Grande Prigione Centrale Sotterranea

Lv 1

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bandit's Secret!

    Group
    Member
    Posts
    2,004
    Location
    Napoli

    Status
    Anonymous


    La Grande Prigione Centrale Sotterranea è lieta di presentarvi: il Primo Livello!
    I criminali minori vi risiedono in codesto posto fatto da sbarre che obliterano quasi del tutto la potenza Spirituale dei detenuti. A questo piano le visite possono avvenire ad ogni ora! Ah, tutto questo grazie alla magnificenza e alla clemenza del Capitano Comandante in persona!



    Quando gli istinti primordiali primeggiano sulle capacità intellettuali di un individuo, rendendolo poco più che un animale.
    Quando si sceglie di annichilire la mente.
    Quando il nettare vitale dei tuoi pensieri è l'omicidio, la tua vita è destinata alla servitù.

    Sa bene che più volte ha ceduto a tale brama per il sangue, il motivo della sua presenza in quel posto.
    La sua mente non conosce rimedi per il suo animo omicida, divenendo succube.
    E' psicolabile.

    Sa molto bene della motivazione del suo confinamento in quella prigione.
    Dagli occhi delle guardie, Kuro è descritto come un uomo che in apparenza non sarebbe in grado di compiere quel che ha fatto.
    Ma ciò non toglie che le sue azioni sono state degne della Grande Prigione Centrale Sotterranea.

    Capelli corti mossi e barba incolta, molto simile ad un normale cittadino del Rukongai.
    La caratteristica che più intimidisce è lo sguardo che rapisce, ammaliatore, passionale ma allo stesso tempo truce come quello di una bestia.
    La sua figura si presenta come se stesse aspettando qualcosa, a mani unite a formare un quadrato.




    CITAZIONE
    Ragazzi, la Grande Prigione Centrale Sotterranea ammette visite in ogni momento da ogni persona. Il detenuto rimane dietro le sbarre disarmato, quindi se volete giocare con me rispondete pure!


    Edited by .Crocodile - 23/6/2014, 19:45
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    10° SEGGIO

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    7,401

    Status
    Offline
    Fujitora Buraindonetsu

    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Gli uomini amano l'oro ma spesso l'oro è causa di ingiustizia. Gli dei amano la reverenza degli uomini, ma talvolta la reverenza genera malvagità. Il soldato non teme la morte in battaglia, ma il servizio militare degli alleati porta pericoli di morte al soldato. Il giovane sopporta la fatica, ma non sempre porta a termine l'opera. Le malattie sono causa di morte, ma gli uomini muoiono anche senza malattie. I maestri amano i buoni allievi, ma talvolta gli allievi non amano i maestri violenti. Gli uomini nella vita hanno desideri, ma non sono uguali


    La casa era buia, decisamente troppo; non era la luce del giorno a mancare o a esser bloccata dalle tende che adornavano le finestre di quella struttura, ne le nuvole a coprire la massima forma di illuminazione naturale del Seiretei; era il limite fisico, il problema, la "malattia" di un povero cieco a decretare tale stato di totale nero.Non sempre il buio nasconde le cose, a volte è la troppa luce che acceca di più. Un alto uomo, impostato, cieco, sedeva di spalle su un grande tavolo; vestiva la solita divisa nera da shinigami, con una sciarpa dal leggero tessuto viola che gli si attorcigliava sul collo. Si alzava lentamente, come se già avesse faticato tanto nell'arco della giornata, quando invece le anime nel Seiretei, a meno che non consumino reiatsu, hanno poco di cui stancarsi. Avanzava fuori dalla costruzione nella quale attendeva chissà chi; poggiò piede all'esterno e osservando e constatando che la visita attesa dette buca, cominciò ad allontanarsi da quello che poteva essere il suo attuale dormitorio. Si compiange il cieco che non ha mai visto i raggi del sole, il sordo che non ha mai udito gli accordi della natura, il muto che non ha mai potuto rendere la voce della sua anima e, per un falso pudore, non si vuol compiangere quella cecità del cuore, di quella sordità dell'anima, di quel mutismo della coscienza che rendono folle un'infelice e, suo malgrado, lo fanno incapace di vedere il bene e di parlare il puro linguaggio dell'amore e della fede. Sempre profondo in pensieri l'adulto Fujitora che, guardando il cielo con il suo sguardo assente, non fece caso al fatto di pensare ad'alta voce. Avanzava per quelle vie della corte delle anime l'adulto, orientandosi bene e senza problemi, grazie al suo saper controllare discretamente il reiatsu e percepire quello degli altri in grandi distanze: tutto nel Seiretei è formato da particelle di Reiatsu e dunque il cieco poteva vedere tutto come se il problema di per sè non sussistesse.

    CITAZIONE
    Controllo del Reiatsu Liv.1
    Abilità fondamentale per chi desidera percorrere la via del combattimento che prevede la manipolazione del Reiatsu nelle sue forme più splendide e letali. È anche di vitale importanza per riuscire a controllare al meglio le proprie particelle Reishi e limitarne il consumo durante l’esecuzione di tutte le tecniche.

