Esame Shinigami

Per Ilyan Light

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  1. Belfagor90
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    Direi di saltare la maggior parte dei convenevoli. Sentiamo come se la sarebbe cavata il buon Ilyan al finire spappolato a terra dopo un volo di 10 piani.
    Vediamo cosa t'inventi e io agirò di conseguenza. Cerca, ovviamente, di non essere auto-conclusivo.
     
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    Essere pescati da un aereo impazzito guidato dal tuo Sensei, che si dimostra essere ancora più fuori di testa del solito, non era nei piani del giovane studente. Comunque oramai la giornata era partita e direi nel peggiore dei modi, oramai che era a bordo del velivolo dove solo concentrarsi e prepararsi all’inizio della missione. Lì avrebbe sicuramente fatto bene a incominciare a preoccuparsi, anche perché ogni prova che sosteneva con il suo maestro, finiva per essere una sfida di sopravvivenza.
    Una volta a bordo non era preoccupato più di tanto, aveva notato qualche manovra brusca, ma quello non sarebbe bastato a metterlo in allarme. Poi pian piano che il tempo passava si rese conto che le cose andarono decisamente peggiorando.
    La manovra per la discesa non prometteva nulla di buono, ma quello era abbastanza prevedibile; poiché qualunque manovra poteva diventare mortale, se eseguita da un pazzo che si crede un pilota. Infatti, nemmeno dieci secondi dal quel pensiero allarmante e il volante si spezzò davanti ai suoi occhi.


    CITAZIONE
    - ...non è che qualcuno di voi sa come si riattacca il volante di questo coso? Yuki? Ilyan? No, eh? Chissà perché me l'immaginavo. State tranquilli, non è il momento di cadere nel panico. Con la mia forza posso provare a manovrare usando solo il troncone della cl-

    Stleng!

    Poi arrivò lo squarcio sotto la pancia dell’aereo e l’espressione del professore diede il via libera generale, al panico più totale. Anche se lui aveva detto di farlo contare fino a tre invece Ilyan aveva fatto di testa sua senza urlare affatto, poiché era perfettamente terrorizzato. Il velivolo andò dritto contro la torre, non c’era scampo, poteva solo aspettare il momento dell’impatto e sperare che anche quello schianto facesse parte della missione preparata dal Sensei, senno quella volta sarebbe andato incontro a una fine certa.
    Un impatto pauroso dal quale era certamente impossibile uscirne illeso, che cosa avrebbe potuto fare un aspirante Shinigami in quella situazione. Per prima cosa si guardò intorno se nell’aereo ci fosse qualche paracadute, ma non trovò nulla.
    Poi prima di quanto pensasse arrivò il colpo, che lo fece balzare in aria. L’aereo sfondò una delle grandi vetrate della torre e all’interno di quella pioggia di frammenti, Il ragazzo riuscì a vedere l’azione del Sensei, che aveva preso in braccio la sua compagna e con una rapidità assurda, si era lanciato attraverso la crepa apertasi precedentemente, per uscirne illeso, sia dai vetri che dall’impatto che sarebbe avvenuto subito dopo.
    Naturalmente i suoi movimenti furono a malapena percettibili ai sensi dello studente e quindi l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di muoversi al massimo delle sue forze, cercando di fare lo stesso percorso utilizzato dal suo preparatore. Tuttavia quando si lanciò attraverso lo squarcio, trovò solo i vetri rotti della finestra ad attenderlo e anche aggrappandosi a essi, ebbe solo la sfortuna di lacerarsi le mani e il vestito.
    Egli aveva pochi istanti che avrebbero scandito il tempo prima di far incominciare la sua caduta e lo sapeva bene, perciò non chiese aiuto e non urlò, ma attese il momento in cui sarebbe precipitato.


    Forse riuscirò veramente a rivedere tutti i ricordi della mia vita passata e capirò che persona ero e vedrò quel lato oscuro dentro di me, tuto prima di diventare uno Shinigami, bè almeno quel pazzo si toglierà da davanti un altro studente.

    Incominciò a precipitare, quando vide, che sotto di lui c’era una leggera sporgenza di roccia che faceva allargare la torre, come un cono. Durante la sua caduta non sarebbe arrivato direttamente al suolo, ma avrebbe strusciato sulla parete di roccia, che creava quasi come una discese di pietra. Forse con la giusta dose di fortuna e il giusto avvitamento, seguente all’impatto se la sarebbe potuta cavare. Oppure tutti quei ragionamenti non sarebbero serviti a niente, ma comunque si accese in lui il lume della speranza e mentre cadeva incominciò a pensare alla posizione per attutire il colpo con la roccia e proseguire la discesa, senza staccarsi troppo dalla pendenza rocciosa.
    Naturalmente quando si precipita tutto diventa poco quantificabile e molto difficile da organizzare, perciò arrivò alla roccia come se fosse in piedi, pronto a correre una lunga discesa. Una corsa contro la morte.
     
