Classe α [I]

Presentazione + controllo del corpo Lv.1

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    Classe α
    Sensei: Aräshi (Haine)
    Allievi:
    - M i k e s s (Tozumai Shinnin)
    - .Tambor (Dutch Dodger)
    Classe Completa.

    CITAZIONE
    Qualche piccola nota prima di iniziare.
    Dovete fare post di non meno di dieci righe; usate pensieri, sensazioni o quel che volete ma cercate di non fare post corti.
    Niente abbreviazioni da sms, siate corretti grammaticalmente e rileggete quel che scrivete onde evitare svarioni.

    Cercate di interpretare il vostro personaggio in maniera opportuna; avete delle caratteristiche, cercate di rispettarle per quanto possibile ^^.

    Siate originali, un post "innovativo" aiuta a rendere la lettura divertente;
    rispettate la turnazione ovvero dopo un post mio fate uno e un solo post vostro.

    Sensei
    allievo 2
    allievo 1
    allievo 3
    Sensei


    l'ordine in cui rispondete voi non ha importanza; ci deve essere un post mio ogni volta che avete postato tutti voi.

    Non siate autoconclusivi, non descrivete gli esiti delle vostre azioni
    - tento di colpire XXXX ok
    - colpisco XXXX e gli faccio un gran male FAIL

    Iniziate senza armi con solo la tenuta da allievo, che vi viene recapitato in un pacco con la lettera: bianca sopra con un hakama blu se siete un ragazzo, rosso se siete una ragazza.

    Se avete domande, inseritele sotto spoiler alla fine o all'inizio del post, mai in mezzo.


    Al vostro risveglio noterete all'interno della vostra abitazione un pacco scuro, con sopra appoggiata una busta sigillata.
    All'interno di essa troverete un foglietto nero, marcato da una piuttosto peculiare grafia. Essa è alquanto confusionaria e fuori dal comune, infatti solo dopo un breve lasso di tempo riuscirete a decifrare il messaggio, che recita le seguenti:
    Sei stato ammesso all'Accademia Shinigami. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel pacco, presentati alle ore 9.00 all'ingresso dell'accademia, ove il tuo sensei t'attenderà.


    Edited by Aräshi - 12/1/2013, 19:49
     
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  2. M i k e s s
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    Narrato, Parlato, Pensato, Scritto Lettera

    Ero disteso sul letto della mia stanzetta, dove mi ero addormentato da poco, nel pomeriggio presto. Dopo qualche minuto di dormita mi sveglio bruscamente, senza una ragione precisa, chissà perché, stavo dormendo molto bene. Ancora leggermente assonnato, mi alzo lentamente dal letto e scendo giù per le scale, dirigendomi verso la cucina per farmi uno spuntino e prendermi qualcosa da bere per rinfrescarmi, c’erano almeno poco più di 25 gradi fuori, troppo caldo per me visto che io adoro il freddo.
    Dopo aver mangiato lo spuntino ed aver bevuto, lo sguardo mi cadde sull’orologio appeso vicino al frigo.

    Ah, sono ancora le 16.00? Devo aver dormito proprio poco…
    Il vecchio Toshimi dev’essere uscito a farsi la sua passeggiata quotidiana in giro per la città, dovrei farlo anche io, è da due giorni che sono chiuso in casa senza uscire per niente, mi sto dedicando solo agli allenamenti, dovrei uscire proprio adesso. Si, dai, vado a trovare qualche mio amico e vediamo cosa fare!


    Così, dirigendomi verso la porta d’uscita, notai che proprio a fianco alla porta era appoggiato un pacco, un pacco molto scuro, con sopra una lettera sigillata, all’inizio pensai che fosse qualcosa per Toshimi, ma la mia curiosità non mi fece indietreggiare nel vedere di cosa si trattasse, e mi accorsi che non era per il vecchio, ma per me. Non avevo mai ricevuto un pacco, adesso ero ancora più curioso di prima nel vedere di cosa si trattasse, ma prima mi feci una serie di domande.

