ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by B l a z e

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    CITAZIONE (~Krïs~ @ 25/12/2012, 16:14) 
    Thx a tutti ^w^
    @Blaze: Non preoccuparti xD Non uso abbreviazioni in GDR XP

    Sai com'è... in due anni di moderazione in questo gdr ho visto davvero di tutto, ormai non mi sorprende più nulla xD
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    Benvenuto, Christian, l'importante è che nel gdr non usi abbreviazioni tipo quel "pk" altrimenti ti mangiamo. :gna:
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    Benvenuto :serio:
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    jDqcu
    × 1.6: Intruder
    Rimasi in silenzio ad ascoltare lo sfogo della donnina isterica che stazionava in terra di fronte a me, il quale si spacciava per un essere del genere maschile, nonostante dopo tutto quel piagnisteo avesse iniziato a piantare in me ben più che un seme del dubbio. Insomma, esistevano davvero persone così petulanti? Forse mi ero davvero indurito troppo col tempo; in fondo basta fare un piccolo salto indietro nel mio passato per trovarne in quantità spropositate... ed anche se odio ammetterlo, una di queste ero forse io alle mie prime lezioni accademiche. Per quanto la cosa mi infastidisse, non potevo fare a meno di notare quanto quel cretino che adesso stava istericamente tentando di sfoderare l'asauchi dal parquet mi assomigliasse, almeno a livello psicologico. Sul piano fisico non c'era confronto, non ero scarso quanto lui, ai tempi dell'accademia... o almeno credo. Se Go fosse ancora in circolazione e non fosse pazzo com'è, probabilmente gli avrei chiesto di fare un confronto.

    Comunque sia, mentre lo squinternato si dava da fare per recuperare la sua arma, decisi di rispondere alla sua <accusa>. «Perché, mi chiedi?» sospirai, massaggiandomi la tempia con fare irritato o, per meglio dire, sconsolato. «Io invece potrei chiederti perché non hai ascoltato il discorso che ho fatto ad inizio lezione. Contro di te non ho un bel niente, se non il fatto che mi irritano i tuoi piagnistei e la tua insicurezza, ma non è quello il punto. Cosa pensi che sia "diventare uno shinigami"? Un passatempo? Un gioco di ruolo? Un hobby? Un lavoretto a tempo perso?» Il mio sguardo diveniva sempre più furente man mano che il discorso proseguiva, dato che mi stavo infervorando. «Dannazione, ragazzino, gli shinigami sono soldati! Entrando in questa accademia diventi a tutti gli effetti una matricola militare, cosa diamine pretendevi, coccole e carezze? Hai mai sentito parlare di un istruttore militare che non sia rude e rompiballe? Fuori di qui potresti anche starmi simpatico, ma non esiste una possibilità su un miliardo che qui dentro ti tratti troppo diversamente da come ti ho trattato finora. Ora taglia corto, prendi quella katana e attaccami, sei una pena per gli occhi...»

    E così in effetti fece; una volta raccolta la katana si lanciò contro di me, zoppicante per il dolore al polpaccio e, nello sforzo di tenere una velocità superiore, curvato in avanti. Questo piccolo dettaglio mi aveva fatto intuire le sue intenzioni, soprattutto perché andava incurvandosi sempre di più man mano che si avvicinava: era la preparazione alla capriola bassa che intendeva fare e quando lui giunse a poca distanza da me, pronto ad iniziare la sua 'rotolata', feci indietreggiare lievemente la gamba sinistra e ruotai di poco il busto in senso antiorario, caricando un fendente portando il braccio sinistro, con la cui mano tenevo ben salda la zampakutou, sul fianco destro. Infine, mentre lui tentava di rotolare alle mie spalle e colpire la mia schiena, lasciai partire il colpo istantaneamente facendo cozzare nuovamente le due lame, che produssero nuovo schiocco metallico, deviando una seconda volta l'arma dello studente. L'offensiva si risolse quindi con un nulla di fatto, anche se avevo apprezzato il tentativo. «Idea carina, ma banale viste le tue condizioni fisiche. Dovresti aver capito che non è così semplice, per cui... che ne diresti di abbandonare il banale ed iniziare ad usare il cerv-... ?!?!»

    Non potei nemmeno completare la frase che il rumore di una finestra infranta e un successivo secondo botto, che incrinò le assi del pavimento, aprendo una voragine ed alzando una piccola coltre di polvere e calcinacci delle fondamenta, mi costrinsero a fermarmi, impietrito. Cos'era? Un hollow? Arrancar? Nemici? Istintivamente mi frapposi tra la minaccia e lo studente, con la mia katana saldamente stretta tra le mani. Rimasi, con sguardo torvo, in attesa che l'intruso si rivelasse. Quando la coltre si diradò, rimasi ancora più perplesso. Tra le assi del parquet rotte e i cocci di vetro sparsi per il pavimento, stazionava in ginocchio un individuo di dimensioni ridotte, che sembrava quasi un bambino, però del tutto incappucciato e con il volto in penombra. «Chi diamine sei tu? E chi ti ha autorizzato ad entrare in questo modo qui dentro?» L' «invasore», se così si poteva definire, rimase immobile ed in silenzio per alcuni secondi, poi si schiarì la gola e, ancora in ginocchio, rispose. «Temo non ci sia il tempo per spiegare tutto a dovere, comunque è il terzo seggio della Nona Compagnia Hanae Haru a mandarmi, richiede la vostra immediata convocazione nella sede dell'Ottava Brigata. Sembra sia della massima urgenza, per cui deve lasciare immediatamente in sospeso tutto quanto, continuerò io la lezione in via straordinaria, sempre per ordine di Hanae-san.» Dopodiché, si mise in piedi e mi consegnò un foglio firmato anche da Falkner Chase, che dichiarava più o meno le stesse cose riferitemi a voce dallo sconosciuto. «... Mpf, proprio ora che iniziava a starmi simpatico. A presto... Fujimoto-kun.» Infine, con uno shunpo, me ne andai.

    Lo sconosciuto, ancora incappucciato, rimase immobile nel punto in cui era, in silenzio. «Deduco dal fatto che tieni un'asauchi in mano che questo sia il tuo primo allenamento. Continua da dove eravate rimasti, al posto di Sakata-san colpisci il sottoscritto; se riesci a farmi cadere il cappuccio e a ferirmi, passi l'allenamento. Cerchiamo di velocizzare la cosa, credo sia meglio per tutti.»


