Classe I [II]

Controllo del Reiatsu Lv.1

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  1. Feferocky
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    Era una bella sensazione. Quel vuoto e quel bianco; eppure sembrava che mancasse qualcosa. Ciò non distolse Akane dal fatto che, quel tentativo, serviva soprattutto per conoscere l’intensità che doveva utilizzare per far visualizzare all’esterno la sua Reiatsu.
    Era riuscita a percepirla, dentro di sè. Più passava il tempo, più la sentiva vivida e bramante di desiderio di manifestarsi.
    Se Akane in quel momento non fosse stata così concentrata, le avrebbe quasi intimato di zittirsi, ma non c’era nulla attorno a lei.
    Nessun rumore.
    Nessun individuo.
    A un certo punto, sulla sua mano sinistra, ancora retta dalla destra, Akane vide comparire una piccola bolla. Sembrava vuota. E quasi trasparente. Pareva sapone. Era anche quasi tonda.
    Era ancora concentratissima. Non si era resa nemmeno conto che il Sensei era andato a salvare Ilyan da un eventuale pericolo di dissanguamento. Però aveva ascoltato, anche se vagamente, il Sensei, rispondere alla domanda di Kaito.
    -Dentro di noi esiste un centro di energia che in realtà non c'è. Diciamo che... sì, dovete prima "creare" con l'immaginazione il vostro Reiatsu e poi muoverlo come desiderate sempre rimanendo concentrati. Molti allievi precipitosi o incauti hanno perso il controllo e sono morti con un enorme "KABOOM!!", oppure c'è anche stato chi si è prosciugato di tutta la sua energia e gli abbiamo dovuto tagliare un arto rimasto senza vita... ad un mio studente tempo addietro ci mancò poco che dovessi tagliargli un braccio prossimo a morire per evitare che l'infiammazione si propagasse per il resto del corpo. -
    Akane fece comparire sul suo viso, un sorriso di soddisfazione. Aveva compreso che, la potenza che aveva utilizzato, era ancora poca. La forma però c’era, anche se ancora leggermente grossolana.
    -Bene. Cerchiamo di aumentare la pot... -
    -SPLUTH!-
    La bolla esplose e Akane scattò all’indietro, colta improvvisamente da una schifezza nera e viscida, che le era andata a finire sulla parte bassa della faccia. Per fortuna, era scattata leggermente prima. Per poco, quella cosa non la prendeva dritta negli occhi.
    -Che schifo! Che è?- si toccò le labbra (che per fortuna, nonostante il sorriso, erano chiuse in quel momento) - Inchiostro?- Ancora lui - Sensei! Che diamine... -
    - Ah, per rendere la cosa più interessante e per guadagnarci qualcosa sulle scommesse coi miei sottoposti, ho messo un piccolo congegno che disturberà la concentrazione degli altri se uno di voi farà un errore. Evitate bruschi sbalzi di energia all'interno di quelle camere e non uscirete imitando il risotto al nero di seppia. Per inciso, quella è tutta roba mia... l'inchiostro dico. -
    Akane lo avrebbe odiato sicuramente, a breve. Prima il nome modificato. Poi le ironie e i cinismi. Ora persino uno schizzo in piena faccia. Akane, nonostante avesse “vissuto” nel Rukongai per 300 anni, non aveva conosciuto (per così dire) altri uomini, al di fuori dei venditori nelle piazze del Rukongai, e, l’unica ragazza che aveva conosciuto, era stata Lily-chan. Lui, primo uomo conosciuto, affascinante quanto vuoi, ma era irritante, pazzo, strano ... un uomo. Ed era il suo Sensei. Tirò un sospiro di rassegnazione, rimandando un’eventuale vendetta ai tempi a venire. Probabilmente, a causa sua, da quel momento in poi, non avrebbe avuto una buona idea del genere maschile (Itsuki sembrava essere stato, apparentemente, ad un primo sguardo, la sua unica eccezione, anche se non ancora confermata. Mai giudicare un libro dalla copertina). Però in parte, adorava quella sensazione di sfida e di lotta. La faceva sentire viva, il che è piuttosto paradossale nella Soul Society.
    Dopo essersi tolta un po’ di quell’inchiostro dalla faccia, si voltò verso la cabina di vetro di Ilyan e osservò con gli occhi spalancati le braccia fasciate del ragazzo. Aveva visto, in effetti, con la coda dell’occhio l’enorme piovra che volava verso la sua cabina, ma non ci aveva fatto molto caso, per la troppa concentrazione.
