Classe L [III]

Controllo del Corpo Lv. 2

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    Troverai per l'ennesima volta - a dimostrazione della scarsa fantasia ed inventiva dell'albino - la solita missiva vergata dalla bianca grafia di quest'ultimo, come al solito incomprensibile e confusionaria, seppur corretta. Sebbene esteticamente il foglietto nero apparirà pressoché identico ai due precedentementi ricevuti, l'unica cosa che ne accomunerà il contenuto sarà la mancanza d'una sigla o d'un qualsivoglia genere di firma. Il messaggio, breve e coinciso come al solito, reciterà le seguenti:
    CITAZIONE
    Presentati nell'arena esterna numero 1 alle ore nove; eventuali ritardi non saranno tollerati.

    Al tuo arrivo non ti ritroverai in compagnia del sensei, non ancora arrivato, tuttavia noterai - posta al centro dell'arena - una misteriosa forma rettangolare d'imponenti dimensioni, completamente coperta da un telone nero dal quale trapelavano solamente rumori grotteschi e, a causa della loro natura, alquanto preoccupanti.
     
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    otawarafunnuraba

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    Caz** Kuro! Vuoi farmi imbestialire per caso? Ti ho detto che ho pulito tutto, bagno compreso! Perchè dovrei restare ancora dentro casa se ho già svolto anche le varie mansioni, la spesa fra le altre? Ho detto no, e quindi è no! O santo cielo; guarda taglio ora il discorso sennò finisce male per entrambi. Sarò di rientro sul tardi e nulla mi impedirà di uscire oggi; non sono mica uno schiavo! Tu fai un favore a me e io lo faccio a te. Ciao e buona giornata signor Kuro Aspetta Ota non ho ancora finito con t--. Sbam!. Un sordo rumore di porta mise il punto alla discussione -più battibecco- fra i due individui. La giornata non era cominciata nel migliore dei modi per il ragazzo, che quella mattina si alzò, svolse tutto ciò che gli era stato detto dal vecchio burbero e pulì tutte le stanze della casa in cui era ospitato; ma per qualche strano motivo quella mattina Kuro era di pessimo umore e si comportava come un bambino, facendo i capricci per qualcosa che non si poteva capire quale fosse. Niente da fare! E' proprio vero; un adulto quando diviene vecchio ritorna allo stesso tempo un bambino! Pensava fra sè e sè il ragazzo mentre camminava per le strette vie del rukongai in cerca di novità, varietà o qualsiasi altra cosa potesse fargli passare del tempo in maniera sana e giusta invece di stare in casa ad urlare contro un maledetto vecchio. Passò un paio d'ore a camminare spensierato per quelle strade che ormai non gli davano nessuno stimolo; uscì di casa verso le 6:30 del mattino, per ritornare verso le 8: 10 in casa. Ancora dispiaciuto per quanto successo all'inizio della giornata, andò nella camera di Kuro per salutarlo e per scusarsi - anche se non fosse stato lui a doversi scusare ma il burbero - e una volta bussato e entrato nella stanza, lo vide seduto sulla poltroncina accanto al largo letto, con un foglio di carta in mano strappato ( si poteva vedere da lontano che il foglio di carta era di colore nero) Ehm scusami Kuro per quanto s---- Sta un po zitto gigante dei miei stivali. Poco dopo che sei uscito da casa è arrivata un'altra lettera identica a quelle precedenti; Mi son ripreso la briga di leggerla e senza farci caso l'ho strappata; Il contenuto della lettera, non firmata, diceva chiaramente che ti devi presentare alle ore 9 nell'arena esterna n. 1 e che il ritardo non sarà tollerato Scusami tanto Kuro, ma non potevi aspettare il mio ritorno per leggerla? Ti sembra modo di fare questo? Volevo farti un torto stupido ragazzino poco cresciuto, ma con le cose del Seiretei non si scherza. Comunque va a prepararti sennò farai tardi! Ma come, ti sto facendo una lavata di capo e tu rispondi così! male---- non fece in tempo a finire la frase che il vecchio si alzò dalla sua poltroncina e ,andando verso la porta, chiuse quest'ultima in faccia al gigante con vigore. In un primo momento il ragazzo rimase spiazzato dal gesto del vecchio, ma successivamente ci fece una risatina sopra. Guardò l'orario e notò che erano le 8:15 Dannazione devo fare in fretta sennò arrivo in ritardo! Non so mancò dove sia questo campo esterno n.1! Pensò il ragazzo prima di andarsi a dare una sciacquata e indossare la divisa di accademia. Uscì di casa 15 minuti dopo e, dopo aver salutato velocemente lo scorbutico Kuro, cominciò a correre in direzione dell'accademia. Una volta li, ammirò per l'ennesima volta lo splendido edificio, per poi entrare nella struttura, superare la stanza che per due volte fu suo campo di addestramento e giungere in un incrocio di corridoi che indicavano, rispettivamente, a destra arena 1, a sinistra arena 2, dritto bagni: Non è stato poi così difficile ehehehe. Imboccò la strada di destra, la percorse tutta e sboccò in un campo all'esterno dell'accademia. Grande spazio di prato verde e tenuto in buono stato; qualche albero di grandi fattezze e robustezza, posti in varie zone del campo. Ma una cosa spaventava il giovane Otawara che, accortosi di essere solo in quel posto senza sensei, notò al centro del campo una struttura rettangolare di immani dimensioni e coperta da un telone nero pece dal qualche fuoriuscivano rumori innaturali, grotteschi, oscuri e che intimorivano Che cavolo c'è la sotto! Questa è sicuramente opera di quel maledetto albino! Maledetto Akuma; qua c'è il suo tocco personale. Il gigante non aveva il coraggio di avvicinarsi a quella struttura dall'apparenza diabolica, e quindi aspettando qualcuno o qualcosa, rimase li a fissare quella cosa scrutando ogni suo minimo particolare. Erano le ore 9.