    CITAZIONE
    Questo è l'avvicendamento ufficiale tra i miei personaggi: da questo momento in poi Gintoki diventa a tutti gli effetti un PNG, mentre le redini del gioco passano al nuovo figuro incappucciato che non ha lasciato nessuna informazione su di sé, se non che sarà il tuo sensei per questa lezione. Ovviamente nessuno immagina ancora che Gintoki non tornerà alle prossime lezioni, per cui fa' comportare Shiro come se si aspettasse che sia un sostituto temporaneo.
    E cerca di fare in modo che passi l'allenamento, hai tre post di tempo.
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    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato

    Il mio nome è Fukuda. Shinji Fukuda. Sono uno shinigami da non tantissimo tempo, in verità. Eppure, da quando sono entrato a far parte di questa organizzazione di gente strana, mi sono concesso raramente delle pause, dei momenti di svago. Anzi, sarebbe più giusto dire che non ho lasciato che mi venissero concesse: con tutta quella storiella dell'allievo prodigio, del piccolo genio che impara in fretta, mi avevano un po' sballottato da una parte all'altra del Seiretei per fare un po' di questo, un po' di quello. Mi vennero presentate decine e decine di shinigami appartenenti ad altre Compagnie di cui onestamente ricordo poco o nulla, se non i loro volti e qualche nozione random, ad esempio i seggi e la compagnia a cui appartenevano, ma quanto ai nomi proprio no. Ma ciò che sempre rimarrà impresso nella mia mente è stato il primo giorno in brigata, con tanto di giro turistico della Dipartimento Ricerca & Sviluppo, che da quel giorno sarebbe poi diventata la mia casa. Purtroppo.
    Chiariamo, mi piace la compagnia nel quale sono entrato, l'ho scelta appositamente per il suo alto livello di flusso di informazioni e di sapere: solo trovo particolarmente inquietante la gente che oltre me la compone. E visto che ultimamente ho la fobia della gente che indossa i camici, non è che mi trovi particolarmente a mio agio lì in mezzo a quei tipi. Gente con qualsiasi tipo di modifica in corpo, tipo ce n'era uno che di umano aveva ormai poco o nulla. E dato che ho un'incontrollabile fobia delle cose strane che non assomigliano agli esseri umani e che sono dotate di parola, lavorare con quel tizio sarebbe stato problematico. Soprattutto quando inizia a girare una manovella e far muovere il suo bulbo oculare. Credo che potrei sviluppare una fobia verso i bulbi oculari. Credo.

    Comunque, quella mattina avevo deciso di prendere una giornata per riposare e non vedere camici bianchi intorno a me, dopo che ieri un collega mi aveva sfiorato passandomi alle spalle e l'intero filmino della mia corta esistenza post-mortem scorreva davanti ai miei occhi nel vano tentativo di trattenermi dal dire qualcosa. Alla fine la dissi comunque, ma non posso farci nulla. Credo di aver detto qualcosa come «Mi scusi, tizio con i capelli viola che dimostrano in maniera inequivocabile la sua mancanza di conoscenza verso un rivoluzionario utensile inventato secoli or sono chiamato in maniera rudimentale "pettine", sarebbe così cortese da... non... toccarmi... mai... più? Ho una leggera ribrezzo verso tutto ciò che concerne il contatto fisico con altri esseri viventi se non dotato di opportuni accorgimenti.»
    Ripensandoci, mi guardò piuttosto stranito prima di farmi un curioso gesto con la mano. Chissà perché mi ha detto che ero il numero uno... non doveva avere tutte le rotelle a posto.
    Mentre ripensavo a quanto accaduto il giorno prima, mi ero già vestito con la prima cosa che ho trovato -il mio shihakusho, scelta infelice quella di indossare la divisa anche nel tempo libero, ma non mi importava particolarmente- e stavo già sistemando la mia pettinatura che mi faceva vedere il mondo solo dalla prospettiva destra. Passai distrattamente i polpastrelli della mano sinistra lungo le bruciature vicino al rispettivo occhio, costatando che effettivamente non erano guarite magicamente. Scrollai le spalle ed uscii sotto il sole di quella che in effetti una splendida giornata, ma vista da un occhio cinico come il mio era niente più che una giornata soleggiata in assenza di nubi e vento particolare, con una temperatura non più definibile come gradevole superiore ai trentadue gradi: caldo torrido insomma.
    Decisi di incamminarmi verso il Rukongai, magari verso quella che prima era casa mia. Lungo il cammino, non potei fare a meno di notare che un ragazzo dai capelli neri, o forse una ragazza -non era ben chiaro-, stava intrattenendosi a dialogo con un rospo sulla sponda di un laghetto nei pressi del sentiero che stavo seguendo. Non potei trattenermi anche in questa occasione dall'avvicinarmi dall'ambiguo tizio/a, che notai solo dopo essere incredibilmente alto/a rispetto al sottoscritto e non posso nascondere che la cosa mi dava sui nervi.
    «Chiedo venia, ragazzo/a che non conosco, ma non ho potuto fare a meno di constatare il fatto che tu ti sia intrattenuto a dialogo con un animale; non nego che talvolta possa risultare più appagante che il confronto con determinati individui, ma a meno che tu non sia un illuminato da un Dio di una delle varie religioni terrene e il tuo nome corrisponda a Francesco o Pippi, ho dei forti dubbi sul fatto che tale creatura possa in alcun modo risponderti con un modo che differisca dall'appiccicarti quella lingua piena di... microbi... e... potenziali infezioni... e malattie... sulla faccia.» Le opzioni, quindi, in questi casi erano sempre due: o il tizio era molto paziente [leggesi: più suonato di Shinji stesso, ndr] ed avrebbe continuato il dialogo oppure intimorito dalla mia saggezza prorompente, sarebbe fuggito via a gambe levate.
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    × 1.3: Run, Forrest, Run!

    Nello stesso istante in cui le mie mani abbandonarono il guinzaglio del mio cane, nella piccola mente bacata di quest'ultimo si accese una piccola spia lampeggiante, che indicava l'entrata del mio orso grizz-... ehm, animaletto da compagnia nella sua modalità berserk. Quando si fu infiltrato all'interno della boscaglia, non mi restò che seguire da lontano, o per meglio dire dall'alto, l'andamento del massa-... ehm, allenamento. Avete capito massacro? Vi sbagliate, non pensavo assolutamente ad un massacro, benché forse, concretamente era una delle poche realtà con le quali questo allenamento si sarebbe potuto concludere.
    Cattivo, sadico e perversamente bastardo?
    Forse, ma... who cares?

