Classe I [III]

Controllo del Corpo Lv.2

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  1. Belfagor90
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    Di nuovo era passata una settimana dall'allenamento precedente e tutte le ferite, almeno quelle fisiche, dei due allievi si erano bene o male rimarginate da quella traumatica lezione sul Reiatsu. Erano rimasti in due soltanto, ma il loro status di allievi sembrava essere salito da semplici novellini a studenti in pieno corso e questo prevedeva qualche minimo miglioramento alla mensa, alla qualità delle strutture di cui potevano usufruire, ma anche, ovviamente, alla difficoltà di ciò che avrebbero dovuto affrontare nelle lezioni.
    Se ne resero conto nella fatidica settima notte quando, disturbati nel sonno da un curioso ondeggiare, si ritrovarono improvvisamente su una strada dentro una foresta. Indossavano ancora il pigiama con cui erano andati a letto la sera prima e se ne stavano pure nello stesso identico letto... solo che era stato proprio quest'ultimo a rapirli. Piegandosi oltre il bordo videro che le gambe si muovevano come se si trattassero di zampe vere e proprie invece che di assi di legno, ma la parte migliore fu quando un televisore al plasma si aprì sulla testata mostrando una versione pixellata della faccia del loro sensei che sorrideva come non mai.
    - Prova prova, ci siamo? Mi senti? Ma chi se ne frega, apri bene le orecchie: questo è esattamente quello che sembra. Sei stato rapito/a da un letto vivente comandato a distanza dal tuo amabile maestro e ora stai per affrontare l'ennesimo, mirabolante allenamento! Contento/a, vero? Io UN SACCO! Non scendere che arriveremo presto alla nuova location preparata apposta per l'occasione. Nel frattempo... un piccolo stacco musicale!
    L'immagine si dedicò improvvisamente ad un piccolo balletto trionfale con tanto di Moon Walk accompagnata dalla canzone I'm Bad di Michael Jackson e continuò in un loop di ventidue ripetizioni finché...


    Finale in sospeso. Giostratevela pure come preferite e preparatevi ad una botta di vita ^^
     
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  2. Feferocky
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    Da quando Akane aveva comprato quel piccolo gomitolo color giallo canarino, Tosei non lo aveva più lasciato andare. Era il suo piccolo tesoro e, quando la sua padrona cercava di avvicinarsi per prenderlo, reagiva con scatti e arruffando il suo morbido pelo nero, tenendo quell’oggetto stretto fra gli artigli.
    Nemmeno più i dolci sembravano interessargli.
    -Incredibile! Se soltanto avessi saputo qualche centinaio di anni fa che bastava un gomitolo giallo per metterti a dieta...- era quasi commossa e, anche se a malincuore, doveva ringraziare una certa persona per averle dato l’ispirazione - Grazie Sensei!
    Già. Il Sensei. Chissà se aveva ripreso le sue normali sembianze. Dopotutto dalla fine di quell’allenamento era passata una settimana ma di lui ancora nessuna notizia.
    -Chissà che piano macabro e cruento avrà in serbo per noi la prossima volta – E Ilyan. Era un ragazzo forte e sicuramente si era ripreso dalle ferite subite la settimana prima.
    Anche il secondo allenamento era stato superato e c’era perfino la possibilità di mangiare cibi migliori alla mensa, ma Akane continuava a preparare manicaretti da sola, per sè e per il suo piccolo gatto goloso Tosei. Era il suo più grande divertimento dopo la creazione degli Ikebana, che comunque continuava ad intrecciare ogni giorno: non le servivano più soltanto per scandire i giorni che passavano presso la Soul Society. Ormai era diventata un’abitudine, un hobby al quale si dedicava con passione e costanza sorprendenti.
    Però era al tempo stesso diventato stancante dedicarsi agli Ikebana, tra le riparazioni dei danni che Tosei provocava e gli allenamenti all’Accademia, e Akane, nonostante si fosse ripresa completamente, aveva preso l’abitudine di andare a letto presto: non c’era stata una singola giornata in quella settimana, nella quale non fosse arrivata a sera completamente esausta.
    Anche quella sera, del resto, non fece eccezione. Così, dopo aver preso faticosamente quel gattaccio malefico e il suo amato tesoro, se li portò con sè nel letto. Anche Tosei doveva essere stanco, vista la velocità con cui si addormentò... quasi in sincronia con la sua padrona.
    Il letto quella notte sembrava molto più comodo del solito. Akane era molto rilassata e cominciò a sognare: i suoi sogni erano tutti un po’ strani. Trovarci poi personaggi come il sensei non poteva che trasformarli in incubi.
    Era in una stanza grande e bianca e c’era lei, Akane che dipingeva i muri di giallo, il colore dell’amato gomitolo che aveva comprato per il suo gatto, il colore della piovra-sensei. Ad un certo punto proprio quando Akane aveva finito di dipingere si sentì la voce del sensei:
    -Yuki! Yuki! Non riesci a vedermi perchè hai dipinto tutti i muri di giallo e ora sono in grado di mimetizzarmi! Kukukuku! Ma tranquilla! Ora ti mando tutti i miei fratellini blu che ti faranno divertire un po’ al posto mio...– si sentiva la voce del sensei rimbombare su tutti i muri, come se provenisse da ogni direzione.
    -Mi chiamo Akane!- La ragazza lo cercava invano, tentando di scrutare i contorni di quella piovra. Ad un certo punto, nella stanza spuntarono tanti altri polipetti blu, fuoriusciti da piccoli bidoni della spazzatura, che fino ad un momento prima non c’erano. Stavano invadendo la stanza e si accumulavano sempre più, uno sopra l’altro fino a sollevare la ragazza fino al soffitto, facendola dondolare di qua e di là. L'avrebbero inevitabilmente schiacciata. Un ultimo eco di tantissimi – kukukukukukuku – prima che la ragazza si svegliò di soprassalto, senza essersi ancora resa conto di non essere più nel suo appartamento. Faceva un po’ freddo. Dopo quei due minuti per aprire gli occhi, venne svegliata definitivamente da un oggetto che le finì in fronte. Era...
    - Un ramo? E con le foglie per giunta! ... Il letto! Il mio letto si muove...-
    Si sporse leggermente per vedere con quale meccanismo quel coso avesse preso vita e vide delle gambe vere al posto delle normali assi di legno.
    -No! Non può essere ancora lui... – disse la ragazza con uno sguardo ancora assonnato e estremamente irritato. Aveva ancora indosso la sua vestaglia con i fiori di sakura e i capelli tutti scompigliati. Tosei era ancora accanto a lei, ignaro di quello che stesse accadendo. Quando dormiva non lo svegliavano nemmeno le cannonate!
    Il sospetto della ragazza trovò subito le sue conferme, grazie ad un televisore al plasma che spuntò dal nulla, mostrando la faccia del colpevole - quel bastardo del sensei rovina-sogni -.
    -Prova prova, ci siamo? Mi senti?-
    -Bastardo! Certo che ti sento! Se ti prendo, io...- non ebbe il tempo di opporsi...
    -Ma chi se ne frega, apri bene le orecchie: questo è esattamente quello che sembra. Sei stata rapita da un letto vivente comandato a distanza dal tuo amabile maestro e ora stai per affrontare l'ennesimo, mirabolante allenamento! Contenta, vero? Io UN SACCO!
    -E io no!-
    -Non scendere che arriveremo presto alla nuova location preparata apposta per l'occasione. Nel frattempo... un piccolo stacco musicale!-
    -Vi prego ditemi che è tutto un sogno! Un altro incubo!-
    Un altro ramo in testa le fece capire che era tutto reale. Ormai cominciò a rendersi conto di essere nel bel mezzo di una foresta e il letto stava camminando letteralmente verso una meta non ben definita. Per di più, grazie allo “stacchetto musicale” messo sul televisore dal sensei il letto aveva cominciato a ballare, sballottando Akane e Tosei, non curandosi del fatto che potessero cadere dal letto. Akane tenne stretto a sè Tosei, che ovviamente si era svegliato ma era a dir poco shoccato.
    -Tranquillo cucciolo mio. È solo un pazzoide che ha fatto muovere il nostro comodo e bellissimo letto. Un giorno gliela farò pagare amaramente.-
    Non ci si poteva aspettare di meno da un matto patentato come quel tipo. Il ritmo di quella canzone stava suonando da un pezzo, mentre il letto aveva continuato a saltare, a ballare e a fare il Moon walk di Micheal Jackson, facendo sbattere Akane su rami di quercia, ciliegio, noce o chissà quanti altri tipi di alberi. Sta di fatto che quei lividi non se li sarebbe dimenticati molto facilmente. Non erano molto dolorosi, ma di certo avrebbero lasciato il segno. Tosei stava cominciando ad agitarsi, ma non gli avrebbe mai permesso di abbandonarla: aveva solo lui nella sua esistenza ormai. E poi come avrebbe fatto a mangiare tutte le sue leccornie? Di certo quel gatto aveva molte qualità, ma fra queste non vi era di certo la capacità di orientarsi.
    Akane decise quindi di raggomitolarsi insieme al suo gatto sotto le coperte e bloccandosi alle maniglie del letto per evitare di sbattere a causa dei sobbalzi.
    -E’ tutto un sogno. Solo un brutto sgradevolissimo sogno! Urahara ricordami di cavarti gli occhi quando ti vedo!-
    Mai svegliare una donna quando ha preso il sonno pesante. Può rivelarsi più pericolosa del previsto.

    Spero che non vi arrabbierete con me per essermi portata il mio gattino nero a lezione, sensei. Ma non preoccupatevi, non darà fastidio a nessuno :*_*:
     
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    L’ultima lezione aveva lasciato trascorsi pesanti nel suo stomaco e quell’esperienza era notevolmente maggiore di una sbornia pesante. Dopo essere stato portato in infermeria con la bocca piena di sangue, aveva passato i quattro giorni seguenti sentendo dolori allo stomaco, ma comunque sentiva che erano prettamente interni e il fisico sembrava essere tornato in forma. Ben presto capì che lo sforzo spirituale aveva sopraffatto quello fisico e rimarginare ferite nello spirito era molto più difficile che guarire qualunque altra ferita.
    Il tempo poi passò tranquillamente fino a che un giorno rimase a pensare proprio al suo strambo professore e si stava rendendo conto che ormai era quasi una settimana che non si faceva sentire.
    Di solito non rispettava tempi regolari, ma gli aveva detto che si sarebbe fatto sentire e di sicuro sarebbe arrivato al momento più appropriato. Naturalmente il momento appropriato che riteneva lui, non corrispondeva con le nostre necessità e di icuro la sua comparsa sarebbe avvenuta in un modo particolare, per non dire rischioso per la nostra incolumità.
    I giorni continuavano ad andare via veloci e i piccoli vantaggi che avevano ottenuto dall’ultimo addestramento gli donavano una certa sicurezza nella struttura e avevano migliorato la loro vita quotidiana.
    Nonostante tutto, pero i ritmi da sostenere erano abbastanza alti e continuare a testa bassa era l’obiettivo del giovane studente, che non faceva altro che pensare a migliorare.
    Il netto distacco che sentiva, provava e vedeva tra lui e il suo professore, lo rendeva nervoso.
    Questa reazione emotiva non era dovuta solamente al fatto che il Sensei trattasse chiunque con non aria strafottente. Il vero motivo per cui cedeva alla rabbia era dovuto alla sua potenza, netta e devastante. Lui desiderava arrivare al suo livello, ma non voleva eguagliarlo bensì pensava di superarlo, per poi recuperare la propria memoria della vita passata e avere le armi per scrivere il suo nuovo destino.

    Tutti i giorni si dava costantemente da fare, dividendosi tra studi e allenamenti, temprando il fisico e la mente di pari passo.
    Poi una sera vennero a mancare le forze e decise di andare a riposare prima, per riprendersi e ripartire con maggiore energia. Poi non c’era miglior sonno di quello tranquillo e pacato senza nemmeno avere lo stress del Sensei nella mente.
    Felice e pacato si mise a dormire, la notte non era nemmeno arrivata e tutte quelle ore, sarebbero state il suo tocca sana.


    Mi ci vuole proprio……stanotte starò bene e adesso…..meglio spegnere il cervello e chiudere gli occhi.

    Tra tutti i giorni che Ilyan potesse scegliere, per conservare le forze quello fu il più sbagliato.
    Perché quando finalmente arrivò la notte, non fece il suo corso facendolo riposare, ma appena passarono due ore qualcosa fece svegliare il giovane addormentato.
    Ad un primo momento gli sembrò di sognare, forse stava sognando di marciare perciò si rigrò nel letto credendo che i suoi pensieri stavano dando vita alla sua immaginazione.
    Il passo costante pero continuava imperterrito e lo faceva cosi forte che alla fine lo fece svegliare.
    Una volta aperti gli occhi non poteva dubitare di se stesso, si prese anche un po’ a schiaffi, ma la situazione non cambiava.
    Una volta capito che quella era la realtà si rese conto che era più brutta di quanto si aspettasse, non solo il letto stava marciando, ma era arrivato molto lontano dalla sua stanza.
    Faceva freddo e dopo essersi riaffacciato al bordo del letto per confermare la sua visione di vedere delle gambe al posto degli assi del letto, si mise sotto le coperte arrabbiato e infreddolito.
    Lui aveva l’abitudine di dormire senza pigiama, ma bensi solo con i boxer e là fuori faceva veramente freddo.
    Nonostante si fosse imbucato sotto le coperte lasciò gli occhi fuori per cercare di capire dove stava andando e sopra la sua testa c’era solo verde.


    Una foresta? Quel pazzo….sarà sicuramente colpa sua!!

    I suoi presentimenti divennero fondati quando apparve un piccolo schermo piatto, con proiettata la faccia del suo folle maestro.

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    -Prova prova, ci siamo? Mi senti?-
    -Ma chi se ne frega, apri bene le orecchie: questo è esattamente quello che sembra. Sei stato rapito da un letto vivente comandato a distanza dal tuo amabile maestro e ora stai per affrontare l'ennesimo, mirabolante allenamento! Contenta, vero? Io UN SACCO!
    -Non scendere che arriveremo presto alla nuova location preparata apposta per l'occasione. Nel frattempo... un piccolo stacco musicale!-

    Uno stacco musicale eh…… spero che sia l’ultimo che farai…..idiota malato di mente!!!

