Classe I [II]

Controllo del Reiatsu Lv.1

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  1. Belfagor90
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    Allora, mi duole annunciare che la precedente classe I è stata divisa, per ovvi motivi, in due classi da tre persone. In questa classe masterata da me continueranno ad essere torturati amorevolmente seguiti i seguenti frugolotti:
    - Ilyan Light (DjTeo)
    - Kaito Nakamura (Mirmo,)
    - Akane "Yuki" Fumiya (Feferocky)

    Gli altri tre studenti saranno posti sotto l'ala protettrice di un ex-allievo di Urahara e mio schiavo personale (XD), il mod Saku, che dovrebbe aver già contattato i vostri compagni.
    Facciamo a quale classe arriva per prima all'esame? DAI CAZZO!!



    Siete finalmente degli studenti dell'Accademia Shinigami Shin'o e piano piano, durante la settimana trascorsa dalla prima lezione con Urahara, vi siete acclimatati, chi più e chi meno, al nuovo ambiente. Proprio il settimo giorno siete impegnati nelle vostre normali attività, quando da dietro di voi sentite come uno sguardo insistente che vi punta. La sensazione è impellente e quando vi girate vedete qualcosa di assolutamente fuori dall'ordinario: uno struzzo/orso/nugolo di vespe che si dirige con intenzioni forse bellicose contro di voi! La fuga diventa presto l'unica opzione e siete costretti ad attraversare i corridoi dell'Accademia seminando il panico fra alunni e professori che invano tentano (almeno quelli che non scappano) di fermare le bestie inferocite.
    Dopo un estenuante inseguimento siete costretti a tentare un trucco abbastanza classico: entrare in una classe e sbarrare la porta dietro di voi. Lo attuate e scoprite di trovarvi in una strana stanza attrezzata con tre piccole camere di vetro messe in fila l'una accanto all'altra con all'interno una sedia ciascuna. Sopra ognuna di queste camere c'è scritto un nome e uno di questi è il vostro.
    Come poteva attuarsi una conseguenza così esagerata? Era tutto un piano malefico di "qualcuno"? E cosa significavano quelle targhette sulle cabine di vetro?
    La risposta alla prossima puntata!


    Descrivete pure il pandemonio da voi scatenato e la fuga rocambolesca fino alla classe che, ovviamente, è provvista di tre porte, una per ognuna di voi. Gli animali non arriveranno a ferire né voi né nessun altro durante tutto il marasma e una volta all'interno della classe potete muovervi come volete, ma SENZA USCIRE. Al mio prossimo post farò la mia bella entrata in scena e comincerà la nuova tortura XD
    A voi!
     
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  2. Feferocky
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    Come volevasi dimostrare, Tosei si era adattato subito alla sua nuova stanza, la quale non poteva eguagliare assolutamente l’estetica della scapestrata baracca piccola, ma accogliente, del Rukongai. Aveva già trovato il posto migliore per adagiare il suo folto pelo nero: sul letto bianco di Akane, la quale, ovviamente, per pulire per bene il kakebuton da tutti quei peli, ci aveva messo una settimana intera, tra lavaggi e tirata di peli con la pinzetta. Stava proprio per togliere la trapunta, ormai bianca e luccicante dal balcone, quando Akane sentì come un ronzio strano. Si voltò verso il suo gatto, pensando che fosse l’effetto dei takoyaki nel suo stomaco. Com'era possibile che si fosse mangiato i takoyaki ancora Akane non sapeva spiegarselo.
    -Certo che tu non sei proprio un gatto normale eh, Tose-kun?-
    In genere, i gatti, non tendono molto ad esprimere emozioni con il musetto, eppure, Tosei, in quel momento, per un decimo di secondo, aveva un’espressione che Akane non avrebbe esitato a definire sconvolta. Il suo problema di stomaco doveva essere piuttosto grave. Infatti, subito dopo, scappò a gambe levate.
    Il ronzio ancora non era scomparso. Anzi, si era fatto più persistente e sembrava quasi... vicino.
    La ragazza si girò rapidamente, cominciando a comprendere che la reazione di Tose-kun non fosse stata causata dal suo mal di stomaco, bensì da un intero sciame d’api. Si stava avvicinando vertiginosamente al suo balconcino. Forse attratte dall’odore del pulito o forse no. In quel momento, Akane non potè fare a meno di pensare che si trattasse del suo sapone all’aroma di margherite. Di certo non lo avrebbe usato mai più. In tutta la sua morte (beh, nella sua vita non lo avrebbe mai saputo), non ne aveva mai viste così tante. Le odiava. Odiava qualsiasi tipo d’insetto, ma le api in particolare. La sua reazione fu istantanea. Fuggì a gambe levate, senza pensarci due volte. Si dava la spinta sugli usci delle porte per accelerare e cambiare bruscamente direzione. Non voleva nemmeno guardarsi indietro.
    -Con il rischio che me ne trovo una sulla faccia! Corri, corri. corri!-
    Non conosceva ancora bene la struttura dell’Accademia e, per questo, non sapeva esattamente dove andare. -A destra, no a sinistra, dritto, cambia direzione...-
    -Largo, largo!- urlava Akane, abbandonando ormai l’ultima briciola di raffinatezza che le fosse rimasta.
    Doveva trovare una soluzione il prima possibile. Non aveva la forza per pensare. Doveva solo correre alla ricerca di un possibile riparo. Nel frattempo, strattonava per sbaglio gente che camminava per i corridoi, forse professori, forse shinigami, ma, in quel momento, avrebbe potuto gettare all’aria persino un capitano (beh no. Forse un capitano no). La ragazza sentiva quelle persone dietro di sè che, o urlavano per la paura, o che sfidavano le api ad alta voce e magari con qualche attacco. Akane non volle girarsi per controllare, ma sperò che riuscissero a combinare qualcosa.
    -A giudicare dall’intensità del ronzio, non sembra che ci abbiate messo poi tutto quest’impegno, dico bene?- urlò sguaiatamente la ragazza.
    Ormai dalla sua prima lezione con quell’ironico, cinico e pazzo di Urahara, Akane aveva compreso che il decoro doveva un po’ essere messo da parte. Nonostante Akane avesse imparato a disprezzare profondamente quell’uomo (beh, non che ci volesse molto), era cosciente (ma non lo avrebbe mai ammesso) che gli avesse insegnato più cose lui in un’ora, che i suoi 300 anni nel Rukongai. Anzi, strano e matto com’era, poteva persino essere lui il fautore di tutto quel casino delle api.
    -No, non può essere...-
    Poi, un bagliore di speranza si accese. Le api stavano quasi per raggiungerla ma, come sempre, la soluzione migliore è la più semplice: un’aula. Cosa c’è di più semplice che chiudersi in una classe?
    Così, voltò l’ultimo angolino, curvando bruscamente direzione, prendendo in corsa un palo con il braccio destro. Eccola lì. Quella spinta le aveva dato un piccolo vantaggio, ma stavano per prenderla per davvero.
    -Corri, Akane, corri, dannazione!-
    Entrò e chiuse con forza la porta. Il ronzio si sentiva ancora. Era vicino, ma ormai non potevano più fare nulla. Akane, ancora con il fiatone, tirò un sospiro di sollievo, lasciandosi cadere sulle ginocchia, esausta.
    -Da quand’è che sono diventata un fiore così avvenente?-
    La ragazza alzò la testa e vide di non essere entrata in un’aula qualunque: era una stanza non molto grande, ma piuttosto particolare, forse arredata per qualche esercitazione precedente.
    -Ma sì. Si saranno dimenticati di togliere l’armamentario.-.
    C’erano tre piccole camerette in vetro in sequenza e in ciascuna vi era una sedia. Akane si avvicinò alle camerette e, alzando la testa, il suo bellissimo volto divenne pallido. C’era il suo nome lì.
    -Anche quello di Kaito... e quello di Ilyan... ma cosa...?- Akane si interruppe e la sua espressione divenne furiosa. Non aveva capito cosa significassero quelle sedie, ma una cosa era certa: in tutta quella storia non poteva che andarci di mezzo lui. La ragazza, con un sorriso malefico e con gli occhi che lasciavano trapelare il suo solito istinto omicida, sussurrò tra sè e sè:
    -Bastardo di un Urahara!-
     