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  3. Belfagor90
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    Hai mai visto "Lupin e il Castello di Cagliostro"? In quel film (che per inciso trovo carinissimo) c'è una scena assai simile a quella da te descritta, ma non posso fare a meno di ricordare che la trovai a dir poco surreale: Lupin è sulla cima di un'alta torre con tetto conico estremamente ripido, perde la presa e comincia a correre nello stesso modo che descrivi tu, poi salta e fa un volo di duemila metri fino al tetto del palazzo accanto. Ma almeno lui ha un punto dove saltare, tu hai cominciato a correre verso il basso dove ad aspettarti c'è solo il duro pavimento a lastroni bianchi!!
    Devo dirlo però, i tuoi istinti suicidi sono originali e rinfrescanti, dovresti farne una caratteristica propria del tuo pg XD



    Vola, Ilyan, vola! Perché se non lo fai potresti essere la prima anima a scoprire con occhi tuoi se la Soul Society si trova su un pianeta, visto che spunteresti dritto dall'altra parte! Fu una corsa folle come chi la compì, del tutto ignorante delle leggi fisiche e affidandosi solamente all'istinto e alla disperazione. Per dirla breve, una mossa stupida.
    la fortuna, però, può dare un'insolita mano agli sciocchi. Un esempio lampante poteva essere il suo sensei, ancora vivo dopo le peggiori peripezie, ma anche lui sembrava sulla buona strada visto che uno stormo di uccelli (una rara specie di uccelli ciechi simili a gabbiani che sopravvivevano in numero assai esiguo grazie ad un'insolita bravura nella percezione del Reiatsu che sopperiva alla mancanza di occhi) finì troppo vicino alla barriera spirituale delle Mura Bianche del Seireitei e perse totalmente l'orientamento. Volarono dritti contro la torre sfondando una finestra e trascinando con loro il povero aspirante Shinigami in un vortice di schiamazzi, becchi e piume.
    Si vede che oggi per Ilyan era una giornata che prevedeva scontri e baruffe. Avrebbe dovuto controllare meglio il suo oroscopo quella mattina prima di uscire.

    Sei dentro una stanza assieme ad uno stormo di uccelli impazziti e confusi. Hai libera descrizione del luogo, ma ricordati che devono esserci per forza due custodie in legno piuttosto lunghe e spesse chiuse da un cordone rosso. Nel mio prossimo post ti spiegherò perché, quindi cerca di non morire XD
     
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    Più passava il tempo e più si stava rendendo conto che l’idea che aveva avuto era a dir poco imbarazzante. Egli provò a trovare l’equilibrio, provò a sentire il terreno sotto i suoi piedi nella speranza di piegare la gravità come se stesse correndo in piano.
    Peccato che quando le gambe toccarono la roccia, anche se in modo corretto, non riuscirono ad effettuare la corsa. La velocità di caduta e la pendenza della discesa, rendevano la cosa un’impresa impossibile, senza contare che anche se avesse portato a termine tutto il tratto, ci sarebbe stata ancora la questione dell’impatto.
    Forse nella sua mente contava di dosare la corsa una volta incominciata oppure cercava uno slancio prima dell’impatto cosi da rotolare a terra e limitare i danni ulteriormente.
    Invece prima che tutte queste possibilità di morte certa potessero prendere vita, arrivò un segno. Anzi forse è meglio chiamarlo uno stormo. Una miriade di uccelli che viaggiavano compatti e uniti, si stava dirigendo proprio contro di lui, come se fossero ciechi.
    Quello che accadde poi ne diede nettamente la prova.

    Ilyan continuava come un sacco senza vita a cadere vedendo spegnersi la sua immaginazione, contro una realtà troppo forte e inesorabile, ma la sua velocità di caduta gli permise di impattare proprio contro gli uccelli, che già di suo avevano puntato la torre.
    La fortuna lo baciò per due volte consecutivamente, poiché una volta essere stato assalito dagli uccelli , essi se lo trascinarono dietro fin dentro una stanza della torre.
    Quando la speranza stava per scomparire, si ritrovò con un mucchio di uccelli addosso e il suono rimbombante di vetri rotti nelle orecchie. Loro avevano mirato una vetrata che si trovava qualche piano sotto rispetto a dove era atterrato l’aereo del Sensei e infrangendolo prepotentemente salvarono la vita all’aspirante Shinigami.
    La botta con lo stormo, comunque non fu una bella esperienza e fu costretto a subire un bel colpo all’addome e ai fianchi, senza contare i diversi vetri che si ritrovò piantati sulla schiena.
    Tuttavia questo, era niente se calcoliamo la morte certa che avrebbe incontrato, alla fine della sua corsa pazza; perciò dopo qualche minuto steso a terra con gli occhi chiusi, incominciò a riprendersi. Incominciò a guardare lentamente intorno a se, mentre era ancora seduto e vide che la stanza era abbastanza sgombra. Il posto non era molto arredato e non c’erano molte cose che attiravano l’attenzione del ragazzo, tranne la fantasia con cui era dipinto il pavimento, che era formato tutto in piastrelle di rombi, colorati che a loro volta formavano altri rombi, unendosi in maniera confusionaria; come a creare un effetto ottico disturbante.
    Per il resto il soffitto era bianco e le pareti, anch’esse molto sobrie e palesi, tutto tranne il pavimento.


    Dove sono capitato? Anzi….Sono Vivo!!!!! Che cose m’interessa dove sono……adesso devo solo capire come raggiungere il maestro e poi potrò proseguire tutto..

    Ahia!!!

    Due uccelli gli stavano mordendo il gomito e lui se li tolse di botto, alzandosi di scatto agitando il gomito, ma ormai aveva già preso un bel pizzico. Notò due cose riguardo gli uccelli una volta alzatosi, poiché se la stanza sembrava non rivelare sorprese i comportamenti dei volatili erano alquanto strani. La maggior parte volava impazzito da una parete all’altra cercando disperatamente una via di fuga verso il cielo, nonostante la vetrata fosse rotta e questo bastava a dimostrare perfettamente la loro cecità. Tuttavia un piccolo gruppetto stava buono buono, ammucchiato dall’altra parte della stanza, come se li ci fosse qualcosa che li attirasse e al tempo stesso li tranquillizzasse. Il giovane prima di andare da quella parte provò a sgranchirsi e a capire quanti frammenti di vetro avesse ancora infilati nella sua pelle e mentre ne estraeva qualcuno, camminava per la stanza dirigendosi, proprio verso la vetrata che aveva sfondato. Guardò in basso per capire da cosa si era salvato, ma mentre lo faceva si teneva ben saldo con la mano sinistra a un appiglio e si girava in continuazione, impaurito all’idea di riprecipitare un'altra volta, spinto ancora dallo stesso stormo.

