Classe I [III]

Controllo del Corpo Lv.2

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  1. Belfagor90
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    Cercare di colpire un proiettile con un lanciarazzi? Non ti sembra un tentativo un po' esagerato, mia cara Fefe? Ricordate fra tutti e due che i vostri pg sono giusto giusto sopra la media umana. Sono veloci, resistenti e anche forzutelli... però colpire un proiettili con un altro direi di no. Per quello ci vorrebbe un GdR su Matrix XD
    Quanto a Teo devo proprio dirlo: fai un sacco di errori di battitura. Ma tanti, tanti davvero. Avevo detto sin dalla prima lezione di usare word per fare le brutte per evitare almeno questi errori stupidi e ora si raccolgono i frutti del non aver seguito i miei consigli. Anche la punteggiatura fa acqua, senza contare le tue azioni. Intanto diciamo che il tuo pg è più morto che vivo visto che è stato morso da mastini fantasma e pure colpito più volte da proiettili sparati da un fucile gigante manovrato da un robot gigante. Mi pareva fosse abbastanza chiaro che il colpo in sé di certo non sarebbe stato una carezza che si limitava a far semplicemente prudere e gonfiare la parte colpita.
    Ma questa è una minuzia in confronto a quest'ultimo punto. Potrai darmi del pignolo, ma hai scritto che per prima cosa togli la sicura alle granate, poi ti avvicini e infine la lanci. Non ti sembra che l'ordine sia stato sovvertito in maniera alquanto pericolosa? Una granata esplode dopo qualcosa come pochissimi secondi dopo l'innesco, dove trovi il tempo per muoverti prima che esplodano!? Che esplodano quando hai un compagno che sta andando nella direzione del robot e delle sue gambe, per essere precisi. Una mossa davvero poco furba.
    Ai posteri, cioè me, l'ardua sentenza...



    Oh, diavolo! Perché aveva deciso di usare un paio di fucili a pompa! Non li sapeva usare e non sapeva usare neanche quel gino-robottone, ogni volta che cercava di muovere le braccia e spostare la visuale nello stesso momento finiva per guardarsi i piedi o alzare la testa al cielo perdendo totalmente cognizione dello spazio. Non era caduto giusto perché aveva lasciato totalmente intoccati i comandi delle gambe o a quell'ora si sarebbe ritrovato nella posizione della tartaruga rovesciata. Non che fossi veramente tanto stabile. Quei pistoloni troppo cresciuti avevano un rinculo che talvolta mi costringeva a spararmi rapidamente alle spalle per ridarmi la spinta in avanti e non cadere!
    Era una casino, un tremendo casino e sembrava che potesse diventare solo pe-

    SKATOOOOOMMMMMM!!!

    Mai andare nel panico quando sei in una delicata sala comandi. MAI! Rischi di far fare tre secondi di break dance ad un gigantesco robot donna e poi farlo piantare con la testa nel terreno come uno struzzo facendolo andare in corto circuito. E non è bello per niente se tu sei chiuso dentro la sua testa.
    - ...ow! - gemetti quando riuscii a liberarmi dai comandi e rimettermi con il sedere che puntava nello stesso senso della forza di gravità.
    Mi sa che mi ero... seppellito vivo con le mie stesse mani?
    - Hey! C'è nessuuunoooo? Qualcuno mi sente? HEEEEEEEYYYYYYYY!!!
    No, non va bene. Mi pareva che nella lista delle mie paure vi fosse anche la claustrofobia, oppure no? Presi un piccolo libretto dalla tasca e lo scorsi fino alla voce "Paure". Lì, tra le vertigini e la paura dei chihuahua, vidi scritto in belle lettere la parola "claustrofobia". Ah, dunque ero anche claustrofobico. Avevo fatto bene a tenere un diario. Certe volte me ne scordavo proprio di alcune mie paureeeOMMIODDIO, SONO CLAUSTROFOBICO E SONO - "paura di essere seppellito vivo" ce l'ho? Ah no? Beh, da ora sì - E SONO SEPPELLITO SOTTOTERRA!! Oddio, sentivo l'aria mancarmi e le pareti della cabina si stavano stringendo su di me!! E cos'era questo suono tipo sveglia!?!

    Robot in avaria
    Iniziato il processo di autodistruzione in 1 minuto... 59... 58...



    ...
    ...
    - AIUUUUUUTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! HO PAURA DELLE AUTODISTRUZIONIIIIII!! - urlai a pieni polmoni cominciando a battere disperatamente sulle pareti.
    Di quella paura, invece, ero abbastanza sicuro.