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    Quella sì che era vita.
    Niente più vivere in una casa ospite di un semi-sconosciuto un giorno a digiuno e l'altro pure, avevo una stanzetta tutta per me (che era circa un metro per uno, ma fa niente) e, cosa più importante, cibo tutti i giorni. Era fantastico! Non mancava mai un pasto e alla mensa c'era sempre cibo in abbondanza. Agli studenti novizi spettava quasi sempre una sbobba insapore, ma io col mio indiscutibile fascino ero riuscito a sedurre la cuoca anzianotta e un po' sovrappeso per farmi avere del cibo "bonus". Quel giorno, che doveva essere il settimo o giù di lì che mi trovavo in accademia, stavo tranquillamente sfoggiando la mia lucentezza esteriore e interiore per gli affollati corridoi, pensando che nei giorni passati non avevo né sentito né visto Urahara.
    E' una settimana che gli allenamenti non riprendono, se si procede così impiegherò un'eternità a diventare Shinigami
    Ero stufo di tutta quell'inattività, speravo temevo addirittura che il sensei mi avesse abbandonato. Mentre ero immerso nei miei pensieri tuttavia avvertivo una strana sensazione, come se fossi nell'attenzione di qualcuno. Certo eravamo in moltissimi nei corridoi, ma quello che sentivo addosso non era lo sguardo casuale di qualcuno che passava, apparteneva ad una persona che provo ce l'aveva insistentemente con me. Un po' stranito mi voltai di scatto con un'espressione battagliera e mi trovai davanti un ragazzo con gli occhiali più giovane di me che sobbalzò e poi mi guardo con una faccia tra la sorpresa e la paura incontrollata. Neanche il tempo di dirgli qualcosa che girò i tacchi e schizzò via sparendo in un angolo.
    Però, devo incutere parecchio timore quando mi arrabbio
    Pensai con un sorrisetto soddisfatto, poi però guardandomi un po' intorno vidi che tutti i presenti guardavano me, o meglio, dietro di me, con la stessa espressione del tipo occhialuto fuggito poco prima. Insospettito mi voltai e mi trovai davanti un enorme cespuglio. Lì per lì non capii, poi però alzai lentamente lo sguardo e seguii quello che sembrava essere un lungo collo, che terminava con una simpatica testolina di struzzo o qualunque animale fosse.
    Ma che...?
    Mi guardava insistentemente mettendomi terribilmente in soggezione, il tutto peggiorato dagli occhi spiritati completamente bianchi e attraversati da diverse venature rosse. Non mi chiesi cosa ci facesse uno struzzo del genere in un'accademia per gli shinigami, ma come ci fosse entrato. Mentre pensavo alla possibile risposta però venni riscosso da un improvviso urlo del suddetto animale che non aveva niente di amichevole. Istintivamente feci la cosa che ogni uomo figo e robusto avrebbe fatto in un momento del genere: urlai e scappai a gambe levate agitando le braccia.
    UN POLLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    Saettai fra i corridoi il più velocemente possibile, cosa resa facile dal fatto che il volatile mi inseguiva a una velocità spropositata con falcate abnormi delle zampe mentre emetteva strani e continui versi che potevano essere benissimo tradotti con "ti uccido, ti squarto, ti mangio, mi siedo su di te, sei la mia mamma". Mentre fuggivo cercavo di aizzare quelli che incontravo contro l'uccello, i quali tentavano inutilmente di placcarlo e venivano tranquillamente schivati. Cominciai seriamente a preoccuparmi quando svoltai ad un angolo e lo struzzo camminò sulla parete per girare a mo' di Prince of Persia.
    E' uno struzzo ninja! E' uno struzzo ninja SISALVICHIPUOOOO'!
    Avendo ormai assodato che se avessi continuato prima o poi mi sarei sfiancato, aprii la porta di un'aula con una spallata e mi barricai all'interno di questa sbarrando la porta con sedie, banchi e quant'altro trovai sotto mano. L'animale sbatte' diverse volte sulla porta prima di emettere un sonoro e lungo "Bugaaaaaaaaaaaa'" e andarsene. Mi appoggiai sulle ginocchia e presi aria a grandi respiri, sollevato dall'essere sopravvissuto ad un attacco selvaggio. Quando mi calmai vidi poi che nella stessa stanza c'era anche una ragazza e guardandola meglio mi pareva di averla già vista da qualche parte.
    Dunque vediamo, che ragazze ho frequentato nell'ultima settimana?
    Scervellandomi mi ricordai di averla incontrata nel primo allenamento con Urahara, mi pareva si chiamasse Yuki o qualcosa del genere. Guardando meglio scovai nella stanza tre specie di docce di vetro trasparente, con sopra ognuna di essere una targhetta con su scritto il mio nome, quello della ragazza e quello di un'altro ragazzo.
    Mi chiedo se sia davvero un caso essere finito qui
    Pensai ad alta voce anche per avvertire la ragazza della mia presenza.
     
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    Questo è il settimo giorno che sono qui dentro eppure ancora non riesco ad abituarmici!!!

    Finalmente Ilyan era uno studente a tutti gli effetti eppure non riusciva a capacitarsi della sua situazione.
    Era passato molto velocemente attraverso tre esperienze che lo avevano costretto all’ambientazione immediata; da una vita che non ricordava, ad un vivere per strada in cerca di cibo e acqua, fino ad arrivare all’accademia tanto rinomata dei Shinigami.
    La naturalezza con cui si relazionava a quest’ultimo mondo che stava vivendo, era sbalorditiva, nonostante avesse effettuato un primo test, non al massimo delle sue capacità.
    Tutto cio stava a dimostrare quanta azzeccata fosse, l’intuizione del Sensei.
    Quell’individuo forse aveva lanciato le sue monete alla cieca, oppure aveva percepito delle presenze spirituali su cui puntare, ma la cosa importante era una sola che Ilyan era stato uno delle persone che raccolsero quelle monete.
    Questi pensieri percorrevano la testa del ragazzo costantemente, come se ogni giorno si chiedesse la conferma della sua posizione, nonostante l’avvesse avuta dal Sensei.
    Cosi affrontando questi spasmi mentali tutti i giorni trascorreva il suo tempo tra impegni ed allenamenti e quel settimo giorno non era diverso dagli altri.

    Ilyan non si curava molto degli altri studenti, anche perché gli unici che conosceva non riusciva quasi mai ad incontrarli, cosi era abituato a passeggiare da solo.
    Pero in quella mattina qualcosa attirò la sua attenzione.
    La zona dei dormitori era sempre molto tranquilla e non c’era niente di eccitante o di maldestro, che potesse traviare la dimensione mentale dell’ex assassino.
    Invece pur essendo davanti alla porta della sua camera, c’era qualcosa che lo metteva in allerta; come ci fosse una presenza ostile alle sue spalle.


    Per caso qualcuno mi starà pedinando? No…… sono appena arrivato e non ho pestato i piedi a nessuno…..

    Lo studente si girò di scatto dietro di se convinto che avrebbe colto di sorpresa il suo inseguitore, ma girandosi dietro di se non vide nulla.

    Bè!!Me lo sarò sognato.

    Poi stavolta la presenza fu accompagnata da un suono molto più problematico.

    Grrrr!!!!!

    OK Sensei!!! Capisco intimidire, ma mica siamo in una foresta!!!

    Cosi il ragazzo si voltò con più calma e stavolta non guardò solo dietro le sue spalle, ma si sporse meglio per vedere tutto il corridoio delle camerate.
    E alla fine del corridoio c’era un lupo che stava sorridendo al ragazzo, mostrandogli tutti i denti.


    Ahh !! Fiuuuu……è solo un lupo………UN LUPO!!!!!

    Non ci penso minimamente subito incominciò a scappare.
    La cosa di vedere un lupo non era cosi consueta e soprattutto se la cosa avveniva all’interno di un accademia.
    Si precipitò tremante verso le scale convinto che i scalini avrebbero potuto rallentare la sua falcata, ma non appena li aveva saltati voltandosi se lo vide praticamente addosso.


    AHHHHH!!! Ma che stiamo scherzando?!!!! AIUTOOOOOOO!!!!

    Si rimise a correre alla velocità della luce dopo aver visto il sorriso del lupo da vicino e non volendo testare con mano la sua simpatia, la fuga era l’unica cosa da fare.
    Cosi decise di infilarsi nelle zone più affollate, cercando di far cambiare obiettivo al predatore.
    La scelta che fece fu la mensa, anche perché l’unica strada che aveva imparato a memoria all’interno dell’accademia era quella per arrivare in mensa.
    Pero in teoria poteva essere una scelta abbastanza plausibile, viste le persone che l’affollavano per fare colazione.
    La sua entrata in mensa scatenò il panico generale.

    Ilyan la attraversò per primo, correndo come un pazzo con la faccia bianchissima; era cosi spaventato che la follia vista nei suoi occhi, fu letta come la fuga di un codardo.
    Infatti proprio mentre gli studenti si stavano divertendo alle spalle del nuovo arrivato, fece la sua entrata il lupo; che oltre a suscitare le grida di tutti i studenti non si dimostrò per nulla interessato alle tremolanti persone che sobbalzarono dalla sedia.
    Infatti continuò imperterrito a sua corsa utilizzando i tavoli della mensa come appoggi per attraversare il locale con maggiore velocità; mettendo le zampe all’interno di tutte le colazioni ancora lasciate a metà.


    AAAAAAHHHH Ma questo qua ce l’ha proprio con me!!!!! Eppure in mensa c’erano persone molto più grasse di me!!!!