    Sadaharu, dopo essersi addentrato all'interno del bosco, si lanciò all'inseguimento del povero Saku. Il ragazzo dai capelli color verde acqua nella sua enorme stupidità non sembrava aver voluto approfittare a pieno del vantaggio che gli avevo concesso, per cui la distanza che aveva percorso era davvero infima rispetto a quanto ne avrebbe potuto guadagnare approfittandone a pieno. Quanto al mio sguaiato cane... era molto meno veloce del decimo seggio della Terza e decisamente meno agile, ma dalla sua aveva una stazza anormale: in poche parole, se Saku aveva da saltare gli ostacoli o evitarli, Sadaharu continuò a 'correre', anzi, trottare in rettilineo come se fosse una locomotiva impazzita, travolgendo tutto ciò che si andava a porre sul suo cammino.
    Il percorso seguito dai due protagonisti di questo inseguimento era il seguente: se in un piano ideale avessimo Saku al centro, che corre in rettilineo verso nord, avremmo molto più indietro di lui il mio orso pol-... ehm, Sadaharu, che corre senza tener conto degli ostacoli e che, continuando di questo passo avrebbe raggiunto il giovane shinigami in cinque minuti al massimo.
    Fossi stato in quello squilibrato, prima di finire con un polpaccio e mezza natica in meno, avrei tentato di infastidire come potevo il dinosauro peloso che lo stava braccando, ma si sa, sotto pressione non è semplice far ragionare il cervello... soprattutto per chi, di cervello, non ne ha.

    CITAZIONE
    Ti suggerisco di descrivere accuratamente gli ambienti, per creare a dovere una tattica... non sono entrato nel dettaglio appositamente, voglio valutare il tuo livello di fantasia. Ricorda che il fine ultimo di questo allenamento è affinare la tua velocità ed agilità, quindi presta particolare attenzione a questo aspetto della narrazione: descrivi bene e più che puoi come salti gli ostacoli e cose simili, lo sforzo che fai, et cetera.
    Inoltre devi anche sopravvivere, quindi... attento al cane.

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    × 1.2: Another crazy person

    Su una cosa, e questo posso ormai dirlo senza ombra di dubbio alcuna, non mi ero di certo sbagliato: Saku Hiruma, ovvero l'autore della richiesta di allenamento, era effettivamente un sociopatico affetto da gravi disturbi della psiche.
    Ok, ero intenzionato ad arrivare con un modesto ritardo -un'ora e mezza-, fortunatamente giusto in tempo per godermi lo spettacolo che mi era stato gentilmente offerto dal decimo seggio della Terza Brigata, un ragazzino -perché poi non era più che tale- alto un metro e un piffero con una capigliatura emo color verde acqua, magro come un bimbo del terzo mondo ed evidentemente folle.
    Poi, mi ricordai. Saku Hiruma. Ed ecco che inesorabile come sempre, arrivò anche il flashback.

    Sala riunioni, un passato imprecisato, ore 10:34, Soul Society.




    Mi trovavo in una stanza sovraffollata di shinigami di diversi seggi e brigate. Un'ammucchiata grande stile, alla quale parteciparono anche un paio di studenti -portati da Mouryou- e uno shinigami appena diventato tale, con il quale feci conoscenza dopo poco, poco prima di essere interrotti da... un qualcosa di spiacevole.
    Ricorderò sempre con odio tutta quella tiritera del Gender Invertitor, e quel che ne seguì. Che giornata di merda, fu proprio in quell'occasione cominciai a rivalutare le donne dalle tette enormi... che tedio.
    Saku era uno di quegli studenti portati Mouryou, che diede sfoggio della sua schizofrenia già in quell'occasione gettandosi dalla finestra urlante come una scimmia urlatrice. Pensandoci, non sono nemmeno tanto bravo con i paragoni, talvolta.

    Presente, ore 18:30, nel bel mezzo della vegetazione del bosco vicino al distretto 79 Kusajishi.



    Iniziai a chiedermi perché ultimamente incontrassi sempre tizi conosciuti a quella medesima riunione, per insegnare a tutti la medesima cosa, con il medesimo metodo. Iniziava a diventare un po' una cosa da déjà-vu e non posso negare che la cosa mi infastidisse. Non che ci fosse un motivo in particolare per la quale la cosa avrebbe dovuto infastidirmi, semplicemente la mia psiche talvolta disturbata dal riaffiorare da diversi traumi del passato (Star Wars? Patate parlanti? Le addizioni con i loro "più"? Il sadomaso?) aveva deciso così.
    Trainando Sadaharu senza alcuna particolare fatica evidente -ma che in realtà c'era eccome, essendo che quel sacco di pulci non muoveva il sedere di un solo millimetro e stava lasciando dietro di sé un solco sul terriccio profondo almeno mezzo metro- arrivai sicuramente alla portata del campo visivo del mio "soggetto" ancora schiumante ed in preda ad una crisi epilettica e, per assicurarmi la sua attenzione, mi schiarii la voce.
    «Non sono sicuro che tu disponga a pieno delle tue facoltà mentali ed onestamente non mi interessa indagare oltre; posso solo immaginare quali siano le cause che ti hanno ridotto in questo stato pietoso considerando chi è stato il tuo insegnante e, triste cosa da dire, mentore...» Lo fissai inarcando un sopracciglio, in attesa che si rialzasse e preparandomi psicologicamente a qualche altro delirio che sarebbe sicuramente arrivato. «Non sono sicuro che tu conosca me, considerando che nell'occasione in cui ti ho conosciuto hai tentato di emulare il volo degli uccelli da una finestra» considerai, abbozzando un mezzo sorriso divertito «ma io conosco te, e posso dirti -nel caso in cui la voce non ti sia giunta- che hai evitato all'epoca un gran casino. Ad ogni modo il mio nome è Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima Compagnia, e l'ors-... ehm, il cagnolone alle mie spalle è Sadaharu, colui che ti allenerà quest'oggi. Considerando che stasera ho un appuntamento, non farmi perdere troppo tempo... Il discorso è semplice: tu vuoi allenarti sull'Hoho, quindi devi affinare la tua velocità e l'agilità nei movimenti. Quale migliore allenamento di una fuga disperata per la sopravvivenza con un cane che, se gli venisse ordinato, sbranerebbe senza problemi anche la madre? Hai trenta secondi di vantaggio a partire da... adesso. Trenta... Ventinove... Ventotto... Corri, sai, lui non aspetta...» dissi ridacchiando mentre il countdown scorreva inesorabile, fino al termine dello stesso. «... Due... uno... Zero. Vai, Sadaharu! Sbranalo. ♥»

