ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by B l a z e

  1. .
    Benvenuto :gna:
  2. .
    Sono passate tre settimane da quel primo allenamento in cui eri stato ridotto in poltiglia a turno prima dal tuo compagno di corso, poi da Sakata ed infine dallo strano biondino che sembrava una donna il cui nome corrispondeva a Shinji Fukuda. Da allora, non hai più ricevuto alcuna notizia da parte degli Shinigami ed inizi forse a chiederti se ti faranno mai fare una seconda lezione, se quella volta eri effettivamente passato. Se magari quel ragazzino/a, difficile dire quale diamine fosse il suo reale sesso, non avesse raccontato un pugno di frottole al suo sensei.
    Eppure, dal nulla, ecco che ti viene consegnata una lettera che reca il sigillo di ceralacca dell'Accademia. Il messaggio al suo interno, scritto su pergamena, recita:


    Recati in Accademia domattina alle nove. Metti su la divisa e riporta indietro l'arma che ti era stata prestata per il precedente combattimento.

    A differenza del messaggio che hai ricevuto l'ultima volta, questo sembra quasi un appunto più che un messaggio e in più non reca nemmeno le iniziali di chi ha scritto in fondo al testo. Possibile sia davvero la stessa persona che ha mandato anche la prima convocazione?
  3. .

    S h i n j i  F u k u d a - S C H E D A

    XII Division, 7th Seat

    png


    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    × 1.8: Exceeds Expectations.
    Il ragazzo, dopo avermi quasi lisciato clamorosamente ed aver mandato il fendente a colpire nient'altro che aria, il mio cappuccio e qualche insignificante manciata di capelli dall'aurea tonalità di colore, cadde in terra accusando dolore alla gamba che gli era stata maciullata in precedenza da qualcuno... difficile dire se si fosse trattato di Sakata o qualcun altro. Notai infatti che sul parquet, in un punto abbastanza distante da quello in cui si trovavano adesso, vi era un'enorme pozza di sangue. Tuttavia, mi sembrava quantomeno difficile che quel sangue potesse appartenere al ragazzetto che mi trovavo davanti, dal momento che non presentava delle ferite così gravi da sanguinare in quel modo, anche se era evidente che aveva qualche problema a quella gamba visto come quest'ultima tremava quando era in piedi o quando tentava di camminare. "Ha personalità, se non altro." considerai, dal momento continuava a combattere, anche se nel suo modo pedante, nonostante il dolore.
    Le mie parole, questo mi sorprese un po' di più, sembrarono non suscitare alcuna reazione in lui. Non si arrabbiò né mostrò alcun segno di stizza per le mie arie di superiorità. Sembrava quasi non mi avesse nemmeno ascoltato, dato che si limitò a dichiarare che fosse "un piacere" conoscermi e a dire il suo, di nome. «Non ti ho chiesto il tuo nome.» puntualizzai, fissandolo senza una reale espressione in volto o tono della voce. Eppure, nemmeno questo sembrava interessargli granché. Se ne stava lì, immobile per terra, a crogiolarsi nel dolore della fitta alla gamba.
    O almeno, così sembrava.