    La fuga stava per finire, non aveva altre soluzioni se non barricarsi nella prima aula aperta che gli si poneva davanti.
    Infatti cosi fece, lanciandosi di colpo all’interno della prima aula a portata di mano e una volta dentro chiuse la porta con forza, appoggiandocisi con la schiena.
    Incominciò a boccheggiare e respirare molto affannosamente, senza ancora rendersi conto di dov’era finito. Poi alzando lo sguardò vide subito i suoi compagni di tortura; e osservandoli per un po' si rese conto che la ragazza stava blaterando nervosamente contro il Sensei, mentre il secondo aveva come un aria dubbiosa.
    E infine alzandosi molto lentamente vide l’arredamento dell’aula, notando le tre piccole camere di vetro messe in fila l'una accanto all'altra, con all'interno una sedia ciascuna.

    Ilyan ci si avvicinò e noto che su una di queste camere c’era il suo nome.


    Sensei!!! Per farmi arrivare qui aveva bisogno di un Lupo?!!!

    Cosi sfogandosi contro la sua camera di vetro si apprestò ad entrare, senza prestare troppa attenzione alle reazioni degli altri studenti che erano finiti nella classe.
     
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  5. Belfagor90
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    Qualcuno avverta la forestale, qui c'è un LUPO che si è appena mangiato il mio ORSO! XD
    E comunque anche tu Fefe, non voglio passare per pignolo, ma le api sono una cosa e le vespe un'altra U.U


    E dopo le vespe, lo struzzo e l'orso quale altra possibile sorpresa animalesca poteva sconvolgere le menti di quegli studenti? Beh, scommetto che dopotutto un polpo gigante color giallo canarino che spuntava all'improvviso da dentro il cestino della spazzatura poteva essere qualcosa di inaspettato. E poi la parola "gigante" non era mica tirata a caso. Quel bestione tentacolare era così grande da occupare tutta la superficie della cattedra e far avanzare anche qualcosina di più! Probabilmente il suo peso doveva essere quasi sul quintale, praticamente una piovra che ti aspetteresti di vedere in un film di mostri sottomarini.
    - Buondì marmaglia! Piaciuti i miei cuccioli? Ne ho tanti altri a casa, ma non ve li presto! - li salutò allegramente l'invertebrato agitando i tentacoli come un umano farebbe se avesse quattro paia di manine - Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...
    La sua voce sfumò al rievocare i terribili ricordi e il grosso corpo molle tremolò.
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...
    Poi indicò con tre tentacoletti le cabine di vetro coi nomi sopra.
    - Ma bando ai brutti ricordi, quelle saranno la vostra, e la mia, garanzia di meno lavoro da fare DOPO. Di cosa potrebbe trattarsi? Beh, varia dal dover grattare via il sangue rappreso di studente dalle pareti a impedire che le schegge di ossa uccidano qualcuno nelle vicinanze. Oggi il tema trattato è il Reiatsu come forza da manipolare, qualcuno sa darmi una buona definizione e dirmi a cosa serve?
    E se ne stette disteso sulla cattedra in attesa della risposta dei suoi tre allievi.
     
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  6. Feferocky
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    Erano arrivati anche i suoi compagni, Ilyan e Kaito. Fece un cenno con un leggero sorriso per salutarli. Anche loro dovevano essere stati inseguiti da qualche essere immondo, mandato dal Sensei. A quanto pare Itsuki, Arashi e Weinberg non si sarebbero uniti a loro. Alla ragazza un po’ dispiaceva, soprattutto per Itsuki, l’unico che aveva mostrato un po’ più di socialità.
    -Vabbè, ci saranno altre occasioni per incontrarsi. Ne sono sicur...-
    Le avventure a quanto pare erano appena iniziate, o forse no. Il sensei non aveva intenzione di farsi vedere, eppure... cosa c’è di meglio che trovarsi in una stanza, con un polpo gigante color giallo shocking, come “supplente” di quel tipo?
    Akane era shoccata: era enorme e stava uscendo dal bidone della spazzatura, adagiandosi nella stanza, come se si sentisse perfino a suo agio. Avrebbe dovuto attaccarlo? Era un nemico?
    -Perfetto... api fuori della stanza e una piovra color limone dentro. Non finirò mai di stupirmi. Dov’è il Sensei quando serve?-
    Poi il polpo cominciò a parlare, mostrando tutte le sue “cattive” intenzioni:
    -Buondì marmaglia! Piaciuti i miei cuccioli? Ne ho tanti altri a casa, ma non ve li presto!
    -Non ci posso credere...-
    -Sensei?!- Akane aveva un’espressione mista di disgusto, stupore e incertezza. Poi, si voltò leggermente a destra, mettendosi la mano alla bocca, trattenendosi, cercando, quasi invano, di non ridere. Era ridicolo!
    -Non bastavano le lezioni di ricamo, eh sensei?-
    - Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...-.
    La ragazza avrebbe dovuto mantenere un’espressione seria e shoccata, immaginando la potenza dei membri della II brigata. Eppure ormai, aveva capito che si sarebbe potuta aspettare qualsiasi tipo di stranezza ai livelli infinitesimali, da quel pazzoide. Così, non potè fare a meno di continuare a trattenere le risate, in maniera ancora più difficoltosa. Ecco spiegata quell’esplosione di una settimana prima.
    -Immaginavo (e speravo) che il capitano Soi Fong sarebbe stato crudele...Bravissimo, capitano! Non la conosco e anche se non è stata lei a renderlo così, sono fiera di lei! -
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...-
    Akane si ricompose. Cercò di guardarlo, ma era veramente ridicolo. L’incredibile, cinico, matto e, al tempo stesso, affascinante Urahara sensei, con i suoi bellissimi capelli biondo platino, era diventato un mollusco molliccio e viscido. Giallo, per di più. Così, cercò di concentrarsi sui suoi occhi, rimasti dello stesso colore, nonostante fossero variati nella grandezza.
    -Ma bando ai brutti ricordi, quelle saranno la vostra, e la mia, garanzia di meno lavoro da fare DOPO.-
    -Come volevasi dimostrare. Se è qui è perchè ci aspetta un’autentica tortura. Non le carezze che abbiamo avuto nella lezione precedente.-
    - Di cosa potrebbe trattarsi? Beh, varia dal dover grattare via il sangue rappreso di studente dalle pareti a impedire che le schegge di ossa uccidano qualcuno nelle vicinanze.- Akane spalancò gli occhi. Non avrebbe voluto prendere in prestito anche lei una piovra gialla, mentre altri ricomponevano i pezzi del suo bellissimo corpo. Certo che il Sensei sapeva come incutere terrore nei suoi studenti, nonostante avesse quel tenero aspetto.
    - Oggi il tema trattato è il Reiatsu come forza da manipolare, qualcuno sa darmi una buona definizione e dirmi a cosa serve?- Non era una domanda difficile. Akane era stata nel Rukongai per quasi 300 anni. Figuriamoci se non doveva sapere cosa fosse la reiatsu. Urahara-sensei ne aveva parlato anche nella precedente lezione. Non ci voleva molta memoria per ricordare un episodio accaduto solo una settimana prima. La ragazza, in quel momento, si era concentrata molto sulle sue parole. Decise di prendere per prima la parola:
    -Beh...cough... – abbassò lo sguardo, rompendo il contatto di sguardi con un finto colpo di tosse. Non riusciva a credere di poter parlare con una piovra gigante. Era troppo imbarazzante.
    -La reiatsu non è altro che energia spirituale. Ci permette di aumentare la nostra forza, la nostra velocità e la nostra resistenza ai colpi oltre i limiti che un normale essere umano sarebbe in grado di raggiungere. Maggiore è la Reiatsu, maggiore sarà il potere di uno Shinigami. -
    Era una definizione breve e concisa. Probabilmente si potevano fare molte più cosa con la Reiatsu, ma per Akane era ancora tutto un mondo da scoprire. Così aspettò, guardando di sottecchi il suo sensei-piovra ondeggiare tra i suoi tentacoli.
    Mi scuso per le vespe ma le api erano in sciopero :UHUH: :UHUH: :UHUH:


    Edited by Feferocky - 20/10/2012, 18:40
     
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    Quanto dovrò aspettare ancora l’entrata in scena di quell’individuo? Non credo di stare qui per ammirare il volto dei miei due compagni!!

    Pensare troppo faceva male e infatti questa era un’altra dimostrazione di come i proverbi rispecchino correttamente la verità.
    Il Sensei sembrava aver letto nel pensiero dell’ex assassino, che al minimo accenno di contestazione, ebbe il ben servito e stasera il menù prevedeva un bel polipo.
    Un polipo gigante, come quello che uscì dal bidone della spazzatura facendo la sua apparizione nell’aula dove si trovavano i tre studenti.


    Bene che cosa manca un Basilisco?

