavoreremo sul vostro baricentro.. e dovrete attraversare il lago così..

    Senza fiatare Falkner saltellò da una piattaforma all'altra apparentemente ignorando tanto la scivolosità data dal ghiaccio che formava le piattaforme quanto i ballonzolii delle stesse sotto l'arrivo del suo peso. Dopo pochi rapidi movimenti era sull'altra sponda.

    Dovete semplicemente arrivare dove sono io. Inutile che vi aggiunga che un bagno nell'acqua ghiacciata sicuramente non rientra nella top ten delle cose salutari da fare in inverno by nonna preoccupata. Ah e sempre per la cronaca mi riservo il diritto di complicarvi la vita in qualsiasi modo io voglia.. e lo stesso vale per il vostro sensei.. Fate pure quel che volete ma attraversate il lago...

    Falkner balzò direttamente sulla riva iniziale dove si trovavano gli studenti con un unico fluido movimento riprendendo posto a sedere sull'ammasso di ghiaccio dove si trovava inizialmente.

    Beh che aspettate? Volete anche una raccomandata firmata e un bacino in fronte o provate a fare quel che dovete? Certo potete sempre ritirarvi se non ve la sentite.. concluse indicando la porta con il pollice in un chiaro e eloquente segno.
     
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    Il sorriso a venti denti di Sakata non fece altro che innervosire Saber la quale già lo era per le ore passate su quel pezzo di carta ma come sempre evitò qualunque tipo di reazione o scomponimento eccessivo e si limitò ad aspettare la risposta, anche se prima che le venisse data la giovane ebbe l’onore o la sfiga di assistere a una serie di facce da perfetto idiota che vennero esibite dal sensei “Questo è proprio folle. Chissà cosa pensa.”
    “Ehm, ok, ci siamo tutti. Perché, dici? Perché sono sadico, probabilmente... o forse perché oltre che testare le vostre capacità fisiche dovrei accertarmi del fatto che non siate dei completi idioti. Ne abbiamo già fin troppi, di balordi, giù all'Undicesima... non ne servono altri.” Sakata così rispose alla mia domanda con una frase da perfetto stupido “Ecco appunto lo dicevo prima, facce da idiota e frasi da idiota=è idiota” ovviamente Saber non era autolesionista, il suo sguardo cadde sul tipo vicino a lei alias Ibi che si era presentato con la sfera di reiatsu in mano come il cane mostra al padrone di saper muovere la coda “Davvero da vero idiota” disse ma in cuor suo sperava non finisse nell’Undicesima Brigata perché sarebbe stato il candidato numero uno per essere sacrificato al fine di ridurne il numero (di idioti appunto), quindi evitò di far trapelare qualsiasi tipo di emozione dal suo volto tenendosi i suoi pensieri stretti.
    “Ora seguitemi senza fare tante storie.” E così fu, senza nessun problema o distrazione altra lo seguimmo tranquillamente anche se per tutto il tragitto, circa venti minuti, non smise di pensare a quanti problemi per colpa di costoro, Ibi e Sakata, avrebbe potuto ancora sopportare “Speriamo bene.”
    La fine della camminata a passo di mucca perché per Saber quello era l’andamento,giungemmo ad un edifico completamente bianco ee entrati subito la prima cosa che venne percepita fu un abbassamento vertiginoso della temperatura che a Saber però, non dispiacque molto “Meglio questo al caldo” pensò mentre osservava attorno a lei: stalattiti e stalagmiti intorno a lei e dal centro dell'edificio si allargava circolarmente una grossa distesa d'acqua del diametro complessivo di una decina di metri mentre il resto dell'edificio era occupato da alti cumuli di ghiaccio.
    “Ah, Demon-... ehm, Falkner, sei già qui vedo.” Il sensei si voltò a destra ed io feci lo stesso scorgendo così un altro shinigami che se ne stava appollaiato su di un cumolo di ghiaccio con lo sguardo, sadico e abbastanza inquietante, fisso su di me e Ibi, al quale risposi con la migliore delle mie espr- Inespressioni senza badarlo oltre “Immagino ne abbiate già sentito parlare, comunque costui è il Luogotenente dell'Ottava brigata, Falkner Chase. Ed oggi è qui per aiutarci con un simpaticissimo esercizio che sono sicuro apprezzerete anche voi. A te la parola, luogotenente.”
