ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by B l a z e

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    E tu che ci fai qui? u_u Spammona!
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    Chettenero che è, guardate come si ribella <3
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    Chettenero che eri :fuu:
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    Benvenuta! ^_^
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    Benvenuta. :gna:
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    Solo due cose; scusa il ritardo (ma questo lo sai) e perdonami per qualche eventuale errore (guarda un po' l'ora ahahah). Almeno andiamo avanti, dai.


    S h i n j i  F u k u d a - S C H E D A

    XII Division, 7th Seat

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    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    Se qualche tempo fa mi avessero detto che il mio destino era quello di diventare un insegnante all'Accademia, probabilmente avrei riso di gusto in faccia al povero idiota che si fosse permesso a dire una simile idiozia. Se poi mi avessero detto che lì avrei incontrato dei soggetti di studio interessanti, probabilmente avrei fatto rinchiudere quel pazzo nella cella di un qualche manicomio alla Soul Society. Anzi, dal momento che non vi sono manicomi, qui, mi sarei prodigato di rinchiuderlo in una gabbia e di cominciare a studiare più da vicino la follia dell'essere umano ed in quali direzioni essa può svilupparsi. Sarebbe stato senz'altro un progetto molto divertente da portare avanti... Ma, sfortunatamente, mai nessuno si prodigò di avvisarmi di un'eventualità del genere.
    Capite bene quindi il mio sgomento nel ritrovarmi improvvisamente ad avere a che fare con un soggetto così... così... come dire? Problematico? Delicato? Interessante? Forse tutti e tre i termini assieme. Sakura era quanto di più strano avessi mai visto davanti ai miei occhi da tempo immemore, e di cose strane -soprattutto la prima volta che misi piede all'interno della Dodicesima Divisione- ne ho viste veramente tante. Aveva degli schemi comportamentali e logici completamente tutti suoi; stava risultando davvero difficile riuscire a comprenderla e forse il fatto che per me stesse diventando così più incredibilmente interessante ogni singolo istante che passava dipendeva proprio da questo non capire cosa diavolo intendesse ogni volta che apriva bocca o cosa facesse quando si muoveva. Non mi spiego altrimenti il fatto per cui una bambina che mostrava sì e no neanche tredici anni, coperta da strani segni di inchiostro nero, fosse diventata in un tempo pressoché nullo quella che iniziai ad etichettare nella mia mente come "Soggetto S". Lei era troppo interessante per essere lasciata a sé stessa ed io mi sentivo in dovere di analizzarla il più possibile.
    Da lì nacque quindi l'idea di farle bere quell'intruglio che avevo recentemente ultimato una pozione niente male, devo dire, ma che ovviamente era piuttosto difficile da usare in battaglia. Era nata originariamente come pozione di cui la lama della mia zampakutou sarebbe dovuta essere intrisa, ma era ancora troppo imperfetta per poter essere utilizzata a tale scopo; ragione per la quale fare qualche test con la piccoletta non avrebbe rappresentato in alcun modo un problema insormontabile. Sakura, in un primo momento, sembrò quasi vagamente contenta della cosa. Decisamente meno quando finalmente la boccetta contenente il liquido ceruleo passò tra le sue mani. Ennesima reazione inaspettata: il soggetto cominciò a piangere a dirotto, singhiozzando violentemente senza dire una sola parola. Probabilmente chissà quanto casino vi era all'interno di quella testolina, ed io avrei pagato tutti gli yen del mondo solo per averne conferma. E magari riuscire a captare parte di quel casino, sapere quale dissidio accadeva all'interno di lei. Alla fine, con più di una titubanza, la ragazzina riuscì a mandar giù tutto d'un fiato la mia pozione.
    Inarcai un sopracciglio, fissandola inespressivo mentre lei si rannicchiava in posizione fetale e continuava a piangere. Le spiegai quindi cosa avrebbe dovuto fare per completare l'obbiettivo odierno, non riuscendo a non nascondere una certa punta di impazienza nel mio tono di voce. Riuscii a notare che, nonostante stesse piangendo, Sakura non aveva smesso per un solo secondo di rivolgermi la sua attenzione più totale. Ero positivamente impressionato, ma non esteriormente. Lì continuava a vigere la mia solita indifferenza. Quando mi alzai dal mio ceppo, lei rimase qualche secondo immobile, probabilmente stava pensando.
    Notai anche che aveva smesso di piangere e, anche in questo caso, mi chiesi il perché. Dal momento che non conoscevo la causa scatenante del pianto, era difficile immaginare una causa per la quale avrebbe dovuto smettere. Poi avanzò qualche passo incerto verso di me e, tendendo una mano verso di me, mi annunciò placidamente che era arrivata alla conclusione che il modo più semplice ed immediato di ottenere l'antidoto era che fossi io stesso a darglielo. E grazie tante. Dire che mi lasciò di stucco, comunque, era poco. Anche quella era una reazione che decisamente non mi sarei aspettato e che fecero crescere esponenzialmente sia il mio interesse scientifico verso di lei, che una sorta di simpatia per quell'esserino imprevedibile che era riuscita ad avere l'abilità di divertirmi. E non era una cosa da poco. «Assolutamente no.» fu la risposta secca che ricevette, dopo qualche istante di naturale e comprensibile perplessità. «Sono passati due minuti da quando hai bevuto la pozione, mi scoccia essere ripetitivo ma oserei dire che sì, il tempo scorre. Ti suggerirei di iniziare.» Era vero, odiavo mortalmente ripetermi. Ma viste le circostanze ed il soggetto "particolare" in questione, forse era il caso di fare uno strappo alla regola. Rimasi quindi lì, immobile in posizione di guardia, in attesa di una mossa della ragazza che a questo punto non ero più tanto sicuro sarebbe arrivata.





