ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by Burbda

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    Tutti gli altri che non contano

    Fanculo, neanche il tempo di respirare mi lascia - Sbuffai.

    Dopo l'allenamento col reiatsu ero stato costretto a passare in ospedale per sistemare le ferite al braccio, e trattandosi di semplici ustioni di massimo terzo grado non avrei dovuto impiegarci molto. Tuttavia quel giorno c'era un brulicare di gente ferita e menomata, tanto che pensai di essere fortunato a trovarmi lì solo per quello, e dissero che avrei dovuto aspettare lì minimo due giorni. Infondo non era tanto male, dopotutto avevo cibo gratis e non dormivo in una catapecchia dove il gelo ti entrava nelle ossa anche con due piumoni addosso.
    Dopo ben tre giorni qualcuno si degnò di aiutarmi e perlomeno avrebbero potuto mandare una bella infermiera SSSSSECSI; tutto ciò che ricavai invece fu un uomo basso, grasso, stempiato e peloso dai metodi rudi che mi sistemò il braccio con metodi probabilmente non convenzionali, visto che ero l'unico sul piano a strillare come una cornacchia. Tornai a casa verso la sera, giusto il tempo di mangiare prima di andare a dormire, per poi svegliarmi il giorno dopo e trovarmi nella situazione in cui ero ora.
    Fanculo, neanche il tempo di respirare mi lascia
    Ai piedi del letto, mentre ero ancora insonnolito, trovai una busta decisamente familiare, con un contenuto altrettanto riconoscibile: un fogliettino nero con una scritta bianca a zampa di gallina. Stavolta però mi fu più semplice decifrare la calligrafia o comunque intuire il significato delle parole, che molto probabilmente recitavano:
    Presentati nel cortile dell'accademia alle ore nove.
    Una convocazione perfettamente nel SUO stile, semplice e coincisa. Quello che mi fa veramente incazzare è che ti avvertono la mattina stessa dell'allenamento, dandoti al massimo un'ora di tempo per prepararti, quando potrebbero benissimo mandarti una lettera il giorno prima e lasciarti un margine più ampio, perdiana!
    Stracciai anche questo biglietto, stavolta con più gusto perché sapevo bene da chi fosse stato scritto e raccolsi rapidamente tutto il necessario che comprendeva l'hakama e... e basta. Una rapida occhiata allo specchio per sistemare quel volto da cherubino e uscii di casa, dirigendomi frettolosamente e in modo nervoso verso l'accademia, soprattutto perché sapevo chi ci sarebbe stato ad aspettarmi. O chi avrei dovuto aspettare.
    Bene, sto per fare un altro allenamento con quel disturbato, spero di uscirne almeno con un braccio e due gambe
    Raggiunsi l'ingresso dell'accademia e proprio come la volta precedente fui io a dover aspettare lui. Incredibile, era fastidioso e doveva divertirsi anche in questo genere di occasioni. Sbuffai facendo avanti e indietro davanti l'entrata, ricordandomi improvvisamente di un pensiero che nei giorni passati mi aveva non poco interessato: il nome del mio (hugh, che brutta cosa da dire) Sensei. Di certo un tipo del genere doveva per forza avere nomi come "Ermengildo", "Lorenzomaria", "Genoveffo", "Pluto", tutti nomi che giustifichino la sua rabbia per il mondo.
    Forza Piergiulio, ti sto aspettando...!

    Così, giusto per ricordare
    CITAZIONE
    comunque ora vado a bere l'acqua dell'ispirazione e posto 01:09