    Ilyan era pronto all’attacco, anche se la prima azione che gli passò di mente non fu proprio l’attacco, ma si avvicinava molto ad una fuga.
    Poi pero le paure e i dubbi del gruppetto di studenti, furono chiariti dalla voce del pazzo che li aveva ammessi all’accademia, torturandoli per benino.


    -Buondì marmaglia! Piaciuti i miei cuccioli? Ne ho tanti altri a casa, ma non ve li presto!

    Ma chi li ha chiesti?

    Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...-
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...


    L’aria di perplessità che si era creata nella stanza, riusciva a descrivere a pieno i pensieri che popolavano le giovani menti dei nuovi arrivati.
    Il ragazzo continuava a chiedersi se avere avuto lui come maestro fosse stato un bene o un male irrecuperabile.
    Magari poteva essere un visionario dai metodi strambi, con dei risultati strabilianti; ma più cercava di far penetrare questa convinzione nella sua mente e più si convinceva dell’idea che fosse una totale stupidaggine.


    -Ma bando ai brutti ricordi, quelle saranno la vostra, e la mia, garanzia di meno lavoro da fare DOPO.-
    - Di cosa potrebbe trattarsi? Beh, varia dal dover grattare via il sangue rappreso di studente dalle pareti a impedire che le schegge di ossa uccidano qualcuno nelle vicinanze.-


    Io ne sono convinto…..anche questa sarà una stupidaggine giusto???Siiiii…..per forza…..anche perché senno…….sono morto!!!

    - Oggi il tema trattato è il Reiatsu come forza da manipolare, qualcuno sa darmi una buona definizione e dirmi a cosa serve?-

    Lui sapeva benissimo di cosa stesse parlando; anche se esplicare quell’energia interiore non era per niente facile e soprattutto non glie lo aveva mai chiesto nessuno.
    Pero c’era una consolazione che lo faceva ben sperare; perché sapeva benissimo che se non avesse avuto una buona dose di Reiatsu non si sarebbe trovato nell’accademia dei Shinigami.
    Quindi stava per prendere parola per primo.
    Un po’ per dimostrare di non avere timore, un po’ per rifarsi dai colpi ricevuti in precedenza nella prima prova contro il Sensei, e un po’ perché voleva sottolineare le proprie abilità, lodando l’ampio margine di miglioramento che possedeva; proprio in questione della Reiatsu che aveva dentro.
    Fortunatamente per lui, questo intervento gli fu risparmiato dall’entrata di Akane.


    -Beh...cough... –
    -La reiatsu non è altro che energia spirituale. Ci permette di aumentare la nostra forza, la nostra velocità e la nostra resistenza ai colpi oltre i limiti che un normale essere umano sarebbe in grado di raggiungere. Maggiore è la Reiatsu, maggiore sarà il potere di uno Shinigami. -


    Io intervengo dicendo che la Reiatsu è l’energia spirituale che milita all’interno di ogni Shinigami, quindi anche noi la possediamo.
    Naturalmente è vero che maggiore è la quantità di Reiatsu che uno possiede e maggiore sarà la sua forza.
    Senza contare che la Reiatsu costituisce rispettivamente un campo di difesa e di oppressione, come ci ha dimostrato lei nel nostro primo incontro, Sensei.
    Per finire c’è una cosa che ho sentito dire e che mi ha particolarmente interessato e riguarda la forma fisica della Reiatsu; che se non sbaglio sarebbe la Zanpakuto!!!

     
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    Mentre aspettavo non so che cosa arrivò nella classe un altro ragazzo che aveva partecipato al primo allenamento con Urahara, anche lui con la mia stessa espressione di shock/sollievo iniziale. Questi entrò direttamente nella gabbia di vetro con su scritto il suo nome senza pensarci due volte e pensai che si dovesse essere pazzi ad entrare in qualunque cosa avesse il proprio nome sopra. Poteva benissimo essere una trappola. Io mi avvicinai alla mia, ma senza entrarci, semplicemente passai una mano sulle pareti e le girai intorno per osservarla meglio e cercare di capire a cosa potesse servire. Come se le stramberie non fossero già abbastanza, mentre stavo quasi meditando di andarmene da lì, dal cestino della spazzatura fuoriuscirono quelli che sembravano dei tentacoli giganti e ci volle poco a capire a chi appartenessero. Una piovra di un giallo innaturale della portata di un banco sbucò dal secchio dell'immondizia e andò a sistemarsi sulla cattedra, che occupava tranquillamente per intero. Prima uno struzzo assassino sbucato da chissà dove che cammina sulle pareti, poi una piovra mostruosa color giallo canarino che fuoriesce dal cestino della spazzatura, la scuola Shin'o doveva essersi trasformata in una specie di zoo sovrannaturale. Tornando al polipo però, sembrava possedere un'altra qualità oltre alla grandezza, infatti una volta messo comodo ci salutò tutto contento agitando schifosamente i suoi tentacoli. Non essendo io ancora abituato alle piovre o animali in generale parlanti, entrai in assetto da combattimento arraffando una sedia lì vicino.
    BWAAAAH! E' un polipo gigante parlante giallo, che cacchio fate lì impalati voi due?! ATTACCATELO!
    Stavo per lanciare la sedia che avevo in mano addosso all'immonda creatura, quando Yuki riconobbe in lei il nostro Sensei. Lì per lì la credetti pazza e stavo pensando di colpire anche lei con la sedia per farla rinsavire, poi però quando l'animale parlò nuovamente mi convinsi che in quel corpo gelatinoso e disgustoso c'era l'altrettanto disgustoso e forse anche gelatinoso Urahara Mouryou.
    Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...-
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...

    Posai a terra la sedia e mi ci sedetti sopra, piegato in due dalle risate che Yuki cercava di trattenere. Vedere qualcuno che ti ha trattato di schifo, soprattutto se è un tuo superiore, venir trattato ancora più da schifo e ridicolizzato da un suo superiore non ha prezzo. Da un lato comunque questa cosa poteva spaventare, dopotutto al primo addestramento Mouryou aveva indosso ben quattro limitatori di potenza e nonostante questi era comunque riuscito a fratturare la mano di uno studente semplicemente venendo toccato. Pensare che qualcuno sia stato in grado di distruggergli praticamente tutto il corpo era incredibile. Ma non mi dispiaceva, e poi ero troppo occupato a ridere. Cercai di darmi un contegno e soffocai le risate, giusto in tempo per scoprire l'utilità delle docce di vetro e l'argomento di questa lezione: il reiatsu.
    Da brava donnicciola Yuki parlò per prima dando una definizione breve e coincisa di quello che secondo lei era il reiatsu, dopodiché aggiunse qualcosa l'altro ragazzo... coso... Itsuki! Già, Itsuki. Dimostrò di sapere non poche cose sulla forza spirituale. Poi toccò a me.
    Beh hanno detto quasi tutto gli altri due. Aggiungo solo che grazie al Reiatsu si possono eseguire delle specie di tecniche tipo "BOOM" e poi "SWISH" e gli avversari sono tipo "AAAAAH" e tu invece "Oh Yeah". Mi pare si chiami Kido.
    ...Va bene penso abbiate capito che la teoria non è il mio forte, io preferisco mettere in pratica le cose, non parlare.
    E poi il Reiatsu e ciò che ricostruirà il suo corpo e quello che le ha permesso di impossessarsi di quel grazioso polipo giallo, Sensei.
    Conclusi lasciandomi scappare una breve risata.
     
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  9. Belfagor90
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    Il testone del polipo si gonfiò di stizza guardando le reazioni dei suo allievi davanti al suo aspetto. Che poteva farci lui? Aveva chiesto un calamaro, ma si era ritrovato dentro un polpo con la giustificazione che i calamari li avevano grigliati tutti la settimana prima. Al polpo venivano fatte sempre strane associazioni ed era imbarazzante starsene in giro, per questo si era nascosto nel secchio della spazzatura finché i tre non erano entrati.
    Ma si sarebbe preso la rivincita sui quei tre furfantelli, oh sì...
    - Darei un 6 a tutti, più o meno. Vero, il Reiatsu fa tutto quello che avete detto, ma i suoi limiti sono ben oltre tutto quello che potete immaginare!
    E senza alcun preavviso l'enorme piovra color del sole si sollevò in aria cominciando a fluttuare sopra le loro teste sovrastandoli sotto la sua enorme mole. Gli otto tentacoli coprivano l'intera superficie della sala come fossero un tetto di carne e ventose. Qualcuno poi per via del suo colore avrebbe potuto paragonarlo ad una specie di sole... anche perché al centro del corpo cominciò a brillare un'intensa luce rossastra: una piccola sfera luminosa si era venuta a formare sopra il posto in cui i polipi hanno posta la bocca e si stava ingrandendo sempre di più fino a raggiugnere le dimensioni di una palla da basket.
    - Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata.
    Finito di spiegare l'obiettivo il sensei fluttuò nuovamente al suo posto sopra la cattedra e cominciò a giocherellare con la sfera di Reiatsu passandosela da un tentacolo all'altro come se fosse una lucente palla da basket.
    - Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro.
    Desiderio perfettamente legittimo visto il problema esplosivo di una settimana prima. Forse i ragazzi lo avevano intuito, ma il Reiatsu male indirizzato o controllato poteva portare a grossi problemi. Non ultimo quello di esplodere come dei palloncini pieni di simpatica vernice rossa...
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Darei un 6 a tutti, più o meno. Vero, il Reiatsu fa tutto quello che avete detto, ma i suoi limiti sono ben oltre tutto quello che potete immaginare!