    Lo stacchetto musicale riusonava la canzone di Michael Jackson “ Bad” e all’interno del plasma si poteva ammirare il balletto di quell’individuo che si lasciava andare al ritmo, compiaciuto del suo lavoro.
    Cosi si ributtò sotto le coperte ammirando le folte chiome di foglie che pian piano gli sorvolavano la testa.
    Il letto procedeva e il freddo non se ne andava, considerando che doveva anche affrontare la missione, decise di concentrarsi sul luogo dove stava andando piuttosto che ai suoi boxer e al freddo che avrebbe provato.


    Io lo ucciderò…. Lo so
     
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  4. Belfagor90
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    Teo, che non debba aspettare più la tua risposta per così tanto tempo. Sei stato fortunato che avevo problemi in real, ma normalmente ti avrei lasciato indietro visto che non è la prima volta.



    Cammina cammina... dondola dondola... (e balla balla...) i letti infine sbucarono in quello che sembrava una specie di campo minato in disuso. La terra era piena di trincee mezze-crollate, muriccioli sfondati, rifiuti, buche, crateri, cartelli gialli spezzati con un teschietto mutilato e le scritte talvolta "-OLO" e talvolta "PERI-".
    Sembravano catapultati direttamente su un vecchio campo di battaglia e qual è la cosa più pericolosa di questi posti?
    - Buonanotte a tutti, belli e brutti! Spero siate svegli e attivi! - esordì la figura nello schermo interrompendo immediatamente il suo ballo scatenato. Sembrava che anche quello fosse un messaggio registrato nella testata del loro letto.
    - Questo posticino l'ho scelto apposta tra i vecchi campi di allenamento per le reclute della Seconda Brigata per il nostro allenamento settimanale. Un tempo era usato per verificare la furtività degli aspiranti Shinigami negli spostamenti sotto attacchi Hollow, ma oggi siamo molto più gentili e comprensivi e quindi abbiamo tolto i mostri assetati di sangue e abbiamo messo delle mine anti-uomo e anti-carro, trappole varie e qualche altro trucchetto che adesso non mi viene in mente. Cosa dovete fare? Attraversarlo, ovviamente, ma stando stando a bordo dei vostri cari lettoni che mi sono preso la briga di far sistemare da un amico.
    Come si suol dire "detto fatto". Aveva appena finito di parlare che i comodi lettoni subirono una strana trasformazione: spuntarono una consolle con quattro tasti e un joystick, uno schermo di vetro ai piedi del letto e... armi. Ma non armi piccole come una scacciacani, qui si parlava di armi SERIE. Collegati all'apparentemente innocuo lettone spuntarono mitra, gatling, missili, lanciagranate, mortai e quant'altro! Poi venne sputata fuori da sotto il cuscino anche una piccola katana di legno, ma la piccolina impallidiva al confronto col resto dell'armamentario.
    - Potete usare qualsiasi cosa per farvi strada, ma cercate di non rimanere senza munizioni o vi rimarrà solo la spada per... "dopo". Ah, c'è un premio se uno di voi "affonda" il letto dell'altro. Ci vediamo dall'altra parte, bye bye!
    Lo schermo si spense mostrando solo una grande scritta dorata che recitava "PARTENZA". Era l'inizio della loro nuova avventura!


    Allora, avete munizioni pari a:
    - 2 missili cerca-calore
    - 2 mitra e un cannone gatling con autonomia di due minuti di fuoco continuo ciascuno
    - 3 granate
    - 1 bomba a mano
    - 1 bomba da mortaio
    - 1 katana di legno

    Potete usarle contro di voi o per distruggere ciò che vi ostacolerà, ma se non state attenti le munizioni finiranno e il gioco si farà duro!
    Lo schermo ha funzione protettiva e vi indica costantemente la posizione del vostro compagno d'esercizio tramite una piccola freccia assieme alla direzione corretta da prendere, ovvero dritto verso Urahara. Iniziate pure con una semplice descrizione dei primi passi e sappiate che non vedete ancora la fine del campo d'addestramento perché è dietro una curva coperta da una china montuosa.
    Enjoy ^^


    P.S. tra di voi ci sono 50 metri in linea d'aria, almeno all'inizio. Chi avesse intenzione di avvicinarsi può farlo senza problemi... per ora.
     
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    Questa canzone non finisce più? Spero non abbia intenzione di continuare a cantare per tutto il tragitto.

    Invece le sue intenzioni erano prettamente quelle e una volta sorbitosi la stessa versione per 25 volte finalmente arrivò la svolta della situazione.
    La cosa importante da sottolineare, era sempre più o meno la stessa; poiché nelle lezioni organizzate e portate avanti dal Sensei le svolte che portavano a qualcosa; quasi mai risultavano essere positive.
    Stavolta non fece eccezione e lo scenario che gli si pose davanti fu addirittura più macabro del solito. Un campo minato apparentemente abbandonato, con trincee e buche a terra.
    Stavolta il suo maestro aveva trasformato in realtà tutte le sue promesse, diventare uno Shinigami non sarebbe stato una passeggiata, anzi sarebbe stata una vera e propria guerra e questa era una dimostrazione pratica.
    Naturalmente dopo la presentazione dello scenario arrivava il magnate dell’evento e con la sua voce soave si apprestava a spiegare le regole del gioco.


    CITAZIONE
    - Buonanotte a tutti, belli e brutti! Spero siate svegli e attivi!
    - Questo posticino l'ho scelto apposta tra i vecchi campi di allenamento per le reclute della Seconda Brigata per il nostro allenamento settimanale. Un tempo era usato per verificare la furtività degli aspiranti Shinigami negli spostamenti sotto attacchi Hollow, ma oggi siamo molto più gentili e comprensivi e quindi abbiamo tolto i mostri assetati di sangue e abbiamo messo delle mine anti-uomo e anti-carro, trappole varie e qualche altro trucchetto che adesso non mi viene in mente. Cosa dovete fare? Attraversarlo, ovviamente, ma stando a bordo dei vostri cari lettoni che mi sono preso la briga di far sistemare da un amico.

    Addirittura hai degli amici? Giuro che non ci credo……..no……

    Il tempo di finire il discorso e il comodo letto di Ilyan subì una lieve trasformazione.
    D’un tratto fece la sua comparsa una consolle con un joystick e quattro tasti, in più unito a uno schermo sul fondo del letto.
    Poi dopo essersi reso conto di essere stato catapultato dentro un videogioco, cercò la cosa fondamentale in un gioco di guerra.
    Le armi gli apparvero tutte intorno al letto e non erano armi bianche adatte ad uno Shinigami, anzi rappresentavano il bagaglio pesante di “John Rambo” con tanto di lanciarazzi.
    Mentre lo studente ammirava e scrutava le armi in suo possesso, ricomparve la voce del sadico maestro che premeva per esplicare le ultime dinamiche e dare il via alla guerra.


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    - Potete usare qualsiasi cosa per farvi strada, ma cercate di non rimanere senza munizioni o vi rimarrà solo la spada per... "dopo". Ah, c'è un premio se uno di voi "affonda" il letto dell'altro. Ci vediamo dall'altra parte, bye bye!

    Spero di arrivare dall’altra parte……..ma non spero di rivederti!

    La scritta “PARTENZA” appariva sul suo schermo, dopo essersi spento e questo era il segnale che dava il via alla prova sadica cui era stato sottoposto.
    Il suo obiettivo era di attraversare il campo minato e aveva anche sentito che avrebbe avuto un premio se avesse abbattuto il letto dell’altro studente.
    Tra lui e la sua compagna c’erano una cinquantina di metri e vedendo il suo letto decise di avvicinarsi. Mentre lo faceva le parlò ad alta voce per spiegare i suoi movimenti e farle capire che non c’erano intenzioni bellicose.


    Akane mi sto avvicinando…..penso che almeno per i primi passi ci converrebbe procedere insieme….poi se verso la fine del campo vorrai combattermi, sarai libera di farlo.
    Dimmi se per te va bene.


    Ilyan si spostava verso la posizione della ragazza e mentre lo faceva, si rendeva conto che non riusciva nemmeno a vedere la fine del campo, poiché nascosto da una curva.
    La grandezza del campo da attraversare non prometteva niente di buono e sapeva molto bene che le munizioni erano la sola cosa che gli avrebbero fornito protezione e quindi la sola possibilità di arrivare al risultato finale.
    La sua compagna di classe Akane non risiedeva tra i suoi obiettivi giornalieri e questo non faceva altro che confortarlo.

    Adesso che era giunto vicino alla sua posizione, le fece segno di andare avanti con lui e incominciò i primi passi, lenti e cauti; sperando che i pensieri partoriti dalla testa della ragazza fossero uniformi ai suoi.
    Ogni passo era lento e cauto e per stare sicuro si era munito del mitra che teneva puntato in avanti, pronto all’azione.
    Fucile puntato e passo lento dritto verso la freccia che indicava Urahara e ogni tre passi si voltava per guardare la sua compagna.


    La guerra…..sono sicuro che nella mia vita passata……io non l’ho combattuta!!
     
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  6. Feferocky
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    Quel dannato coso continuava a saltellare, ma aveva cominciato anche a mettersi su due zamp... ehm... gambe, facendo finta di essere un umano, imbizzarrendosi. Akane, tenendo stretta a sè il suo gatto, stava per essere scaraventata dall’altra parte, ma riuscì giusto in tempo a mantenersi alle sbarre di legno.
    -Soltanto Urahara poteva pensare ad una cosa del genere in tutta la Soul Society. – Non appena Akane finì il suo pensiero, così come la gente solitamente si sveglia dal letto e pensa “Ah! Oggi diventerò un corridore per la maratona di New York!”, beh, quel letto cominciò a correre come uno scattista prodigio di 5 anni.
    -Ehi! Calma! Non abbiamo tutta questa fretta, sai? Potresti anche lasciarmi dormire un altro po’!-.
    -Meeeeeeeow!- Tosei era spaventato a morte, il che era paradossale visto che, facendo due conti, era già morto da un pezzo.
    Il mobile prese alla lettera le parole di Akane e si fermò di scatto, rischiando seriamente di disarcionare la ragazza e il gatto.
    -Cosa diamine...-
    S’interruppe, vedendo che davanti ai suoi grandi occhi azzurri si distendeva un campo di guerra. Akane potè riconoscerlo, perchè vide delle buche simili a trincee, piccoli crateri inceneriti e cartelli, che riconobbe come segnali di pericolo. Per un attimo, Akane pensò che, conoscendo il sensei, fosse possibile anche che ci fosse qualche bomba.
    -Per tutti gli shinigami! Questo fa sul serio, stavolta. Ci vuole morti-
    Ad un certo punto sentì lo stacchetto musicale interrompersi e si sostituì la voce di quel bastardo guastafeste e rovina sogni di un sensei.
    - Buonanotte a tutti, belli e brutti! Spero siate svegli e attivi!
    -Se non fossi il mio Sensei e se in fondo in fondo, nonostante tutto, non ti considerassi anche simpatico, ti avrei mandato volentieri al diavolo-
    - Questo posticino l'ho scelto apposta tra i vecchi campi di allenamento per le reclute della Seconda Brigata per il nostro allenamento settimanale.-
    Akane, non appena sentì pronunciare il nome della Seconda Brigata, sgranò gli occhi, terrorizzata. Non si prospettava nulla di buono, se il campo era il loro. Erano famosi per la loro rigidità e severità, soprattutto negli allenamenti. Per un attimo, però, si ricordò dell’esplosione del Sensei e della sua “trasformazione” in piovra giallo canarino e non ci pensò più.
    - Un tempo era usato per verificare la furtività degli aspiranti Shinigami negli spostamenti sotto attacchi Hollow, ma oggi siamo molto più gentili e comprensivi e quindi abbiamo tolto i mostri assetati di sangue-
    -Oh ma che gentili!-
    -... e abbiamo messo delle mine anti-uomo e anti-carro, trappole varie e qualche altro trucchetto che adesso non mi viene in mente.-
    -Non so perchè, ma non ne dubitavo.-
    - Cosa dovete fare? Attraversarlo, ovviamente, ma stando a bordo dei vostri cari lettoni che mi sono preso la briga di far sistemare da un amico.-
    Akane non volle nemmeno provare a pensare a che genere d’amici avesse, un pazzo simile. Sta di fatto che, ad un certo punto, la ragazza si vide comparire davanti un joystick, una console, uno schermo di vetro ai piedi del letto e ...
    -No! Queste no!-
    Erano delle armi di grosso taglio. Armi che avrebbero potuto uccidere chiunque anche con un singolo colpo, se ben centrato. Tosei si cominciò ad avvicinare a quelli che pensava fossero giocattoli, ma la ragazza lo fermò subito, allontanandolo da lì. Però il gatto non si fermò e andò a prendere un bastone da sotto il cuscino. Era una katana di legno. Dopo averla presa fra i dentini, Tosei la portò alla padrona.
    -Tosei, devi sapere che in genere sono i cani che fanno queste cose.- lo accarezzò facendogli un sorriso – Grazie piccolo batuffolino. Ora, scendi da letto, vai a nasconderti dietro quel cespuglio di fiori e non muoverti per nessuna ragione. Ti passo a prendere dopo, ok? Sempre se resto in vita- Non si sa come e perchè, ma per una volta sembrava che il gatto avesse capito la situazione e perfino le parole della ragazza. Stranissimo, visto che in genere i gatti non si lasciano mai dire quello che devono fare. Si era andato a adagiare sotto il cespuglio e si era addormentato senza problemi. Forse perfino il gatto aveva capito che era diventata una questione di vita o di morte e preferiva starne fuori. –Meglio così... poteva farsi male a stare con me. O comunque poteva anche essermi d’impiccio-
    Poi si rigirò verso la voce del Sensei per ascoltare le altre istruzioni dell’allenamento.
    - Potete usare qualsiasi cosa per farvi strada, ma cercate di non rimanere senza munizioni o vi rimarrà solo la spada per... "dopo". Ah, c'è un premio se uno di voi "affonda" il letto dell'altro. Ci vediamo dall'altra parte, bye bye!
    - L’altro?-
    -Akane mi sto avvicinando….- la voce del compagno la fece balzare sull’attenti e prese d’istinto la prima arma che si trovò fra le mani, un mitra.
    -Ilyan! Oh santo cielo sei tu!- abbassò l’arma ma non la guardia: nessuno poteva prevedere che Ilyan volesse in realtà attaccare la ragazza per prendersi il premio, qualunque esso fosse.
    -Penso che almeno per i primi passi ci converrebbe procedere insieme….poi se verso la fine del campo vorrai combattermi, sarai libera di farlo.
    Dimmi se per te va bene.-
    Il ragazzo non aveva detto che non l’avrebbe attaccata, il che era sospetto.
    -Può essere anche un bluff e alla prima occasione ne approfitterà per attaccarmi. Però per ora conviene fare come dice lui almeno per tastare il terreno di gioco e vedere come va-
    - D’accordo Ilyan, ma se provi ad attaccarmi di sorpresa, ti ammazzo, hai capito?- Akane sapeva di esserne capace. In tutti quegli anni aveva imparato a non fidarsi completamente di nessuno. Figurarsi poi in una situazione dove c’è in gioco la “seconda vita”.
    Lo schermo nel frattempo si era spento e aveva dato il segnale di "PARTENZA".
    La ragazza quindi si fece un paio di conti rapidissimi per vedere quante munizioni e armi avesse a disposizione.
    Il traguardo non si vedeva nemmeno, quindi non c’era fretta.
    La katana sicuramente andava lasciata per ultima, per quello che il Sensei aveva definito come ... “dopo”. Akane sperò di poterla usare per assestargli un bel colpo su quella zucca troppo piena che aveva. Come faceva a pensare ad allenamenti simili? È ovvio che fosse stato annoverato fra gli shinigami più strani e pazzi della Soul Society.
    Nel frattempo Ilyan era andato avanti e si voltava ogni tre secondi verso di lei, forse per capire che intenzioni avesse o forse per attaccarla di sorpresa alla prima occasione. Sta di fatto che la ragazza volle prima vedere come fosse il terreno. Il Sensei aveva detto che c’erano mine anti-carro e anti-uomo. Però Akane non poteva sapere se queste mine sarebbero esplose semplicemente premendovi sopra o comunque con qualche suono o qualche vibrazione. Non aveva una gran cultura sulle bombe e quel poco che sapeva lo doveva ai lunghi discorsi che faceva il venditore di uova del mercato del Rukongai che ripeteva in continuazione “Eh... altro che uova. Io nella mia prima vita ero un soldato delle Brigate rosse”. In realtà secondo Akane quell’uomo non si ricordava nemmeno cosa fossero le Brigate rosse. Ogni tanto quell’uomo lanciava le uova sui clienti urlando citazioni e aforismi lette su chissà quale libro.
    -”Le armi più sicure sono strumenti di sventura.” Prestate attenzione!-
    Bah. Akane comunque vide lo schermo ai piedi del letto. C’era scritta la direzione da prendere e la posizione di Ilyan. Decise quindi di cominciare a seguire il percorso. Prese il joystick e premette il tasto in avanti, procedendo lenta e osservando per bene se fossero presenti delle sporgenze che potessero sembrare bombe, trappole o qualcosa di simile. Non sembrava che ci fosse qualcosa, ma il buio poteva anche ingannare.
    Quanto ad Ilyan, avrebbe tenuto una granata pronta per lui nel caso in cui avesse fatto una singola mossa.
     