    CITAZIONE
    Per il momento descrivi tutto quello che ti pare dell'ambientazione e di ciò che accade ma fermati a quando cominci a scappare, il resto te lo passo nel prossimo post, insieme alle posizioni esatte del cane e le sue azioni. Per il momento è ancora lontano, ma sai perfettamente che ti sta inseguendo.
    Buon divertimento. :mki:

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    CITAZIONE
    Scusa il ritardo. Sul piano grammaticale mi sembra ne avessimo già parlato in separata sede, comunque la tattica è mal descritta e davvero troppo semplice, prevedibile e banale. Puoi fare di meglio.

    × 1.5: This is not a joke

    «N-n-no, Credo di riuscire a soddisfare le sue richieste.»
    Shiro sembrava avere davvero paura. Se fosse del fatto che aveva praticamente quasi ammazzato il cretino che prima ti dice "gustiamoci questo scontro fino all'ultimo" con tanto di risata sguaiata annessa e poi si lascia maciullare in trenta secondi di scontro in modo del tutto fortunoso, o se fosse di me che aveva paura, questo non sapevo dirlo.
    Cercai di restare calmo, per quanto fosse possibile. Incazzarmi non mi faceva bene, perché avevo capito già da tempo che quando mi incazzo troppo non sono responsabile delle mie azioni e non volevo uccidere di primo mattino. D'accordo, odiavo parecchio gli spavaldi e i troppo sicuri di sé; ma al pari di loro odiavo dal profondo i cagasotto. Non credo sia una roba dell'altro mondo credere in sé stessi ma mantenendo un minimo d'umiltà, no?!

    Comunque sia, non risposi alla sua frase, almeno per ora. Solo feci un lungo respiro e mi misi in posizione di semi-guardia, con la zampakutou saldamente stretta nella mano destra e tenuta puntata con la punta lievemente verso il basso. Shiro sembrò riordinare le idee, poi partì all'attacco, riducendo al minimo la distanza tra noi e provando ad attaccarmi con il piatto della lama, con un fendente orizzontale da sinistra a destra.
    Senza battere ciglio, deviai verso l'alto la traiettoria della sua lama con un movimento della zampakutou dal basso verso l'alto, solo dopo aver effettuato una rotazione del polso che mi avrebbe consentito di fare incrociare il filo della mia arma, altrimenti rivolto verso il basso, con quello della sua.
    Il colpo venne smorzato con forza e quindi non riuscì a far altro che fendere l'aria in un punto più in alto, senza riuscire nemmeno ad avvicinarsi a me. «Ed è c-c-c-così che intendi d-d-d-dimostrarmelo?» Gli risposi, con tono di scherno, balbettandogli di rimando per deriderlo. Poi, prima che potesse riacquistare l'equilibrio e consentirgli così una nuova offensiva, gli puntai l'indice della mano libera contro e sussurrai «Hadou no Ichi: Shou.» con volto inespressivo ma occhi illuminati da una scintilla, difficile dire se di rabbia, delusione o decisione. Immediatamente una spinta di aria pressurizzata lo avrebbe scaraventato lontano, un cinque/sei metri circa. Nessun danno aggiuntivo di sorta, solo l'ennesima caduta con annesso atterraggio di culo della giornata. Una volta rimessomi in una posa rilassata, mi chinai per prendere la katana che nel frattempo aveva perso e gliela lanciai contro a mo' di freccetta, facendola conficcare sul pavimento ad una decina di centimetri dai suoi genitali. «Ritenta, sarai più fortunato. Ah, giusto per ricordartelo, devi farmi anche un solo, semplice, graffio per passare. Se mi colpisci con il piatto della lama non credo che tu rischi di farmene neanche se ti ci impegni... Chiariamo bene che questo non è uno scherzo, quindi piantala di giocare con me o ti ammazzo. » Chiarito quest'ultimo punto, il quale mi premeva in maniera particolare, rimasi in attesa di una sua nuova mossa.


    Edited by B l a z e - 28/10/2012, 23:16
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    CITAZIONE
    Mi rincresce considerevolmente, ma mi trovo costretto a bocciare Utrud™ per il suo persistente ritardo nel posting. Il mio post, datato 12/10/2012, ha ricevuto la sua unica risposta da Grimmjow_san in data 18/02/2012. Vero è che hai avvisato che prima del 15 sera non potevi, ma dopo? Sono passati più dei tre giorni concessi. Avevo spostato il limite a tre giorni dopo il tuo presunto ritorno, ma dal momento che hai persistito nel non postare, penso che il tuo compagno abbia diritto a ruolare.
    Se vorrai riprendere il gdr dovrai fare nuovamente richiesta di una classe nell'apposito topic e riprendere da principio questo allenamento.

    @Grimm: Va bene, sostanzialmente, qualche tempo sbagliato e qualche errore di battitura però persistono ancora. Devi seriamente iniziare a lavorarci meglio.

    Comunque scusa per il post frettoloso e non troppo lungo, ma ho i minuti contati.

    × 1.4: Not good enough

    In cuor mio speravo davvero che quei due fossero bravi abbastanza da riuscire a non farsi ammazzare a vicenda, ma come di solito accade quando spero qualcosa, accade tutto il contrario. Shiro sembrava star vivendo una crisi mistica o qualcosa di analogo, a giudicare dallo sguardo carico di intento omicida con il quale si era alzato e con il quale fissava il petto dello scopettino biondo, salvo poi chiedergli pacatamente come stava.