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    Attenzione, l'arena ove ti trovi adesso è completamente vuota, una spoglia distesa priva della maggior parte degli ostacoli possibili, dunque ottima per l'allenamento.
    Noto i soliti errori di punteggiatura, e questa frase a mio avviso non è molto sensata:
    CITAZIONE
    [..] facendo i capricci per qualcosa che non si poteva capire quale fosse.

    Per il resto è un buon post.


    Narrato
    Parlato

    Sebbene tutto indicasse che il giovane albino non fosse arrivato, questi sbucò da dietro il telone, stupendo l'ignaro ragazzo ed avvicinandosi sempre più a lui, distanziandosi conseguentemente sempre più dalla misteriosa forma che occupava il centro di quell'arena spoglia. “Oh, vedo che sei riuscito ad arrivare senza perderti, e soprattutto in orario. Ti faccio i miei complimenti, per uno con un livello intellettivo tanto scarso non è affatto facile riuscire in un'impresa del genere.” Disse, con fare beffardo, mentre squadrava il giovane girandogli intorno. “Orbene, come suppongo - e spero - avrai notato, non siamo nel dojo a fare i soliti, ed a mio avviso oltremodo banali, allenamenti dove sì, il rischio di farsi male è presente, ma in minima parte. Oggi ho pensato a qualcosa di più stimolante atto a farmi comprendere quanto puoi durare in un vero scontro, privo di limitazioni e misure di sicurezza. Al riguardo di ciò,” ghignò nuovamente, tornando vicino all'imponente forma ed afferrando elegantemente il telo con la mancina, “non v'è ombra di dubbio che tu ti stia interpellando su cosa si celi sotto a questo misterioso telo, così come sicuramente ti starai domandando cosa produce tali osceni rumori. Seppur sia alquanto semplice, pare che tu non ci sia arrivato,” disse, sfilando via il telo rapidamente e rivelando di conseguenza un'enorme gabbia arrugginita contente un Hollow d'imponente stazza, “questa è la risposta a entrambi i tuoi banali quesiti.” S'abbandonò, come ormai soleva fare in quasi ogni lezione, ad una sadica risata, vedendo quel gigantesco Hollow sbraitare e percuotere ripetutamente la gabbia nel vano tentativo di uscire. Non si sarebbe rotta così facilmente, anche se il mostro sarebbe tuttavia uscito ugualmente per altri motivi. Questi si presentava come un'enorme ed indubbiamente possente creatura; il corpo era apparentemente alquanto resistente e temprato, mentre il volto era ormai stato rimpiazzato dalla peculiare maschera comune ad ogni Hollow d'infimo livello, munita d'occhi e d'un paio di fauci alquanto intimidatorie, nelle quali non sarebbe stato certo piacevole finire. Era totalmente bianco, e presentava, all'altezza dello stomaco, il tipico buco che ogni Hollow possedeva. Una lunga ed indubbiamente insidiosa coda totalmente fatta di materiale osseo adornava infine il corpo della creatura, rendendola apparentemente più agile di quanto realmente non fosse. Considerando la stazza, difficilmente avrebbe rivelato possedere una velocità che potesse mettere in difficoltà il giovane studente, tuttavia il vero problema di quell'Hollow stava nella potenza offensiva, giacché, oltre alla coda, poteva vantare un paio di poderose braccia ed anche degli affilati e tutt'altro che fragili artigli - anch'essi probabilmente fatti del medesimo materiale della coda - alla fine d'ogni dito, che si sarebbero rivelati indubbiamente problematici. Tutto ciò non intaccava minimamente Haine; lui non avrebbe avuto alcuna difficoltà nell'abbattere una creatura del genere, invero avrebbe potuto farlo anche ad occhi chiusi. Una volta recuperata l'iniziale compostezza, si rivolse al giovane. “E' bene ch'io spieghi le modalità in cui si svolgerà tale allenamento. Come avrai già intuito, almeno spero, dovrai combattere contro questo coso qui. E' imperativo che tu impari le basi del combattimento, e ritengo che non vi sia modo migliore della pratica per farlo. Nulla è meglio dello sperimentare dolore e sofferenza sulla tua stessa pelle; oltre a deliziarmi, ti permette d'imparare rapidamente - seppur a costo della tua incolumità - lasciandoti sempre almeno una vaga parvenza di miglioramento. Nella maggioranza dei casi è così, ma tu potresti benissimo fare eccezione, per quanto mi concerne. Non puoi vantare di certo abilità grandiose, ergo non credo nemmeno che riuscirai a sopravvivere. Inoltre non pensare ch'io abbia l'obbligo d'intervenire ogni qualvolta tu ti trovi in difficoltà durante lo scontro, giacché non sono affatto tenuto a farlo, e non lo farò. A meno che tu non voglia venir ridotto in fin di vita - ergo morente e privo d'alcuna possibilità di sopravvivenza - per costringermi ad intervenire, non contare sul mio aiuto. Lì,” disse, indicandogli una katana d'acciaio alquanto comune posta per terra, “troverai l'unica arma che ti sarà concesso d'utilizzare durante tale scontro.” Ghignò, alquanto emozionato da tale evento che indubbiamente non l'avrebbe lasciato insoddisfatto. In un allenamento del genere era impossibile per un novellino non farsi male, dunque affermare che si sarebbe certamente ferito cagionando conseguentemente un puro e sincero sentimento di gioia e delizia nell'albino non era affatto errato. “Ti ho comunicato tutto ciò che è necessario che tu sappia, dunque, senza tergiversare ulteriormente, do ufficialmente inizio all'allenamento.” E con ciò aprì la gabbia, precedentemente sigillata da diversi lucchetti alquanto atipici, probabilmente creati dalla Dodicesima Brigata, liberando quindi l'Hollow, che - ignorando la figura dell'albino, ormai volatilizzatosi su un albero adiacente all'infuori dell'arena per monitorare lo scontro senza venir coinvolto - si scaglierà immediatamente sul giovane, continuando nel mentre ad emettere versi incomprensibili e di dubbio gusto e privandolo conseguentemente del tempo materiale necessario per raccogliere l'arma.
    La curiosità sul modo in cui il suo studente avrebbe reagito a quell'improvviso attacco attanagliava l'albino, ormai portatosi a distanza di sicurezza, tanto da lasciarsi scappare una tetra risata, che echeggiò in tutta l'arena.