    Un pacco e una lettera per me? E chi me l’ha mandato? Come mai?


    E continuarono domande di questo tipo fino a quando presi il pacco in mano, notando che conteneva qualcosa di morbido, ma non lo aprii subito, preferivo leggere prima la lettera, sperando che ci fosse scritto il mittente.
    Apro delicatamente la lettera, cercando di non rompere la busta che la conteneva. Inizio a leggere la lettera, ma con moltissima difficoltà: la scrittura era confusionaria e al quanto fuori dal comune, infatti dovetti decifrare il messaggio e ci misi un bel po’ di tempo nel capire esattamente ciò che ci stava scritto:

    "Sei stato ammesso all'Accademia Shinigami. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel pacco, presentati alle ore 9.00 all'ingresso dell'accademia, ove il tuo sensei t'attenderà."


    Ero colpito, non avrei mai pensato che mi avrebbero accettato la richiesta per entrare a far parte dell’accademia, per me era un sogno, un sogno che si stava avverando, così lanciai un grido di gioia.

    SONO STATO AMMESSO!
    Bene, così il pacco contiene la mia divisa. Sarà un piacere e un onore indossarla! Anzi, visto che non sono neanche le 17.00, vado ad allenarmi un po’, così domani sarò più in forma fisicamente…
    Ah, non vedo l’ora di raccontare tutto a Toshimi, sarà molto felice!


    Passai il resto della giornata allenandomi e alla compagnia di Toshimi, orgoglioso di me. Arrivate le 22.00 mi affrettai e andai a dormire, il giorno dopo dovevo essere puntuale, anzi no, dovevo essere in anticipo, pure se di solito sono un tipo notturno e non vado facilmente a dormire a quest’orario.
    Il giorno seguente, la sveglia suona con precisione alle 8.00, mi sveglio velocemente, ero ansioso di vedere com’era questa accademia. Essendo in anticipo di un ora, feci colazione con comodo, senza preoccupazioni di ritardo, indosso la divisa e poi vado nel bagno, mi lavo i denti, mi rinfresco la faccia buttandomi una manata d’acqua in faccia molto velocemente e mi aggiusto i capelli.
    Erano le 8.30 ed ero in anticipo di molto, così mi incamminai verso l’accademia a passo medio, ma non ci misi molto ad arrivare, non era molto distante da casa.
    Arrivato, essendo in anticipo di almeno altri dieci minuti ero solo, non c’era ombra ne’ di altri allievi del sensei, ne’ del sensei stesso, mi appoggiai vicino al muretto aspettando che arrivasse qualcuno.
    Dopo qualche minuto da lontano arrivo un ragazzo, che sembrava essere anche lui nuovo, quindi pensai che fosse un mio compagno, e a 10 metri da lui intravidi qualcuno, un uomo abbastanza alto, non riuscii a vedere chi era per bene, era troppo distante, ma notai solo dei lunghi capelli bianchi, e dissi a bassa voce:

    Che sia lui il Sensei?



    Spero di non aver fatto errori di alcun genere, sia grammaticali e sia temporali!
     
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    .Tambor bocciato per ritardo nel post.

    Comportati semplicemente come se la figura del tuo compagno intravista da lontano non s'avvicinasse ulteriormente.
    Comunque, quasi nulla da dire. Presta solo attenzione agli errori di battitura. Evita inoltre di mischiare passato e presente.

