La Domestica con la Batteria

Allenamento auto-conclusivo - Hadou n.4 Byakurai

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  1. Belfagor90
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    CITAZIONE
    Hadou 4: Byakurai
    Formula di attivazione: Convergi la luce negli spazi di oscurità.
    Un raggio di energia scaturisce dall'indice e dal medio del personaggio verso la direzione indicata. Questo fascio di energia è molto sottile e per questo è estremamente utile per perforare i muscoli dell'avversario. Essendo una tecnica di basso livello provoca pochi danni se usata ad un'eccessiva distanza o senza un'adeguata mira. I più esperti utilizzatori di Kidou sono in grado di provocare ferite letali e perforare muscoli.
    Abilità richieste: Controllo del Reiatsu Lv.1; Kidou Lv.1
    Danno: Danno moderato [5 metri]; Danno lieve [6 metri o più]
    Consumo: Basso
    Distanza: 50 metri
    Nota: Avendo Kidou Lv.4 i due possibili danni aumentano di una categoria

    #Oh Rui-chan, mio ammoooorrr...#

    Un paio di occhi azzurro furente si accesero nel buio mostrando una fitta coltre di capillari scarlatti lungo tutta la cornea. Era una settimana... una settimana che ogni mattina doveva subirsi quello strazio!!
    L’essere nel buio allungò una mano con la sicurezza dell’esperienza e premette un bottone sul muro oltre la testata del letto. Da qualche parte si udì chiaramente un brusco rumore di corde che saettavano, minacciosi sibili e tonfi su erba umida. Tutto tacque per un momento, ma poi la canzone riprese ancora più stonata di prima.
    Allora con un grugnito stile “ah, allora è così che vuoi metterla!” fu premuto un secondo bottone. Un ruggito di bestia enorme e tonfi di zampe in corsa strapparono un sorriso all’uomo acquattato nel buio. Non c’era modo che il molesto canterino potesse scappare al suo grizzly gigante da guardia.
    Ci fu un rumore di carne che si sfracellava sotto possenti mascelle... ma la musica riprese.
    Ormai con la forza della disperazione fu premuto il terzo bottone. Non voleva arrivare a questo, ma a quanto pare non aveva scelta. Se era riuscito ad eludere la guardia di un appartenente al regno artificiale e di un rinomato esponente di quello animale, non rimaneva allora che affidarsi al regno vegetale! E pensare che si era sentito in colpa per non aver addestrato la sua edera da guardia a riconoscere l’odore del suo giovane vicino. Ora invece la cosa gli sembrava una vera benedizione, come testimoniavano le urla di sorpresa e paura che sentiva da fuori la finestra. La figura si alzò con un sospiro rassegnato.
    L’unica cosa che l’edera da guardia non faceva era scacciare l’intruso da sola. Poteva bloccarlo, o farlo fuggire per la paura, ma non buttarlo fuori dalla casa. A quello, purtroppo, doveva provvedere il padrone di casa. In questo caso me, Urahara Mouryou.
    Aprii la finestra strofinandomi gli occhi pesti dal sonno. Una specie di piccolo bozzolo foglioso mi si stava agitando davanti al davanzale mentre la chitarra improvvisata giaceva a terra con qualche crepa. A quanto pare aveva cercato di usarla come mazza per tenere lontani i viticci, ma con scarsi risultati.
    Schioccai la lingua per attirare la sua attenzione.
    - Shirai, ti ho già chiesto di piantarla un milione di volte con questo strazio mattutino.
    - Mmrmgrmggr!!
    - Ah, giusto.
    Con una mano creai un piccolo varco perché l’intruso potesse dire la propria. Non speravo in qualcosa di illuminante. Era sempre la stessa storia e di certo non c’erano stati grandi sviluppi.
    - Ma io l’Amo! Rui-chan è l’amore della mia vita!! Non mangio più da quanto soffro!!
    - Tu non mangi perché non hai potere spirituale, non certo perché sei innamorato.
    - Non dormo più!
    - Hai compiuto settantadue anni tre mesi fa, è normale rimanere insonni una volta vecchi.
    Ebbene sì. Stavo parlando con un bimbetto che sembrava appena di dodici anni e che era molto più vecchio di me! Situazione privilegiata della Soul Society.
    - Sei un uomo orribile! Ti intrometti sulla strada del vero amore perché vuoi tenerti Rui-chan tutta per te, sei un pedofilo!!
    - MA SE E’ UN ROBOT, MALEDIZIONE!!
    - TU MENTI!!
    Ok, è arrivato il momento di un piccolo riassunto. Durante l’ultimo mio allenamento con Falkner-sensei mi ero ritrovato fra capo e collo una piccola androide che sembrava essersi – ma tu pensa che botta di fortuna! – oltremodo affezionata alla mia persona. Non vi dico il casino quando sono tornato a casa con una bambinella attaccata allo stomaco (ci si era piazzata lei, io non c’entro niente). Essendo una macchina la piccina, alta a malapena un metro, pesa oltre i settecento chilogrammi e possedeva una resistenza pressoché infinita nonché una forza da palla demolitrice e l’indistruttibilità di una lastra d’acciaio! Non potevo liberarmene in alcun modo, era inarrestabile e implacabile! Sembrava quasi un Hanae-sempai ancora più miniaturizzato e femmina.
    ...vi prego non ditegli di questo paragone o mi picchierà fino a farmi uscire le ossa dalla carne!