    Ci sono in Brutal Legend delle canzoni loro ♔Shin @ 01:09

    ok sono in canottiera, in questo stato niente può fermarmi MIRMO @ 01:10

    HAHAAHAHA ♔Shin @ 01:11

    e questa è da citazione (o da bankai) MIRMO @ 01:11
  2. .
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    Ed era fatta finalmente. Stavolta, merito di tutte le accortezze prese e le modifiche fatte al procedimento, riuscii a dare e a mantenere la forma sferica del reiatsu che, pur essendo di dimensioni ridotte, mi permise di passare l'allenamento. Era un po' come cercare di fare una palla di sabbia. Gradualmente cominciai a demolire le particelle di reiatsu che componevano la sfera, il tutto in modo calmo per evitare di incappare in una seconda esplosione da fuori controllo. Una volta dissolta l'energia nell'aere lasciai penzolare il braccio lungo il fianco e feci un profondo respiro.
    Aaah... ce l'ho fatta
    Neanche il tempo di godermi quei bei istanti che il Bastardo mi si parò davanti. Che spiacevole visione...
    l mio ego si percepisce nell'aria, dici? Ovviamente, ma al contrario di te ritengo di potermelo permettere. L'ipocrisia è parte integrante dell'indole umana. Tutti gli uomini sono ipocriti; semplicemente c'è chi tenta di celarlo e chi no. Temo però che argomentazioni di tal genere non siano il punto del tuo allenamento né tantomeno della tua presenza qui, e non sono inoltre la persona più adatta a parlarne.
    Fino alla fine l'ultima parola doveva essere sua. Si allontanò di qualche passo, parlando nuovamente prima di svanire letteralmente.
    A tempo debito verrai nuovamente convocato, evita di morire fino a quel momento. Ho ancora molti arti da farti perdere.
    E rimasi da solo nel dojo. Increspai le labbra in un sorrisino divertito, quel tipo mi stava decisamente sui nervi, ma con lui probabilmente avrei passato delle esperienze da ricordare, chissà, siano esse belle o brutte. Improvvisamente mi ricordai delle condizione dell'altro mio braccio e mi sorpresi di come fossi riuscito a celare il dolore fino a quel momento. Lanciai un'occhiata all'arto abbrustolito e pieno di bolle da ustione, esibendomi in un'espressione leggermente schifata.
    Dovrò passare in ospedale... ma non poteva fermarmi prima che la sfera esplodesse? Maledetto-
    E mi accorsi che nonostante tutto non ero a conoscenza del suo nome. Non perché volessi saperlo, ma perché senza di quello non avrei potuto cercarlo in seguito per fargli pagare tutto!
    Bastardo, la prossima volta non ti farò divertite tanto
    Mi incamminai verso l'uscita per dirigermi all'ospedale.
    E dovrai insegnarmi quella roba per scomparire così nel nulla
  3. .
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    Sentivo il reiatsu scorrere proprio come volevo, e insieme a questo la sensazione di potercela fare. Sfortunatamente le persone ambiziose come me non sono ben viste dal karma o da qualsiasi altra cosa governi l'equilibrio cosmico e questa forza quel giorno volle che io fallissi nell'intento di fregare un insegnante sadico e disturbato. Riuscii senza troppi problemi a far giungere il reiatsu nel palmo della mia mano e a farlo fuoriuscire, tuttavia qualcosa andò storto quando cercai di fargli assumere la forma di una sfera e di controllarlo. Forse per averne immesso troppo, forse per gli occhi chiusi e quindi l'impossibilità di vederlo, forse per qualche SPIRITO MALIGNO EVOCATO DAL MIO TEMPORANEO (spero) SENSEI, qualcosa andò storto è il reiatsu andò fuori controllo causando un'esplosione a pochi centimetri dal mio braccio.
    Ahia porca di quella grandissima...!
    Aprii immediatamente gli occhi e ritrassi il braccio stringendo la mano a pugno chiuso quando senti il rumore, ma soprattutto il dolore, dell'esplosione, portando l'arto all'altezza dello stomaco e piegandomi in due sullo stesso, nel tentativo di sopprimere il dolore.
    Maledizione fa malissimo... va vicino al dolore della caduta da un terzo piano...!
    Dopo qualche momento tornai dritto e tolsi il braccio dallo stomaco per osservare cosa gli fosse capitato. C'erano dei buchi da bruciatura sull'hakama che rivelavano la pelle dell'arto scottata dal reiatsu, con ustioni almeno di secondo grado a prima vista. Col braccio sinistro andai cautamente a tastare le zone interessate e ciò che ne ricavai fu un dolore lancinante che arrivava dritto al cervello e accendeva l'impulso di uccidere, come quando ci si stacca un dente. Strano a dirsi ma in quel momento avrei decisamente voluto che Mouryou fosse stato lì per riparare al danno con «bende, bava e tanto amore <3». Naturalmente il Bianco prese la palla al balzo e non perse l'occasione di deridermi con una lunga e divertita risata, contento perché era riuscito a dimostrare che ero soltanto «uno di quegli stupidi esseri pieni d'ego che si autocompiacciono» e poi non riescono a fare un bel nulla. Già, perché quello che mi rodeva non era solo il fatto di non aver portato a termine l'esercizio in sé, ma di non essere riuscito a far scendere dal piedistallo quel tizio, soprattutto dopo che avevo lo spaccone. Perché sì, diciamolo, ho fatto lo spaccone e poi ho fallito miseramente.
    Con le parole sei bravo, ma temo che tu non possa vantare il medesimo talento nella pratica.
    Come volevasi dimostrare. Bastardo.
    Fortunatamente non son il genere di persona che si lascia abbindolare dai futili vaneggiamenti di ragazzetti superbi, giacché in tal caso sarei rimasto alquanto deluso dalla tua pietosa nonché ridicola prestazione. Nonostante tu abbia vantato il fatto di non necessitare di alcun aiuto non sei riuscito a concludere nulla. Sinceramente ti trovo alquanto patetico, ma almeno un merito devo concedertelo: sei riuscito a farmi divertire, a costo del tuo stesso braccio.
    In quel momento ero certo che si stesse divertendo come non mai. Stava ostentando tutta la sua superiorità di fronte a me che avevo fallito, e poi aveva pure il coraggio di dirmi che ero uno stupido pieno di ego. LUI.
    Ad ogni modo il tuo allenamento non si è ancora concluso, ergo t'invito a riprovare.