    Allora, a parte lo stacco divertente, ecco cosa vi succede. Fefe, per fortuna, se la cava abbastanza bene e quindi viene solo colpita dalle schegge delle granate e non dall'esplosione vera e propria. Subisce una ferita Grave sotto forma di pioggia di frammenti metallici che le piovono alle spalle.
    Ben diverso il danno subito da Ilyan, purtroppo. Il ragazzo non può evitare l'equivalente di una ferita Critica con ustioni diffuse su tutto il corpo e una Grave per frammenti metallici praticamente piantati ovunque. Non è mutilato da nessuna parte, non sono così cattivo, ma è di nuovo al confine fra la vita e la morte alla fine di un allenamento. Di un po', non è che ci provi gusto? XD
    Starà a voi due vedervela come meglio credete, il risultato di ciò che accadrà ad entrambi sta nel prossimo post. Non avete limitazioni di nessun genere, se non due:
    1) agite in maniera consona al vostro stato di salute;
    2) non potete uscire dal terreno d'allenamento.
    Per il resto potete fare qualsiasi cosa. A voi.
     
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  2. Feferocky
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    Anche Ilyan era stato colpito da uno di quei proiettili: il suo braccio sinistro era diventato di dimensioni abnormi. Forse però, non era esattamente il momento adatto per guardare le condizioni del suo compagno, visto che il suo polso sarebbe diventato a breve delle dimensioni di una palla da tennis.
    Akane continuava a correre verso il traguardo, finchè ad un certo punto non si vide spuntare sopra la testa tutta una gamma di proiettili da mitra.
    -Che diamine si è messo in testa questa volta?- Ormai era rassegnata al suo comportamento da idiota imprudente. Probabilmente il suo scopo era quello di difendere la ragazza dagli attacchi di quel pazzoide e, probabilmente, in altre occasioni avrebbe apprezzato il gesto, ma perchè non difendere prima se stesso, visto che nè il suo braccio sinistro, nè le sue gambe erano nelle migliori condizioni a causa dei morsi dei cani?
    Ovviamente la tortura per quel povero ragazzo ancora non era finita, o si può dire che non fosse nemmeno cominciata. Akane non seppe esattamente che cosa gli fosse successo dopo, visto che era estremamente concentrata sul suo obiettivo, il traguardo, che era sempre più vicino.
    Tutto il resto accadde ad una velocità sorprendente, cominciando da un terribile:
    SKATOOOOOMMMMMM!!!
    proprio quando Akane era a due passi dal traguardo.
    Una granata! Una maledettissima granata!
    Akane per fortuna non era vicinissima alla bomba, la quale tuttavia, lasciò una dolce ricordino sotto forma di scagliette metalliche sulla schiena della ragazza, la quale urlò dal dolore, accasciandosi a terra, con la schiena rivolta in alto.
    -Se sopravvivo, qualcuno mi ricordi di uccidere anche Ilyan, insieme al sensei!-
    Cominciò a pensare ad altro, anche se, a breve, trovò in effetti un altro pensiero che la distolse. Anzi, due.
    Il primo era il suo stesso compagno, in condizioni nettamente peggiori delle sue. Sembrava fosse morto. O quasi.
    -Dannazione! Ilyan! Stai bene?-
    Era piuttosto paradossale pensare di preoccuparsi per lui dopo tutti i casini che aveva fatto e dopo aver tentato di ucciderla, con la scusa di poterla difendere, ma alla fine era inevitabile. Era comunque il suo compagno di squadra.
    Al tempo stesso il robot gay si capovolse, mettendosi sotto-sopra.
    In quel momento calò sul campo un silenzio incredibile. Akane era ancora shoccata per quello che era appena successo e, anche se avrebbe volentieri continuato a urlare come una pazza, non riusciva a spiaccicare una parola.
    Con quel silenzio si udì poi una voce di sottofondo, proveniente dall’interno della testa del robot, ormai fissata al terreno:
    -Hey! C'è nessuuunoooo? Qualcuno mi sente? HEEEEEEEYYYYYYYY!!!
    -Il sensei!-
    Era rinchiuso lì dentro. Soprattutto non era che l’inizio dei guai per lui perchè il robot annunciò il suo suicidio subito dopo:

    Robot in avaria
    Iniziato il processo di autodistruzione in 1 minuto... 59... 58...