    “In verità no mai sentito” disse Saber scostando lo sguardo e quindi toccò al nuovo entrato in scena parlare ed esordì con “Bene... credo di non avere bisogno di presentarmi visto che mi ha già introdotto il qui presente Gino Sacchetto... E la prossima volta che il mio grado gli si rotola sulla lingua farò in modo che non sia la sola cosa a rotolare...” una frase molto da signore notò Saber che però continuò nel suo atteggiamento di non curanza anche se Gino Sacchetto la incuriosì come soprannome.
    “Ma bando alle ciance... miei giovani e inesperti... uhmmm” Falkner sembrò pensare a qualcosa, come se gli mancassero le parole per poi esordire con un “trichechi…” il ciglio destro di Saber ebbe un fremito nel sentire quella parola riferita a lei “Primo mi pare di non assomigliarci. Secondo se c’è una cosa di cui mi sento sicura è il mio corpo. E terzo ma ti sei visto??” avrebbe voluto sparargli in faccia quelle parole molto volentieri perché nelle ultime ventiquattrore era stata parecchio stressata da qualcuno, e il suo sguardo fulminò Sakata, ma conosceva bene la fama e la forza dei luogotenenti ed non essendo come Ibi, autolesionista, si limitò ad voltare lo sguardo su di lui fissandolo inespressiva.
    “Come ben saprete per ogni buon combattente l'equilibrio è una delle parte principali tanto per poter schivare i colpi quanto per poterli portare a segno con forza e senza lasciare varchi a contrattacchi. Questo vale doppiamente in caso utilizziate un'arma dato che, oltre al vostro peso dovrete badare tanto al peso quanto all'inerzia dell'arma stessa... ma questo lo imparerete in un altro momento. Oggi lavoreremo sul vostro baricentro.. e dovrete attraversare il lago così..” finito di parlare Saber tirò un sospiro di sollievo “Qualcosa di fisico meglio si addice alle mie caratteristiche” e pensandolo le ritornarono in mente tutti quegli allenamenti fatti durante le lezioni di Kendo mentre una parte della sua ira svanì all’idea di un addestramento fisico ma mentre era intenta in questi pensieri il misterioso amico Cheese continuò a parlare “Beh che aspettate? Volete anche una raccomandata firmata e un bacino in fronte o provate a fare quel che dovete? Certo potete sempre ritirarvi se non ve la sentite…”
    “Per me non è così simpatico con il suo capitano” sospirò Saber guardando verso il luogotenente “Però sembra che non conoscendomi riesca comunque a stuzzicarmi parecchio. Odio la parola RITIRATA” il fuoco arse dentro di lei e si sentì pervasa dalla voglia di chiudere, per quanto potesse fare ora, la bocca a quel tipo che era diventato irritante…
    Si portò in posizione davanti alla prima piattaforma e spiccò il salto in direzione di quest’ultima, sapeva bene quali potessero essere le difficoltà di quel salto ed infatti aveva cercato di prevedere un po’ le reazioni del suo atterraggio sul ghiaccio e pensò che avrebbe potuto provare ad usare qualcosa in particolare per avere più grip sulla lastra…

    Edited by Byakuya~ - 14/7/2012, 18:56
     
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  7. _Kogin
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    Indubbiamente quell’idiota di Sakata aveva dimenticato di spedire il biglietto all’altra tizia, la sua faccia ne era la conferma. Dopo essersi ricomposto a forza, disse qualcosa alla biondina poi intimò ai due di seguirlo.
    Era circa un quarto d’ora che camminavano e non erano ancora arrivati.

    Certo che è enorme questo posto…

    Dopo altri cinque minuti di cammino arrivarono a destinazione. Difronte a loro c’era una sorta di casermone squadrato e bianco, in tono con tutto il resto dell’accademia. La cosa particolare era che, appena entrati, il paesaggio si modificava completamente. Da un verde giardino dell’esterno, si passava a una sorta di lago sotterraneo. Anche la temperatura era notevolmente diminuita. A Ibi non piaceva il freddo, Osaka non era una città fredda e tanto meno la Soul Society. Il lago al centro della grotta occupava praticamente tutto lo spazio disponibile ed era costellato da delle piattaforme di ghiaccio.

    Chissà se è artificiale… Non sembra.

    Ma sicuramente la cosa più particolare di quel posto era lo shinigami disteso su un cumulo di ghiaccio.