    Fiuuu….. grazie divina provvidenza…….insomma morire in quel modo mi avrebbe fatto arrabbiare, anche se non mi ricordo bene come sono morto la prima volta. A dire la verità mi sarei arrabbiato a morire in qualunque maniera……..basta morire no?

    Finalmente tornò a preoccuparsi della stanza in cui era cercando un uscita, ma non trovò nessuna porta, forse c’era qualche passaggio segreto, ma comunque doveva riuscire a trovarlo e quale miglior punto di partenza poteva esserci, se non quello nel quale gli uccelli sembravano ipnotizzati? Camminò lentamente verso di lor, ma era come un fantasma nessuno di lor e man mano si avvicinava faceva chiarezza sui dubbi che aveva.
    Quando arrivò proprio sopra gli uccelli si rese conto che ce n’erano tanti altri proprio sopra a delle custodie di legno. Senza pensarci fece un urlo e incominciò a sbraitare e a smanacciare per far disperdere i volatili, ma pur togliendosi da quei coperchi, rimasero tutti intorno a loro.
    Una volta tolte tutte quelle bestiacce finalmente riuscì a vedere anche un altro piccolo particolare. Un cordone rosso le teneva chiuse e adesso il ragazzo era molto tentato ad aprirle, poiché non vedendo alcuna porta nella stanza, magari pensava che dentro di essi si potesse nascondere una scalinata o un sottopassaggio, per uscire dalla torre.
    Solo che quella era sempre una missione con il suo pazzo Sensei e se avesse aperto la custodia sbagliata, magari avrebbe attivato un’altra trappola e con quella giornata, magari era meglio pensarci ancora un po’ su quale aprire.
     
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  5. Belfagor90
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    Una botola o una scalinata dietro delle custodie di legno? Mi viene da chiederti quanto sia grande la tua immagine di custodia standard... o.o
    Ad ogni modo, let's go!!


    Le mani tremanti di dubbio dello studente esitarono nel toccare la superficie lignea delle due custodie. Erano entrambe lunghe poco più di un metro e larghe una ventina di centimetri, ma sembravano di materiale pregiato e la lunga corda rossa che le chiudeva aveva un'aria ufficiale. Era davvero una scelta saggia toccarle?
    Le sue dita si avvicinarono al legno e sfiorandolo lo trovarono tiepido e morbido. Fu lì che qualcuno gli tirò un gran scapaccione da dietro e lo spedì a gambe all'aria. Qualcosa lo aveva colpito alla nuca con rapidità sorprendente, ma non era stato un colpo doloroso. Era più un "colpetto di rimprovero" dato con una certa veemenza.
    Ma quando il ragazzo si rialzò da terra, niente era cambiato nella stanza. Nulla a parte la sparizione di una delle due custodie e un biglietto che gli spuntava dal kimono da studente.

    Sei stato appena maledetto come punizione per aver toccato ciò che non è tuo. In quanto Shinigami non morirai, ma il tuo fisico s'indebolirà fino al punto di lasciarti in bilico tra la vita e la morte finché non sarai catturato e giudicato.
    Le mie sentite condoglianze.



    Maledetto? In bilico tra la vita e la morte se era uno Shinigami? Ma lui non era uno Shinigami, o almeno non ancora, cosa sarebbe successo se la maledizione avesse colpito qualcuno di più debole? Seguendo un ragionamento logico, sarebbe morto. A cosa avrebbe pensato Ilyan in una situazione del genere?
     
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    Il ragazzo si trovava in una situazione molto scomoda lontana dal suo maestro e dalla sua compagna, senza avere una via da seguire con solo due custodie di legno davanti.
    L’immaginazione era una delle sue carte migliori, lo dimostravano le sue scelte e il suo modo di ragionare, ma comunque adesso da fare c’era veramente ben poco e per quanto potesse essere scontato e banale nel suo cervello si materializzò solo un’idea.
    Quindi pian piano si avvicinò e lentamente mosse il suo braccio verso una delle due custodie, pronto a toccarle, pensando che magari avesse potuto rivelare un indizio o qualcosa che lo avrebbe aiutato. Il suo pensiero non pensava potesse avere ripercussioni pericolose o quantomeno dannose per la suo salute, in fondo le avrebbe toccate per poterle aprire, ma quando le sue dita sfiorarono il legno, successe una cosa inaspettata.
    Un colpo netto e veloce gli arrivò dritto alla nuca, ma non era violento, sembrava quasi come se lo avessero colpito, per sottolineare un errore o una cosa che non bisognava fare.


    Non l’ho nemmeno sentito arrivare….forse una trappola? No non è scattato nulla e nessuno mi è arrivato da dietro….un arma invisibile? No che cosa sto pensando

    Si rialzò da terra e ancora in stato confusionale notò che non c’era niente di strano nella stanza, era tutto come prima e non si era aperta nessuna porta. L’unica cosa che era cambiata era la custodia che aveva toccato, infatti era sparita. Un oggetto del tutto volatilizzato nel nulla, senza una spiegazione. In quella stanza non c’era una vera e propria entrata e quindi non c’era nemmeno un uscita e non era grandissima. Ilyan era solo eppure era bastato sfiorarla per essere colpito e farla sparire e non era riuscito nemmeno a togliere la corda, per vedere cosa ci fosse stato al suo interno.
    Improvvisamente una voce squillò nella stanza prendendo interamente l’attenzione del ragazzo.


