Classe B [I]

Presentazione + Controllo del Corpo Lv. 1

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  1. Grimmjow_san
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    Parlato

    Tirai un fendente al nulla per via della parata di Gintoki. Dopo la mia mossa fallimentare il sensei disse con tono di scherno:
    Ed è c-c-c-così che intendi d-d-d-dimostrarmelo?
    Risposi con un falso sorriso tanto per far capire che non faceva ridere.
    Cercai di riprendere l’equilibrio ma prima che potessi farlo, Sakata sussurrò una frase quasi incomprensibile.
    Hadou no Ichi: Shou.
    Dopo quella frase venni “respinto” all’indietro e inevitabilmente feci la seconda caduta della giornata, anche se questa non aveva avuto effetti poi così gravi rispetto alla prima, solo un po' più buffa. Dopo qualche secondo Gintoki prese la “mia” katana e la scagliò a pochi centimetri dalla mia vena femorale e pericolosamente vicina ai miei gioielli di famiglia.
    Dopo quel tiro da maestro iniziò un discorso minatorio; non credevo che fosse per incitarmi, quanto più solo per suo sfogo. Ma preferivo pensare che lo facesse per incitarmi:
    Ritenta, sarai più fortunato. Ah, giusto per ricordartelo, devi farmi anche un solo, semplice, graffio per passare. Se mi colpisci con il piatto della lama non credo che tu rischi di farmene neanche se ti ci impegni... Chiariamo bene che questo non è uno scherzo, quindi piantala di giocare con me o ti ammazzo.
    Pensai con calma e a mente quasi lucida:
    Devo ammettere che non ci ho messo tutto quell’impegno che avevo utilizzato contro Hiruma... Inoltre all’inizio aveva già detto “se mi scocciate vi ammazzo”, quindi è meglio non rischiare. Cavoli! È odioso. non riesco a sopportarlo! Ho capito che è un insegnante e ha fatto la gavetta ma cosi è troppo, sembra che non gli vada bene niente e che non abbia alcuna voglia di stare qua! No, aspetta, mi devo calmare, altrimenti qua esplodo e rischio la pellaccia… Però non posso tollerare cose simili!
    Tuttavia, la mia pazienza era giunta al suo limite e quindi, a dispetto di quanto avevo appena finito di pensare, decisi di rispondergli a tono.
    Non voglio mancarle di rispetto, anzi credo che lei sia un validissimo insegnante, ma non so cosa le ho fatto... anzi, le abbiamo fatto, visto che parlo anche per Hiruma che non è presente in questo momento. Lo ammetto lui è parecchio irritante... troppo scontroso e sicuro di sé… ma non so cosa le ho fatto io! Non le ho mai risposto male, tralasciando questa volta, con tutto il rispetto credo che lei abbia le mestruazioni ventiquattro ore al giorno! E sì... ho sbagliato, l’ho presa sottogamba visto che ero stranamente eccitato dalla stupefacente ferita che ho provocato al mio compagno… perché sa …mi sono liberato da tutte le oppressioni che mi facevano nell’altra vita e mi è piaciuto. Ma comunque non è quello di cui stavamo parlando, il mio discorso è: perché lei è cosi … scontroso!?
    Dopo quel discorso mi alzai e diressi alla katana conficcata nel pavimento, tentai di prenderla ma non riuscivo a estrarla.
    Quindici tentativi dopo, a corto di nervi, iniziai a urlare e inveire contro di essa. Finito quel raptus di follia, le diedi un calcio.
    La katana cadde sul pavimento. La presi cercando di non incrociare lo sguardo di Gintoki, dopodiché mi misi in posizione di guardia e pensai a una tattica.
    Devo prenderlo di sorpresa con qualcosa che abbassi le sue difese… Trovato!
    Indietreggiai con la lama della katana in parallelo all’avambraccio per permettermi di muovermi più liberamente.
    Quando presi una leggera rincorsa e avanzai a tutta velocità verso di lui, o almeno quella che riuscivo a mantenere visto il dolore al polpaccio. Giunto a pochi metri da Gintoki feci una capriola ai suoi piedi cercando di raggiungere le sue spalle e, così facendo, portarmi in una posizione tale da consentirmi di colpire il suo punto cieco.
    Se la mossa avesse avuto successo, l'avrei colto di sorpresa cercando di sferrare un fendente diagonale su tutto il suo perimetro dorsale.
    CITAZIONE
    Stato psicologico: Calmo, deciso, irritato
    Stato fisico: Una moderata al polpaccio sx e una ferita lieve al costato sx
    Riassunto del post:Shiro fa una capriola ai piedi di Gintoki per cercare di entrare nel suo punto ceco. Se la mossa avrebbe successo. Avrebbe tirato un fendente sulla schiena

    Ti voglio bene Turk :3, Scusa il ritardo D:
     