    Percezione del Reiatsu Liv. 1
    Abilità utilissima per chiunque deve braccare e rintracciare i propri nemici. Questa capacità permette di sondare l’area circostante alla ricerca di nemici seguendo le tracce, vecchie anche di diverse ore, lasciate dal loro Reiatsu. Non serve però solo a questo. Chi conosce come trovare il proprio bersaglio, sa anche come nascondersi.
    Livello 1: raggio 200 m

    Avanzando, la sua spada, fedele dono ricevuto subito dopo esser divenuto shinigami, la sua Zanpakuto, "dondolando", sbatteva contro il suo vestiario nero inferiore, portando Fujitora a dover tenere l'arma bloccata con la mano destra. Visto che m' ha dato buca, ne approfitto per far un salto alla prigione centrale sotterranea; Ho delle cose da sbrigare lì. Sempre qualcosa da fare aveva il cieco; mai un buco libero nella giornata, mai tempo sprecato, sempre dedito al lavoro e mai al riposo. Quello che faceva era sempre nascosto dietro un manto di mistero; adorava il mistero e per lui bisognava chiamare mistero soltanto ciò che faceva ritenere che qualcuno mantenesse qualcosa allo stato di segreto, rifiuto di dire, di spiegare, di rivelare. Tuttavia non designava con questo nome quel che era nascosto soltanto perché la natura umana, l'anima in sè, mancasse dei mezzi per conoscerlo o concepirlo; la luce, e quel che essa mostrava, mostra e mostrerà , non è un mistero per il cieco. Ora, continuando ad avanzare, in lontananza poteva già osservare dei grandi portali che lo avrebbero condotto nei sotterranei sorvegliati; il solo pensiero già lo faceva fremere; adorava andare a sbrigare commissioni in un luogo dove male e odio erano forti, dove si sentivano l'atmosfera cupa e buia e l'aria carica di tensione. Tutto ciò però gli si riproponeva come pensiero fisso sulla natura e origine del male. Se il male non deriva da un peccato, né dall’azione tentatrice e malefica di un diavolo o dio, quale ne è la causa? Il male deriva dalla storia evolutiva della specie. Questa concezione non esclude, in ogni caso la responsabilità morale dell’agire umano. Il condizionamento infatti limita, ma non annulla la libertà morale. Siamo plasmati dall' evoluzione in ogni manifestazione della sua esistenza. In altre parole, quello che siamo oggi, nel bene e nel male, è il risultato del lungo, complesso e "accidentato" processo evolutivo Disse quasi simultaneo al pensiero alla guardia dei cancelli, che, informatosi prima chi fosse, come si chiamasse e il motivo del perchè si trovasse li, lo fece passare senza problemi; dopotutto le visite erano contemplate a qualsiasi ora e in qualsiasi momento, dunque, senza ulteriori indugi, Fuji avanzò giù per quella struttura. Nell'avanzare, superava quelle che erano celle chiuse, che nascondevano il contenuto; forse semplici anime, forse hollow, ma di questi si sentivano solo urla disperate e imprecazioni. Queste immagini portavano nel ragazzone il sorriso, come se godesse di queste condizioni in cui si trovavano questi elementi. Ognuno è causa dei propri mali. Sempre quello il suo motto per ogni evenienza e non perdeva mai l'occasione di ripeterlo con tono serio e determinato. Avanzava ancora, senza perder tempo a meditare ulteriormente dei dannati in quel carcere, quando ad un certo punto, fu preso da una particolare cella, a grate, che lasciava mostrare il proprio "contenuto". Un apparente e semplice cittadino che si incontra comunemente nel rukongai, nei distretti più poveri; peluria non curata, capelli mossi e barba incolta. Sembrava una persona buona, pura esteticamente...Ma il suo sguardo lo tradiva; sguardo da bestia, da demonio, da maligno. Tutta questa situazione e descrizione contrastava con quella posizione assunta dal prigioniero, intento ad aspettare chi o cosa non si sapesse, forse pensante, con quelle mani unite come se la cosa gli permettesse di rimanere in quello stato di "trans". Fujitora rimase quasi "affascinato" da questo inaspettato incontro, tanto da portarlo a "perdere" quel suo famoso tempo per un individuo strano come quello. Si avvicinò alla cella, leggeva esternamente quello che sembrava essere una piccola descrizione del prigioniero, che portava il nome di Kuro, per poi prender parola. La riflessione non ti salverà; L'attesa ti appesantirà e solo altro odio e rancore ti pervaderanno. Perchè perder ulteriore tempo in quel modo? Comprendo il nulla da fare in questa cella, tuttavia perchè non mettersi a dormire invece di fingere elevamento spirituale e possibilità di redenzione?. Parole taglienti e provocatorie. Cosa ne sarebbe venuto fuori da questo "insolito" episodio?


    Stato personale

    Stato Mentale:Sereno
    Stato Fisico:Illeso
    Reiatsu: 30




    Forse qualche libertà di troppo, però oh, un inizio deve pur esserci xD .... ho messo quell'abilità del sentire reiatsu solamente per dare una possibilità al cieco di muoversi nel seiretei....energia gialla e zanpakuto senza rilasci.... eventuali errori di regolamenti decisi o no, li correggo successivamente, col prossimo post ;) .


