ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by DjTeo

  1. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    La settimana era passata tra dolori e bruschi risvegli, seguiti dai soliti urli, per l’impossibilità di movimento. I giorni trascorrevano lenti, fra i vari pasti dell’infermeria, che non facevano altro che incrementare, la sua fame; rendendogli buono e appetitoso anche un blocchetto di cemento. Nonostante le sue continue lamentele, la condizione fisica migliorava di giorno in giorno e procedeva spedita, verso la completa guarigione.
    Cosi dopo un trattamento completo per estrapolare tutti gli oggetti metallici, entrati in contatto con il suo corpo e dopo aver rimarginato tutte le ferite e le ustioni, tutto sembrava perfetto.

    Quella mattina, nell’aria si poteva sentire un certo odore di carne affumicata, che aromatizzava la mattinata e preparava il palato al piatto prelibato.
    Per il giovane Ilyan quella sarebbe stata l’ultima mattina in infermeria e sentire quell’odore nell’aria, lo faceva pensare alla dieta portata avanti durante la sua permanenza.
    Cosi pervaso da quella flagranza incominciò ad aggirarsi per le camere, curiosando in giro per tutti i locali, sempre rimanendo fuori dalle porte.
    Lui lanciava occhiate da bambino, per vedere chi avesse cucinato quella prelibatezza a quell’ora della mattina. Continuò a girovagare, fino a che non si affacciò in una stanzina dove l’odore si faceva più forte e dentro c’era una ragazzina che rideva guardando il signore che stava al bordo del letto.
    Il signore che stava vicino a lei, faceva saltare la carne in aria e la bambina continuava a gridare di lanciarla più in alto; cosi da divertirsi sempre di più. Quella scena riempì il cuore del ragazzo di una pace vivace e leggera, che lo rigettò nei suoi ricordi per quanto offuscati e fu proprio in quel momento, che si rese conto che tra i frangenti che la mente gli illuminava, nemmeno uno risultava avere quella sensazione.

    Ilyan era sempre stato un solitario, uno che la vita l’aveva sempre portata sulle spalle, con quello che riusciva a trovare per strada. Solo e diverso in un destino avverso, ma nonostante avesse questa certezza, l’aura maligna che aveva dentro, lo rigettava nell’interrogativo più grande; lui nella vita terrena era stato un malvagio o una persona da stimare per ciò che faceva?
    Andò via dalla stanzina, con il tremore nel cuore, pensando al sorriso di quella bambina e immaginandosi il suo.
    I giorni passarono e lui non faceva altro che pensare a quella bambina, cosi alla fine decise che doveva conoscerla. Adesso in lui albergava la voglia di vederla sorridere per cercare di capire il suo istinto e i suoi modi, che cosa avrebbero comunicato alle altre persone o ala gente intorno a lui.
    In fondo anche Akane, aveva pensato fino alla fine che lui stesse cercando di ucciderla.
    Cosi arrivò la notte e l’aspirante Shinigami andò a dormire con il sorriso in faccia, deciso e pronto per il giorno seguente, poiché sarebbe stato il fantomatico giorno della visita.

    Peccato che il buon umore che lo aveva accompagnato nel sonno scomparì immediatamente al suo risveglio, poiché la prima cosa che vide fu un materiale simile alla iuta.
    Che cos’era quel materiale e perché gli sembrava di essere in movimento?
    Queste domande erano molto plausibili e vista l’esperienza passata, se ne preoccupò particolarmente, ma la sua preoccupazione ebbe la risposta che tanto lo spaventava.
    Un’altra volta era stato rapito e ancora una volta era stato fatto quando non era cosciente, il povero ragazzo, incominciava a pensare che dormire, fosse un rischio esagerato.
    La sua permanenza all’interno del sacco non fu delle più lunghe, ma sicuramente diede due o tre colpi con la nuca sulla fredda e dura roccia.
    Alla fine il suo rapitore era come se stesse trasportando un carico di legna e con quei modi aggraziati, continuava a farlo sbattere a destra e a manca.
    Poi una volta passato il tratto doloroso, ci fu la botta finale, poiché il rapitore lasciò il sacco gettandolo sul suolo e prima di riuscire a rivedere la luce del giorno; si sentì come in un forno, poiché il sole, prepotente riscaldava il sacco, creando un effetto serra, per niente piacevole.

    Dopo due o tre tentativi di fuga, finalmente riuscì tirare fuori la testa da quel sacco e guardandosi intorno rivide la sua compagna, che stava ridendo e commentava la scena che aveva davanti.


    -Arrhhhh!-

    -Ahahahah! Sensei! Veramente pensava che quel costume ridicolo la potesse nascondere?-.


    Un pirata veramente stravagante si poneva davanti a lui, che avendo fatto capolino dal sacco, non caì subito la cosa, poi una volta uscito dal sacco, si avvicinò e capì meglio il tutto.
    Il signor “Barbanera” con gli occhi azzurri, non era altro che il suo solito Sensei psicopatico, che nonostante tutto li aveva rapiti ancora.
    Sconsolato e rassegnato si mise vicino la ragazza, che aveva appena finito di ridere, fece uno sbuffo gigante e dissè.


    Ma un fax normale, non arriverà mai vero? Finirò per non prendere più sonno!!!
  2. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Il senso di nausea e di metallo che lo attanagliava era l’ultima cosa che si ricordava prima di perdere totalmente i sensi. Unito a quella sensazione aveva anche avuto la certezza, di aver fallito la missione e di essere caduto senza aver portato a termine il suo scopo.
    L’esplosione del robot, il traguardo e la sua compagna erano tutte immagini che vagavano nella sua mente spenta, che riecheggiava sensazioni e momenti importanti che avevano segnato quella notte.
    Trappole spaventose, che piegavano le menti più immaginarie, si abbattevano contro di lui, in una corsa contro il tempo, per il superamento di una prova eccezionale e contorta allo stesso tempo.
    Parole mute che annebbiano la morte celebrale dell’ex assassino, cosi profonde che gli sembra addirittura di non avere la possibilità di svegliarsi. Un sonno vegetale, dove l’unica consolazione che riusciva a trovare era quella di non provare più alcun dolore.

    Poi all’improvviso dal buio più totale un onda di calore umano, arrivò a colorare la gelide membra del suo corpo.
    Un piccolo gesto, che sembrava quello di una persona a lui cara; un affetto molto importante, perso da molto tempo o meglio ancora; un affetto mai riconosciuto.
    Quel movimento di coperte, spinte verso l’alto, cosi come fanno le mamme ai loro bambini, sembrò riportare nel mondo reale, lo coscienza vagante del povero studente.
    Anzi nonostante il suo stato dormiente riuscì a udire anche il suono di una voce pronunciare dolcemente la parola “ Grazie”

    Quel singolo vocabolo, gli donò la forza per aprire gli occhi, cosi da tornare tra i vivi e riuscire a scandire un ombra, allontanarsi dalla stanza, senza voltarsi.
    Quell’ombra si allontanava lentamente e anche se non riuscì a mettere a fuoco la figura completa, ebbe la sensazione di conoscerla e questo gli bastò per riappaciarsi nel letto, nella calma più totale.
    Poi guardando il soffitto sorrise leggermente e sussurro ad alta voce tra se e se.


    In un letto bloccato, sena la possibilità di muovermi……ma vivo……..e in pace !!! Grazie a te
  3. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    La parte del soldato Ryan, non gli si addiceva molto, ma oramai ci era entrato dentro e fino alla fine, aveva scelto quella strada e per un ragazzo del genere cambiare all’ultimo e voltare le spalle alle sue scelte, era veramente difficile.
    Cosi dopo aver provato a coprire la ragazza con i colpi del suo mitra, decise di attivare la granata e quella scelta fu cruciale, per tutto lo svolgimento della missione.
    I movimenti che ne seguirono furono troppo lenti per effettuare, il risultato sperato e quindi lo scenario che ne conseguì fu quasi apocalittico.
    Quando si dice che la situazione era sfuggita di mano, poiché l’unico suono che scandì la situazione generale fu questo.


    SKatOOOoooommm!!!!!

    Questo grande boato, poteva significare solo una cosa; la distruzione più totale!!
    L’esplosione fu violentissima causando danni gravi su tutto quello che incontrò, inutile dire che un’esplosione del genere, lanciata a mano da un solo uomo, si sarebbe ritorta contro anche lui stesso.
    Ilyan ne era la prova vivente, poiche venne scaraventato contro un albero con una violenza inaudita, come se fosse un piccolo fuscello, spazzato via dal vento.
    L’onda d’urto insieme ai danni provocati, lo investirono completamente lasciandolo a terra, con danni gravi su tutto il corpo.
    Una moltitudine di frammenti metallici, lo colpirono conficcandosi all’interno del suo corpo, provocandogli dolori lancinanti; senza parlare delle ustioni gravi che albergavano complente su di lui.
    Insomma era ridotto uno straccio di uomo, un povero rigetto della guerra, che sarebbe caduto senza gloria come tanti, dovendo sottostare a questo destino per una sola ragione.

    Il suo intento primario era quello di danneggiare la gamba del robot, cosi da farlo cadere e lasciare libero il passaggio per lui e per la sua compagna.
    Invece i suoi sforzi si dimostrarono auto lesionanti, per tutta la squadra, danneggiando fortemente anche la propria compagna, che ricevette una bella scarica di schegge metalliche addosso.
    Pero nonostante il dolore che stava provando e le condizioni in cui aveva gettato la povera ragazza, si rese conto che la sua operazione completamente sfasata, aveva portato i suoi frutti.
    La gamba del robottone era completamente andata e vedere il robot cadere, imprigionando il Sensei praticamente sotto terra era una soddisfazione che valeva la candela.
    Naturalmente questo discorso era molto egoistico perché un secondo dopo si vide arrivare addosso la sua compagna che provava a chiedergli come stava , per cercare di dare un supporto.


    CITAZIONE
    -Dannazione! Ilyan! Stai bene?-

    Il povero ragazzo aveva tutti i sensi in stato confusionale e a malapena riuscì a capire le parole che gli furono dette. Pero il suo sguardo non volgeva nel vuoto, ma continuava a fissare il robot, come se avesse avuto la sua rivincita e nei suoi occhi si poteva notare lo spirito assassino che era rimasto assopito dentro di lui.
    Fortunatamente per il ragazzo questo stato emotivo non prese perfettamente il comando del suo corpo e cosi dopo qualche minuto torno a essere lui stesso e tornò prepotentemente il dolore.
    Un dolore intollerabile, che lo avrebbe fatto svenire sicuramente, da un momento all’altro.
    Il povero studente vedendo gli occhi della ragazza, volle provare a muovere qualche muscolo, per capire effettivamente qual’era la sua situazione attuale; ma non appena il cervello diede il comando di provarci, il risultato fu solamente un urlo che spaccò il silenzio che si era creato.


    AAARRgh!!!

    Adesso aveva più chiara la sua situazione e cioè immobilità totale aspettando pazientemente che qualcuno lo portasse in infermeria, tra le urla che avrebbe emesso una volta spostato, sulla barella.
    Oppure dinanzi a lui c’era un’altra eventualità, aspettare la morte definitiva, cosi da dimenticare quel passato già scordato e da cancellare la brutta faccia del Sensei.
    Quando tutto sembrava finire un sorriso si stampò sulla faccia del ferito di guerra, come se davanti a lui ci fosse raffigurata la morte. Negli occhi quasi un senso di rassegnazione, poi un ultimo sussulto gli diede un altro motivo per non arrendersi.


    Robot in avaria
    Iniziato il processo di autodistruzione in 1 minuto... 59... 58...


    Questa comunicazione, unita alle richieste di aiuto fatte dal Sensei, lo riempirono d’orgoglio, come se la battaglia fosse vinta e il nemico spacciato.
    Il cammino di un kamikaze non si sceglie si segue con onore aspettando le porte dell’aldilà e lui aveva vinto.
    Anzì se fosse stato un guerriero più abile, forse avrebbe avuto meno danni e sarebbe arrivato al traguardo, ma realmente, conosceva la sua situazione a pieno.
    Egli sapeva che il Sensei se avesse voluto, avrebbe potuto tagliare il robot in due, per poi uscire e ridere del suo tentativo ignobile.
    Quindi una volta focalizzata la realtà delle cose, incominciò a stamparsi un’altra idea nella sua mente, come se alla fine di tutto, lui avrebbe dovuto dire grazie a quell’uomo spregevole, come se la voglia di uccidere e la gratitudine fossero la stessa cosa.
    Forse nella sua testa si venne a formare un senso di speranza verso il proprio maestro, come se l’avvenimento della sua morte, sarebbe stato una cosa tragica, che avrebbe rimesso la sua vita su un binario morto, dal quale era uscito con tanta fatica.
    Ilyan lo voleva morto e lo voleva vivo allo stesso tempo, perciò in preda al suo dolore e alla sua forma fisica devastata se la rideva, contento della sua missione e della sua probabile bocciatura.

