Esame Shinigami

Per Ilyan Light

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  1. DjTeo
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Più passava il tempo e più si stava rendendo conto che l’idea che aveva avuto era a dir poco imbarazzante. Egli provò a trovare l’equilibrio, provò a sentire il terreno sotto i suoi piedi nella speranza di piegare la gravità come se stesse correndo in piano.
    Peccato che quando le gambe toccarono la roccia, anche se in modo corretto, non riuscirono ad effettuare la corsa. La velocità di caduta e la pendenza della discesa, rendevano la cosa un’impresa impossibile, senza contare che anche se avesse portato a termine tutto il tratto, ci sarebbe stata ancora la questione dell’impatto.
    Forse nella sua mente contava di dosare la corsa una volta incominciata oppure cercava uno slancio prima dell’impatto cosi da rotolare a terra e limitare i danni ulteriormente.
    Invece prima che tutte queste possibilità di morte certa potessero prendere vita, arrivò un segno. Anzi forse è meglio chiamarlo uno stormo. Una miriade di uccelli che viaggiavano compatti e uniti, si stava dirigendo proprio contro di lui, come se fossero ciechi.
    Quello che accadde poi ne diede nettamente la prova.

    Ilyan continuava come un sacco senza vita a cadere vedendo spegnersi la sua immaginazione, contro una realtà troppo forte e inesorabile, ma la sua velocità di caduta gli permise di impattare proprio contro gli uccelli, che già di suo avevano puntato la torre.
    La fortuna lo baciò per due volte consecutivamente, poiché una volta essere stato assalito dagli uccelli , essi se lo trascinarono dietro fin dentro una stanza della torre.
    Quando la speranza stava per scomparire, si ritrovò con un mucchio di uccelli addosso e il suono rimbombante di vetri rotti nelle orecchie. Loro avevano mirato una vetrata che si trovava qualche piano sotto rispetto a dove era atterrato l’aereo del Sensei e infrangendolo prepotentemente salvarono la vita all’aspirante Shinigami.
    La botta con lo stormo, comunque non fu una bella esperienza e fu costretto a subire un bel colpo all’addome e ai fianchi, senza contare i diversi vetri che si ritrovò piantati sulla schiena.
    Tuttavia questo, era niente se calcoliamo la morte certa che avrebbe incontrato, alla fine della sua corsa pazza; perciò dopo qualche minuto steso a terra con gli occhi chiusi, incominciò a riprendersi. Incominciò a guardare lentamente intorno a se, mentre era ancora seduto e vide che la stanza era abbastanza sgombra. Il posto non era molto arredato e non c’erano molte cose che attiravano l’attenzione del ragazzo, tranne la fantasia con cui era dipinto il pavimento, che era formato tutto in piastrelle di rombi, colorati che a loro volta formavano altri rombi, unendosi in maniera confusionaria; come a creare un effetto ottico disturbante.
    Per il resto il soffitto era bianco e le pareti, anch’esse molto sobrie e palesi, tutto tranne il pavimento.


    Dove sono capitato? Anzi….Sono Vivo!!!!! Che cose m’interessa dove sono……adesso devo solo capire come raggiungere il maestro e poi potrò proseguire tutto..

    Ahia!!!

    Due uccelli gli stavano mordendo il gomito e lui se li tolse di botto, alzandosi di scatto agitando il gomito, ma ormai aveva già preso un bel pizzico. Notò due cose riguardo gli uccelli una volta alzatosi, poiché se la stanza sembrava non rivelare sorprese i comportamenti dei volatili erano alquanto strani. La maggior parte volava impazzito da una parete all’altra cercando disperatamente una via di fuga verso il cielo, nonostante la vetrata fosse rotta e questo bastava a dimostrare perfettamente la loro cecità. Tuttavia un piccolo gruppetto stava buono buono, ammucchiato dall’altra parte della stanza, come se li ci fosse qualcosa che li attirasse e al tempo stesso li tranquillizzasse. Il giovane prima di andare da quella parte provò a sgranchirsi e a capire quanti frammenti di vetro avesse ancora infilati nella sua pelle e mentre ne estraeva qualcuno, camminava per la stanza dirigendosi, proprio verso la vetrata che aveva sfondato. Guardò in basso per capire da cosa si era salvato, ma mentre lo faceva si teneva ben saldo con la mano sinistra a un appiglio e si girava in continuazione, impaurito all’idea di riprecipitare un'altra volta, spinto ancora dallo stesso stormo.

    Fiuuu….. grazie divina provvidenza…….insomma morire in quel modo mi avrebbe fatto arrabbiare, anche se non mi ricordo bene come sono morto la prima volta. A dire la verità mi sarei arrabbiato a morire in qualunque maniera……..basta morire no?

    Finalmente tornò a preoccuparsi della stanza in cui era cercando un uscita, ma non trovò nessuna porta, forse c’era qualche passaggio segreto, ma comunque doveva riuscire a trovarlo e quale miglior punto di partenza poteva esserci, se non quello nel quale gli uccelli sembravano ipnotizzati? Camminò lentamente verso di lor, ma era come un fantasma nessuno di lor e man mano si avvicinava faceva chiarezza sui dubbi che aveva.
    Quando arrivò proprio sopra gli uccelli si rese conto che ce n’erano tanti altri proprio sopra a delle custodie di legno. Senza pensarci fece un urlo e incominciò a sbraitare e a smanacciare per far disperdere i volatili, ma pur togliendosi da quei coperchi, rimasero tutti intorno a loro.
    Una volta tolte tutte quelle bestiacce finalmente riuscì a vedere anche un altro piccolo particolare. Un cordone rosso le teneva chiuse e adesso il ragazzo era molto tentato ad aprirle, poiché non vedendo alcuna porta nella stanza, magari pensava che dentro di essi si potesse nascondere una scalinata o un sottopassaggio, per uscire dalla torre.
    Solo che quella era sempre una missione con il suo pazzo Sensei e se avesse aperto la custodia sbagliata, magari avrebbe attivato un’altra trappola e con quella giornata, magari era meglio pensarci ancora un po’ su quale aprire.
     
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