    Senza dire nulla, all'improvviso, scattò in piedi e vidi un calcinaccio di medie dimensioni che io stesso avevo creato entrando in quella stanza pochi minuti prima venire contro la mia faccia. Istintivamente, essendo esso indirizzato orientativamente all'altezza dello zigomo sinistro, mi inclinai rapidamente verso destra, ma nel farlo non mossi solo il collo ma anche parte del busto. Errore imperdonabile da parte mia, nemmeno fossi stato il peggiore dei novellini: adesso ero ufficialmente sbilanciato. Ed errore ancora più imperdonabile era stato lanciarmi in quel piccolo allenamento senza avere sfoderato la spada: non ero decisamente portato per il combattimento a mani nude e lo stavo dimostrando già nella mia fase difensiva paragonabile ad un colabrodo; la mia guardia era infatti piena di buchi e aperture.
    Non so dire se fosse stato il Karma a punirmi per la mia disattenzione o semplicemente la fortuna del ragazzo, o ancora la sua presunta "bravura". Fatto sta che, oltre alla pietra, mentre si rialzava Shiro Fujimoto, questo era il nome del tizio dai capelli neri che stavo allenando, aveva fatto partire un fendente da sinistra a destra che puntava dritto dritto all'altezza della vita. Sbilanciato com'ero e senz'armi, se avessi tentato di frapporre malamente le mie mani impregnate di reiatsu ne sarei uscito comunque monco. Non potevo spostarmi perché il baricentro spostato dalla precedente azione mi avrebbe solo fatto cadere e non gli avrebbe impedito di colpirmi. L'unica soluzione, brutto da dire e da attuare, era lo shunpo.
    Sparii dalla mia posizione per riapparire dietro le spalle del ragazzo, che colpii con una gomitata al centro delle spalle così da farlo ruzzolare per terra con la faccia a terra.
    Tuttavia, il mio sbilanciamento e il fatto di essermi mosso con un'istante di indecisione di troppo, non avevano impedito alla katana di allenamento dello studente di aprire uno squarcio orizzontale sulla mia divisa, lasciando un graffio appena accentuato sui miei addominali appena accentuati, dal quale usciva blandamente un caldo rivolo di liquido cremisi. «... Mh. Sembra che tu mi abbia "ferito", ammesso e non concesso che questo graffietto da due soldi possa essere classificato come una "ferita".» Dirò la verità, mi aveva sorpreso. Quasi iniziavo a trovarlo interessante, sebbene la prima impressione che mi ero fatto di lui, ovvero quella di un bimbetto irritante che non dovrebbe nemmeno essere qui all'Accademia, non era mutata più di tanto. Lo guardai mentre annaspava lì, per terra, con il respiro affaticato per il violento colpo alla schiena che gli aveva spezzato il fiato per qualche secondo. «Guardati, sei in uno stato pietoso. Va' a casa a riposarti, o se desideri stabilirti qui, prendi alloggio presso i dormitori Accademici. Prima, però, passa dal padiglione medico della IV divisione e fatti dare una sistemata... Comunicherò io a Sakata-san i tuoi progressi.» Girai le spalle, camminando lentamente verso il buco che io stesso avevo creato nella finestra dalla quale ero entrato. «Arrivederci, Fujimoto-kun. Non credo ci rivedremo più.»
    In quel momento, quando dissi quell'ultima frase prima di sparire con uno shunpo, non sapevo ancora quanto diamine mi stessi sbagliando.