    Edited by Arãshi - 24/7/2013, 00:37
     
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    otawarafunnuraba

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    Il tempo scorreva e del maestro ancora nessuna traccia; ciò faceva alterare il giovane ragazzo che era ancora davanti a quell' imponente struttura coperta da un telone nero a pensare: Ma cosa diamine ci sarà là dentro? Cosa sono questi rumori? La cosa mi puzza un pochino. Mentre era immerso nei suoi pensieri, ecco che da sotto il telone cominciò ad apparire qualcosa; una mano che, afferrando il telo nero, lo sollevò per mostrare la persona celata dietro una piccola parte di quella struttura ignota; carnagione chiara, statura slanciata e capelli bianchi: Ci risiamo. Ecco di nuovo il maledetto, disse Ota a bassa voce per non farsi sentire dal sensei che adesso si avvicinava al gigante complimentandosi - con aria di presa in giro - per l'orario. Salve Akum- ...ehm volevo dire sensei! Questo non lo degnò neanche di un saluto, anzi non perse l'occasione di annunciare al giovane allievo il prossimo allenamento che si sarebbe apprestato a svolgere; l'albino fece anche notare al ragazzo l'ambiente in cui si sarebbe svolta la prossima prova: una distesa priva della maggior parte degli ostacoli possibili, dove ci si poteva allenare nel migliore dei modi, e a proposito di ciò il tetro tizio, con il suo solito ghigno sadico, si riavvicinò al telone nero e rivelò la cosa nascosta da quest'ultimo: Ca*** un Hollow!. Il ragazzo , inizialmente spaventato, cominciò a scrutare ogni singolo dettaglio della mostruosa creatura: un'enorme e possente bestia; dalla corporatura doveva sembrare resistente a qualsivoglia attacco, mentre il volto era ormai stato rimpiazzato dalla tipica maschera comune ad ogni Hollow di basso livello, munita d'occhi e d'un paio di fauci spaventose, che sarebbero riuscite a triturare tutto ciò che avessero potuto masticare. Era totalmente bianco e presentava, all'altezza dello stomaco, il solito buco che ogni Hollow possedeva. Una lunga e intimidatoria coda composta da ossa adornava infine il corpo della creatura,facendola sembrare più agile di quanto realmente non fosse. Dalla stazza si faceva subito chiaro il vero problema di quell'Hollow, ovvero la potenza offensiva, giacché era fornito di un paio di poderose braccia ed anche di affilati e robusti artigli - anch'essi costituiti da ossa - alla fine d'ogni dito. L'atmosfera che si venne a creare era carica di timore e paura; a peggiorare la situazione era la sadica risata dell'albino, che sembrava trovare piacere nel vedere Otawara abbastanza intimorito dall'orrenda bestia. Sarebbe un bastardo se volesse allenare uno come me, alle prime armi, con quella cosa. Non so come farei Non sono neanche armato! Mi scusi sensei. Ma dovrei combatterlo? Ota cercava - per quanto gli fosse possibile - di non mostrare nessun segno di debolezza o paura all'insegnante, giacchè quest'ultimo sperava solo in questo. Senza ombra di dubbio l'albino maledetto sarebbe riuscito a sconfiggere quella creatura ad'occhi chiusi, per via della grande esperienza che già poteva possedere, ma per il ragazzo era tutt'altra storia; solo due esiti potevano presentarsi: batterlo e continuare senza problemi la propria strada di shinigami o perdere, morendo o rinunciando a qualche arto. La risposta alla domanda del ragazzo non tardò ad arrivare; infatti Akuma