    Presi un bel respiro per cercare di calmarmi, trattenendo l'aria nei polmoni per circa cinque secondi e poi la buttai fuori. In casi come questi sapevo che avrei dovuto tenere la bocca chiusa e dimostrare ciò che ero in grado di fare con i fatti e non con le parole, in quanto come aveva detto lui stesso, non era il tipo che si lasciava trasportare dalle parole. Così senza aprir bocca lasciai cadere il braccio ferito lungo il corpo, libero di penzolare e di riposarsi dopo il colpo subito. Mi venne istintivo guardare il braccio sinistro, quello sano, e non potei fare a meno di pensare che avevo soltanto quella possibilità per riuscire nell'esercizio, in quanto se anche quell'arto fosse andato fuori uso, non so cosa avrei potuto inventare. Presi un altro respiro, ma non potei fare a meno di dire un'ultima frase.
    Non pensa di peccare un po' di ipocrisia? Mi chiama «essere pieno di sé» quando il suo ego e palpabile nell'aria
    Gli diedi del lei, parlando seriamente e non per provocare, soltanto per denunciare un comportamento che chiunque avrebbe notato. Non sono il tipo che lascia spazio a certe cose. Detto ciò ritornai nel mio silenzio e mi preparai per il secondo e preghiamoiddio ultimo tentativo. Decisi che il procedimento e la ricerca del reiatsu sarebbe stato lo stesso di prima, tranne per il fatto che durante tutta l'esecuzione avrei tenuto gli occhi aperti, in modo tale da poter vedere realmente cosa stesse accadendo durante l'emissione del reiatsu e, eventualmente, poterlo controllare in caso andasse per fatti suoi.
    Lasciai il braccio sinistro lungo il fianco, alzando unicamente l'avambraccio all'altezza dello stomaco, volevo una posizione comoda che non mi creasse problemi. Quando fui soddisfatto andai a cercare il reiatsu nel mio corpo, stavolta però non in tutto, ma soltanto quello che risiedeva nell'arto sinistro, in quanto volevo evitare un sovraccarico. Cercai di sentirlo scorrere assieme al flusso del sangue e lentamente, come prima, immaginai di trasportarlo sino alla mano, stavolta seguendo tutto il percorso con gli occhi. Quando fui certo di avvertire un formicolio sul palmo, espulsi gradualmente il reiatsu nell'aria e per cercare di controllarlo ancora meglio non aprii la mano del tutto ma la tenni leggermente rannicchiata, proprio come quando si tiene una palla.
    Ci siamo, ecco la parte più difficile
    Per cercare di dare la forma richiesta al reiatsu tornai con la mente ai momenti della mia vita nei quali tenevo in mano delle sfere. Cercai di ricordare la sensazione e l'immagine di quelle esperienze, per portarle al presente. Come prima desiderai di materializzare la palla a pochi centimetri di distacco dal palmo, mentre lo sguardo era sempre fisso e puntato su ciò che facevo.
    Ce l'ho, ce l'ho... questa volta è fatta
    Strinsi gli occhi facendo appello a tutta la mia forza di volontà mista alla concentrazione e sussurrai qualcosa in modo che potessi sentire soltanto io e il mio reiatsu.
    Dai cazzo materializzati
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    Tornai rapidamente indietro con la mente per cercare di capire cosa di quello che avessi detto potesse aver tanto infastidito quel tipo. Perché sì, era visibilmente infastidito dopo che ebbi finito di parlare e lo si poteva capire da un'altra gelida occhiata che mi lanciò percorrendo tutto quanto il corpo con quei suoi occhi da corvaccio. Ebbi la seria tentazione di fuggire quando il silenzio del dojo fu spezzato da una lunga risata da maniaco maniacalmente sadico quale ero convinto che fosse. Mi limitai a sostenere il suo sguardo pensando a quanto sfortunato fossi stato con i sensei, fino a quando la risata fu interrotta per lasciare posto a un giudizio sulla mia definizione di "Reiatsu" e, senza scopo, su di me.
    Seppur la tua spiegazione manchi assolutamente di precisione, potremmo dire che è corretta. - Accennai a un sorriso, confermando le mie sicurezze - Dato che sembri essere uno di quegli stupidi esseri pieni d'ego che s'autocompiacciono per qualsiasi cosa in qualsivoglia occasione, ti chiederei gentilmente d'astenerti dall'avere reazioni di tal genere in mia presenza, giacché le trovo ripugnanti e disgustose. Ovviamente quel ‘gentilmente’ era sarcastico.
    Alzai un sopracciglio come a dire "Fai sul serio?" e in quel momento non so cosa mi trattenne dall'alzarmi e a stampare su quella faccia il segno delle mie nocche. Per fortuna ero un tipo in alcune situazione pazienti, avrei aspettato che terminasse di parlare e poi gliel'avrei fatta sentire io.
    Calmo, ora non puoi farci niente. Quando passerai con successo tutti gli allenamenti e otterrai una Zanpakutou potrai venire a cercarlo e fargli saltare quella testa di cazzo che si ritrova
    A distrarmi dai miei pensieri di "riorganizzazione del corpo umano" fu quello che fece dopo il Bianco: protese il braccio sinistro verso di me e in un primo momento credetti che mi avrebbe trasformato in qualche animalaccio strano dell'Altro Mondo, ma mi dovetti ricredere quando rivolse il palmo aperto verso l'alto e, lentamente, su questo andò ad accumularsi una strana massa di colore nero. Pian piano prese forma, sino a diventare una sfera dalle dimensioni di un'arancia, che se ne stava lì fluttuante e stabile, senza imperfezioni, senza sbavature, niente di niente. Soltanto una precisa palla nera.
    Questo è il tuo obiettivo, anche se dubito che tu possa farcela. L'unica nota positiva in tutto ciò è che mi delizierò guardando i tuoi fallimenti. Ora sicuramente t'aspetterai ch'io t'aiuti, vero? Ebbene no, non avrai aiuto alcuno. In caso tu ne avessi io non mi divertirei, e non avrebbe nemmanco tanto senso. - Tornò a ghignare, e con esso tornò la voglia di prenderlo a cazzotti - Dunque prego, divertiti, ma soprattutto fammi divertire.
    Stetti per qualche attimo serio, a pensare, mentre lo Shinigami mi girava intorno come un avvoltoio in attesa soltanto di un mio fallimento per schiacciare uno di quelli che secondo lui si compiacciono per qualsiasi cosa e che gli stanno tanto sui nervi. Mentre pensavo a ciò sorrisi a mia volta, pregustando il momento in cui lo avrei terribilmente umiliato. Perché sì, in questa situazione ci ero già passato e dei suoi aiuti non me ne fregava proprio niente, in quanto quelli ricevuto da Urahara Mouryou erano già perfetti. Uhuhuhuhuh.
    Sai, non ti ho chiesto nessun aiuto, perciò risparmiati la parte dello Shinigami cupo brutto e cattivo. Di' la verità, anche tu hai subito dei maltrattamenti da bambino eh? Sembra una cosa comune a tutti gli insegnanti.
    Detto ciò mi ritirai nel silenzio, per concentrarmi su quello che avrei dovuto fare a momenti.
    Coraggio sai come funziona, puoi farcela tranquillamente. Allora vediamo... cos'è che aveva detto Urahara?