    Da quando era morto, non era stato puntuale neppure una volta. La puntualità è ladra del tempo, si ripeteva. Un modo come un altro per evitare d'attendere inutilmente persone indegne delle sue attenzioni. In fondo, nessuno lo era, o quasi. Era di gran lunga più divertente farsi attendere. A conti fatti, eran loro, i suoi ipotetici studenti, a dover diventare shinigami, mica lui. Teoricamente sarebbe dovuto arrivare, appunto, prima di loro, ma così, ovviamente non fu. Infatti, una volta percorsa la distanza che lo separava dall'accademia, notò un giovane appoggiato al muretto, con un hakama blu indosso. “Che sia lui?” Sussurrò perplesso. Solo uno. Gli era andata bene. Meno erano, meno doveva affaticarsi. Non aveva interesse alcuno nel badare a marmocchi inesperti. Era interessato a ben altro, e di certo non all'insegnamento. Tenere classi era d'un tedio inimmaginabile, per lui. Tale attività metteva a seria prova i suoi nervi, e lui stesso temeva di poter arrivare all'occasione in cui non sarebbe riuscito più a contenersi. Spazientito, si guardò in giro, e dato che intorno non c'era nessun altro, s'avvicinò a quello che era, molto probabilmente, il suo studente. “Ebbene, saresti tu il mio studente?” Disse, senza nemmeno dedicargli uno sguardo. “In tal caso seguimi.” Entrò rapido nell'edificio dell'accademia, senza curarsi più del suo allievo, e del fatto che lo stesse seguendo o meno, iniziò a camminare rapido fra i larghi corridoi, fino ad arrivare ad un dojo vuoto. L'ambiente si presentava come una stanzetta semplice, scevra d'ogni mobilia, seppur larga.
    “Non fraintendere, non m'interessi affatto, è la prassi. Necessito di sapere i motivi che ti hanno spinto ad entrare in accademia.”
    Si limitò a dire, con tono gelido quanto disinteressato.
     
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    ... -niichan... Ryu-niichan! Tre bambini si trovavano attorno al letto nel quale Ryuichi sonnecchiava beato. Mentre la bambina lo chiamava, i due maschietti lo scuotevano energicamente, senza successo. Però tutto quello scuotere e la squillante voce gli fecero aprire gli occhi, e molto lentamente riuscì a mettere a fuoco i tre volti.
    I due maschietti erano i più grandi, dimostravano si e no dieci anni, mentre la femminuccia ne dimostrava cinque. Eppure erano più "grandi" di lui. Ryuichi viveva nel Rukongai da circa trecento anni, loro invece da quasi quattro. Masahiro era il più alto, aveva capelli e occhi neri. Eiji invece aveva capelli castani e occhi neri. La piccola Aya aveva fluenti e lunghi capelli corvini con riflessi blu e occhi grandi e grigi.

    Con calma Ryuichi si mise a sedere strofinandosi lentamente gli occhi. Ma che ore sono? Lanciò un'occhiata alla finestra, i raggi del sole erano appena visibili e gli uccellini cantavano timidamente. A rispondergli fu Aya. Sono le 5 del mattino! A sentire quelle parole il cuore del ragazzo sussultò. § Ma che hanno 'sti bambini? E' prestissimo! § Ma poi ricordò la promessa fatta la sera prima. Ovvero che li avrebbe portati a pescare.
    Volete andare a pescare vero? I tre annuirono con gli occhi che luccicavano eccitati. Ryuichi sbadigliando li guardò con un occhio aperto e alla fine gli sorrise. I fratellini scattarono via come fulmini andando a prendere le loro canne da pesca.

    La mattinata passò tra le risa e cinque minuti di pesca, per poi trasformarsi in giochi d'acqua. Completamente bagnati tornarono a casa verso le 8 e 45, con la madre che gli venne incontro con una lettera in mano per Ryuichi.
    Il ragazzo accese il suo kiseru e cominciò a leggere, o per meglio dire, decifrare il messaggio.
    Passarono diversi minuti prima di riuscire a capirne il contenuto.

    CITAZIONE
    "Sei stato ammesso all'Accademia Shinigami. Dopo aver indossato la divisa contenuta nel pacco, presentati alle ore 9.00 all'ingresso dell'accademia, ove il tuo sensei t'attenderà."