spiegò in cosa consisteva l'allenamento e che cosa avrebbe dovuto fare il ragazzo per riuscire nell'impresa: avrebbe dovuto combattere con quell'Hollow per imparare le basi del combattimento e quale modo migliore se non la pratica con una simile creatura? Mi ha giocato un brutto tiro quel maledetto tizio. Gli faccio vedere io di che pasta sono fatto ehehe pensò il ragazzo trasformando la paura in adrenalina da usare nella "sfida" - era così che la considerava Ota - e continuando ad ascoltare il sensei; un'altro punto che l'albino cercò di accentuare era quello che poteva o meno intervenire nell'allenamento del ragazzo, per salvarlo o lasciarlo all'inesorabile fallimento, in quanto solo così Otawara avrebbe potuto migliorare (anche se lentamente) le proprie qualità combattive. Una sola cosa era sicura: il ragazzo non sarebbe riuscito ad uscirne indenne; sia che avesse talento o meno, restava il fatto che era una sfida troppo grande per lui e una discreta percentuale di rischio era sempre presente. L'insegnante, indubbiamente divertito dall'evento che da li a poco si sarebbe svolto, continuò la propria spiegazione indicando l'unica arma che il povero allievo avrebbe potuto utilizzare: una katana comune posta per terra non troppo distante dal ragazzo. Ota pensava per prima cosa che avrebbe afferrato la katana per equipaggiarsi nel modo migliore offertogli, ma lo stronzo e alquanto maledetto e meschino maestro pensò bene di aprire subito la gabbia arrugginita dell'hollow - che era chiusa con strani lucchetti - scomparendo prontamente e facendo dirigere la montagna mostruosa contro il povero ragazzo, che rimase impietrito all'accaduto. Il tempo materiale per prendere la katana e allontanarsi per pensare a qualche piano con una minima probabilità di successo non c'era. Cominciò a sudare freddo; non riusciva a ragionare nel modo migliore e quindi, un poco confuso, si lasciò guidare dall'istinto che lo portò a correre, in maniera veloce, dritto verso il nemico. Sarebbe dovuto passare per forza davanti alla katana per raggiungere il nemico e quindi l'avrebbe afferrata in tutta corsa e avrebbe continuato a correre fino a collidere con l'Hollow ( che allo stesso modo marciava inarrestabile continuando ad emettere i soliti rumori tetri e cupi). Una volta che sarebbe stato a pochi metri dalla titanica creatura, avrebbe spiccato un salto per raggiungere un arto o il buco al posto del cuore dell'Hollow e avrebbe effettuato un fendente dall'alto verso il basso per cercare di colpirlo e procurargli un minimo di danno. Forse troppo avventato e spavaldo o forse unica cosa che poteva fare in quel momento, ma rimane il fatto che in qualche modo avrebbe dovuto reagire al pericolo che incombeva.

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    Stato Mentale: In preda all'istinto e preoccupato
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    L'Hollow avresti potuto anche descriverlo con parole tue, al posto di limitarti a copincollare dal mio post.
    Inoltre, con quale mano cerchi di sferrare il fendente? E' bene precisare tali dettagli, perché in caso contrario sarà l'avversario a deciderlo, guadagnando un possibile vantaggio, anche se in questo caso non capita.
    Noto i soliti errori di punteggiatura, soprattutto relativi all'utilizzo del punto e virgola, ed inoltre spesso non metti il punto dopo le frasi pensate dal tuo pg. Per il resto è un buon post.