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    × 1.6: Intruder
    Rimasi in silenzio ad ascoltare lo sfogo della donnina isterica che stazionava in terra di fronte a me, il quale si spacciava per un essere del genere maschile, nonostante dopo tutto quel piagnisteo avesse iniziato a piantare in me ben più che un seme del dubbio. Insomma, esistevano davvero persone così petulanti? Forse mi ero davvero indurito troppo col tempo; in fondo basta fare un piccolo salto indietro nel mio passato per trovarne in quantità spropositate... ed anche se odio ammetterlo, una di queste ero forse io alle mie prime lezioni accademiche. Per quanto la cosa mi infastidisse, non potevo fare a meno di notare quanto quel cretino che adesso stava istericamente tentando di sfoderare l'asauchi dal parquet mi assomigliasse, almeno a livello psicologico. Sul piano fisico non c'era confronto, non ero scarso quanto lui, ai tempi dell'accademia... o almeno credo. Se Go fosse ancora in circolazione e non fosse pazzo com'è, probabilmente gli avrei chiesto di fare un confronto.

    Comunque sia, mentre lo squinternato si dava da fare per recuperare la sua arma, decisi di rispondere alla sua <accusa>. «Perché, mi chiedi?» sospirai, massaggiandomi la tempia con fare irritato o, per meglio dire, sconsolato. «Io invece potrei chiederti perché non hai ascoltato il discorso che ho fatto ad inizio lezione. Contro di te non ho un bel niente, se non il fatto che mi irritano i tuoi piagnistei e la tua insicurezza, ma non è quello il punto. Cosa pensi che sia "diventare uno shinigami"? Un passatempo? Un gioco di ruolo? Un hobby? Un lavoretto a tempo perso?» Il mio sguardo diveniva sempre più furente man mano che il discorso proseguiva, dato che mi stavo infervorando. «Dannazione, ragazzino, gli shinigami sono soldati! Entrando in questa accademia diventi a tutti gli effetti una matricola militare, cosa diamine pretendevi, coccole e carezze? Hai mai sentito parlare di un istruttore militare che non sia rude e rompiballe? Fuori di qui potresti anche starmi simpatico, ma non esiste una possibilità su un miliardo che qui dentro ti tratti troppo diversamente da come ti ho trattato finora. Ora taglia corto, prendi quella katana e attaccami, sei una pena per gli occhi...»

    E così in effetti fece; una volta raccolta la katana si lanciò contro di me, zoppicante per il dolore al polpaccio e, nello sforzo di tenere una velocità superiore, curvato in avanti. Questo piccolo dettaglio mi aveva fatto intuire le sue intenzioni, soprattutto perché andava incurvandosi sempre di più man mano che si avvicinava: era la preparazione alla capriola bassa che intendeva fare e quando lui giunse a poca distanza da me, pronto ad iniziare la sua 'rotolata', feci indietreggiare lievemente la gamba sinistra e ruotai di poco il busto in senso antiorario, caricando un fendente portando il braccio sinistro, con la cui mano tenevo ben salda la zampakutou, sul fianco destro. Infine, mentre lui tentava di rotolare alle mie spalle e colpire la mia schiena, lasciai partire il colpo istantaneamente facendo cozzare nuovamente le due lame, che produssero nuovo schiocco metallico, deviando una seconda volta l'arma dello studente. L'offensiva si risolse quindi con un nulla di fatto, anche se avevo apprezzato il tentativo. «Idea carina, ma banale viste le tue condizioni fisiche. Dovresti aver capito che non è così semplice, per cui... che ne diresti di abbandonare il banale ed iniziare ad usare il cerv-... ?!?!»

    Non potei nemmeno completare la frase che il rumore di una finestra infranta e un successivo secondo botto, che incrinò le assi del pavimento, aprendo una voragine ed alzando una piccola coltre di polvere e calcinacci delle fondamenta, mi costrinsero a fermarmi, impietrito. Cos'era? Un hollow? Arrancar? Nemici? Istintivamente mi frapposi tra la minaccia e lo studente, con la mia katana saldamente stretta tra le mani. Rimasi, con sguardo torvo, in attesa che l'intruso si rivelasse. Quando la coltre si diradò, rimasi ancora più perplesso. Tra le assi del parquet rotte e i cocci di vetro sparsi per il pavimento, stazionava in ginocchio un individuo di dimensioni ridotte, che sembrava quasi un bambino, però del tutto incappucciato e con il volto in penombra. «Chi diamine sei tu? E chi ti ha autorizzato ad entrare in questo modo qui dentro?» L' «invasore», se così si poteva definire, rimase immobile ed in silenzio per alcuni secondi, poi si schiarì la gola e, ancora in ginocchio, rispose. «Temo non ci sia il tempo per spiegare tutto a dovere, comunque è il terzo seggio della Nona Compagnia Hanae Haru a mandarmi, richiede la vostra immediata convocazione nella sede dell'Ottava Brigata. Sembra sia della massima urgenza, per cui deve lasciare immediatamente in sospeso tutto quanto, continuerò io la lezione in via straordinaria, sempre per ordine di Hanae-san.» Dopodiché, si mise in piedi e mi consegnò un foglio firmato anche da Falkner Chase, che dichiarava più o meno le stesse cose riferitemi a voce dallo sconosciuto. «... Mpf, proprio ora che iniziava a starmi simpatico. A presto... Fujimoto-kun.» Infine, con uno shunpo, me ne andai.