    Finalmente era riuscito ad entrare all'Accademia, dove qualche tempo prima andò a chiedere informazioni sulla improvvisa fame che lo colpì. Ma c'era un problema, era mostruosamente in ritardo. Asciugandosi e vestendosi con l'abito allegato alla lettera in tempo record, salutò tutti e cominciò a correre come se non ci fosse un domani verso la sua classe.
    Una volta chieste indicazioni si ritrovò fuori dalla porta della classe, udì qualcuno parlare all'interno e timidamente bussò e fece capolino con la testa. Da quello che vedeva la stanza era larga e priva di mobili, ma decisamente semplice. Scusate il ritardo, io sono Ryuichi Kagetora.
     
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    M i k e s s bocciato per ritardo nel post.

    Comportati come se il tuo compagno se ne andasse improvvisamente.
    Riguardo a te, nulla di particolare da dire.

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    Nonostante fosse il primo ad amare presentarsi in ritardo in quasi tutte le situazioni, Haine odiava quando qualcuno con cui doveva incontrarsi faceva la stessa cosa. Adorava farsi attendere e desiderare, ma il rovescio della medaglia era il suo odio nei confronti di coloro ch'attuavano i medesimi modi nei suoi confronti. In fin dei conti anche lui, sovente - anche se sarebbe più corretto dire sempre - ritardava. Con tale premessa, come poteva proferir parola riguardo al ritardo del suo studente? Effettivamente, però, lo infastidiva. Sorvolò, ignorando quasi - almeno all'apparenza - l'arrivo del ritardatario, a cui rivolse solo un gelido sguardo, indicandogli di sedersi. Scusate il ritardo, io sono Ryuichi Kagetora. Come se gl'importasse. Di conseguenza, non prestò quasi attenzione alcuna alle sue parole. “Sappi che non gradisco affatto i ritardatari. Usanza vuole ch'io mi presenti a mia volta. Haine. Il tuo sensei, purtroppo.” Disse gelidamente. Nonostante tutto, aveva squadrato perbene il nuovo arrivato. Era indubbio un elemento alquanto insolito. Chissà se aveva qualche talento, oppure solo il suo appariscente aspetto fuori dal comune.
    “La prassi m'impone di domandarti i motivi per cui hai deciso di divenire uno shinigami. Considero tal pratica assai tediosa, ergo sii sintetico e rapido. Non prolungare questa fastidiosa formalità più del necessario.”
    S'alzò, andando a posizionarsi al centro della stanza, continuando a guardare il suo studente.
    “L'allenamento di oggi è semplice: dovrai colpirmi. Se dovessi aver successo passerai la lezione.”
    L'innata indole sadica di Haine era nota ai più, giacché di solito non tendeva affatto a sopprimerla, ma il nuovo arrivato era ancora all'oscuro di tutto, sfortunatamente per lui. Sperava almeno di divertirsi un po', in quell'altrimenti noiosa lezione.
    “Detto ciò, non posso che augurarti buona fortuna.”
    Disse, sfoggiando il più falso dei suoi sorrisi.
     
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    Il Sensei l’accolse con una gelida occhiata, indicandogli il posto in cui sedersi. Ryuichi sapeva di avere un’aspetto alquanto singolare, non credeva di certo di essere l’unico, tuttavia la persona del Sensei era decisamente più atipica.
    Dotato degli stessi occhi cremisi, venivano risaltati dalla carnagione che a primo impatto sembrava alquanto cagionevole e da capelli bianchi come candida neve. Mentre si accingeva al posto indicatogli, il secondo personaggio senza dire una parola lasciò la stanza. Non ebbe neanche modo di squadrarlo che la sagoma aveva superato l’uscio.

    Sappi che non gradisco affatto i ritardatari. Usanza vuole ch'io mi presenti a mia volta. Haine. Il tuo sensei, purtroppo. Fantastico, l’aveva già fatto irritare e si trovava da solo. Un primo giorno con i fiocchi. Cercherò di fare più attenzione d’ora in avanti. Disse cercherò per un preciso motivo. Non avrebbe anteposto l’Accademia ai suoi fratellini.
    Intanto era riuscito a mettersi seduto e appena fu comodo il suo interlocutore parlò ancora. La prassi m'impone di domandarti i motivi per cui hai deciso di divenire uno shinigami. Considero tal pratica assai tediosa, ergo sii sintetico e rapido. Non prolungare questa fastidiosa formalità più del necessario.