    CITAZIONE
    Sei stato appena maledetto come punizione per aver toccato ciò che non è tuo. In quanto Shinigami non morirai, ma il tuo fisico s'indebolirà fino al punto di lasciarti in bilico tra la vita e la morte finché non sarai catturato e giudicato.
Le mie sentite condoglianze.

    Sensei….anche questa è una delle sue prove? La missione è gia iniziata? Sensei…..
    Dove sei? Fatti vedere? Esci allo scoperto, cosi ne riparliamo riguardo alla maledizione.


    L’aspirante Shinigami aveva reagito immediatamente a quella voce, rispondendo decisamente e quasi in maniera aggressiva, ma quel volto irascibile era dovuto solo all’inspiegabilità della situazione. Non sapeva dov’era e ci era finito dopo essere sopravvissuto a un incidente aereo. In più se aveva un certezza quella era il suo maestro e la missione perché era partito, perché non sarebbe dovuto essere opera sua? La cosa più ovvia di solito non viene scelta proprio perché era la più ovvia, ma ricevere una maledizione di morte perché si tocca una custodia, non rientrava nei pieni del ragazzo. Invece far credere di ricevere una maledizione al suo allievo già disperato e confuso era proprio nello stile del Senei.
    Pero il tempo passò e per quante volte urlò ad alta voce di aver capito il suo giochetto, lui non si rivelò mai e la stanza non aiutava, quindi arrivò l’unica cosa che la logica stava tentando di tenere lontano. La paura era proprio la sensazione che bisognava tenere alla larga, ma comunque quando la cosa resta inspiegata uno deve prendere una via e affrontare la situazione fino alla fine della faccenda; dove riuscirà a scoprire l’arcano oppure si renderà conto che la storia era vera.


    Bene stai calmo….magari è un codice o un gioco di parole. La voce potrebbe aiutarmi a uscire di qui……ripensaci e trova il vero messaggio. Allora il mio fisico si indebolirà a tal punto da essere catturato e giudicato…..fin qui è facile. Io sono bloccato qui e se pasa molto tempo mi indebolirò per la fame la sete ecce cc. Naturale non ci voleva cosi tanto. Quando sarò ridotto uno straccio si aprirà una porta ed entrerà il Sensei a dirmi che la prova è superata. Io devo resistere più tempo possibile perché la voce ha detto che uno Shinigami non sarebbe morto perciò se sopravvivo sarò degno del grado di Shinigami. Vai ho capito tutto…..ma siccome che sono stato già maledetto farò una cosa che renderà questa prova di sopravvivenza un po’ più divertente.

    Ilyan prese la rincorsa e si lanciò sull’altra custodia deciso ad afferrare la corda rossa in corsa cosi da mettere in difficoltà l’aggressore.

    Stavolta la prendo e la apro….in guardia!!!
     
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  7. Belfagor90
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    Non è una voce, è una LETTERA!! Dai, non farmi questi errori banali e non cadermi così nel metagame <.<



    Il ragazzo si gettò contro l'unica custodia rimasta, la mano tesa verso la corda rossa che la chiudeva. Per chissà quale strano ragionamento era convinto che aprendola si sarebbe salvato dal suo destino. Che conclusione strana... e sciocca. Quando le sue dita si strinsero attorno ai fasci di stoffa scarlatta, fu come se il suo corpo fosse colpito da una fiamma divorante. Le ossa dolevano come se fossero fatte di piombo fuso e il ragazzo non poté trattenere un urlo disumano mentre si divincolava per mollare la presa, ma queste si rifiutavano di mollare la presa e presto il braccio intero divenne incontrollabile. Confermando la sua fama di auto-lesionista, il ragazzo aveva attirato un'altra terribile punizione su di sé e il suo corpo cominciò presto a fumare anche se non era visibile alcuna fiamma e il dolore era estremo.
    Con un ultimo, alto grido, la coscienza del giovane Ilyan non poté che abbandonarlo e consegnarlo ad un baratro oscuro e profondo...


    Scrivi bene questo post e potrai accedere al regno interiore del tuo spirito. Fai attenzione però, questa volta sarò esigente quindi non farmi errori come quello di prima.
     
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    Scusami passami l’errore anche se era proprio evidente. Ti chiedo scusa, sarà stata l’ora tarda della notte. Grazie di avermelo fatto presento.


    Il gesto di un ragazzo che vuole smettere di credere fino all’ultimo secondo. Il gesto che dimostra la fervida forza della convinzione nelle proprie possibilità e lancia un dado contro il rigetto delle credenze. Un lancio che sarebbe dovuto essere fortunato, oppure si sarebbe dimostrato come un'altra scala verso l’inferno. Lui che era pronto a lasciar perdere i suoi ragionamenti e la sua situazione, per una nuova via dettata solo dall’istinto.
    Egli corse verso quella corda senza indugio, pronto a sorridere in faccia alla sua maledizione. Un piccolo messaggio lo aveva messo davanti a un bivio e lui, nel suo mal di testa, era stato capace solo di lanciarsi contro un’altra possibile disgrazia.
    Questo per certi versi era da apprezzare in fondo era già morto e la sua scelta lo avrebbe fortificato oppure lo avrebbe ucciso definitivamente.
    L’attimo fuggente tanto atteso stava per arrivare e lo accolse con il sorriso, senza sapere se quello sarebbe stato l’ultimo o il primo di una lunga serie. Infine arrivò la stretta forte e decisa proprio sulla corda che fino a quel momento sembrava un impedimento per la liberta. Una corda rossa come una catena in fiamme, forse la similitudine poteva sembrare esatta, ma mai avrebbe immaginato che alla fine sarebbe diventata la pura realtà.