    -Cosa?!-
    - AIUUUUUUTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! HO PAURA DELLE AUTODISTRUZIONIIIIII!!
    Akane era bloccata nella sua posizione, ancora con la schiena ricoperta di schegge metalliche, che probabilmente non le avrebbero permesso molto movimento. Il Sensei non riusciva a muoversi? Non poteva uscire di là? Sarebbe morto? Probabilmente no, però...
    Era una prospettiva estremamente terrificante. Sentiva improvvisamente di non poter... di non VOLER fare a meno di quel pazzoide, l’unica persona che la avesse fatta sentire... viva, per la prima volta dopo quasi 300 anni in quel posto così desolato. Certo... Tosei era di compagnia, ma di certo non teneva attive le sue giornate cercando di farla diventare una brava shinigami, anche a costo di portarla in faccia alla morte stessa.
    Quell’uomo che, nonostante tutto il male che andava predicando (beh...non solo predicando), aveva fasciato le ferite di Ilyan nell’allenamento con la Reiatsu, anche se manteneva il suo aspetto da piovra gialla, ormai diventato leggenda.
    Urahara, che aveva regalato loro una monetina da 500 yen nonostante l’avesse fatta attaccare ad una parte del loro corpo (nel caso di Akane alla lingua), esperienza non molto piacevole, ma almeno retribuita.
    Le venivano in mente moltissimi altri pensieri sul suo sensei, uno più piacevole dell’altro.
    Alla faccia di tutto quello che dicono degli shinigami, ma Akane era pur sempre una donna, orgogliosa ma anche molto sensibile e dolce. E, a questi pensieri, le scivolò una lacrima sul volto. Si voltò, come per non far vedere a nessuno quella sua reazione inconscia e, per lei, disonorevole.
    Voleva aiutare Ilyan, voleva arrivare al traguardo e mettere fine a tutto quel casino, Voleva salvare Urahara Moryou, ma ormai aveva deciso. Avrebbe aiutato lui. Il sensei. Probabilmente... anzi, sicuramente era una pazzia, ma era sicura di quello che stesse facendo.
    Cominciò a strisciare verso il robot facendosi forza con le braccia ed evitando di muovere il più possibile la schiena. Sembrava essere una tattica efficace. Si avvicinò al robot e spontaneamente lo chiamò per vedere se stava bene.
    -Moryou!- Da quand’è che aveva preso tutta quella confidenza nei suoi confronti?
    Moryou! Stai bene? Non preoccuparti! Ora ti tiro fuori da lì! Stai calmo, ok?-
    Forse la paura le giocava brutti scherzi, ma le parve di aver già vissuto una situazione simile, la sensazione di poter perdere qualcuno a lei caro. Un deja vù!
    Una voce urlava con insistenza dentro di lei, una voce che conosceva:
    -Salvalo, figlia mia, salvalo!-
    Così la ragazza si osservò intorno. Ilyan era ancora steso a terra, probabilmente incapace di muoversi e vicino a lui c’era il sacchetto delle granate. Però...
    -Naaaaaa! Non basterebbero per un coso enorme come quello!-
    Nel frattempo il timer avanzava e Akane era priva di idee se non che... Ma certo!
    Il cannone gatling era poco distante ma ovviamente non lo aveva utilizzato in precedenza per ... beh... la velocità dei proiettili. Probabilmente la avrebbero raggiunta poco prima che lei avesse toccato il cannone.
    Ma adesso i proiettili non erano un problema. La ragazza si alzò da terra cercando di non forzare troppo sulla schiena che ormai sembrava non dare molti segni di vita. Stava perdendo abbastanza sangue e aveva cominciato a girarle la testa. Però il cannone era lì. Doveva raggiungerlo e in fretta. Trascinò le gambe, le uniche ancora sane, in avanti, il più velocemente possibile. Si concentrò su quelle per sentire il meno possibile quei pugnali dietro la schiena. Raggiunse il cannone e lo prese con entrambe le mani. Alzando le braccia per mirare, si spostò qualche scheggia dietro la schiena. Forse aveva toccato qualche nervo, perchè stava soffrendo come un cane.
    Ma doveva salvarlo. Mirò con quell’aggeggio in un punto tra le gambe del robot e il suo petto e...
    BUM!
    Dopo ciò, la vista di Akane si appannò e cadde per terra, a pancia in giù per fortuna. Il dolore era troppo forte. Peccato non aver avuto la forza per poter raggiungere anche il traguardo.