    "È stupido o cosa?" mi chiesi perplesso mentre osservavo la scena. Con mia enorme sorpresa -devo proprio ammettere che non me lo aspettavo- Hiruma non rispose né alla mia provocazione, né alla domanda del compagno. Semplicemente, una volta rimessosi in piedi, aveva fatto scrocchiare il collo con un movimento rotatorio del suddetto e, afferrata la katana, si era messo in posizione di guardia. Il primo ad attaccare stavolta fu il ragazzo dai capelli corvini che, armatosi di forza e coraggio nonostante le varie ammaccature rimediate nella precedente schermaglia, aveva deciso di attaccarlo con un fendente diagonale discendente, da destra a sinistra, diretto proprio all'incavo tra collo e spalla sinistra. Un colpo mortale, qualora fosse andato a segno.D
    Hiruma non sembrava essere molto portato nemmeno per la scherma, dato che con un movimento piuttosto scomposto, aveva cercato di spostarsi un minimo e aveva opposto con poca convinzione la lama della sua katana a quella del suo avversario, facendole incrociare con un secco suono metallico. Tuttavia, non sembrava averci messo il dovuto impegno, dal momento che venne facilmente sopraffatto da Shiro che non riuscì a colpirlo sul collo come intendeva fare, ma aprì uno squarcio diagonale lungo il torace del suo avversario, che venne disarmato e cadde in terra con un tonfo, inziando a sanguinare copiosamente.

    «... Eww.» Commentai, avvicinandomi, per constatare le condizioni dello studente. Tirando fuori un piccolo auricolare con microfono da una tasca dello shihakusho, che mi misi all'orecchio, contattai la divisione medica di istanza all'Accademia. «Ok, ho uno studente messo male... Servono una barella e cure istantanee. Ma portatelo via, qui non ho finito.» Le direttive date ai tipi della quarta compagnia erano chiare e secche, di quelle che non ammettevano repliche; infatti in nemmeno cinque minuti, durante i quali stesi in assoluto silenzio e non mi curai di quanto stesse facendo/pensando/dicendo Shiro, attesi pazientemente che portassero via Hiruma.

    «È durato meno del previsto, Mr. Alzheimer... E tu? Sei inutile come lui o puoi sopravvivere per più di dieci minuti? C'è solo un modo per scoprirlo...» dissi, tornando a rivolgermi a Shiro, mentre sguainavo dal fodero la Zampakutou. «Attaccami e combatti contro di me. Se riesci a farmi anche un solo taglio passi la lezione. Altrimenti, te ne torni a calci in culo da dove sei venuto. Ovviamente sono libero di attaccarti a mia volta quando mi pare. Buon divertimento.» gli annunciai sorridendo, mostrandogli uno dei miei sorrisi più... agghiaccianti.
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    CITAZIONE
    Scusate il ritardo. Da questo momento in poi vige la totale fiscalità sul posting: entro tre giorni o siete fuori.

    @Entrambi: Bene -o quasi- sul piano dello scritto, meno su quello strategico. Avete descritto in maniera troppo sommaria e, più generalmente, breve le vostre azioni. Utrud, in particolare, ho apprezzato il tuo mettersi al sicuro per tre diverse eventualità, ma... le azioni sono descritte in maniera vaga e alquanto brevemente: il che lascia al tuo avversario -che comunque non ne ha saputo approfittare più di tanto- o a me in quanto mod una più ampia possibilità di «improvvisare» ciò che tu non descrivi in maniera chiara. Stesso discorso, in pratica, per Grimmjow.
    Inutile dire che mi aspetto molto di più da entrambi.

    png
    × 1.3: sKills

    Lo scopettino biondo -nuovo nome per Himura, derivante dalla sua capigliatura- oltre che totalmente scemo sembrava essere sempre più totalmente pazzo. Non che la cosa mi sorprendesse più di tanto, anzi, in un certo senso ero quasi certo che lo fosse. Decisi di non rispondere alla sua provocazione semplicemente perché avevo perso interesse nel farlo, ben conscio del fatto che probabilmente lui avrebbe completamente travisato il motivo del mio silenzio con qualcosa come "Eh, figa, ha avuto paura di me, sono un mostro e ora posso uccidere chiunque".
    Ragionamento che sembra essere successivamente confermato dalla non tanto «sana» risata che Hiruma aveva concesso alla platea composta da me stesso ed il suo diretto avversario; risata accompagnata da un discorso altrettanto folle che né Shiro né il sottoscritto sembrammo considerare più di tanto. Shiro forse per non lasciarsi intimorire, io perché proprio non mi faceva né caldo né freddo: di piccoli sbruffoni così durante l'arco della mia esistenza ne ho visti a centinaia.

    Comunque sia, le mie previsioni si erano avverate: non mi aspettavo tanto da loro e infatti poco o nulla essi mi hanno mostrato in quelle prime fasi di combattimento. Era una questione di abilità, che loro disconoscevano totalmente: il loro era uno stile di battaglia grezzo e privo di qualsivoglia fondamento. Stavano, effettivamente, menando le mani come si suol dire "ad minchiam". Non conosco il latino, ma credo renda l'idea.
    Infatti i due studenti si erano lanciati in due offensive l'una più campata per aria dell'altra: Hiruma si era lanciato con il baricentro spostato in avanti in una corsa folle accompagnata dalla sua insana risata, salvo poi abbassarsi e tentare di cogliere di sorpresa un attento -ma non troppo- Shiro con un calcio diretto al ginocchio sinistro dell'avversario facendo perno su entrambe le braccia con i palmi ben piantati in terra. Attento ma non troppo, dicevo, perché Shiro era sì riuscito a seguire bene i movimenti dell'avversario, ma si era totalmente disinteressato di ciò che stava facendo una volta iniziato a muoversi per iniziare la propria, di offensiva: vale a dire un calcio che, probabilmente, era mirato alle braccia dello scopettino biondo, ma che alla fine non riuscì ad arrivare a destinazione. Il motivo? Semplice, perché ad andare a segno per primo era stato il calcio di Hiruma stesso, che non era però riuscito a colpire il ginocchio -non era semplice da una tale posizione- dal momento che, per colpire il suo avversario, Shiro si era anche mosso un po'. L'attacco del kenpachi -o presunto tale- colpì quindi "solo" con moderata violenza il polpaccio sinistro dello studente che, così, perse l'equilibrio. Ma, forse, Shiro avrebbe dovuto ringraziare Hiruma per avergli fatto fare quel capitombolo: a causa della perdita di equilibrio e la conseguente caduta, la traiettoria del calcio dello studente dai capelli neri si spostò accidentalmente dalle braccia al volto dell'irritante biondino, colpendolo in pieno ma con forza ridotta rispetto a quella che sarebbe dovuta essere effettivamente. Ciò non togliendo che, essendo comunque un calcio in piena faccia, abbia fatto il suo notevole danno anche se non dato con tutta la forza impressa inizialmente.
    Risultato finale? Shiro che capitombola come un idiota per terra sbattendo il fianco sinistro causandogli un leggero indolenzimento al costato e alla rispettiva gamba per essere stato colpito, mentre Hiruma era stato <rincoglionito> con un calcione che, se fosse stato dato come Dio comanda, gli avrebbe probabilmente cambiato i connotati. Se non altro poteva dire di essere un tizio fortunato...