    Lo sconosciuto, ancora incappucciato, rimase immobile nel punto in cui era, in silenzio. «Deduco dal fatto che tieni un'asauchi in mano che questo sia il tuo primo allenamento. Continua da dove eravate rimasti, al posto di Sakata-san colpisci il sottoscritto; se riesci a farmi cadere il cappuccio e a ferirmi, passi l'allenamento. Cerchiamo di velocizzare la cosa, credo sia meglio per tutti.»


    CITAZIONE
    Questo è l'avvicendamento ufficiale tra i miei personaggi: da questo momento in poi Gintoki diventa a tutti gli effetti un PNG, mentre le redini del gioco passano al nuovo figuro incappucciato che non ha lasciato nessuna informazione su di sé, se non che sarà il tuo sensei per questa lezione. Ovviamente nessuno immagina ancora che Gintoki non tornerà alle prossime lezioni, per cui fa' comportare Shiro come se si aspettasse che sia un sostituto temporaneo.
    E cerca di fare in modo che passi l'allenamento, hai tre post di tempo.
     
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  3. Grimmjow_san
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    Rimasi in ginocchio a pensare alle parole del mio sensei.
    Forse ha ragione… senza il forse, ha sicuramente ragione! Io sono svantaggiato in questo campo, non ho motivazione - almeno non ho una motivazione reale del perché mi sono arruolato … Diamine anche la parola stessa arruolarsi dice tutto sul tipo di addestramento, sono stato stupido e ho preso questa cosa sotto gamba…
    Pensai al mio ex compagno.
    Lui si che aveva motivazione! Ecco cosa mi differenzia da lui! Tralasciando gli ideali e il suo irritante carattere da stupido ammasso di muscoli … Ma allora io perché mi sono arruolato, perché ho voluto fare questo passo? Per quella ragazza? Forse… ma forse è per cancellare il mio passato e non essere inutile come nella mia vita passata. Forse… ma è tutto ipotetico, non è una convinzione reale per la quale mi sia dovuto arruolare. Forse mi sono sopravvalutato, forse non sono così migliore del mio ex compagno, anzi, credo di essere peggiore. Credo che l’unica azione coraggiosa che ho fatto in questa vita e nell’altra sia stata saltare da quel burrone, sperando di raggiungere la tranquillità eterna … allora perché sono qui … a soffrire, ma che cazzo dico non è soffrire… è un cammino per la vera tranquillità, e per mettere una pietra sopra a questo carattere di merda che ho… è una prova per sconfiggere le mie paure, è questo il motivo del perché mi sono arruolato! Per sconfiggere le mie paure e vivere come tutte le persone normali… almeno credo.
    A quei pensieri i miei occhi diventarono umidi, provai un peso all’esofago: sapevo cosa precedeva e quindi mi ripetei nella testa di stare calmo e di ricordare il mio obbiettivo saldo e forte. Il peso diminuì e riuscii a ritrovare la calma. Il sensei inizio un altro discorso.
    Idea carina, ma banale viste le tue condizioni fisiche. Dovresti aver capito che non è così semplice, per cui... che ne diresti di abbandonare il banale ed iniziare ad usare il cerv-... ?!?!
    Nel momento in cui stava per finire la frase, un rumore assordante pervase la stanza, susseguito da polvere e calcinacci.
    Il sensei si mise davanti a me, quasi a formare uno scudo umano.
    Dopo qualche secondo e lasciando che il muro di fumo si diradasse, apparve davanti a noi un ragazzino non tanto alto, anzi sorprendentemente più basso di me. Egli era incappucciato. Il mio sensei chiese, vagamente irritato:
    Chi diamine sei tu? E chi ti ha autorizzato ad entrare in questo modo qui dentro
    La figura strana rimase immobile per alcuni secondi, si schiarì la gola e rispose alla sua domanda:
    Temo non ci sia il tempo per spiegare tutto a dovere, comunque è il terzo seggio della Nona Compagnia Hanae Haru a mandarmi, richiede la vostra immediata convocazione nella sede dell'Ottava Brigata. Sembra sia della massima urgenza, per cui deve lasciare immediatamente in sospeso tutto quanto, continuerò io la lezione in via straordinaria, sempre per ordine di Hanae-san.
    Subito dopo gli consegnò un foglietto. Egli lo prese e lesse il contenuto a me ancora sconosciuto, ma sospettavo fosse il testo che il ragazzo aveva detto in precedenza. Terminata la lettura il mio sensei disse:
    ... Mpf, proprio ora che iniziava a starmi simpatico. A presto... Fujimoto-kun.
    Con uno Shunpo se ne andò; non feci in tempo nemmeno a rivolgergli una parola, anzi a dire il vero non ne avevo bisogno, siccome presumevo sarebbe stata un’assenza di poche lezioni.
    Rimasi solo con il ragazzo ancora incappucciato, che rimase immobile in silenzio e dopo qualche secondo prese la parola.
    Deduco dal fatto che tieni un'asauchi in mano che questo sia il tuo primo allenamento. Continua da dove eravate rimasti, al posto di Sakata-san colpisci il sottoscritto; se riesci a farmi cadere il cappuccio e a ferirmi, passi l'allenamento. Cerchiamo di velocizzare la cosa, credo sia meglio per tutti.
    Lo guardai stranito: non sapevo più che fare, le mie tecniche fallivano tutte; iniziai a ripensare alle parole di Gintoki
    Perché non passo questo cazzo di allenamento, perché io devo sentire nei corridoi gli altri allievi passare con tanta facilità, perché io non ci riesco, cosa faccio di sbagliato? Prendo sotto gamba il mio avversario? Beh forse è vero tutto sommato, non è che avevo una grande paura di Gintoki; anche se poteva sembrare estremamente burbero. Ma la cosa mi irritava, avevo iniziato come quasi tutti gli altri ed ero rimasto tremendamente indietro; perché!? Calma Shiro… Pensa a cosa ti ha detto il sensei. Devi usare il cervello: se non hai la forza, devi batterli in astuzia, o almeno devi giocare sporco! Devo trovare un modo per indebolire le sue difese, o almeno che sia tanto imprevedibile da far si che riesca a passare questo allenamento! Ma come posso fargli abbassare le sue difese?
    In quel momento ricordai il volto di Gintoki annoiato mentre lo stavo cercando di capire: sembrava che stesse pensando a qualcosa, ma non so a cosa. E lì mi venne l’idea…
    Guardai nel volto il ragazzo che non si era ancora presentato e iniziai a parlare avvicinandomi a lui:
    Oh diamine! Io non capisco più niente! In che cazzo di scuola, o accademia o come la vuoi chiamare sono finito!?
    Mi avvicinai sempre di più lentamente annoiandolo, almeno cercavo di annoiarlo, tenetti la mano sinistra stretta sul mio polso destro, in modo da simulare una mia ferita.
    .. E poi chi sei, non ti sei nemmeno presentato e non so nemmeno come combatti, e io non ci capisco più niente; spero che ritorni presto il mio sensei e poi guarda ho il polso dolorante come faccio ad attaccarti!!...
    Cercai di annoiarlo fino a che non vidi il suo sguardo farsi vuoto. Quando fui abbastanza vicino al mio bersaglio mi misi nella posizione più comoda da cui potevo attaccare e cercai di coglierlo di sorpresa, scagliando un fendente dal basso verso l’altro, mirando al suo volto e caricando tutto il peso dell’azione sulla mia gamba destra, per non far affaticare la sinistra e dar più forza al colpo. Dopo quella mossa rimasi immobile sperando di averlo colpito.

    CITAZIONE
    Stato psicologico: Spaesato, Impaurito, Sconsolato.
    Stato fisico: Una moderata al polpaccio sx e una ferita lieve al costato sx.
    Riassunto del post: Shiro cerca di far annoiare e quindi far abbassare le difese del nuovo arrivato per poi coglierlo di sorpresa attaccandolo quando meno se lo aspetta.

    Mi sento vecchio.
     