    codice © ~ E i j i aka B l a z e



    CITAZIONE
    Ottieni Controllo del Corpo Lv. 1 +6 Exp.
    Fai un post conclusivo.


    Edited by B l a z e - 3/3/2013, 01:47
  4. .
    Benvenuto :gna:
  5. .
    Benvenuto :gna:
  6. .
    jpg
  7. .
    Benvenuta :gna:
  8. .
    CITAZIONE (Seibei @ 12/2/2013, 21:23) 
    che burlone

    Vero? Penso anch'io. :fuu:
  9. .
    CITAZIONE (Seibei @ 12/2/2013, 21:21) 
    il nome è già scritto sopra il mio avatar, basta che inclini lo sguardo verso sinistra

    http://it.wikipedia.org/wiki/Ironia
  10. .
    Benvenuto, straniero che sostiene di essersi presentato ma in realtà ha solo salutato :gna:
  11. .
    jDqcu
    × 1.7: Fukuda Shinji-desu.
    Wow. Quella era la prima volta che mi trovavo con il coltello dalla parte del manico. Era una sensazione... particolare, indubbiamente. Quel ragazzo dai capelli corvini che mi stava davanti era il mio primo "studente", se così si poteva definire. Hanae-sensei continuava a sostenere che avevo le capacità adatte per sostenere una tale prova; ma era davvero così? Nel profondo del mio animo, fino a pochi istanti prima di irrompere all'interno di quel dojo sfondando una finestra, avevo ben più che dei semplici dubbi.
    Ciò che intendo dire è che fino al giorno prima io non ero mai stato altro che un semplice shinigami: non era nemmeno passato molto tempo da quando io stesso conclusi la mia esperienza accademica sotto la guida di un personaggio che sicuramente sapeva come essere problematico, quale era il terzo seggio della Nona Compagnia, Hanae Haru. Ma non era realmente una questione di mera inesperienza a darmi da pensare, quanto più per il semplice fatto che io odio il genere umano -sì, non ho mai fatto una grossa distinzione tra umani e shinigami, in realtà, per cui intendo anche i miei "simili"- e che, per tanto, la mia sopportazione verso coloro che non sono soggetti di studio o che non riescono in qualche modo ad interessarmi è indubbiamente coincidente allo zero.
    Quella mattina Haru irruppe nelle mie stanze di buonora, benché non avessi alcuna idea né del perché quelli della Dodicesima avessero lasciato che accedesse nei dormitori comuni né perché si fosse scomodato in prima persona per venire a cercarmi; di norma il solo pensiero lo avrebbe fatto ridere internamente di gusto. Perché Hanae Haru non rideva mai, o almeno non lo ha mai fatto in mia presenza. Anche se, sarò franco, mai mi era mai importato granché di vederlo ridere, comunque. Cercando di rimettere in ordine le idee, ancora intorpidito dal sonno, cercai di darmi delle risposte. Alla prima domanda probabilmente vi era la risposta più scontata: era il terzo seggio della Nona, la Polizia Interna, nonché colui che è a capo della gestione delle carceri del Gotei 13. Senz'altro poteva entrare ed uscire da dove gli pareva con una relativa facilità, è questo che essere "un pezzo grosso" in qualche modo comporta. Quanto alla seconda domanda, ci pensò lui a fornirmi una risposta adeguata. «Il mattino ha l'oro in bocca, Shinji-kun. Io non ho alcun tipo di materiale prezioso tra le fauci, ma in compenso ho un ordine che voglio tu esegua, cosicché tu possa considerarla una sorta di nuovo stimolo per la tua crescita.» Non vi era ombra di un sorriso sul suo volto, per cui intendetti immediatamente che quello era uno di quegli ordini che non andavano discussi. Solo dopo che mi furono forniti ulteriori dettagli, però, protestai debolmente incappando nello sguardo carico di fermo disappunto del mio mentore. Quindi, non trovandomi più nella posizione per poter replicare, accettai. Con riluttanza, ma accettai. In fondo si trattava di una sostituzione temporanea, di certo non mi sarei messo a fare l'insegnante a mia volta.