    Ho semplicemente avvertito fame e chiedendo informazioni mi è stato consigliato di iscrivermi qui, dato che ho iniziato a sviluppare certi poteri. Fulminea la risposta, fulmineo l’alzarsi di Haine, che si spostò al centro della stanza. Non aveva mai distolto lo sguardo da Ryuichi da quando era entrato.
    L'allenamento di oggi è semplice: dovrai colpirmi. Se dovessi aver successo passerai la lezione. Detto ciò, non posso che augurarti buona fortuna. Il sorriso che mostrò dopo aver proferito tali parole non lo convinse più di tanto.

    Tuttavia accettò la sfida. Premesso che con le mani non aveva una elevata dimestichezza, se non con il ferro da plasmare, qualche cazzotto lo sapeva sferrare. § La logica suggerisce di attaccare di sorpresa, ma davanti c’è un maestro, e come tale avrà di certo alte capacità di giudizio. Sicuramente si aspetta un attacco improvviso. § Ryuichi sorrise di riamando, alzandosi e raggiungendo il Sensei.
    Ora che aveva modo di osservarlo da più vicino, notò che il ragazzo era più alto di lui, ma sopperiva di una massa muscolare più asciutta. Gli rivolse un rispettoso inchino e rialzandosi fece un piccolo passo indietro. L’atmosfera era stranamente calma, come se il tempo si fosse fermato. I secondi sembravano scorrere lenti e veloce partì un jab mancino di Ryuichi, mirato al plesso solare del suo Sensei. Era cominciata la sua prima lezione in quell’Accademia.
     
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    D'ora in poi ti scriverò in spoiler solo se avrò da correggerti qualcosa.
    Per ora stai andando bene.

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    Nonostante tutto, pareva che tutto ciò che il ragazzo avesse a sua disposizione fosse l'aspetto. Ma era ancor presto per giudicare, e non voleva commettere l'errore di sbilanciarsi dando giudizi troppo prematuri. Sicuramente però, egli non dava affatto risposte degne di soddisfarlo, cosa che lasciò una nota di disappunto - seppur non evidente - in Haine.
    Cercherò di fare più attenzione d’ora in avanti. Ghignò. “Sarà meglio per te. Non sono noto per la mia pazienza.” Non solo doveva tenere classi, ma doveva anche sopportare i futili motivi che spingevano gli ipotetici futuri shinigami ad iscriversi. C'era qualcosa peggiore di ciò? Ho semplicemente avvertito fame e chiedendo informazioni mi è stato consigliato di iscrivermi qui, dato che ho iniziato a sviluppare certi poteri. Volentieri avrebbe evitato di domandarlo ogni volta, giacché la considerava una pratica assai futile. Riteneva che i motivi che spingessero un individuo ad iscriversi fossero solo ed unicamente affari suoi, irrilevanti all'interno dell'accademia. Anche se nulla di lui l'aveva colpito particolarmente, apparte il primo impatto dovuto all'aspetto, non lo considerava affatto privo di un minimo di buon senso, per non dire intelligenza, ma dovette ricredersi. Mai si sarebbe aspettato una mossa così scontata. Un attacco frontale, più precisamente un pugno all'altezza del plesso solare. Considerando il baratro che divideva il livello di forza dei due, un'azione del genere equivaleva alla morte o giù di lì, ma il giovane alunno pareva non averlo ancora realizzato. Ovviamente aveva l'onere d'istruirlo a dovere anche su ciò. Rapidamente, seppur con estrema leggiadria, Haine si spostò lateralmente, ed evitando il pugno arrivò davanti al suo alunno, più precisamente alla sua sinistra, per poi afferrargli il braccio con entrambe le mani, immobilizzandolo completamente. “Volendo potrei spezzarti il braccino, sai?” Rise a lungo guardandolo negli occhi, per poi ricomporsi, nonostante un ghigno - atto a dimostrare l'ilarità della scena - dipingesse il suo volto, precedentemente inespressivo. “Dovresti impegnarti di più, oppure non potrei garantire la tua incolumità.” Fece una breve pausa. “Mentivo, non la garantisco nemmeno ora!” Detto ciò, scagliò il suo alunno contro al muro alla sua sinistra, facendolo urtare con la schiena. Allontanatosi nuovamente dal suo neo-alunno, rise ancora, nel vederlo in quel pietoso stato. “Ti faccio notare due cose: uno, stai sprecando il mio prezioso tempo, due, i tuoi tentativi non sono infiniti.” Tornò a posizionarsi al centro della stanza, attendendo il secondo tentativo del suo alunno. “Detto ciò, prego.”
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    Ricevi una lieve alla schiena.
     