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  7. Belfagor90
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    Dall'alto della sua postazione, Urahara Mouryou guardava i suoi due allievi che cominciavano ad avvicinarsi senza però togliere le dita dal grilletto e ciò gli strappò un sorriso. Quel che vedeva era buono. In fondo Ilyan era l'ultima persona di cui chiunque avrebbe potuto fidarsi e Yuki aveva ragione nel tenere le armi a portata di mano. D'altro canto il ragazzo aveva dimostrato un minimo di imprevedibilità cercando il dialogo con la compagna. Credeva fosse più il tipo da "prima ti ammazzo e poi uso il tuo corpo per scovare le mine", forse uno spettacolo a vedersi, ma poi avrebbe dovuto ucciderlo e sarebbe rimasto senza allievi. Un bel problema per la sua carriera prossima al grande salto di qualità.
    Ma in quel momento si chiese cosa avrebbe fatto dopo. Un tenente poteva continuare a fare il sensei all'Accademia? Lui si divertiva un casino, e così i suoi allievi, ma non credeva di poter rinunciare ad una cosa che capitava una volta nella vita come la nomina ad uno dei ranghi più alti del Seireitei.
    Scacciò quei pensieri troppo complicati. Era vero che era vicino alla promozione, ma la strada era ancora lunghissima e quindi era inutile farsi troppi problemi. E poi aveva sentito una deflagrazione seguita da un urlo, quindi era bene tornare a guardare i loro travagli prima che saltasse qualche testa di troppo.
    - Uh! Hanno trovato la trappola a molla e quella della farina!!
    La prima era una specie di enorme trampolino che scagliava le persone a grandi altezze col rischio di farle poi precipitare se non erano svelte con la levitazione (preoccupazione inutile coi suoi allievi, tanto non sapevano farlo! Meno male che aveva fatto mettere anche un paracadute su quei letti), mentre l'altra era considerata una bazzeccola da tutti finché grazie ad essa Larry scoprì la sua allergia ai cereali. Povero Larry, mai sottovalutare il potere mortifero dei cereali.


    Riassumendo: Feferocky, tu sei quella che si è appena beccata un lancio nel subspazio (no dai, solo 30 metri in verticale ^^) e dovrai essere abbastanza svelta da trovare il pulsante del paracadute sul tuo bel joystick descrivendo per bene come ci riesci avendo pure libertà di decidere come interagire con la tecnologia del lettone (es. enorme bottone rosso con l'immagine del paracadute piazzato in uno scomparto segreto del joystick, etc)). Ricorda di non essere auto-conclusiva e lascia a me la decisione finale dove scopriremo se il paracadute si apre o no.
    Teo, a te invece tocca la bomba ai cereali. Si tratta di un grosso scoppio seguito da una grossa esplosione di farina bianca che adornerà il tuo pg come fosse zucchero a velo su un dolce. Non devi essere per forza allergico ai cereali (però non te lo vieto neanche, sta a te scegliere cosa preferisci), ma voglio vedere come fai interagire Ilyan.

    A voi ^^
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    La prova che aveva davanti non prospettava nulla di buono e voltandosi ogni tre secondi aveva visto lo sguardo della sua compagna e si era accorto che anche quello non prometteva nulla di buono.
    Il grilletto sempre pronto a sparare e il bersaglio era lui; nonostante avesse cercato un confronto amichevole con la sua compagna. Purtroppo si rendeva conto di non ispirare fiducia e dentro di se sentiva che in una vita passata avrebbe preferito sparare lui stesso piuttosto che parlare e ragionare, ma le cose cambiano e la morte cambia le cose, meglio di chiunque altro.


    Lei non si fida di me……e io? Io sono quasi convinto he non mi sparerebbe senza motivo…….sembra celare un animo gentile………speriamo…….

    Continuavano a muoversi lentamente lui un po’ più avanti di lei, con il suo mitra puntato dritto davanti a se. Ogni singolo movimento avrebbe preso un colpo, cosi da essere sicuro, che se fosse morto avrebbe portato con se il marchingegno assassino che gli aveva tolto la vita.
    Mentre procedeva cauto utilizzando il suo joystick decise di procedere in diagonale verso sinistra, cosi da scoprire la fine del campo e rendersi conto delle dimensioni effettive del campo minato. Questo gli fece guadagnare qualche metro riguardo alla sua compagna, che come una avvoltoio lo seguiva e lo scrutava, ma era rimasta un po’ più indietro prima di decidere se seguire o no la direzione di Ilyan.
    Nonostante questo lei continuò ad avanzare, in maniera cauta e i suoi occhi celavano i suoi pensieri, ma il ragazzo rimaneva dell’idea che fossero parte di una natura inquieta.
    Lasciarla perdere, del tutto però non era nelle sue intenzioni, anche perché voleva percorrere insieme il percorso e se qualcosa non gli avesse permesso di farlo, nella migliore delle ipotesi avrebbe voluto attraversare almeno i tratti iniziali con lei.
    Cosi decise di darsi un limite e fare solo, altri quattro passi rimanendo in testa al gruppo, con il suo lettone e il suo joystick, per poi girarsi e provare a convincere la compagna delle sue buona intenzioni, per procedere insieme passo passo, sullo stesso livello.

    Questa era una buona strategia mentale, per prepararsi sia all’attraversamento del campo, sia all’approccio umano con la sua diffidente compagna.
    Quindi non doveva fare altro che compiere questi fatidici quattro passi. Il primo venne via con molta tranquillità e non fu d’aiuto nemmeno per creare buone idee, su come interagire con Akane senza dare l’idea di una brutta presenza.
    Il secondo fu più lento e più cauto, visto che si era fermato a pensare a cosa dire, ma comunque avvenne e nella direzione prestabilita.
    Poi quando stava per compiere il terzo si fermò bruscamente e mezzo innervosito pensò ad alta voce.


    Aahhh le mie intenzioni sono buone…sarebbe più facile se procedessimo insieme non credi? Gia…..gia….questo dovrei dirle…….e sarebbe fatta no?

    Cosi poggiò il piede per il terzo passo, ma prima di voltarsi, sentì un rumore molto brusco provenire da dietro di sé.
    Il ragazzo si voltò preoccupato per Akane, ma quando incominciò a cercarla con lo sguardo, si rese conto che nella sua vecchia posizione della ragazza, era rimasta solo una bella nube di terra, come se fosse uscito qualcosa dal terreno o fosse esploso qualche ordigno.
    Poi finalmente individuò bene la posizione della sua compagna, aiutato anche dagli urli che faceva. Qualcuno nell’accademia pensava bene che fosse una stella promettente del cielo degli Shinigami, ma nessuno avrebbe mai pensato che avrebbe raggiunto il suo posto nel cielo cosi presto.
    Ilyan alzò la testa e la vide a un’altezza vertiginosa con tutto il suo lettone, come se fosse stata capitata su una mina a molla. Sicuramente da lì sicuramente avrebbe avuto una bella vista, ma non avrebbe avuto il tempo di godersela; forse nella sua testa la priorità sarebbe stata la soluzione per diminuire i danni della caduta.
    Il giovane studente era su un letto con joystick in mano e voleva aiutarla, perché perderla in quel momento, non sarebbe servito a nessuno dei due e se fosse stata abbattuta, non avrebbe preso nemmeno il premio in omaggio. Perciò continuò a spremersi le meningi per trovare una soluzione, ma l’unica cosa che riusciva a pensare era quella di buttarsi sotto di lei con il suo letto per attutire la caduta.
    Quest’opzione, pero non ebbe la possibilità di essere provata perché, preso un po’ dai pensieri e dalla paura di vederla sfracellare, per sbaglio spinse il tasto avanti del suo joystick, cosi da fare il fatidico quarto passo.

    Quel tasto gli diede un motivo per deconcentrarsi dalla sua compagna ed essere catapultato nel suo mondo, visto che adesso ad essere incappato in una trappola era stato lui.
    Quel movimento aveva dato il via a una serie di eventi a catena, il primo di tutto fu un grande scoppio che catapultò nel panico, il povero Ilyan.
    Lui avendo tra le mani un joystick che mobilitava un mitra puntato e pronto a sparare, fece partire accidentalmente due colpi. Il primo sparo andò dritto in linea retta verso la catena rocciosa, mentre il secondo fu sparato verso il cielo. Durante questa reazione, che poteva essere giudicata esagerata; avvenne una grossa esplosione, che fermò la mano tremante del giocatore e addirittura lo portò quasi a sparare alla sua compagna.
    Poiché con quel botto l’istinto, lo portò a voltarsi, ma avendo la mano completamente bloccata non fece alcun danno ne a lui ne alla sua compagna.
    Fortunatamente per lui, la natura dell’esplosione era totalmente farinosa.
    Infatti, la trappola in cui era incappato, non era altro che una grande esplosione di farina, che condì la splendida notte, del ragazzo, facendolo diventare un omino bianco.
    Pero quell’esplosione di bianco che gli si catapultava addosso, gli fece credere di essere attaccato da un Hollow; cosi posò il mitra in fretta e furia e mentre cercava di impugnare la katana si lascò scappare una specie di urlo a voce alta.


    Attacco Hollow!!!!!

    L’urlo non fece altro che far entrare una grande quantità di farina nella sua bocca, strozzandogli la voce e facendolo smettere di parlare all’istante.
    Nonostante la voce si fosse fermata di botto, se qualcuno avesse osservato la scena da lontano avrebbe visto la katana muoversi all’impazzata a destra e a sinistra nella nuba bianca, come se avesse voluto trafiggere un mostro.
    Adesso con tutta quella farina, avrebbe potuto ammazzare il tempo, facendo un po’ di pane degli angeli e metterlo a disposizione di tutti, magari offrendolo al suo Sensei, ma di sicuro questo non rientrava nei suoi piani originali.

    Perciò una volta pulito in fretta e furia la sua faccia e il suo joystick dalla farina, lo fece anche il suo letto dandosi una bella sbattuta alle lenzuola.
    Poi dopo aver ritrovato un certo rigore da guerriero, provò a riguardare nel punto dove stava precipitando la sua compagna sperando che non si fosse sfracellata a terra, cosi da trovare un modo per salvarla.
    Ilyan la vedeva dimenarsi come se cercasse freneticamente qualcosa e prima di carpire il vero motivo dei suoi movimenti incominciò a tossire forte e a pensare ad alta voce.