    Ah, Demon-... ehm, Falkner, sei già qui vedo. Immagino ne abbiate già sentito parlare, comunque costui è il Luogotenente dell'Ottava brigata, Falkner Chase. Ed oggi è qui per aiutarci con un simpaticissimo esercizio che sono sicuro apprezzerete anche voi. A te la parola, luogotenente.

    Falkner Chase era forse un po’ più grande di Ibi, notevolmente più alto e muscoloso. Però portava il suo stesso taglio di capelli. Nel chiamarlo Demon, Sakata aveva effettivamente posto l’accento su un aspetto piuttosto inquietante di quell’uomo. Un sorriso gelido e crudele. Sakata se lo sognava uno sguardo del genere.

    Bene... credo di non avere bisogno di presentarmi visto che mi ha già introdotto il qui presente Gino Sacchetto... E la prossima volta che il mio grado gli si rotola sulla lingua farò in modo che non sia la sola cosa a rotolare...

    Uh-uh, Gino Sacchetto, mi piace questo Chase…

    Un impercettibile sorriso attraversò il viso di Ibi per poi sparire subito.

    Ma bando alle ciance... miei giovani e inesperti... uhmmm. Trichechi... si mi pare adatto per la lezione di oggi.

    Queste parole lasciarono Ibi piuttosto confuso. Forse Chase non era veramente un demonio come affermava Sakata, ma solo un altro coglione.

    Come ben saprete per ogni buon combattente l'equilibrio è una delle parte principali tanto per poter schivare i colpi quanto per poterli portare a segno con forza e senza lasciare varchi a contrattacchi. Questo vale doppiamente in caso utilizziate un'arma dato che, oltre al vostro peso dovrete badare tanto al peso quanto all'inerzia dell'arma stessa... ma questo lo imparerete in un altro momento. Oggi lavoreremo sul vostro baricentro... e dovrete attraversare il lago così…

    Con una leggiadria innaturale Chase attraversò il lago saltellando da una piattaforma ghiacciata ad un'altra. La cosa era sorprendente, probabilmente il luogotenente pesava un centinaio di chili, ma le sottili lastre di ghiaccio non si mossero di un millimetro. Sicuramente non era solo merito suo. Probabilmente aveva usato il suo reiatsu per aumentare le sue capacità, come aveva già accennato Sakata. Ibi non sarebbe riuscito ad ottenere un risultato minimamente paragonabile al suo. Ma la cosa ancora più sorprendente fu come, in un unico salto, attraversò i dieci metri che separavano le due sponde del lago.

    Beh, indubbiamente è impressionante…

    Beh che aspettate? Volete anche una raccomandata firmata e un bacino in fronte o provate a fare quel che dovete? Certo potete sempre ritirarvi se non ve la sentite.

    Queste parole fecero saltare i nervi alla biondina che disse qualcosa che Ibi neanche ascoltò. Poi spiccò il primo salto.

    Deve esserci un trucco per riuscire nell’esercizio… Bisogna avere una buona presa sul ghiaccio per riuscire ad atterrare bene, ma bisogna anche rimanere poco su ogni lastra per non scivolare… Se mi fermo troppo o scivolo quando riparto o affondo… Quindi per prima cosa devo essere veloce. Poi devo trovare il modo per fare presa bene sul ghiaccio. Il sandalo in corda non è che sia il massimo…

    Mentre la bionda provava nell’esercizio Ibi rifletteva su come portarlo a compimento.

    Non ho voglia di farmi un bagno gelato…

    Il segreto dell’esercizio stava nel atterrare stabilmente e nel saltare di nuova appena riacquistato l’equilibrio.
    Ibi si sciolse un po’ i maiuscoli per poi accingersi a saltare. Prese un po’ di rincorsa è saltò. Mentre era in aria, preparò già la gamba sinistra per il salto successivo. Appena fosse atterrato sulla prima lastra, sarebbe già stato in posizione per il salto successivo.
    La gamba era raccolta ma comunque rilassata per assorbire l’impatto della caduta, ma anche per cercare di diminuire il rischio di scivolare sul ghiaccio.