    Comunque, oltre alle carie accuse di pedofilia e la folla armata di forconi e torce che avevo dovuto affrontare, mi era capitata anche quest’altra disgrazia: il mio vicino, nonché guardiano dei porci nella Fattoria, se ne era praticamente innamorato al primo sguardo! Il tempo di costruirsi una chitarrina rudimentale e ogni mattina veniva sotto la mia finestra a fare la serenata alla sua bella che lo ignorava completamente visto che sembrava totalmente ignara del fatto che tale attenzione era rivolta a lei.
    Parole e tempo sprecato visto che lì arrivava l’ennesimo mio colpo di sfortuna nera: la piccolina sembrava completamente persa per il sottoscritto!! Io non voglio una bambina innamorata di me, è da maniaci!! Finché si tratta di insegnarle a pulire e cucinare era un conto, ma non potevo assolutamente vivere con qualcuno: c’era il rischio che ci rimanesse secco per colpa della mia sfortuna!! Già quando vivevo alla Fattoria ne capitavano di tutti i colori, ma la mia sfiga non sembrava che aumentare col tempo e non volevo morti sulla coscienza. Se solo i capoccia della Dodicesima non mi avessero imposto di tenerla con me per studiarne le capacità di apprendimento... Destino Infame!! Alla fine della fiera non mi rimase che chiamarla Rui in onore della sua indistruttibilità e attendere i corso degli eventi.
    - Te lo dico di nuovo Shirai: io non sono un pedofilo e tu sei una seccatura! Non puoi uscirci insieme o rischieresti di romperti l’osso del collo!
    Non era una minaccia a vuoto. Proprio no. Alcune delle mie ossa potrebbero testimoniare a favore. L’avevo già detto che era forte? Beh, intendevo MOLTO FORTE! Abbastanza forte da dover richiedere impegno da un terzo seggio par mio per vincere a braccio di ferro. Quella piccoletta non sapeva ancora controllare la propria forza, cosa avrebbe fatto un bambino senza alcun potere come Shirai se per caso lei gli avesse dato una pacca sulla spalla!? Uno schiaffetto lo avrebbe decapitato!!
    Sì, vaglielo a spiegare...
    - Pedofilo! Stupratore di bimbe!! Maniaco pervertito!!!
    Alla fine lo rispedii a casa a calci come al solito, ma ci voleva un qualche piano per sbloccare la situazione. Ci avrei pensato durante l’allenamento per la ricarica. Perché quella piccola mina vagante, da buon robot, andava ad elettricità e se non gliene davo ogni settimana si spegneva. Le opzioni erano due: o me ne procuravo da solo, oppure andavo ogni settimana nelle tenebrose segrete della Dodicesima Brigata.
    Inutile dire cosa preferissi.
    Fortunatamente, almeno questo barlume di felicità mi fu concesso, esisteva una tecnica di Kidou capace di generare un fascio di energia elettrica abbastanza potente da permettere alla piccola di ricaricarsi: il Byakurai, altrimenti noto come Fulmine Bianco. Sì, lo so che era un bel nome altisonante, ma io ero bravo nelle arti demoniache come un gorilla a fare castelli di carte. Fortuna che non consumava troppa energia spirituale e potevo finire la ricarica con, approssimativamente, una cinquantina di attacchi.
    Ci avevo messo una settimana per trovare un manuale su misura (“Kidou di Base per Idioti”) e fare i primi passi nell’arte allenandomi nel tempo libero dove non ero costretto a spiegare che non ero un pedofilo, a lavorare, ad andare di pattuglia, ad addestrarmi alla sede della brigata, in missione etc etc.
    Insomma, c’era un motivo per cui dopo quasi una settimana non ero ancora riuscito ad imparare una tecnica di base! Insomma, un ufficiale terzo seggio par mio, con una brillante e talentuosa carriera alle spalle, di sicuro sarei in grado di apprendere una tecnica del genere in un pomeriggio, o no? Non sono mica stupido!
    ...
    ...
    Non mi piaceva quel silenzio imbarazzato nella mia testa.