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    × 1.7: Fukuda Shinji-desu.
    Wow. Quella era la prima volta che mi trovavo con il coltello dalla parte del manico. Era una sensazione... particolare, indubbiamente. Quel ragazzo dai capelli corvini che mi stava davanti era il mio primo "studente", se così si poteva definire. Hanae-sensei continuava a sostenere che avevo le capacità adatte per sostenere una tale prova; ma era davvero così? Nel profondo del mio animo, fino a pochi istanti prima di irrompere all'interno di quel dojo sfondando una finestra, avevo ben più che dei semplici dubbi.
    Ciò che intendo dire è che fino al giorno prima io non ero mai stato altro che un semplice shinigami: non era nemmeno passato molto tempo da quando io stesso conclusi la mia esperienza accademica sotto la guida di un personaggio che sicuramente sapeva come essere problematico, quale era il terzo seggio della Nona Compagnia, Hanae Haru. Ma non era realmente una questione di mera inesperienza a darmi da pensare, quanto più per il semplice fatto che io odio il genere umano -sì, non ho mai fatto una grossa distinzione tra umani e shinigami, in realtà, per cui intendo anche i miei "simili"- e che, per tanto, la mia sopportazione verso coloro che non sono soggetti di studio o che non riescono in qualche modo ad interessarmi è indubbiamente coincidente allo zero.
    Quella mattina Haru irruppe nelle mie stanze di buonora, benché non avessi alcuna idea né del perché quelli della Dodicesima avessero lasciato che accedesse nei dormitori comuni né perché si fosse scomodato in prima persona per venire a cercarmi; di norma il solo pensiero lo avrebbe fatto ridere internamente di gusto. Perché Hanae Haru non rideva mai, o almeno non lo ha mai fatto in mia presenza. Anche se, sarò franco, mai mi era mai importato granché di vederlo ridere, comunque. Cercando di rimettere in ordine le idee, ancora intorpidito dal sonno, cercai di darmi delle risposte. Alla prima domanda probabilmente vi era la risposta più scontata: era il terzo seggio della Nona, la Polizia Interna, nonché colui che è a capo della gestione delle carceri del Gotei 13. Senz'altro poteva entrare ed uscire da dove gli pareva con una relativa facilità, è questo che essere "un pezzo grosso" in qualche modo comporta. Quanto alla seconda domanda, ci pensò lui a fornirmi una risposta adeguata. «Il mattino ha l'oro in bocca, Shinji-kun. Io non ho alcun tipo di materiale prezioso tra le fauci, ma in compenso ho un ordine che voglio tu esegua, cosicché tu possa considerarla una sorta di nuovo stimolo per la tua crescita.» Non vi era ombra di un sorriso sul suo volto, per cui intendetti immediatamente che quello era uno di quegli ordini che non andavano discussi. Solo dopo che mi furono forniti ulteriori dettagli, però, protestai debolmente incappando nello sguardo carico di fermo disappunto del mio mentore. Quindi, non trovandomi più nella posizione per poter replicare, accettai. Con riluttanza, ma accettai. In fondo si trattava di una sostituzione temporanea, di certo non mi sarei messo a fare l'insegnante a mia volta.