    Una fiamma divoratrice incominciò a bruciare il suo corpo e lui lasciò partire un urlo disumano. Il dolore era impossibile e non riusciva a capire che cosa stesse succedendo.
    Quella era solo una stupida corda e non si vedeva una minima fiamma intorno a lui, ma l’unica sensazione che continuava a sentire, era quella di bruciare vivo. Un fuoco senza limite che gli stava torcendo l’anima dritta nelle viscere più oscure.
    Egli continuava a contorcersi a terra e stava provano a mollare la presa su quella punizione infernale, ma ben presto anche il braccio, apparve incontrollabile alla sua mente come se fosse distaccato dal cervello. Il nulla lo stava deridendo e la mancanza di riferimenti, lo lasciava a l’unica cosa che avesse un qualcosa di reale. Il dolore era la cosa più vera che avesse mai conosciuto e lo stava accompagnando per tutto il suo tragico tentativo di evasione.
    Peccato che la possibilità di fuggire era totalmente lontana dal possibile, anzi la vera speranza era quella di svenire in preda al dolore, cosi da smettere di esserne vittima e abbandonarsi al dolce sonno dell’incoscienza. Infine arrivò anche l’ultimo segnale di verità.
    Il suo corpo incominciò a fumare, senza avere una minima traccia di fuoco, lui stava bruciando. Tuttavia non c’era una spiegazione razionale, il biglietto aveva ragione, la maledizione esisteva e la sua stupida presunzione ne era la prova.


    Restare qui……adesso……. perché? Non posso uscire……ma anche se uscissi…..morirei…..sto bruciando!!!! Finirò qui e adesso……no…..io volevo ricordare e capire chi ero……chi ero……chi sono diventato….ti prego………ancora no!!!

    Un altro grido lo accompagno nel sonno che sembrava eterno. Il pensiero, la parola e la sofferenza lo lasciarono li a terra ancora fumante con quella maledetta corda stretta nella mano. La sua speranza era stata esaudita, anche se oramai assomiglia deisamente alla via peggiore. Il buio e nient’altro intorno a lui; c’era solamente il buio.
     
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  9. Belfagor90
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    Hai il mio benestare. Il tuo pg entra nel mondo interiore e quindi puoi descriverlo liberamente.
    Una volta che avrai finito, interpreterò lo spirito che mi hai descritto. E ricorda bene: in questa ruolata sarà da trattarsi come un mio png sul quale non hai il minimo controllo, poi potrai usarlo come meglio preferisci.
     
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    Buio e nulla, senza avere altri segnali di concretezza, solo il nero dell’essenza e dell’incoscienza. Tutto quello a che cosa avrebbe portato? Quello era l’oltre tomba oppure era la linea di stallo prima di morire definitivamente. Forse adesso avrebbe potuto incominciare a vedere tutta la sua vita in un istante prima di abbandonare quella dimensione definitivamente. Invece oltre al buio e al nulla, arrivò il vento; in una quantità spaventosa e una potenza senza equali, sembrava di stare all’interno di una tromba d’aria e perché quella sensazione di libertà.
    Il ragazzo senza rendersene conto aprì gli occhi e finalmente incominciò a vedere una miriade d’immagini. Figure che non riusciva a decifrare per colpa di tutto quel vento e del suo stato completamente confusionale, ma il tempo giocava dalla sua parte. Perciò scorse liberamente e indisturbato, fino a che la vista non si abituò all’immagine di tutte quelle figure e del nuovo mondo in cui era finito.


    Che cos’è? Dove sono finito? Dov’è la corda rossa……e le fiamme……..il fumo…..come sono arrivato su questo viale alberato e questo vento……ma…..non ci credo

    Un bellissimo viale alberato lunghissimo e completamente fiorito, incorniciava una strada completamente dritta, non c’era una fine e non c’era un orizzonte. Nessuna deviazione o curva o cartello stradale; solo migliaia di alberi altissimi che lasciavano intravedere qualche sprazzo di sole sulla strada. Addirittura non si riusciva nemmeno a vedere la fine degli alberi e sembrava che fossero completamente senza alberi, come sui disegni dei bambini.
    Ogni albero aveva la sua folta chioma rossa e verde, molto compatta e bella da vedere come il look di una capigliatura anni settanta. L’unica differenza si poteva vedere nel tragitto che si faceva imperterrito, poiché tutti gli alberi perdevano foglie in continuazione, senza mai lasciare un buco nel suo manto.
    Una continua pioggia di petali, per la maggior parte erano rossi e i restanti si tingevano di verde foglia. Comunque dopo aver fatto chiarezza sul paesaggio che aveva intorno restava una costante che non riusciva a cessare.

    Sul suo viso e sul suo corpo solo un elemento continuava ad attanagliarlo con questo fastidio perpetuo. Il vento la faceva da padrone e per quanto adesso vedesse con chiarezza non riusciva a spiegarsi perché c’era bisogno di tutta quella corrente.
    Infine decise di guardare nell’unico punto in cui non aveva mai nemmeno sbirciato, forte del suo movimento continuo, pur non muovendo le gambe.
    La soluzione al suo enigma si stanziò dinanzi ai suoi occhi limpida e lampante.
    L’aspirante Shinigami guardò verso il basso, comprese e incominciò ad andare fuori di testa.
    Un movimento perpetuo in avanti, senza muovere le gambe? Stavolta avrebbe potuto trattarsi di volo, invece era semplicemente seduto su una motocicletta.
    Lui non l’aveva notata e non si era nemmeno reso conto di essere stato seduto per tutta la durata del tempo e quando finalmente la vide, capì che quello scenario si dimostrava ancora più strano.