    Ma bando alle ciance, ormai mi rimaneva poco tempo! Se non l’avessi imparata prima di domani mi sarei ritrovato con settecento chili di loli-bagaglio da dover trasportare per chilometri sulle spalle. Solo al pensarci mi veniva un’ernia al disco! Quindi l’ultimo giorno chiusi i rapporti col mondo esterno e mi rintanai nel cortile della mia casa con davanti Rui che mi guardava con i suoi occhietti perennemente bloccati in un’espressione vacua. Nei giorni che era rimasta a vivere con me avevo cercato di renderla più presentabile facendole – ebbene sì, sono anche sarto – un completino da domestica che modestia a parte le stava a pennello. Mi era sembrata una buona idea invece di lasciarla con la sola tunica, e poi volevo addestrarla per aiutarmi nelle faccende di casa, ma non vi sto a dire come la presero i vicini quando la videro uscire di casa vestita a quella maniera. Una bambina apparentemente sotto i dieci anni, coi capelli castani legati in una crocchia vestita da camerierina può fare una certa impressione.

    - Allora Rui. Voglio che tu mi ascolti bene. Oggi Mouryou-oniichan ti ricaricherà dovesse stare alzato tutta la notte ad esercitarsi. Tu però devi stare ferma immobile. Hai capito tutto?
    - Kupa! – fece convinta la piccoletta.
    Ah, giusto. Un’altra cosa da evidenziare era il suo curioso modo di parlare: il suo vocabolario comprendeva una sola parola: “Kupa”. Ma ciò non era limitante nel modo più assoluto. A rendere la cosa un pizzico più inquietante, io riuscivo a capire cosa volesse dire, mentre chiunque altro non sapeva distinguere la differenza tra “Kupa” e “Kupa”. Eppure a me sembrava così evidente...
    - Meglio non stare a pensarci troppo o mi verrà di nuovo il mal di testa – pensai sconsolato prendendo il manuale per il Kidou e dandoci l’ennesima scorsa.

    “Il successo nel Kidou si ottiene seguendo pochi semplici passi fondamentali:
    1) Rilassarsi
    2) Immaginare
    3) Scandire

    Se ricorderete questi tre semplici punti possiamo garantirvi il successo per tutti i Kidou sotto i numeri 50. Ora scegliete il vostro Kidou di preferenze e seguite le istruzioni fino al successo!



    E fin qui nessun problema. Poi spuntavano discorsi assurdi su “cani di Rondanini” e “maschere di sangue”. Dei discorsi senza capo né coda che sembravano tirati già da un cocainomane durante un trip verso il Regno della Fantasia Subnormale!! Possibile che si dovessero recitare certe filastrocche assurde per evocare un potere? Ci credo che la gente prima o poi imparava a farlo senza l’invocazione: era imbarazzante da morire!
    Per fortuna il Byakurai aveva una delle invocazioni più semplici e meno senza senso di tutte: “Convergi la luce negli spazi di oscurità”, che non era granché logico ma in confronto agli altri era come fare due più due.
    - Cominciamo – mormorai fra me e me non senza un certo abbattimento.
    Il primo passo chiedeva di “rilassarsi”. Un po’ difficile dato che quella settimana non erano successe che cose brutte. Fortuna che ero abituato a liberare la mente dai miei continui esercizi in Accademia. Ero uno degli insegnanti con la maggior storia di classi traumatizzate alle spalle e sinceramente ne sapevo più che abbastanza degli esercizi di base per il rilassamento della mente.
    Il secondo passo era già più di difficile. Avete mai provato ad immaginarvi un fulmine che vi esce dalla mano? Non è semplice! Il libro diceva che era importante immaginare prima la condensazione dell’energia elettrica sulla punta delle dita, ma che il fulmine vero e proprio doveva essere liberato fuori o ci si sarebbe carbonizzati le dita. Suonava così doloroso che sinceramente cominciai a sudare freddo.
    Infine veniva lo scandire. Perché se tiravi fuori qualcosa di assurdo o ti mordevi la lingua durante la recitazione dell’invocazione, chissà quali cose orribili potevano accaderti! Non avevo il coraggio di andare a leggere il capitolo del “Cosa vi Succede se Fate Casini” o sentivo che avrei perso veramente la forza di volontà per imparare il Kidou.
    Con le mani unticce di sudore da strizza puntai l’indice e il medio della mano sinistra verso la figura obbedientemente immobile di Rui, sulla destra stava aperto il libro del Kidou in maniera sorprendentemente scenografica. Cavolo, avrei potuto passare per un mago!
    Rallentai il respiro, immaginai il Reiatsu sotto forma di fulmini che si accumulava nelle falangi delle due dita protese e il fulmine saettante che partiva dalla mia mano. Infine, recitai a bocca secca l’invocazione.
    - “Convergi la luce negli spazi di oscurità, Hadou n.4: Byakurai!”