    Il ragazzo ancora non cedeva al senso di abbandono che lo predominava e rimanendo ancora cosciente, osservava il lavoro della sua compagna che tra lui e il Sensei, aveva scelto il maestro.


    Hai scelto ancora una volta lui? Dopo che ho provato a difenderti…..Arrgh ….AArrgghhh!!!

    Il solo sforzare la voce gli procurava un dolore indescrivibile e sembrava addirittura sgorgare più sangue dalle ferite, per non parlare, di quelle che già aveva accumulato prima dell’esplosione finale.
    Comunque le parole che espresse non le disse per farsi aiutare o farsi compatire, voleva solo far capire ad Akane le sue buone intenzioni, verso di lei; avendo paura lui stesso, che un giorno, la parte assassina che risiedeva dentro di lui, avrebbe potuto prendere il sopravvento.
    Quelle parole comunque furono le ultime cose che disse, poiché in cuor suo vedendo gli sforzi della ragazza, sperava nel successo della sua operazione.
    Li d’altro canto soffriva come un animale, per arrivare ad un arma, che secondo le sue idee, avrebbe potuto salvare il maestro dall’auto-distruzione; eppure non appena riuscì a sparare caddè in preda al dolore perdendo i sensi.

    Quella visione, gli diede la forza di emettere un ultimo sforzo fisico.
    Per prima cosa allungò il braccio destro in direzione della ragazza, seguito da quello sinistro; addirittura per un secondo sembrava fosse fatta, ma quando il movimento toccò agli arti inferiori, capì che non c’era possibilità.
    Provò a sbilanciare il peso corporeo in avanti, mantenendo le braccia distese verso il robottone, ma non appena si sbilanciò, il dolore lo chiuse in una morsa senza scapo, che subito dopo aver raggiunto la posizione sdraiata a pancia in sotto; gli fece perdere i sensi.
    Lui nella sua testa prima di chiudere gli occhi pensò solo due parole.


    Missione Fallita!!
  4. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Il ragazzo aveva due morsi alle gambe, ma già il fatto di essere sopravvissuto alle mille peripezie passate in precedenza, lo teneva in vita più forte che mai.
    Il letto era ancora in buone condizioni, ma non si poteva minimamente credere di rallentare la velocità che aveva preso, per colpa dell’omino della Michelin.
    Pero la velocità presa gli aveva fatto fare un bel pezzo di strada, cosi si incominciava ad affacciare al di là della curva e mentre lo faceva si girò per guardare la sua compagna e vedere come aveva preso la sua strigliata.
    Per un secondo sembrava addirittura che la sua situazione e le parole usate avessero avuto un qualche effetto nell’animo della ragazza, ma subito dopo la ragazza riprese le sue idee e con aria scocciata diede una minima soddisfazione al povero studente malconcio.


    -Certo...colpi accidentali...Tsk! Vedremo!-

    Perso nel dialogo con Akane non si era conto che l’omone di gomma che aveva fatto da propulsore fino a quel momento, era sparito.
    Non riusciva a capire subito il motivo di quella mossa, ma di sicuro ogni cosa che accadeva, non succedeva per caso, cosi una volta che ci si rende conto di questa sicurezza, si può andare avanti più sereni e pronti a ogni evenienza.
    Cosi fece, cercando di non pensare troppo alle sue gambe, che portavano ancora gli orologi canini, stampatogli precedentemente dai migliori amici dell’uomo.
    Poi pero la falsa quiete fu interrotta dal suono più spaventoso di tutta la missione, che ormai, dopo quella notte avrebbe riecheggiato nella sua mente all’infinito.
    Un altro “CLICK “e come al solito lo aveva innescato la fortunatissima e calmissima Akane che stavolta non ebbe nemmeno il disturbo di un altro rimprovero da Ilyan, che ormai stanco e demotivato, non sprecò altri suoni vocali contro la compagna.
    D’altro canto fece l’unica cosa sensata da fare stringersi al letto e pregare che la cosa che lo attendeva, fosse il meno mortale possibile.
    Infatti, giusto pochi secondi e dinanzi a loro apparve una chicane che finiva con un giro della morte, sembrava proprio di essere all’interno di un livello di Sonic, alla fine sarebbe potuto arrivare anche lui no?
    Peccato che per quanto fosse divertente l’idea di vedersi sfrecciare accanto, un bel riccio blu in scarpette rosse; la realtà era molto più nuda e cruda poiché il suo letto non rallentava e lui non era un riccio che sapeva correre alla velocità del suono.


    Io vorrei conoscere chi ha progettato questo campo minato……ma una trappola normale no???

    Cosi imperterrito sfrecciava sulla rampa, prima il tornante e poi il giro della morte, senza indugi e senza freni. Il ragazzo in preda al panico attaccato alla sua spalliera, sperando che la presa avesse resistito fino alla fine oppure sperando di non perdere le braccia.
    Fortunatamente la velocità con cui affrontarono l’acrobazia fu quasi fulminea, cosi da rendere il capovolgimento quasi istantaneo, almeno per Ilyan; perché la ragazza aveva un senso di vomito molto sviluppato, tanto che lo si poteva notare benissimo.
    La giostra era finita, ma quella non era la trappola effettiva, quella serviva solo a dare un’altra dose di risate al Sensei poiché adesso una sbarra si proiettava davanti al loro cammino.
    Stavolta l’unica cosa possibile era andargli contro e cosi andò a finire.
    I due partecipanti volarono via, catapultati lontano, sbattuti via dal proprio destriero con le lenzuola e insieme a loro, volarono via anche tutte le armi, che finirono per riempire il campo.

    Per comprendere meglio la situazione, ebbe solo il tempo di tirare su la faccia dal terreno e ricomporsi ai limiti del possibile. Naturalmente la ragazza fece lo stesso, peccato che il suo sguardo era rivolto su altri orizzonti; per la cronaca, cespugli o manti erbosi abbastanza alti da coprire il suo malessere. Quando riuscì a trovarlo si sentì la sua liberazione, in ogni angolo del campo di addestramento, tanto che, il ragazzo non riusciva a capire perché non sentiva le risate del sadico malato che aveva ideato la trappola dei dolciumi.
    Qualche istante dopo pero riuscì a udire un'altra voce.


    - Infine siete giunti al mio cospetto... –

    Noooo!!! Non mi dire che devo risfidare quel maledetto? Avrei dovuto aspettar….

    Venne la luce sulla linea del traguardo e finalmente la meta tanto attesa fu svelata. Quella sarebbe stata la prova finale, dove non ci sarebbero state scusanti o mezze misure; Ilyan avrebbe dato tutto se stesso per vincere anche quella missione.
    Poi capì la natura della missione finale, il vero motivo, per cui la sua frase fu strozzata sul finire. Un Gundam donna, molto prorompente li stava aspettando, con due fucili attaccati alle spalle, come forma di benvenuto e prima parlò spiegando la situazione, poi si preparò a passare all’azione.


    - Ora vedrò quante palle vi portate addosso. Tutto l’ultimo tratto dovrete farlo a piedi scegliendo quali armi portare con voi. Il bokken però è d’obbligo perché dovrete piantarlo oltre la linea del traguardo per finire l’esercizio.-
    - Dal mio canto... vedrò d’impallinarvi per bene con proiettili al succo d’ortica. Un colpo e comincerete a gonfiarvi come palloncini, kukukuku...-
    - INIZIAMO!!


    Magari io non ero pronto no??? No….penso che non gli interessi

    La ragazza con lo sguardo puntava al missile cerca-calore, ma le sue armi più potenti erano volate, un po’ più lontano rispetto a quelle della ragazza.
    Perciò lo studente per prima cosa incominciò a correre verso la katana, per cercare di completare l’obiettivo primario, ma senza rendersene conto era già diventato il bersaglio di un primo colpo del robot, che aveva mirato alla testa.
    Grazie ai precedenti allenamenti effettuati con il maestro, lo studente aspirante guerriero, riuscì a notare il movimento del colpo e a calcolarne la traiettoria, ma siccome sapeva bene con chi aveva a che fare, non abbassò la guardia e decise di non prendere sotto gamba la situazione.
    In un istante s’impuntò sul posto fermando la sua avanzata e spostò in maniera fulminea sia il busto che la testa verso il basso, cosi da far passare il colpo di poco sopra il capo.
    Quella mossa era stata veramente azzardata, considerando la manovra di evasione troppo brusca e maldestra, ma il suo istinto l’aveva aiutato a non perdere la testa. (In tutti e due i sensi ) Poi rialzò lo sguardo e corse all’impazzata verso la katana e la minaccia del robot cambiò sistematicamente, poiché l’artefice di quella minaccia era lo stesso Sensei, che sembrava stesse giocando a un videogioco di sparatutto.
    Fortunatamente la sua abilità con le armi da fuoco non rispecchiava la sua forza effettiva, come volevasi dimostrare il suo animo da spadaccino. Solo che per cercare di sopprimere questo disagio, arrivò a scegliere un’altra via per rendere le cose difficili ai studenti, infatti la strada che più gli si addiceva. Il maestro scelse di non mirare affatto, ma di sparare all’impazzata in tutte le direzioni, utilizzando quei due cannoni come un pazzo sclerotico, che senza senno cerca di radere al suolo un’abitazione gigantesca.
    Raggiunta la katana la raccolse e cercò di ragionare istantaneamente sul da farsi, per uscire vincitore da quella prova.

    In un primo momento partì anche lui verso il traguardo, vedendo l’imprecisione dei colpi, ma ben presto capì che quella sarebbe stata la sua scelta peggiore.
    Poiché vide la ragazza che aveva raggiunto il missile cerca-calore, forse per cercare di colpire qualche proiettile diretto verso di lei e nello stesso tempo cercare di distrarre il nemico grazie all’esplosione; cosi da cogliere l’occasione e correre verso il traguardo.
    L’aspirante Shinigami vedendo quella scena, capì che la ragazza era in pericolo, poiché l’opzione distrazione del nemico, a suo avviso era molto sbagliata in quell’occasione, vista la natura dell’attacco nemico.
    Cercare di ostruire la visibilità del Sensei e correre sarebbe servito a poco, poiché lui avrebbe continuato comunque a sparare in tutte le direzioni, senza seguire una logica.
    Cosi un proiettile, la colpì al polso, mentre il secondo che gli veniva incontro fu abbattuto dal missile sparato dalla ragazza, che era riuscita a raccogliere l’arma da terra velocemente e a sparare; ma questo non voleva dire che il suo piano avesse funzionato, perché come aveva immaginato il ragazzo, la terza fase consisteva nel correre il più forte che poteva, verso il traguardo.

    Per quanto lei avesse creduto che Ilyan fosse stato un suo avversario o addirittura nemico, stavolta si attivò per darle una mano.
    La prima cosa che fece, dopo aver preso con sé la katana non fu pensare a se stesso e trovare un modo per prendere meno proiettili possibili, ma una volta individuato il mitra più vicino, ci si buttò a capofitto.
    Cosi a capofitto, che solo per arrivare a prenderlo, dovette subire un colpo sul braccio sinistro, molto vicino alla spalla. Subito gli si gonfiò e il dolore unito al prurito, fecero il proprio dovere, lasciandolo senza la possibilità di fare forza con il sinistro.
    L’indecisione pero non entrò minimamente nei pensieri dell’ex assassino, che impugnato il mitra con il destro, si mise a fare fuoco di copertura per la ragazza, cercando di sparare sopra di lei, nella linea di tiro dei proiettili nemici, cercando di fare esplodere qualche colpo che l’avrebbe colpita.
    Poi finite le munizioni del mitra attuò il suo piano per cercare di conquistare il traguardo in maniera logica e senza troppe ferite.
    Riprese la katana e se la portò con sè, riprendendo a correre per arrivare alla sacca con dentro le granate.
    La strada era più lunga, ma non era direttamente contro il robottone, era più una via laterale da percorrere, sperando che fossero arrivati meno colpi; ma vista la scarica e le direzioni più disparate arrivarono comunque.
    La sacca era a portata di mano e si lanciò a terra come un soldato strisciando verso di lei, per essere un bersaglio più difficile da colpire.
    Alla fine dei conti quella era una guerra e per uscirne vivo doveva comportarsi come tale, sena sottovalutare la follia geniale del nemico.
    Prese la sacca e incominciò a strisciare verso il robot donna, pian piano, sperando di non essere nella traiettoria dei proiettili nemici.
    In quel modo poteva andare avanti con meno rischio o almeno cosi pensava e in un primo momento sembrò anche dare buoni frutti questa strategia, ma come detto e ridetto i spari viaggiavano in maniera casuale e come volevasi dimostrare uno lo colpì al polpaccio destro.