    Edited by _Kogin - 4/7/2012, 19:10
     
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  8. argletahm
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    kogin.. i congiuntivi... <appena sarebbe atterrato> errato appena FOSSE atterrato
    Pluf! disse Falkner con voce monotona mentre la ragazza eseguiva il suo salto.. Ancora non era atterrata che anche il secondo allievo eseguì un rapido saltò Pluf! ripetè anche stavolta mentre Ibi era ancora in volo.

    Inutile dire che come i due appoggiarono il piede sulla piattaforma questa si ribaltò sottosopra schiantandoli rumorosamente nell'acqua gelida. Chase attese che i due riemergessero dopodichè con voce squillante esclamò: Ouhn! OUhn! Ouhn! una chiara imitazione di una foca... o di un tricheco...

    Toh.. ci avevo preso in pieno con i trichechi.. continuò poi imperterrito Spiegatemi o sommo duo di Odobeus Rosmarus... come pensate di atterrate su una piattaforma ghiacciata instabile se saltate senza neanche guardarla e appoggiando i piedi dove capita... nello specifico sul bordo. Dovete curare il vostro movimento ma non vi potete dimenticare dell'ambiente. Usateli quei due cosi che avete li che dovrebbero servirvi per vedere.

    Falkner si avvicinò quindi al bordo della "piscina" e saltò perfettamente nel centro di una piattaforma che lentamente iniziò a scendere sotto il suo peso. Non serve neanche usare reiatsu se controllate bene dove vi appoggiate e come.. concluse saltando nuovamente sulla riva iniziale prima che la gelida acqua potesse arrivare a bagnargli le scarpe.

    Equilibrio, grip, posizione e spinta.. curateli come si deve e vedrete che non è troppo difficile.. diamine non ho neanche ancora iniziato a darvi fastidio e siete già fradici.. rivolgendosi poi a Sakata Te l'avevo detto che l'acqua ghiacciata non faceva abbastanza paura.. ma tu noooo... usiamo la lava... e tu nooooo... selezione naturale! te l'avevo detto che i trichechi non sono una specie destinata a sopravvivere ma tu noooo li salviamo con l'acqua gelata... il tutto pronunciato con un tono di evidente sfottò e provocazione ai due allievi ormai usciti dall'acqua.

    Tentativo numero due.. Si esibiscono ora nel salto mortale carpiato Saber e Ibi.. venghino venghino siore e siori... ah e badate a non farvi intralciare dai vestiti bagnati ora..

    Edited by argletahm - 4/7/2012, 22:10
     
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    Per questo turno Sakata blissa perché colui che lo manovra non ha né abbastanza tempo né un modo adatto (iPhone? Per scrivere su internet è una cagata) per farlo.
    Potete quindi andare avanti. ^_^
     