    “La prima impressione è sempre quella più veritiera.”
    A quanto pareva il giovane studente non faceva eccezione a tale ragionamento, essendosi rivelato alquanto stupido e confermando di conseguenza le tesi dell'albino. Pareva invero ch'egli non avesse nemmeno provato a ragionare prima di buttarsi a capofitto verso un nemico contro cui non aveva alcuna possibilità, fallendo miseramente. Infatti, sebbene fosse riuscito a recuperare l'arma, la creatura - approfittando degli istanti in cui lo studente, nonché preda, s'era chinato per raccoglierla - eseguì una rotazione di 360° atta a permettergli di colpire con la coda il torso del giovane, che venne rovinosamente sbalzato via per diversi metri. Haine non poté che ridere sonoramente nel vedere quel gigante tanto muscoloso ruzzolare per terra dopo nemmeno dieci minuti dall'inizio dello scontro. Nonostante la cattiva impressione che aveva di lui, mai si sarebbe aspettato di vederlo a terra così presto; era una visione alquanto ilare, seppur per certi versi anche disarmante. “Pare che tu ci tenga proprio a morire durante le mie lezioni.” Disse, laconicamente. “Pensavi davvero di poterti scagliare frontalmente contro un avversario del genere? A quanto pare non possiedi nemmeno la consapevolezza di non avere possibilità alcuna contro un Hollow. Hai attuato una strategia - anche se dubito che si possa definire tale - che oltre ad essersi rivelata totalmente inefficace è banale, nonché scontata. Anche un Hollow del genere non ha avuto difficoltà alcuna nel comprendere le tue intenzioni e sono propenso a pensare, ora più che mai, che tu sia totalmente folle, non che mi dispiaccia. Nonostante ciò, fatico a comprendere chi di voi due sia più stupido; considerando la sua peculiare ‘condizione’ l'Hollow è giustificabile, tuttavia tu non hai attenuante alcuna. T'invito, a patto che tu voglia restare in vita, s'intende, ad utilizzare opportunamente la testa, prima d'attuare una qualsiasi azione che potrebbe, fra l'altro, costarti la vita.” Nonostante l'apparenza, l'albino era alquanto deluso dalla ridicola e misera prestazione del giovane, da cui s'aspettava decisamente di più. Ormai tediato dal misero e fin troppo longevo teatrino inscenato dai due, Haine aveva iniziato a giocherellare con una ciocca dei suoi candidi capelli, finendo per ignorare quasi del tutto quello scontro ch'era finito per risultare alquanto banale, e rivolgendo di conseguenza giusto uno sguardo ogni tanto al campo, atto unicamente a garantire le condizioni del giovane; non che gli interessasse particolarmente, sia chiaro, tuttavia la sua posizione gli impediva di fare altrimenti. Considerando ch'era ben noto a tutti che anche per i veri e propri Shinigami era arduo abbattere un Hollow, s'interpellava su cosa potesse aver spinto quel suo giovane studente ad agire tanto stupidamente. Il divario di forze fra lui e la creatura in questione doveva essere alquanto scontato ed evidente, tuttavia il gigante pareva non aver ancora realizzato tale banale verità a cui qualsiasi individuo vagamente dotato d'intelletto poteva facilmente arrivare. Nonostante desiderasse più che ardentemente lasciarlo al suo destino - ovvero quello di farsi divorare dal mostro - l'albino dovette, suo malgrado, aiutarlo. “Non aspettarti una qualche sorta di miracolo, non accadrà nulla del genere. Dovrai spremerti, sperando che tu ci riesca, ed attuare una tattica che ti consenta di guadagnare una possibilità contro il tuo avversario. Nella situazione in cui ti ritrovi eseguire un attacco frontale equivale al suicidio, ed hai potuto effettivamente provarlo sulla tua pelle. Se solo avessi utilizzato la tua materia grigia - sempre che tu ne possegga almeno un po', s'intende - avresti potuto evitare tali sofferenze. Tuttavia non mi lamento, è sempre un piacere vederti soffrire.” S'interruppe, ghignando. “Orbene, tutto ciò che posso consigliarti di fare è d'evitare d'attaccarlo frontalmente, giacché come hai ben potuto vedere coi tuoi occhi, è perfettamente inutile. Sfrutta l'ambiente, che ti offre qualche genere di possibilità, seppur spoglio; giocatela sull'agilità o sulla furbizia, sebbene io ritenga ormai che in quanto a intelletto siate al medesimo livello, o quasi; temo di poter offendere l'Hollow affermando ciò. La scelta è tua, vi sono diversi modi per portare a termine quest'allenamento. L'unico requisito necessario per farlo è, appunto, pensare.” Fece una breve pausa, tediato dal monologo. “L'Hollow non aspetterà di certo i tuoi comodi, dunque ti conviene rialzarti e riprovare.” Ghignò sadicamente, curioso di vedere come si sarebbero sviluppate le cose, mentre l'Hollow s'apprestava di nuovo a scagliarsi frontalmente contro al giovane, ancora steso per terra.

    CITAZIONE
    Ricevi una moderata al torso.