    Il polpaccio era diventato un palloncino, cosi mentre il dolore la faceva da padrone, riguardò la ragazza che stava correndo verso il traguardo e lui con la sacca di granate in una mano e la katana nell’altra si alzò e incominciò ad andare verso il traguardo.
    Solo che prima ebbe un’altra intenzione, tolse la sicura di una granata che era nella sacca e quando fu abbastanza vicino al robot, lanciò la sacca contro una gamba del nemico metallico.
    Cosi che se fosse esplosa sul bersaglio, il robot si sarebbe destabilizzato e sarebbe stato più facile vincere.
    Naturalmente una volta tirata la sacca, non rimase a vedere se il suo piano andò a buon fine, ma continuò a correre al massimo delle sue possibilità, dirigendosi verso il traguardo sperando di farcela, ormai mancava veramente pochissimo.
  5. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    La ragazza precipitava e senza riguardi produceva urla su urla, senza senso.
    Forse era spacciata eppure sembrava aver trovato la combinazione esatta di tasti, quel tanto che bastava per salvarle la vita.
    Il letto prendeva sempre più velocità e ormai sembrava andare incontro ad una fine certa, l’impatto era prossimo e quando ogni speranza sembrava ormai svanita; anche il giovane studente cercò un ultimo salvataggio in estremis.
    Provare a salvarla non sarebbe servito per la risoluzione dell’esame , ma di sicuro avrebbe alleviato la sua pena nei confronti del Sensei, poiché percorrere l’arduo cammino delle missioni future, tutto da solo, sarebbe stata una via di gran lunga peggiore.
    Poi mentre Ilyan invertiva il suo cammino per provare a gettarsi sotto la malcapitata, ci fu un inversione degli eventi, il paracadute si aprì ed il letto riprese a planare, tranquillizzando il ragazzo.
    Peccato che nonostante la situazione fosse volta a favore della ragazza i pensieri che espresse nei suoi confronti non furono del tutto piacevoli.


    -Ilyaaan! Che diamine combini? Hai fatto la fila tre volte, quando il buon Kami-sama ha distribuito la stupidità?-

    Si vede che non era riuscita a metabolizzare bene i tre colpi sparati in aria per sbaglio.
    Eppure il ragazzo non aveva intensioni bellicose nei suoi confronti, ma il modo in cui espresse quell’insulto, ne lasciava trapelare degl’altri che sarebbero arrivati da lì a breve.
    Naturalmente il volto del giovane studente cambiò subito espressione, era come se ad un tratto, fosse uscito il mister Hyde che dormiva dentro di lui.
    Essere insultato anche quando stava dimostrando buone intenzioni, lo fece imbestialire come a fargli ricordare che le buone intenzioni non erano nel suo D.N.A:
    L’assassino che era in lui si risvegliò, ma non potè attuare subito il suo piano di eliminazione perché il letto planando, aveva guadagnato metri rispetto alla sua posizione.
    Infatti, lo aveva superato, lasciandolo un po’ indietro, ma questo non fece altro che rendere la cosa più interessante.
    Nella sua testa avrebbe voluto scendere da quel letto per correrle dietro e poi usare le mani nude per buttarla giù dal letto e urlarle contro, tutte le sue buone intenzioni, ma questo era un progetto che non avrebbe mai conosciuto vita, vista la posizione di atterraggio dove caddè il letto della sua compagna.
    Quello era un campo minato e se c’era una possibilità di non cadere su una trappola, sarebbe stata uguale ad una percentuale di 0,002 %; perciò non c’è nemmeno bisogno di finire la frase per capire che non appena il letto toccò terra si sentì un rumore che non preavvisava nulla di buono.
    Quello era il click che precedeva l’apertura di un’altra porta degli inferi; un’altra invenzione malefica tratta dalla mente malata del suo Sensei, che avrebbe goduto di sicuro a quella vista.


    Stupida ragazzina e io che volevo anche salvarti!!!! La mia stupidità dici? Capirai che non è saggio mettersi……cooooooooo!!!!!!

    Non riuscì a finire la frase perché fu scaraventato contro la spalliera del letto alle sue spalle, come se si fosse attivato una specie di propulsore dietro al suo letto.
    Infatti, giusto il tempo di abituarsi alla velocità che aveva preso il suo bolide e riuscì a girarsi per guardare la causa di tale spinta.
    Una volta girato, si rese conto che forse era meglio rimanere all’oscuro di tale oscenità, vista la natura del mostro che stava spingendo il letto. Poiché era proprio questo il motivo della reazione improvvisa avvenuta pochi attimi fa.
    Quell’omino gigante e bianco con le braccia lunghissime spingeva con tutte le sue forze e per prima cosa lo studente si alzò sulla spalliera e tenendosi in equilibrio appoggiandosi alle sue braccia provò sferrargli un calcio al volto.
    Il colpo andò a segno, ma era come prendere a calci un muro spessissimo, perciò cercò di capire se valeva la pena, continuare a colpirlo. Per avere la certezza della sua scelta prese il mitra e puntando dritto alla faccia dell’uomo gommoso lasciò partire un colpo, ma l’esito confermò le sue teorie, cosi incominciò a prepararsi ad affrontare i rischi che gli sarebbero venuti incontro.
    Sicuramente procedendo dritto in un campo minato, prima o poi avrei incontrato l’attivazione di qualche trappola e stavolta non avrei avuto scampo.


    Brava!!! Brava !!! Brava ragazza!!! Potevi atterrare da un’altra parte?

    Poco dopo che le urla raggiunsero la ragazza, lei arrivò a impattare con una prima trappola che proiettò migliaia di dolci sul suo letto.
    Akane incominciò ad ingozzarsi come una balena e a vederla mangiare in quel modo si poteva pensare che se ne stesse sbattendo completamente della situazione che la circondava, ma per dare questo giudizio, sarebbe dovuto essere uno stolto.
    Sicuramente era l’effetto collaterale di qualche proprietà chimica, fuoriuscita dal terreno o quasi sicuramente prodotta dalla trappola.


    Ti sta bene!! Mangia e ingozzati…..cosi quando scoppierai penserai alla mia stupidità!!!

    Alla fine poteva essere plausibile avercela con il ragazzo visto lo spavento dei spari, ma pur non sapendo il motivo, Ilyan non riusciva a digerire quegli insulti, che sia un problema del campo minato? O magari era la vera natura del ragazzo che poteva sfogarsi una volta per tutte.
    Queste teorie si presentavano tutte insieme nella sua mente, ma non potevano conoscere la risposta in quel momento, vista la situazione in cui stava incappando.
    L’aspirante Shinigami sapeva che da un momento all’altro sarebbe toccato a lui, perciò decise di ignorare la ragazza almeno per un momento e tornare a se stesso.
    Prima avrebbe affrontato le sue trappole e poi avrebbe fatto ragionare la ragazza, in un modo o nell’altro.


    Dovrei ucciderla? Nooooo…..devo fargli capire che le mie intenzioni erano….

    CLICK

    Un leggero suono che avrebbe prospettato l’inizio di qualcosa e di sicuro non sarebbe stato piacevole.
    Subito sullo schermo apparve la miniatura di un polipo giallo che rideva e saltellava.
    Poi quando smise di farlo uscì la voce del Sensei.


    Benvenuto nel “Cimitero” dove i morti vivono e i vivi……bè muoiono!!! Ahahah ma non preoccuparti, nel cimitero ci sono altri meccanismi, trovali!!! Perché alcuni aiutano a morire, altri….aiutano!!! Ahahaha

    Subito dopo si spense il monitor e davanti a sé sbucò fuori dalla terra, un grande cancello fatto di ossa che si aprì producendo un rumore scricchiolante, ma il campo minato sembrava o stesso.
    Peccato che anche stavolta l’apparenza lo stava ingannando, perché man mano che l’omino spingeva il letto in avanti sbucavano tombe a destra e a sinistra, ma fortunatamente rimanevano tutte chiuse, almeno per il momento.
    Lui pensava che se fosse riuscito a passare velocemente il cimitero prima che le tombe si fossero aperte, sarebbe stato salvo, ma non conosceva ancora i segreti della trappola che aveva attivato.
    All’improvviso il letto sembrò andare in salita ma davanti a sé non vedeva dislivelli nel paesaggio, anzi una vasta pianura si distendeva dinanzi a sé. Perciò incominciò a farsi delle domande e la risposta si svelò da sola quando un braccio mezzo mangiucchiato incominciò a farsi strada tra le coperte.
    Ilyan non ci pensò due volte e gli diede un calcio, ma non appena tolse questo dal suo letto ne spuntarono altri che incominciarono a risalire le lenzuola, aggrappandosi con forza.
    In un istante si affacciò ai bordi del letto scalciandoli via altri due e si rese conto che di sotto il suo letto ce n’erano praticamente migliaia di questo passo ne sarebbe stato sommerso.
    La prima cosa che gli venne in mente fu di imbracciare il mitra e sparare all’impazzata sotto al suo letto, ma capì subito che sarebbe servito a ben poco.


    Questi non sono zombie!!! Sono solo partì di alcuni di loro, posso resistere? Si devo resistere!!!

    Il ragazzo impugnò la katana e incominciò a spazzare tutte le membra che riuscivano a risalire il letto, colpiva all’impazzata in tutte le direzioni, quella era una strategia momentanea nella speranza che il tempo avrebbe giovato i suoi sforzi attraversando completamente il cimitero!!
    Lo schermo si riaccese tornò la figura del polipo che rideva ancora più forte!!


    Il cimitero è una trappola che finisce con il completamento della missione!!!Gia!! Tu non puoi uscire……almeno che…..non vai nella tomba!!!! Ahahahaha

    Maledetto bastardo, maniaco!!! Io nella tomba non ci entrerò mai più capito!!! Specialmente per mano tua.

    In preda al panico e al continuo movimento della katana andò ad urtare bruscamente contro il joystick, facendo sbarellare il letto, ma naturalmente a spinta dell’omone gommoso non cessò di continuare, perciò il letto andò ad impattare contro una tomba, che al primo colpo si aprì di botto, ma al suo interno non c’era nulla.
    Il letto continuò la sua traversata, cambiando di un minimo la sua direzione, ma più o meno riuscì a mantenere la stessa rotta.
    L’unica cosa che era cambiata era un'altra, la spalliera del suo letto aveva preso la forma di una lapide dove sopra c’era incisa una frase.


    "Le tombe sono la casa dei morti e in fondo anche loro vogliono solo tornare a casa…..se vuoi riposare in pace devi tornare a casa anche tu."

    Quell’iscrizione risultò illuminante rispetto le parole espresse dal suo Sensei e capì che la chiave della sua riuscita, era celato all’interno delle tombe che man mano comparivano sul campo.
    Lui doveva scoperchiarle e trovare i segreti che si celavano al loro interno.
    Cosi mentre usava la katana di legno come sfollagente cercò di sparare con il mitra, mirando ai coperchi delle tombe.
    I primi tre spari non andarono a segno, ma il quarto fece un centro perfetto e una volta scoperchiata la tomba, sulla spalliera del suo letto s’incisero altre due frasi.


    “LA TRAPPOLA CIMITERO E’ UNA DI QUELLE TRAPPOLE ESPANDIBILI”
    “(ESPANSIONE NUMERO.5) RIUNISCI TUTTI I RESTI !!! “


    In un lampo la collinetta di resti che stava schiacciando il letto si tramutò in braccio zombie gigante, che per prima cosa lanciò il letto in avanti di circa 3 metri, ma nemmeno questo fermò l’omone di gomma, che continuò a spingere.
    Ora il braccio gigante zombie procedeva all’impazzata contro il povero Ilyan, andandogli incontro da dietro, dando dei potenti pugni a terra, creando scosse impressionanti, cosi da rallentare la corsa del letto.
    Presto sarebbe arrivato il pugno che avrebbe schiacciato sia il ragazzo sia il letto.
    Non c’era tempo da perdere, bisognava attivarsi, cosi prese una bomba a mano e la legò con il laccio di una scarpa alla katana di legno, preparandosi a lanciarla contro il braccio zombie.
    Era tutto pronto stava quasi nella posizione perfetta, quando arrivò un altro click.
    Lo schermo si riaccese e apparve ancora il polipo ridente che disse solo questa cosa.