    Non ho provato a raggiungere il traguardo perchè sul regolamento dice che con una ferita grave, gli studenti con energia bianca hanno a disposizione una sola azione. Spero di non aver fatto pazzie anche questa volta e ... lunga vita a Urahara Moryou! :yey: Peccato però... la tentazione di farti esplodere era molto forte... kukukuku :UHUH: :UHUH: :UHUH: Ah Ilyan perdonami se ti ho lasciato mezzo morto lì per terra...ma il mio personaggio è ancora convinto che tu volessi la sua morte... XD
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    La parte del soldato Ryan, non gli si addiceva molto, ma oramai ci era entrato dentro e fino alla fine, aveva scelto quella strada e per un ragazzo del genere cambiare all’ultimo e voltare le spalle alle sue scelte, era veramente difficile.
    Cosi dopo aver provato a coprire la ragazza con i colpi del suo mitra, decise di attivare la granata e quella scelta fu cruciale, per tutto lo svolgimento della missione.
    I movimenti che ne seguirono furono troppo lenti per effettuare, il risultato sperato e quindi lo scenario che ne conseguì fu quasi apocalittico.
    Quando si dice che la situazione era sfuggita di mano, poiché l’unico suono che scandì la situazione generale fu questo.


    SKatOOOoooommm!!!!!

    Questo grande boato, poteva significare solo una cosa; la distruzione più totale!!
    L’esplosione fu violentissima causando danni gravi su tutto quello che incontrò, inutile dire che un’esplosione del genere, lanciata a mano da un solo uomo, si sarebbe ritorta contro anche lui stesso.
    Ilyan ne era la prova vivente, poiche venne scaraventato contro un albero con una violenza inaudita, come se fosse un piccolo fuscello, spazzato via dal vento.
    L’onda d’urto insieme ai danni provocati, lo investirono completamente lasciandolo a terra, con danni gravi su tutto il corpo.
    Una moltitudine di frammenti metallici, lo colpirono conficcandosi all’interno del suo corpo, provocandogli dolori lancinanti; senza parlare delle ustioni gravi che albergavano complente su di lui.
    Insomma era ridotto uno straccio di uomo, un povero rigetto della guerra, che sarebbe caduto senza gloria come tanti, dovendo sottostare a questo destino per una sola ragione.

    Il suo intento primario era quello di danneggiare la gamba del robot, cosi da farlo cadere e lasciare libero il passaggio per lui e per la sua compagna.
    Invece i suoi sforzi si dimostrarono auto lesionanti, per tutta la squadra, danneggiando fortemente anche la propria compagna, che ricevette una bella scarica di schegge metalliche addosso.
    Pero nonostante il dolore che stava provando e le condizioni in cui aveva gettato la povera ragazza, si rese conto che la sua operazione completamente sfasata, aveva portato i suoi frutti.
    La gamba del robottone era completamente andata e vedere il robot cadere, imprigionando il Sensei praticamente sotto terra era una soddisfazione che valeva la candela.
    Naturalmente questo discorso era molto egoistico perché un secondo dopo si vide arrivare addosso la sua compagna che provava a chiedergli come stava , per cercare di dare un supporto.


    CITAZIONE
    -Dannazione! Ilyan! Stai bene?-

    Il povero ragazzo aveva tutti i sensi in stato confusionale e a malapena riuscì a capire le parole che gli furono dette. Pero il suo sguardo non volgeva nel vuoto, ma continuava a fissare il robot, come se avesse avuto la sua rivincita e nei suoi occhi si poteva notare lo spirito assassino che era rimasto assopito dentro di lui.
    Fortunatamente per il ragazzo questo stato emotivo non prese perfettamente il comando del suo corpo e cosi dopo qualche minuto torno a essere lui stesso e tornò prepotentemente il dolore.
    Un dolore intollerabile, che lo avrebbe fatto svenire sicuramente, da un momento all’altro.
    Il povero studente vedendo gli occhi della ragazza, volle provare a muovere qualche muscolo, per capire effettivamente qual’era la sua situazione attuale; ma non appena il cervello diede il comando di provarci, il risultato fu solamente un urlo che spaccò il silenzio che si era creato.


    AAARRgh!!!