    Edited by danygel94 - 25/6/2014, 11:45
     
    Top
    .
  3. Lyu
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Le gambe nude nella posizione del loto racchiudevano le piccole mani, cui la destra sovrastava la sinistra. Il freddo pavimento non le faceva paura. Piuttosto, paragonata ai cuori intorno a lei, quella dura pietra la percepiva più calda.
    Davvero scorre del sangue nelle vene di quegli esseri? Davvero c'è un cuore che pulsa in quei corpi?
    Questo quello che continuava a ripetere tra sè e sè. Era vero, lei stessa era in quella prigione. Lei stessa aveva ucciso un paio di uomini. Ed era proprio perchè nelle sue vene scorreva del sangue caldo, era proprio perchè il suo cuore batteva all'impazzata che li aveva trucidati. Non avrebbe mai pensato di fare un atto simile, finchè non vi si presentò l'occasione. Ogni volta che spiegava la sua teoria, veniva accusata di essere contraddittoria. Secondo lei, invece, il suo pensiero filava liscio come il sangue che vide sgorgare dalla bocca di quella donna che l'aveva cresciuta come fosse una figlia. Ricorda ancora quella striscia perfetta di un rosso così vivo, che fuoriusciva da quelle labbra sempre pronte a donarle parole d'affetto. Invece quegli uomini che la uccisero no, non potevano essere umani.
    Murasaki sentì dei passi improvvisi e spalancò gli occhi, rimanendo immobile. Il verde dell'iride contrastava con i capelli magenta che le sfioravano le spalle. Vide un uomo di schiena, rivolto verso l'interno di una cella, intento a blaterare qualcosa. Si alzò piano piano togliendosi un po' di polvere dalla sottile veste che un tempo era di un bianco puro. Si avvicinò dunque alle sbarre e ascoltò.
    "Dormire?" Murasaki scoppiò in una risata da pura psicopatica. "Scusi se mi intrometto, signore. Ma sa che con la sola mente si possono fare infinite cose? Non serve andarsene a zonzo con una divisa da shinigami per fingersi indaffarati." ribattè la ragazzina senza essere stata interpellata.
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    Notte. Soltanto una figura si distingueva, solitaria, nel buio desolato e quasi assoluto di quelle stanze ora così vuote e silenti, gli uffici della seconda brigata, ove il plenilunio s'ostinava a far filtrare della flebile luce attraverso le vetrate. Un luogo ben poco gradevole, disordinato, inaccogliente, contaminato da una disarmonia originata dal fine stesso del luogo, l'incapacità di potervisi orientare all'interno sembrava regnar sovrana, anche per quegli stessi shinigami che durante il giorno vi compivano sofferti incarichi. Nondimeno la figura non sembrava aver alcun problema del genere, seduto con mirabile compostezza ad una delle tante scrivanie impilate di scartoffie e carte dalla dubbia utilità, pareva quasi trovarsi a suo agio in quel caos strisciante ed apparentemente assente in quelle ore, seppure ben radicato ed indivisibile da quelle stesse mura. I capelli bianchi lasciati del tutto liberi, privi d'alcuna costrizione, venivano lievemente scossi dalla lieve brezza che gli sfiorava anche il giovane volto, marmoreo, d'una bellezza unica ed indicibile, vagamente illuminato dalla luna, pareva una scultura d'arte, effimera quanto egualmente inanimata. Le lunghe dita dal candido colorito sfogliavano banali rapporti ufficiali che eccedevano indubbio nell'uso delle parole, rendedoli ben più tediosi e melensi del necessario, ad una velocità impressionante, vittime ed al contempo esecutrici d'una foga inarrestabile, incapaci di fermarsi o anche solo di rallentare, costrette dall'egoistico desiderio di ricerca del loro padrone. Quei fogli non erano altro che liste, lunghe raccolte di nomi, date, indicanti i prigioneri della prigione centrale, e per ogni singolo nome v'era allegato un prospetto psicologico d'ognuno di questi, perlopiù banali come l'aria, incapaci di destare il suo interesse.
    Gli occhi d'uno scarlatto vivido, colore del sangue, della brama più carnale e voluttuosa, accessi da un desiderio perpetuo ed intrinseco all'essere, atto ad animarlo, scorrevano imperterriti lungo quei medesimi fogli senza soffermarvisi più d'un istante, ma senza trovare alcuna soddisfazione; quelle carte, per quanto riempite fino ai bordi, non contenevano alcunché d'interessante per quello Shinigami così atipico, che aveva fatto del buio e del calmo silenzio di quella notte il suo dominio, sul quale affermava ora una brama così intensa e passionale di sangue, un desiderio crudele di sofferenza, intrinsenco alle carni, al dolore.
    Le dita si fermarono, d'improvviso, il movimento s'interruppe con una rapidità impressionante, sfoggiando un controllo mirabile, mentre una ghigna contorta e malata andò a dipingersi sul volto del giovane shinigami, il primo di tanti segni di quello squilibrio che ‘l'affliggeva’, del quale invece egli gioiva traendone sostentamento. Aveva trovato ciò che cercava; infine il tanto amato ed agognato oggetto del desiderio si palesava sotto ai suoi occhi assumendo la forma d'un possibile avversario.
    Si sarebbe volentieri abbandonato ad un languido riso, voleva saggiare e godere il più possibile di quell'istante rivelatore, tanto amabile eppure di così breve durata, il desiderio di assorbirne completamente l'essenza non era qualcosa che poteva ignorare, e sebbene egli non sembrasse ora differire in alcun modo dagli attimi precedenti all'interno una nuova ebrezza troneggiava, nonostante il desiderio, ormai al suo apice, scandiva la necessità di venir soddisfatto sollecitandolo con un sempre più irresistibile lamento di timore e angoscia.