    Hiruma subisce una ferita moderata alla mascella
    Shiro subisce una moderata al polpaccio sx e una ferita lieve al costato sx.


    «... Mamma mia che roba agghiacciante. Stooooooooop! Inibitevi, vi prego, poniamo fine a questo scempio...» Intimai loro ad alta voce, rimettendomi in piedi ed avvicinandomi a loro nuovamente con uno shunpo per mettermi in mezzo a loro, in modo da dividerli. «Non avete lottato che per qualche secondo, ma ho già capito che nel corpo a corpo fate davvero schifo. Bella merda, dovrete migliorare un po' se volete sopravvivere.» dissi loro, piantando sul pavimento due katane che avevo preparato in precedenza per la seconda fase dell'allenamento, che decisi di anticipare. «Se vi lasciassi liberi di fare vi ammazzereste con la vostra stessa totale mancanza di abilità in meno di cinque minuti... e così non mi diverto. Voglio solo augurarmi che sappiate tirar meglio di scherma, altrimenti durate ancora di meno con due armi in mano... Riprendete fiato, se lo desiderate, poi ricominciate da dove vi ho interrotti. Soprattutto tu, Cicatrice... deve far male il faccino, vero?» dissi, a mo' di sfottò.
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    Benvenuto!
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    Benvenuta, Saku². :gna:
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    CITAZIONE
    Bene... ora, Utrud, spiegami solo il perché. Il primo post sembrava scritto da un tipo con le conoscenze della lingua pari a quelle di un gallinaceo, mentre questo secondo è quasi perfetto. Essere di fretta inibisce così tanto le tue facoltà cerebrali? Io non lo ritengo possibile, almeno personalmente. Se vado di fretta può anche scapparmi qualche errore di battitura o di forma, ma non riuscirei nemmeno impegnandomi a far sì che due post sembrino scritti da due persone completamente diverse. Ti tengo d'occhio, ragazzo... Non mi convince tanto questa improvvisa metamorfosi, ma se questo è il tuo vero livello posso solo ritenermi soddisfatto.
    Grimm, un consiglio: non postare a notte fonda. La qualità rispetto a prima è calata. "aggiaccante" anziché "agghiacciante" o quel pauroso "dell’mio" anziché "del mio" direi che rappresentano due prove abbastanza concrete per affermarlo. Inoltre, vai troppo spesso a capo. Spezzare il discorso in capoversi ogni tanto è giusto, per non fare un unico blocco, ma tu esageri o.o

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    × 1.2: Don't forget this name.

    Se la prima impressione che avevo avuto di quei due individui i quali, per uno strano scherzo del destino, si erano ritrovati a doversi definire miei allievi era stata a dir poco pessima, non si può certo dire che successivamente quell'opinione iniziale fosse migliorata anche di una sola virgola.
    Per essere più preciso, pensavo che il tipo dai capelli a spazzola fosse chiaramente un evaso dall'ospedale psichiatrico più vicino e che, in fondo, sarebbe stato mio dovere rimandarcelo a calci nel sedere. Ma... perché non divertirsi un po' trastullandomi con questo nuovo giocattolino che, stando alla presentazione che mi era appena stata fornita, rispondeva al nome di Hiruma Kenpachi?

    «Io mi chiamo Hiruma Kenpachi e vengo dal ottantesimo distretto del Rokungai. Non ho un motivo vero e proprio per diventare Dio della Morte, almeno da me non sentirà parole di sogni avuti fin da piccoli di poter mantenere l’equilibrio nel mondo; di queste cose non me ne importa un fico secco. Voglio diventare shinigami solo per trovare gente nuova e sempre più forte da uccidere, tutto qui.
    Ora ‘’sensei’’, non è che potrebbe ripetere il suo nome gentilmente? Purtroppo ho la memoria corta»


    «Io invece Shiro Fujimoto, io ce l’ho un motivo, a differenza di Hiruma.
    Ho fatto una promessa, La promesso consiste nel diventare shinigami. E non posso essere bugiardo con me stesso quindi lo ammetto. E lo faccio anche per riscattarmi e cancellare con un futuro migliore il mio, come dire, passato movimentato.»


    Abbozzai un sorriso, rendendomi conto del fatto che Sorriso d'argento -così avevo deciso di chiamarlo per via del suo sorriso, il quale mi causava una forte sensazione di ribrezzo- non doveva provare il benché minimo amor proprio né doveva conoscere alcuna forma di attaccamento alla vita. Perché? Beh, punzecchiare apertamente qualcuno che ha appena minacciato di poterti uccidere quando gli pare e che, sicuramente, non ti ha mostrato un carattere allegro e cordiale è un po' come un suicidio. Per quanto riguarda l'altro ragazzo, credevo avesse un carattere molto più mite dell'altro; per tanto d'ora in poi lo avrei chiamato Lamb. Agnello, ma in inglese è più carino. "Anzi, Lambo, che mi ricorda Rambo. Non facciamolo diventare completamente una checca prima ancora di iniziare... in fondo dice di aver avuto un passato movimentato. Anche lui è un evaso? Da Sing-sing forse?" pensai, sorridendo mentalmente.