    Adesso aveva più chiara la sua situazione e cioè immobilità totale aspettando pazientemente che qualcuno lo portasse in infermeria, tra le urla che avrebbe emesso una volta spostato, sulla barella.
    Oppure dinanzi a lui c’era un’altra eventualità, aspettare la morte definitiva, cosi da dimenticare quel passato già scordato e da cancellare la brutta faccia del Sensei.
    Quando tutto sembrava finire un sorriso si stampò sulla faccia del ferito di guerra, come se davanti a lui ci fosse raffigurata la morte. Negli occhi quasi un senso di rassegnazione, poi un ultimo sussulto gli diede un altro motivo per non arrendersi.


    Robot in avaria
    Iniziato il processo di autodistruzione in 1 minuto... 59... 58...


    Questa comunicazione, unita alle richieste di aiuto fatte dal Sensei, lo riempirono d’orgoglio, come se la battaglia fosse vinta e il nemico spacciato.
    Il cammino di un kamikaze non si sceglie si segue con onore aspettando le porte dell’aldilà e lui aveva vinto.
    Anzì se fosse stato un guerriero più abile, forse avrebbe avuto meno danni e sarebbe arrivato al traguardo, ma realmente, conosceva la sua situazione a pieno.
    Egli sapeva che il Sensei se avesse voluto, avrebbe potuto tagliare il robot in due, per poi uscire e ridere del suo tentativo ignobile.
    Quindi una volta focalizzata la realtà delle cose, incominciò a stamparsi un’altra idea nella sua mente, come se alla fine di tutto, lui avrebbe dovuto dire grazie a quell’uomo spregevole, come se la voglia di uccidere e la gratitudine fossero la stessa cosa.
    Forse nella sua testa si venne a formare un senso di speranza verso il proprio maestro, come se l’avvenimento della sua morte, sarebbe stato una cosa tragica, che avrebbe rimesso la sua vita su un binario morto, dal quale era uscito con tanta fatica.
    Ilyan lo voleva morto e lo voleva vivo allo stesso tempo, perciò in preda al suo dolore e alla sua forma fisica devastata se la rideva, contento della sua missione e della sua probabile bocciatura.

    Il ragazzo ancora non cedeva al senso di abbandono che lo predominava e rimanendo ancora cosciente, osservava il lavoro della sua compagna che tra lui e il Sensei, aveva scelto il maestro.


    Hai scelto ancora una volta lui? Dopo che ho provato a difenderti…..Arrgh ….AArrgghhh!!!

    Il solo sforzare la voce gli procurava un dolore indescrivibile e sembrava addirittura sgorgare più sangue dalle ferite, per non parlare, di quelle che già aveva accumulato prima dell’esplosione finale.
    Comunque le parole che espresse non le disse per farsi aiutare o farsi compatire, voleva solo far capire ad Akane le sue buone intenzioni, verso di lei; avendo paura lui stesso, che un giorno, la parte assassina che risiedeva dentro di lui, avrebbe potuto prendere il sopravvento.
    Quelle parole comunque furono le ultime cose che disse, poiché in cuor suo vedendo gli sforzi della ragazza, sperava nel successo della sua operazione.
    Li d’altro canto soffriva come un animale, per arrivare ad un arma, che secondo le sue idee, avrebbe potuto salvare il maestro dall’auto-distruzione; eppure non appena riuscì a sparare caddè in preda al dolore perdendo i sensi.

    Quella visione, gli diede la forza di emettere un ultimo sforzo fisico.
    Per prima cosa allungò il braccio destro in direzione della ragazza, seguito da quello sinistro; addirittura per un secondo sembrava fosse fatta, ma quando il movimento toccò agli arti inferiori, capì che non c’era possibilità.
    Provò a sbilanciare il peso corporeo in avanti, mantenendo le braccia distese verso il robottone, ma non appena si sbilanciò, il dolore lo chiuse in una morsa senza scapo, che subito dopo aver raggiunto la posizione sdraiata a pancia in sotto; gli fece perdere i sensi.
    Lui nella sua testa prima di chiudere gli occhi pensò solo due parole.


    Missione Fallita!!
     