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    Saber aveva fallito il suo salto ed era finita per volare in acqua, ovviamente poco dopo Ibi la seguì e il che le diede un certo sollievo, ma nonostante questo era abbastanza nervosa “Prima passo un giorno su una lettera del cavolo, poi becco un sensei che sembra proprio divertirsi a vedere i fallimenti altrui e in più mi faccio un bagno nell’acqua gelida. Bene….” Mentre raggiungeva la riva con poche bracciate sentiva gl’arti leggermente intorpiditi dal freddo ma comunque questo non la turbò molto, amava il freddo più di quanto detestasse il caldo e lo detestava MOLTOOOO.
    Intanto il simpatico sensei disse la sua “Toh.. ci avevo preso in pieno con i trichechi..” continuò poi imperterrito “Spiegatemi o sommo duo di Odobeus Rosmarus... come pensate di atterrate su una piattaforma ghiacciata instabile se saltate senza neanche guardarla e appoggiando i piedi dove capita... nello specifico sul bordo. Dovete curare il vostro movimento ma non vi potete dimenticare dell'ambiente. Usateli quei due cosi che avete li che dovrebbero servirvi per vedere.” Faceva il simpaticone e ancora una volta usò il termine trichechi riferito al duo di studenti “Simpatia portami via” Saber non era entusiasta del nostro amico ma cercava di ignorarlo o almeno la sua parte di spiritosaggine, la parte dell’allenamento le interessava assai e iniziò a far muovere gl’ingranaggi del cervello: “Sul fatto che abbia saltato alla cieca ha ragione, dovevo osservare meglio la piattaforma, controllare il mio equilibrio e cercare di evitare il bordo perché ora so essere molto scivoloso e in più nonostante non sia pesantissima la faccio inclinare comunque” iniziava a capire, forse, come affrontare quel salto “E forse meglio evitare che Ibi salti con me o devo buttarlo in acqua io” aggiunse e quindi si voltò verso l’autolesionista e disse in tono freddo “Non darmi noia al prossimo salto. Aspetta almeno che abbia sorpassato la prima piattaforma o ti affogo. Se mi impedisci di eseguire il mio compito stai certo che ti devono pescare con il retino.”
    Era nervosa, incazzata e abbastanza su di giri.
    “Equilibrio, grip, posizione e spinta.. curateli come si deve e vedrete che non è troppo difficile.. diamine non ho neanche ancora iniziato a darvi fastidio e siete già fradici..” partì a dire il luogotenente per poi rivolgendosi a Sakata aggiungere “Te l'avevo detto che l'acqua ghiacciata non faceva abbastanza paura.. ma tu noooo... usiamo la lava... e tu nooooo... selezione naturale! te l'avevo detto che i trichechi non sono una specie destinata a sopravvivere ma tu noooo li salviamo con l'acqua gelata...” sembrava più che un allenamento un siparietto comico tra due capi che osservano due operai burlandosi di loro solo per l’incapacità di quest’ultimi di fare determinate azioni. Paradossalmente non era innervosita dall’atteggiamento dei due ma lo era dal fatto che ancora una volta aveva fallito alla prima il suo compito, il suo solito caratteraccio tornava a galla a spronarla verso il traguardo “Dannazione a quel ghiaccio maledetto. Nuovamente alla prima subito errore.” Forse troppo dura con se stesa forse troppo poco dura ma il risultato non era cambiato: aveva fallito.
    Ormai era uscita dall’acqua e allora il Chase disse “Tentativo numero due.. Si esibiscono ora nel salto mortale carpiato Saber e Ibi.. venghino venghino siore e siori... ah e badate a non farvi intralciare dai vestiti bagnati ora..” ed effettivamente aveva ragione le vesti da recluta avevano assorbito parecchia acqua ed ora pesavano da morire oltre che essere scomodissime perché rallentavano i movimenti ma Saber di certo non si sarebbe fatta rallentare da una stupidata come quella.
    Guardando la piattaforma ne assimilò la struttura e cercò di individuare il punto preciso, dove atterrare optando dopo una rapida analisi per il centro di questa, proprio dove era atterrato Chase così da ridurre al minimo il dondolio e lo sprofondamento di questa, pensò a come appoggiare i piedi, se di pianta completa o solo con una parte ma anche qui seguì l’esempio del sensei al fine di ottenere maggior presa sulla scivolosa zona, infine l’equilibrio, non doveva sbilanciarsi o avrebbe fatto inclinare la piattaforma ma comunque non sapeva come questa avrebbe reagito al suo atterraggio e si preparò mentalmente a bilanciare con il dondolio del corpo gl’eventuali bruschi movimenti.
    Stava per saltare quando fatto il primo passo verso il bordo si sentì pesantissima “Ma cos-” pensò al freddo e quindi strinse il pugno per valutare la condizione delle articolazioni ma come si aspettava dal suo corpo non era quello “Il freddo lo sopporto molto bene. Di certo quel bagnetto non mi può aver compromesso quindi…” a Saber vennero in mente le parole del sensei, le ultime proprio a cui lei non aveva dato peso “ah e badate a non farvi intralciare dai vestiti bagnati ora..” Ecco cos’era quella sensazione di squilibrio che aveva, tutta quella massa d’acqua impregnata nei suoi vestiti le stava creando impicci nei movimenti “Se salto così questi cosi potrebbero sbilanciarmi e potrei non poter compensare” dopotutto Saber era una ragazza forte ma comunque esile la sua forza non aiutava l’equilibrio e quelle vesti ora potrebbero pesare anche dieci chili che rispetto ai suoi circa sessanta erano determinanti per l’equilibrio.
    “Così saltare è impensabile” cercava una soluzione al dilemma e in breve andò a parare per quella più ovvia “Aspettare che si asciughino è da stupidi, saltare con essi idem, non mi resta che fare così…” senza stare a pensarci tanto si tolse i pesanti abiti della divisa lanciandoli poco lontano restando vestita con la fascia di bende che le copriva il petto e dei pantaloncini corti che indossava sotto la tunica “Ora va meglio. Certamente non mi lascio fermare da un po’ d’acqua.”
    Gli importava poco del pensiero dei tre, sperava, maschi li intorno e adattando la spinta solo e soltanto per raggiungere la piattaforma e evitando così un atterraggio pesante saltò verso questa aspettandosi qualche commento spiacevole da Chase o un suo intervento, ma comunque restando concentrata sul suo obbiettivo a pronta a bilanciare il movimento della piatta, a stare ben attenta al grip e già stava valutando quanto tempo avrebbe avuto per il salto successivo.
    Era tesa ma almeno non trmava ne per il freddo ne per l'agitazione, sapeva cosa fare, non sapeva se come lo avrebbe fatto avrebbe funzionato ma tentare, cadere, rialzarsi e riprovare. Questo lo sapeva fare bene...