    Una moto che si guidava da sola su una strada sempre dritta, in un mondo parallelo difficilmente riconducibile alla realtà.
    La rabbia risalì il sistema nervoso e andò a bussare al cervello del suo giovane amico che gli fece vedere com’erano andate le cose e capì tutto.
    Una strada infinita, percorsa a bordo di una moto che procedeva da sola, sempre dritta pur non essendo guidata. Le marce si cambiavano da sole l’andamento non sembrava modificarsi, si manteneva anche la stessa velocità.


    Qualunque sia la missione del maestro, stavolta non starò fermò a farmi controllare…… tanto per cominciare guiderò io.

    Ilyan mise le mani sul volante, per provare a cambiare direzione, ma non appena lo toccò la moto schizzò come impazzita e si diresse dritta contro uno dei tanti alberi che incorniciavano la strada. La moto ci si schiantò completamente e il ragazzo venne catapultato addosso al tronco dell’albero. Tutta la pioggia di foglie che cadeva, si concentrò sulla testa dell’aspirante Shinigami sommergendolo tra il rosso e il verde e quando riuscì a rimettere il naso fuori da quel cumolo di verde che lo aveva sotterrato notò subito due cose.
    Quel mondo non era affatto cambiato, gli alberi avevano ripreso a perde le foglie lentamente creando la stessa atmosfera e la moto era a terra, ma non si era spente e le ruote continuavano a girare.
    Senza contare che la brezza che aveva in faccia quando era in moto, non era sparita e si era mantenuta nell'aria, come se fosse ancora a bordo del veicolo.


    Che cos’è questa dimensione……Sensei!!!!!
     
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  11. Belfagor90
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    Uhmmm, che mondo interiore interessante, mi piace!! Lo spirito è "leggermente" diverso dal contesto, ma è una piacevole novità ^^
    Potrei pure soprassedere sul fatto che Ilyan sappia cos'è una moto... ricordati che non ci si ricorda praticamente NULLA della propria vita sulla terra.



    In quel mondo dove tutto era in costante movimento e al tempo stesso non vi era mai nessun cambiamento, Ilyan si sentiva perduto. Ciò che i suoi occhi vedevano e ciò che la sua pelle sentiva non era la stessa cosa che il suo cervello desiderava e questo lo confondeva. Perché sentiva sempre il solito vento se non era più sulla moto? Perché La realtà era tanto poco realistica?

    -Ihihihih, Onii-chan ha fatto "bum" contro l'albero.-



    E di chi era quella vocetta infantile e maliziosa che lo aveva appena preso in giro? Lo studente alzò lo sguardo verso la fonte del suono, ma si trovava sopra l'albero e non riusciva a vedere attraverso le fronde di quella pianta stilizzata. Così fece qualche passo indietro e lì LA vide. Una bambinetta vestita di nero, con piccole alucce nere sulla schiena e corti capelli bianchi che lo guardava sogghignando.

    -Dì, Onii-chan, sei tu il mio Shinigami?-




    N.d.A. Onii-chan (jap)= "fratello", inteso anche per indicare una relazione stretta tra ragazzini
     
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    I Leoni Stanno Allo Zoo Ma I Leonetti No

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    Il costante movimento che lo circondava rendeva tutto un po’ confuso e astratto, senza contare quel maledetto vento che non voleva sparire.
    Il veicolo che ancora andava e lui a terra senza un punto di riferimento, senza una via precisa da seguire vista l’unica direzione che gli si poneva davanti. Tutto questo poteva condurre solo a un individuo, il suo maestro pazzo ed egocentrico, pero per un primo momento cercò ancora di restare calmo, senza lasciarsi andare alla foga della disperazione.
    Il tempo passava, lasciando il clima e il paesaggio totalmente immacolati, mentre nella sua mente incominciavano a crearsi crepe oscure che lo stavano gettando nell’oblio dello sconforto. Non c’era più niente da fare ogni tentativo era stato vano.
    Prima aveva provato ad alzarsi e a percorrere la strada a piedi, ma sembrava addirittura di non riuscire a sorpassare la carcassa della moto, che giaceva ancora a terra in prossimità di quell’albero. Poi tentò d risalire la china scalando gli alberi, ma qualunque appiglio trovasse, non lo portava cosi in alto da toccare le foglie. Tutto illeso ai suoi sforzi, oramai doveva sfogarsi con qualcuno. In quel momento il suo pensiero aveva due soggetti con il quale prendersela; la moto oppure con il cielo. Il veicolo scelse di non toccarlo, poiché semmai avesse svelato l’enigma, ci sarebbe salito nuovamente in sella, per tornare indietro e ritrovare la via di casa. Quindi tutto portava a strepitare in maniera maniacale contro il cielo. Contò fino a tre e poi prese un gran respiro pronto a urlare a pieni polmoni, quando tutto l’entusiasmo fu interrotto da una voce.


    -Ihihihih, Onii-chan ha fatto "bum" contro l'albero.-

    Non ci posso credere il Sensei sta impersonando una bambina per divertirsi? Non gli basta tutta questa messinscena?

    Si tenne dentro quell’urlo liberatorio che si era prestabilito e cercò di alzare lo sguardo per guardare il volto di quel suono. Anche se in cuor suo aveva solo la convinzione di un travestimento ancora più spaventoso da parte del suo insegnante pazzoide.
    Nonostante avesse alzato lo sguardo, la figura restava coperto dal manto erboso degli alberi cosi incominciò a fare diversi passi all’indietro, per cercare di scorgere la vera identità della voce. Prima un passo lento e poi man mano sempre più veloce, fino a che non la vide.
    Stavolta la sua convinzione fu tradita e lasciò campo libero allo stupore. Tutto il suo corpo rimase in fermento, mentre guardava stupito quella bambinetta, che sghignazzava tra se e se.
    Una specie di angioletto nero che a prima vista esprimeva dolcezza e debolezza. Lei sembrava cosi indifesa e cosi piccola che lo riempì di tenerezza, eppure non riusciva ancora a muoversi come se il suo cuore fosse attanagliato da una catena; fino a che il silenziò si ruppe, lasciandosi andare ancora nel suono della sua voce.