    I cani sono i migliori amici dell’uomo!!! Lancia la palla e lascia che te la riportino.

    Dal cielo incominciarono a cadere granate di tutti i tipi e nel vuoto si sentiva forte un abbaiare continuo. Su ogni granata c’era un minutaggio preciso, ma ce n’erano tantissime, doveva trovare quelle prossime all’esplosione e lanciarle il più lontano possibile.
    Il tempo non era dalla sua parte e la situazione stava prendendo una situazione apocalittica, il panico stava prendendo il sopravvento.


    Lurido malato!!!!! Aaaaahhhhh mi farai morire!!!! Giuro che ti porterò con me!!!!!

    Non ce la faceva più; tutte quelle braccia zombie e quelle granate cosparse fra le sue lenzuola, era cosi arrabbiato che non volle più ragionare e incominciò a lanciarle il più lontano possibile.
    Alcune che avevano il minutaggio prossimo all’esplosione, fecero il suo botto lontano dal letto, ma altre vennero riportate fra le lenzuola del povero ragazzo, calde calde tra le fauci dei cani fantasma, che si resero visibili solo quando si trovavano in prossimità del letto.


    Nooo!! Andate via anche voi bestiacce!! Non dovete riportarle indietro!!!

    Lo schermo si riaccese e il polipo apparve triste e arrabbiato; sicuramente questo non era un buon segno.

    I cani sono sensibili!!! Il padrone non dovrebbe sgridare i cani con cui gioca…….mmmmmm….NO!!

    Gli occhi dei cani divennero rossi in un attimo e subito dopo uno degli animali che stavano intorno al letto si lanciò sulla caviglia del ragazzo, mordendola con forza. Un bel dolore pervase il corpo dell’aspirante Shinigami, che si lasciò andare alla rabbia più pura, scastrandosi di dosso il cane e impugnando il mitra con furia omicida.
    Con le gambe scalciava le granate e con il mitra incominciò a sparare sui cani, ma tra tutto il caos che stava affrontando una piccola consolazione, venne fuori.
    Alcuni dei cani più lenti che si davano all’inseguimento del letto venivano schiacciati dai potenti pugni del braccio zombie, che ancora incombeva come minaccia primaria sulla vita di Ilyan.
    Stavolta se la stava vedendo troppo brutta e non vedeva una via di uscita plausibile, cosi provò ad escogitare una manovra in estremis per uscire da quella situazione, ma come al solito la bellezza di essere nei guai fino al collo, era avere la certezza che da un momento all’altro sarebbe potuto andare peggio.
    Infatti, il peggio non tardò ad arrivare.


    CLICK

    Una terza trappola compariva di fronte a lui e adesso aveva la certezza matematica, che il suo sadico professore stesse ridendo a crepa pelle.
    Non si fermava di sparare e lanciare granate a terra, ma più ne buttava e più ne ricomparivano e dietro il braccio lasciava partire scosse, che avrebbero fatto tremare paesi interi.
    Era la fine e una conclusione degna dell’apocalisse, doveva finire con la voce del Sensei che spiegava l’ultima trappola.


    Ciao Ilyan è un po’ che non gioco a morra cinese……ti va di giocare con me?

    Sullo schermo comparve un si e un no, ma prima che io facessi qualunque cosa, s’illuminò il si.

    Bene sono contento che hai accettato subito!!

    Ma io non ho fatto nienteeeeeeeee!!!!

    Se vincerai solo una delle tre mani che giocheremo avrai un aiuto, ma stai attento a quale mano vincerai, perché ogni segno si manifesta in maniera differente.
    DAI INIZIAMO!!
    MORRA CI-NE.SE!!


    Il povero Ilyan era troppo indaffarato tra le granate, i cani che tentavano di morderlo e il braccio che provava a schiacciarlo, per poter riuscire a giocare a morra cinese, cosi la prima mano, la perse per squalifica non avendo buttato nessun segno.
    Il Sensei d’altro canto aveva buttato sasso, perciò non passò nemmeno un secondo che si manifesto l’effetto della perdita.
    In lontananza s’intravedeva una palla gigante di pietra che a tutta velocità veniva contro al povero ragazzo.
    Stavolta era la fine, il braccio dietro che picchiava la palla davanti che roteava e intorno i cani che mordevano, più le granate da far esplodere lontano dal letto.
    Non so cosa si voleva aspettare di più da quella notte.
    Il ragazzo pregò con tutte le sue forse e dopo aver esaurito le munizioni del mitra, prese il maggior numero possibile di granate e lo mise dentro la fodera del cuscino, poi le rilegò intorno alla katana di legno e la lanciò davanti a se.
    Sperando che tra di esse ci fosse stata una prossima all’esplosione.


    Ti prego esplodi!!!

    Un rumore clamoroso e assordante, rimbombò per tutto il paesaggio. Lo scoppio fu cosi forte, che le orecchie del povero studente, non volevano smettere di fischiare.
    In più il risultato finale, fu migliore di quello sperato, poiché il cratere creatosi davanti al suo letto risultò essere grande abbastanza, da contenere il masso che incombeva su di lui.
    Cosi il masso entrò nel cratere bloccando la sua corsa e regalando un passaggio per il letto che proseguì la sua corsa, passando sopra l’ammasso di pietra incastonato nella terra.
    Subito dopo si riaccese lo schermo.


    BENE SIAMO PRONTI PER LA SECONDA MANO??
    MORRA CI-NE-SE


    Aspetta maledetto bas….

    In fretta e in furia il ragazzo scelse di giocare le forbici, chiudendo gli occhi per un secondo, anche perché oramai la speranza non risiedeva più su quel letto in balia dei mille pericoli.
    Quando li riaprì vide che nello schermo dinanzi a se, il Sensei aveva scelto la carta.


    Ho vint……AAAAhhhhh…..e basta!!!!

    Un altro morso sull’altra caviglia, lo aveva riportato sulla realtà.
    I cani erano ancora lì e c’erano altre granate da lanciare via, il peggio non era ancora passato, senza contare lo schiaccia sassi zombie che aveva alle spalle.


    DIO MIO HO VINTO!!! ADESSO COSA SUCCEDE?? SENSEI!!!

    Dal cielo, in picchiata scesero un paio di forbici giganti, che sembravano impattare proprio sulla testa del ragazzo, invece colpirono in pieno la spalliera del letto.
    Questo fece si che il letto, l’omone gommoso e il ragazzo fecero una rotazione istantanea di 360° all’indietro per poi rimettersi in piedi e continuare la sua corsa.
    Questo movimento non sembrava aver destato nessun risvolto positivo, ma poi guardando meglio, il disperato giovane si rese conto che tutte le granate erano state catapultate all’indietro, via dalle lenzuola.
    In più si erano incastonate all’interno del braccio zombie gigante e siccome che ogni granata lanciata, doveva essere riportata dai cani, anche i cani si diressero verso il braccio zombie.
    In questo modo, con una mossa sola si era scrollato di dosso tutti i pericoli e pochi istanti dopo, sarebbero esplosi tutti insieme nel clamore della notte; cancellando i cani e il braccio gigante.
    Ora il peggio sembrava passato e se l’era cavata con due morsi di cane, sopra le caviglie, ma si vede che non aveva fatto i conti con la sua compagna, che tutta impiumata dimostrò il suo rancore, lanciandogli contro una bomba a mano.
    Il ragazzo oramai schizzato completamente prese il mitra ormai scarico e lo lanciò contro la bomba a mano, cosi da deviare la sua traiettoria e far accadere l’esplosione lontano dal suo letto.


    Bastaaaaaaaa!!! Akane, non voglio ucciderti!!! Erano tre colpi accidentali ok? Basta granate per favore…..misura la tua di stupidità…….sono stati tre colpi accidentali…aaahhh!!!


    Armi rimanenti
    - 2 missili cerca-calore
    - 1 mitra e un cannone gatling con autonomia di due minuti di fuoco continuo ciascuno
    - 3 granate
    - 1 bomba a mano
    - 1 bomba da mortaio
  6. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    La prova che aveva davanti non prospettava nulla di buono e voltandosi ogni tre secondi aveva visto lo sguardo della sua compagna e si era accorto che anche quello non prometteva nulla di buono.
    Il grilletto sempre pronto a sparare e il bersaglio era lui; nonostante avesse cercato un confronto amichevole con la sua compagna. Purtroppo si rendeva conto di non ispirare fiducia e dentro di se sentiva che in una vita passata avrebbe preferito sparare lui stesso piuttosto che parlare e ragionare, ma le cose cambiano e la morte cambia le cose, meglio di chiunque altro.


    Lei non si fida di me……e io? Io sono quasi convinto he non mi sparerebbe senza motivo…….sembra celare un animo gentile………speriamo…….

    Continuavano a muoversi lentamente lui un po’ più avanti di lei, con il suo mitra puntato dritto davanti a se. Ogni singolo movimento avrebbe preso un colpo, cosi da essere sicuro, che se fosse morto avrebbe portato con se il marchingegno assassino che gli aveva tolto la vita.
    Mentre procedeva cauto utilizzando il suo joystick decise di procedere in diagonale verso sinistra, cosi da scoprire la fine del campo e rendersi conto delle dimensioni effettive del campo minato. Questo gli fece guadagnare qualche metro riguardo alla sua compagna, che come una avvoltoio lo seguiva e lo scrutava, ma era rimasta un po’ più indietro prima di decidere se seguire o no la direzione di Ilyan.
    Nonostante questo lei continuò ad avanzare, in maniera cauta e i suoi occhi celavano i suoi pensieri, ma il ragazzo rimaneva dell’idea che fossero parte di una natura inquieta.
    Lasciarla perdere, del tutto però non era nelle sue intenzioni, anche perché voleva percorrere insieme il percorso e se qualcosa non gli avesse permesso di farlo, nella migliore delle ipotesi avrebbe voluto attraversare almeno i tratti iniziali con lei.
    Cosi decise di darsi un limite e fare solo, altri quattro passi rimanendo in testa al gruppo, con il suo lettone e il suo joystick, per poi girarsi e provare a convincere la compagna delle sue buona intenzioni, per procedere insieme passo passo, sullo stesso livello.

    Questa era una buona strategia mentale, per prepararsi sia all’attraversamento del campo, sia all’approccio umano con la sua diffidente compagna.
    Quindi non doveva fare altro che compiere questi fatidici quattro passi. Il primo venne via con molta tranquillità e non fu d’aiuto nemmeno per creare buone idee, su come interagire con Akane senza dare l’idea di una brutta presenza.
    Il secondo fu più lento e più cauto, visto che si era fermato a pensare a cosa dire, ma comunque avvenne e nella direzione prestabilita.
    Poi quando stava per compiere il terzo si fermò bruscamente e mezzo innervosito pensò ad alta voce.


    Aahhh le mie intenzioni sono buone…sarebbe più facile se procedessimo insieme non credi? Gia…..gia….questo dovrei dirle…….e sarebbe fatta no?

    Cosi poggiò il piede per il terzo passo, ma prima di voltarsi, sentì un rumore molto brusco provenire da dietro di sé.
    Il ragazzo si voltò preoccupato per Akane, ma quando incominciò a cercarla con lo sguardo, si rese conto che nella sua vecchia posizione della ragazza, era rimasta solo una bella nube di terra, come se fosse uscito qualcosa dal terreno o fosse esploso qualche ordigno.
    Poi finalmente individuò bene la posizione della sua compagna, aiutato anche dagli urli che faceva. Qualcuno nell’accademia pensava bene che fosse una stella promettente del cielo degli Shinigami, ma nessuno avrebbe mai pensato che avrebbe raggiunto il suo posto nel cielo cosi presto.
    Ilyan alzò la testa e la vide a un’altezza vertiginosa con tutto il suo lettone, come se fosse stata capitata su una mina a molla. Sicuramente da lì sicuramente avrebbe avuto una bella vista, ma non avrebbe avuto il tempo di godersela; forse nella sua testa la priorità sarebbe stata la soluzione per diminuire i danni della caduta.
    Il giovane studente era su un letto con joystick in mano e voleva aiutarla, perché perderla in quel momento, non sarebbe servito a nessuno dei due e se fosse stata abbattuta, non avrebbe preso nemmeno il premio in omaggio. Perciò continuò a spremersi le meningi per trovare una soluzione, ma l’unica cosa che riusciva a pensare era quella di buttarsi sotto di lei con il suo letto per attutire la caduta.
    Quest’opzione, pero non ebbe la possibilità di essere provata perché, preso un po’ dai pensieri e dalla paura di vederla sfracellare, per sbaglio spinse il tasto avanti del suo joystick, cosi da fare il fatidico quarto passo.