    Tuttavia, nel momento in cui quella finestra fu infranta ed io fui ufficialmente in gioco nell'accondiscendere al volere del mio mentore, decisi che tutto ciò mi aveva turbato fino a quel momento andava necessariamente lasciato alle spalle. Sakata si era dimostrato un tipo forse un po' sempliciotto, ma intelligente e con un ligio senso del dovere. Non era mancato infatti di sfuggirmi con quale prontezza si fosse frapposto tra il sottoscritto e lo studente con il quale stava tenendo una lezione, temendo che io fossi un intruso. In effetti con quel cappuccio non ero esattamente quella che tu a primo impatto definiresti come una persona amichevole o quantomeno non sospetta, ma anche quella parte del mio abbigliamento aveva un suo perché: la mia pelle pallida è sempre stata troppo sensibile alle scottature, per tanto nei giorni estremamente soleggiati come quello erano un obbligo, dal momento che avevo sviluppato da un bel po' di tempo una sorta di repulsione per le bruciature. Questa repulsione, o fobia che dir si voglia, era anche la motivazione principale per la quale porto questa capigliatura, con una lunghissima ciocca di capelli che ricopre interamente la metà sinistra del mio volto.
    In ogni caso, una volta che Sakata fu sparito, mi ritrovai a fronteggiare in prima persona la mia gatta da pelare. Dovevo avere a che fare con uno studente all'apparenza deboluccio e visibilmente malmesso, acciaccato e ridotto come uno straccio da quello che immagino fosse stato un combattimento con il precedente sensei. "Vedo che anche Sakata-san ci andava giù pesante con i suoi allievi, dunque non è solo Hanae-senpai ad essere rude e senza cuore..." non potei fare a meno di pensare, dopo che ebbi impartito le direttive per il prosieguo dell'allenamento. Eppure il ragazzo sembrava così... assente? Non ero nemmeno del tutto convinto che avesse recepito anche solo una delle mie parole, ma rimasi ugualmente immobile in attesa di una sua mossa. Poi, barcollante e apparentemente irritato, lo studente iniziò ad avanzare verso di me lamentandosi. «Oh diamine! Io non capisco più niente! In che cazzo di scuola, o accademia o come la vuoi chiamare sono finito!?»
    "La sua voce è fastidiosa..." fu il primo pensiero che non riuscii a frenare quando questi iniziò a parlare. Notai immediatamente che si teneva il polso; piuttosto strano, quantomeno, dal momento che sembrava non essere né annerito per qualche contusione, né gonfio, né tanto meno ferito. «.. E poi chi sei, non ti sei nemmeno presentato e non so nemmeno come combatti, e io non ci capisco più niente; spero che ritorni presto il mio sensei e poi guarda ho il polso dolorante come faccio ad attaccarti!!...» Era giunto dannatamente vicino a me e stavo iniziando a nutrire la volontà di prenderlo a pugni in faccia, sembrava uno di quei bambini dell'asilo a cui è stato fatto un dispetto e non fanno che borbottarci su per ore. Era incredibile, forse stava per abbattere tutti i miei record di sopportazione verso un singolo individuo per la categoria "Gente che mi hanno fatto irritare più velocemente con la loro sola esistenza sulla faccia di questo pianeta, anzi, Dimensione". Sì, avevo una categoria del genere.
    E sarebbe anche riuscito a farmi del male, probabilmente, tanto era il grado di fastidio che mi stava procurando, al punto che mi ero praticamente dimenticato che gli avevo chiesto di attaccarmi. Ci sarebbe potuto riuscire, sì, ma solo se non fosse stato stolto al punto da tradirsi con l'ultima frase, dal momento che mi ero già insospettito pochi istanti prima per il presunto polso fuori uso dall'aspetto immacolato. «........ !!!» Non ebbi chiaramente il tempo di dir nulla, avvertii solo il mio fiato arrestarsi di colpo mentre, istintivamente, il mio sguardo si posava sull'asauchi che stava effettuando il suo moto ascendente verso il mio volto ed il mio busto si piegava all'indietro, facendo inarcare la schiena il più possibile. Il suo era un attacco troppo sbilanciato, per cui ebbi il tempo di riuscire a riacquistare un po' di equilibrio ed indietreggiare in modo da prevenire un eventuale secondo attacco. Non riuscii a fare in modo, però, che non mi colpisse del tutto: il mio bel cappuccio nero, infatti, si era squarciato esattamente al centro per diversi centimetri, affievolendosi poi sulle mie spalle, così da rivelare il mio volto dai tratti androgini che così tanto odiavo. Chissà se anche lui mi avrebbe chiesto qual è il mio sesso. «... Oh. Sembra che dopotutto tu non sia così scialbo e privo di qualsivoglia fonte di interesse per il sottoscritto come credevo.» dissi, parlando più con me stesso che realmente con lui. «È lecito quindi supporre che tu possa tener fede anche al secondo dei punti che ho posto pochi istanti fa per completare questa prova, o devo etichettare questo tuo exploit come tanto semplice quanto fortuito frutto del caso?» Gli chiesi sorridendo in maniera vaga, ma con un tono che non lasciava scampo a dubbi: quello della sfida. «Lamenti di non essere a conoscenza del mio nome; ha una qualche rilevanza ai fini di ciò che stai facendo? D'altronde si spera questa sia la prima e l'ultima volta che i nostri cammini si incroceranno. Sarebbe comunque villania privarti di questo tuo piacere, per cui eccomi qui: Shinji Fukuda, settimo seggio della Dodicesima Divisione. Ora ti prego di farti avanti... Studente-san

    Edited by B l a z e - 12/2/2013, 02:16
     
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  5. Grimmjow_san
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    Mi accasciai a terra percependo una fitta al polpaccio, cercavo di non far notare il mio dolore nelle mie mimiche facciali, almeno lo pensavo.
    La coltre di fumo, alzatasi dallo scatto del ragazzo, si diradò.
    Alzai lo sguardo verso il ragazzo. Notai subito gli evidenti tratti femminili nel suo volto, decisi di non darne peso, siccome non ero la persona più adatta a fare questo tipo di paragoni.
    Iniziò a parlare, sembrava che stesse pensando ad alta voce, invece che me.
    ... Oh. Sembra che dopotutto tu non sia così scialbo e privo di qualsivoglia fonte di interesse per il sottoscritto come credevo.
    In seguito… iniziò a rivolgersi a me con tono fermo e deciso, quasi di sfida.
    È lecito quindi supporre che tu possa tener fede anche al secondo dei punti che ho posto pochi istanti fa per completare questa prova, o devo etichettare questo tuo exploit come tanto semplice quanto fortuito frutto del caso?
    Iniziò a sorridere e dopo alcuni secondi riprese il discorso.
    Lamenti di non essere a conoscenza del mio nome; ha una qualche rilevanza ai fini di ciò che stai facendo? D'altronde si spera questa sia la prima e l'ultima volta che i nostri cammini si incroceranno. Sarebbe comunque villania privarti di questo tuo piacere, per cui eccomi qui: Shinji Fukuda, settimo seggio della Dodicesima Divisione. Ora ti prego di farti avanti... Studente-san.
    Cercai di prendere tempo, per far alleviare il mio dolore ormai quasi sparito al polpaccio, quindi decisi di presentarmi a mia volta.
    A proposito, Io mi chiamo Shiro Fujimoto… uhm piacere Shinji.
    La fitta ormai era quasi passata, pensai a come attaccare, e come eludere le sue difese.
    Non devo sottovalutarlo, da com’è entrato nella stanza ha l’apparenza di essere estremamente forte.
    Ci sono! Il terreno! Con la sua entrata ha creato molti calcinacci! Porte usarli a mio vantaggio e sfruttare la mia posizione svantaggiata! Credo che lui si aspetti un fendente o un altro colpo di spada. Spero che funzioni… fino ad ora sono sempre stato discretamente bravo a baseball. Problemi con la mira non ce li ho… Speriamo in bene.

