Esame Shinigami

Per Kaito Nakamura

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  1. Burbda
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    11° SEGGIO

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    Oltre al danno la beffa. Oltre ad aver fatto irruzione in una casa che poteva essere abitata col 99% delle probabilità quell'essere biondo sembrò non pensare al fatto che ci potesse essere effettivamente qualcuno all'interno. Quel maniaco infatti parve spaventarsi quando capì che assieme a lui c'ero anche io e ovviò al problema con la soluzione meno popolare: l'ultima cosa che vidi fu il mio tavolo usato contro di me e lanciato con velocità e forza disumane senza lasciarmi il tempo di reagire, a malapena lo ebbi per rendermi conto della situazione. Il fato volle che venni preso in piena fronte dallo spigolo di una delle zampe e la forza assieme al punto colpito furono sufficienti a farmi perdere coscienza. Non potevo sapere di essere diventato anch'io parte dell'enorme blocco davanti la porta e di essere stato sdraiato su sedie accatastate con la testa nella tazza del bagno.
    Io ero nel buio.
    Ogni persona che è stata in coma e si è risvegliata racconta di aver provato sensazioni diverse, di essere stata in luoghi diversi e di ricordare cose diverse. Non si è riuscito infatti a delineare un profilo di ciò che si prova durante il coma, anche se molti lo etichettano come un lungo e profondo sogno. Personalmente posso dire che non è così.
    Io mi trovavo completamente al buio, in uno spazio senza spazio, senza dimensioni, senza punti effettivamente materiali da toccare, senza odori. Me ne stavo semplicemente lì, immerso in un oscurità tale che mi rendevo conto di avere gli occhi aperti solo sbattendo le palpebre. Potevo muovere le braccia e le gambe, ma non vi era nessuna superficie su cui poggiare, niente da afferrare o da toccare. Per un periodo della mia vita pensavo che la morte doveva essere così, semplicemente il nulla intorno a te che resta lì all'infinito. Poi però mi resi conto che era troppo triste per esser vero e iniziai a credere in un aldilà, che ovviamente non si avvicinava assolutamente alla Soul Society. In quel buio avevo ben poco da fare, riuscivo in qualche modo a percepirlo, lo avvertivo come una fase di transizione per qualcos'altro che ignoravo. Lasciai così andare l'unica cosa impossibile da bloccare, il pensiero, e mi tornarono alla mente diversi eventi sconnessi di quando ero in vita. Non ricordavo niente come la maggior parte delle anime lì, la mia morte doveva essere stata per forza traumatica. In particolare ci fu un'immagine che mi balzò in testa, quella di due guantoni da boxe blu legati fra loro tramite i lacci. Mi sembravano incredibilmente familiari, come se tutti i giorni non vedessi altro che quelli.
    Mh... doveva piacermi tanto la boxe...
    Appena un mormorio, con gli occhi socchiusi. Alla fine quel posto non era tanto male, ero io e io soltanto, non avevo bisogno di dimostrare nulla agli altri o a me stesso. Tutto ciò che immaginavo mi compariva davanti come un film o la slide di una serie di immagini e me ne stavo semplicemente lì a crogiolare nel nulla. Potevo anche pensare di star così per un po'.

    Post di una ventina di righe e un po' scialbo lo so, ma avendo continuato a rimandare e avendo risposto dopo 11 giorni avevo voglia di continuare D:
     
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11 replies since 27/4/2013, 18:40   148 views
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