    Queste erano le prima parole che spiccicò una volta sentito le voci dei tre studenti.
    Lui aveva dato un voto positivo e non aveva ancora picchiato nessuno; anzi non aveva colpito nemmeno se stesso; forse perché immaginare un polipo gigante che indossava dei guanti blu era veramente ridicolo.
    Pero una sua lezione non poteva svolgersi nell’ordinario, quindi per portare l’interrogazione su un altro piano, incominciò a fluttuare sopra dei tre studenti.
    In quell’occasione se si alzava lo sguardo sembrava di stare all’interno dell’intestino di una balena.

    Fortunatamente per gli studenti la loro attenzione fu catturata da un altro evento.
    Al centro del corpo del polipo una piccola sfera incominciò a materializzarsi.
    La sfera brillava di una luce propria abbagliando lo sguardo di Ilyan, che ne rimase rapito e sorpreso.
    La sfera continuava ad ingrandire e la sua luce aumentava di volta in volta; finché non si stabilizzò, rimanendo sulle dimensioni di un pallone da basket.
    Poi durante lo stupore generale, il Sensei riprese a parlare.


    - Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata.
    - Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro.


    Io me starò qui fuori al sicuro? Questo vuol dire che è pericoloso……ma stavolta io lo controllerò!! Non peccherò anche la seconda prova!!!

    Ilyan continuò a guardare il proprio maestro in quella forma oscena, che si divertiva a passarsi la palla da un tentacolo all’altro e mentre lo faceva si apprestava a entrare nella propria cabina.
    Lui si mise seduto e cercò di sgombrare la propria mente da ogni altro elemento esterno, cercò di farlo pensando di stare totalmente da solo con se stesso, estraniando anche gli altri due studenti.
    Poiché l’ex assassino non era minimamente interessato a guardare i risultati dei suoi due compagni, ma voleva vedere di che pasta era fatta la sua Reiatsu.
    In realtà prima di concentrarsi al massimo; ci fu un pensiero che rimase nella sua testa fino alla fine. Un sogno e una voglia interna di poter conoscere l’aura della sua futura spada e quindi entrare in contatto con il suo spirito, ma decise di dare tempo al tempo e pensare solo alla prova del giorno.


    Adesso vediamo di capire come fare…..forse devo pensare di materializzarlo come una palla……come ha fatto il Sensei.

    Chiuse gli occhi e incominciò a sentire l’energia che sgorgava dentro di se.
    Naturalmente più la concentrazione aumentava e più era in grado di percepirla, ma la grande rivelazione che scoprì fu un’altra.
    Nonostante fosse completamente nel suo mondo, una volta focalizzata la sua Reiatsu non poteva fare a meno di sentire il potere del maestro; che con la sua forza spirituale, rischiava di opprimere completamente quella del giovane studente.
    Questo dato di fatto però diede ancora più ardore alla manovra di Ilyan, che immedesimandosi all’interno del professore per un secondo, si senti molto eccitato all’idea di controllare tutto quel potere.
    La sua Reiatsu percepì la grande forza di volontà del ragazzo, che pur avendo mantenuto la concentrazione e gli occhi chiusi, non poteva negare il sorriso che nel frattempo, si era stampato sulla faccia.

    Così immaginò quello che avrebbe voluto vedere una volta aperti gli occhi.
    Nel mondo immaginario della sua mente, dal centro del tavolo posto davanti allo studente incominciò a sgorgare un liquido nero. La macchia si espanse per tutto il banco e pian piano incominciò a gocciolare per terra, poiché la quantità del fluido era maggiore rispetto alla superficie del banco.
    Il Sensei aveva detto che non si sarebbe aspettato un granché e non avendo la più pallida idea di quello che stava succedendo lo studente, non smise nemmeno per un secondo di cercare il potere.

    Un attimo dopo le braccia di Ilyan caddero a peso morto, come se avesse perso conoscenza.
    Invece aprì gli occhi di colpo e tutto il liquido sul banco e tutto quello caduto a terra confluì all’istante al centro del banco formando una sfera.
    La sfera era circa grande come un’arancia come aveva detto il polipo, solo che rispetto alla raffigurazione del Sensei, c’erano due aspetti un po’ diversi.
    Il primo era che non fluttuava e il secondo era il colore che si era stabilizzato su una tonalità di blu scurissima.


    Naturalmente questo risultato era totalmente fasullo, poiché questa scena si era materializzata nella sua mente, ma nella realtà lo studente aveva ancora gli occhi chiusi e le braccia erano ancora a peso morto.
    Quello che sarebbe successo un istante dopo sarebbe stato un mistero.
    Fino a che quel momento arrivò e Ilyan aprì gli occhi.


    Edited by DjTeo - 24/10/2012, 01:19
     
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  11. Feferocky
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    Risposero anche gli altri due. In particolare però, Akane stava di nuovo per scoppiare a ridere ad una parte della risposta di Kaito:
    -Beh hanno detto quasi tutto gli altri due. Aggiungo solo che grazie al Reiatsu si possono eseguire delle specie di tecniche tipo "BOOM" e poi "SWISH" e gli avversari sono tipo "AAAAAH" e tu invece "Oh Yeah”-
    -Darei un 6 a tutti, più o meno. Vero, il Reiatsu fa tutto quello che avete detto, ma i suoi limiti sono ben oltre tutto quello che potete immaginare!-
    Il sensei poi si alzò sopra le teste degli studenti, creando un’enorme ombra su di loro. Poteva essere definita un’ombra “luminosa”: infatti, c’era come una lucina rossa che brillava nella parte sottostante. La luce s’ingrandì sempre più, aumentando la sua brillantezza e il suo colore rossastro. Era diventata abbastanza grande da superare la dimensione delle loro singole teste.
    - Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata. -
    Come volevasi dimostrare: il Sensei dava due indicazioni sull’esercizio e si adagiava tranquillamente al suo posto. In più, oltre al danno, la beffa. Cominciò a giocare con la sfera davanti a loro, come se nulla fosse.
    - È insopportabile! Oh quando ti raggiungerò, ti farò ingoiare quella palla signor Urahara e poi... altro che polpo giallo. Tutto quello che ti daranno, non sarà altro che una blatta fuxia.- Akane odiava tutti gli insetti ma in particolare le api, le blatte e le processionarie, quei vermettini pelosi che camminano uno dietro l’altro e che sono soliti succhiare la linfa degli alberi. Le venne un piccolo brivido, solo al pensiero di quei cosi schifosi.
    - Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro. -
    -Al sicuro?- ad Akane un po’ puzzava quest’ultimo riferimento. Sicuramente non sarebbe stato semplice. Ormai, in effetti, era a dir poco scontata quest’affermazione.
    Sicuramente, per dei dilettanti, doveva esserlo ancora di più. Aveva sentito parlare da Lily-chan di un’esplosione in una delle aule accanto alla sua, durante un’esercitazione sulla reiatsu di alcuni neo studenti.
    -A questo punto converrebbe cominciare con qualcosa di piuttosto piccolo, magari anche meno di un’arancia blu… l’importante è vedere quanto la mia Reiatsu sia potente, in questo momento. E soprattutto, non farla “straripare”. -
    Così Akane, senza indugiare oltre, entrò nella stanza, chiuse la porta e si sedette. Mise le mani sulle ginocchia e chiuse gli occhi. Era molto tranquilla. Al tempo stesso però, sappiamo tutti che, per una donna, non è per nulla semplice allontanare tutti i pensieri che ha nella testa, vista la sua mente più complicata e più disordinata di una biblioteca con gli scaffali rovesciati. Però Akane, ci provò ugualmente. Via i pensieri, i dolori, i ricordi, … tutto.
    Vuoto.
    Bianco.
    Poi mise, sempre mantenendo gli occhi chiusi, la sua mano sinistra (era mancina) davanti a sé, con il palmo rivolto verso l’alto. Per rilassarsi ancora di più, fece una profonda inspirazione con il naso, poi trattenne per qualche secondo e poi buttò fuori l’aria con la bocca. Utilizzava sempre questo metodo per rilassarsi a casa (almeno finché Tosei non le saltava sulla testa).
    Cominciò a sentire come qualcosa scorrere dentro di lei. L’aveva percepita maggiormente nel primo allenamento con Urahara. Forse era la sua Reiatsu? Era piccola e insignificante, ma sembrava anche essere piuttosto precaria e quasi senza controllo, come se fosse desiderosa di entrare in azione, come se fosse stata sopita per troppo tempo e, adesso che sapeva di poter entrare in azione, era ansiosa di darsi da fare.
    Akane sapeva di non poter soddisfare il suo desiderio.
    -A rischio che ci rimetto persino un braccio, o tutto il corpo…. No, no, Akane, non pensare!-Scosse la testa per mandare via gli ultimi pensieri.
    Si riconcentrò su quella minuscola essenza che sentiva dentro di sé. Si sentiva pronta: aprì gli occhi e guardò la sua mano. Era tesa. Troppo. Così decise di mantenerla con la destra, leggermente, e di semi flettere le dita. Poi avrebbe cominciato a sentire una leggera tensione lungo tutto il corpo, ma, in particolare, lungo il collo, il braccio e l’avambraccio sinistro. Infine lungo la mano sinistra. S’immaginò nella mente la figura di una sferettina blu, delle dimensioni di una biglia. Era quello il suo primo obiettivo. Voleva concentrare la sua irrequieta, ma intensa, Reiatsu leggermente sopra il palmo della mano. Voleva incanalare quella sua energia piano piano verso un punto unico, utilizzando come limite massimo il palmo della sua mano. Nel caso in cui fosse riuscita per davvero ad evocare la sua biglia, avrebbe cercato di metterci un po’ più di forza, sempre mantenendo la concentrazione, fino a cercare di farle raggiungere le dimensioni di un’arancia. Era pronta a rischiare, ma al tempo stesso doveva essere prudente e pronta a ritrarsi nel caso in cui avesse visto la sua pallina perdere definitivamente il controllo.
    Il vuoto, il bianco, la calma, la concentrazione… nella mente di Akane ora tutte queste immagini si stavano sostituendo intorno alla figura mentale di una piccola, circolare, liscia e stabile arancia blu.
    Tanto ormai dopo aver visto un polpo giallo e dopo aver immaginato una blatta fuxia, figuriamoci se non possa esistere un’arancia blu. Certo. Sarebbe un po’ ammuffita.