    Ormai pervaso da un languido fervore, s'alzò, predendosi tuttavia il suo tempo, calmo ed ancor più composto di prima, senza lasciar trasparire alcunché delle sue reali intenzioni, com'era solito fare. Pensare che indossasse una maschera dalla perfetta adesione al volto sarebbe stato fin troppo semplicistico, lui era una maschera, la totale assenza d'una coscienza e della percezione delle emozioni gli permetteva di avere un perfetto controllo su di sé ed ogni sua azione; mentre l'utile capacità di poter emulare senz'alcuna difficoltà il quelle medesime emozioni e sentimenti tipicamente umani che trovava tanto sciocchi e melensi gli concedeva di poter essere chiunque, di potersi adattare a qualsiasi contesto e circostanza con estrema facilità, nonché un alibi per ogni evenienza. Godeva di quegli inganni ed amava il loro frutto quanto metterli in atto, la sua stessa esistenza non era che un inganno, giocare con quegli altri individui così tristi e piccoli era divenuto un diletto a cui ormai era assuefatto, ne traeva immane divertimento, e seppur fosse fin troppo prevenuto per confidare ciecamente in quelle stesse capacità di cui faceva tesoro, nessuno nel Seireitei era ancora riuscito a smascherarlo, o anche solo compredere un vago frammento della creatura spaventosa che invero era, l'inganno incarnato.
    Senza perder ulteriori istanti di quella così preziosa notte si diresse, con rinnovato ed inestinguibile desiderio, verso il complesso della ‘Grande prigione centrale sotterranea’, una denominazione tanto insulsa da fargli quasi torcere lo stomaco dal ribrezzo.
    Un nome in particolare aveva catturato i suoi occhi e specialmente il suo interesse in quella lista, quel viaggio fino alla prigione che aveva già intrapreso non era che un mero contrattempo a quello che si presagiva essere un infinito e vizioso godimento.
    Ma era ormai avvezzo a quell'inevitabile inconveniente, l'imparzialità di quel tempo così sgradevole ed arbitrario gli offriva modo di pensare, d'esaminare e concepire dal nulla lo scenario di quegli spettacoli perfetti, come egli amava definirli, quelle ricerche per il più dolce dei piaceri, una volontà impura e contaminata dal sangue e della brama.
    Lento, passo dopo passo s'avvicinava sempre più all'inscenamento di quel medesimo spettacolo che stava accuratamente preparando in ogni minimo dettaglio, ognuno di quei passi era atto ad avvicinarlo alla meta ed al contempo gliene dava una forma irrisoria e superficiale, grezza ed incapace di soddisfare, ma non era che l'inizio.
    Il cielo era andato a schiarsi sempre più, ed un timido sole iniziava or ora ad apparire, ma non aveva alcuna sorta di fretta, con quella stessa calma egli riteneva supremazia di sé stesso, per quanto condizionato da quelle medesime brame per cui viveva, tuttavia assolutamente indisposto a rifuggirle, invero non ne trovava alcuna ragione – il godimento che traeva da queste era immenso, lo empiva d'un dolce piacere dal quale si lasciava cullare; ma non durava mai troppo, lo lasciava vuoto, freddo, ancor più insoddisfatto.
    Raggiunse l'ingresso della prigione ch'era ormai giorno. Tanto imponente quanto banale, pareva dovesse esercitare una qualche sorta di pressione su chi l'osservava, gravare gli spiriti con un timore primordiale, incomprensibile ma ugualmente incapacitante, come a presagire un futuro inauspicabile all'interno di quello stesso complesso, ma allo shinigami tutto ciò faceva ridere, la falsa solennità gli risultava insignificante e patatica così come il fine ch'essa possedeva, non percepiva alcunché da quel costrutto di fredda materia.
    Fece il suo ingresso, ricordando quello stesso nome che l'aveva portato in quel luogo. Quattro semplici lettere, che gli sarebbero altrimenti risultate insignificanti. Kuro. Un nome, una storia, un'esistenza. Ma tutto questo non gli interessava. Il rapporto, vergato da una mano insicura e tremolante, lo dipingeva come un individuo da temere, alla stregua d'una belva feroce, indomabile e quanto mai pericolosa, come incapace d'arrestarsi, di darsi un limite, in grado solo d'uccidere e di continuare a farlo.
    Una premessa davvero troppo interessante per poterla ignorare.
    L'atmosfera totalmente mefitica di quel luogo, quell'agglomerato di maligna brutalità ed efferatezza, d'intenti disumani e malvagi, taciuti ma palesi su quei volti corrosi dal tempo, sconfitti, le menti usurate da quelle catene da quella prigionia infinita, ormai del tutto annichilite, e le grida strazianti, d'afflizione, d'infinito patimento lo accolsero, e senz'esitazione se ne fece abbracciare.
    Era a casa.
    Si fece strada nel complesso, languido, godendo d'ogni sguardo, ogni grido, di quello scontro d'energie più o meno forti ma egualmente corrotte, di quell'assenza di pietà che regnava sovrana, un piacere profondo lo pervadeva, non intendeva affrettarsi, il suo obiettivo era poco più avanti, e non sarebbe certo fuggito.
    Sfortunatamente.
    Si fermò dinanzi alla cella, ad un qualche passo dalle sbarre, ove poté notare la sgradita presenza di quello che pareva essere un altro shinigami, un insetto sulla strada di cui non avrebbe esitato a sbarazzarsi in caso di necessità, ed un detenuto che pareva stargli parlando. Ignorò i due, come le fattezze del carcerato, degnando la sua figura d'un solo rapido sguardo prima d'arrivare a fissare i suoi occhi in quelli dell'altro, voleva cogliere quella stessa malvagità descritta nei rapporti così inaffidabili e superficiali, in definitiva inutili. Lo sguardo bieco lasciava trasparire brutale efferatezza, gli occhi cupi erano incapaci di nascondere quella malvagità che da essi straripava, la medesima insaziabile brama d'un dolore assoluto e perverso, il desiderio di carne e sangue e morte, tutto ciò che parevano condividere e che avrebbe reso quell'incontro tanto dilettevole.