    Tuttavia, nel momento in cui quella finestra fu infranta ed io fui ufficialmente in gioco nell'accondiscendere al volere del mio mentore, decisi che tutto ciò mi aveva turbato fino a quel momento andava necessariamente lasciato alle spalle. Sakata si era dimostrato un tipo forse un po' sempliciotto, ma intelligente e con un ligio senso del dovere. Non era mancato infatti di sfuggirmi con quale prontezza si fosse frapposto tra il sottoscritto e lo studente con il quale stava tenendo una lezione, temendo che io fossi un intruso. In effetti con quel cappuccio non ero esattamente quella che tu a primo impatto definiresti come una persona amichevole o quantomeno non sospetta, ma anche quella parte del mio abbigliamento aveva un suo perché: la mia pelle pallida è sempre stata troppo sensibile alle scottature, per tanto nei giorni estremamente soleggiati come quello erano un obbligo, dal momento che avevo sviluppato da un bel po' di tempo una sorta di repulsione per le bruciature. Questa repulsione, o fobia che dir si voglia, era anche la motivazione principale per la quale porto questa capigliatura, con una lunghissima ciocca di capelli che ricopre interamente la metà sinistra del mio volto.
    In ogni caso, una volta che Sakata fu sparito, mi ritrovai a fronteggiare in prima persona la mia gatta da pelare. Dovevo avere a che fare con uno studente all'apparenza deboluccio e visibilmente malmesso, acciaccato e ridotto come uno straccio da quello che immagino fosse stato un combattimento con il precedente sensei. "Vedo che anche Sakata-san ci andava giù pesante con i suoi allievi, dunque non è solo Hanae-senpai ad essere rude e senza cuore..." non potei fare a meno di pensare, dopo che ebbi impartito le direttive per il prosieguo dell'allenamento. Eppure il ragazzo sembrava così... assente? Non ero nemmeno del tutto convinto che avesse recepito anche solo una delle mie parole, ma rimasi ugualmente immobile in attesa di una sua mossa. Poi, barcollante e apparentemente irritato, lo studente iniziò ad avanzare verso di me lamentandosi. «Oh diamine! Io non capisco più niente! In che cazzo di scuola, o accademia o come la vuoi chiamare sono finito!?»
    "La sua voce è fastidiosa..." fu il primo pensiero che non riuscii a frenare quando questi iniziò a parlare. Notai immediatamente che si teneva il polso; piuttosto strano, quantomeno, dal momento che sembrava non essere né annerito per qualche contusione, né gonfio, né tanto meno ferito. «.. E poi chi sei, non ti sei nemmeno presentato e non so nemmeno come combatti, e io non ci capisco più niente; spero che ritorni presto il mio sensei e poi guarda ho il polso dolorante come faccio ad attaccarti!!...» Era giunto dannatamente vicino a me e stavo iniziando a nutrire la volontà di prenderlo a pugni in faccia, sembrava uno di quei bambini dell'asilo a cui è stato fatto un dispetto e non fanno che borbottarci su per ore. Era incredibile, forse stava per abbattere tutti i miei record di sopportazione verso un singolo individuo per la categoria "Gente che mi hanno fatto irritare più velocemente con la loro sola esistenza sulla faccia di questo pianeta, anzi, Dimensione". Sì, avevo una categoria del genere.
    E sarebbe anche riuscito a farmi del male, probabilmente, tanto era il grado di fastidio che mi stava procurando, al punto che mi ero praticamente dimenticato che gli avevo chiesto di attaccarmi. Ci sarebbe potuto riuscire, sì, ma solo se non fosse stato stolto al punto da tradirsi con l'ultima frase, dal momento che mi ero già insospettito pochi istanti prima per il presunto polso fuori uso dall'aspetto immacolato. «........ !!!» Non ebbi chiaramente il tempo di dir nulla, avvertii solo il mio fiato arrestarsi di colpo mentre, istintivamente, il mio sguardo si posava sull'asauchi che stava effettuando il suo moto ascendente verso il mio volto ed il mio busto si piegava all'indietro, facendo inarcare la schiena il più possibile. Il suo era un attacco troppo sbilanciato, per cui ebbi il tempo di riuscire a riacquistare un po' di equilibrio ed indietreggiare in modo da prevenire un eventuale secondo attacco. Non riuscii a fare in modo, però, che non mi colpisse del tutto: il mio bel cappuccio nero, infatti, si era squarciato esattamente al centro per diversi centimetri, affievolendosi poi sulle mie spalle, così da rivelare il mio volto dai tratti androgini che così tanto odiavo. Chissà se anche lui mi avrebbe chiesto qual è il mio sesso. «... Oh. Sembra che dopotutto tu non sia così scialbo e privo di qualsivoglia fonte di interesse per il sottoscritto come credevo.» dissi, parlando più con me stesso che realmente con lui. «È lecito quindi supporre che tu possa tener fede anche al secondo dei punti che ho posto pochi istanti fa per completare questa prova, o devo etichettare questo tuo exploit come tanto semplice quanto fortuito frutto del caso?» Gli chiesi sorridendo in maniera vaga, ma con un tono che non lasciava scampo a dubbi: quello della sfida. «Lamenti di non essere a conoscenza del mio nome; ha una qualche rilevanza ai fini di ciò che stai facendo? D'altronde si spera questa sia la prima e l'ultima volta che i nostri cammini si incroceranno. Sarebbe comunque villania privarti di questo tuo piacere, per cui eccomi qui: Shinji Fukuda, settimo seggio della Dodicesima Divisione. Ora ti prego di farti avanti... Studente-san

    Edited by B l a z e - 12/2/2013, 02:16
  12. .
    CITAZIONE (.-Marco-. @ 10/2/2013, 22:15) 
    Prima o poi invaderanno il mondo :ehgia:

  13. .
    Benvenuta Giulia! Anche io sono siciliano :gna:
  14. .
    Come sei simpa :gna:
    Benvenuto/a ^_^
  15. .
    1.5: WTF?