    Mi sforzai di tornare col ricordo a quel momento, ma l'incubo di quel polipone giallo mi impediva di concentrarmi come si deve e di ricordare le parole del mio ex sensei.
    Mi pare abbia parlato di immaginare il reiatsu e muoverlo come desideravo... accidenti, decisamente poco chiaro nelle spiegazioni, possibile che sia tutto?
    Mentre cercavo di addentrarmi ancora di più nel ricordo però mi apparve in testa l'immagine dello stomaco del sensei-polipo e a stento trattenni un conato di vomito.
    Vaffanculo! Sarò segnato per l'eternità!
    Mi calmai e cercai di liberare la mente dai pensieri tranne uno: il mio reiatsu. Decisi che sarei rimasto seduto per farlo, così incrociai le gambe e chiusi gli occhi tendendo la mano destra in avanti col palmo aperto il più possibile, rivolto verso l'alto. Cercai di "sentire" tutte le parti del mio corpo e di immaginare le il reiatsu le impregnasse tutte, avvolgendomi. Dopodiché, lentamente, immaginai di spostare tutto il reiatsu in un unico punto, ovviamente la mano. Quindi prima raccolsi tutto quello sparso nel corpo, lo diressi verso il petto, poi verso la spalla destra, giù lungo il gomito, sempre più giù lungo i polsi e infine raggiunsi la mano aperta. Una volta lì immaginai tutta l'energia spirituale staccarsi dal corpo e liberarsi in aria. A quel punto cercai con la mente di "comandare" il reiatsu anche fuori dal corpo, per dargli la forma di una sfera staccata di pochi centimetri dal palmo. Poco mi importava del colore, la cosa fondamentale era riuscire a darle una forma e una stabilità.
    E, ovviamente, la cosa essenziale era UMILIARE quel BASTARDO.
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    Mi ritrovai a odiare quella bella giornata. Ero contento perché non pioveva e per il cielo celesterrimo, tuttavia questo comportò una totale assenza di nuvole e una schiacciante presenza del sole. Me ne stavo lì seduto davanti l'ingresso, sotto il sole cocente che lentamente mi friggeva le sinapsi e prosciugava qualsivoglia tipo di liquido presente nel corpo. Non stavo lì perché mi piacesse, sia chiaro, è che nel raggio di un chilometro non c'era alcuna zona d'ombra.
    Mentre mi trasformavo in zombie sentii distrattamente dei passi che si facevano sempre più vicini e più il rumore si faceva forte più la speranza che fosse il mio sensei cresceva in me. Come la voglia di strangolarlo chiunque egli fosse.
    Quando mi raggiunse alzai la testa verso di lui, strizzando gli occhi per proteggermi dal sole, ma essendo controluce riuscii soltanto a scorgere la sua sagoma e i lunghi capelli. Non proferì parola, credo mi guardò soltanto e poi si diresse all'interno dell'accademia facendo cenno di seguirlo.
    Bene, si comincia
    Mi alzai facendo forza con le mani sulle ginocchia, dando poi delle botte all'hakama per pulirlo della polvere posatasi sopra e sospirando mi accinsi a seguire il mio nuovo criptico maestro.
    Raggiungemmo quello che sembrava essere un normale dojo, uno dei tanti presenti, dove poi il Bianco Swisshante si sedè. In quel momento riuscii a vederlo bene: capelli lunghi lisci candidi come la neve, che gli donarono questo soprannome, poco più basso di me dal fisico magro e slanciato e occhi rossi come il sangue che mi facevano perdere tutto il calore acquisito prima. Aspettai un po' per sedermi.
    Ebbene, qui non troverai altro che dolore e sofferenza, sei comunque pronto? Non mi assumo responsabilità alcuna riguardo alle tue ferite, sappilo. Te lo dico perché quasi sicuramente ti ferirai, o almeno è ciò che spero. E' da fin troppo che non assisto a qualcosa che possa vagamente deliziare la mia vista. Tornando a noi, sai nulla sul reiatsu?
    ...Ora, quante persone sane di mente incomincerebbero un discorso in un modo del genere? Zero, come il numero di Shinigami normali. O almeno come quelli che avevo incontrato fin'ora, uno più svitato dell'altro. Questo mi sembrava un sociopatico entrato nel Gotei 13 per sfogare il suo sadismo su poveri innocenti con la voglia di diventare Shinigami. Fortunatamente per me, questa parte di lezione l'avevo già fatta e quindi potevo rispondere alla domanda "Sai nulla sul reiatsu?" in modo impeccabile. Mi schiarii la voce pregustando il sapore del sapere.
    La reiatsu è l'energia spirituale. Maggiore è la reiatsu in qualcuno maggiore è la forza di questo individuo. Gli Shinigami imparano ad usarla per aumentare la loro forza fisica, lanciare tecniche "BOOM" contro i nemici, volare... inoltre la reiatsu ha una forma fisica, ossia la Zanpakutou, un'arma che si ottiene quando di diventa ufficialmente Shinigami. Poi beh, i suoi utilizzi sono infiniti, ad esempio se fra due persone c'è una differenza ampia di Reiatsu chi ne ha di più non può essere ferito dall'altro o può annichilirlo semplicemente sovrastandolo con la sua energia spirituale
    Sorrisi soddisfatto alzando un sopracciglio, per poi sedermi di fronte a quello strano personaggio di cui non conoscevo ancora il nome.
    Sono già passato nella fase "dolore e sofferenza", credimi, possiamo tranquillamente passare al livello successivo amico
    Lo guardai fisso nei suoi occhi scarlatti, anche se i miei erano migliori. Cioè, una qualunque ragazza fra un tizio con gli occhi rossi e uno con gli occhi di ghiaccio quasi trasparenti sceglierebbe il secondo, cioè, CIOE'.
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    Ce la faccio, stavolta ce la faccio...
    Questa volta ce l'avrei fatta, sarei riuscito a formare la sfera di Reiatsu e sarei stato promosso. Eppure qualcosa mi distrae, non so cosa fosse ma persi la concentrazione e per la seconda volta di fila non riuscii a creare niente. D'improvviso vidi la teca venir avvolta in qualcosa di esageratamente giallo e molliccio, mentre delle protuberanze tentacolose stritolavano il vetro distruggendolo e avvolgendomi. Sentii un qualcosa di terribilmente appiccicoso addosso che lentamente mi inglobava sempre di più. La sensazione era quella di venir mangiato. Dopo un po' mi ritrovai in un luogo buio, a nuotare in quella che sembrava saliva di un qualche viscido animale.
    MACCHECCOS CHE RAZZA DI SCHIFO E'?!
    Sembrai venir ascoltato tuttavia, difatti provai una sensazione come di venir rigurgitato, uscendo da quella sacca schifosa che si rivelò essere quella di un polipo giallo gigante. Purtroppo però quando fui libero mi ritrovai sospeso a mezz'aria che cadevo inesorabilmente verso il terreno pronto a spiaccicarmi e a morire per la seconda volta.
    AAAAAAAAAAAAAAAAH!

