Esame Shinigami

Per Ilyan Light

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  1. DjTeo
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Essere pescati da un aereo impazzito guidato dal tuo Sensei, che si dimostra essere ancora più fuori di testa del solito, non era nei piani del giovane studente. Comunque oramai la giornata era partita e direi nel peggiore dei modi, oramai che era a bordo del velivolo dove solo concentrarsi e prepararsi all’inizio della missione. Lì avrebbe sicuramente fatto bene a incominciare a preoccuparsi, anche perché ogni prova che sosteneva con il suo maestro, finiva per essere una sfida di sopravvivenza.
    Una volta a bordo non era preoccupato più di tanto, aveva notato qualche manovra brusca, ma quello non sarebbe bastato a metterlo in allarme. Poi pian piano che il tempo passava si rese conto che le cose andarono decisamente peggiorando.
    La manovra per la discesa non prometteva nulla di buono, ma quello era abbastanza prevedibile; poiché qualunque manovra poteva diventare mortale, se eseguita da un pazzo che si crede un pilota. Infatti, nemmeno dieci secondi dal quel pensiero allarmante e il volante si spezzò davanti ai suoi occhi.


    CITAZIONE
    - ...non è che qualcuno di voi sa come si riattacca il volante di questo coso? Yuki? Ilyan? No, eh? Chissà perché me l'immaginavo. State tranquilli, non è il momento di cadere nel panico. Con la mia forza posso provare a manovrare usando solo il troncone della cl-

    Stleng!

    Poi arrivò lo squarcio sotto la pancia dell’aereo e l’espressione del professore diede il via libera generale, al panico più totale. Anche se lui aveva detto di farlo contare fino a tre invece Ilyan aveva fatto di testa sua senza urlare affatto, poiché era perfettamente terrorizzato. Il velivolo andò dritto contro la torre, non c’era scampo, poteva solo aspettare il momento dell’impatto e sperare che anche quello schianto facesse parte della missione preparata dal Sensei, senno quella volta sarebbe andato incontro a una fine certa.
    Un impatto pauroso dal quale era certamente impossibile uscirne illeso, che cosa avrebbe potuto fare un aspirante Shinigami in quella situazione. Per prima cosa si guardò intorno se nell’aereo ci fosse qualche paracadute, ma non trovò nulla.
    Poi prima di quanto pensasse arrivò il colpo, che lo fece balzare in aria. L’aereo sfondò una delle grandi vetrate della torre e all’interno di quella pioggia di frammenti, Il ragazzo riuscì a vedere l’azione del Sensei, che aveva preso in braccio la sua compagna e con una rapidità assurda, si era lanciato attraverso la crepa apertasi precedentemente, per uscirne illeso, sia dai vetri che dall’impatto che sarebbe avvenuto subito dopo.
    Naturalmente i suoi movimenti furono a malapena percettibili ai sensi dello studente e quindi l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di muoversi al massimo delle sue forze, cercando di fare lo stesso percorso utilizzato dal suo preparatore. Tuttavia quando si lanciò attraverso lo squarcio, trovò solo i vetri rotti della finestra ad attenderlo e anche aggrappandosi a essi, ebbe solo la sfortuna di lacerarsi le mani e il vestito.
    Egli aveva pochi istanti che avrebbero scandito il tempo prima di far incominciare la sua caduta e lo sapeva bene, perciò non chiese aiuto e non urlò, ma attese il momento in cui sarebbe precipitato.


    Forse riuscirò veramente a rivedere tutti i ricordi della mia vita passata e capirò che persona ero e vedrò quel lato oscuro dentro di me, tuto prima di diventare uno Shinigami, bè almeno quel pazzo si toglierà da davanti un altro studente.

    Incominciò a precipitare, quando vide, che sotto di lui c’era una leggera sporgenza di roccia che faceva allargare la torre, come un cono. Durante la sua caduta non sarebbe arrivato direttamente al suolo, ma avrebbe strusciato sulla parete di roccia, che creava quasi come una discese di pietra. Forse con la giusta dose di fortuna e il giusto avvitamento, seguente all’impatto se la sarebbe potuta cavare. Oppure tutti quei ragionamenti non sarebbero serviti a niente, ma comunque si accese in lui il lume della speranza e mentre cadeva incominciò a pensare alla posizione per attutire il colpo con la roccia e proseguire la discesa, senza staccarsi troppo dalla pendenza rocciosa.
    Naturalmente quando si precipita tutto diventa poco quantificabile e molto difficile da organizzare, perciò arrivò alla roccia come se fosse in piedi, pronto a correre una lunga discesa. Una corsa contro la morte.
     
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