    Presi senza farmi molto notare un calcinaccio che si trovava vicino la mia mano destra. Con la mano sinistra impugnavo saldamente la spada.
    Feci tre bei respiri, per rilassarmi e concentrarmi.
    Mi alzai di scatto, facendo ovviamente leva sulla gamba senza ammaccature. Subito dopo scagliai la pietra mirando sul suo zigomo sinistro. Non feci nemmeno in tempo nemmeno a guardare dove sarebbe arrivato il calcinaccio che sferrai un fendente da sinistra a destra a livello della sua vita. Mentre lo sferravo, poco prima di colpire il mio bersaglio, afferrai anche con l’altra mano l’elsa della spada per dare più forza al colpo.
    Di nuovo la fuliggine delle macerie s’innalzò per via dei miei movimenti, aspettai finché non si diradò la nebbia di fuliggine e…
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    Stato psicologico: Agitato, Stanco
    Stato fisico: Una moderata al polpaccio sx e una ferita lieve al costato sx.
    Riassunto del post: Shiro prende un calcinaccio e lo lancia contro lo zigomo di Shinji per distrarlo e avere delle possibilità di colpirlo.
     
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    XII Division, 7th Seat

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    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    × 1.8: Exceeds Expectations.
    Il ragazzo, dopo avermi quasi lisciato clamorosamente ed aver mandato il fendente a colpire nient'altro che aria, il mio cappuccio e qualche insignificante manciata di capelli dall'aurea tonalità di colore, cadde in terra accusando dolore alla gamba che gli era stata maciullata in precedenza da qualcuno... difficile dire se si fosse trattato di Sakata o qualcun altro. Notai infatti che sul parquet, in un punto abbastanza distante da quello in cui si trovavano adesso, vi era un'enorme pozza di sangue. Tuttavia, mi sembrava quantomeno difficile che quel sangue potesse appartenere al ragazzetto che mi trovavo davanti, dal momento che non presentava delle ferite così gravi da sanguinare in quel modo, anche se era evidente che aveva qualche problema a quella gamba visto come quest'ultima tremava quando era in piedi o quando tentava di camminare. "Ha personalità, se non altro." considerai, dal momento continuava a combattere, anche se nel suo modo pedante, nonostante il dolore.
    Le mie parole, questo mi sorprese un po' di più, sembrarono non suscitare alcuna reazione in lui. Non si arrabbiò né mostrò alcun segno di stizza per le mie arie di superiorità. Sembrava quasi non mi avesse nemmeno ascoltato, dato che si limitò a dichiarare che fosse "un piacere" conoscermi e a dire il suo, di nome. «Non ti ho chiesto il tuo nome.» puntualizzai, fissandolo senza una reale espressione in volto o tono della voce. Eppure, nemmeno questo sembrava interessargli granché. Se ne stava lì, immobile per terra, a crogiolarsi nel dolore della fitta alla gamba.
    O almeno, così sembrava.
    Senza dire nulla, all'improvviso, scattò in piedi e vidi un calcinaccio di medie dimensioni che io stesso avevo creato entrando in quella stanza pochi minuti prima venire contro la mia faccia. Istintivamente, essendo esso indirizzato orientativamente all'altezza dello zigomo sinistro, mi inclinai rapidamente verso destra, ma nel farlo non mossi solo il collo ma anche parte del busto. Errore imperdonabile da parte mia, nemmeno fossi stato il peggiore dei novellini: adesso ero ufficialmente sbilanciato. Ed errore ancora più imperdonabile era stato lanciarmi in quel piccolo allenamento senza avere sfoderato la spada: non ero decisamente portato per il combattimento a mani nude e lo stavo dimostrando già nella mia fase difensiva paragonabile ad un colabrodo; la mia guardia era infatti piena di buchi e aperture.
    Non so dire se fosse stato il Karma a punirmi per la mia disattenzione o semplicemente la fortuna del ragazzo, o ancora la sua presunta "bravura". Fatto sta che, oltre alla pietra, mentre si rialzava Shiro Fujimoto, questo era il nome del tizio dai capelli neri che stavo allenando, aveva fatto partire un fendente da sinistra a destra che puntava dritto dritto all'altezza della vita. Sbilanciato com'ero e senz'armi, se avessi tentato di frapporre malamente le mie mani impregnate di reiatsu ne sarei uscito comunque monco. Non potevo spostarmi perché il baricentro spostato dalla precedente azione mi avrebbe solo fatto cadere e non gli avrebbe impedito di colpirmi. L'unica soluzione, brutto da dire e da attuare, era lo shunpo.
    Sparii dalla mia posizione per riapparire dietro le spalle del ragazzo, che colpii con una gomitata al centro delle spalle così da farlo ruzzolare per terra con la faccia a terra.
    Tuttavia, il mio sbilanciamento e il fatto di essermi mosso con un'istante di indecisione di troppo, non avevano impedito alla katana di allenamento dello studente di aprire uno squarcio orizzontale sulla mia divisa, lasciando un graffio appena accentuato sui miei addominali appena accentuati, dal quale usciva blandamente un caldo rivolo di liquido cremisi. «... Mh. Sembra che tu mi abbia "ferito", ammesso e non concesso che questo graffietto da due soldi possa essere classificato come una "ferita".» Dirò la verità, mi aveva sorpreso. Quasi iniziavo a trovarlo interessante, sebbene la prima impressione che mi ero fatto di lui, ovvero quella di un bimbetto irritante che non dovrebbe nemmeno essere qui all'Accademia, non era mutata più di tanto. Lo guardai mentre annaspava lì, per terra, con il respiro affaticato per il violento colpo alla schiena che gli aveva spezzato il fiato per qualche secondo. «Guardati, sei in uno stato pietoso. Va' a casa a riposarti, o se desideri stabilirti qui, prendi alloggio presso i dormitori Accademici. Prima, però, passa dal padiglione medico della IV divisione e fatti dare una sistemata... Comunicherò io a Sakata-san i tuoi progressi.» Girai le spalle, camminando lentamente verso il buco che io stesso avevo creato nella finestra dalla quale ero entrato. «Arrivederci, Fujimoto-kun. Non credo ci rivedremo più.»
    In quel momento, quando dissi quell'ultima frase prima di sparire con uno shunpo, non sapevo ancora quanto diamine mi stessi sbagliando.