    «Dunque... abbiamo un signorino con l'alzheimer ed un ex-galeotto... Poteva andarmi peggio.» considerai ad alta voce, sprizzando sarcasmo da ogni singola lettera. «Ora, caro il mio... com'è che ti chiami? Oh, beh, non che abbia importanza...» I miei occhi rossi si piantarono dritti nei suoi, freddandolo sul posto come solo il mio sguardo cremisi poteva fare, prima che sparissero dalla visuale dei due studenti insieme al resto della mia persona mediante un semplice shunpo, o "passo veloce" per i poco ferrati in materia. Le reazioni, probabilmente, sarebbero state le solite: sgomento e perplessità. Sensazioni che mi premurai di far durare poco, per salvaguardare la materia grigia delle loro bacate testoline altrimenti nel caos, riapparendo esattamente dietro Sorriso d'argento con la Zampakutou sguainata che si era bloccata, sospesa a mezz'aria, a pochi millimetri dallo zigomo sinistro del biondino. «Dal momento che sembra tu abbia la memoria corta, mi premurerò io di aiutarti a ricordare, d'ora in poi. Non lo ripeterò una terza volta, scricciolo, per cui...» mi concessi una piccola pausa, durante la quale portai il filo della lama ad incidere la sua pelle, aprendo un taglio di un quattro centimetri circa di larghezza dal quale subito dopo iniziò a scorrere un rivolo di caldo liquido cremisi. Il suo sangue. «... ogni volta che guarderai questa cicatrice, diverrà per te impossibile non ricordare il mio nome: Gintoki Sakata.»
    Hiruma riceve una ferita superficiale allo zigomo sx


    Ritirai la katana nel fodero, che riprese a penzolare placidamente dal mio fianco sinistro e, in silenzio, tornai alla mia postazione iniziale passando accanto ai due studenti senza alcuna espressione in volto. Non mostravo né soddisfazione né irritazione per quanto appena accaduto, nonostante provassi entrambi i sentimenti appena citati. L'inespressività era parte integrante del mio essere e ben presto avrebbero cominciato a farci l'abitudine. «Spero che abbiate capito che la prima delle regole che vi ho elencato nemmeno cinque minuti fa non era una semplice minaccia ma un mero dato di fatto. Questo era il primo avvertimento, che vale per entrambi, dalla prossima volta in poi non sono sicuro di potervi garantire la vostra totale incolumità.» Spostai lo sguardo prima sull'uno, poi sull'altro. «Con me, come nel Gotei Tredici in generale, l'insubordinazione non è nemmeno lontanamente tollerata. Vi accingete a diventare militari in tutto e per tutto, se è i cazzi vostri che volete farvi, fatelo fuori di qui. Non sono pagato né per coccolarvi né per assecondare i vostri capricci e le vostre manie di grandezza; mi tocca addestrarvi ed è ciò che farò, non importa con quale metodo.» Sibilai, sperando di essere stato abbastanza chiaro, con un tono autoritario che non ammetteva repliche. Adesso, ma solo adesso, tutta la mia irritazione per quei due tipi iniziava ad essere esternata in maniera più visibile. Ma, dopo aver messo i puntini sulle i, era giunto il momento di iniziare il loro lungo addestramento.

    «Bah... non che mi aspetti tanto da voi due, ma direi che per iniziare potremmo testare la vostra abilità nel combattimento. Vediamo come la cavate a fare un po' a botte... Mettetevi l'uno di fronte all'altro in posizione di guardia, al mio via comincerete.» Quindi, aspettando che i due babbei eseguissero l'ordine, mi allontanai dall'interno del cerchio e, sedutomi come spettatore, diedi loro l'ok. «Iniziate! Chi esce fuori dal cerchio perde... e sono sicuro che preferireste non sapere che succede a chi perde...» Sussurrai loro con un sorriso cattivo; mettere un po' di pepe in situazioni del genere non guasta mai...


    CITAZIONE
    Bene bene... ancora una volta, non prendetevela per l'asprezza del mio pg: è fatto così e basta. Mi raccomando per i prossimi post, assolutamente niente autoconclusività.
    Voi due vi limiterete a descrivere i TENTATIVI delle vostre azioni, gli esiti li stabilirò io in base all'accuratezza nella descrizione e alla qualità del post in generale.

    Inoltre siete pregati di inserire la seguente tabella in fondo ai vostri post d'ora innanzi.

    CODICE
    <b>Stato psicologico:</b> Inserire qui emozioni/pensieri/stati d'animo del pg. (Es. Rilassato, concentrato, preoccupato, irritato)
    <b>Stato fisico:</b> Inserire qui l'ammontare delle ferite subite. Grimmjow parte da Illeso, Utrud deve già inserire la ferita subita da Gintoki in questo turno.
    <b>Riassunto del post:</b> Qui va inserito un breve ma chiaro riassunto delle azioni importanti del post. (Es. Schiva l'attacco spostandosi a dx e subito contrattacca con un montante). La differenza è che qui è un riassunto, nel post dovete scrivere come Cristo comanda.


    Buon divertimento. :P

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    Benvenuto.
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    CITAZIONE
    Akito viene bocciato per il ritardo nel posting.

    CITAZIONE
    Bene, bene... anzi, male. Questa è la nostra prima role assieme quindi sarà bene chiarire un punto: io sono severo e sul piano della correttezza linguistica a dir poco intransigente. Almeno per questo primo post, non scenderò nel dettaglio e non correggerò ogni singola minuzia che non va nei vostri elaborati, consideratelo come un primo avvertimento.
    Utrud, le cose vanno male. Se dovessi darti un voto da uno a dieci saresti ben sotto il quattro, ho visto errori di qualsiasi genere nel tuo scritto. Frasi che con l'italiano hanno poco o nulla a che vedere, errori grammaticali in quantità, ma se c'è una cosa su cui non posso soprassedere sono quelli ortografici. Scusami... "inoqui"? Che cosa significa? Una volta a me avevano insegnato una bella parolina, mi pare la chiamassero "innocui". Buffo, c'è anche sul vocabolario. Per non parlare degli errori di battitura che sono disseminati in ogni dove... Quindi, sappi sin da ora che se questo è il tuo modo di ruolare sei ben lungi dal poter essere un Kenpachi. Non viene richiesto essere degli assi della strategia o dei mostri del combattimento strategico, basta sapere mettere in fila due parole in un italiano corretto. Perdonami la schiettezza e il modo diretto di esporti i fatti, ma sono convinto che tu possa fare di più, mi rifiuto di pensare che questo sia il tuo massimo. Per cui, ti do adesso due consigli: il primo è di rileggere con attenzione più volte ciò che scrivi, una volta finito, prima di postare. Può sempre aiutare a scovare piccoli errori disseminati durante la battitura. Il secondo, è quello di utilizzare un programma come Microsoft Office Word o OpenOffice Writer che, con il loro tool di correzione ortografico possono aiutarti anche a sistemare meglio il tuo lavoro.
    Per quanto riguarda Grimm: hai fatto un buon lavoro, se devo essere onesto, ricordando i tuoi vecchi scritti che mi passavi per mp, devo dire che mi aspettavo infinitamente peggio. Solo tendi a dimenticare troppe virgole dove andrebbero di dovere e, se proprio devo essere puntiglioso, c'è qualche frase un po' contorta. Ma per rimediare immagino che basti rileggere con un po' d'attenzione in più.