    Tsk ……tutta questa farina addosso e nella gola, devo averla ingoiata un sacco……magari tossendo mi farà bene, ma non riesco a ragionare……o magari prima di sputarla fuori dalla bocca potrei riuscire a crearci delle formine……no!!!Akane ha la precedenza….gia!!

    Tossiva forte e mentre lo faceva, cacciava parti di farina a terra.
    Cosi la situazione finale era questa, lui con il capo verso il basso e la faccia rossa per lo sforzo della tosse, lei alle prese con un problema ben più grosso.
    Stavolta il ragazzo sperava che la sua compagna si salvasse, per proseguire la lezione insieme e chiedergli se era capace a fare il pane; vista la farina che aveva messo da parte, soto il suo cuscino.
     
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  9. Feferocky
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    Il letto aveva cominciato a muoversi in avanti, ma più velocemente di quanto Akane potesse aspettarsi. Così staccò il dito dal tasto e cominciò a inquadrare la situazione: si guardò intorno e ...ancora nessuna bomba, per fortuna.
    -Almeno a sapere come sono fatte, queste mine. Non ne ho mai vista una.-
    Guardò verso il suo compagno, sempre incerta che potesse attaccare alla prima occasione. E comunque, anche lei avrebbe potuto fare la prima mossa.
    -Perchè no? Magari, qualcosa che non possa ucciderlo, ma almeno a farlo disarcionare dal letto- Stava cominciando a trovare quell’allenamento estremamente divertente. Non le importava quale fosse il premio, ma nella sua mente stava cominciando a pensare a come far saltare in aria il suo compagno.
    -Ma ... a che sto pensando? Io ...non sono così cattiva.
    Questo era quello che la ragazza pensò, scuotendo la testa, non rendendosi conto che in realtà aveva congetturato mille modi, per far esplodere Ilyan.
    Però, molto probabilmente, non avrebbe fatto lei la prima mossa.
    Mentre avanzava, lenta, vide il suo compagno che sembrava agitarsi, forse per quello che la ragazza le avesse detto riguardo il fatto che potesse ammazzarlo.
    -Beh? Che ho detto di male? Non sarebbe comunque legittima difes.... Aaaaaaaah!-
    Qualcosa le impedì improvvisamente di terminare la frase, togliendole al tempo stesso il respiro e, per qualche decimo di secondo, anche la capacità di riconoscere la situazione drastica in cui si trovasse: era stata catapultata verso il cielo da chissà cosa (non c’era di certo abbastanza tempo per capirlo), lei, armi e tutto il resto, letto compreso.
    Panico, panico, panico totale. Cosa fare? Come muoversi? Cosa era successo? È facile dire che in queste situazioni bisogna stare calmi; aveva già visto nei suoi incubi situazioni simili, in cui doveva prendere decisioni importantissime in tempi minimi: per esempio sognò che, al tempo stesso, tre persone a lei care venivano impiccate in stanze diverse e lei poteva salvarne solo una. Oppure, un’altra volta sognò di essere un medico e di trovarsi nel bel mezzo di una guerra, con milioni di semi morti e decidere chi salvare per primo. Tutte situazioni nelle quali non si sa se la scelta la prendi tu o il destino.
    Ad Akane, per un singolo istante, vennero in mente tutte queste immagini; forse per questo venne colta dal panico, che la paralizzò. Guardò le armi, per paura che fossero cadute dal letto per la spinta, ma per fortuna erano ben incastrate sotto le coperte.
    Ad un certo punto alzò la testa e vide che sullo schermo era comparsa una scritta:
    -Ops! A Yuki sono spuntate le ali, ma non sa volare, kukukuku!. Guarda sotto il cuscino... rapida, se non vuoi spiaccicarti al suolo.- Rinsavì, vedendo che il Sensei le aveva dato un unico barlume di speranza: voleva diventare una Shinigami, diamine. Non erano di certo quelle, le situazioni che l’avrebbero dovuta mettere in allarme.
    -Bastardo!- Disse la ragazza, sorridendo e, in cuor suo, anche ringraziandolo. Akane, velocemente cercò di andare verso il cuscino, con il letto che ancora stava salendo verso l’alto. Se avesse cominciato la discesa, non sarebbe stato così facile trovare una soluzione... per cosa, poi? Chi le avrebbe assicurato che una volta visto sotto il cuscino, ci sarebbe stato ciò che le avrebbe salvato la vita? Però non aveva altra scelta che affidarsi a quel pazzoide. Non c’era più tempo.
    Come volevasi dimostrare, infatti, sotto il cuscino trovò un post it, con un’immagine a fumetto del sensei con le sembianze della solita piovra gialla, che recitava “Ritenta, sarai più fortunata. E comunque attenta! Comincia la discesa!” Ecco appunto.
    Quel biglietto non aveva tutti i torti! Il letto aveva diminuito la velocità.
    Nel frattempo vide dei proiettili di mitra sfrecciare verso l’alto. Questi spaventarono a morte Akane, la quale capì che era stato Ilyan con il suo mitra. Non poteva essere altrimenti.
    Perfetto! Quella sarebbe stata guerra pura. Se si fosse salvata avrebbe risparmiato una bella granata solo per lui non appena avesse messo piede a terra.
    La velocità nel frattempo era diminuita, fino ad arrivare al minimo e il letto stava già cominciando a scendere.
    -Quando un Sensei vuole insidiare il panico, ci riesce benissimo- in una situazione di calma e razionalità, Akane avrebbe pensato sicuramente una cosa simile.
    - E’ finita!-
    Fu, invece questo il primo pensiero di Akane poco prima di realizzare che, dall’alto, gli alberi della foresta formavano una figura di un joystick. Nel frattempo la discesa era cominciata e il foglietto precedente per forza di gravità si era girato: sul retro c’era scritto “E va bene... guarda in basso”.
    -Ma certo! Il joystick!- Akane non lo aveva lasciato un secondo e mentre ormai non aveva più un piede sul lettino vide un grande tasto rosso con sopra stampata la stessa immagine della piovra sensei a fumetto vista sul biglietto. Chissà poi perchè non lo aveva notato prima? Premette subito quel tasto sperando che potesse tirar fuori un paio di ali o qualcosa del genere.
    Invece no. Quel tasto faceva scattare un meccanismo che apriva i pomi del letto, quello sinistro e quello destro.
    Lo spazio fra le terra e il cielo diminuiva sempre si più e la velocità aumentava, così, senza attendere altre istruzioni, Akane, allungandosi e tirandosi dalla coperta, ancora con i piedi penzolanti, premette entrambi i tasti, osservando solo dopo che, sullo schermo, mostrava le indicazioni dei singoli tasti: quello di sinistra diceva “paracadute sano” e il destro “paracadute bucato (kukukuku)
    La faccia di Akane sbiancò. I tasti li aveva premuti ma ormai potevano succedere diverse cose:
    1) Non si sarebbe aperto alcun paracadute e lei si sarebbe spiaccicata al suolo
    2) Si sarebbe aperto il paracadute bucato che forse avrebbe attutito la caduta, anche se solo un pochino
    3) La storia del paracadute bucato era solo un bluff e in realtà si sarebbe aperto quello sano (magari era solo un sistema del sensei per far tremare la ragazza di paura o comunque un sistema per vedere come se la cavasse nelle situazioni estreme)
    4) Si sarebbero aperti entrambi sullo stesso punto creando confusione e non servendo a nulla
    5) Si sarebbero aperti entrambi con quello sano che avrebbe creato un rialzo del letto da una parte e quello bucato che lo avrebbe abbassato dall'altra, cosicchè il letto, arrivato a terra, avrebbe attutito la caduta ma molto probabilmente si sarebbe ribaltato.
    La ragazza riflettè su tutto questo nel giro di pochissimi secondi, attendendo che accadesse qualcosa.

    Scusate il ritardo ma l'università mi ha tenuta impegnata per un bel po' :fla: ... e comunque mi scuso con il Sensei se ho posto scritte sullo schermo a mia insaputa. Spero non venga contata come un'azione autoconclusiva. :sblink: :sblink: :sblink: :*_*:
     
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  10. Belfagor90
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    Eccomi eccomi! Scusate il ritardo, ma sappiate che siete stati sempre nei miei pensieri ^^

    P.S. E' una bugia!! °[]°
    P.P.S. va benissimo Fefe. Fa tutto parte dell'inventiva finché sono io a dirti che puoi, altrimenti diventa auto-conclusivo.



    Tutti e due i ragazzi avevano dovuto affrontare la loro prima prova nel campo minato (qualcuno con qualche livello di difficoltà in più rispetto all'altro, ma... chi se ne frega?) e ora dovevano affrontarne le conseguenze. Alla ragazza quei colpi di mitra sparati a casaccio non erano piaciuti proprio per niente, specie perché sparati nel momento peggiore. Il rumore delle pallottole che fischiavano nella'aria era ancora vivido nella sua mente quando dovette prendere una rapida decisione. Cosa che non fu semplice vista la natura burlesca del suo sensei. Fu proprio questa sua natura però a permetterle in un certo senso di sopravvivere. Senza quei rapidi e canzonatori messaggi, chissà se avrebbe avuto il tempo di aprire i paracadute? Magari in un universo parallelo la ragazza si era spiaccicata al suolo e in un altro ancora era caduta proprio sulla testa di Ilyan uccidendo sul colpo anche lui.
    In un altro universo, però, il sensei poteva essere un Teletubbies rosa che prendeva il tè con Pedobear pianificando il prossimo stupro, quindi in un certo senso si poteva essere felici di questo universo.
    I paracadute si aprirono, per fortuna, e cavalcando lievi correnti d'aria il lettone si portò anche un po' avanti lungo il percorso. Nulla di che, giusto una trentina di metri rispetto al punto di partenza, ma era pur sempre meglio che finire sopra una trappola.
    ...
    ...
    Nahhhh, scherzo! Invece ci finì proprio sopra! Un ennesimo "click!" che suonò proprio a presa in giro e alle sue spalle si gonfiarono un paio di omoni di gomma dalla forma allungata, le braccia sottili e lunghissime e un sorrisetto ebete in faccia. Con quelle lunghe braccione a spillo cominciarono a trascinarsi in avanti andando ognuno verso uno dei due contendenti fino a piazzarsi proprio dietro alla testata dei loro letti. Una volta lì piazzarono il loro testone contro di essi e... cominciarono a spingere. Prima la velocità era minima, ma poi prese a salire rapidamente fino a condurre i due studenti in una corsa folle e disperata dove volanti e freni non sembravano essere compresi nel pacco.
    Cominciarono ad essere spinti in avanti spietatamente in mezzo al campo minato che ormai sembrava capace di tirare fuori qualsiasi cosa dai suoi oscuri e diroccati meandri. Sarebbero sopravvissuti? Che domande, certo che no!!
    - MUAHAHAHAHAHAHAHAHH!! - cominciò a ridere il sensei pixellato sullo schermo.



    I due giganti gommosi sono apparentemente immuni a qualsiasi danno. Trappole e colpi da parte vostra sembrano non sortire alcun effetto e quindi non sperate di evitare l'agganciamento XD
    Venite spinti in avanti forzatamente senza possibilità di curvare e subite tre trappole a scelta per ciascuno. Cosa sono? Beh, qui sta il bello: totale libertà! Subite le trappole che preferite con le reazioni più adatte al vostro personaggio o all'atmosfera di cui volete vestirvi (drammatica? allora potete rimanere feriti a piacimento! buffa? allora perché non una trappola dove siete inseguiti da orsacchiotti carnivori? etc...). Non avete limiti se non che non potete far apparire Hollow, non potete farvi una ferita di livello superiore a Moderata e niente di apocalittico come la venuta dei maya o l'apparizione di un esercito.
    Se avete dubbi sulle vostre scelte di trappole, sentitevi liberi di mandarmi un mp per ricevere approvazione o correzione ^^
     