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    Benvenuto :gna:
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    Benvenuto! ^_^
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    Benvenuto :gna:
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    Bentornata :gna:
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    CITAZIONE
    Accettabile? Stai facendo davvero uno splendido lavoro, sei davvero bravo, un utente come non se ne vedevano da tanto. (:

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    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    La ragazzina si presentò in maniera composta subito dopo che io le ebbi rivelato di essere quello Shinji Fukuda che stava cercando. Devo confessare di essere rimasto piuttosto sorpreso, non credevo che la ragazza mi avrebbe detto il suo nome con così tanta prontezza, considerando che io non glielo avevo chiesto. Ciò implicava necessariamente che la ragazza conoscesse un minimo di norme sociali o che qualcuno le avesse insegnato come comportarsi in casi del genere. Non era nelle mie abitudini provare sentimenti di alcuna sorta verso il prossimo che non fossero rispetto verso i superiori o morboso interesse puramente scientifico per le mie "cavie", ma in quel preciso istante sperai davvero per quel povero konpaku che non abitasse da sola nel Rukongai. Non risposi ulteriormente, limitandomi ad annuire e a continuare a camminare. Sakura reggeva il mio passo senza troppi problemi, mi stava seguendo con relativa disinvoltura -se non fosse stato per il fatto che giunti sullo spazio erboso aveva rallentato impercettibilmente il passo, l'avrei avuta praticamente subito dietro di me per tutto il tempo-. Per un attimo dubitai seriamente della mia valutazione... Possibile che Sakura fosse semplicemente una bambina dal dubbio gusto etico? Ma quella ragazzina tutta sorprese aveva appena cominciato a lasciarmi a bocca aperta, il bello doveva ancora venire.
    Una volta che mi fui accomodato sul ceppo, prima di cominciare con la mia presentazione completa e la spiegazione sul cosa rappresentavo io per lei, attesi che anche lei si sedesse. Invece che prendere posto su uno dei tre ceppi posti di fronte a me la rossa preferì prendere posto sull'erba, costringendomi quasi a guardarla dall'alto in basso viste anche le sue dimensioni piuttosto ridotte. «... Che diamine fa?» mi chiesi inarcando un sopracciglio. Ero sicuramente un suo superiore, ma lei aveva un concetto distorto del rispetto. Probabilmente il sedersi in quel modo sarebbe stato giudicato profondamente irrispettoso da una delle tamte cariatidi del Gotei 13, ma io decisi di non dare peso a simili sciocchezze, non mi erano mai importate e non avrei certo cominciato con lei a prendermela per cose simili. In fondo in quel particolare senso anch'io non ero uno stinco di santo.
    Al termine del mio discorso, la ragazza mi pose una domanda che sinceramente mi spiazzò. Per la prima volta nella mia vita non avevo la più pallida idea di che cosa dire. Non una battuta, non una risposta ironica, ma nemmeno una seria per dire la verità. «... Le domande si pongono per svariati motivi. Per conoscere quel che non si sa, quel che non si è capito, o magari per semplice curiosità. Credi di sentire il bisogno di porre qualche domanda inerente a ciò che ho detto?» In qualche modo ero riuscito a salvarmi in calcio d'angolo, ma quella ragazzina mi aveva seriamente messo in difficoltà sul piano intellettuale... Ero realmente stupefatto. Ma ciò che ancora di più mi sorprese fu la sua risposta alla domanda successiva... Scie? Labirinti? Io onestamente non avevo la più pallida idea di cosa diamine Sakura stesse parlando, ma una cosa sembrava essere ormai chiara: lei vedeva ed avvertiva le cose in un modo completamente differente da quello di una persona normale, per tanto io sentivo l'autentico dovere di analizzarla. Quella del provare un irrefrenabile desiderio di analizzare le cose che non conoscevo era una delle mie ossessioni permanenti, insieme a quella del cercare un modo di crescere più in fretta o di rendere i miei tratti più mascolini... Ma questa è un'altra storia. «... Mh. Scie, dici... Vediamo fino a che punto queste scie possono rivelarsi utili.» dissi semplicemente, benché non ci avessi capito granché. In realtà programmavo di farla infiltrare nelle cucine per recuperarmi un oggetto senza farsi scoprire, ma adesso volevo farle fare qualcosa di più <estremo>. Estrassi dalla saccoccia che portavo attaccata alla cintura una boccetta contenente un liquido ceruleo dalle tonalità piuttosto acceso e la feci oscillare un poco per sottolinearne il contenuto più a me stesso che a lei, essendo certo che non lo stesse nemmeno guardando. «Questa che vedi è una pozione che ho ultimato di recente. Avevo intenzione di farti fare tutt'altra cosa per la prova odierna, ma credo che così per almeno uno di noi due la cosa risulterà essere più interessante. Su, bevila, tutta d'un sorso. Ti avverto, potrebbe avere un sapore piuttosto aspro.» Le porsi la boccetta, dopo averla stappata, ed attesi che eseguisse l'ordine che le avevo impartito. «Non preoccuparti, non è nulla di letale. Quella che hai appena bevuto è un'innocua pozione che nell'arco di appena quarantacinque minuti inibirà del tutto la tua capacità di produzione di energia spirituale sigillando i punti in cui esso si forma... Mandandoti in coma. Il tuo compito è di sottrarmi nel tempo stabilito il sacchetto che porto qui attaccato alla cintura della divisa, così da recuperare l'antidoto contenuto al suo interno. Se ce la fai, passi la prova. Nel caso contrario, cadi in coma, ti salvo ma sarò costretto a stroncare sul nascere il tuo cammino sulla via degli shinigami.» la fissai con attenzione, cercando di cogliere eventuali emozioni sul suo volto scarabocchiato. Mi chiesi se in quel momento avrebbe provato paura, ansia, rabbia... Ero così dannatamente curioso di sapere cosa accadeva in quella testolina rossa! «Ti suggerisco di iniziare, il tempo scorre.»