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    Haine schivò il semplice pugno di Ryuichi con una velocità impressionante, allegandoci un movimento elegante e preciso afferrando poi il braccio con entrambe le mani. Ecco la sua occasione! Ryuichi mirava a quello, far tenere impegnate entrambe le mani al Sensei e sferrare un gran destro da una distanza praticamente nulla. Provò a mettere in pratica tale strategia, ma il ragazzo invece si ritrovò completamente immobilizzato.
    Non riusciva a muovere nemmeno un muscolo grazie alla incredibile forza che stava esercitando Haine su di lui e fu li che venne a galla il madornale, quanto ingenuo, errore di calcolo da parte di Ryuichi.

    Stava continuando a pensare come un umano e si fece abbindolare da cose come la corporatura. Oltre all’atipico aspetto, Haine dimostrò di possedere anche una personalità decisamente singolare, sadica per essere precisi. Volendo potrei spezzarti il braccino, sai? La lunga risata e l’incessante sguardo lo fecero rabbrividire.
    Inoltre il ghigno che si dipinse sul volto del giovane Sensei amplificò quella spiacevole sensazione. Dovresti impegnarti di più, oppure non potrei garantire la tua incolumità. Mentivo, non la garantisco nemmeno ora! Udite tali parole, precedute nell’intermezzo da una lieve pausa, avvertì tutto il suo corpo alzarsi dal terreno e muoversi velocemente verso il muro.

    L’impatto fu abbastanza violento, tanto da fargli avvertire una piccola fitta di dolore alla schiena, mascerando il tutto tenendo il viso risolutamente inespressivo. Non voleva regalare fin da subito certe soddisfazioni al Sensei.
    Haine si allontanò da lui, senza smettere di ridere un secondo, e mentre tornava nella sua iniziale posizione cominciò a parlare. Ti faccio notare due cose: uno, stai sprecando il mio prezioso tempo, due, i tuoi tentativi non sono infiniti. Detto ciò, prego.

    Lo stava nuovamente invitando a colpirlo. Intanto Ryuichi non si era ancora alzato, non per il dolore alla schiena, ma per la sua superficialità. Gli occhi del ragazzo smisero di scintillare tendendo ad incupirsi, regalandogli uno sguardo ancora più truce.
    Si rialzò lentamente e sempre con calma si ripresentò davanti ad Haine, lanciandogli quello sguardo truce e freddo. Non era assolutamente uno sguardo di sfida, aveva solo risvegliato in lui la sua personalità calcolatrice. Ryuichi fece un altro inchino e un piccolo passo indietro.

    Questa volta avrebbe attuato un’approccio diverso. Partì tirando un calcio dritto che comunque non doveva colpire il Sensei, mirato nello spazio lasciato dalle gambe divaricate di questo, e una volta azzerata la distanza nuovamente un pugno dritto, il destro, mirato al naso.
    Sapeva che Haine avrebbe schivato anche questo assalto e che gli avrebbe fatto fare nuovamente la figura dello scemo, ma al momento non sapeva come attuare un buon piano d’attacco. Ma era solo questione di tempo, ben presto sarebbe riuscito a colpirlo. O almeno lo sperava.
     