    codice © ~ E i j i aka B l a z e



    CITAZIONE
    Ottieni Controllo del Corpo Lv. 1 +6 Exp.
    Fai un post conclusivo.


    Edited by B l a z e - 3/3/2013, 01:47
     
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  7. Grimmjow_san
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    CITAZIONE
    Pensato
    Parlato da altri
    Parlato

    Ero steso a terra senza forze con un dolore lancinante alla schiena… non riuscivo a muovermi.
    Tutto ad un tratto iniziò a parlare.
    Mh. Sembra che tu mi abbia "ferito", ammesso e non concesso che questo graffietto da due soldi possa essere classificato come una "ferita"
    Cercai di voltare lo sguardo verso di lui, fino a quando percepii una fitta che mi costrinse a ritornare alla posizione iniziale.
    Dopo alcuni secondi riiniziò a parlare:
    Guardati, sei in uno stato pietoso. Va' a casa a riposarti, o se desideri stabilirti qui, prendi alloggio presso i dormitori Accademici. Prima, però, passa dal padiglione medico della IV divisione e fatti dare una sistemata... Comunicherò io a Sakata-san i tuoi progressi
    Dopo di che si dirisse verso l'uscita dalla classe, ma prima che potesse svanire disse:
    Arrivederci, Fujimoto-kun. Non credo ci rivedremo più.
    Cercai di alzarmi facendo leva sulla spada e con voce fioca dissi:
    È… Stato un piacere… Shinji_san
    A quelle mie parole se ne andò.
    Mi alzai barcollando e mi aggrappai alla parete del corridoio. Fermai un uomo piuttosto alto, mi sembrava famigliare. Massi che lo era! Era l’uomo che mi ha indicato dov'era Sakata!
    Scusa… non è che per caso sai dov'è l’infermeria ?
    Esso annuì e mi indicò la direzione.
    Andai con gran fatica, arrivato a destinazione, caddi sul pavimento a pochi passi dall'entrata.
    Non appena toccai il pavimento tutto si fece più lento e scuro, le palpebre diventarono pesanti e dopo qualche secondo svenni.
    Al mio risveglio ero steso in una stanza totalmente vuota…

    CITAZIONE
    Stato psicologico: Felice, spaesato
    Stato fisico: Non so cosa scrivere.
    Riassunto del post: Sono passato

    Sei un Pudding.
     
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21 replies since 14/9/2012, 17:58   525 views
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