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    AAAAAAAAAAAAAAAAH!
    ...Mi trovai seduto sul mio letto grondante di sudore.
    Oh Dio, ancora quel sogno... che tu sia maledetto Mouryou, spero ti si rompa qualcosa in missione
    Già, il ricordo del secondo allenamento con Urahara continuava a perseguitarmi la notte: io che venivo ingurgitato dal suo temporaneo corpo di polipo giallo gigante e venivo vomitato giù dal terzo piano, con la conseguente rottura di diverse ossa che impiegarono un bel po' a guarire.
    Mentre cercavo di riprendermi e di allontanare l'incubo giallo, entrò in camera il mio coinquilino/padrone di casa che mi consegnò una lettera.
    Grazie vecchio, posala pure sul letto
    Aspettai un po' prima di aprirla ipotizzando su cosa potesse essere. Tempo addietro, uscito dall'ospedale, feci richiesta all'Accademia di poter riprendere l'allenamento per diventare Shinigami, ma mi dissero che avrei dovuto aspettare un po' perché quelli del Rukongai erano assatanati e volevano a tutti i costi avere una Zampakutou. Ci riflettei un po' e calcolando il tempo passato da quel giorno poteva essere una lettera mandata dalla Shin'ho nella quale si accettava la mia riammissione. Mi decisi e presi in mano la busta e aprendola con un dito tirai fuori il suo contenuto: un biglietto nero con su una scritta bianca; inusuale. Senza poi contare la grafia, indubbiamente peggiore di quella di una gallina storpia, e sfido chiunque a scrivere peggio di una gallina storpia.
    Possibile che non esistano convocazioni normali? Santo Dio sono tutti degli squilibrati
    Mi rigirai il foglietto tra le mani più e più volte nel tentativo di trovare la posizione corretta per leggerlo, alla fine lo allontanai un po' dal viso e riuscii a leggere più chiaramente alcune parole, associando il loro significato poi alle altre tirai fuori:
    Presentati alle ore 09:00 davanti all'ingresso dell'accademia, ove troverai il tuo sensei. La puntualità è imperativa.
    Stracciai il foglio per il nervosismo e maledissi chiunque l'avesse scritto, alzandomi dal letto per vestirmi con l'hakama blu che avevo prontamente tenuto quando fui vomitato cacciato, mi lavai velocemente il viso dandomi una sistemata, feci colazione e uscii di casa. Fortunatamente il tempo era soleggiato, vedere la pioggia di prima mattina ti stronca tutta la voglia di fare qualcosa di utile per il mondo. Mi diressi a passo tranquillo ma regolare verso l'Accademia, prendendo stavolta il percorso che tutte le comuni anime percorrono e non quello dettato una una monetina controllata da un sensei con evidenti disturbi mentali dovuti a un'infanzia schifosa. Raggiunsi l'entrata della scuola guardandomi intorno, non trovando senza sorprendermi nessuno.
    Ma fanno un corso sulla non-puntualità per gli insegnanti dell'Accademia?
    Sbuffai a voce alta sedendomi per terra. Mi guardai intorno e trovai un orologio per vedere a che ora fossi arrivato;
    Segnava le 09:01.