    Quel tasto gli diede un motivo per deconcentrarsi dalla sua compagna ed essere catapultato nel suo mondo, visto che adesso ad essere incappato in una trappola era stato lui.
    Quel movimento aveva dato il via a una serie di eventi a catena, il primo di tutto fu un grande scoppio che catapultò nel panico, il povero Ilyan.
    Lui avendo tra le mani un joystick che mobilitava un mitra puntato e pronto a sparare, fece partire accidentalmente due colpi. Il primo sparo andò dritto in linea retta verso la catena rocciosa, mentre il secondo fu sparato verso il cielo. Durante questa reazione, che poteva essere giudicata esagerata; avvenne una grossa esplosione, che fermò la mano tremante del giocatore e addirittura lo portò quasi a sparare alla sua compagna.
    Poiché con quel botto l’istinto, lo portò a voltarsi, ma avendo la mano completamente bloccata non fece alcun danno ne a lui ne alla sua compagna.
    Fortunatamente per lui, la natura dell’esplosione era totalmente farinosa.
    Infatti, la trappola in cui era incappato, non era altro che una grande esplosione di farina, che condì la splendida notte, del ragazzo, facendolo diventare un omino bianco.
    Pero quell’esplosione di bianco che gli si catapultava addosso, gli fece credere di essere attaccato da un Hollow; cosi posò il mitra in fretta e furia e mentre cercava di impugnare la katana si lascò scappare una specie di urlo a voce alta.


    Attacco Hollow!!!!!

    L’urlo non fece altro che far entrare una grande quantità di farina nella sua bocca, strozzandogli la voce e facendolo smettere di parlare all’istante.
    Nonostante la voce si fosse fermata di botto, se qualcuno avesse osservato la scena da lontano avrebbe visto la katana muoversi all’impazzata a destra e a sinistra nella nuba bianca, come se avesse voluto trafiggere un mostro.
    Adesso con tutta quella farina, avrebbe potuto ammazzare il tempo, facendo un po’ di pane degli angeli e metterlo a disposizione di tutti, magari offrendolo al suo Sensei, ma di sicuro questo non rientrava nei suoi piani originali.

    Perciò una volta pulito in fretta e furia la sua faccia e il suo joystick dalla farina, lo fece anche il suo letto dandosi una bella sbattuta alle lenzuola.
    Poi dopo aver ritrovato un certo rigore da guerriero, provò a riguardare nel punto dove stava precipitando la sua compagna sperando che non si fosse sfracellata a terra, cosi da trovare un modo per salvarla.
    Ilyan la vedeva dimenarsi come se cercasse freneticamente qualcosa e prima di carpire il vero motivo dei suoi movimenti incominciò a tossire forte e a pensare ad alta voce.


    Tsk ……tutta questa farina addosso e nella gola, devo averla ingoiata un sacco……magari tossendo mi farà bene, ma non riesco a ragionare……o magari prima di sputarla fuori dalla bocca potrei riuscire a crearci delle formine……no!!!Akane ha la precedenza….gia!!

    Tossiva forte e mentre lo faceva, cacciava parti di farina a terra.
    Cosi la situazione finale era questa, lui con il capo verso il basso e la faccia rossa per lo sforzo della tosse, lei alle prese con un problema ben più grosso.
    Stavolta il ragazzo sperava che la sua compagna si salvasse, per proseguire la lezione insieme e chiedergli se era capace a fare il pane; vista la farina che aveva messo da parte, soto il suo cuscino.
  7. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Questa canzone non finisce più? Spero non abbia intenzione di continuare a cantare per tutto il tragitto.

    Invece le sue intenzioni erano prettamente quelle e una volta sorbitosi la stessa versione per 25 volte finalmente arrivò la svolta della situazione.
    La cosa importante da sottolineare, era sempre più o meno la stessa; poiché nelle lezioni organizzate e portate avanti dal Sensei le svolte che portavano a qualcosa; quasi mai risultavano essere positive.
    Stavolta non fece eccezione e lo scenario che gli si pose davanti fu addirittura più macabro del solito. Un campo minato apparentemente abbandonato, con trincee e buche a terra.
    Stavolta il suo maestro aveva trasformato in realtà tutte le sue promesse, diventare uno Shinigami non sarebbe stato una passeggiata, anzi sarebbe stata una vera e propria guerra e questa era una dimostrazione pratica.
    Naturalmente dopo la presentazione dello scenario arrivava il magnate dell’evento e con la sua voce soave si apprestava a spiegare le regole del gioco.


    CITAZIONE
    - Buonanotte a tutti, belli e brutti! Spero siate svegli e attivi!
    - Questo posticino l'ho scelto apposta tra i vecchi campi di allenamento per le reclute della Seconda Brigata per il nostro allenamento settimanale. Un tempo era usato per verificare la furtività degli aspiranti Shinigami negli spostamenti sotto attacchi Hollow, ma oggi siamo molto più gentili e comprensivi e quindi abbiamo tolto i mostri assetati di sangue e abbiamo messo delle mine anti-uomo e anti-carro, trappole varie e qualche altro trucchetto che adesso non mi viene in mente. Cosa dovete fare? Attraversarlo, ovviamente, ma stando a bordo dei vostri cari lettoni che mi sono preso la briga di far sistemare da un amico.

    Addirittura hai degli amici? Giuro che non ci credo……..no……

    Il tempo di finire il discorso e il comodo letto di Ilyan subì una lieve trasformazione.
    D’un tratto fece la sua comparsa una consolle con un joystick e quattro tasti, in più unito a uno schermo sul fondo del letto.
    Poi dopo essersi reso conto di essere stato catapultato dentro un videogioco, cercò la cosa fondamentale in un gioco di guerra.
    Le armi gli apparvero tutte intorno al letto e non erano armi bianche adatte ad uno Shinigami, anzi rappresentavano il bagaglio pesante di “John Rambo” con tanto di lanciarazzi.
    Mentre lo studente ammirava e scrutava le armi in suo possesso, ricomparve la voce del sadico maestro che premeva per esplicare le ultime dinamiche e dare il via alla guerra.


    CITAZIONE
    - Potete usare qualsiasi cosa per farvi strada, ma cercate di non rimanere senza munizioni o vi rimarrà solo la spada per... "dopo". Ah, c'è un premio se uno di voi "affonda" il letto dell'altro. Ci vediamo dall'altra parte, bye bye!

    Spero di arrivare dall’altra parte……..ma non spero di rivederti!

    La scritta “PARTENZA” appariva sul suo schermo, dopo essersi spento e questo era il segnale che dava il via alla prova sadica cui era stato sottoposto.
    Il suo obiettivo era di attraversare il campo minato e aveva anche sentito che avrebbe avuto un premio se avesse abbattuto il letto dell’altro studente.
    Tra lui e la sua compagna c’erano una cinquantina di metri e vedendo il suo letto decise di avvicinarsi. Mentre lo faceva le parlò ad alta voce per spiegare i suoi movimenti e farle capire che non c’erano intenzioni bellicose.


    Akane mi sto avvicinando…..penso che almeno per i primi passi ci converrebbe procedere insieme….poi se verso la fine del campo vorrai combattermi, sarai libera di farlo.
    Dimmi se per te va bene.


    Ilyan si spostava verso la posizione della ragazza e mentre lo faceva, si rendeva conto che non riusciva nemmeno a vedere la fine del campo, poiché nascosto da una curva.
    La grandezza del campo da attraversare non prometteva niente di buono e sapeva molto bene che le munizioni erano la sola cosa che gli avrebbero fornito protezione e quindi la sola possibilità di arrivare al risultato finale.
    La sua compagna di classe Akane non risiedeva tra i suoi obiettivi giornalieri e questo non faceva altro che confortarlo.

    Adesso che era giunto vicino alla sua posizione, le fece segno di andare avanti con lui e incominciò i primi passi, lenti e cauti; sperando che i pensieri partoriti dalla testa della ragazza fossero uniformi ai suoi.
    Ogni passo era lento e cauto e per stare sicuro si era munito del mitra che teneva puntato in avanti, pronto all’azione.
    Fucile puntato e passo lento dritto verso la freccia che indicava Urahara e ogni tre passi si voltava per guardare la sua compagna.


    La guerra…..sono sicuro che nella mia vita passata……io non l’ho combattuta!!
  8. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    L’ultima lezione aveva lasciato trascorsi pesanti nel suo stomaco e quell’esperienza era notevolmente maggiore di una sbornia pesante. Dopo essere stato portato in infermeria con la bocca piena di sangue, aveva passato i quattro giorni seguenti sentendo dolori allo stomaco, ma comunque sentiva che erano prettamente interni e il fisico sembrava essere tornato in forma. Ben presto capì che lo sforzo spirituale aveva sopraffatto quello fisico e rimarginare ferite nello spirito era molto più difficile che guarire qualunque altra ferita.
    Il tempo poi passò tranquillamente fino a che un giorno rimase a pensare proprio al suo strambo professore e si stava rendendo conto che ormai era quasi una settimana che non si faceva sentire.
    Di solito non rispettava tempi regolari, ma gli aveva detto che si sarebbe fatto sentire e di sicuro sarebbe arrivato al momento più appropriato. Naturalmente il momento appropriato che riteneva lui, non corrispondeva con le nostre necessità e di icuro la sua comparsa sarebbe avvenuta in un modo particolare, per non dire rischioso per la nostra incolumità.
    I giorni continuavano ad andare via veloci e i piccoli vantaggi che avevano ottenuto dall’ultimo addestramento gli donavano una certa sicurezza nella struttura e avevano migliorato la loro vita quotidiana.
    Nonostante tutto, pero i ritmi da sostenere erano abbastanza alti e continuare a testa bassa era l’obiettivo del giovane studente, che non faceva altro che pensare a migliorare.
    Il netto distacco che sentiva, provava e vedeva tra lui e il suo professore, lo rendeva nervoso.
    Questa reazione emotiva non era dovuta solamente al fatto che il Sensei trattasse chiunque con non aria strafottente. Il vero motivo per cui cedeva alla rabbia era dovuto alla sua potenza, netta e devastante. Lui desiderava arrivare al suo livello, ma non voleva eguagliarlo bensì pensava di superarlo, per poi recuperare la propria memoria della vita passata e avere le armi per scrivere il suo nuovo destino.

    Tutti i giorni si dava costantemente da fare, dividendosi tra studi e allenamenti, temprando il fisico e la mente di pari passo.
    Poi una sera vennero a mancare le forze e decise di andare a riposare prima, per riprendersi e ripartire con maggiore energia. Poi non c’era miglior sonno di quello tranquillo e pacato senza nemmeno avere lo stress del Sensei nella mente.
    Felice e pacato si mise a dormire, la notte non era nemmeno arrivata e tutte quelle ore, sarebbero state il suo tocca sana.


    Mi ci vuole proprio……stanotte starò bene e adesso…..meglio spegnere il cervello e chiudere gli occhi.

    Tra tutti i giorni che Ilyan potesse scegliere, per conservare le forze quello fu il più sbagliato.
    Perché quando finalmente arrivò la notte, non fece il suo corso facendolo riposare, ma appena passarono due ore qualcosa fece svegliare il giovane addormentato.
    Ad un primo momento gli sembrò di sognare, forse stava sognando di marciare perciò si rigrò nel letto credendo che i suoi pensieri stavano dando vita alla sua immaginazione.
    Il passo costante pero continuava imperterrito e lo faceva cosi forte che alla fine lo fece svegliare.
    Una volta aperti gli occhi non poteva dubitare di se stesso, si prese anche un po’ a schiaffi, ma la situazione non cambiava.
    Una volta capito che quella era la realtà si rese conto che era più brutta di quanto si aspettasse, non solo il letto stava marciando, ma era arrivato molto lontano dalla sua stanza.
    Faceva freddo e dopo essersi riaffacciato al bordo del letto per confermare la sua visione di vedere delle gambe al posto degli assi del letto, si mise sotto le coperte arrabbiato e infreddolito.
    Lui aveva l’abitudine di dormire senza pigiama, ma bensi solo con i boxer e là fuori faceva veramente freddo.
    Nonostante si fosse imbucato sotto le coperte lasciò gli occhi fuori per cercare di capire dove stava andando e sopra la sua testa c’era solo verde.


    Una foresta? Quel pazzo….sarà sicuramente colpa sua!!

    I suoi presentimenti divennero fondati quando apparve un piccolo schermo piatto, con proiettata la faccia del suo folle maestro.