    Edited by Byakuya~ - 14/7/2012, 18:55
     
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  11. _Kogin
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    Sciaf! Ibi era piombato in acqua. La piattaforma ghiacciata si era ribaltata scaraventandolo nell’acqua gelida. Ibi era troppo infreddolito per ascoltare le cazzate che diceva Chase. Un paio di rapide bracciate ed era nuovamente sulla riva del gelido lago.

    Porca troia se è fredda…

    I vestiti di Ibi erano completamente fradici, strizzarli non sarebbe servito a nulla, quindi decise di toglierseli.
    L’intera divisa bagnata pesava forse una decina di chili. Non era decisamente piacevole stare in mutande al freddo, ma era decisamente la scelta migliore. Non sarebbe stato facile saltare appesantito dai vestiti. Già aveva fatto una pessima esibizione, renderla ancora più ridicola non era una buona idea.

    Equilibrio, grip, posizione e spinta.. curateli come si deve e vedrete che non è troppo difficile…

    Mentre strizzava i suoi vestiti Ibi ascoltava le parole di Chase. Effettivamente non era difficile l’esercizio.

    Non è difficile. Devo atterrare al centro della piattaforma, se no si ribalta. Devo fare presa, se no finisco culo a terra. Devo preparare la spinta per il secondo salto, se no affondo.

    Mentre Ibi analizzava il modo migliore per compiere l’esercizio, anche la bionda insopportabile si era spogliata. Delle bende le cingevano il petto, e sotto l’hakama portava un paio di pantaloncini aderenti.
    Ibi non aveva intenzione di saltare nuovamente subito dopo di lei, sarebbe stato di nuovo controproducente. Quindi mentre la ragazza riiniziava l’esercizio Ibi si sedette . Ibi stava fissando il suo corpo quasi completamente nudo. Il petto e la pancia erano completamente glabri. Si stava grattando mentre aspettava che la bionda facesse il suo esercizio.

    Se cado in acqua conciato così, ci rimango…

    Ibi passò una mano tra i capelli, spostandoli all’indietro. Si alzò e fece un po’ di allungamento per riscaldarsi. Quell’antro era dannatamente freddo e la cosa non aiutava. Ibi fu scosso da un brivido.

    Se non inizio a muovermi congelo…

    La bionda era già partita da un pezzo quindi Ibi si avvicinò alla riva e osservò le piattaforme ghiacciate.
    Il problema non era la distanza tra l’una e l’altra ma la loro stabilità.

    Allora…la devo beccare in centro… e poi saltare su quella dopo… non mi devo fermare, non riuscirei a prendere la rincorsa. Se atterro a piè pari, sprofondo… Sa, proviamoci. Se cado di nuovo, me la faccio a nuoto…

    Ibi si rimise in posizione, fece due passi indietro è saltò. Questa volta puntando al centro della piattaforma.
    Mentre era in aria, probabilmente troppo tardi, gli venne un’idea.

    Forse potrei usare la piattaforma come base d’appoggio mentre si ribalta… atterro con la gamba debole verso l’esterno della piattaforma e quando si alza per ribaltarsi stacco con l’altra gamba… No, idea stupida, nel mentre scivolerei… Si ritorna al piano A, salto al centro e poi vedo…
     
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  12. argletahm
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    scusate il post che sarà breve ma sono di frettissima... e almeno potete proseguire.


    Entrambi gli allievi erano in qualche modo riusciti a procedere; una spogliandosi e poi stando più attenta a quel che faceva, l'altro mirando con più attenzione dove metteva i piedi.
    Con un po' di attenzione i due erano ognuno su una delle piattaforme verso l'inizio e, nonostante qualche traballamento, erano bene o male riusciti a rimanere in piedi.