    Concedetemi quantomeno di definire il pg shinigami, visto che ho deciso di giocarmi Haine forse per l'ultima volta, naturalmente senz'alcuna implicazione a livello di energia od abilità.
    Oltre a questo credo d'essermi attenuto alle restanti regole.


    Edited by Arãshi - 27/6/2014, 16:19
     
    Top
    .
  5. Yokai.
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Plop. Plop. Plop.
    Quell'incessante sgorgare di goccioline d'acqua fuoriusciva dal soffitto e finiva copiosamente su quell'insulsa pavimentazione, a formare una chiazza smisurata e Miyuki, ammattonata dall'uggia dell'esistenza, da dietro quelle sbarre di ferro arrugginite e rossastre che costituivano la sua gelida cella della Grande Prigione Centrale Sotterranea, silenziosa, nella notte, osservava e, seduta sul suolo, attendeva.
    Il volto così niveo quanto abbrutito, il corpo gracile, la lunga ribelle chioma rossiccia, lo sguardo cristallino e spento, privo di vita, di quelle persone che della sussistenza non comprendevano né trovavano alcun fine ben preciso. Ognuno per sopravvivere necessita di una ragione e lei l'aveva trovata nel male e nel depredare la gente della propria vita.
    Le deliziose urla di dolore, il profumo accattivante del terrore, il meraviglioso colore del sangue che zampillava creando lunghi tracciati sul terreno e i corpi freddi e esanimi dei cadaveri in qualche modo le avevano ricordato che persino lei fosse viva.
    La reminescenza di quel che aveva commesso la riaffiorava con continuità. Adesso la fame di morte e l'impossibilità di saziarsi da dietro quelle sbarre la stavano uccidendo più che mai.
    Il tintinnio dell'acqua la risvegliava dai suoi flashback cruenti e dissolveva l'illusione di poter realizzare i suoi più macabri e brutali desideri, allo stesso modo in cui le faceva rendere conto che il tempo scorreva e scorreva, così lentamente.
    Quanto ancora avrebbe dovuto starsene lì, assolutamente inerme, dentro quelle quattro mura di pessimo gusto, prima di poter riuscire ad appagare la sua brama d'orrore?
    Più passavano i minuti, più la prigionia si trasformava, all'interno del suo cervello, in una lotta tra calma e impazienza. Quest'ultima, sopraffaceva sempre l'altra e continuava ad aumentare a dismisura, nutrendosi dell'odio che si celava nelle parti più oscure della ragione di Miyuki, divenuta ormai terribilmente e totalmente folle.
    Il suono di alcuni passi in lontananza aveva richiamato la sua attenzione. Passi alquanto languidi che, avvicinandosi a rilento, scaturirono in lei un sentimento di forte ansia.
    Scattò in piedi e di colpo le sue dita scarne e biancastre strinsero quelle vecchie aste di metallo come se volessero piegarle, deformarle, spezzarle, disintegrarle del tutto.
    Quell'angosciante suono cessò dopo qualche tempo. Il terribile shinigami interruppe il suo cammino davanti alla cella di un altro presunto detenuto, ben lontano da lei. Il ritorno alla calma la fece sospirare e ripiombare al suolo come una materia priva di vita, quasi delusa dal fatto che quell'essere non si fosse fermato davanti alle sue sbarre.
    Il silenzio si ruppe.
    Le parve che qualcuno avesse proferito qualcosa, ma a distanza riusciva solo a percepire degli strambi bofonchii e indistinti mugugni di quel che somigliava molto ad una voce stridula di un'altra donna.
    Rassegnata e straziata, alzò lo sguardo al soffito, distaccandosi dalla sconcezza della realtà che stava vivendo e continuò nella sua eterna e disillusa attesa.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Bandit's Secret!

    Group
    Member
    Posts
    2,004
    Location
    Napoli

    Status
    Anonymous
    Il tempo è tiranno, cari miei.
    Mai prevedibile, scontato o senza senso.
    Quando lo si ha non ci serve ma quando è essenziale...eeeh beh, ci rema contro.

    Un perché, una motivazione intendo, vi è sempre.
    E' il motore che spinge l'esistenza del giovane Kuro.
    L'albero maestro della sua vita, il tempo.

    Lui il tempo lo ha usato al meglio, e di questo non se ne pente.
    Nemmeno un vecchio che si accosta alle sbarre e ciancia, può arrivare a capirlo.
    Tipo alto. Tipo prolisso. Tipo imbecille da non dar retta.

    Ma Kuro è una Bestia, un'animale selvatico.
    A certe cose non ci arriva, il suo cervello non è fatto per pensare.
    Ma per agire.

    In poco tempo, il corpo reagisce alle parole del vecchio.
    Uno scatto felino e preciso, dritto dritto alle sbarre.
    Una risata che apre gli occhi sulla personalità del soggetto.

    Gyaahahahahahah

    La Bestia inizia a dimenarsi sulle sbarre.
    Come una scimmia, inizia ad arrampicarsi e sbattere i pugni su di esse.
    Dopo due minuti, un salto da vero acrobata termina la sua azione folle.




    Intanto, in una parte sconosciuta del Rukongai...


    ...:'Allora è deciso, lo facciamo adesso!'

    Una voce decisa e profonda rompe il silenzio che le abitazioni del Rukongai creano in certe zone. Vi sono 3 soggetti in piedi con mani dietro alla schiena e gambe divaricate, a mo di cadetto militare durante un saluto, dinanzi ad una figura la cui personalità colma quel silenzio di poco prima. Viso giovane, pressoché alto ma mingherlino, tale figura si presenta come il capo di questa banda che tanto in segreto parlano. Chi sono? Quello che si presume sia il leader, cosa vuole intendere con la sua frase? Che sia un comando?
    Il mistero s'infittisce...soprattutto se indossano degli shihakusho da Ufficiali Seggi del Gotei 13...