    CITAZIONE
    -Prova prova, ci siamo? Mi senti?-
    -Ma chi se ne frega, apri bene le orecchie: questo è esattamente quello che sembra. Sei stato rapito da un letto vivente comandato a distanza dal tuo amabile maestro e ora stai per affrontare l'ennesimo, mirabolante allenamento! Contenta, vero? Io UN SACCO!
    -Non scendere che arriveremo presto alla nuova location preparata apposta per l'occasione. Nel frattempo... un piccolo stacco musicale!-

    Uno stacco musicale eh…… spero che sia l’ultimo che farai…..idiota malato di mente!!!

    Lo stacchetto musicale riusonava la canzone di Michael Jackson “ Bad” e all’interno del plasma si poteva ammirare il balletto di quell’individuo che si lasciava andare al ritmo, compiaciuto del suo lavoro.
    Cosi si ributtò sotto le coperte ammirando le folte chiome di foglie che pian piano gli sorvolavano la testa.
    Il letto procedeva e il freddo non se ne andava, considerando che doveva anche affrontare la missione, decise di concentrarsi sul luogo dove stava andando piuttosto che ai suoi boxer e al freddo che avrebbe provato.


    Io lo ucciderò…. Lo so
  9. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Quello sarebbe stato l’ultimo passaggio prima del risultato finale, per continuare il lungo cammino verso il controllo della Reiatsu.
    Cosi quando lo studente si lasciò trasportare dalle emozioni e decise di esprimere ad alta voce quello che stava vivendo nella testa, capì tardi che ancora una volta l’opzione di colpire sarebbe stata sbagliata.
    Un pugno per infrangere la barriera del potere, quella barriera che lo teneva vincolato nell’essere irreale, senza poter toccare con mano la sua forza spirituale effettiva.
    Stavolta il sangue sgorgò prepotente dalla bocca, ma fortunatamente prima di arrivare a questo punto il risultato della sua sfera, risultò soddisfacente per la lezione del suo Sensei che non fece altrò che rimproverarlo per aver sporcato a terra.


    CITAZIONE
    - Ilyan, Ilyan... se vuoi suicidarti per favore fallo senza sporcare per terra che poi tocca a pulire a chi resta vivo. Cos'era quella cosa del colpire? Il Reiatsu è il tuo flusso vitale, uno scherzo e sei fritto! Non so cosa ti sia passato per la testa, ma riprovaci e non sarò certo io a portare il feretro. Yuki, portalo in infermeria e poi torna a pulire il sangue prima che si coaguli e debba essere tolto con la carta vetrata. Quanto a me, ci ribecchiamo alla prossima lezione!

    Dice bene lui…..Aaah….aaahh….adesso mi ha trasformato anche in un peso ? Aaaaahh

    Questo era quello che diceva, cercando di arginare il dolore che aveva alla gola.
    Un’altra di quelle volte che avrebbe voluto ucciderlo, ma la cosa che gli dava fastidio era quella di essere affidato alla sua compagna.
    Cosi si fasciò la gola con la maglietta e mentre eseguiva questa pratica precisa, si fermò a guardare la scomparsa del Sensei.
    Il polipo gigante si lanciò dentro il piccolo cestino della spazzatura e ne fu risucchiato come da uno sciacquone e con l’espressione ancora più disgustata si rivolse alla ragazza prima di chiudersi anche la bocca con le maniche della maglietta.


    Io lo voglio uccidere…..aaahh… tu puoi fare cio che vuoi non ti preoccupare di accompagnarmi in infermeria…Aaahhhh.. cercherò di correre…..aaahhh…. e sporcare il meno possibile ok?
  10. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Il Sensei aveva un volto misto di tristezza e soddisfazione, poiché vedendo i risultati di quella lezione, doveva farsi carico dei traguardi raggiunti.
    Forse era contento per le motivazioni trovate dai suoi studenti, ma d’altro canto, più la cosa si svolgeva in maniera positiva e più sarebbe dovuto restare a guardare, senza dare sfogo al suo pronunciato senso del sadismo.
    Questo per certi versi tranquillizzava il giovane studente che dopo aver rischiato di morire dissanguato, aveva trovato un certo equilibrio interiore che gli aveva garantito questi piccoli passi.
    Adesso davanti a lui c’era solo la fine di tutti quei sforzi e nonostante tutto non vedeva ancora il traguardo che aspettava.

    Poi il polipo riprese la parola e dall’impostazione sembrava di essere giunti, alla fine di quella lezione, ma non era ancora arrivato il momento.


    CITAZIONE
    - Bel mandarino, Yuki. Se vuoi puoi farla finita qui, anche stavolta sei stata tra i primi a finire l'esercizio. Puoi andare o rimanere qua sperando di ingrandire il tuo risultato, come preferisci. Ilyan, vedi ancora poca definizione nella tua sfera. Per com’è ora è solo una palla di nebbia scura, ma io la voglio bella sferica e luminosa.

    La ragazza una volta udite le parole del polipo, rimase un po’ titubante nel volere uscire dalla classe, ma lui stesso la tranquillizzò, dicendogli che lo sciame di api che l’aveva inseguita se n’era andato via..
    D’altro canto l’ex assassino prima la guardò con aria un po’ frastornata e poi dopo avergli fatto un cenno per salutarla si rimise a osservare la sua palla di nebbia.
    Non c’era dubbio le parole del suo maestro esprimevano molto bene la figura della sua Reiatsu e quello non si poteva definire l’apice delle sue volontà.


    Perché una fottuta palla di nebbia? Perché!? C’è qualcosa in me………di oscuro.

    Cosi il ragazzo continuò a scavare dentro se stesso per trovare la sua vera natura per cercare di capire come modificarla e farla arrivare al risultato sperato.
    Peccato che più si immergeva all’interno del suo subconscio e più percepiva una situazione di restrizione. A lui sembrava di essere avvolto da una fitta foschia, che oltre a circondarlo lo stava stritolando. Di questo passo la sua mente non avrebbe retto e sicuramente non voleva ricadere nel tunnel dell’oblio con il rischio di sbagliare strada nuovamente.
    Ilyan poteva cercare di abbracciare quella sua natura disumana e quindi portarla all’esterno cosi com’era; oppure poteva cercare di contrastarla e vagare all’interno della nebbia con la speranza di sentire ancora il calore del sole.


    Sto allungando le mani…….non riesco a vedere niente…….ma seguirò la mia strada verso la verità.

    Lui stava seduto con gli occhi chiusi e nonostante stesse affrontando in viaggio introspettivo, non riusciva a tenere ferme le mani che per un secondo si mossero, come per afferrare qualcosa.
    Nella sua testa la nebbia era in continuo movimento e sembrava non lasciare via di fuga.
    Poi quando il fiato lo stava abbandonando completamente una grande folata di vento riporto la calma e spazzò via quella nebbia opprimente.
    Il vento si sentì anche nella realtà era come se la forza di volontà del ragazzo si fosse tramutata in espansione aurea.


    Adesso è tutto calmo…..mi sembra di camminare sull’acqua…

    Nel suo viaggio continuò a camminare verso una meta sconosciuta e anche senza avere una direzione precisa, ogni passo sembrava avvicinarsi maggiormente verso una fonte di calore.
    Il nulla più completo stava riservando una fonte di calore sconosciuta e più camminava e più sentiva bruciare i suoi piedi.
    Questa sensazione gli dava un fastidio tale che le sue mani incominciarono a tremare, ma non pensò nemmeno una volta di fermarsi; cosi continuò a camminare aumentando il passo.
    Il ritmo di avanzata continuava ad aumentare all’impazzata fin quando lo vide e ad alta voce dissè.


    Sensei…….lo vedo!!

    Ilyan vedeva proiettato nella sua mente un sole nero che sprigionava un calore incommensurabile, ma non riuscì a pensare al dolore che gli avrebbe provocato restargli cosi vicini.
    Poiché l’unica cosa che gli importava veramente era il colore di quel sole; rendendosi conto che se anche avesse raggiunto la forma stabilita, manipolando la sua forza, non avrebbe raggiunto la colorazione richiesta dal suo maestro.
    Quindi l’unica cosa che gli passò per la testa fu quella di andare a distruggerlo per sprigionare quel calore e trovare al suo interno il colore giusto.


    Sensei ……lo colpirò e tu vedrai con i tuoi occhi!!

    Lo studente si precipitò contro il sole e più si avvicinava e più sentiva bruciare le sue gambe, ma non gli importava il dolore, poiché sapeva che una volta sconfitto avrebbe visto la sua vera natura.
    Cosi continuò a correre come un pazzo e quando gli arrivò addosso lasciò partire un pugno che crinò il sole nero e da esso partirono migliaia di raggi lucenti .
    Ogni raggio aveva il colore rosso scarlatto e ogni secondo che passava, consumava letteralmente una parte della mente dello studente.
    Adesso non poteva stare a guardare l’esplosione del sole, cosi senza aspettare ulteriormente uscì da quella dimensione mentale, non sapendo come fosse cambiata la sua Reiatsu nel mondo reale.
    Molto lentamente respirava in maniera agiata e poi aprì gli occhi per vedere il risultato.

  11. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Oddio sarebbe stato meglio non guardare mentre faceva ballare i bulbi per premiare il lavoro fatto dalla sua compagnia di classe, ma si comportò piuttosto normalmente.
    Si! Perché finalmente ebbe una reazione simile alla soddisfazione, guardando i risultati degli sforzi dei propri studenti. Alla fine sia il balletto dei bulbi che lo schiocco delle ventose, volevano esprimere una reazione positiva.
    Peccato che il dubbio che aveva avuto il giovane studente trovò subito fondamento.
    Il Sensei si era comportato egregiamente, viste le sue passate performance, ma stava per tornare al suo vecchio splendore.
    Poiché non appena posò gli occhi sul terzo studente, si rese conto del risultato portato a termine e ne rimase piuttosto scontento.
    Il dispiacere prese cosi possesso della mente del maestro, che si gonfiò tutto di un fiato e in un secondo si appiccicò prepotentemente alla cabina del malcapitato, che per colpa della sua pigrizia avrebbe dovuto vedersela con un polipo gigante.

    Con i tentacoli invase la cabina dello studente e quando la coprì completamente ci furono dei strani rumori quasi come un risucchio.
    Infatti, i rumori mostrarono meglio la loro natura, quando il polipo abbandonò quella cabina, riprendendo la sua posizione originale. Cosi da poter svelare il risultato finale della sua manovra. Lo studente era sparito e di sicuro non potevano esserci dei dubbi sulla destinazione del suo viaggio.
    Soprattutto dopo che il maestro ci tenne a precisare la situazione.


    CITAZIONE
    - Un po' pesante... BURP!!
    - Mmh... direi che Yuki può ancora migliorare un pochino. Scordati il colore, ragazza mia, per ora dacci dentro nel rendere quel tubero una sfera. Quanto a te Ilyan, finalmente hai trovato il Reiatsu! Allegria e bomboloni per tutti! Ora prova ad emetterlo con calma fuori dal tuo corpo e dargli una forma. Son sicuro che le tue vene saranno fel- scusate.
    <u>

    La seguente azione che fece, passò direttamente in pole-position rispetto al ballo che avevano fatto i suoi bulbi; poiché si avvicinò di corsa alla finestra, per rigettare giù dal terzo piano lo studente inglobato.

    Dio mio!! Ditemi che non l’ho visto veramente……

    CITAZIONE
    <u>- Eh sì, dannatamente pesante. Dite che dal terzo piano si è fatto male?

    Sono convinto che stava peggio dentro il tuo stomaco psicopatico!!!

    Il tempo per preoccuparsi era già finito e una volta certificato che la classe, avrebbe proseguito il suo percorso formativo, senza il povero malcapitato; decise di guardare avanti e puntare su se stesso.
    L’ultimo gesto che fece prima di rimmergersi nella sua testa e cercare di capire la natura della sua Reiatsu, fu quello di cercare lo sguardo della sua compagna.
    Forse lo fece per cercare di capire lo stato d’animo che la attraversava; voleva capire se era rimasta scioccata dopo quello che aveva visto.
    Fortunatamente gli sembrava abbastanza serena e quindi si limitò a farle un cenno di approvazione, per poi richiudere la porta dei pensieri estraniandosi dal mondo circostante.