    Ora dovevano riuscire a proseguire saltando sula piattaforma successiva.. parte non proprio immediata poichè non solo non aveva più nè la rincorsa (un movimento errato avrebbe significato una solenne culata sui mini iceberg) ma anche perchè se inizialmente il freddo del bagno era stato percepito relativamente poco, ogni secondo a contatto con l'aria fredda avrebbe gradualmente rallentato i loro movimenti e i loro riflessi a causa dell'ipotermia che inevitabilmente sarebbe seguita. La pelle umida avrebbe faticato moltissimo a trattenere anche il minimo calore mentre la gelida aria della zona ne sfiorava la superficie.

    E ovviamente avevano sempre i problemi affrontati nel primo salto con l'aggiunta dello sprofondare del blocco di ghiaccio dovuto al loro peso.

     
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    × 2.2: Splash!

    -Taci- risposi seccato alla provocazione di Falkner -Se avessimo utilizzato la lava sarebbero già morti. Partendo dal presupposto che i trichechi al forno non mi piacciono, dopo non avrei avuto nessuno da torturare. Quindi roba esasperante, ma non mortale, come al solito. E poi ci stiamo divertendo anche così, no?- conclusi, con un sorriso di sfottò. In effetti, entrambi avevano un <elegante> (ma anche no) capitombolo nell'acqua gelida che, senz'altro, avrebbe schiarito loro le idee. Erano stati avventati ed avevano effettuato il primo salto senza un particolare criterio, credendo -male- che avremmo reso loro le cose semplici. Le piattaforme di ghiaccio non avevano base sul fondo del lago, ergo erano semplici <placche galleggianti>; inoltre, non erano nemmeno resistentissime: indugiare troppo su di esse, le avrebbero fatte spaccare.
    Comunque, una volta usciti dal lago e dopo aver riprovato, i due erano entrambi riusciti ad atterrare con successo sulla prima piattaforma. Ora veniva il turno della seconda. Decisi, per il momento, di vedere se fossero riusciti a superarla, prima di dar loro fastidio. "Sorprendetemi..." pensai, divertito da quegli allenamenti, come tutte le volte che lo propinavo ai nuovi allievi.
     
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    “Fin qui ci siamo” era atterrata abbastanza bene sulla piattaforma e aveva cercato fin da subito di trovare il giusto bilanciamento tra equilibrio, grip e spinta.
    Solo ora però si accorgeva che lentamente ma inesorabilmente la piatta iniziava a sprofondare sotto il suo, seppur leggero peso “Sarà meglio sbrigarsi” disse mentre iniziava già a predisporsi per il prossimo salto “Bene come prima uno, due e tr…” si fermò di colpo, una fitta di freddo la fece tremare tutta da capo a piedi “Ma come?” era abbastanza sorpresa di quel fatto, lei che non soffriva particolarmente il freddo ora percepiva che il suo corpo non avrebbe risposto bene come prima alla sua volontà, sentiva le gambe pesanti e poco reattive “Ipotermia…”
    Sapeva che restando a lungo esposta a quell’ambiente così freddo e lei così bagnata avrebbe portato al congelamento parziale di alcune parti del corpo, soprattutto le articolazioni, più deboli del resto del corpo…
    “Devo muovermi” si girò verso la seconda piattaforma e come per il primo salto si preparò mentalmente alle risposte all’atterraggio quindi grip, equilibrio e posizione ma questo salto era leggermente diverso inquanto ne disponeva di spazio per una rincorsa ne aveva una superficie stabile su cui far forza quindi avrebbe dovuto per riuscire a saltare come si deve applicare maggior forza sulle gambe per saltare con più slancio.
    Caricò leggermente chinandosi, non moltissimo, a sufficienza per effettuare il salto, focalizzò bene i seguenti punti: posizione dei piedi attuale, destro leggermente avanzato e distanti quanto le sue spalle, area d’atterraggio, piatta simile a quella in cui si trovava quindi si poteva aspettare le medesime condizioni e risposte, punto d’atterraggio cioè il centro del bersaglio, quantità di energia da applicare saltando, che non sia troppa sennò sarebbe atterrata bruscamente ne troppo poco o non avrebbe raggiunto il centro ed infine grip per evitare scivoloni. In teoria c’era anche l’incognita Luogotenente, non sapeva se sarebbe intervenuto con qualche scherzo, ma era bene o male per quanto potesse, pronta. Quindi scrollandosi di dosso il freddo cercando di aumentare il battito cardiaco decise di saltare con un piccolo accorgimento, avrebbe liberato tutta la forza delle gambe in un colpo solo, si azzardo perché poteva scivolare o altro ma almeno avrebbe avuto tutta la forza necessaria per atterrare dolcemente sull’altra senza rischiare di finire con i piedi a bagno per il continuo sprofondamento della piattaforma…
    E mentre si preparava cercò un modo per scaldarsi leggermente e l'unica cosa che le venne in mente fu quella di provare a sforzarsi di scaldarsi con la forza della mente cercando di usare la sua energia per dare al corpo una sensazione, per quanto falsa di calore..
    “Uno, due e tre” saltò…
     