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    •_Mad_• viene bocciato per ritardo nel posting.
    @InTheMaze: Ottimo lavoro (:

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    Narrato ~ Parlato Shinji ~ Pensato ~ Parlato altrui ~ Mormorato

    Incredibile ma vero, nonostante ormai fossero passate alcune settimane, stentavo ad abituarmi al fatto di essere diventato un sensei accademico. Io non ero, non sono e non sarò mai adatto a fare questo tipo di mansione, indipendentemente da ciò che il mio saggio -per modo di dire- senpai Hanae Haru si ostina a sostenere. Non ho mai amato l'avere a che fare con la gente, è una cosa che ho sempre evitato per quanto possibile. Tolti i soggetti di studio e coloro i quali mi erano indispensabili nella vita, ogni qualvolta si rivelava possibile è sempre stato più semplice per me tentare di sgattaiolar via e sottrarmi a certi tipi di doveri. Se una persona non riesce a far accendere anche il più flebile barlume d'interesse, allora per me è come se non esistesse.
    Nonostante avessi tuttavia cercato più volte di far notare il mio disagio sia ad Hanae-senpai che ai miei superiori, la loro posizione era rimasta irremovibile: dovevo coprire il buco lasciato scoperto da Sakata, il quale non avrebbe mai più insegnato ed era stato ridotto alla stregua di un mezzo-shinigami. Avevo incontrato quell'uomo per poco più di tre minuti quando ero stato incaricato ufficialmente da Hanae di portargli la convocazione presso gli alloggi del Capitano dell'Ottava Brigata. Non avevo idea all'epoca a cosa essa potesse essere dovuta, ma in seguito mi venne comunicato che fu a causa di quella missione che venni mortalmente incastrato.
    Quella mattina decisi di presentarmi in orario, come di norma, dal momento che in primis essere in ritardo era una cosa che odiavo, ed in secondo luogo sarebbe stato poco professionale. Non che mi importasse particolarmente dei due studenti che avrebbero composto la seconda classe della mia carriera di insegnante, ma ci sono delle questioni di principio che ci tengo vadano rispettate. Tuttavia, erano le nove in punto quando la prima studentessa mi si approcciò, completamente da sola. Del secondo, nemmeno una traccia. "Meno male che dovevano essere due. Che razza di inetto si presenta in ritardo al primo giorno? Bocciato in partenza." sentenziai mentalmente, rivolgendo poi la mia attenzione su quella ragazzina che mi si era avvicinata. "... Santi numi, ma in che stato è?!" pensai, esterrefatto, mentre la squadravo. Era piuttosto bassina, di corporatura minuta e con una lunga chioma di capelli rossi. Indossava la divisa dell'accademia, con la parte superiore bianca e i suoi hakama rossi, ma non le scarpe. Era completamente scalza, ma non era quello il particolare ad avermi stupito così tanto, quanto più il fatto che praticamente ogni centimetro libero di spazio sulla sua pelle era coperto di inchiostro nero, in alcuni punti più sbiadito di altri, che sembravano essere stati fatti a mano ed anche piuttosto recentemente. Di certo, non erano tatuaggi. Ciò che però mi sfuggiva, era il motivo per il quale una bambina -o almeno tale sembrava- avrebbe dovuto "sfigurare", per così dire, la propria immagine a tal punto ed andarsene in giro in quel modo. Non erano affari che mi riguardavano, in fondo, per cui non avrei assolutamente fatto domande di quel tipo a quella strana ragazzina.