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  11. Feferocky
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    Akane tirò un sospiro di sollievo, quando vide che il lettone rimaneva sospeso a mezz’aria, invece di spiaccicarsi al suolo. Era pallida in volto, più del solito. Al tempo stesso però cominciò a prendere coscienza di quello che il suo compagno avesse fatto. Così, mentre il letto continuava a volteggiarsi spostandosi in avanti, Akane si sporse dal letto e cominciò ad urlare senza usare un minimo briciolo di creanza.
    -Ilyaaan! Che diamine combini? Hai fatto la fila tre volte, quando il buon Kami-sama ha distribuito la stupidità?- la ragazza si stupì di aver detto una cosa simile. Ebbe come la sensazione che nella sua vita precedente qualcuno l’avrebbe rimproverata severamente, se avesse detto parole come quelle. Per la prima volta nella sua “seconda vita”, si sentì stranamente libera. Avrebbe voluto continuare ad insultarlo ancora più pesantemente di come avesse fatto fino a pochi secondi fa, ma per quieto vivere, al momento, sarebbe stato meglio aspettare che il lettone avesse toccato terra. Alla ragazza era persino parso che Ilyan fosse circondato da una massa di cereali, ma poi si convinse di essersi probabilmente sbagliata.
    -Quel maledetto di Ilyan! Appena scendo gli faccio vedere io! Se un uccello avesse il suo cervello volerebbe all'indietr...- Per l’ennesima volta non ebbe il tempo di finire il proprio pensiero che si rese conto di essere finita nuovamente su una trappola.
    -Click!- Non succedeva nulla. È la cosa peggiore. Così come per i bambini è meglio una bella sgridata, invece del silenzio assordante del parentame, dopo che hanno combinato un guaio, Akane bramò in quell’istante qualcosa succedesse. Sapeva già che se ne sarebbe pentita. Infatti, cominciò a sentirsi osservata...si voltò.
    Alle sue spalle c’era un uomo di gomma, lungo come una salsiccia e con un sorriso inquietante sul volto.
    -Che cavol...Aaaaah!-
    Cominciò a spingere il letto con tutte le sue forze e ad una velocità inimmaginabile. Non sembrava volersi fermare, nè si curava del fatto che ci fossero alberi o trappole nelle vicinanze.
    -Cavolo! Come diamine si ferma questo cosoooo? Senseeei? Un freno a mano no, eh?-
    -Pensa a qualcosa Akane, pensa a qualcosa...e subito!-
    Poteva provare a far scoppiare qual dannato coso... dopotutto era spuntato dal nulla: doveva essere un palloncino o qualcosa del genere. Così si sporse lungo la testata del letto cominciando a picchiare quel dannato coso, che in realtà era più duro del previsto. Per poco non si fece male lei.
    -Molto probabilmente il Sensei avrà anche previsto la possibilità che potessimo usare qualche arma contro di lui. Ma conoscendolo, questo manichino non si farà nemmeno un graffio-
    I pensieri però avevano distolto la ragazza dal fatto che il letto stesse ancora correndo lungo il percorso. Si sentì all’improvviso un altro “click” che terrorizzò Akane.
    - Un’altra!!-
    Il letto non si fermò, ma sopra, vi spuntarono dal nulla una massa enorme di dolci di ogni genere. Era uno spettacolo a dir poco lussurioso. Sullo schermo comparve un’altra scritta:
    -Ora di fare merenda! Mangia quanto vuoi... consideralo un regalo dal tuo amato Sensei! Ma attenta alle indigestioni kukukukuku -
    Quella risata finale non faceva presagire nulla di buono, però... quei dolci sembravano avere un odore troppo gradevole. Era come una tentazione troppo forte: si sentiva l’odore del cioccolato, della crema chantilly... e quelle ciliegine ricoperte di sciroppo al cioccolato. Akane provò ad assaggiare la panna su una di quelle torte con un dito. Le persone normali probabilmente non sarebbero cadute in una trappola simile: avrebbero pensato che sicuramente c’era qualcosa che non quadrasse, ma la ragazza (a prescindere dal fatto che i dolci fossero sempre stati il suo punto debole) aveva cominciato a respirare un gas particolare presente nella trappola, che le stimolava la fame.
    Non so se conoscete la differenza fra appetito e fame. L’appetito è una sensazione piacevole, una disposizione positiva verso l’alimentazione. Al contrario la fame, quella vera, quella dolorosa, quella che ti fa mancare il respiro, è stimolata da un abbassamento dei valori della glicemia o in ogni caso degli acidi grassi. L’organismo comincia a richiedere queste proprietà, pena la morte. Ebbene quella trappola era più che terrificante se si pensa che permetteva alla glicemia di abbassarsi ad una velocità vertiginosa (in realtà non era veramente così ma era quella la sensazione che dava).
    Akane cominciò a sentire un desiderio irrefrenabile di mangiare e mangiare e ancora mangiare. Prese tutte le torte che erano sul letto e cominciò ad ingurgitarle una ad una. La fame però ancora non si placava. Sentiva lo stomaco riempirsi, ma aveva ancora fame, come se non mangiasse da giorni, mesi, anni. Menomale che Tosei non era ancora lì, altrimenti si sarebbe mangiato anche lui. Sullo schermo spuntò un’altra scritta:
    -Kukukuku! Se riesci a resistere al cibo per un minuto, potrei avere la gentilezza di donarti l’ultima porzione di bicarbonato rimasta.-
    Akane aveva ancora in bocca il sapore di quel dolcissimo soufflè al cioccolato. Era impossibile resistere a quelle delizie per più di un secondo. Però si rese conto che stava cominciando a lacrimare per il dolore allo stomaco, un po’ per la fame che ancora aveva e un po’ per aver mangiato tutto a quella velocità.
    Era insopportabile. Akane si dimenava sul letto cercando di allontanarsi dai dolci, ma quelli continuavano ad aumentare, insieme all'odore. Quanti secondi erano passati? Cinque? Venti? Non desiderò mai come in quel momento che un minuto passasse il più velocemente possibile. E per fortuna passò. I dolci scomparvero e con loro il gas che li circondava. Al loro posto c’era una scatolina di bicarbonato e un bicchiere d’acqua. Akane lo prese senza nemmeno pensarci e lo svuotò in bocca insieme al bicchiere d’acqua. L’effetto fu quasi immediato ma non totale. Una bella gastrite non gliela toglieva nessuno.
    -Tu...e le tue trappole. Bastardo di un Urahara!-
    Ma l’omino a salsicciotto ricominciò a spingere in avanti il letto ad una velocità ancora maggiore di quella precedente. Figuriamoci se le sorprese erano finite. Infatti seguì subito un altro click. Akane era convinta che sarebbe morta in quell’allenamento.
    Il letto non si fermò e nel frattempo si sentì un altro click.
    -Perfetto! Due trappole insieme sono l’ideale dopo un’indigestione.-
    Il primo click cominciò a presentare i suoi risultati: un secchio di melassa e miele si versò sulla ragazza dall’alto, seguito da un ammasso di piume d’oca che si appiccicarono letteralmente ad ogni angolo del corpo della ragazza.
    Non sembrava una trappola pericolosa.
    Ma ovviamente era troppo presto per parlare. Delle api cominciarono ad avvicinarsi alla ragazza.
    -Ancora api?- urlò ricordandosi degli allenamenti precedenti. Si nascose sotto le coperte, accovacciandosi e mettendo tra il suo corpo e le coperte tutti i cuscini del letto, che ovviamente si appiccicarono a lei. Non se li sarebbe staccati facilmente.
    - Perchè? Perchè a me?
    Il letto ancora non accennava a fermarsi. Ma per fortuna non sembrava che ci fossero stati altri click.
    Le api pungevano ancora con i loro lunghi pungiglioni, ma per fortuna non facevano troppo male visti i cuscini che attutivano il dolore. Certo... a parte qualche bollicina ai piedi, ma di certo non superava il dolore dell’indigestione, provocata dalla trappola precedente.
    Dopo un po’ le api sembravano essere andate via, ma la ragazza si era letteralmente incollata alle coperte. Così dovette fare un buco su quelle all’altezza degli occhi. Vide sullo schermo la faccia del Sensei che rideva come un pazzo.
    -Ride bene chi ride ultimo pazzoide!! Quanto ci vuole per arrivare ancora? – Rispose così con una scritta:
    Kukukuku! Quanta fretta, YUKI! Vuoi togliermi il divertimento proprio ora che ho cominciato? Ti ricordi di aver sentito un altro click? Beh allora come dice un mio caro amico << voglio fare un gioco con te! >>
    La ragazza si trovò sul letto un piccolo robottino a forma di piovra gialla che cominciò ad imitare la voce del sensei recitando una piccola filastrocca:
    <<questa è una trappola molto particolare
    Dove il tuo ingegno devi aguzzare!
    Notturno e sotterraneo come animale,
    con la sua corazza non si può far male.
    Comunemente la sua pelle è immaginata gialla,
    ma se attaccato si trasforma in una palla!>>

    -Che c’entrano adesso i pesci palla?- Non finì in tempo la frase che le arrivò dritto negli occhi uno schizzo di inchiostro proveniente dal robottino. Capì che era un indovinello e quella di sicuro era la punizione per aver dato una risposta sbagliata. Poi quello continuò:

    <<ancora proprio non ci sei?
    Ecco un altro aiuto dal sensei
    Per capire come da tutto ciò potrai uscire,
    due definizioni tra loro devi unire!
    1)il sensei ha detto puoi usarla
    Ma attenzione a non sprecarla.
    Non commettere alcun sbaglio,
    perché può essere “a doppio taglio”
    2) si dice che tra questo verbo e il fare
    Ci sia di mezzo il mare.
    Non al gerundio o al gerundivo,
    ma coniuga la parola all’imperativo.>>.


    Il robot tirò fuori un fazzoletto con scritto “Bang! Se vuoi l’indovinello risentire, un altro spruzzo d’inchiostro dovrai subire. Se invece la soluzione giusta vorrai dare... beh sarò io a giudicare!”

    La ragazza cominciò a riflettere. Era stata colta alla sprovvista e non aveva ascoltato con attenzione l’indovinello che in realtà non era molto difficile. Probabilmente il Sensei lo aveva messo apposta in seguito ad un’altra trappola per non dare il tempo di reagire, alla persona che ci fosse passata sopra. E guarda caso ci era passata proprio lei. Quindi disse al robottino di farle risentire l’indovinello. Ovviamente si becco un altro spruzzo d’inchiostro ma seguito da una polvere prurignosa. Per fortuna era coperta dalle lenzuola e non ne passò molta. La ragazza si grattò, ma non a sangue questa volta.
    Infatti riuscì comunque ad ascoltare l’indovinello e diede subito la soluzione: era facile.
    -È un animale, con una corazza, con la pelle di colore quasi sul giallo; se attaccato si appallottola. La prima parola è sicuramente “arma”...
    Poi l’altra parola già era arrivata per rigor di logica, ma preferì che il robottino finisse di dire l’indovinello. Poi urlò scandendo bene le parole:
    -ARMADILLO!-
    -Plin! Risposta esatta!-
    Perfetto! Aveva passato anche quella prova. Però aveva ancora un conto in sospeso. Quel bastardo d’Ilyan doveva pagarla, per averla attaccata! Così, vedendo che era abbastanza a tiro, prese una bomba a mano, mirò e la lanciò verso il suo letto. Non le importava che si ferisse... doveva pagare.
    -Occhio per occhio, dente per dente. Anzi... Dente perdente!-


    Non si vede proprio che mi piacciono i dolci :UHUH: :UHUH: :UHUH:
    Sensei ... mi mancavano le tue pazzie ahahahah!!! :trollface:
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    La ragazza precipitava e senza riguardi produceva urla su urla, senza senso.
    Forse era spacciata eppure sembrava aver trovato la combinazione esatta di tasti, quel tanto che bastava per salvarle la vita.
    Il letto prendeva sempre più velocità e ormai sembrava andare incontro ad una fine certa, l’impatto era prossimo e quando ogni speranza sembrava ormai svanita; anche il giovane studente cercò un ultimo salvataggio in estremis.
    Provare a salvarla non sarebbe servito per la risoluzione dell’esame , ma di sicuro avrebbe alleviato la sua pena nei confronti del Sensei, poiché percorrere l’arduo cammino delle missioni future, tutto da solo, sarebbe stata una via di gran lunga peggiore.
    Poi mentre Ilyan invertiva il suo cammino per provare a gettarsi sotto la malcapitata, ci fu un inversione degli eventi, il paracadute si aprì ed il letto riprese a planare, tranquillizzando il ragazzo.
    Peccato che nonostante la situazione fosse volta a favore della ragazza i pensieri che espresse nei suoi confronti non furono del tutto piacevoli.


    -Ilyaaan! Che diamine combini? Hai fatto la fila tre volte, quando il buon Kami-sama ha distribuito la stupidità?-

    Si vede che non era riuscita a metabolizzare bene i tre colpi sparati in aria per sbaglio.
    Eppure il ragazzo non aveva intensioni bellicose nei suoi confronti, ma il modo in cui espresse quell’insulto, ne lasciava trapelare degl’altri che sarebbero arrivati da lì a breve.
    Naturalmente il volto del giovane studente cambiò subito espressione, era come se ad un tratto, fosse uscito il mister Hyde che dormiva dentro di lui.
    Essere insultato anche quando stava dimostrando buone intenzioni, lo fece imbestialire come a fargli ricordare che le buone intenzioni non erano nel suo D.N.A:
    L’assassino che era in lui si risvegliò, ma non potè attuare subito il suo piano di eliminazione perché il letto planando, aveva guadagnato metri rispetto alla sua posizione.
    Infatti, lo aveva superato, lasciandolo un po’ indietro, ma questo non fece altro che rendere la cosa più interessante.
    Nella sua testa avrebbe voluto scendere da quel letto per correrle dietro e poi usare le mani nude per buttarla giù dal letto e urlarle contro, tutte le sue buone intenzioni, ma questo era un progetto che non avrebbe mai conosciuto vita, vista la posizione di atterraggio dove caddè il letto della sua compagna.
    Quello era un campo minato e se c’era una possibilità di non cadere su una trappola, sarebbe stata uguale ad una percentuale di 0,002 %; perciò non c’è nemmeno bisogno di finire la frase per capire che non appena il letto toccò terra si sentì un rumore che non preavvisava nulla di buono.
    Quello era il click che precedeva l’apertura di un’altra porta degli inferi; un’altra invenzione malefica tratta dalla mente malata del suo Sensei, che avrebbe goduto di sicuro a quella vista.


    Stupida ragazzina e io che volevo anche salvarti!!!! La mia stupidità dici? Capirai che non è saggio mettersi……cooooooooo!!!!!!

    Non riuscì a finire la frase perché fu scaraventato contro la spalliera del letto alle sue spalle, come se si fosse attivato una specie di propulsore dietro al suo letto.
    Infatti, giusto il tempo di abituarsi alla velocità che aveva preso il suo bolide e riuscì a girarsi per guardare la causa di tale spinta.
    Una volta girato, si rese conto che forse era meglio rimanere all’oscuro di tale oscenità, vista la natura del mostro che stava spingendo il letto. Poiché era proprio questo il motivo della reazione improvvisa avvenuta pochi attimi fa.
    Quell’omino gigante e bianco con le braccia lunghissime spingeva con tutte le sue forze e per prima cosa lo studente si alzò sulla spalliera e tenendosi in equilibrio appoggiandosi alle sue braccia provò sferrargli un calcio al volto.
    Il colpo andò a segno, ma era come prendere a calci un muro spessissimo, perciò cercò di capire se valeva la pena, continuare a colpirlo. Per avere la certezza della sua scelta prese il mitra e puntando dritto alla faccia dell’uomo gommoso lasciò partire un colpo, ma l’esito confermò le sue teorie, cosi incominciò a prepararsi ad affrontare i rischi che gli sarebbero venuti incontro.
    Sicuramente procedendo dritto in un campo minato, prima o poi avrei incontrato l’attivazione di qualche trappola e stavolta non avrei avuto scampo.


    Brava!!! Brava !!! Brava ragazza!!! Potevi atterrare da un’altra parte?