    Ben conscio di non essermi guadagnato le vostre simpatie ma di aver sicuramente ottenuto un paio di "ma vai al diavolo" -per dirlo in un'espressione pulita-, con questo concludo il vostro primo specchietto di valutazione. Fiducioso del fatto che migliorerete, altrimenti vi boccio andate in pace! Buon lavoro. :mki:

    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Mormorato
    Parlato d'altri

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    × 1.1: Two more rookies.
    In quel periodo non riuscivo ad avere un attimo di respiro tra scartoffie, missioni e lezioni accademiche. Il tempo da dedicare a me stesso e alla mia ragazza rasentava lo zero e, sì, ero molto stressato. Come molti sanno, lo stress causa malumore. Nel mio caso particolare, malumore significava profonda irritazione verso qualsiasi cosa si muovesse. Lo ammetto, da tempo ormai la soglia massima che la mia pazienza mi consentiva di non buttare tutto all'aria si era pesantemente abbassata e una nuova classe di reclute non giovava all'innalzamento di essa né al recuperare il mio buonumore.
    Come ero solito fare per le nuove leve, quella mattina mi dovetti alzare presto per piazzarmi davanti all'ingresso prima dell'apertura dell'Accademia, in modo da evitare tutto il fastidioso viavai di studenti che la popolavano. Studenti che non tardarono nemmeno ad arrivare, formando così il solito fiume di persone che entrava e usciva, accalcandosi e spingendosi l'un l'altro.

    Poi, dal nulla, cominciarono ad arrivare i tre rompiscatole. O prescelti, a seconda dei punti di vista. Magari rompiscatole più dal punto di vista mio, prescelti da quello di chiunque altro. Il primo, abbastanza alto, arrivò vicino a me con fare fin troppo disinvolto, andando ben oltre il limite posto dall'aggettivo 'strambo' e cianciando le solite fesserie di circostanza, mentre sorrideva con un'espressione del tutto ebete. Quasi da psicopatico. Stomachevole.

    «Ma che buon odore....di sangue.....kekekekekeke
    Sono Hiruma Kenpachi e volevo sapere se non era per caso lei il mio nuovo insegnante»

    «Uno...»

    Semplicemente rimasi in silenzio, fissandolo con uno dei miei sguardi più agghiaccianti... la specialità della casa, insomma. Nel frattempo, ecco giungere il secondo rompib-... ehm, aspirante shinigami. Era una decina di centimetri più basso di me, con dei capelli neri abbastanza lunghi ma che non rasentavano l'effeminatezza. Aveva degli occhi verdi con sfumature di castano alle estremità piuttosto espressivi, quantomeno insoliti e belli da vedere, con una mimica facciale un po' da tonto ma, come si suol dire, ognuno porta le sue croci...

    «Shiro Fujimoto! Piacere! Volevo sapere se questo era il luogo d’incontro per i nuovi alunni.»
    «Due...»

    Il quadretto della mia nuova classe era... deprimente. Era ancora presto per poter valutare il loro reale valore, ma nessuno di loro mi aveva colpito più di tanto. Nessuno dei due aveva avuto, almeno inizialmente, il potere di destare dal suo sonno la mia molla della curiosità, a parte il primo che mi sembrava un perfetto idiota.
    Sospirando amaramente, presi infine la parola.

    «Purtroppo sì, sono il vostro sensei. Sareste così gentili da seguirmi, per piacere?»

    Senza nemmeno aspettare una loro qualsiasi replica, voltai loro le spalle e mi infilai in mezzo alla confusione. Poi, facendo slalom tra uno studente e l'altro e i vari corridoi, mi avviai a passo deciso verso una porta sulla destra dell'ultimo corridoio nel quale svoltammo, la cui insegna recava la lettera "B-1" dipinta in nero a caratteri occidentali. Aprii la porta scorrevole velocemente ed entrai all'interno della stanza, aspettando che anche gli studenti entrassero al suo interno. L'aula si presentava come un locale perfettamente quadrato di circa dieci metri quadrati, dall'arredamento piuttosto spoglio: vi erano solo un cerchio nero di sei metri di diametro dipinto sul pavimento di legno e, sul versante opposto alla porta, un'enorme finestra che illuminava a giorno la stanza esattamente come se fossimo all'aperto. Una volta preso posto al centro del cerchio, incrociando le braccia, aspettai che gli studenti prendessero posto di fronte al sottoscritto e presi per la seconda volta la parola.

    «Gintoki Sakata, sesto seggio della Decima delle Tredici Brigate di protezione. Sarò il vostro sensei per l'intera durata del vostro percorso accademico che, ve lo posso garantire, non sarà rose e fiori. Qui dentro, con me, vigono due sostanziali norme.
    Uno: Finchè siete entro il perimetro accademico io ho pieno diritto di decidere della vostra sorte; la vostra sopravvivenza è solo ed unicamente un mio capriccio, così come per capriccio potrei uccidervi.
    Due: Gli studenti devono collaborare tra loro quando è richiesto. La collaborazione per i vero Dei della Morte è fondamentale.
    Coloro ai quali queste piccole premesse non vanno bene, possono benissimo alzarsi e tornarsene a casa.»


    Indugiai per diversi secondi su ognuno di loro, incontrando i loro sguardi con una glacialità che in confronto gli Iceberg potevano essere definiti bollenti.

    «Bene, ora ripetete i vostri nomi, dato che li ho già dimenticati, e ditemi per quale astruso motivo vorreste diventare degli shinigami.»


    Freddo, schietto, brutale come sempre. Probabilmente non avevo fatto una bella impressione, ma non mi importava più di apparire simpatico agli occhi della gente. Non come prima, almeno.


    CITAZIONE
    Inutile dire che, comunque, non ho nulla di personale contro di voi: soprannomi e acidità del mio pg sono una semplice questione di interpretazione. Non è esattamente un tipo amichevole, se non lo si sa prendere. Buon GdR, ragazzi. ^_^

604 replies since 28/4/2007
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