    KRAKKLE!!!

    Non ebbi neanche il tempo di preoccuparmi che la luce m’investì e venni sparato all’indietro sfondando il muro di casa mia. Fu un bel botto e un bel buco.
    - Coff! Coff!! – tossì spostando di lato la libreria che avevo appena spaccato in due con la schiena.
    Per i miei standard quello era una volo da niente. Mi feci molto più male quella volta che precipitai da un chilometro di altezza ed ero tornato in piedi dopo pochi giorni. Questo mi sarebbe valso qualcosa come una costa incrinata, ordinaria amministrazione.
    Il problema vero era che quello era solo il primo di una lunga serie di tentativi.
    - Sigh!
    - Kupa?
    - Tutto a posto Rui. Mouryou-oniichan ha solo bisogno di raccattare i frammenti infinitesimali del suo ego e poi ricomincerà.
    - Kupa?
    - E’ una cosa da adulti. Magari quando sarai più grande.
    - Kupa...

    Quante volte puoi saltare in aria, venire folgorato e bruciare casa tua in una giornata? Non posso rispondervi perché non mi fermai a contarle, ma credo che le prime siano sul centinaio, le seconde una sessantina e le terze si aggirino sulla dozzina. Certe volte poi avevo causato eventi che non avevano niente a che fare l’elettricità, come la pioggia di tonni che si scatenò verso le sei del pomeriggio e seminò il panico. Non ero certo che fosse colpa mia, ma il mio buon istinto mi suggeriva di non farne parola con nessuno.
    Alla fine della giornata avevo l’aria di un barboncino affumicato a cui avevano fatto una smutandata usando la cintura di castità. L’elettricità statica mi aveva pure fatto la pettinatura ad afro.
    - Il... Dolore... – mugolai al tramonto insofferente.
    Forse non avrei dovuto continuare così tante volte senza riposare. Ad un certo punto ero così ebbro per i fulmini al cervello che avevo cominciato a sbagliare l’invocazione facendo errori che non stavano né in cielo né in terra. Dovevo essere bello stordito per gridare “convergi i parfait alla vaniglia nella cacca di gabbiano”. Però quella volta avevo evocato un vero fulmine a ciel sereno. Avesse almeno colpito Rui e l’avesse ricaricata invece di far esplodere il capanno del giardino e ricoprirmi di concime (ovviamente naturale) in fiamme.
    - Destino Infame... – commentai come mia abitudine quando mi capitavano casi di incidenti surreali.
    La piccolina si era messa in uno stato di stand by per conservare le energie fino al mattino dopo, ma sinceramente non credevo che le mie dita potessero reggere. Erano nere come il carbone, facevano un male cane e mandavano un vago odore di bacon. Pure il libro era ormai da buttare (aveva preso fuoco si e no una decina di volte), ma mi ero ostinato a tenerlo in mano per darmi un pizzico di fiducia.
    - E’ inutile. Domani dovrò portarla alla Dodicesima. Mi spiace Rui, ma temo che Mouryou-oniichan non sia bravo come crede...
    Basta, era finita. Ero stanco, bruciacchiato e puzzavo di cacca. Meglio entrare in quello che rimaneva della mia casa, farsi una doccia se i fulmini non avevano distrutto il bagno e andarsene a nanna. Il giorno dopo avrei dovuto scarrozzare più di mezza tonnellata fino ai quartieri della Dodicesima e ci avrei perso tutta la mattinata. Destino Infame.
    Guardai quella nanerottola che neanche poteva salire delle scale senza spaccare gli scalini o maneggiare un vaso senza ridurlo in polvere. Che mi piacesse o meno, lei ora era una mia responsabilità, un po’ come un figlio non previsto o quando si viene eletti rappresentanti di classe il giorno che si è assenti. Non puoi fare a meno di odiarla e sinceramente io quella macchina da guerra miniaturizzata la detestavo, però poi... finisci con l’affezionarti. E’ una cosa così normale che non ci fai neanche caso. Cominci col darle un nome e provare ad insegnarle a dire “Mouryou”, poi le cuci i vestiti, le insegni a cucinare, pulire, fare le commissioni, un po’ a leggere e scrivere e in men che non si dica ti ritrovi a sentirti triste all’idea di non poterle lanciare un dannato fulmine in testa per ricaricarle la batteria.
    - Forse un altro tentativo potrei farlo. Ma sì, tanto cosa potrebbe accadermi di peggio della pioggia di letame fiammeggiante?
    Però la mano mi faceva davvero male. Come provavo a tendere indice e medio, i muscoli si intorpidivano trafiggendomi il cervello con forti scariche di dolore. Inutilizzabile, decisamente inutilizzabile. Ma sì, certo! Perché per una volta non tentare di usare la mano destra? Era tutto il giorno che provavo con la sinistra ed io non sono neanche mancino!
    ...
    ...
    - Come prego? – mi chiesi da solo senza neanche capacitarmi di ciò che avevo, anzi, di ciò che NON avevo fatto.
    Come cappero avevo potuto dimenticare di possedere due mani e di essere destrorso!!?! ERA SEMPLICEMENTE IMPOSSIBILE! PIU’ IMPOSSIBILE DI TUTTE LE VOLTE CHE MI SCORDO DI ESSERE CAPACE DI VOLARE!!
    In preda ad un terrore lucido puntai le dita della mano DESTRA verso la testa di Rui, svuotai la mente, immaginai l’energia che si accumulava sulla mia falange e il fulmine che partiva, poi recitai l’invocazione con voce stentorea.
    - “Convergi la luce negli spazi di oscurità. Hadou no Yon: Byakurai!”