    «Lei cerca Shinji Fukuda. Potresti indicarle dove trovarlo, per favore?» aveva una vocetta squillante che in un primo momento, come il novantanove percento delle volte accadeva, odiai a morte. Non mi sfuggirono tuttavia due dettagli piuttosto singolari, quali il parlare di sé stessa in terza persona ed il fatto che stesse deliberatamente evitando di guardarmi negli occhi. Non ero uno stupido, non lo sono mai stato. Iniziai a considerare la possibilità sempre meno remota che la ragazzina potesse soffrire di qualche disturbo, ma decisi di darle una possibilità. Chi meglio di uno svitato come me poteva capirla? Io sono a detta di molti un folle, pensiero che probabilmente anche il mio insegnante accademico -prima di Hanae- aveva condiviso. Ma non lo sono, mio padre mi ha fatto testare. Non ho mai avuto realmente una vaga idea di chi sia questo padre che mi avrebbe fatto esaminare, ma ormai ero abituato a dirlo in continuazione, quindi amen. «Lei, chiunque essa sia, lo ha trovato.» risposi, con tono piatto, fissandola nonostante lei non mi stesse guardando. «Sono io Shinji Fukuda, ora seguimi.» Avevo in mente qualcosa di "divertente" per quel primo allenamento, ed il fatto che la ragazza fosse chiaramente autistica non mi avrebbe impedito di farlo. Decisamente quello era un esempio di persona in grado di suscitare un forte, fortissimo interesse in me. Era riuscita ad accendere la fiammella della curiosità scientifica... certo, la vedevo quasi alla stregua di una cavia, poveretta, ma dovevo testarla ad ogni costo. Accertandomi di tanto in tanto che mi stesse seguendo, mi allontanai dalla ressa all'esterno dell'Accademia e costeggiai l'edificio fino ad arrivare praticamente sul retro di quest'ultimo. Era da lì, infatti, che si riusciva ad avere accesso alle cucine. Sul praticello verde vi erano quattro ceppi d'albero tagliati e disposti a mo' di sedile, messi lì -stando a quanto mi era stato riferito- proprio da un ex-giovane sensei che altre volte aveva scelto quell'area per le sue lezioni, dal momento che sembrava essere un amante dell'aria aperta. Mi sedetti su uno di essi, ma ero sicuro che lei non avrebbe fatto altrettanto se non su invito. «Siediti dove ti pare.» le intimai con la solita atonalità, privo di gentilezza ma non per questo burbero. Semplicemente indifferente. Non allegro, non arrabbiato. Nessuna emozione trapelava dal mio tono. «Come ho detto poco fa, il mio nome è Shinji Fukuda e sono il settimo seggio della Dodicesima Divisione Gotei 13. D'ora in avanti sarò io che mi dovrò occupare di te ed insegnarti le basi per poter diventare una dea della morte. Hai qualche domanda?» Ero quasi certo del fatto che non avrei ricevuto alcuna domanda da parte sua, ma era giusto concedere il beneficio del dubbio. Dopo aver risposto a delle eventuali domande, fu mia premura aggiungere una domanda che mi era stato detto essere una sorta di rito che bisognava eseguire prima di cominciare. Una regola non scritta ma che tutti applicavano, visto che era importante. «Prima di passare al tuo primo allenamento, però, devo sapere per quale motivo vorresti diventare una shinigami. Diventando una di noi diventi automaticamente un soldato, rischi la vita tutti i giorni. Hai un motivo per fare tutto ciò?» Confesso che per la prima volta ero realmente interessato di sentire una risposta a quella domanda, ma mi chiedevo anche se lei ne avesse una. Anche se non mi avesse risposto, o mi avesse detto una scemenza, per una volta avrei chiuso un occhio. Non avrei rimandato a casa il mio nuovo soggetto di studio per nessun motivo al mondo.





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    Edited by B l a z e - 17/4/2013, 22:21
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604 replies since 28/4/2007
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