    Edited by Arãshi - 28/7/2013, 12:43
     
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    otawarafunnuraba

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    Niente da fare. La pseudo strategia si rivelò un fallimento fin dall'inizio; infatti il gigante, benchè corse più velocemente possibile, non riuscì ad afferrare la katana a terra, dato che la coda ossuta dell'hollow nemico lo colpì in pieno busto, scaraventandolo via per una buona manciata di metri: O ca***! Che dolore porca miseria! Ahi ahi ahi. Il povero gigante si ritrovò disteso a terra in preda ad un dolore lancinante; grida soffocate uscivano dalla sua bocca in cerca di qualcuno che lo aiutasse a rimettersi in piedi o che, in qualche modo, gli prestasse una prima cura medica per il danno che aveva ottenuto da quel gesto folle di scaraventarsi contro il nemico senza le dovute precauzioni: contusione al torso, con un'escoriazione esterna che lo attraversava per tutta la lunghezza dove lo colpì la coda d'ossa. A veder da fuori forse non era chissà quale danno ma non appena il giovane provò ad alzarsi, ecco che un fortissimo dolore lo percorse per tutta la gabbia toracica facendolo nuovamente sdraiare supino, fermo e immobile: FANC***! Possibile che mi debba far sempre danni seri ! Ca***! Pensava il ragazzo mentre si stringeva il petto con la mano destra. Sicuramente si era procurato un qualche tipo di frattura a una costola, tanto era il dolore non appena cercava di piegare il busto in avanti, ma resta il fatto che si sarebbe dovuto rialzare per non farsi prendere ulteriormente in giro dal sensei, che nel frattempo rideva sadicamente - come suo solito - e lo ammoniva. Erano passati appena 10 minuti dall'inizio dell'allenamento e già il ragazzo era a terra malridotto. Mi scusi Akuma-sama troppo avventato vero? Forse ha ragione; in qualche spazio profondo della mia psiche c'è qualcosa che mi vuole portare alla morte e per quanto a lei la cosa piaccia mi spiace dirle che ancora la mia ora non è giunta eheh. Parlò in questo modo il ragazzo, senza far mancare qualche sbuffo di dolore e continuando ad ascoltare il sensei. L'insegnante lo accusò di non aver - in poche parole - un intelletto abbastanza sviluppato ma simile a quello di un Hollow, con l'aggravante che mentre l'Hollow aveva una propria natura per essere stupido, Otawara non l'aveva completamente; non vi era nulla di logico nelle azioni che compì il giovane e senza l'uso della testa non sarebbe riuscito a rimanere a lungo in vita. Passò una manciata di secondi a fissare il sensei mentre quest'ultimo, a suo malgrado, dovette dargli un consiglio su come poter affrontare il mostro in questione. Nonostante il divario di forza che vi era fra gli sfidanti (facilmente intuibile da tutti), Otawara voleva a tutti costi provare ad abbattere quell'orrida creatura per una propria soddisfazione personale, per la sua morale e per il suo desiderio di divenire eroe il prima possibile - anche se sapeva che ne avrebbe ancora dovuta fare di strada -. Il maledetto albino non diede chissà quale consiglio al giovane; gli fece solamente capire che l'attacco frontale sarebbe stato senza ombra di dubbio un biglietto di sola andata verso la morte certa e puntualizzò un concetto in particolare: se il gigante avesse voluto annientare o causare un danno minimo al titanico mostro, avrebbe dovuto usare la "materia grigia" - che il sensei riteneva che il ragazzo non possedesse - e sfruttare l'ambiente circostante per attuare un piano che avesse una sua logica e che mettesse in primo piano o la furbizia o l'ingegno. Farò del mio meglio Akuma-san! Userò il mio limitato intelletto, lo unirò a un po di furbizia e follia e abbatterò quella cosa. Il gigante non sapeva minimamente a cosa andasse in contro e tanto meno quale strategia avesse dovuto attuare, ma ,determinato, si rialzò (sempre dolorante) e mentre vedeva l'Hollow ricominciare la sua marcia inarrestabile, cercò di pensare il più velocemente possibile a qualche cosa che si avvicinasse a una strategia. Bene. Che ca*** faccio ora? Non posso nascondermi da nessuna parte. La katana è nei pressi del mostro e quindi devo per prima cosa pensare a recuperarla! Pensò per una ventina di secondi sul da farsi e finalmente la lampadina si illuminò: Certo! Disse ad alta voce. Si mise un attimo in ginocchio per testare il terreno di scontro, che risultava essere abbastanza composito: una parte di roccia, un'altra di terra e un'ultima parte composta da sabbia. Perfetta! Fa al caso mio. Il ragazzo ricominciò la sua folle corsa contro il nemico; di nuovo la stessa tattica? No, sarebbe stato un folle ed era una via certa per trovare la morte. Correrò, arriverò ad una distanza di almeno due metri dall'Hollow per poi alzare un polverone con le gambe, buttarmici dentro, nascondermi all'occhio nemico, portarmi dietro a lui passandogli sotto, prendere la Katana e sferrare un colpo alle spalle. Dovrebbe funzionare! Sembrava un treno inarrestabile; corse il più velocemente possibile contro l'Hollow per non fargli guadagnare troppo terreno e per non portarlo troppo lontano dalla katana dietro di lui - infatti l'unica incognita per la riuscita del piano era il fatto se sarebbe riuscito il ragazzo a prendere l'arma prima che il nemico si accorgesse che fosse alle sue spalle -. Si sarebbe avvicinato il più possibile al nemico e una volta che fosse stato di nuovo faccia a faccia con esso, avrebbe disegnato un semicerchio a terra con la gamba destra, in modo tale da alzare un polverone che lo avrebbe nascosto alla vista nemica; successivamente avrebbe fatto un veloce scatto in avanti per passare sotto il nemico (sperando che non lo vedesse) e in seguito, sarebbe corso verso la katana per appropriarsene; infine, una volta armato, più velocemente che poteva, sarebbe ritornato indietro, avrebbe sfruttato le zampe anteriori dell'hollow come appoggio per saltare e per portarsi più vicino possibile al buco al posto del cuore e colpirlo con un fendente (portato avanti con entrambe le mani) dall'alto verso il basso. I buoni propositi c'erano; adesso bisognava attendere se il tempo sarebbe stato suo alleato.