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  15. _Kogin
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    Ibi era riuscito ad atterrare senza troppi problemi sulla prima piattaforma. Non era caduto, ma la piattaforma stava iniziando a sprofondare sotto il suo peso.
    Ormai i piedi erano quasi del tutto immersi nell’acqua gelida.

    Non va bene, non posso sprofondare…

    Stranamente né Chase né Sakata avevano fatto commenti.
    La parte complicata iniziava in quel momento, se fosse rimasto lì, sarebbe sprofondato in acqua e sarebbe morto congelato.
    C’era bisogno di un piano. Ibi rifletteva su come poteva guadagnare abbastanza spinta per poter arrivare tranquillamente sulla seconda piattaforma, e intanto sprofondava.

    Cazzo i piedi…

    Ormai Ibi era immerso fin oltre le caviglie. Fece un piccolo saltello a piè pari per riscaldarsi e riacquistare un po’ di mobilità. Appena Ibi fu in aria, la piattaforma sotto i suoi piedi schizzò fuori dall’acqua sollevandosi di qualche centimetro dalla superficie.

    Ma certo, il buon vecchio Archimede… Posso sfruttare la spinta della lastra che risale per darmi lo slancio.
    Senza rischiare di scivolare… Almeno in teoria… Tentar non nuoce. Beh, in questo caso si… Non vedo altro modo, non rischio di scivolare in partenza, poi per l’atterraggio il principio è lo stesso di prima…


    Ibi iniziò a saltare sul posto, piegando le gambe per poi distenderle appena toccava la piattaforma. Ogni volta la spinta dal basso era sempre più forte.
    Questa idea però aveva anche i suoi lati negativi. A ogni salto, Ibi, andava sempre più a fondo. Prima i piedi, poi le caviglie, i polpacci, metà cosce. Quando l’acqua gelida gli toccò, le cosce Ibi ebbe un fremito. La piattaforma stava risalendo, acquistando sempre più velocità. Man mano che le gambe di Ibi uscivano dall’acqua, Ibi caricava sempre di più il salto.

    Dai, dai ,dai ! Piego sulle punte e appena la lastra esce dall’acqua salto.

    E così fece, la piattaforma di ghiaccio uscì dall’acqua con una forza inaudita, Ibi aveva caricato il salto e in quel momento stava spostando tutto il peso in avanti facendo perno sulle dita dei piedi. E appena la base ghiacciata su cui si stava poggiando si staccò dalla superficie del lago, Ibi saltò verso la seconda piattaforma.

    E’ un bel casino, sono zuppo, quando atterro scivolo di sicuro. Devo fare in modo di riuscire a stare in piedi. O quanto meno di non finire in acqua.

    L’aria gelida stava congelando le gambe di Ibi e la piattaforma si stava avvicinando. Con uno sforzo incredibile Ibi riuscì a mettere le gambe in posizione per l’atterraggio.

    Shikishima no
    Yamatogokoro wo
    Hito towaba
    Asahi ni niou
    Yama-zakura bana1


    1. Se mi chiedete cos'è l'anima della razza giapponese della bella isola, rispondo che è come fiore di ciliegio selvatico ai primi raggi del sol levante, puro, chiaro e deliziosamente profumato (poema patriottico giapponese da cui sono tratti i nomi delle prime unità kamikaze)
     
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15 replies since 29/6/2012, 10:47   254 views
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