    Poco dopo che le urla raggiunsero la ragazza, lei arrivò a impattare con una prima trappola che proiettò migliaia di dolci sul suo letto.
    Akane incominciò ad ingozzarsi come una balena e a vederla mangiare in quel modo si poteva pensare che se ne stesse sbattendo completamente della situazione che la circondava, ma per dare questo giudizio, sarebbe dovuto essere uno stolto.
    Sicuramente era l’effetto collaterale di qualche proprietà chimica, fuoriuscita dal terreno o quasi sicuramente prodotta dalla trappola.


    Ti sta bene!! Mangia e ingozzati…..cosi quando scoppierai penserai alla mia stupidità!!!

    Alla fine poteva essere plausibile avercela con il ragazzo visto lo spavento dei spari, ma pur non sapendo il motivo, Ilyan non riusciva a digerire quegli insulti, che sia un problema del campo minato? O magari era la vera natura del ragazzo che poteva sfogarsi una volta per tutte.
    Queste teorie si presentavano tutte insieme nella sua mente, ma non potevano conoscere la risposta in quel momento, vista la situazione in cui stava incappando.
    L’aspirante Shinigami sapeva che da un momento all’altro sarebbe toccato a lui, perciò decise di ignorare la ragazza almeno per un momento e tornare a se stesso.
    Prima avrebbe affrontato le sue trappole e poi avrebbe fatto ragionare la ragazza, in un modo o nell’altro.


    Dovrei ucciderla? Nooooo…..devo fargli capire che le mie intenzioni erano….

    CLICK

    Un leggero suono che avrebbe prospettato l’inizio di qualcosa e di sicuro non sarebbe stato piacevole.
    Subito sullo schermo apparve la miniatura di un polipo giallo che rideva e saltellava.
    Poi quando smise di farlo uscì la voce del Sensei.


    Benvenuto nel “Cimitero” dove i morti vivono e i vivi……bè muoiono!!! Ahahah ma non preoccuparti, nel cimitero ci sono altri meccanismi, trovali!!! Perché alcuni aiutano a morire, altri….aiutano!!! Ahahaha

    Subito dopo si spense il monitor e davanti a sé sbucò fuori dalla terra, un grande cancello fatto di ossa che si aprì producendo un rumore scricchiolante, ma il campo minato sembrava o stesso.
    Peccato che anche stavolta l’apparenza lo stava ingannando, perché man mano che l’omino spingeva il letto in avanti sbucavano tombe a destra e a sinistra, ma fortunatamente rimanevano tutte chiuse, almeno per il momento.
    Lui pensava che se fosse riuscito a passare velocemente il cimitero prima che le tombe si fossero aperte, sarebbe stato salvo, ma non conosceva ancora i segreti della trappola che aveva attivato.
    All’improvviso il letto sembrò andare in salita ma davanti a sé non vedeva dislivelli nel paesaggio, anzi una vasta pianura si distendeva dinanzi a sé. Perciò incominciò a farsi delle domande e la risposta si svelò da sola quando un braccio mezzo mangiucchiato incominciò a farsi strada tra le coperte.
    Ilyan non ci pensò due volte e gli diede un calcio, ma non appena tolse questo dal suo letto ne spuntarono altri che incominciarono a risalire le lenzuola, aggrappandosi con forza.
    In un istante si affacciò ai bordi del letto scalciandoli via altri due e si rese conto che di sotto il suo letto ce n’erano praticamente migliaia di questo passo ne sarebbe stato sommerso.
    La prima cosa che gli venne in mente fu di imbracciare il mitra e sparare all’impazzata sotto al suo letto, ma capì subito che sarebbe servito a ben poco.


    Questi non sono zombie!!! Sono solo partì di alcuni di loro, posso resistere? Si devo resistere!!!

    Il ragazzo impugnò la katana e incominciò a spazzare tutte le membra che riuscivano a risalire il letto, colpiva all’impazzata in tutte le direzioni, quella era una strategia momentanea nella speranza che il tempo avrebbe giovato i suoi sforzi attraversando completamente il cimitero!!
    Lo schermo si riaccese tornò la figura del polipo che rideva ancora più forte!!


    Il cimitero è una trappola che finisce con il completamento della missione!!!Gia!! Tu non puoi uscire……almeno che…..non vai nella tomba!!!! Ahahahaha

    Maledetto bastardo, maniaco!!! Io nella tomba non ci entrerò mai più capito!!! Specialmente per mano tua.

    In preda al panico e al continuo movimento della katana andò ad urtare bruscamente contro il joystick, facendo sbarellare il letto, ma naturalmente a spinta dell’omone gommoso non cessò di continuare, perciò il letto andò ad impattare contro una tomba, che al primo colpo si aprì di botto, ma al suo interno non c’era nulla.
    Il letto continuò la sua traversata, cambiando di un minimo la sua direzione, ma più o meno riuscì a mantenere la stessa rotta.
    L’unica cosa che era cambiata era un'altra, la spalliera del suo letto aveva preso la forma di una lapide dove sopra c’era incisa una frase.


    "Le tombe sono la casa dei morti e in fondo anche loro vogliono solo tornare a casa…..se vuoi riposare in pace devi tornare a casa anche tu."

    Quell’iscrizione risultò illuminante rispetto le parole espresse dal suo Sensei e capì che la chiave della sua riuscita, era celato all’interno delle tombe che man mano comparivano sul campo.
    Lui doveva scoperchiarle e trovare i segreti che si celavano al loro interno.
    Cosi mentre usava la katana di legno come sfollagente cercò di sparare con il mitra, mirando ai coperchi delle tombe.
    I primi tre spari non andarono a segno, ma il quarto fece un centro perfetto e una volta scoperchiata la tomba, sulla spalliera del suo letto s’incisero altre due frasi.


    “LA TRAPPOLA CIMITERO E’ UNA DI QUELLE TRAPPOLE ESPANDIBILI”
    “(ESPANSIONE NUMERO.5) RIUNISCI TUTTI I RESTI !!! “


    In un lampo la collinetta di resti che stava schiacciando il letto si tramutò in braccio zombie gigante, che per prima cosa lanciò il letto in avanti di circa 3 metri, ma nemmeno questo fermò l’omone di gomma, che continuò a spingere.
    Ora il braccio gigante zombie procedeva all’impazzata contro il povero Ilyan, andandogli incontro da dietro, dando dei potenti pugni a terra, creando scosse impressionanti, cosi da rallentare la corsa del letto.
    Presto sarebbe arrivato il pugno che avrebbe schiacciato sia il ragazzo sia il letto.
    Non c’era tempo da perdere, bisognava attivarsi, cosi prese una bomba a mano e la legò con il laccio di una scarpa alla katana di legno, preparandosi a lanciarla contro il braccio zombie.
    Era tutto pronto stava quasi nella posizione perfetta, quando arrivò un altro click.
    Lo schermo si riaccese e apparve ancora il polipo ridente che disse solo questa cosa.


    I cani sono i migliori amici dell’uomo!!! Lancia la palla e lascia che te la riportino.

    Dal cielo incominciarono a cadere granate di tutti i tipi e nel vuoto si sentiva forte un abbaiare continuo. Su ogni granata c’era un minutaggio preciso, ma ce n’erano tantissime, doveva trovare quelle prossime all’esplosione e lanciarle il più lontano possibile.
    Il tempo non era dalla sua parte e la situazione stava prendendo una situazione apocalittica, il panico stava prendendo il sopravvento.


    Lurido malato!!!!! Aaaaahhhhh mi farai morire!!!! Giuro che ti porterò con me!!!!!

    Non ce la faceva più; tutte quelle braccia zombie e quelle granate cosparse fra le sue lenzuola, era cosi arrabbiato che non volle più ragionare e incominciò a lanciarle il più lontano possibile.
    Alcune che avevano il minutaggio prossimo all’esplosione, fecero il suo botto lontano dal letto, ma altre vennero riportate fra le lenzuola del povero ragazzo, calde calde tra le fauci dei cani fantasma, che si resero visibili solo quando si trovavano in prossimità del letto.


    Nooo!! Andate via anche voi bestiacce!! Non dovete riportarle indietro!!!

    Lo schermo si riaccese e il polipo apparve triste e arrabbiato; sicuramente questo non era un buon segno.

    I cani sono sensibili!!! Il padrone non dovrebbe sgridare i cani con cui gioca…….mmmmmm….NO!!

    Gli occhi dei cani divennero rossi in un attimo e subito dopo uno degli animali che stavano intorno al letto si lanciò sulla caviglia del ragazzo, mordendola con forza. Un bel dolore pervase il corpo dell’aspirante Shinigami, che si lasciò andare alla rabbia più pura, scastrandosi di dosso il cane e impugnando il mitra con furia omicida.
    Con le gambe scalciava le granate e con il mitra incominciò a sparare sui cani, ma tra tutto il caos che stava affrontando una piccola consolazione, venne fuori.
    Alcuni dei cani più lenti che si davano all’inseguimento del letto venivano schiacciati dai potenti pugni del braccio zombie, che ancora incombeva come minaccia primaria sulla vita di Ilyan.
    Stavolta se la stava vedendo troppo brutta e non vedeva una via di uscita plausibile, cosi provò ad escogitare una manovra in estremis per uscire da quella situazione, ma come al solito la bellezza di essere nei guai fino al collo, era avere la certezza che da un momento all’altro sarebbe potuto andare peggio.
    Infatti, il peggio non tardò ad arrivare.


    CLICK

    Una terza trappola compariva di fronte a lui e adesso aveva la certezza matematica, che il suo sadico professore stesse ridendo a crepa pelle.
    Non si fermava di sparare e lanciare granate a terra, ma più ne buttava e più ne ricomparivano e dietro il braccio lasciava partire scosse, che avrebbero fatto tremare paesi interi.
    Era la fine e una conclusione degna dell’apocalisse, doveva finire con la voce del Sensei che spiegava l’ultima trappola.


    Ciao Ilyan è un po’ che non gioco a morra cinese……ti va di giocare con me?

    Sullo schermo comparve un si e un no, ma prima che io facessi qualunque cosa, s’illuminò il si.

    Bene sono contento che hai accettato subito!!

    Ma io non ho fatto nienteeeeeeeee!!!!

    Se vincerai solo una delle tre mani che giocheremo avrai un aiuto, ma stai attento a quale mano vincerai, perché ogni segno si manifesta in maniera differente.
    DAI INIZIAMO!!
    MORRA CI-NE.SE!!


    Il povero Ilyan era troppo indaffarato tra le granate, i cani che tentavano di morderlo e il braccio che provava a schiacciarlo, per poter riuscire a giocare a morra cinese, cosi la prima mano, la perse per squalifica non avendo buttato nessun segno.
    Il Sensei d’altro canto aveva buttato sasso, perciò non passò nemmeno un secondo che si manifesto l’effetto della perdita.
    In lontananza s’intravedeva una palla gigante di pietra che a tutta velocità veniva contro al povero ragazzo.
    Stavolta era la fine, il braccio dietro che picchiava la palla davanti che roteava e intorno i cani che mordevano, più le granate da far esplodere lontano dal letto.
    Non so cosa si voleva aspettare di più da quella notte.
    Il ragazzo pregò con tutte le sue forse e dopo aver esaurito le munizioni del mitra, prese il maggior numero possibile di granate e lo mise dentro la fodera del cuscino, poi le rilegò intorno alla katana di legno e la lanciò davanti a se.
    Sperando che tra di esse ci fosse stata una prossima all’esplosione.


    Ti prego esplodi!!!

    Un rumore clamoroso e assordante, rimbombò per tutto il paesaggio. Lo scoppio fu cosi forte, che le orecchie del povero studente, non volevano smettere di fischiare.
    In più il risultato finale, fu migliore di quello sperato, poiché il cratere creatosi davanti al suo letto risultò essere grande abbastanza, da contenere il masso che incombeva su di lui.
    Cosi il masso entrò nel cratere bloccando la sua corsa e regalando un passaggio per il letto che proseguì la sua corsa, passando sopra l’ammasso di pietra incastonato nella terra.
    Subito dopo si riaccese lo schermo.


    BENE SIAMO PRONTI PER LA SECONDA MANO??
    MORRA CI-NE-SE


    Aspetta maledetto bas….

    In fretta e in furia il ragazzo scelse di giocare le forbici, chiudendo gli occhi per un secondo, anche perché oramai la speranza non risiedeva più su quel letto in balia dei mille pericoli.
    Quando li riaprì vide che nello schermo dinanzi a se, il Sensei aveva scelto la carta.


    Ho vint……AAAAhhhhh…..e basta!!!!

    Un altro morso sull’altra caviglia, lo aveva riportato sulla realtà.
    I cani erano ancora lì e c’erano altre granate da lanciare via, il peggio non era ancora passato, senza contare lo schiaccia sassi zombie che aveva alle spalle.


    DIO MIO HO VINTO!!! ADESSO COSA SUCCEDE?? SENSEI!!!

    Dal cielo, in picchiata scesero un paio di forbici giganti, che sembravano impattare proprio sulla testa del ragazzo, invece colpirono in pieno la spalliera del letto.
    Questo fece si che il letto, l’omone gommoso e il ragazzo fecero una rotazione istantanea di 360° all’indietro per poi rimettersi in piedi e continuare la sua corsa.
    Questo movimento non sembrava aver destato nessun risvolto positivo, ma poi guardando meglio, il disperato giovane si rese conto che tutte le granate erano state catapultate all’indietro, via dalle lenzuola.
    In più si erano incastonate all’interno del braccio zombie gigante e siccome che ogni granata lanciata, doveva essere riportata dai cani, anche i cani si diressero verso il braccio zombie.
    In questo modo, con una mossa sola si era scrollato di dosso tutti i pericoli e pochi istanti dopo, sarebbero esplosi tutti insieme nel clamore della notte; cancellando i cani e il braccio gigante.
    Ora il peggio sembrava passato e se l’era cavata con due morsi di cane, sopra le caviglie, ma si vede che non aveva fatto i conti con la sua compagna, che tutta impiumata dimostrò il suo rancore, lanciandogli contro una bomba a mano.
    Il ragazzo oramai schizzato completamente prese il mitra ormai scarico e lo lanciò contro la bomba a mano, cosi da deviare la sua traiettoria e far accadere l’esplosione lontano dal suo letto.