    Arashiiiiii o.o
  7. .
    Dal 519 in poi sono morti D:
  8. .
    Forte come quando si presenti una ragazza le persone che benvenuteggiano salgano vertiginosamente di numero :mki:
  9. .
    CITAZIONE (~ w e n d y ½ @ 14/1/2013, 20:21) 
    @Micchan: 1. Ti posso chiamare così? 2. Non sono sua sorella -.- non l'ho mai visto. xD

    Non ancora Turkelton, non ancora :fuu:
  10. .
    CITAZIONE (B l a z e @ 14/1/2013, 15:44) 
    Benvenuta... hai lo stesso nome e quasi la stessa età di mia sorella °-°

    Quando fai l'utente da tanto tempo non credi più alle coincidenze :sisi:
    Detto questo benvenuta sorella di Blaze :mki:
  11. .
    Benpennuta °ç°
  12. .
    Uno dei due dovrà cambiare nick, questo forum non è abbastanza grande per tutti e due :re:
    Mi aspetto uno scontro all'ultimo sangue fra il vecchio e il nuovo Grimmjow
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    CITAZIONE
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    Mouryou se ne stette tranquillo sulla cattedra, giudicando le nostre definizioni più o meno con un 6. Per darci un'idea di quello che era in grado di fare il reiatsu, cominciò a fluttuare è andò a sistemarsi sopra le nostre teste coprendo il tetto dell'aula con i suoi enormi tentacoli. Era veramente uno schifo da vedere.
    Quando credetti che la dimostrazione fu soltanto il fluttuare, una sfera rosso fuoco comparve vicino la bocca del polipo e si ingrandì sempre di più sino a raggiungere le dimensioni di una palla da basket, paragonabile al sole anche per la sua lucentezza. Strizzai un po' gli occhi, infastidito dalla luce, ma poco dopo il sensei tornò a poggiarsi sulla cattedra riposando i viscidi tentacoloni.
    Voi oggi dovrete fare la stessa cosa: evocare e manipolare il vostro Reiatsu per formare una sfera al di fuori del vostro corpo. Il vostro Reiatsu però è ancora poco, grezzo e immaturo, quindi non mi aspetto niente di più grande di un'arancia blu un po' ammaccata.
    Spiegò passandosi tranquillamente la palla di reiatsu con i tentacoli come se niente fosse.
    Entrate ognuno nella propria cabina, chiudete le porte e cominciate pure. Io me ne starò qua fuori al sicuro.
    Lo guardai alzando un sopracciglio, immobile dov'ero, mentre gli altri due andavano da bravi cagnolini nelle gabbie di vetro senza una minima idea concreta di come fare, ne ero certo.
    Sensei, oltre al corpo devono averle anche trapiantato il cervello da cefalopode. Come può pretendere che senza una minima spiegazione possiamo riuscire a fare una cosa del genere? E' come voler correre senza saper camminare.
    Non avevo nessuna intenzione di provare a far fuoriuscire una sfera di energia dal mio corpo col rischio di esplodere in mille pezzi di carne, o almeno non senza una sorta di guida. Mi chiedevo cosa avessero pensato quegli altri due quando si diressero verso le docce di vetro, pretendevano di poter fare una cosa simile a quella di Mouryou utilizzando chissà quali strane tecniche di meditazione prese da Naruto? Probabilmente era roba da "Ok ora svuoto la mente e immagino quello che devo fare nella realtà, poi apro gli occhi e per magia succede. Per forza". Ora che ci penso è roba più da Psyren, ma siamo sempre lì.
    Uff, perché non mi è capitato un insegnante normale che spiega quello che bisogna fare e poi chiede di farlo?
    Ero irremovibile, tuttavia però un altro pensiero mi passò per la testa. E se fossi stato frainteso e il sensei dal cervello di un cefalo mi avrebbe considerato come un rinunciatario? Questo mai, non potevo fare una figura del genere e risultare inferiore rispetto a quegli altri due inettucoli.
    Mi diressi di malavoglia dentro la protezione di vetro, che più che proteggere me proteggeva Mouryou, e aprii la mano davanti a me con il palmo rivolto verso l'alto.
    Questa è una stupidaggine, Sensei, non ho la minima idea di cosa fare
    Mi lamentai, parlando ad alta voce per assicurarmi che potesse sentirmi. Non avevo intenzione di cimentarmi in un'improvvisata meditazione che svuota la mente, anche perché il polipastro giallo c'era riuscito mentre svolazzava e parlava, quindi mi misi in testa di fare lo stesso.
    E' assurdo, spero che dopo questi patetici tentativi si decida a parlare
    Mi lamentavo, lamentavo e poi di nuovo lamentavo. La mia testa era un ammasso di pensieri che si accavallavano l'un l'altro: alcuni maledivano Mouryou, altri pensavano all'esercizio, altri andavano per fatti loro, altri ancora si preoccupavano se il gas fosse spento. La mia però non era proprio una rinuncia o un tentativo privo di ogni voglia, difatti tenevo sempre il palmo della mano aperto davanti a me e rivolto verso l'alto, soltanto che invece di immaginare il reiatsu che scorre nel mio corpo e fluisce nella mano in stile chakra dei ninja, pensavo semplicemente a VOLERE che sul palmo della mano apparisse una piccola sfera blu, un po' come si fa nei sogni lucidi.
  14. .
    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Tutti gli altri che non contano