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  4. Belfagor90
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    E siamo arrivati alla fine del primo allenamento di secondo livello con un ammontare di ferite... disastroso mi sembra la parola adatta. Comunque non prendete tutte le ferite come se fossero totalmente derivanti da errori e ricordate che il vostro sensei è un po' sadico e gli piace ferire la gente. Non abbattetevi quindi, perché se pensate che finendo con lo svenire avete fatto un brutto allenamento, allora vi sbagliate di grosso XD



    Sono le situazioni pericolose che forgiano gli uomini e Urahara Mouryou aveva la media di eventi pericolosi al giorno tra le più alte della Soul Society. C'era anche da dire che sulla sua testa si sarebbero potute forgiare Zampakutou e per questo spesso si scordava del fatto di essere un terzo seggio, ma proprio quella testaccia dura e un'irrefrenabile tendenza a sopravvivere, che taluni non si trattengono dal definire "inopportuna", gli avevano permesso di diventare ciò che era ora: uno Shinigami capace di sparare più di dieci pugni in un secondo e di scappare via da qualsiasi pericolo alla velocità di una macchina da Formula 1 su di un'autostrada vuota.
    Cosa volete che fosse qualche metro d'acciaio quando, con la detonazione che si avvicinava e il terribile rumore di spari all'esterno, l'uomo si ricordò di possedere capacità sovrumane? Diciamo che la fifa fece il resto e il corpo bucherellato del Gundam femmina pieno di buchi cominciò a riempirsi di bozzi che aumentavano sempre di più di dimensioni e numero mano a mano che quello strano fenomeno percorreva verso l'alto il corpo sottosopra del robot gigante. Finché, come ciliegina sulla torta, dalla sua pancia spuntò un bozzo decisamente più grande degli altri che crebbe, crebbe e crebbe ancora fino a scoppia sputando fuori la figura sfocata del sensei.
    -#I WANT TO BREAK FREEEEEEE!!!# - urlò in maniera vagamente intonata mentre volava nella notte con un un buffo cappello rotondo sulla testa che mostrava dei numeri rossi in progressiva diminuzione.
    Potrà sembrare strano per chi non lo conosceva, ma Urahara Mouryou era famoso per la sua fortuna. Nel senso che non sapeva neanche cosa fosse, la fortuna. Durante la sua fuga rocambolesca si era ritrovato attaccato alla testa il complesso timer-detonare-bomba che risiedeva all'interno del robot ed il conteggio oramai era proprio al "Final Countdown", se proprio si voleva rimanere in tema rock. Più precisamente segnava 00:02. Poi segnò 00:01, Mouryou fece un salto a mezz'aria verso l'alto e... BUM!! esplose come un fuoco d'artificio.
    Era la sua fine e i suoi allievi mezzi morti l'avrebbero seguito a ruota? Ma non avevamo forse detto che Mouryou aveva l'odiosa tendenza a sopravvivere? Ritornò a terra completamente fumante e, siccome sappiamo che la fortuna è sempre dalla sua, senza vestiti.
    - Sembra che qualcuno qui abbia voluto fare il kamikaze - constatò godendo allo stesso tempo della piacevole brezza intragambale.
    Se si erano ridotti in quello stato, l'unica cosa giusta da fare era portarli tutti e due all'ospedale dell'Accademia e interrompere la prova. Non avevano neanche brillato durante l'esercizio...
    - PFFFF!!! "Brillare"! Kukukuku... - ridacchiò pensando alla sua stessa battuta.
    Però... diciamocelo, era un peccato. Magari avrebbe fatto qualcosina sottobanco, come ad esempio dare un calcio ai resti mezzi abbrustoliti delle spade di legno per farle arrivare oltre la linea del traguardo per poi far esplodere tutto per non lasciare prove.
    Sì, avrebbe fatto così. Ma prima doveva portare quei due stracci umani da dei dottori o avrebbe dovuto compilare i moduli per la morte degli studenti. Un brutto compito contando quanto sono grossi e la procedura per sbrigarli passa attraverso tre strati di burocrazia.
    Si caricò sottobraccio i due corpi esanimi dei due studenti dimostrando di non subire troppi problemi dal peso comportato e spiccò il volo in direzione dell'ospedale. Non aveva tempo da perdere e la sua fretta provocò un piccolo incidente...

    Fonti successive avrebbero commentato il suo arrivo da nudista all'interno della struttura urlando prontamente qualcosa che suonava vagamente come "tranquilli, non li ho stuprati. Sono solo esplosi poco prima che venissi partorito da un Gundam" seguito da una lunga pausa dove, apparentemente, si sarebbe reso conto di aver detto qualcosa di strano per poi aggiungere infine "è tutto un brutto scherzo del Destino". Un nuovo file fu così aggiunto alla cartella più che voluminosa di Urahara Mouryou e due studenti fecero un nuovo passo verso il loro obiettivo.
    Da quel momento le cose si sarebbero fatte ancora più dure, ce l'avrebbero fatta?