    Un'ARANCIA blu sulla pelle tua, mi ricordi Londra, snob e bionda con un filo di follia... ah no quella era la rosa :mmm: :mmm: :mmm:
     
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    Mouryou se ne stette tranquillo sulla cattedra, giudicando le nostre definizioni più o meno con un 6. Per darci un'idea di quello che era in grado di fare il reiatsu, cominciò a fluttuare è andò a sistemarsi sopra le nostre teste coprendo il tetto dell'aula con i suoi enormi tentacoli. Era veramente uno schifo da vedere.
    Quando credetti che la dimostrazione fu soltanto il fluttuare, una sfera rosso fuoco comparve vicino la bocca del polipo e si ingrandì sempre di più sino a raggiungere le dimensioni di una palla da basket, paragonabile al sole anche per la sua lucentezza. Strizzai un po' gli occhi, infastidito dalla luce, ma poco dopo il sensei tornò a poggiarsi sulla cattedra riposando i viscidi tentacoloni.
    Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata.
    Spiegò passandosi tranquillamente la palla di reiatsu con i tentacoli come se niente fosse.
    Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro.
    Lo guardai alzando un sopracciglio, immobile dov'ero, mentre gli altri due andavano da bravi cagnolini nelle gabbie di vetro senza una minima idea concreta di come fare, ne ero certo.
    Sensei, oltre al corpo devono averle anche trapiantato il cervello da cefalopode. Come può pretendere che senza una minima spiegazione possiamo riuscire a fare una cosa del genere? E' come voler correre senza saper camminare.
    Non avevo nessuna intenzione di provare a far fuoriuscire una sfera di energia dal mio corpo col rischio di esplodere in mille pezzi di carne, o almeno non senza una sorta di guida. Mi chiedevo cosa avessero pensato quegli altri due quando si diressero verso le docce di vetro, pretendevano di poter fare una cosa simile a quella di Mouryou utilizzando chissà quali strane tecniche di meditazione prese da Naruto? Probabilmente era roba da "Ok ora svuoto la mente e immagino quello che devo fare nella realtà, poi apro gli occhi e per magia succede. Per forza". Ora che ci penso è roba più da Psyren, ma siamo sempre lì.
    Uff, perché non mi è capitato un insegnante normale che spiega quello che bisogna fare e poi chiede di farlo?
    Ero irremovibile, tuttavia però un altro pensiero mi passò per la testa. E se fossi stato frainteso e il sensei dal cervello di un cefalo mi avrebbe considerato come un rinunciatario? Questo mai, non potevo fare una figura del genere e risultare inferiore rispetto a quegli altri due inettucoli.
    Mi diressi di malavoglia dentro la protezione di vetro, che più che proteggere me proteggeva Mouryou, e aprii la mano davanti a me con il palmo rivolto verso l'alto.
    Questa è una stupidaggine, Sensei, non ho la minima idea di cosa fare
    Mi lamentai, parlando ad alta voce per assicurarmi che potesse sentirmi. Non avevo intenzione di cimentarmi in un'improvvisata meditazione che svuota la mente, anche perché il polipastro giallo c'era riuscito mentre svolazzava e parlava, quindi mi misi in testa di fare lo stesso.
    E' assurdo, spero che dopo questi patetici tentativi si decida a parlare
    Mi lamentavo, lamentavo e poi di nuovo lamentavo. La mia testa era un ammasso di pensieri che si accavallavano l'un l'altro: alcuni maledivano Mouryou, altri pensavano all'esercizio, altri andavano per fatti loro, altri ancora si preoccupavano se il gas fosse spento. La mia però non era proprio una rinuncia o un tentativo privo di ogni voglia, difatti tenevo sempre il palmo della mano aperto davanti a me e rivolto verso l'alto, soltanto che invece di immaginare il reiatsu che scorre nel mio corpo e fluisce nella mano in stile chakra dei ninja, pensavo semplicemente a VOLERE che sul palmo della mano apparisse una piccola sfera blu, un po' come si fa nei sogni lucidi.
     
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  13. Belfagor90
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    Il mondo era diverso agli occhi di un polpo. Intanto avevi un sacco di voglia di toccare le cose. Come si sentiva il mondo attraverso le ventose era una sensazione così diversa che Urahara Mouryou non poteva che divertirsi davanti a tutti quei segnali nuovissimi che gli arrivavano al cervello.
    Meno male però che non si scordò di come usare gli occhi. Qualcuno sarebbe stato molto triste se una certa emorragia non fosse stata avvistata in tempo. Quanto dispiaciuto? Beh, se mi scusate la battutina scontata, diciamo che sarebbe morto dal dispiacere.
    Ilyan aveva confermato ancora una volta che il suo addestramento non sarebbe mai filato liscio come l'olio (e non interamente per colpa del suo squinternato sensei), infatti aveva chissà come attinto ad una ben diversa forma di energia vitale per cercare di creare la sua sfera: il suo stesso sangue! Aveva cominciato a sgorgargli dalle braccia aprendosi la strada nella pelle a partire dai vasi più superficiali e nessuno avrebbe scommesso che non fosse parecchio doloroso.
    - ILYANAAAAAAAARRRRR!!! - ululò il polpo gigante spiaccicandosi letteralmente contro il vetro della cabina del ragazzo con un prodigioso salto a otto zampe.
    - Avevo detto Energia spirituale, non sangue! Diavolo, scommetto che hai cercato di manipolare la tua energia in maniera strana o comunque senza essere abbastanza concentrato! Anche se ora siete anime il Reiatsu non vi obbedirà come per magia, ci vuole concentrazione e soprattutto forza di volontà e immaginazione BBLLEEEUURRRGHH!!
    L'ultimo rumore di conato fu presto spiegato. Orrore degli orrori, la piovra color canarino aveva vomitato delle bende leggermente umidicce ed aveva invaso coi tentacoli lo scompartimento del ferito cominciando a bendargli le braccia, il tutto senza neanche smettere di parlare!
    - Tanto per rispondere alla pigrizia di Kaito, dentro di noi esiste un centro di energia che in realtà non c'è. Diciamo che... sì, dovete prima "creare" con l'immaginazione il vostro Reiatsu e poi muoverlo come desiderate sempre rimanendo concentrati. Molti allievi precipitosi o incauti hanno perso il controllo e sono morti con un enorme "KABOOM!!", oppure c'è anche stato chi si è prosciugato di tutta la sua energia e gli abbiamo dovuto tagliare un arto rimasto senza vita... ad un mio studente tempo addietro ci mancò poco che dovessi tagliargli un braccio prossimo a morire per evitare che l'infiammazione si propagasse per il resto del corpo. Là! Come nuovo!! - esclamò alla fine rimettendo al suo posto un Ilyan piuttosto sconquassato per l'esperienza.
    Almeno stavolta solo uno era stato prossimo a crepare. "Yuki" aveva creato una specie di bolla di sapone senza abbastanza energia al suo interno, ma almeno la forma era percepibile. La sfida era mantenere quel risultato con livelli di energia maggiori. Peccato che il suo piccolo risultato fosse stato interrotto da un brusco getto d'inchiostro che la beccò dritta in un'occhio facendole perdere la concentrazione. Esso fu prontamente seguito da un preciso schizzo nel naso del pigrone di turno.
    - Ah, per rendere la cosa più interessante e per guadagnarci qualcosa sulle scommesse coi miei sottoposti, ho messo un piccolo congegno che disturberà la concentrazione degli altri se uno di voi farà un errore. Evitate bruschi sbalzi di energia all'interno di quelle camere e non uscirete imitando il risotto al nero di seppia. Per inciso, quella è tutta roba mia... l'inchiostro dico.
    Detto questo se ne tornò alla cattedra dove la sfera di Reiatsu rosso aveva continuato a galleggiare imperterrita. Uno studente ne avrebbe perso il controllo non appena perso il contatto fisico con l'energia stessa, ma il biondo ormai aveva padroneggiato diverse tecniche divertenti e intendeva usarle tutte per divertirsi un po' alle spalle dei suoi allievi.
    - Un'ultima cosa... Kaito? Se anche questo giro non fai niente, sappi che infilerò i miei tentacoli in posti che non sei neanche cosciente di avere e lo stesso vale per gli altri. Se non crepate, il vostro amabile sensei vi rimetterà in sesto con tante bende, amore e bava! <3
    E alla chiara molestia non mancò neanche un occhiolino con un enorme occhio polpesco.
     