    Bastaaaaaaaa!!! Akane, non voglio ucciderti!!! Erano tre colpi accidentali ok? Basta granate per favore…..misura la tua di stupidità…….sono stati tre colpi accidentali…aaahhh!!!


    Armi rimanenti
    - 2 missili cerca-calore
    - 1 mitra e un cannone gatling con autonomia di due minuti di fuoco continuo ciascuno
    - 3 granate
    - 1 bomba a mano
    - 1 bomba da mortaio
     
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  13. Belfagor90
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    Nulla da dire a Fefe. Il post è ben congegnato e divertente, senza contare che hai saputo rendere bene la psicologia giocherellona del mio pg. Forse non sarei così inventivo da fare anche la filastrocca, ma ho apprezzato XD
    Parliamo ora di Teo. Ragazzo mio, mi pareva di aver detto qualcosa sulle linee “niente trappole semi-apocalittiche” e “se avete dubbi contattatemi”. Tu hai fatto spuntare orde di pezzi di zombie (di cui una mano semplicemente over-size), mastini fantasma, sono piovute bombe a mano... insomma, un gran casino. Ora, io immagino che tu volessi impressionarmi, ma più le cose sono in grande e più diventano difficilmente gestibili. Sono un’arma a doppio taglio se non riesci a dare loro un nesso logico o una buona narrazione che, altra difficoltà, potrebbe risultare parecchio pesante da leggere. Cerca di ridimensionare il tutto d’ora in avanti e non farti problemi a chiedere consiglio. Sono qui per questo, no? ^^



    Un figura nera dalla capigliatura bionda e folta nel cielo notturno osservava gli sforzi erculei dei due ragazzi. Stava eretta, in piedi sul niente, ma non cadeva. Come se i suoi piedi fossero poggiati su solida roccia e certi concetti di buonsenso e gravità gli fossero estranei. Stava guardando verso il basso e non poteva trattenersi dal sentirsi leggermente confuso da ciò che vedeva.
    - Urca! Non me la ricordavo tutta quella roba degli zombie. Si vede che erano dei rimasugli delle prime trappole. Comunque spero che a Yuki siano piaciuti i dolcetti che ho preparato con le mie manine. Il corso di pasticceria è stato parecchio difficile, ma ho confidenza nelle mie capacità.
    Perché Urahara Mouryou in certi circoli era famoso anche per quello: l’essere una perfetta donna di casa... pur essendo un uomo. Molti gli ridevano dietro per il fatto che fosse bravo a cucire, cucinare, pulire, fare giardinaggio, curare animali e fare piccoli lavori di riparazione domestica, ma lui non sembrava badare troppo alle critiche. Uno dei motivi per questo suo maturo comportamento era anche perché era troppo tonto per accorgersene. Per lui il mondo era pieno di gente che gli chiedeva ridacchiando di poter provare alcuni dei suoi manicaretti e poi lo fissava stranita quando lui gliene portava a vagonate con un sorrisone ingenuo.
    Eh già, il mondo era davvero strano agli occhi di Urahara Mouryou.
    - Oh, i ragazzi stanno per arrivare alla curva. Sarà meglio che vada a preparare il “gran finale”.
    La sua figura si distorse per un attimo, sparendo in un battito di ciglia. La destinazione del suo Shunpo era un ammasso spigoloso coperto da un grande telone piazzato dietro una sottile linea rossa sul terreno con scritto “TRAGUARDO” pochi centimetri oltre il confine del campo minato.
    Con un piccolo coltello tagliò le funi che tenevano ferma la coperta cerata e la tolse con uno strattone rivelando una strana macchina dalla forma vagamente umanoide.
    - Chissà perché avevano solo il modello femminile? – si chiese per l’ennesima volta guardando ciò che aveva preso in prestito dal suo amico della Dodicesima.

    >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    I due studenti erano veramente mal messi. Una probabilmente avrebbe avuto pessime sorprese dalla bilancia per il mattino seguente, mentre l’altro avrebbe presto dovuto prendere l’abbonamento all’infermeria. Ad ogni modo tutto il casino sembrò essere superato quando i due colossi gommosi si sgonfiarono all’improvviso smettendo di spingere i loro mezzi inusuali. Ma ancora era ben difficile fermarsi, la velocità che avevano preso era davvero elevata e anche cercando di frenare con tutte le proprie forze il risultato era minimo.
    Si sarebbero schiantati? Avrebbero trovato la morte per mano di una trappola?

    click!

    Forse era più probabile la seconda opzione. Un piede del letto della ragazza sembrava aver pestato qualcosa di grosso e il terreno si spaccò in due davanti a loro rivelando... una gigantesca chicane seguita da un terrificante giro della morte!
    Presero l’inizio della curvona parabolica a piena potenza e senza neanche rallentare – la superficie sembrava totalmente priva d’attrito e quindi frenare si rivelò completamente inutile – poi il cielo e la terra si scambiarono di posto quando affrontarono il giro della morte. Forse la studentessa mangereccia avrebbe pure vomitato dopo la scorpacciata di prima, ma al momento la cosa era meno rilevante di ciò che si parava davanti a loro: una sbarra si stagliava alla fine di quel percorso obbligato e i letti vi sbatterono contro ad una velocità folle catapultando a terra i loro cavalieri tra mille ruzzoloni.
    Le armi avevano seguito il loro volo finendo sparpagliate attorno a loro in maniera caotica. Una bomba a mano, però, continuò a ruzzolare in avanti fino a fermarsi con un sonoro “sdeng” contro una superficie metallica non bene identificata.
    - Infine siete giunti al mio cospetto... – esclamò una voce metallica.
    Tutto l’ultimo tratto di pista venne improvvisamente illuminato da forti riflettori e la linea del traguardo fu subito visibile... immediatamente dietro due enormi gambe metalliche di un Gundam dai tratti femminili armato di due fucili a canne mozze tenuti appoggiati con nonchalance sulle spalle.
    Il guidatore era facilmente riconoscibile dalla voce, ma comunque non era possibile capire dove si trovasse la zona di guida.
    - Ora vedrò quante palle vi portate addosso. Tutto l’ultimo tratto dovrete farlo a piedi scegliendo quali armi portare con voi. Il bokken però è d’obbligo perché dovrete piantarlo oltre la linea del traguardo per finire l’esercizio. Dal mio canto... vedrò d’impallinarvi per bene con proiettili al succo d’ortica. Un colpo e comincerete a gonfiarvi come palloncini, kukukuku...
    Afferrò i due fuciloni per i caricatori dando uno strattone che fece scorrere i primi proiettili nella canna con il classico “cla-clank!”. Poi, con deliberato godimento, li puntò contro i due studenti, pronto a far fuoco.
    - INIZIAMO!!


    E questo è il palcoscenico finale! Post lungo e per questo ci ho messo due giorni invece di uno per scriverlo tutto. Perdonate il ritardo, ma sono uno scrittore lento e pieno d'impegni ^^'''
    Allora, ruolate pure il vostro avanzamento completamente privo di trappole, le armi che usate e anche i colpi che il Gundam vi sparerà contro. Sono rispettivamente uno alla testa (quello iniziale e abbastanza ben calcolato, ma comunque evitabile) e poi avrete degli attacchi totalmente random visto che Urahara non è assolutamente in grado di usare fucili o armi da fuoco in generale e farà un gran casino XD
    Convincetemi col prossimo post che i vostri pg hanno la carica di determinazione necessaria per passare la classe (senza ovviamente essere auto-conclusivi) e vi promuovo! Basta che v'interrompiate quando parlate di quando state per superare la linea del traguardo e poi io darò i miei verdetti ^^
     
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  14. Feferocky
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    Akane era ancora contorta dal dolore allo stomaco, quando si rese conto che Ilyan era caduto in una serie di trappole a catena, che lo avevano quasi ammazzato. Quasi la fece sentire in colpa il fatto che, dopo chissà quali peripezie che lo avevano ridotto in quelle condizioni, lei gli avesse buttato addosso perfino una bomba a mano che il ragazzo aveva distrutto con il mitra.
    Ovviamente il rimprovero da parte sua non tardò ad arrivare:
    Bastaaaaaaaa!!! Akane, non voglio ucciderti!!! Erano tre colpi accidentali ok? Basta granate per favore…..misura la tua di stupidità…….sono stati tre colpi accidentali…aaahhh!!!
    In effetti era veramente a pezzi. Ma, come Shinigami, se Akane fosse stata mossa da pietà nei confronti di un uomo, in futuro di sicuro qualcuno la avrebbe fregata per la sua ingenuità, cogliendo l’occasione per farla fuori. Così ignorò le sue parole, non abbassando in ogni caso molto la guardia. Certo, era difficile che attaccasse in quelle condizioni.
    -Certo...colpi accidentali...Tsk! Vedremo!-
    Ad un certo punto il letto, che comunque andava avanti ad una velocità inimmaginabile, sembrava non avere più la spinta che presentava pochi secondi prima. Infatti, Akane si rese conto che l’omone inquietante era scomparso. Eppure il letto non accennava a diminuire la sua velocità, nemmeno di un secondo. Per inerzia continuava ad andare avanti e ancora avanti, sempre velocissimo finché...
    click!
    Come era prevedibile, in effetti. Si poteva percepire il terreno che tremava sotto i loro pie... beh... letti. Ad un certo punto la terra si spaccò letteralmente in due e spuntò da sotto una specie di montagna russa con ciliegina sulla torta a base di giro della morte finale. La ragazza si tenne saldamente al letto. I dolci stavano cominciando a salirle su per lo stomaco. Cercò di trattenersi, ma, dopo una curva abnorme, prima di rendersene conto, era a testa in giù, urlando come una puledra in calore.
    -Sto per morireeeeee!- Era assolutamente inevitabile che si sarebbe sentita male dopo un percorso del genere. Il bicarbonato sarebbe servito a poco se non fosse stato preceduto da almeno due settimane di riposo ininterrotto.
    Ebbene, i giochi non erano ancora finiti. Anzi. Ad un certo punto il corpo della ragazza si trovò in aria. Presa dal fortissimo dolore allo stomaco e per sforzarsi di non vomitare, non aveva visto che c’era un binario morto davanti a lei. In un niente si trovò a fare capitomboli per terra, trovandosi infine con la schiena poggiata sul suolo ma con un istinto irrefrenabile. Non ce la faceva più.
    Si avvicinò al primo cespuglio che si trovò davanti e, insieme ai dolci, avrebbe rigettato anche l’anima, se avesse potuto. Ma ormai quella era la sola cosa che le rimaneva.
    Ormai libera, anche se con una sensazione di saporaccio orribile e con ancora un po’ di dolore allo stomaco, osservò le armi, ormai tutte sparse intorno alla zona.
    Aveva un po’ la vista appannata e avrebbe vomitato fino al giorno dopo, ma non potè fare a meno di ascoltare una voce inconfondibile, l’artefice della loro condanna;
    - Infine siete giunti al mio cospetto...
    -Eccolo, alla fine! Colui che ci tiene in vita soltanto perchè da morti, lo priveremmo del suo più grande divertimento.-
    Due riflettori avevano illuminato la linea del traguardo.
    -È finita. – Ed è proprio quando credi che tutto sia meravigliosamente perfetto che un meteorite ti cade sulla testa. No! Non è che cadde veramente un meteorite dal cielo... Anche se, forse, sarebbe stato meglio. Subito dietro la linea del traguardo spuntò una specie di robot che sembrava più che altro la moglie gelosa del Grande Mazinga o qualcosa del genere.
    -Solo che le donne dovrebbero avere in mano un mazzetto di fiori e non due fucili sulle spalle, no?-
    Un altro di quei giochini di quel pazzoide! Era mai possibile che non gli venisse in mente qualche idea normale, a quell’uomo?
    - Probabilmente mi ucciderà... Eppure com’è che lo stimo?- Certo...La voglia di farlo fuori aumentava in maniera direttamente proporzionale al tempo che passava, ma la ragazza stimava quell’uomo che, nonostante tutto, aveva distrutto la sua quotidianità boriosa e monotona.
    - Ora vedrò quante palle vi portate addosso. Tutto l’ultimo tratto dovrete farlo a piedi scegliendo quali armi portare con voi. Il bokken però è d’obbligo perché dovrete piantarlo oltre la linea del traguardo per finire l’esercizio.-
    La katana era vicino ad un albero e Akane corse subito a prenderla mentre il Sensei parlava, vedendo nel frattempo con la coda dell’occhio che anche Ilyan era stato sballottato dal letto. Non era affatto in condizioni ottimali. Beh... non che lei stesse meglio.
    - Dal mio canto... vedrò d’impallinarvi per bene con proiettili al succo d’ortica. Un colpo e comincerete a gonfiarvi come palloncini, kukukuku...-
    -E ti pareva!- sorrise, per aver sentito di nuovo la sua solita risata malefica.
    Però il suo sorriso scomparve quando vide che il robot preparò i fucili e prima di fare fuoco diede il via al “gioco”.
    - INIZIAMO!!
    Il traguardo non era affatto distante, ma ancora più vicino era il missile ricerca calore. Era meglio utilizzare prima quello.
    -Grande! L’unica arma che in questa situazione può servire a qualcosa.-
    Lo avrebbe attivato, scaraventandolo contro quel pezzo di metallo travestito da ballerina. Probabilmente sarebbe servito a poco, ma almeno lo avrebbe semi-confuso per qualche secondo o comunque sarebbe servito per intercettare qualche proiettile. Ma non potè fare in tempo a fare neanche metà strada che si vide arrivare un proiettile alla testa. É ovvio che quei cosi non arrivino di certo alla velocità di 10 m/s. Anzi. Akane ricordava da alcuni libri che aveva letto, che non raggiungevano il chilometro al secondo. Considerando poi il fatto che gli Shinigami possiedono una percezione e una velocità normale agli esseri...beh... viventi, era possibile evitare quel colpo. Akane però, essendo già in movimento verso il missile, non ebbe molto tempo per riflettere e non potè far altro che reagire d’istinto. Aveva deciso di puntare il piede sinistro in avanti e lateralmente (il colpo proveniva dalla sua sinistra), usandolo come mezzo di spinta per allontanarsi dal proiettile e contemporaneamente portarsi in avanti e verso il basso con il busto. Poi per ritrovare l’equilibrio avrebbe portato velocemente in avanti il piede destro. Non sapeva se Ilyan avesse deciso di avvicinarsi direttamente al traguardo (scelta stupida del resto, visto che era quasi impossibile avvicinarsi con irruenza a quella cosa, ma di certo aveva notato che il Sensei aveva cominciato a sparare colpi alla rinfusa anche verso la foresta. Neanche li buttasse a casaccio. Molti però erano rivolti verso di lei. Tra questi ve n’era uno all’avambraccio sinistro, che la ragazza non riuscì a prevedere in tempo. Infatti venne colpita sul polso sinistro, il quale cominciò a gonfiarsi come un palloncino, come il Sensei aveva previsto. Maledetta ortica!
    Il dolore era atroce e il prurito ancora di più. La ragazza però fece l’unica cosa che l’avrebbe distratta da quel fastidio: si sarebbe concentrata sul suo dolore di stomaco, sulla sensazione di nausea, ancora persistente, ma che sarebbe stata una scusa perfetta per non pensare al dolore al polso. Così, con la mano destra avrebbe lasciato la katana per terra, prendendo il missile ricerca-calore, ormai a portata di mano, attivandolo e puntandolo con tutta la forza che aveva in corpo contro il secondo proiettile, che in ogni caso non aveva la stessa precisione del primo. Se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe ripreso la katana con la mano destra e si sarebbe avvicinata veloce al traguardo. L’importante era arrivare il prima possibile vicino alle gambe d’acciaio di quell’essere effeminato così da non essere più alla portata di...fucile.
    Il traguardo era davvero vicino. Ma Akane non avrebbe mai abbassato la guardia. Avrebbe cercato di evitare gli eventuali altri colpi a catena rivolti verso di lei con l’unica arma che le rimaneva (perchè le altre erano tutte abbastanza lontane): la velocità.
    -Veloce Akane, più veloce!-