    Non era però, tempo di pensare ai suoi compagni. Era preoccupata per lui, ma al tempo stesso era pronta lei stessa a subire una lesione simile. Per questo si era moderata, all’inizio. Così, cercò di riconcentrarsi nuovamente come aveva fatto, pensando a cosa avesse sbagliato.
    -Ho il dubbio che anche se ci avessi messo più forza, non avrebbe funzionato. C’era qualcosa che mancava e il Sensei mi ha dato ancora una volta la soluzione. L’immaginazione. -
    Akane aveva dedicato tutti quegli anni, passati nella sua piccola catapecchia, a creare ben 300 ikebana, uno per ogni anno, ognuno dei quali, adeguatamente sistemato un una rientranza nel boschetto dietro casa. Quindi, per crearne di volta in volta di diversi, ci voleva molto più che semplice immaginazione.
    Era incredibile. Tutto il suo tempo, passato nella noia e in quella sensazione d’inutilità, stava avendo un suo scopo. Le venne subito un’idea: avrebbe utilizzato la sua passione per i fiori, per rievocare la sua Reiatsu. Però, quale immagine sarebbe stata il suo modello? Cominciò a pensare a qualcosa di tondo e blu e le venne subito in mente una di quelle palline utilizzate ai matrimoni e che Akane invece, aveva utilizzato per decorare la sua piccola casa.
    -Forse si chiamano tonn... porr... ah si. pomander balls-
    Si era informata, in proposito. Erano delle palline che per tradizione, se baciate da entrambi gli sposi avrebbero augurato felicità alla coppia in eterno.
    Tsk! L’eterno. Un concetto ormai abbastanza familiare per lei.
    -Bell’idea Akane, ma non va bene. È troppo irregolare come forma. Ritenta, sarai più fortunata. -
    Così pensò a tantissimi altri oggetti: orologi, orecchini, persino una vera arancia blu. Poi le venne un’idea che le parve geniale.
    -Massì potrebbe funzionare. -
    Aveva visto un fiore molti anni fa, dalle sfumature di blu e celeste più varie e a forma di palla. Le piacque molto e andò a ricercare informazioni a riguardo, su qualche libro. Si chiamava allium caeruleum, un tipo di aglio da decorazione. Era l’esempio perfetto per creare una pallina blu delle dimensioni di un’arancia.
    Ci avrebbe riprovato. Così, si rimise nella posizione precedente: mano sinistra avanti e con il palmo rivolto verso l’alto e poggiata leggermente sulla mano destra.
    Concentrazione.
    Bianco e vuoto.
    Calma.
    -Non esagerare con la potenza, ma questa volta un po' più forte..-
    Forma tonda.
    Colore.
    Un bel respiro per completare l’opera. Akane riaprì gli occhi. Era necessario che ci mettesse un po’ più potenza, anche se non troppa, per darle la forma di prima. Era anche vero che era agli inizi e che non doveva per nessuna ragione andare di fretta, ma avrebbe anche voluto raggiungere il prima possibile quel pazzo di Urahara. Forse era un obiettivo lontano, ma lo avrebbe voluto raggiungere... e superare.
    -Non c’è fretta. Lo raggiungerò!- Akane alzò per l’ultima volta la testa, guardando, con uno sguardo e un sorriso di sfida, i grandi occhi gialli della piovra-Sensei e poi tornò in sè, richiudendo gli occhi per qualche altro secondo.
    Immaginò così, il suo luccicante allium del colore dei suoi occhi azzurrissimi. Però, nella sua testa, non seppe perchè, ma ebbe l'impressione che la sua fantasia stesse creando un mix di colori del tutto nuovo. Sentiva come se si stesse mescolando la sua immagine, con l’impaziente Reiatsu, ancora scoppiettante, dentro di lei. Così, aprì gli occhi, che avevano cambiato colore, assumendo un colore sul verde smeraldo. Il sorriso era ancora stampato sulle sue labbra. Comunque fosse andata, aveva trovato il suo obiettivo. E ce l’avrebbe messa tutta.

    Sei tu il mio obiettivo Urahara-sensei!!! Buahahah!!! :bast: :bast: :bast:
     
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24 replies since 17/10/2012, 11:47   701 views
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