    ...:'Shun, tocca a te.'
    Shun: 'Ora ci si diverte'

    Un tizio molto basso fa un passo avanti e risponde alla chiamata del suo Leader. Una figura molto fiabesca: orecchie a punta e occhi molto grandi, tale figura si dilegua nel nulla del Rukongai con destinazione ignota.
    Pochi secondi dopo lo stesso fanno gli altri individui.



    Intanto la prigione inizia ad animarsi un pò: due Shinigami si sono diretti verso la cella della Bestia, una detenuta parla con il più anziano dei due ed un'altra ancora detenuta osserva senza proferir parola la situazione. Il più giovane Shinigami, chiamato Haine, inizia ad osservare con un aura malvagia il detenuto dai comportamenti animaleschi: un aura che trasmette solo sadicità e brama non di eliminare una feccia come Kuro ma semplicemente conoscerlo. Forse Haine e Kuro hanno molto in comune ma del resto uno ha scelto la strada dell'essere se stessi accettando le conseguenze, Kuro, mentre l'altro ha scelto di far il proprio volere sotto protezione del Gotei 13, Haine. Intanto Fujitora viene platealmente stuzzicato da Murasaki, la detenuta...buffo! Proprio buffo! Colui che in precedenza è stato lo stuzzicante adesso è quello stuzzicato. La vita.

    Proprio durante questo siparietto che Shun fa la sua entrata in gioco: entrando semplicemente nella Grande Prigione Centrale Sotterranea, egli osserva le azioni e reazioni della Bestia sotto provocazione. Ne rimane affascinato. E' deliziato da cotanta potenza spirituale ed è un peccato che quelle sbarre impediscono a quel fiore di germogliare. Eeeeeh si, proprio un peccato.

    Ka-booooom!

    Uno scoppio improvviso ma senza fuoco e fiamme fanno intendere che niente di incendiario è stato detonato. Dopo esattamente 3 secondi dallo scoppio, una forte onda d'urto spazza via dal corridoio del Primo Piano Haine e Fujitora. Una bomba d'urto? Senza senso...ed invece.
    L'energia che prima obliterava le sbarre delle celle dei detenuti si dissolve, facendo prendere a queste ultime il loro triste grigiore. In quel momento, la forza spirituale dei detenuti ritorna e la Bestia sa esattamente cosa fare. Intanto Shun si allontana losco dalla scena dell'accaduto fingendo stupore e chiamando le guardie per allarmarli. Che sia stato lui? Se si, è un piano architettato dalla sua combriccola? Cosa faranno i due Shinigami spazzati via? E i detenuti?



    La forza gli scorre in corpo proprio come linfa vitale.
    Gli pervade il corpo.
    Acutizza i sensi, risveglia i muscoli, rafforza l'animo.

    La Bestia è tornata ad essere libera.
    Ciò che aspettava in precedenza è proprio quella.
    Sa cosa deve fare.

    Stacca la brandina dal muro con una forza immane.
    La scaglia contro le sbarre con uno spirito immondo.
    Ora, la porta è aperta.

    Kuro è uscito dalla sua cella.



    CITAZIONE
    Oooooook, mettiamo giusto un pò di pepe alle cose!
    La turnazione è come quella iniziale: Dany, Lyu, Arashi, Yokai e Kasei che poi ci raggiunge.


    Edited by .Crocodile - 10/7/2014, 20:20
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    10° SEGGIO

    Group
    UTENTE GDR
    Posts
    7,401

    Status
    Offline
    Fujitora Buraindonetsu

    Narrato Parlato Pensato Parlato altrui


    Il cieco, nel rivolgere parola al prigioniero Kuro, fu a sua volta richiamato da un'altra voce della prigione; una femmina questa volta, posta qualche metro più distante dalla cella del primo carcerato. Questa, con aria quasi di sfida, ammonì il vecchio Shinigami riguardo gli altri svariati modi di disciplinare, utilizzare, allenare la mente, sfottendo nel contempo la sua carica di Shinigami. Abbiam tuttavia già detto quanto odiasse perder tempo Fujitora con la gente che non ne meritava e dunque, lasciò stare la donna, concedendole solo il suo sguardo assente, privo di sentimento e una parola dalle sue labbra pungenti e dal suo tono provocatorio, serio e denigrante: Taci, anima dannata. Fu a quel punto che un altro interessante individuo avanzò per il primo piano della prigione sotterranea: Un tizio alto, dai bianchi capelli e dal colorito pallido, quasi un cadavere vivente. Fujitora ne sentiva solo il suo reiatsu, ma non sarebbe stato capace di elencarne le caratteristiche fisiche se non l'altezza. Tuttavia era un buon reiatsu e credeva di averlo già sentito altre volte nel Seiretei. Ci conosciamo ragazzo? Chiese inevitabilmente l'adulto, dato che quel Shinigami sembrava esser interessato da Kuro quanto Fuji. Nel contempo udì, con il suo udito sensibile, rumori provenienti da un'altra "stanza" di quell'orrido posto, probabilmente un'altra anima che trovò interesse nell'origliare i discorsi del cieco e nel constatare la presenza di più individui e la curiosità dell'altra carcerata. Nella vita, l’unico modo per non farsi cogliere impreparati dal destino e non lasciarselo scappare è tenere d’occhio le coincidenze che ti presenta... Quanti danni fanno le coincidenze? Concluse lo shinigami, con quella riflessione scostante dalla situazione e dal suo discorso primario, lasciando così spazio alle possibili risposte della controparte che, ora come ora, sembrava metterlo al pari di un insetto dai suoi modi silenziosi, dai suoi respiri pesanti e urtati. Alle spalle di quest'altro possibile Shinigami, il cieco riuscì a scorgere un'altro reiatsu, seppur non molto definito; non badò molto a quest'ultimo. La risposta del primo shinigami, tuttavia, non ebbe modo di giungere, per via del fatto che un solo altro singolo rumore si sarebbe ricevuto in quel frangente: Un assordante Ka-boom, di qualcosa esplodere senza lasciare tuttavia tracce di detonazione, fumi, fuochi o polveri. Che diamin--! Non vi fu tempo per terminare la frase che subito, una forte repressione, un "invisibile" deflagrazione, simile a onda d'urto, lo colse impreparato e lo lasciò allontanare bruscamente dal piano su cui era locato. Riaprì gli occhi, spenti. Ci volle qualche secondo prima di riattivare le funzioni proprie di rilevamento e coordinamento. Si alzò, guardandosi intorno e non capendo dove si trovasse. Molto bene; Problemi. E' un valido motivo per impegnare tempo. E da quel momento, avrebbe cercato di ritrovare la strada alle prigioni precedenti, per poterne constatare la possibile fuoriuscita di prigionieri. Non era ancora del tutto attivo, dunque avrebbe fatto momentaneamente fatica a constatare la presenza di altri individui nella zona. Avrebbe recuperato attimi dopo. Qualcosa non va. Non sento più il reiatsu di prima. La prigione sembra compromessa. Qualcuno attacca dall'interno; Infiltrazione, virus, minaccia nemica interna. Mentre pensava, avrebbe sentito solo in sottofondo qualche altro individuo gridare all'emergenza, allarme e simili.