    Mentre aspettavo non so che cosa arrivò nella classe un altro ragazzo che aveva partecipato al primo allenamento con Urahara, anche lui con la mia stessa espressione di shock/sollievo iniziale. Questi entrò direttamente nella gabbia di vetro con su scritto il suo nome senza pensarci due volte e pensai che si dovesse essere pazzi ad entrare in qualunque cosa avesse il proprio nome sopra. Poteva benissimo essere una trappola. Io mi avvicinai alla mia, ma senza entrarci, semplicemente passai una mano sulle pareti e le girai intorno per osservarla meglio e cercare di capire a cosa potesse servire. Come se le stramberie non fossero già abbastanza, mentre stavo quasi meditando di andarmene da lì, dal cestino della spazzatura fuoriuscirono quelli che sembravano dei tentacoli giganti e ci volle poco a capire a chi appartenessero. Una piovra di un giallo innaturale della portata di un banco sbucò dal secchio dell'immondizia e andò a sistemarsi sulla cattedra, che occupava tranquillamente per intero. Prima uno struzzo assassino sbucato da chissà dove che cammina sulle pareti, poi una piovra mostruosa color giallo canarino che fuoriesce dal cestino della spazzatura, la scuola Shin'o doveva essersi trasformata in una specie di zoo sovrannaturale. Tornando al polipo però, sembrava possedere un'altra qualità oltre alla grandezza, infatti una volta messo comodo ci salutò tutto contento agitando schifosamente i suoi tentacoli. Non essendo io ancora abituato alle piovre o animali in generale parlanti, entrai in assetto da combattimento arraffando una sedia lì vicino.
    BWAAAAH! E' un polipo gigante parlante giallo, che cacchio fate lì impalati voi due?! ATTACCATELO!
    Stavo per lanciare la sedia che avevo in mano addosso all'immonda creatura, quando Yuki riconobbe in lei il nostro Sensei. Lì per lì la credetti pazza e stavo pensando di colpire anche lei con la sedia per farla rinsavire, poi però quando l'animale parlò nuovamente mi convinsi che in quel corpo gelatinoso e disgustoso c'era l'altrettanto disgustoso e forse anche gelatinoso Urahara Mouryou.
    Scommetto che vi sono mancato! Cos'è questa forma? Beh, dopo aver sovraccaricato e fatto esplodere i limitatori nell'ufficio del Capitano ed essendo già nei guai... beh, ho pensato che sarebbe stato molto meno doloroso fare a meno delle mie giunture... ossa... muscoli... organi interni...-
    - Ad ogni modo quelli della Dodicesima sono stati così gentili da farmi prendere questo corpo in prestito finché non riattaccano tutti i pezzi del mio al posto giusto. Mai visto una gamba girare in quel modo, davvero, una cosa assurda...

    Posai a terra la sedia e mi ci sedetti sopra, piegato in due dalle risate che Yuki cercava di trattenere. Vedere qualcuno che ti ha trattato di schifo, soprattutto se è un tuo superiore, venir trattato ancora più da schifo e ridicolizzato da un suo superiore non ha prezzo. Da un lato comunque questa cosa poteva spaventare, dopotutto al primo addestramento Mouryou aveva indosso ben quattro limitatori di potenza e nonostante questi era comunque riuscito a fratturare la mano di uno studente semplicemente venendo toccato. Pensare che qualcuno sia stato in grado di distruggergli praticamente tutto il corpo era incredibile. Ma non mi dispiaceva, e poi ero troppo occupato a ridere. Cercai di darmi un contegno e soffocai le risate, giusto in tempo per scoprire l'utilità delle docce di vetro e l'argomento di questa lezione: il reiatsu.
    Da brava donnicciola Yuki parlò per prima dando una definizione breve e coincisa di quello che secondo lei era il reiatsu, dopodiché aggiunse qualcosa l'altro ragazzo... coso... Itsuki! Già, Itsuki. Dimostrò di sapere non poche cose sulla forza spirituale. Poi toccò a me.
    Beh hanno detto quasi tutto gli altri due. Aggiungo solo che grazie al Reiatsu si possono eseguire delle specie di tecniche tipo "BOOM" e poi "SWISH" e gli avversari sono tipo "AAAAAH" e tu invece "Oh Yeah". Mi pare si chiami Kido.
    ...Va bene penso abbiate capito che la teoria non è il mio forte, io preferisco mettere in pratica le cose, non parlare.
    E poi il Reiatsu e ciò che ricostruirà il suo corpo e quello che le ha permesso di impossessarsi di quel grazioso polipo giallo, Sensei.
    Conclusi lasciandomi scappare una breve risata.
  15. .
    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Tutti gli altri che non contano