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  14. Feferocky
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    Era una bella sensazione. Quel vuoto e quel bianco; eppure sembrava che mancasse qualcosa. Ciò non distolse Akane dal fatto che, quel tentativo, serviva soprattutto per conoscere l’intensità che doveva utilizzare per far visualizzare all’esterno la sua Reiatsu.
    Era riuscita a percepirla, dentro di sè. Più passava il tempo, più la sentiva vivida e bramante di desiderio di manifestarsi.
    Se Akane in quel momento non fosse stata così concentrata, le avrebbe quasi intimato di zittirsi, ma non c’era nulla attorno a lei.
    Nessun rumore.
    Nessun individuo.
    A un certo punto, sulla sua mano sinistra, ancora retta dalla destra, Akane vide comparire una piccola bolla. Sembrava vuota. E quasi trasparente. Pareva sapone. Era anche quasi tonda.
    Era ancora concentratissima. Non si era resa nemmeno conto che il Sensei era andato a salvare Ilyan da un eventuale pericolo di dissanguamento. Però aveva ascoltato, anche se vagamente, il Sensei, rispondere alla domanda di Kaito.
    -Dentro di noi esiste un centro di energia che in realtà non c'è. Diciamo che... sì, dovete prima "creare" con l'immaginazione il vostro Reiatsu e poi muoverlo come desiderate sempre rimanendo concentrati. Molti allievi precipitosi o incauti hanno perso il controllo e sono morti con un enorme "KABOOM!!", oppure c'è anche stato chi si è prosciugato di tutta la sua energia e gli abbiamo dovuto tagliare un arto rimasto senza vita... ad un mio studente tempo addietro ci mancò poco che dovessi tagliargli un braccio prossimo a morire per evitare che l'infiammazione si propagasse per il resto del corpo. -
    Akane fece comparire sul suo viso, un sorriso di soddisfazione. Aveva compreso che, la potenza che aveva utilizzato, era ancora poca. La forma però c’era, anche se ancora leggermente grossolana.
    -Bene. Cerchiamo di aumentare la pot... -
    -SPLUTH!-
    La bolla esplose e Akane scattò all’indietro, colta improvvisamente da una schifezza nera e viscida, che le era andata a finire sulla parte bassa della faccia. Per fortuna, era scattata leggermente prima. Per poco, quella cosa non la prendeva dritta negli occhi.
    -Che schifo! Che è?- si toccò le labbra (che per fortuna, nonostante il sorriso, erano chiuse in quel momento) - Inchiostro?- Ancora lui - Sensei! Che diamine... -
    - Ah, per rendere la cosa più interessante e per guadagnarci qualcosa sulle scommesse coi miei sottoposti, ho messo un piccolo congegno che disturberà la concentrazione degli altri se uno di voi farà un errore. Evitate bruschi sbalzi di energia all'interno di quelle camere e non uscirete imitando il risotto al nero di seppia. Per inciso, quella è tutta roba mia... l'inchiostro dico. -
    Akane lo avrebbe odiato sicuramente, a breve. Prima il nome modificato. Poi le ironie e i cinismi. Ora persino uno schizzo in piena faccia. Akane, nonostante avesse “vissuto” nel Rukongai per 300 anni, non aveva conosciuto (per così dire) altri uomini, al di fuori dei venditori nelle piazze del Rukongai, e, l’unica ragazza che aveva conosciuto, era stata Lily-chan. Lui, primo uomo conosciuto, affascinante quanto vuoi, ma era irritante, pazzo, strano ... un uomo. Ed era il suo Sensei. Tirò un sospiro di rassegnazione, rimandando un’eventuale vendetta ai tempi a venire. Probabilmente, a causa sua, da quel momento in poi, non avrebbe avuto una buona idea del genere maschile (Itsuki sembrava essere stato, apparentemente, ad un primo sguardo, la sua unica eccezione, anche se non ancora confermata. Mai giudicare un libro dalla copertina). Però in parte, adorava quella sensazione di sfida e di lotta. La faceva sentire viva, il che è piuttosto paradossale nella Soul Society.
    Dopo essersi tolta un po’ di quell’inchiostro dalla faccia, si voltò verso la cabina di vetro di Ilyan e osservò con gli occhi spalancati le braccia fasciate del ragazzo. Aveva visto, in effetti, con la coda dell’occhio l’enorme piovra che volava verso la sua cabina, ma non ci aveva fatto molto caso, per la troppa concentrazione.
    Non era però, tempo di pensare ai suoi compagni. Era preoccupata per lui, ma al tempo stesso era pronta lei stessa a subire una lesione simile. Per questo si era moderata, all’inizio. Così, cercò di riconcentrarsi nuovamente come aveva fatto, pensando a cosa avesse sbagliato.
    -Ho il dubbio che anche se ci avessi messo più forza, non avrebbe funzionato. C’era qualcosa che mancava e il Sensei mi ha dato ancora una volta la soluzione. L’immaginazione. -
    Akane aveva dedicato tutti quegli anni, passati nella sua piccola catapecchia, a creare ben 300 ikebana, uno per ogni anno, ognuno dei quali, adeguatamente sistemato un una rientranza nel boschetto dietro casa. Quindi, per crearne di volta in volta di diversi, ci voleva molto più che semplice immaginazione.
    Era incredibile. Tutto il suo tempo, passato nella noia e in quella sensazione d’inutilità, stava avendo un suo scopo. Le venne subito un’idea: avrebbe utilizzato la sua passione per i fiori, per rievocare la sua Reiatsu. Però, quale immagine sarebbe stata il suo modello? Cominciò a pensare a qualcosa di tondo e blu e le venne subito in mente una di quelle palline utilizzate ai matrimoni e che Akane invece, aveva utilizzato per decorare la sua piccola casa.
    -Forse si chiamano tonn... porr... ah si. pomander balls-
    Si era informata, in proposito. Erano delle palline che per tradizione, se baciate da entrambi gli sposi avrebbero augurato felicità alla coppia in eterno.
    Tsk! L’eterno. Un concetto ormai abbastanza familiare per lei.
    -Bell’idea Akane, ma non va bene. È troppo irregolare come forma. Ritenta, sarai più fortunata. -
    Così pensò a tantissimi altri oggetti: orologi, orecchini, persino una vera arancia blu. Poi le venne un’idea che le parve geniale.
    -Massì potrebbe funzionare. -
    Aveva visto un fiore molti anni fa, dalle sfumature di blu e celeste più varie e a forma di palla. Le piacque molto e andò a ricercare informazioni a riguardo, su qualche libro. Si chiamava allium caeruleum, un tipo di aglio da decorazione. Era l’esempio perfetto per creare una pallina blu delle dimensioni di un’arancia.
    Ci avrebbe riprovato. Così, si rimise nella posizione precedente: mano sinistra avanti e con il palmo rivolto verso l’alto e poggiata leggermente sulla mano destra.
    Concentrazione.
    Bianco e vuoto.
    Calma.
    -Non esagerare con la potenza, ma questa volta un po' più forte..-
    Forma tonda.
    Colore.
    Un bel respiro per completare l’opera. Akane riaprì gli occhi. Era necessario che ci mettesse un po’ più potenza, anche se non troppa, per darle la forma di prima. Era anche vero che era agli inizi e che non doveva per nessuna ragione andare di fretta, ma avrebbe anche voluto raggiungere il prima possibile quel pazzo di Urahara. Forse era un obiettivo lontano, ma lo avrebbe voluto raggiungere... e superare.
    -Non c’è fretta. Lo raggiungerò!- Akane alzò per l’ultima volta la testa, guardando, con uno sguardo e un sorriso di sfida, i grandi occhi gialli della piovra-Sensei e poi tornò in sè, richiudendo gli occhi per qualche altro secondo.
    Immaginò così, il suo luccicante allium del colore dei suoi occhi azzurrissimi. Però, nella sua testa, non seppe perchè, ma ebbe l'impressione che la sua fantasia stesse creando un mix di colori del tutto nuovo. Sentiva come se si stesse mescolando la sua immagine, con l’impaziente Reiatsu, ancora scoppiettante, dentro di lei. Così, aprì gli occhi, che avevano cambiato colore, assumendo un colore sul verde smeraldo. Il sorriso era ancora stampato sulle sue labbra. Comunque fosse andata, aveva trovato il suo obiettivo. E ce l’avrebbe messa tutta.