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    La tua azione mi ha lasciato un po' perplesso, soprattutto la parte del calcio.
    Se azzeri la distanza e poi tiri un pugno (se ho ben capito è questo ciò che tenti di fare) sei impossibilitato a distendere il braccio, e di conseguenza inabile a sferrare un pugno decente, ergo non fa granché senso.
    Per il resto, va bene.

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    Subito notò il cambiamento che era avvenuto nel suo studente. Da quando s'era rialzato, l'iniziale espressività dei suoi occhi era mutata, lasciando il posto a null'altro che uno sguardo cupo e distaccato, quasi glaciale. Che le cose iniziassero a farsi interessanti? S'illudeva così, l'ormai tediato Haine, che aveva quasi perso la speranza di divertirsi. Che stesse pretendendo troppo dal suo studente? Le sue aspettative erano indubbiamente alte, ma mai riteneva d'aver chiesto l'impossibile. In fondo colpirlo non era poi una prova così ardua. Paradossalmente però, per il suo studente essa si stava rivelando un'impresa tutt'altro che facile. Nonostante avesse la completa consapevolezza del divario di forza fra lui ed il suo studente, non poteva far altro che demoralizzarsi ed al contempo annoiarsi delle misere azioni che aveva visto finora. Nonostante tutto però, sperava che l'improvviso cambiamento del giovane non fosse solo nell'espressione. Tutto sommato, però, essa era solo una vana speranza. Immediatamente vide il calcio a lui indirizzato, che rapidamente evitò, spostandosi lateralmente attorno al giovane, fino ad arrivargli alle spalle. Certo non poteva vantare d'essere uno degli shinigami più veloci, ma aveva potuto sempre contare sulla rapidità dei suoi movimenti, che non l'aveva mai tradito. Arrivatogli alle spalle, non fece altro che eseguire, mediante l'utilizzo della gamba destra, una spazzata il più velocemente possibile, che gli colpì la caviglia sinistra, facendogli inevitabilmente perdere l'equilibrio. Quasi contemporaneamente alla spazzata un suo gancio sinistro ben assestato andò ad impattare contro alla sua schiena, ove aveva precedentemente sbattuto, per poi allontanarsi d'un paio di passi. “Tutto qui? Credo che tu possa fare di meglio.” Disse, con tono più gelido del solito, mentre tornava alla sua posizione originaria. “Prego.”
     
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    Il Sensei evitò nuovamente l’attacco di Ryuichi spostandosi di lato, il ragazzo riuscì in un breve lasso di tempo a seguire la schivata, ma la velocità elevate di Haine fu superiore al suo sguardo e l’unica cosa che vide dopo fu il soffitto.
    Haine aveva effettuato una spazzata, mandando letteralmente all’aria il povero Ryuichi che venne poi colpito nuovamente alla schiena. Questa volta il dolore gli fece dipingere una smorfia, ma nessun gemito era ancora uscito dalla sua bocca.

    Impattò col pavimento con un rumore sordo e udì il Sensei parlare con un tono decisamente gelido. Tutto qui? Credo che tu possa fare di meglio. Prego. Notò che Haine tornò al punto iniziale, ovvero davanti a lui. Aveva un’ottima occasione da una pessima posizione.
    Questa volta non avrebbe rifatto l’inchino o altre formalità, ormai prive di ogni significato. Doveva imparare a combattere come uno Shinigami, quindi effettuare tutte quelle cerimonie offrivano solo occasioni per essere colpito.