    Adesso aveva colto la sua vera energia e non poteva più sbagliare, doveva riuscire a domarla e a renderla come la desiderava. Il Sensei aveva illustrato dettagliatamente la forma e il colore, ma se c’era una cosa che lo preoccupava, particolarmente, era proprio la sfumatura che avevano le sue mani.
    Quel colore blu scuro non prometteva niente di buono e metteva in luce il brutto presagio che vedeva nella sua mente.
    Ilyan aveva una gran paura di avere una natura nascosta completamente buia e pervasa dal male, forse derivante dalla vita passata o da un desiderio incalcolabile di potere, ma comunque le sue intenzioni erano tutt’altro che malvagie.
    Adesso non aveva nessun piano di morte e non progettava di metterlo in atto in un futuro prossimo. Eppure quel colore continuava, a certificare il percorso che vedeva nella sua testa.
    Forse era troppo presto per conoscere lòa risposta a queste domande.
    Per comprendere la natura del suo potere, prima doveva conoscerlo e diventare il padrone.
    Poi una volta che aveva queste basi poteva intraprendere u viaggio interiore alla ricerca del suo spirito.
    Una cosa lo tranquillizzava, poiché aveva la sicurezza delle sue intenzioni e questo gli bastava cosi decise di dedicarsi in una sola direzione.


    Ora basta!! Voglio cancellare anche le mie paure e le mie incomprensioni, ora proverò solo a rilasciarlo e a modellarlo. Se la sua natura sarà oscura, cercherò di farmene una ragione!!!

    Mise le sue mani ancora una volta l’una di fronte all’altra sul suo banco e stavolta erano pregne dell’aura blu scura.
    Pian piano incominciò ad avvicinarle, ma più si avvicinava e più incontrava resistenza.
    Un campo di forza si era creato tra le due mani e stavolta l’unico pensiero che fece capolino nella testa del neo-studente, fu quello di utilizzare quel campo di forza per intrappolare al suo interno la propria Reiatsu.
    Ilyan voleva rilasciare un po’ di quell’aura che stava attraversando le sue mani, per farla amalgamare all’interno del campo di forza naturale, che avevano creato le due forze vicine.

    Cominciò a concentrarsi cercando di immaginare le due aure come due liquidi che si mescolano all’interno di una palla trasparente. Si mescolano e si mischiano diventando una cosa sola e prendendo la forma del loro recipiente.
    Quindi per finire l’opera, immaginò anche la forma del suo recipiente immaginario, che in questo caso era il campo di forza; considerandolo con una forma rotonda.
    Una palla che stava riempendo pian piano con la sua energia spirituale e che nella sua mente si avvicinava al risultato sperato. Solo che stavolta mise le sue speranze anche nel risultato reale, pur non essendosi accertato dell’entità finale.


    Ci riuscirò!!!
  12. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Il momento era arrivato bisognava solo aprire gli occhi e vedere i frutti che avevano maturato tutti qui pensieri. Peccato che le attese create dai pensieri non furono rispettate, poiché il liquido che sgorgava prepotentemente sul tavolo non era la rappresentazione della Reiatsu, ma della sua energia vitale.
    Si!! Un energia che senza accorgersene era sgorgata dalle sue vene e stava inondando sia il tavolo sia il pavimento della cabina.
    Cosi ancora prima di rendersene conto lo studente, se ne rese conto il professore che senza limitazioni urlò in preda al panico.


    CITAZIONE
    - ILYANAAAAAAAARRRRR!!! -
    - Avevo detto Energia spirituale, non sangue! Diavolo, scommetto che hai cercato di manipolare la tua energia in maniera strana o comunque senza essere abbastanza concentrato! Anche se ora siete anime il Reiatsu non vi obbedirà come per magia, ci vuole concentrazione e soprattutto forza di volontà e immaginazione BBLLEEEUURRRGHH!!

    Ma che cosa sta succedendo? La mia Reiatsu…..si sta sgorgando……la mia Reia…..AHAHAHAHAHAHAH !!! Il mio Sangueeeee!!!!!

    Finalmente aveva ripreso coscienza e alla vista di tutto quel sangue di sicuro non rispose in maniera tranquilla e pacata.
    In più non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto che un'altra cosa molto schifosa venne a far parte del progetto splatter della lezione.
    Il polipo era intervenuto per fermare l’emorragia, ma il suo intervento era tutt’altro che chirurgico, piuttosto si poteva definire “ organico”.
    Anche perché questa volta riuscì a fermare il flusso del sangue, ma la fasciatura che utilizzò, fu letteralmente vomitata.
    Una moltitudine di bende sbavate, rigurgitate e appiccicate direttamente sulle braccia dello studente che ancora in stato di shock, si fece impacchettare per benino senza reagire.
    In più mentre l’artista compiva il suo capolavoro, non si preoccupò di dare tutta la sua attenzione al paziente che stava operando ma continuò a parlare senza problemi.


    CITAZIONE
    - Tanto per rispondere alla pigrizia di Kaito, dentro di noi esiste un centro di energia che in realtà non c'è. Diciamo che... sì, dovete prima "creare" con l'immaginazione il vostro Reiatsu e poi muoverlo come desiderate sempre rimanendo concentrati. Molti allievi precipitosi o incauti hanno perso il controllo e sono morti con un enorme "KABOOM!!", oppure c'è anche stato chi si è prosciugato di tutta la sua energia e gli abbiamo dovuto tagliare un arto rimasto senza vita... ad un mio studente tempo addietro ci mancò poco che dovessi tagliargli un braccio prossimo a morire per evitare che l'infiammazione si propagasse per il resto del corpo. Là! Come nuovo!! –

    Non è che il discorso messo a punto dal Sensei avesse tranquillizzato la situazione soprattutto quella di Ilyan che ascoltando le sue parole aveva capito che era stato fortunato.
    Lui poteva perdere entrambe le braccia e invece era solo diventato una larva.
    Adesso doveva guardare oltre quell’errore e ripartire da capo concentrandosi al massimo e anche solo per scaramanzia le sue braccia adesso le avrebbe tenute ben vicine e appoggiate al banco del tavolo.
    Mai più lasciarsi andare al flusso di energia vitale, anche perché adesso non solo avrebbe posto fine ai suoi arti, ma avrebbe arrecato fastidio anche agli altri studenti, trasformandoli in dei tubetti d’inchiostro.


    CITAZIONE
    - Ah, per rendere la cosa più interessante e per guadagnarci qualcosa sulle scommesse coi miei sottoposti, ho messo un piccolo congegno che disturberà la concentrazione degli altri se uno di voi farà un errore. Evitate bruschi sbalzi di energia all'interno di quelle camere e non uscirete imitando il risotto al nero di seppia. Per inciso, quella è tutta roba mia... l'inchiostro dico. -

    Bè…..peggio di cosi non può andare giusto? Ahhh….. certo che può andare peggio di cosi, meglio concentrarsi.

    Questa volta non rimase totalmente estraneo alla condizione degli altri cosi diede uno sguardo per capire com’erano messi.
    La prima persona che andò a guardare fu Akane e voltandosi verso di lei la vide che si puliva dall’inchiostro che aveva in faccia.
    Lui stava sorridendo, ma poi ripensò alla sua situazione quindi si tené stretto il suo sorriso.
    Poi una volta guardata la ragazza vide anche l’altro suo compagno, ma dalle parole espresse dal Sensei capì che non aveva fatto granchè.


    Sicuramente meglio che dissanguarsi!!!

    Il tempo della riflessione era finito bisognava agire e naturalmente visti i risultati del primo esperimento, bisognava farlo in maniera diversa.
    Cosi per prima cosa poggiò le braccia sul banco del tavolo ormai pulito dal sangue e quasi asciutto dalla bava colata dal polipo gigante.
    Una volta stese le braccia bendate, richiuse gli occhi e fece un bel sospiro per ricominciare a lavorare sull'energia spirituale.
    Ripartì più o meno dallo stesso principio, cioè quello di tirarla fuori con una forma sferica.
    Adesso pero non voleva abbandonarsi completamente al flusso che sentiva sgorgare dentro e doveva essere in grado di riuscire a capire quale flusso seguire.

    Immerso nella mente, si trovò come in una miniera.
    Il viaggio per arrivare al controllo della Reiatsu, era rappresentato da questo percorso oscuro sotto terra. Una miniera abbandonata senza nessuna luce per vedere quale strada prendere.
    Poi pero riuscì ad accendere una torcia che gli indicò due vie.
    La prima era piena di diamanti incastonati nella pietra e la via era semplicemente dritta, non vi erano curve da percorrere.
    La seconda era buia senza indicazione e non si vedeva nemmeno la direzione che prendeva, come se sfociasse in un burrone.
    La cosa che stava succedendo sembrava impossibile; nonostante l’errore precedente, la sua mente non lo stava aiutando anzi continuava a regalargli dubbi e timori.

    Ilyan continuò a concentrarsi e riuscì a intravedere un piccolo cambiamento.
    L’ex assassino turbato da questo primo esito psicologico strinse fortemente i pugni come gesto di stizza e questa mossa fatta nella realtà, provocò un cambiamento nel suo stato immaginario.
    Cosi prima di intraprendere una via nel totale dubbio; ci fu un piccolo aiuto.
    Subito dopo aver stretto i pugni, delle piccole ferite sulle mani dello studente si riaprirono, erano molto leggere e quindi non erano nulla di grave, ma questo contribuì ad aprirgli la mente.

    Dai diamanti caddero delle gocce di sangue e questo bastò per fargli scegliere l'altra via.
    Si sentiva un po’ più sollevato, ma non era ancora sicuro del tutto di aver scelto la via migliore.
    Non perse altro tempo si immerse ancora di più alla ricerca della sua forza spirituale, concentrandosi al massimo e senza pensarci intraprese la via più buia.
    Nella sua mente incominciò la sua avventura e al primo passo fatto in quella direzione; ci fu una lunga caduta nel vuoto.
    Un abisso senza fine dove sentiva scorrere dentro se un energia strana, ma era sempre di una natura oscura e questo lo preoccupava.
    La caduta finì con un tonfo a terra senza eguali, ma vista la natura immaginaria dell’evento non provò dolore e quando si rialzò sapeva che era molto vicino alla fonte.
    Alzò lo sguardo e vide una specie di aura energetica e sentiva che faceva parte di se stesso perché come immaginava una forma quell’aura la prendeva.

    Una volta avuto questa risposta nella propria mente; posizionò le sue mani sul tavolo, aperte una di fronte all’altra.
    Adesso doveva far si che gli altri vedessero ciò che lui aveva creato nella sua mente.


    Edited by DjTeo - 30/10/2012, 02:02
  13. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Darei un 6 a tutti, più o meno. Vero, il Reiatsu fa tutto quello che avete detto, ma i suoi limiti sono ben oltre tutto quello che potete immaginare!

    Queste erano le prima parole che spiccicò una volta sentito le voci dei tre studenti.
    Lui aveva dato un voto positivo e non aveva ancora picchiato nessuno; anzi non aveva colpito nemmeno se stesso; forse perché immaginare un polipo gigante che indossava dei guanti blu era veramente ridicolo.
    Pero una sua lezione non poteva svolgersi nell’ordinario, quindi per portare l’interrogazione su un altro piano, incominciò a fluttuare sopra dei tre studenti.
    In quell’occasione se si alzava lo sguardo sembrava di stare all’interno dell’intestino di una balena.

    Fortunatamente per gli studenti la loro attenzione fu catturata da un altro evento.
    Al centro del corpo del polipo una piccola sfera incominciò a materializzarsi.
    La sfera brillava di una luce propria abbagliando lo sguardo di Ilyan, che ne rimase rapito e sorpreso.
    La sfera continuava ad ingrandire e la sua luce aumentava di volta in volta; finché non si stabilizzò, rimanendo sulle dimensioni di un pallone da basket.
    Poi durante lo stupore generale, il Sensei riprese a parlare.


    - Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata.
    - Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro.


    Io me starò qui fuori al sicuro? Questo vuol dire che è pericoloso……ma stavolta io lo controllerò!! Non peccherò anche la seconda prova!!!

    Ilyan continuò a guardare il proprio maestro in quella forma oscena, che si divertiva a passarsi la palla da un tentacolo all’altro e mentre lo faceva si apprestava a entrare nella propria cabina.
    Lui si mise seduto e cercò di sgombrare la propria mente da ogni altro elemento esterno, cercò di farlo pensando di stare totalmente da solo con se stesso, estraniando anche gli altri due studenti.
    Poiché l’ex assassino non era minimamente interessato a guardare i risultati dei suoi due compagni, ma voleva vedere di che pasta era fatta la sua Reiatsu.
    In realtà prima di concentrarsi al massimo; ci fu un pensiero che rimase nella sua testa fino alla fine. Un sogno e una voglia interna di poter conoscere l’aura della sua futura spada e quindi entrare in contatto con il suo spirito, ma decise di dare tempo al tempo e pensare solo alla prova del giorno.