    Sei tu il mio obiettivo Urahara-sensei!!! Buahahah!!! :bast: :bast: :bast:
     
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    Il momento era arrivato bisognava solo aprire gli occhi e vedere i frutti che avevano maturato tutti qui pensieri. Peccato che le attese create dai pensieri non furono rispettate, poiché il liquido che sgorgava prepotentemente sul tavolo non era la rappresentazione della Reiatsu, ma della sua energia vitale.
    Si!! Un energia che senza accorgersene era sgorgata dalle sue vene e stava inondando sia il tavolo sia il pavimento della cabina.
    Cosi ancora prima di rendersene conto lo studente, se ne rese conto il professore che senza limitazioni urlò in preda al panico.


    CITAZIONE
    - ILYANAAAAAAAARRRRR!!! -
    - Avevo detto Energia spirituale, non sangue! Diavolo, scommetto che hai cercato di manipolare la tua energia in maniera strana o comunque senza essere abbastanza concentrato! Anche se ora siete anime il Reiatsu non vi obbedirà come per magia, ci vuole concentrazione e soprattutto forza di volontà e immaginazione BBLLEEEUURRRGHH!!

    Ma che cosa sta succedendo? La mia Reiatsu…..si sta sgorgando……la mia Reia…..AHAHAHAHAHAHAH !!! Il mio Sangueeeee!!!!!

    Finalmente aveva ripreso coscienza e alla vista di tutto quel sangue di sicuro non rispose in maniera tranquilla e pacata.
    In più non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto che un'altra cosa molto schifosa venne a far parte del progetto splatter della lezione.
    Il polipo era intervenuto per fermare l’emorragia, ma il suo intervento era tutt’altro che chirurgico, piuttosto si poteva definire “ organico”.
    Anche perché questa volta riuscì a fermare il flusso del sangue, ma la fasciatura che utilizzò, fu letteralmente vomitata.
    Una moltitudine di bende sbavate, rigurgitate e appiccicate direttamente sulle braccia dello studente che ancora in stato di shock, si fece impacchettare per benino senza reagire.
    In più mentre l’artista compiva il suo capolavoro, non si preoccupò di dare tutta la sua attenzione al paziente che stava operando ma continuò a parlare senza problemi.


    CITAZIONE
    - Tanto per rispondere alla pigrizia di Kaito, dentro di noi esiste un centro di energia che in realtà non c'è. Diciamo che... sì, dovete prima "creare" con l'immaginazione il vostro Reiatsu e poi muoverlo come desiderate sempre rimanendo concentrati. Molti allievi precipitosi o incauti hanno perso il controllo e sono morti con un enorme "KABOOM!!", oppure c'è anche stato chi si è prosciugato di tutta la sua energia e gli abbiamo dovuto tagliare un arto rimasto senza vita... ad un mio studente tempo addietro ci mancò poco che dovessi tagliargli un braccio prossimo a morire per evitare che l'infiammazione si propagasse per il resto del corpo. Là! Come nuovo!! –

    Non è che il discorso messo a punto dal Sensei avesse tranquillizzato la situazione soprattutto quella di Ilyan che ascoltando le sue parole aveva capito che era stato fortunato.
    Lui poteva perdere entrambe le braccia e invece era solo diventato una larva.
    Adesso doveva guardare oltre quell’errore e ripartire da capo concentrandosi al massimo e anche solo per scaramanzia le sue braccia adesso le avrebbe tenute ben vicine e appoggiate al banco del tavolo.
    Mai più lasciarsi andare al flusso di energia vitale, anche perché adesso non solo avrebbe posto fine ai suoi arti, ma avrebbe arrecato fastidio anche agli altri studenti, trasformandoli in dei tubetti d’inchiostro.


    CITAZIONE
    - Ah, per rendere la cosa più interessante e per guadagnarci qualcosa sulle scommesse coi miei sottoposti, ho messo un piccolo congegno che disturberà la concentrazione degli altri se uno di voi farà un errore. Evitate bruschi sbalzi di energia all'interno di quelle camere e non uscirete imitando il risotto al nero di seppia. Per inciso, quella è tutta roba mia... l'inchiostro dico. -

    Bè…..peggio di cosi non può andare giusto? Ahhh….. certo che può andare peggio di cosi, meglio concentrarsi.

    Questa volta non rimase totalmente estraneo alla condizione degli altri cosi diede uno sguardo per capire com’erano messi.
    La prima persona che andò a guardare fu Akane e voltandosi verso di lei la vide che si puliva dall’inchiostro che aveva in faccia.
    Lui stava sorridendo, ma poi ripensò alla sua situazione quindi si tené stretto il suo sorriso.
    Poi una volta guardata la ragazza vide anche l’altro suo compagno, ma dalle parole espresse dal Sensei capì che non aveva fatto granchè.


    Sicuramente meglio che dissanguarsi!!!

    Il tempo della riflessione era finito bisognava agire e naturalmente visti i risultati del primo esperimento, bisognava farlo in maniera diversa.
    Cosi per prima cosa poggiò le braccia sul banco del tavolo ormai pulito dal sangue e quasi asciutto dalla bava colata dal polipo gigante.
    Una volta stese le braccia bendate, richiuse gli occhi e fece un bel sospiro per ricominciare a lavorare sull'energia spirituale.
    Ripartì più o meno dallo stesso principio, cioè quello di tirarla fuori con una forma sferica.
    Adesso pero non voleva abbandonarsi completamente al flusso che sentiva sgorgare dentro e doveva essere in grado di riuscire a capire quale flusso seguire.

    Immerso nella mente, si trovò come in una miniera.
    Il viaggio per arrivare al controllo della Reiatsu, era rappresentato da questo percorso oscuro sotto terra. Una miniera abbandonata senza nessuna luce per vedere quale strada prendere.
    Poi pero riuscì ad accendere una torcia che gli indicò due vie.
    La prima era piena di diamanti incastonati nella pietra e la via era semplicemente dritta, non vi erano curve da percorrere.
    La seconda era buia senza indicazione e non si vedeva nemmeno la direzione che prendeva, come se sfociasse in un burrone.
    La cosa che stava succedendo sembrava impossibile; nonostante l’errore precedente, la sua mente non lo stava aiutando anzi continuava a regalargli dubbi e timori.

    Ilyan continuò a concentrarsi e riuscì a intravedere un piccolo cambiamento.
    L’ex assassino turbato da questo primo esito psicologico strinse fortemente i pugni come gesto di stizza e questa mossa fatta nella realtà, provocò un cambiamento nel suo stato immaginario.
    Cosi prima di intraprendere una via nel totale dubbio; ci fu un piccolo aiuto.
    Subito dopo aver stretto i pugni, delle piccole ferite sulle mani dello studente si riaprirono, erano molto leggere e quindi non erano nulla di grave, ma questo contribuì ad aprirgli la mente.

    Dai diamanti caddero delle gocce di sangue e questo bastò per fargli scegliere l'altra via.
    Si sentiva un po’ più sollevato, ma non era ancora sicuro del tutto di aver scelto la via migliore.
    Non perse altro tempo si immerse ancora di più alla ricerca della sua forza spirituale, concentrandosi al massimo e senza pensarci intraprese la via più buia.
    Nella sua mente incominciò la sua avventura e al primo passo fatto in quella direzione; ci fu una lunga caduta nel vuoto.
    Un abisso senza fine dove sentiva scorrere dentro se un energia strana, ma era sempre di una natura oscura e questo lo preoccupava.
    La caduta finì con un tonfo a terra senza eguali, ma vista la natura immaginaria dell’evento non provò dolore e quando si rialzò sapeva che era molto vicino alla fonte.
    Alzò lo sguardo e vide una specie di aura energetica e sentiva che faceva parte di se stesso perché come immaginava una forma quell’aura la prendeva.

    Una volta avuto questa risposta nella propria mente; posizionò le sue mani sul tavolo, aperte una di fronte all’altra.
    Adesso doveva far si che gli altri vedessero ciò che lui aveva creato nella sua mente.


    Edited by DjTeo - 30/10/2012, 02:02
     
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