    -Dì, Onii-chan, sei tu il mio Shinigami?-

    Una semplice frase per aprire un mondo infinito di possibilità. Un mondo pieno di paure e perplessità. Un mondo interiore che non conosceva e subito incominciarono a prendere vita delle logiche che prima sembravano impensabili. Quello quindi sarebbe stato il suo mondo interiore? Non era un test creato apposta per destare i suoi nervi? Non riusciva ancora a spiccicare parola, ma comunque continuava a fissarla e continuava a tenere lo sguardo sul suo volto mingherlino e sulle sue alucce nere.

    Una ragazzina…….il suo Shinigami? Io……lei…..sarebbe il mio potere….

    Di colpo si ricordò tutte le prove a cui era stato sottoposto e non potè far finta di dimenticare tutta quell’oscurità che continuava a tornargli in mente. In quell’istante non faceva altro che chiedersi dov’era finita e se comunque fosse rimasta, in cosa si sarebbe trasformata?
    Quel mondo cosi come gli appariva, non c’entrava nulla con i sogni precedenti e lei, che cosa c’entrava in quel viale alberato? In più c’era il veicolo che lo metteva ancora più in dubbio, forse stava a significare il continuo viaggio che stava compiendo la sua anima oppure poteva essere l’unica via per evadere da quella dimensione. Il suo biglietto per tornare nel mondo dei vivi. La troppa confusione, lo lasciò in balia dell’oblio e in un attimo aveva già le mani intorno ai capelli, forse stavolta era veramente pronto ad urlare. Prese ancora una volta un gran sospiro e poi ebbe l’illuminazione finale.
    Finalmente arrivò nella sua testa la domanda giusta. L’unica cosa che gli importava.
    La guardò e disse solo questa frase.


    In fondo al mio cuore ho trovato sempre il buio e poi esci tu…..chi sei? Dimmi la verità tu sei il male dentro di me…..sei la mia sete di vendetta? Devo saperlo…..perchè…. anche se non ti conosco……..sento…..sento…..di essere legato a te e di volerti bene…….come se fossi stata mia dal primo dei miei giorni……ti prego aiutami!!!
    Chi sono dimmelo tu......per favore....se sono il tuo padrone....cosi come sento nel profondo.......dimmi chi sono!!!
     
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  13. Belfagor90
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    La bimbetta strabuzzò gli occhi. Come al solito quel ragazzo riusciva ad essere imprevedibile: in tutta onestà, quante persone conoscete che, incontrando uno spirito stile gothic lolita, le chiederebbero se è la propria vendetta o lato oscuro personificato? Scommetto che le contereste sulle dita di una persona monca di nove dita perché uno era per l'appunto Ilyan Light!

    -Onii-chan, non sei proprio un gentiluomo! Quando ci si presenta ad una signorina, è bene che il maschietto dica per primo il suo nome e asserisca che è incantato dalla sua bellezza, non certo con simili discorsi.-



    Lo stava proprio rimproverando per bene, con tanto di sottile ditino supponente che si agitava nella sua direzione. Fuori era l'immagine dell'innocenza fanciullesca, ma dentro di sè, in un mondo oscuro a malapena visibile attraverso gli occhi cremisi, un'idea malvagia prendeva forma.

    -Però in fondo non sei tanto lontano dalla verità: io sono la manifestazione della tua esistenza che ha deciso di aiutarti diventando lo Spirito della tua Zampakutou. Il mio nome è ******* e sono qui per dirti che ciò che sei è come ti appaio: infantile e tutt'altro che minacciosa.-



    Quando la piccola si era presentata, nel momento in cui le orecchie di Ilyan avrebbero dovuto sentire il suo nome, un suono come di radio disturbata aveva distratto le sue orecchie impedendogli di capire quell'unico dettaglio. Ma non poteva farci niente. Non era pronto, non ancora.
    La bambinetta si portò le dita delle mani sulle labbra rosee con gesto vezzoso prima di parlare ancora con voce zuccherosa.

    -Ne~Ne~, onii-chan~! Io sono la tua Zampakutou, sono il tuo potere, dimmi un po'... per cosa mi useresti?-

     
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    Le parole che tirò fuori, uscirono direttamente dal suo animo che stavolta trasmise tutto il timore che si era tenuto dentro. Una linea sottile che lentamente, con il tempo aveva cercato di nascondere e sopprimere, invece quella volta gli bastò un semplice sguardo, per rendersi conto che le sue labbra si erano mosse da sole.
    Perché tutta quella valanga di domande e d’informazioni era uscita in quel momento?
    Lui stava per scoprire la vera natura della sua Zampakutou e senza indugiò continuò a vagare sul suo nome, sulla sua nuova esistenza e infine sul suo scopo reale. Perché doveva andare a caccia di se stesso? Perché non lasciarsi trasportare dall’energia della sua lama, senza dare vita a troppi interrogativi che delimitano i margini di un mondo che già appare infinito nella sua mente.
    Purtroppo per lui l’unica domanda che gli apparve rilevante fu concentrarsi su chi fosse lui piuttosto che sapere il nome dello spirito e lei lo rimproverò subito dopo , proprio come una bambina offesa nell’orgoglio.