    Ottenete entrambi Controllo del Corpo Lv.2 Fefe prende poi 14 exp mentre Teo invece 12 exp.
    Un post conclusivo per ciascuno e vi apro la vostra prossima lezione ^^
     
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  5. Feferocky
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    Un ultimo sguardo… ancora uno… Il sensei non usciva dal Gundam. Non si vedeva nemmeno se il colpo lanciato da Akane avesse funzionato. Lei aveva fatto del suo meglio e di sicuro avrebbe trovato un modo per cavarsela. Figuriamoci se un membro della seconda brigata si fosse lasciato uccidere da un robot gay. Sarebbe stato a dir poco disonorevole.
    Così Akane, ormai priva di sensi, ricadde nel suo solito problema che aveva la notte quando dormiva profondamente: gli incubi. Incubi terrificanti e confusi che le ricordavano sempre qualcosa… qualcosa che ogni mattina, appena sveglia, dimenticava, lasciandole una sensazione terrificante di paura. Accadeva ormai da quasi 300 anni, da quando cioè aveva messo piede nel Rukongai.
    Nella sua mente cominciò a definirsi l’immagine di una figura con la testa di un teschio che le mise una mano sulla spalla:
    -Akane, figlia mia- lei non riusciva ad urlare, né a scappare, né a piangere. Forse lo scheletro non aveva intenzioni nemiche, ma di certo non era il momento adatto per andarglielo a chiedere.
    Così chiuse gli occhi e sentì una voce, insieme all’urlo di una donna che le pareva familiare. Quella voce era di un uomo. Sussurrava con terrore queste parole:
    -Sono buoni quegli spaghetti, no? Allora te ne do altri! Mangia cara, mangia! Offre la casa! Poi toccherà a quella sgualdrina di tua madre.-
    Akane non riusciva a respirare e si sforzò di aprire gli occhi ma non ci riusciva.
    -Chi sei? Cosa vuoi da me? Lasciami … si … lasciami respirare.-
    Così improvvisamente si ritrovò ad uscire dall’acqua come se stesse trattenendo il respiro da secoli. Era lì, sola, al centro di chissà quale oceano, in chissà quale punto del mondo … o forse neanche sulla Terra, forse nel Rukongai o in qualche altro mondo parallelo.
    -Papà? Mamma? Sakura? Dove siete?-
    Si avvicinò così, camminando come se nulla fosse sul pelo dell’acqua, Tosei, il suo gatto paffuto e nero che le si avvicinò guardandola con uno sguardo di pietà. Poi cominciò a parlare:
    - Mi hai abbandonato Akane … Ma non preoccuparti! Ho trovato qualcuno che cucina i dango meglio di te. Meow!- e si allontanò all’orizzonte non dando alla padroncina nemmeno il tempo di rispondere.
    - Tosei! Se non mi abbandoni ti preparerò i dolcetti più buoni del Giappone, no del mondo! Ma non abbandonarmi qui, in questo mare di… -
    Si interruppe cominciando a sentire freddo alla testa. Si mise la mano sul capo notando che i suoi lunghissimi e fluidi capelli rosso sangue non c’erano più. Il mare o l’oceano o qualsiasi cosa fosse era diventato rosso e denso. Era sangue. I capelli vi si erano sciolti dando colore al mare. Akane, in preda all’orrore cominciò ad avere allucinazioni di mani che la volevano trascinare giù negli abissi. Era impossibile galleggiare in quel mare rosso. Finchè …
    - CHICCHIRICCHIIIIII!!!!-
    -Un gallo?-
    La ragazza si girò e vide che era Urahara sensei, nella sua elegante postura, con i suoi bellissimi capelli biondi e i suoi luminosi occhi azzurri, ma … con un gallo in mano?
    -Va bene che i miei sogni siano strani ma non esageriamo adesso!-
    Il sensei si avvicinò alla ragazza e la prese per il naso, avvicinandosi all’orecchio le sussurrò con apparente dolcezza:
    DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!
    Ecco che la ragazza aprì gli occhi, sobbalzando. Era in un letto. Un morbidissimo letto d’ospedale e in una stanza tutta bianca. Sentì un dolore improvviso al polso sinistro e lo uscì dalle coperte. Era tutto bendato e gonfio. Guardandolo si ricordò all’istante dell’allenamento con il sensei e tirò un sospiro di sollievo. Se lei si trovava in quelle condizioni di sicuro lui se l’era cavata.
    -E anche qualcun altro a quanto pare-. Nel letto accanto c’era Ilyan ancora addormentato. Per fortuna era ancora vivo.
    -Certo che quando non fa il gradasso non è poi una persona così cattiva. Anzi sembra un bambino quando dorme.- Forse era come diceva lui: aveva solo voluto difenderla e semplicemente nelle occasioni in cui lei pensava che lui la volesse uccidere si era trovato al momento sbagliato e nel posto sbagliato. Sorrise rendendosi anche conto che un altro personaggio se l’era cavata abbastanza bene. Sulle coperte c’era un grosso batuffolo nero, che Akane riconobbe subito.
    -Tosei!-
    Ma accanto alla piccola palla nera ce n’era anche un’altra bianca e a macchie nere. Era una gattina.
    -Ma bene, Tosei! Ti dai da fare quando non ci sono eh? Ciao piccolina … - Akane non parlava ad alta voce per non svegliare Ilyan. La gattina si avvicinò alla ragazza e cominciò a fare le fusa vicino al petto. Strano, visto che in genere i gatti sono molto diffidenti. Forse aveva capito che era molto affezionato al suo Tosei.
    -Beh tanto un componente in più non ci farà male. Spero solo che tu non mangi come quell’ingordo-
    Vicino al collo della gattina c’era un biglietto:
    -Hai un gatto veramente fedele. Volevo farlo arrosto ma questa qui me l’ha impedito. Voi donne sapete essere veramente sanguinarie quando volete. Hai passato l’esame ma non ti montare la testa o farò arrosto te al posto del tuo gatto. Piuttosto pensa a perdere un po’ di peso: sembri magra ma pesi un sacco. Kukukukuku. Firmato: un uomo che ti vuole morta.-
    La ragazza si trattenne le risate. Quel tipo era a dir poco unico.
    Chissà per quanto tempo erano stati a dormire. Il mal di pancia di Akane era quasi scomparso. Così, dando un ultimo sguardo ad Ilyan,gli mise meglio le coperte con la mano destra (visto che la sinistra non poteva usarla) e gli sussurrò –Grazie-.
    Poi si allontanò con la coppia di gattini al seguito.