    Certo che saresti capace di ideare una filastrocca... anzi...visto che ci sei vediamo se ne sei capace kukukuku . E poi non l’hai ideata tu ma il robottino a forma di piovra gialla :roftl: :roftl: :roftl: E comunque voglio te per fare le pulizie di casa, Urahara. CHAN! Ahahahahah :trollface:
    Ultima cosa: riconfermo che i tuoi allenamenti mi fanno troppo ridere! :quoto:
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Il ragazzo aveva due morsi alle gambe, ma già il fatto di essere sopravvissuto alle mille peripezie passate in precedenza, lo teneva in vita più forte che mai.
    Il letto era ancora in buone condizioni, ma non si poteva minimamente credere di rallentare la velocità che aveva preso, per colpa dell’omino della Michelin.
    Pero la velocità presa gli aveva fatto fare un bel pezzo di strada, cosi si incominciava ad affacciare al di là della curva e mentre lo faceva si girò per guardare la sua compagna e vedere come aveva preso la sua strigliata.
    Per un secondo sembrava addirittura che la sua situazione e le parole usate avessero avuto un qualche effetto nell’animo della ragazza, ma subito dopo la ragazza riprese le sue idee e con aria scocciata diede una minima soddisfazione al povero studente malconcio.


    -Certo...colpi accidentali...Tsk! Vedremo!-

    Perso nel dialogo con Akane non si era conto che l’omone di gomma che aveva fatto da propulsore fino a quel momento, era sparito.
    Non riusciva a capire subito il motivo di quella mossa, ma di sicuro ogni cosa che accadeva, non succedeva per caso, cosi una volta che ci si rende conto di questa sicurezza, si può andare avanti più sereni e pronti a ogni evenienza.
    Cosi fece, cercando di non pensare troppo alle sue gambe, che portavano ancora gli orologi canini, stampatogli precedentemente dai migliori amici dell’uomo.
    Poi pero la falsa quiete fu interrotta dal suono più spaventoso di tutta la missione, che ormai, dopo quella notte avrebbe riecheggiato nella sua mente all’infinito.
    Un altro “CLICK “e come al solito lo aveva innescato la fortunatissima e calmissima Akane che stavolta non ebbe nemmeno il disturbo di un altro rimprovero da Ilyan, che ormai stanco e demotivato, non sprecò altri suoni vocali contro la compagna.
    D’altro canto fece l’unica cosa sensata da fare stringersi al letto e pregare che la cosa che lo attendeva, fosse il meno mortale possibile.
    Infatti, giusto pochi secondi e dinanzi a loro apparve una chicane che finiva con un giro della morte, sembrava proprio di essere all’interno di un livello di Sonic, alla fine sarebbe potuto arrivare anche lui no?
    Peccato che per quanto fosse divertente l’idea di vedersi sfrecciare accanto, un bel riccio blu in scarpette rosse; la realtà era molto più nuda e cruda poiché il suo letto non rallentava e lui non era un riccio che sapeva correre alla velocità del suono.


    Io vorrei conoscere chi ha progettato questo campo minato……ma una trappola normale no???

    Cosi imperterrito sfrecciava sulla rampa, prima il tornante e poi il giro della morte, senza indugi e senza freni. Il ragazzo in preda al panico attaccato alla sua spalliera, sperando che la presa avesse resistito fino alla fine oppure sperando di non perdere le braccia.
    Fortunatamente la velocità con cui affrontarono l’acrobazia fu quasi fulminea, cosi da rendere il capovolgimento quasi istantaneo, almeno per Ilyan; perché la ragazza aveva un senso di vomito molto sviluppato, tanto che lo si poteva notare benissimo.
    La giostra era finita, ma quella non era la trappola effettiva, quella serviva solo a dare un’altra dose di risate al Sensei poiché adesso una sbarra si proiettava davanti al loro cammino.
    Stavolta l’unica cosa possibile era andargli contro e cosi andò a finire.
    I due partecipanti volarono via, catapultati lontano, sbattuti via dal proprio destriero con le lenzuola e insieme a loro, volarono via anche tutte le armi, che finirono per riempire il campo.

    Per comprendere meglio la situazione, ebbe solo il tempo di tirare su la faccia dal terreno e ricomporsi ai limiti del possibile. Naturalmente la ragazza fece lo stesso, peccato che il suo sguardo era rivolto su altri orizzonti; per la cronaca, cespugli o manti erbosi abbastanza alti da coprire il suo malessere. Quando riuscì a trovarlo si sentì la sua liberazione, in ogni angolo del campo di addestramento, tanto che, il ragazzo non riusciva a capire perché non sentiva le risate del sadico malato che aveva ideato la trappola dei dolciumi.
    Qualche istante dopo pero riuscì a udire un'altra voce.


    - Infine siete giunti al mio cospetto... –

    Noooo!!! Non mi dire che devo risfidare quel maledetto? Avrei dovuto aspettar….

    Venne la luce sulla linea del traguardo e finalmente la meta tanto attesa fu svelata. Quella sarebbe stata la prova finale, dove non ci sarebbero state scusanti o mezze misure; Ilyan avrebbe dato tutto se stesso per vincere anche quella missione.
    Poi capì la natura della missione finale, il vero motivo, per cui la sua frase fu strozzata sul finire. Un Gundam donna, molto prorompente li stava aspettando, con due fucili attaccati alle spalle, come forma di benvenuto e prima parlò spiegando la situazione, poi si preparò a passare all’azione.


    - Ora vedrò quante palle vi portate addosso. Tutto l’ultimo tratto dovrete farlo a piedi scegliendo quali armi portare con voi. Il bokken però è d’obbligo perché dovrete piantarlo oltre la linea del traguardo per finire l’esercizio.-
    - Dal mio canto... vedrò d’impallinarvi per bene con proiettili al succo d’ortica. Un colpo e comincerete a gonfiarvi come palloncini, kukukuku...-
    - INIZIAMO!!


    Magari io non ero pronto no??? No….penso che non gli interessi

    La ragazza con lo sguardo puntava al missile cerca-calore, ma le sue armi più potenti erano volate, un po’ più lontano rispetto a quelle della ragazza.
    Perciò lo studente per prima cosa incominciò a correre verso la katana, per cercare di completare l’obiettivo primario, ma senza rendersene conto era già diventato il bersaglio di un primo colpo del robot, che aveva mirato alla testa.
    Grazie ai precedenti allenamenti effettuati con il maestro, lo studente aspirante guerriero, riuscì a notare il movimento del colpo e a calcolarne la traiettoria, ma siccome sapeva bene con chi aveva a che fare, non abbassò la guardia e decise di non prendere sotto gamba la situazione.
    In un istante s’impuntò sul posto fermando la sua avanzata e spostò in maniera fulminea sia il busto che la testa verso il basso, cosi da far passare il colpo di poco sopra il capo.
    Quella mossa era stata veramente azzardata, considerando la manovra di evasione troppo brusca e maldestra, ma il suo istinto l’aveva aiutato a non perdere la testa. (In tutti e due i sensi ) Poi rialzò lo sguardo e corse all’impazzata verso la katana e la minaccia del robot cambiò sistematicamente, poiché l’artefice di quella minaccia era lo stesso Sensei, che sembrava stesse giocando a un videogioco di sparatutto.
    Fortunatamente la sua abilità con le armi da fuoco non rispecchiava la sua forza effettiva, come volevasi dimostrare il suo animo da spadaccino. Solo che per cercare di sopprimere questo disagio, arrivò a scegliere un’altra via per rendere le cose difficili ai studenti, infatti la strada che più gli si addiceva. Il maestro scelse di non mirare affatto, ma di sparare all’impazzata in tutte le direzioni, utilizzando quei due cannoni come un pazzo sclerotico, che senza senno cerca di radere al suolo un’abitazione gigantesca.
    Raggiunta la katana la raccolse e cercò di ragionare istantaneamente sul da farsi, per uscire vincitore da quella prova.

    In un primo momento partì anche lui verso il traguardo, vedendo l’imprecisione dei colpi, ma ben presto capì che quella sarebbe stata la sua scelta peggiore.
    Poiché vide la ragazza che aveva raggiunto il missile cerca-calore, forse per cercare di colpire qualche proiettile diretto verso di lei e nello stesso tempo cercare di distrarre il nemico grazie all’esplosione; cosi da cogliere l’occasione e correre verso il traguardo.
    L’aspirante Shinigami vedendo quella scena, capì che la ragazza era in pericolo, poiché l’opzione distrazione del nemico, a suo avviso era molto sbagliata in quell’occasione, vista la natura dell’attacco nemico.
    Cercare di ostruire la visibilità del Sensei e correre sarebbe servito a poco, poiché lui avrebbe continuato comunque a sparare in tutte le direzioni, senza seguire una logica.
    Cosi un proiettile, la colpì al polso, mentre il secondo che gli veniva incontro fu abbattuto dal missile sparato dalla ragazza, che era riuscita a raccogliere l’arma da terra velocemente e a sparare; ma questo non voleva dire che il suo piano avesse funzionato, perché come aveva immaginato il ragazzo, la terza fase consisteva nel correre il più forte che poteva, verso il traguardo.

    Per quanto lei avesse creduto che Ilyan fosse stato un suo avversario o addirittura nemico, stavolta si attivò per darle una mano.
    La prima cosa che fece, dopo aver preso con sé la katana non fu pensare a se stesso e trovare un modo per prendere meno proiettili possibili, ma una volta individuato il mitra più vicino, ci si buttò a capofitto.
    Cosi a capofitto, che solo per arrivare a prenderlo, dovette subire un colpo sul braccio sinistro, molto vicino alla spalla. Subito gli si gonfiò e il dolore unito al prurito, fecero il proprio dovere, lasciandolo senza la possibilità di fare forza con il sinistro.
    L’indecisione pero non entrò minimamente nei pensieri dell’ex assassino, che impugnato il mitra con il destro, si mise a fare fuoco di copertura per la ragazza, cercando di sparare sopra di lei, nella linea di tiro dei proiettili nemici, cercando di fare esplodere qualche colpo che l’avrebbe colpita.
    Poi finite le munizioni del mitra attuò il suo piano per cercare di conquistare il traguardo in maniera logica e senza troppe ferite.
    Riprese la katana e se la portò con sè, riprendendo a correre per arrivare alla sacca con dentro le granate.
    La strada era più lunga, ma non era direttamente contro il robottone, era più una via laterale da percorrere, sperando che fossero arrivati meno colpi; ma vista la scarica e le direzioni più disparate arrivarono comunque.
    La sacca era a portata di mano e si lanciò a terra come un soldato strisciando verso di lei, per essere un bersaglio più difficile da colpire.
    Alla fine dei conti quella era una guerra e per uscirne vivo doveva comportarsi come tale, sena sottovalutare la follia geniale del nemico.
    Prese la sacca e incominciò a strisciare verso il robot donna, pian piano, sperando di non essere nella traiettoria dei proiettili nemici.
    In quel modo poteva andare avanti con meno rischio o almeno cosi pensava e in un primo momento sembrò anche dare buoni frutti questa strategia, ma come detto e ridetto i spari viaggiavano in maniera casuale e come volevasi dimostrare uno lo colpì al polpaccio destro.

    Il polpaccio era diventato un palloncino, cosi mentre il dolore la faceva da padrone, riguardò la ragazza che stava correndo verso il traguardo e lui con la sacca di granate in una mano e la katana nell’altra si alzò e incominciò ad andare verso il traguardo.
    Solo che prima ebbe un’altra intenzione, tolse la sicura di una granata che era nella sacca e quando fu abbastanza vicino al robot, lanciò la sacca contro una gamba del nemico metallico.
    Cosi che se fosse esplosa sul bersaglio, il robot si sarebbe destabilizzato e sarebbe stato più facile vincere.
    Naturalmente una volta tirata la sacca, non rimase a vedere se il suo piano andò a buon fine, ma continuò a correre al massimo delle sue possibilità, dirigendosi verso il traguardo sperando di farcela, ormai mancava veramente pochissimo.
     
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