    -Onii-chan, non sei proprio un gentiluomo! Quando ci si presenta ad una signorina, è bene che il maschietto dica per primo il suo nome e asserisca che è incantato dalla sua bellezza, non certo con simili discorsi.-

    Quelle parole all’inizio sembravano delle semplici lettere che fuoriuscivano dalla bocca di una bimbetta dolce che con le sue alucce nere, ci teneva a precisare le buone maniere.
    Infatti anche quel ditino incriminatore contro il comportamento del ragazzo, continuava a dare un bagliore di dolcezza e innocenza nei suoi occhi.
    Lei sotto lo sguardo di Ilyan continuava a rappresentare una persona cara, che aveva perso nella vita precedente e adesso era tornata per accompagnarlo nella sua nuova esistenza.
    Tuttavia le convinzioni e le leggi sono fatte per essere infrante, perciò come dice la regola, anche stavolta si stravolse il tutto, non appena si concentrò all’interno delle sue pupille.
    Nel colore cremisi dei suoi occhi si nascondeva lo stesso buio che aveva sognato e questo bastò per fargli gelare il sangue. Ora riusciva a malapena a respirare e ancora una volta rimase immobile ad ascoltare le parole della ragazzina.


    -Però in fondo non sei tanto lontano dalla verità: io sono la manifestazione della tua esistenza che ha deciso di aiutarti diventando lo Spirito della tua Zampakutou. Il mio nome è ******* e sono qui per dirti che ciò che sei è come ti appaio: infantile e tutt'altro che minacciosa.-

    No non ci credo……non ho sentito il suo nome….non sono ancora pronto!!! Certo è normale io non sono ancora pronto per dominare quel potere!!!

    Lei continuava a guardarlo forse per notare le sue reazioni e capire che tipo fosse.
    Ilyan d’altro canto era perso in se stesso e vedeva solo due immagini continue nella sua testa.
    La prima erano le continue allucinazioni che aveva avuto durante le missioni con il Sensei e la seconda era a paura di scoprire quel potere per poi esserne soggiogato o corrotto.


    Io sono Ilyan Light……..deceduto e risorto…..come…..come …….uno Shinigami…….io sono il tuo…..io sono il tuo pa…

    La voce dello spirito tornò a farsi sentire dopo aver portato le dita della sua mano proprio sulle labbra, cosi da attirare l’attenzione del suo futuro Shinigami e farlo rendere conto della situazione in cui era finito.

    -Ne~Ne~, onii-chan~! Io sono la tua Zampakutou, sono il tuo potere, dimmi un po'... per cosa mi useresti?-

    Di colpo al suono di quella voce, balzò all’improvviso, come se si fosse svegliato di soprassalto e concluse la frase che aveva ridondante nella testa.

    Padrone!!! Si….ora ho capito!!!Sciavo e padrone….la stessa medaglia!!!

    Cosi senza un nesso logico pronunciò queste parole ad alta voce per poi fissare meglio la ragazzina che stava tenendo un atteggiamento molto strano.
    Lei che era cosi erotica e cosi bella da vedere, che non ci si poteva avvicinare per via del suo reale comportamento bambinesco. Lei era la perfetta fusione dei contrari e degli opposti, in pratica sarebbe stata il bianco e il nero, sposati per sempre.
    Negli occhi dell’aspirante Shiniami si formò una strana luce di commozione, sembrava come se stesse guardando il desiderio di una vita.


    Tu….Tu….sei bellissima…..sei affascinante sei deliziosa e sei cosi inconsciamente letale…..penso di amarti……penso di farlo da sempre…..con te capirò chi sono a qualunque costo senza malizia e senza problemi…..è vero? Sarà cosi?
    Dimmelo io ti userò sempre per tornare indietro lungo la mia coscienza anche se sarà sporca di sngue……anzi anche se dovremo gettarne dell’altro vero? Questo sono io….questa sei tu….. questi siamo noi…..Vieni a fare questo viaggio?
    Mi accompagneresti con le tue labbra e le tue ali verso il mio destino.....o forse dovrei dire monta in sella ?
     
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  15. Belfagor90
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    L'angioletto dalle piume nere non poté che sorridere davanti all'innata capacità del ragazzo di stupire chi lo ascoltava. Erano discorsi da folle e da ingenuo, ma pieni di passione giovanile che lei avrebbe potuto usare a mutuo vantaggio. Uno Shinigami serio e composto sarebbe stato eccellente materiale da corrompere, ma quel ragazzo era una sfida diversa: era come una pallina di gomma impazzita. La bimba si passò la lingua sulle labbra pensando alle potenzialità che quel ragazzino albergava: il caos che avrebbe potuto portare, il sangue che avrebbe potuto versare!

    -Mi ami, Onii-chan? Rendi ******* così felice!-



    La piccina saltò giù dall'albero e planò leggiadramente fino a trovarsi davanti al giovane studente. Cominciò a guardarlo con occhi di fiamme mentre prendeva ad accarezzargli il petto con le piccole mani bianche.

    -Desideri il mio corpo, Onii-chan? Puoi avermi, se vuoi. Io sono la tua schiava, puoi fare di me quello che vuoi. Vuoi il mio potere? Vuoi la mia carne? Basta che lo dici e io te lo darò. Quello che voglio per me è una sola piccola cosa: la tua coscienza di uomo. Abbandona i freni che bloccano la tua anima e saremo uniti per sempre. Insieme lastricheremo la strada ai tuoi piedi del sangue di chi ci si opporrà.-



    Le ali sulla sua schiena crebbero avvolgendo il suo corpo gracile e sottile a quello del giovane, in un abbraccio lussurioso e pieno di desiderio, ma gli occhi scarlatti della piccola non mollarono mai quelli di Ilyan, ammagliandolo, stregandolo.

    -Una sola parola, Onii-chan, e io sarò tua... -

     
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