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    Il post va essenzialmente bene, tuttavia noto un problema.
    Se leggi attentamente, nel mio post scrivo che tu RIESCI a prendere la katana, ma vieni conseguentemente sbalzato via. Tu invece hai scritto di venir sbalzato via prima di poterla possibilmente afferrare, ergo ti ritrovi disarmato.
    In altre circostanze ti avrei dato il tentativo nullo facendoti riprovare, tuttavia il tuo pg ha già una moderata, e trovo futile allungare il brodo, già fin troppo longevo di per sé. Dunque, considerando che anche il post è abbastanza buono ho preferito concludere così, nonostante il tuo grave errore.

    Noto, in un paio di frasi, errori relativi all'utilizzo dei tempi verbali.
    Inoltre temo di non aver compreso del tutto le ultime azioni del tuo pg. Scivola sotto alle gambe dell'Hollow, s'impadronisce dell'arma, ed una volta arrivatogli alle spalle torna davanti facendo trampolino con le sue braccia? Questo è ciò che ho compreso. Sarebbe tuttavia stato più sensato attaccarlo alle spalle, come avevi precedentemente scritto.
    Nota bene: se questa volta ti grazio, puoi star certo che non ce ne sarà una seconda, ergo ti consiglio di leggere con attenzione i miei post, in futuro.


    ‘Akuma.. sama?’ Si lasciò sfuggire una smorfia, senza tuttavia manifestare nessun altro genere di reazione riguardo al modo in cui il suo studente l'aveva inopportunamente chiamato. Odiava quel genere di confidenze, e pensandoci bene non gli pareva nemmeno d'aver concesso a quel gigante l'illustre privilegio di chiamarlo, figurarsi poi con nomignoli osceni. Tuttavia, sorvolò; se avesse preso in considerazione tale futile questione avrebbe dovuto necessariamente riconoscere l'importanza del suo studente, che invero non lo era affatto. Si mise in posizione eretta, tornando a fissare attentamente lo scontro, incuriosito ma al contempo deluso dai ridicoli risultati dei precedenti tentativi. Non aveva mai avuto vere e proprie aspettative nei riguardi di quel suo studente per nulla promettente, tuttavia sperava, in cuor suo, ch'egli avesse almeno un minimo di destrezza e forza, visto il fisico che possedeva. Tali caratteristiche - considerando la situazione in cui si trovava e la palese mancanza d'intelletto che lo caratterizzava - avrebbero dovuto perlomeno aiutarlo un po'. Nonostante fosse ormai alquanto malridotto, Haine ghignò quando lo vide rialzarsi e successivamente scagliarsi contro all'Hollow, frontalmente per giunta, cosa che lo spinse ad ipotizzare ch'egli volesse mettere fine all'allenamento perdendo la vita. Non ebbe tale soddisfazione; purtroppo - o per fortuna - il giovane pareva averci messo la testa in quel suo ultimo tentativo, nel quale aveva eseguito, sebbene non in modo del tutto impeccabile, diverse movenze alquanto agili e slanciate che l'albino non s'aspettava potesse compiere. Una volta recuperata l'arma, il gioco fu assai semplice e non ci volle molto; un fendente verticale scagliato dall'alto verso il basso bastò a ridurre l'Hollow in polvere, facendolo di conseguenza scomparire e lasciando il giovane da solo nell'enorme arena. Dopo l'ormai evidente vittoria dello studente, Haine proruppe in un riso malato, quasi incontrollabile, probabilmente causato dal suo successo del tutto inaspettato. Si portò rapidamente davanti a questi, dunque, arrivato a pochi passi di distanza da lui e riottenuta la solita compostezza, incrociò i suoi occhi rivolgendogli uno sguardo più che gelido atto ad intimorirlo. “Orbene, finalmente sei riuscito a completare questo semplicissimo allenamento. Devo dire che non m'aspettavo un tale esito, ed il vederti ancora in piedi dopo tutti quei miseri fallimenti è desolante. Avrei preferito che tu ti fossi ferito di più, ma confido che vi saranno altre occasioni per rimediare.” Una ghigna malata andò a fratturargli il volto. “Credevo - e speravo, non lo nego - che tu fossi ormai spacciato, considerando le tue capacità, ma pare che tu non voglia degnarmi del piacere di vederti morto.”
    Iniziò a camminare attorno al giovane, rivolgendogli svariati sguardi atti ad esaminare le tante ferite che s'era procurato durante lo scontro; traeva immane piacere nel vedere quelle botte, quei lividi e quei graffi, ch'erano più o meno ingenti. Futile negare che anche lui provasse il forte desiderio di cagionargli dolore con le sue stesse mani, ed aspettava impazientemente l'occasione adatta. L'unico piacere che traeva nel ricoprire quella posizione in Accademia era proprio quello di poter tormentare i suoi studenti. “Prima di congedarmi definitivamente, vorrei permettermi di darti un consiglio che dovresti assolutamente prendere in considerazione, a meno che tu non voglia morire per mano mia, s'intende.” Tacque, tornando di fronte al giovane e rivolgendogli uno sguardo a dir poco inquietante. “Evita, in futuro, di chiamarmi con ridicoli ed innecessari appellativi di tua invenzione. Non tollero particolarmente le persone che si prendono certe confidenze - ch'io trovo del tutto rivoltanti - nei miei riguardi.” Fece una breve pausa, continuando tuttavia a fissarlo. “Concederti il privilegio di rivolgerti alla mia illustre persona è già fin troppo eccessivo per uno come te, dunque ti consiglio vivamente di astenerti dal prendere certe libertà nei miei riguardi. Per dovere di cronaca è bene che tu sappia che anche così facendo non potrò garantire la tua incolumità.” Ghignò. “Le tragedie accadono, non ci si può far nulla.” S'allontanò nuovamente, portandosi verso quello che pareva essere un percorso d'uscita alternativo da quell'enorme arena. “Non vedo alcun motivo per rimanere ulteriormente in tua compagnia, cosa ch'è, fra l'altro, alquanto sgradevole, ergo le nostre strade si dividono qui.” Dunque, se ne andò.