    Stato personale

    Stato Mentale:Attento
    Stato Fisico:Illeso
    Reiatsu: 30



    Edited by danygel94 - 7/7/2014, 14:54
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    13° SEGGIO

    Group
    MOD GDR
    Posts
    3,693

    Status
    Anonymous
    Perdonate il ritardo ed eventuali errori.


    D'improvviso, la situazione mutò radicalmente, delle nuove deliziose comparse si palesarono, affollando quello stesso palcoscenico così meticolosamente pensato ed attuato, dai dettagli così sublimi e curati, che veniva ora sconvolto da un'ilare quanto beffarda casualità. Ma differentemente dalla norma, l'albino non se ne dispiacque affatto, quel così delizioso quanto impensabile accadimento aveva introdotto un nuovo piacere, e quelle comparse non erano che dei tramiti, degli insignificanti mezzucci per raggiungere un fine ben più piacevole.
    Sebbene non potesse avere completa coscienza dell'effettiva veridicità di quella congettura, che invero rimaneva poco più d'un pensiero affrettato, non v'erano troppe ragioni per cui degli shinigami potessero apparire in quel luogo con simile foga e senza preavviso alcuno. Il volto di colui che s'era introdotto all'interno di quella stessa stanza ove anch'egli presenziava lasciava trasparire troppo perché potesse ignorarlo, vi si cimentò con curioso diletto, scrutandolo a fondo, intensamente. V'era dipinta una profonda angoscia, un timore insulso misto ad uno stato d'agitazione generica, ma anche vaghi sprazzi di compiacimento, beffarde contorsioni d'ogni muscolo di quel volto, possibilmente involontarie, presagio d'un diletto troppo grandioso perché potesse trattenerlo o negarselo, che non avrebbe indubbio tardato ad arrivare.
    E v'erano ben poche forme che quel piacere avrebbe potuto assumere, e pochi i ruoli tramite cui si sarebbe potuto rivelare, date le circostanze e le disastrose implicazioni, terribili per i più, ma tanto deliziose e prelibate per quello shinigami così famelico ed avido di sensazioni, così come lo sarebbe indubbio stato quell'avvenimento che ora attendeva con infinita esitazione, quel godimento divampante che ben presto avrebbe assimilato.
    Vi fu un bagliore improvviso, dunque un boato assordante, in unico istante quella concezione di calma apparente, così falsa e sottile, si torse fino ad annichilirsi, scomparendo; fumo e macerie eran tutto ciò che ora l'occhio poteva scorgere in quel luogo infestato da un primordiale ed inscindibile odio, s'udivano grida d'ogni genere, panico, ansia, paura – l'incapacità di reagire dinanzi ad un fenomeno tanto coinvolgente e disastroso troneggiava ora indiscussa.
    La sua percezione non l'ingannava, era innegabile che quell'esplosione appena avvenuta fosse indubbiamente volontaria e studiata, quell'insetto che aveva osato entrare ed il picco di Reiatsu che aveva potuto percepito poco prima ne erano la dimostrazione ultima, e rendevano ora quell'opera null'altro che un fallimento mero e banale. Anche il fine stesso quell'atto non poteva venir definito diversamente, l'obiettivo più plausibile per degli individui dotati d'una qualche sorta di reiatsu, seppur insignificante, ed ambizione sarebbe certamente stato – per quanto assurdo per degli shinigami – il liberare quella bestia dalla sete implacabile, e seppure fossero indubbiamente capaci d'applicare i fondamenti del reiatsu difficilmente si sarebbero rivelati esser dei veri seggi; indossare la divisa sarebbe potuto semplicemente essere un efficace stratagemma per distogliere sospetti ed attenzioni inopportune altrove, nondimeno non poteva che dubitare che degli individui del tutto privi di modi e così sciocchi da far un ingresso tanto clamoroso quanto banale potessero figurare qualcosa del genere con le loro sole menti.
    Traeva tuttavia infinito divertimento dalle conseguenze di quelle loro azioni, avrebbe voluto concedere infinita attenzione ad ognuno di quei momenti, tanto insignificanti se presi singolaremente ma estremamente piacevoli nella loro completezza, mentre l'atto stesso gli appariva unicamente come un insensibile eccesso, una grandeur vana ed infondata.
    Invero, quell'esplosione non era che uno dei tanti fini raggiungibili con quella medesima energia spirituale ch'era stata impiegata, e da cui s'era indubbiamente originato quell'evento così scenico e superbo, dagli esiti apparentemente catastrofici, un delizioso scenario di sofferenza e distruzione, nonché un inaspettato arricchimento degno di quel suo palcoscenico così già pieno di vita, dinamico e quanto mai animato.