    Adesso vediamo di capire come fare…..forse devo pensare di materializzarlo come una palla……come ha fatto il Sensei.

    Chiuse gli occhi e incominciò a sentire l’energia che sgorgava dentro di se.
    Naturalmente più la concentrazione aumentava e più era in grado di percepirla, ma la grande rivelazione che scoprì fu un’altra.
    Nonostante fosse completamente nel suo mondo, una volta focalizzata la sua Reiatsu non poteva fare a meno di sentire il potere del maestro; che con la sua forza spirituale, rischiava di opprimere completamente quella del giovane studente.
    Questo dato di fatto però diede ancora più ardore alla manovra di Ilyan, che immedesimandosi all’interno del professore per un secondo, si senti molto eccitato all’idea di controllare tutto quel potere.
    La sua Reiatsu percepì la grande forza di volontà del ragazzo, che pur avendo mantenuto la concentrazione e gli occhi chiusi, non poteva negare il sorriso che nel frattempo, si era stampato sulla faccia.

    Così immaginò quello che avrebbe voluto vedere una volta aperti gli occhi.
    Nel mondo immaginario della sua mente, dal centro del tavolo posto davanti allo studente incominciò a sgorgare un liquido nero. La macchia si espanse per tutto il banco e pian piano incominciò a gocciolare per terra, poiché la quantità del fluido era maggiore rispetto alla superficie del banco.
    Il Sensei aveva detto che non si sarebbe aspettato un granché e non avendo la più pallida idea di quello che stava succedendo lo studente, non smise nemmeno per un secondo di cercare il potere.

    Un attimo dopo le braccia di Ilyan caddero a peso morto, come se avesse perso conoscenza.
    Invece aprì gli occhi di colpo e tutto il liquido sul banco e tutto quello caduto a terra confluì all’istante al centro del banco formando una sfera.
    La sfera era circa grande come un’arancia come aveva detto il polipo, solo che rispetto alla raffigurazione del Sensei, c’erano due aspetti un po’ diversi.
    Il primo era che non fluttuava e il secondo era il colore che si era stabilizzato su una tonalità di blu scurissima.


    Naturalmente questo risultato era totalmente fasullo, poiché questa scena si era materializzata nella sua mente, ma nella realtà lo studente aveva ancora gli occhi chiusi e le braccia erano ancora a peso morto.
    Quello che sarebbe successo un istante dopo sarebbe stato un mistero.
    Fino a che quel momento arrivò e Ilyan aprì gli occhi.


    Edited by DjTeo - 24/10/2012, 01:19
  14. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Quanto dovrò aspettare ancora l’entrata in scena di quell’individuo? Non credo di stare qui per ammirare il volto dei miei due compagni!!

    Pensare troppo faceva male e infatti questa era un’altra dimostrazione di come i proverbi rispecchino correttamente la verità.
    Il Sensei sembrava aver letto nel pensiero dell’ex assassino, che al minimo accenno di contestazione, ebbe il ben servito e stasera il menù prevedeva un bel polipo.
    Un polipo gigante, come quello che uscì dal bidone della spazzatura facendo la sua apparizione nell’aula dove si trovavano i tre studenti.


    Bene che cosa manca un Basilisco?

    Ilyan era pronto all’attacco, anche se la prima azione che gli passò di mente non fu proprio l’attacco, ma si avvicinava molto ad una fuga.
    Poi pero le paure e i dubbi del gruppetto di studenti, furono chiariti dalla voce del pazzo che li aveva ammessi all’accademia, torturandoli per benino.


    -Buondì marmaglia! Piaciuti i miei cuccioli? Ne ho tanti altri a casa, ma non ve li presto!

    Ma chi li ha chiesti?

    Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...-
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...


    L’aria di perplessità che si era creata nella stanza, riusciva a descrivere a pieno i pensieri che popolavano le giovani menti dei nuovi arrivati.
    Il ragazzo continuava a chiedersi se avere avuto lui come maestro fosse stato un bene o un male irrecuperabile.
    Magari poteva essere un visionario dai metodi strambi, con dei risultati strabilianti; ma più cercava di far penetrare questa convinzione nella sua mente e più si convinceva dell’idea che fosse una totale stupidaggine.


    -Ma bando ai brutti ricordi, quelle saranno la vostra, e la mia, garanzia di meno lavoro da fare DOPO.-
    - Di cosa potrebbe trattarsi? Beh, varia dal dover grattare via il sangue rappreso di studente dalle pareti a impedire che le schegge di ossa uccidano qualcuno nelle vicinanze.-


    Io ne sono convinto…..anche questa sarà una stupidaggine giusto???Siiiii…..per forza…..anche perché senno…….sono morto!!!

    - Oggi il tema trattato è il Reiatsu come forza da manipolare, qualcuno sa darmi una buona definizione e dirmi a cosa serve?-

    Lui sapeva benissimo di cosa stesse parlando; anche se esplicare quell’energia interiore non era per niente facile e soprattutto non glie lo aveva mai chiesto nessuno.
    Pero c’era una consolazione che lo faceva ben sperare; perché sapeva benissimo che se non avesse avuto una buona dose di Reiatsu non si sarebbe trovato nell’accademia dei Shinigami.
    Quindi stava per prendere parola per primo.
    Un po’ per dimostrare di non avere timore, un po’ per rifarsi dai colpi ricevuti in precedenza nella prima prova contro il Sensei, e un po’ perché voleva sottolineare le proprie abilità, lodando l’ampio margine di miglioramento che possedeva; proprio in questione della Reiatsu che aveva dentro.
    Fortunatamente per lui, questo intervento gli fu risparmiato dall’entrata di Akane.


    -Beh...cough... –
    -La reiatsu non è altro che energia spirituale. Ci permette di aumentare la nostra forza, la nostra velocità e la nostra resistenza ai colpi oltre i limiti che un normale essere umano sarebbe in grado di raggiungere. Maggiore è la Reiatsu, maggiore sarà il potere di uno Shinigami. -


    Io intervengo dicendo che la Reiatsu è l’energia spirituale che milita all’interno di ogni Shinigami, quindi anche noi la possediamo.
    Naturalmente è vero che maggiore è la quantità di Reiatsu che uno possiede e maggiore sarà la sua forza.
    Senza contare che la Reiatsu costituisce rispettivamente un campo di difesa e di oppressione, come ci ha dimostrato lei nel nostro primo incontro, Sensei.
    Per finire c’è una cosa che ho sentito dire e che mi ha particolarmente interessato e riguarda la forma fisica della Reiatsu; che se non sbaglio sarebbe la Zanpakuto!!!

  15. .
    CITAZIONE
    Narrato

    Pensato

    Parlato

    Parlato di altri.

    Questo è il settimo giorno che sono qui dentro eppure ancora non riesco ad abituarmici!!!

    Finalmente Ilyan era uno studente a tutti gli effetti eppure non riusciva a capacitarsi della sua situazione.
    Era passato molto velocemente attraverso tre esperienze che lo avevano costretto all’ambientazione immediata; da una vita che non ricordava, ad un vivere per strada in cerca di cibo e acqua, fino ad arrivare all’accademia tanto rinomata dei Shinigami.
    La naturalezza con cui si relazionava a quest’ultimo mondo che stava vivendo, era sbalorditiva, nonostante avesse effettuato un primo test, non al massimo delle sue capacità.
    Tutto cio stava a dimostrare quanta azzeccata fosse, l’intuizione del Sensei.
    Quell’individuo forse aveva lanciato le sue monete alla cieca, oppure aveva percepito delle presenze spirituali su cui puntare, ma la cosa importante era una sola che Ilyan era stato uno delle persone che raccolsero quelle monete.
    Questi pensieri percorrevano la testa del ragazzo costantemente, come se ogni giorno si chiedesse la conferma della sua posizione, nonostante l’avvesse avuta dal Sensei.
    Cosi affrontando questi spasmi mentali tutti i giorni trascorreva il suo tempo tra impegni ed allenamenti e quel settimo giorno non era diverso dagli altri.

    Ilyan non si curava molto degli altri studenti, anche perché gli unici che conosceva non riusciva quasi mai ad incontrarli, cosi era abituato a passeggiare da solo.
    Pero in quella mattina qualcosa attirò la sua attenzione.
    La zona dei dormitori era sempre molto tranquilla e non c’era niente di eccitante o di maldestro, che potesse traviare la dimensione mentale dell’ex assassino.
    Invece pur essendo davanti alla porta della sua camera, c’era qualcosa che lo metteva in allerta; come ci fosse una presenza ostile alle sue spalle.


    Per caso qualcuno mi starà pedinando? No…… sono appena arrivato e non ho pestato i piedi a nessuno…..

    Lo studente si girò di scatto dietro di se convinto che avrebbe colto di sorpresa il suo inseguitore, ma girandosi dietro di se non vide nulla.

    Bè!!Me lo sarò sognato.

    Poi stavolta la presenza fu accompagnata da un suono molto più problematico.

    Grrrr!!!!!

    OK Sensei!!! Capisco intimidire, ma mica siamo in una foresta!!!

    Cosi il ragazzo si voltò con più calma e stavolta non guardò solo dietro le sue spalle, ma si sporse meglio per vedere tutto il corridoio delle camerate.
    E alla fine del corridoio c’era un lupo che stava sorridendo al ragazzo, mostrandogli tutti i denti.


    Ahh !! Fiuuuu……è solo un lupo………UN LUPO!!!!!

    Non ci penso minimamente subito incominciò a scappare.
    La cosa di vedere un lupo non era cosi consueta e soprattutto se la cosa avveniva all’interno di un accademia.
    Si precipitò tremante verso le scale convinto che i scalini avrebbero potuto rallentare la sua falcata, ma non appena li aveva saltati voltandosi se lo vide praticamente addosso.


    AHHHHH!!! Ma che stiamo scherzando?!!!! AIUTOOOOOOO!!!!

    Si rimise a correre alla velocità della luce dopo aver visto il sorriso del lupo da vicino e non volendo testare con mano la sua simpatia, la fuga era l’unica cosa da fare.
    Cosi decise di infilarsi nelle zone più affollate, cercando di far cambiare obiettivo al predatore.
    La scelta che fece fu la mensa, anche perché l’unica strada che aveva imparato a memoria all’interno dell’accademia era quella per arrivare in mensa.
    Pero in teoria poteva essere una scelta abbastanza plausibile, viste le persone che l’affollavano per fare colazione.
    La sua entrata in mensa scatenò il panico generale.

    Ilyan la attraversò per primo, correndo come un pazzo con la faccia bianchissima; era cosi spaventato che la follia vista nei suoi occhi, fu letta come la fuga di un codardo.
    Infatti proprio mentre gli studenti si stavano divertendo alle spalle del nuovo arrivato, fece la sua entrata il lupo; che oltre a suscitare le grida di tutti i studenti non si dimostrò per nulla interessato alle tremolanti persone che sobbalzarono dalla sedia.
    Infatti continuò imperterrito a sua corsa utilizzando i tavoli della mensa come appoggi per attraversare il locale con maggiore velocità; mettendo le zampe all’interno di tutte le colazioni ancora lasciate a metà.


    AAAAAAHHHH Ma questo qua ce l’ha proprio con me!!!!! Eppure in mensa c’erano persone molto più grasse di me!!!!

    La fuga stava per finire, non aveva altre soluzioni se non barricarsi nella prima aula aperta che gli si poneva davanti.
    Infatti cosi fece, lanciandosi di colpo all’interno della prima aula a portata di mano e una volta dentro chiuse la porta con forza, appoggiandocisi con la schiena.
    Incominciò a boccheggiare e respirare molto affannosamente, senza ancora rendersi conto di dov’era finito. Poi alzando lo sguardò vide subito i suoi compagni di tortura; e osservandoli per un po' si rese conto che la ragazza stava blaterando nervosamente contro il Sensei, mentre il secondo aveva come un aria dubbiosa.
    E infine alzandosi molto lentamente vide l’arredamento dell’aula, notando le tre piccole camere di vetro messe in fila l'una accanto all'altra, con all'interno una sedia ciascuna.

    Ilyan ci si avvicinò e noto che su una di queste camere c’era il suo nome.


    Sensei!!! Per farmi arrivare qui aveva bisogno di un Lupo?!!!

    Cosi sfogandosi contro la sua camera di vetro si apprestò ad entrare, senza prestare troppa attenzione alle reazioni degli altri studenti che erano finiti nella classe.
39 replies since 30/3/2008
.
Top