    CITAZIONE
    Ricevi Controllo del Corpo Lv. 2 e 12 Exp.
    Concludi con un tuo post.


    Edited by Arãshi - 30/7/2013, 14:32
     
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    A scusa avevo inteso che nel colpo di coda avevo perso l'arma. Starò più attento in futuro.
    Per quanto riguarda l'azione contro l'hollow, io lo colpisco alle spalle; siccome nel post di descrizione dell'hollow non si è specificato se camminasse su due zampe o su quattro, io (forse pure sbagliando) l'ho immaginato come una creatura a 4 zampe, e una volta giunto alle sue spalle sarei saltato sulle zampe anteriori per poi colpirlo.


    otawarafunnuraba

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    C'era riuscito! Il gigante ebbe la meglio sull'orribile creatura che piano piano andava a polverizzarsi nell'aria, per poi scomparire del tutto senza lasciare traccia. E vai! YUuuuuu! Urlò di gioia il ragazzo nonostante accusasse ancora dolore nel torace. Era molto felice di essere riuscito a eliminare l'hollow al secondo colpo e questo fatto lo faceva sentire pronto a divenire shinigami e richiedere l'incorporazione in una delle 13 brigate del gotei, sebbene ancora mancavano da svolgere altri allenamenti per perfezionare le sue qualità combattive. Restò in quel punto - dove l'hollow fu abbattuto - ad aspettare che il sensei arrivasse per assicurargli che lo scontro fosse finito e in effetti quello giunse dopo pochi secondi. A quel punto l'insegnante si avvicinò al ragazzo e, pur essendo dispiaciuto per il fatto che il gigante fosse ancora vivo, disse di esser rimasto stupito di averlo visto sconfiggere il titanico mostro. Ehehe grazie sensei! Spero che non sia troppo triste per l'esito positivo; non ho mantenuto la promessa di presentarle uno spettacolo più macabro e triste, all'insegna del sangue e delle urla. Sarà per la prossima volta eheheh. Quello, sempre con modi menefreghisti, non si degnò possibilmente di ascoltarlo e continuando a squadrare il giovane e le sue ferite gli si poteva leggere in volto che aveva il desiderio di procurare al ragazzo ancora più dolore di quanto già non sentisse. Infine il maledetto albino ammonì il ragazzo per avergli dato il nomignolo di Akuma e si ripromise che se fosse accaduto nuovamente una cosa simile, Otawara avrebbe potuto perdere "accidentalmente" la propria vita: Mi scusi sensei ! Non accadrà mai più! Disse il ragazzo mentre pensava: Merda, lo avrò detto ad'alta voce in qualche discussione e neanche me ne sono accorto eheheh. Rimase li qualche secondo a fissarlo negli occhi per vedere se il maestro avesse qualcos'altro da dire, ma fortunatamente non vi furono altre discussioni, anche se Ota aveva il desiderio di fargli una lavata di capo per sapere almeno il nome della persona che lo aveva fino a quel momento allenato, ma per evitare spiacevoli e malevole azioni, preferì sorvolare. Il sensei pensò bene di annunciare la fine dell'allenamento e di affermare che la sua presenza non era più necessaria per quel giorno e quindi se ne andò dall'arena, lasciando solo il ragazzo (non del tutto messo bene) che allo stesso modo se ne andò, passando da prima in un infermeria per farsi visitare e medicare le ferite dovute allo scontro e successivamente andando a casa contento della giornata che aveva vissuto. Un passo in più per divenire Shinigami era stato portato a termine.

    Stato personale

    Stato Mentale: Felice
    Stato Fisico: Moderata al torso
    Reiatsu: 30


     
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