    KRAKKLE!!

    Un micro fulmine più che volenteroso di obbedire alle mie indicazioni mentali si aprì violentemente la strada attraverso l’aria del mio cortile colpendo Rui dritta in testa. Un centro perfetto.
    - Ah... ah... ahahahah... – ridacchiai nervosamente fra me e me con uno sguardo da pazzo mentre cominciavo ad agitare ovunque la mano.
    Mi sentivo un pistolero, un perdincibacco di mago e IL COGLIONE PIU’ GRANDE CHE IL MONDO ABBIA MAI AVUTO IL DISPIACERE DI VEDER CAMMINARE ALLA LUCE DEL GIORNOOOOOOOO!!!!
    - BUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!! BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAI BYAKURAIIIIIIIII!!!!
    Quella notte, sopra casa Urahara si scatenò una vera e propria tempesta di fulmini. A quanto sembrava l’ufficiale aveva perso la testa per l’ennesima volta e aveva cominciato a sparare fulmini a caso. Alcuni sostennero persino, in base al contenuto delle urla che udivano, che lo Shinigami avesse cominciato a spararsi addosso dei Byakurai in puro istinto di auto-lesionismo. Di questo, tuttavia, non vi erano prove concrete a causa delle alte mura che circondavano la casa.

    La mattina dopo il solo abitante della casa a svegliarsi in orario fu la piccola animatronics. Con un ronzio aprì gli occhi guardando la distruzione attorno a sé senza tradire grandi emozioni. I suoi processori registrarono soltanto che in quei casi gli era stato insegnato di ripulire. In quel caos da terra primordiale c’era però il suo oniichan che se la ronfava con i vestiti a brandelli e l’afro così sforacchiato da non si sa cosa da sembrare una gigantesca forma di cacio sferico.
    - Kupa?
    Un breve check-up e i suoi sensori indicarono che la batteria era carica al 99.7% e che il livello di Reiatsu dello Shinigami erano al 9.3% e in lenta ripresa. Un breve algoritmo le permisi di calcolare la quantità di energia spesa dallo Shinigami Urahara Mouryou nelle ultime ventiquattro ore e di arrivare alla conclusione che era meglio iniziare a riparare la cucina prima di preparare un’abbondante colazione.
    Con le sue piccole manine toccò la punta del naso di quell’omino tanto pasticcione. Quel corpo tanto più delicato del suo si era spinto al limite per darle da mangiare e gli era stato insegnato che in casi come quello si doveva provare gratitudine.
    - Kupa - mormorò accarezzandogli la testa.
    Aveva una gran voglia di dare fondo alle sue capacità per preparare quella colazione.

    Edited by Belfagor90 - 16/2/2013, 15:01
     
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  2. argletahm
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    guadagni Hadou 4: byakurai e 3xp
     
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