    § Paradossalmente da qui forse ho più possibilità di colpirlo. Ormai non ha importanza l’effetto a sorpresa, ma non si può mai dire. § Ancora steso a terra, usò la schiena per girare su se stesso come una trottola ed effettuare a sua volta una spazzata con la gamba destra verso la caviglia sinistra di Haine.
    Se l’avesse colpito, avrebbe poi utilizzato l’inerzia del movimento per rialzarsi e continuare l’attacco con una gomitata mancina alla mascella del Sensei. Tutto questo sarebbe potuto accadere solo se il suo primo attacco fosse andato in porto.

    Chiedo scusa per il lieve ritardo, ma la febbre mi è passata domenica e oggi ho avuto da fare.
    Spero vada bene come post, è un po' cortino. ^^
     
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    Finalmente pareva che le vere potenzialità del suo allievo si stessero risvegliando. Dopo il secondo fallimento egli s'era rialzato mostrando un ulteriore cambiamento nell'atteggiamento. Evitò le formalità - cosa che fra l'altro Haine odiava - e si scagliò subito su di lui. La tattica che il suo allievo aveva deciso d'utilizzare questa volta era indubbiamente migliore delle altre, ed Haine decise di graziarlo, giacché egli sembrava alquanto promettente.
    Com'egli effettuò la spazzata, Haine non si spostò affatto, finendo dunque per perdere l'equilibro. Vide, rapido il ragazzo alzarsi con l'intento di colpirlo con una gomitata alla mascella. Nonostante l'allenamento consistesse nel farsi colpire sarebbe stata un'onta imperdonabile se un comune allievo appena entrato in accademia potesse ledere in qualche molto alla sua persona. Non poteva affatto permettersi di macchiare la sua reputazione in tal modo, ergo durante la sua caduta all'indietro dovuta alla perdita dell'equilibrio, riuscì - dopo aver fermato la stessa mediante l'utilizzo delle braccia - ad eseguire una capovolta all'indietro, che l'allontanò il giusto necessario per evitare l'attacco del suo studente, che, almeno questa volta, riuscì a non deluderlo. “Questo è qualcosa che avrebbe potuto colpirmi.” Ghignò. Infine egli era riuscito a sfornare qualcosa vagamente decente. Nonostante riteneva che avesse potuto tirar fuori qualche idea migliore, era ormai deciso a premiarlo. A suo avviso bocciarlo sarebbe stato uno spreco. “Infine sei riuscito a far qualcosa d'accettabile. Devo ammettere che m'hai tediato oltremodo, ed i tuoi tentativi, almeno i primi due non erano affatto degni d'essermi rivolti, ma ad ogni modo hai passato l'esame.” Ghignò languidamente, per poi avviarsi verso l'uscita. Rivolse un ultimo sguardo al suo studente, per poi rapido scomparire.

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  12. .:Squall:.
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    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    § Pensato §
    Parlato Altrui

    L’attacco di Ryuichi funzionò alla perfezione. Il movimento improvviso suscitò la sorpresa sperata nel ragazzo e riuscì ad effettuare la sua spazzata. In teoria era riuscito a colpire Haine e di conseguenza aveva superato la prova, molto probabilmente fu per quello che il Sensei, con una piroetta con le mani, schivò la gomitata.
    Questo è qualcosa che avrebbe potuto colpirmi. Infine sei riuscito a far qualcosa d'accettabile. Devo ammettere che m'hai tediato oltremodo, ed i tuoi tentativi, almeno i primi due non erano affatto degni d'essermi rivolti, ma ad ogni modo hai passato l'esame.

    Detto questo, Haine si spostò verso l’uscita e lanciando una ultima occhiata a Ryuichi, lasciò la classe. Il ragazzo stava ancora metabolizzando la notizia, i suoi occhi tornarono a scintillare, e un sorriso si fece spazio fra le sue labbra.
    Era riuscito a passare l’esame e soprattutto in soli tre tentativi. Esultò portando in alto le braccia con impeto, lo fece così veloce che le vertebre colpite in precedenza schioccarono sinistramente, causandogli un lieve dolore. Lentamente lasciò la stanza per andare a comunicare la buona notizia alla sua famiglia.
     
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