    Quella sì che era vita.
    Niente più vivere in una casa ospite di un semi-sconosciuto un giorno a digiuno e l'altro pure, avevo una stanzetta tutta per me (che era circa un metro per uno, ma fa niente) e, cosa più importante, cibo tutti i giorni. Era fantastico! Non mancava mai un pasto e alla mensa c'era sempre cibo in abbondanza. Agli studenti novizi spettava quasi sempre una sbobba insapore, ma io col mio indiscutibile fascino ero riuscito a sedurre la cuoca anzianotta e un po' sovrappeso per farmi avere del cibo "bonus". Quel giorno, che doveva essere il settimo o giù di lì che mi trovavo in accademia, stavo tranquillamente sfoggiando la mia lucentezza esteriore e interiore per gli affollati corridoi, pensando che nei giorni passati non avevo né sentito né visto Urahara.
    E' una settimana che gli allenamenti non riprendono, se si procede così impiegherò un'eternità a diventare Shinigami
    Ero stufo di tutta quell'inattività, speravo temevo addirittura che il sensei mi avesse abbandonato. Mentre ero immerso nei miei pensieri tuttavia avvertivo una strana sensazione, come se fossi nell'attenzione di qualcuno. Certo eravamo in moltissimi nei corridoi, ma quello che sentivo addosso non era lo sguardo casuale di qualcuno che passava, apparteneva ad una persona che provo ce l'aveva insistentemente con me. Un po' stranito mi voltai di scatto con un'espressione battagliera e mi trovai davanti un ragazzo con gli occhiali più giovane di me che sobbalzò e poi mi guardo con una faccia tra la sorpresa e la paura incontrollata. Neanche il tempo di dirgli qualcosa che girò i tacchi e schizzò via sparendo in un angolo.
    Però, devo incutere parecchio timore quando mi arrabbio
    Pensai con un sorrisetto soddisfatto, poi però guardandomi un po' intorno vidi che tutti i presenti guardavano me, o meglio, dietro di me, con la stessa espressione del tipo occhialuto fuggito poco prima. Insospettito mi voltai e mi trovai davanti un enorme cespuglio. Lì per lì non capii, poi però alzai lentamente lo sguardo e seguii quello che sembrava essere un lungo collo, che terminava con una simpatica testolina di struzzo o qualunque animale fosse.
    Ma che...?
    Mi guardava insistentemente mettendomi terribilmente in soggezione, il tutto peggiorato dagli occhi spiritati completamente bianchi e attraversati da diverse venature rosse. Non mi chiesi cosa ci facesse uno struzzo del genere in un'accademia per gli shinigami, ma come ci fosse entrato. Mentre pensavo alla possibile risposta però venni riscosso da un improvviso urlo del suddetto animale che non aveva niente di amichevole. Istintivamente feci la cosa che ogni uomo figo e robusto avrebbe fatto in un momento del genere: urlai e scappai a gambe levate agitando le braccia.
    UN POLLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    Saettai fra i corridoi il più velocemente possibile, cosa resa facile dal fatto che il volatile mi inseguiva a una velocità spropositata con falcate abnormi delle zampe mentre emetteva strani e continui versi che potevano essere benissimo tradotti con "ti uccido, ti squarto, ti mangio, mi siedo su di te, sei la mia mamma". Mentre fuggivo cercavo di aizzare quelli che incontravo contro l'uccello, i quali tentavano inutilmente di placcarlo e venivano tranquillamente schivati. Cominciai seriamente a preoccuparmi quando svoltai ad un angolo e lo struzzo camminò sulla parete per girare a mo' di Prince of Persia.
    E' uno struzzo ninja! E' uno struzzo ninja SISALVICHIPUOOOO'!
    Avendo ormai assodato che se avessi continuato prima o poi mi sarei sfiancato, aprii la porta di un'aula con una spallata e mi barricai all'interno di questa sbarrando la porta con sedie, banchi e quant'altro trovai sotto mano. L'animale sbatte' diverse volte sulla porta prima di emettere un sonoro e lungo "Bugaaaaaaaaaaaa'" e andarsene. Mi appoggiai sulle ginocchia e presi aria a grandi respiri, sollevato dall'essere sopravvissuto ad un attacco selvaggio. Quando mi calmai vidi poi che nella stessa stanza c'era anche una ragazza e guardandola meglio mi pareva di averla già vista da qualche parte.
    Dunque vediamo, che ragazze ho frequentato nell'ultima settimana?
    Scervellandomi mi ricordai di averla incontrata nel primo allenamento con Urahara, mi pareva si chiamasse Yuki o qualcosa del genere. Guardando meglio scovai nella stanza tre specie di docce di vetro trasparente, con sopra ognuna di essere una targhetta con su scritto il mio nome, quello della ragazza e quello di un'altro ragazzo.
    Mi chiedo se sia davvero un caso essere finito qui
    Pensai ad alta voce anche per avvertire la ragazza della mia presenza.
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