    Ignorò del tutto le reazioni altrui, tenendo tuttavia coscienza, seppur restio, della loro presenza; quegli altri con cui aveva avuto modo di ritrovarsi in quel luogo avevano ora ancor meno rilevanza, dinanzi ad un simile trionfo di caos e terrore perdevano qualsivoglia importanza, s'annullavano quasi completamente dinanzi ai suoi occhi, persi nel godere di quello spettacolo tanto inatteso quanto gradevole. Godeva, sì, godeva infinitamente d'ognuna di quelle reazioni tanto sublimi e disastrose corrispondenti ad una causa comune, godeva d'ogni grido, d'ogni sussurro di terrore, taciuto, o anche solo accennato e perso in quell'aria così fuligginosa, carica d'adrenalina e sofferenza.
    Ed eccola, infine, l'estasi, arrivare languidamente. Un caldo e copioso manto che iniziava ad avvolgerlo, andandolo a pervadere dall'interno, assimilandosi perfettamente all'essere ed inducendo in lui sempre più piacere, rendendolo ebbro ed illusoriamente quasi soddisfatto, le brame più radicate e profonde come placate; ma era ben conscio di quanto momentaneo quell'effetto fosse, attimi così incompleti e vuoti non avrebbero potuto mai portarlo anche solo vicino ad un soddisfacimento più o meno vago.
    Venne sbalzato via, più dal crollo delle macerie che dall'onda d'urto causata da quel reiatsu così misero e blando, senza tuttavia perdere compostezza, quella sua aria calma, del tutto disinteressata pur venendo sbalzato all'indietro, cercando di ritrovare il naturale equilibrio e d'atterare sui suoi piedi senza troppe difficoltà, con una smorfia d'evidente ed estremo tedio dipinta ora sul volto.
    Per quanto insolito, non avrebbe concesso a quell'evento più rilevanza di quanto ne meritasse, non era che il mero tentativo d'un manipolo di sciocchi di cercare di superarsi tentando l'improbabile, prefiggendosi un fine ben al di fuori delle loro capacità, lodarne l'operato sarebbe stato sensazionalmente ridicolo ed impensabile, sebbene gli avessero involontariamente risparmiato del tempo liberando quel prigionero. Non si sarebbe certo fatto alcun problema nel liberarlo lui stesso, senz'esitazione ed in modo molto più raffinato e veloce, uccidendo successivamente chiunque ivi presenziasse per non lasciare prova alcuna del suo passaggio, ed il fatto che quegli sciocchi l'avessero privato d'un simile divertimento lo gravava col desiderio di rimediare prendendosi le loro vite, e difficilmente avrebbe potuto ignorare un'idea tanto accattivante. Ghignò, impercettibilmente, spostandosi al lato della stanza, curioso ora d'osservare come quella bestia assassina avrebbe agito dinanzi all'opportunità che gli s'era presentata dinanzi; avrebbe potuto smentirsi, vanificando l'arrivo ed il conseguente interesse dell'albino in lui, o rivelarsi in grado di farlo divertire, offrendogli infine quel piacere che da lui tanto ricercava, rendendo quegli attimi degni di nota. Ma non nutriva desiderio alcuno d'assistere ad ulteriori spettacoli di pessimo gusto, ed il tedio iniziava a farsi sentire più del necessario, difficilmente avrebbe tollerato l'ennesiamo fiasco da parte di quegli attori, così incapaci, a scapito del loro ruolo, di saperlo intrattenere.
    Le restrizioni così limitanti di quella prigione erano scomparse, e la sua preda aveva mandato le sbarre in fratumi, liberandosi, sfoggiando per la prima volta un minimo delle sue capacità. Quegli incompetenti parevano infine aver portato a compimento il loro obiettivo, seppur con mezzi grezzi quanto baldanzosi, e lui conseguentemente il suo, benché privato d'ogni sorta di diletto. Guardò quel prigionero, una volta ancora, per solo pochi istanti, il minimo necessario per gettare quel guanto di sfida che gli sarebbe ormai dovuto risultar ovvio, se davvero fosse stato degno del suo tempo. Continuò a non proferir parola, non ne necessitava, invero l'uso delle parole s'era vanificato già da lungo tempo, non voleva tergiversare ulteriormente, conscio che lo sbarazzarsi di quegli altri che si sarabbero indubbiamente intromessi lo avrebbe derubato di preziosi attimi, pochi ma ugualmente significativi.
    Non desiderava altro che affrontare quella bestia dagli occhi truci e sanguinari, vincerla e quindi soggiogarla, assoggettarla a sé, per farle realizzare la sua imperfezione, ogni singola debolezza, dunque straziarne lentamente le carni, flagellarle, porre una fine a quell'esistenza patetica dopo averne goduto ed assimilato il più possibile, banchettandone sui resti putridi, ogni singolo brandello.
    Sarebbe ben presto accaduto.


    Edited by Arãshi - 18/7/2014, 04:06
     
    Top
    .
7 replies since 23/6/2014, 14:51   218 views
  Share  
.
Top