    WAAAAAA!!! Bellissimoooo!!! Mi sono divertita da morire. Vai Ilyan spacchiamolo peggio di quanto lui abbia spaccato noi XD Alla prossima!!!
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Il senso di nausea e di metallo che lo attanagliava era l’ultima cosa che si ricordava prima di perdere totalmente i sensi. Unito a quella sensazione aveva anche avuto la certezza, di aver fallito la missione e di essere caduto senza aver portato a termine il suo scopo.
    L’esplosione del robot, il traguardo e la sua compagna erano tutte immagini che vagavano nella sua mente spenta, che riecheggiava sensazioni e momenti importanti che avevano segnato quella notte.
    Trappole spaventose, che piegavano le menti più immaginarie, si abbattevano contro di lui, in una corsa contro il tempo, per il superamento di una prova eccezionale e contorta allo stesso tempo.
    Parole mute che annebbiano la morte celebrale dell’ex assassino, cosi profonde che gli sembra addirittura di non avere la possibilità di svegliarsi. Un sonno vegetale, dove l’unica consolazione che riusciva a trovare era quella di non provare più alcun dolore.

    Poi all’improvviso dal buio più totale un onda di calore umano, arrivò a colorare la gelide membra del suo corpo.
    Un piccolo gesto, che sembrava quello di una persona a lui cara; un affetto molto importante, perso da molto tempo o meglio ancora; un affetto mai riconosciuto.
    Quel movimento di coperte, spinte verso l’alto, cosi come fanno le mamme ai loro bambini, sembrò riportare nel mondo reale, lo coscienza vagante del povero studente.
    Anzi nonostante il suo stato dormiente riuscì a udire anche il suono di una voce pronunciare dolcemente la parola “ Grazie”

    Quel singolo vocabolo, gli donò la forza per aprire gli occhi, cosi da tornare tra i vivi e riuscire a scandire un ombra, allontanarsi dalla stanza, senza voltarsi.
    Quell’ombra si allontanava lentamente e anche se non riuscì a mettere a fuoco la figura completa, ebbe la sensazione di conoscerla e questo gli bastò per riappaciarsi nel letto, nella calma più totale.
    Poi guardando il soffitto sorrise leggermente e sussurro ad alta voce tra se e se.


    In un letto bloccato, sena la possibilità di muovermi……ma vivo……..e in pace !!! Grazie a te
     
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