    Continuai a osservare dall'alto l'allenamento per un po', dal momento che non avevo da intervenire in prima persona in maniera particolare: era una questione tra Alghetta e quell'orso grizzly che la Dodicesima Compagnia mi avevano affibbiato spacciandolo per "cane". Ad oggi continuo a chiedermi cosa di canino ci fosse in quella creatura se non il fatto che abbaiasse. Gli orsi non abbaiano.
    ... Credo.
    Comunque sia, dopo essere stato scaraventato a terra dal piccolo ed innocente animaletto, Saku sembrò aver perso del tutto la poca lucidità di cui era dotato per far posto ad un astio incontrollato nei confronti di Sadaharu e probabilmente, in maniera neanche tanto indiretta, al sottoscritto. «Oh beh, poco male...» pensai scrollando le spalle, mentre scendevo un po' di quota per seguire meglio l'allenamento.
    «... che cazzo sta facendo?» mi chiesi poco dopo quando vidi che il ragazzotto dai capelli verde acqua si era gettato a capofitto nella vegetazione più fitta, in quella zona tutta cespugli, allontanandosi dal "cane". Io, dalla mia posizione, potevo vedere chiaramente dov'era e cosa stava effettivamente facendo, ma... credetemi, non riuscivo a capirne il motivo. Almeno finché quel piccolo cespuglietto che si era creato attorno non aveva iniziato a muoversi.
    «Ditemi che non lo sta facendo davvero...» mormorai, rifiutandomi di credere che potesse abbassarsi a tale livello di stupidità. «... lo ha fatto.»
    Lo aveva fatto, sì. L'errore più stupido che potesse commettere: fare arrabbiare Sadaharu. Ora, qui forse occorre una piccola digressione.
    Ottenni Sadaharu da un membro della Dodicesima Compagnia, il quale mi disse che voleva che alcuni membri del Gotei 13 testassero degli animali geneticamente modificati per essere usati come armi da battaglia di supporto. Sadaharu era una di quelle robe lì. Non era esattamente sbagliato, quindi, chiamarlo "una chimera con la testa di cane, il corpo di orso, la forza muscolare delle zampe di un canguro e gli artigli di un lupo". Povero Saku.
    Quando il sasso colpì la testa del cagnolone, quest'ultimo si immobilizzò improvvisamente. Iniziò a ringhiare in una maniera inquietante ed i suoi occhi diventarono completamente rossi, come se si fossero accese due spie. Saku forse pensava di essere al sicuro... ma quel cane sapeva fiutare benissimo il reiatsu degli shinigami. Con una velocità almeno il doppio o il triplo superiore rispetto a quella di prima, il cane scattò in direzione dell'uomo-cespuglietto e, con una zampata, lo scaraventò in aria, incrinandogli almeno tre o quattro costole come minimo. Afferrato al volo quel proiettile umano sparato verso l'atmosfera, mi rivolsi a lui con sguardo perplesso. «... Non so se tu ti sei reso conto che quello non è un animale normale e non so se sei totalmente conscio del fatto che rappresenti uno degli esseri più stupidi che io abbia mai incontrato in vita mia; devo però ammettere che hai qualche sprazzo di genialità... in fondo, ma davvero molto in fondo, hai un briciolo di talento. Coltivalo, puoi fare grandi cose... Per quel che mi riguarda, il tuo allenamento è concluso. Ti rimando giù, se sopravvivi al Sadaharu più Furioso persino dell'Orlando, significa che non mi sono sbagliato. Altrimenti... oh beh, pazienza. Corri per la tua vita, Alghetta! ♥» E, senza ulteriori indugi, lo scaraventi con tutta la mia forza di nuovo verso la terraferma, dove Sadaharu non aspettava altro che il suo spuntino.
    Mi piace essere bastardo, mi fa sentire bene.

    CITAZIONE
    Ho deciso di chiudere un po' prima questo allenamento, abbiamo perso davvero troppo tempo e non ce la faccio a seguirlo come si deve. Così almeno sei libero di andare avanti. Scusa davvero per il tempo che ti ho fatto perdere.
    Guadagni l'abilità Hoho lv. 2 e +12 exp.
    Fai un post conclusivo in cui cerchi di salvarti dalla macchina assassina. :P
604 replies since 28/4/2007
.
Top