ASIAN REVOLUTION [ex Bleach Revolution, Giappone, Cina, Corea, GDR, Spoiler, download Anime sub ITA, Manga Scan ITA, Streaming,

Posts written by Malandrino ninja

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    Neanche questo mio tentativo funzionò, e la mia caduta continuava inesorabilmente. Eppure il mio ragionamento mi sembrava giusto, non era quello che mi aveva suggerito il sensei, creare una specie di pedana sul quale stazionare? A quanto pareva non era abbastanza, sentendo le parole del sensei.

    - Temo che ti manchi poco, quindi stammi a sentire. il principio è giusto, ma ora te devi solo pensare a fermarti prima ancora che a camminare. Crea qualcosa che possa fermarti e cerca di renderla RESISTENTE. E' un consiglio spassionato.

    Qualcosa che mi possa fermare a mezz'aria e soprattutto che doveva essere resistente. La prima cosa che mi venne in mente era una colonna, ma la scartai subito perché, anche se ormai mancava poco al terreno, crearne una con il reiatsu che mi rimaneva sarebbe stato impossibile. Dovevo restare sull'idea della piattaforma, e per farne una che potesse fermarmi forse dovevo provare ad allargarla in modo tale che comprima maggiormente l'aria sotto di me e mi permetta di galleggiare, più o meno.

    Cos'altro mi resta da fare, oltre a recitare le mie ultime preghiere? Proviamo anche questa...

    Così, effettuai l'allargamento della mia piattaforma, le immisi il reiatsu dal mio corpo ed essa si allargò a macchia d'olio, ed essa raggiunse un'area di un metro quadrato e la inspessii fino a due centimetri, così da renderla sufficientemente solida per reggere il mio peso nonostante la larghezza. Ora dovevo solo fermarmi!
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    Il mio piano finì, letteralmente, a gambe all' aria, esattamente come me, ritrovandomi a testa in giù con le gambe che si agitavano senza controllo. Per risolvere questo problema, sospesi la fuoriuscita di reiatsu dai piedi, in modo da poter tornare a fare un volo tranquillo verso il terreno.

    - Come forse starai vedendo in questo momento prima di cader preda del mal d'aria...
    Per me in questo momento stare in aria è come stare sulla terra. Sotto di me è come se vi fosse una piattaforma sulla quale posso muovermi a mio piacimento. ora comprendi, Azuma-chan? Spero di sì, perché dalla mia esperienza fra noi - anzi, solo te - e il terreno vi saranno a malapena sessanta secondi. Diciamo che oltre che verso il basso stai un po' correndo contro il tempo... kukukukuku!


    Oh, finalmente il sensei si era deciso a fare il suo dovere e a spiegarmi in maniera decente come svolgere questo stramaledettamente pericoloso esercizio!
    Ora dovevo solo formare una semplice piattaforma di reiatsu sotto di me, non sarebbe stato difficile, sarebbe stato simile all'esercizio della pallina di energia, solo che stavolta avrei dovuto usare più energia e compattarla in modo che possa reggere il mio peso.

    E una volta formata la mia pedana, sarò in salvo!

    Stavo già cominciando a rilasciare l'energia, quando mi venne in mente un pensiero: realizzare una piattaforma mi avrebbe permesso di stazionare in aria, ma non di muovermi liberamente come faceva il sensei. Per fare ciò, avrei dovuto creare una serie continua di piattaforme, e questo avrebbe comportato un consumo di energia eccessivo, decisamente controproducente in combattimento, anche per Shinigami di alto grado con grandi quantità di reiatsu.
    Bisognava fare in modo di formare una piattaforma, che restasse attaccata ai miei piedi, così da non doverla formare ad ogni singolo passo. L'idea era fattibile, ora restava solo da metterla in atto, cosa che mi misi a fare subito, visto il poco tempo che mi rimaneva prima dell' impatto.

    Ok, concentrazione. Devo essere perfettamente concentrato stavolta!

    Iniziai a rilasciare nuovamente il mio reiatsu da sotto i piedi, dandogli stavolta un forma ben definita: cercai di fargli assumere la sagoma di due rettangoli, ciascuno dei quali venne "legato" ad un mio piede da quattro fasci di energia che feci partire dalla mia caviglia e che andavano a connettersi agli angoli della piattaforma.
    Mi rimisi in assetto verticale, con i piedi rivolti verso il basso, utilizzando nuovamente la mia divisa e cercai di frenare la caduta con i piedi, sperando di riuscirci.
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    Cavoli, quanto lo odiavo quando faceva così! I suoi consigli mi erano totalmente inutili, specialmente il secondo mi dava aiuto: "vola"! Dimmi come fare e posso provarci.

    Ah, ma prima o poi me la paga! Eccome se me la paga!

    Sembrava proprio che l'unica persona sulla quale potessi contare per sopravvivere sia me stesso. E dovevo anche lavorarci alla svelta, se volevo evitare di diventare tutt'uno con la struttura urbana del Seiretei, e per prima cosa dovevo riordinare le idee.

    Allora, guardando come il sensei riesca a stare così fermo nell'aria, senza fare un qualche strano movimento delle braccia o delle gambe. E dubito che abbia un qualche congegno meccanico che gli permetta di volare... Deve avere un qualche tipo di propulsione a getto continuo che lo mantiene stabile nell'aria, ma cosa potrà mai essere?

    L'unica cosa che mi venne in mente, oltre all'emissione di super-peti a raffica, era che si stesse mantenendo in aria tramite l'emissione di forti getti di reiatsu dai piedi, similmente a dei mini-propulsori. Visto che non avevo altra scelta, almeno per il momento, decisi di provare.
    Cercai di mettermi in posizione eretta, aprendo la parte superiore della mia divisa da studente, in modo che potesse fare da paracadute e sfruttare così il vento per stabilizzarmi in piedi, se così si poteva dire.

    Bene, e ora...

    Iniziai a richiamare la mia energia spirituale e la raccolsi lentamente nei piedi, facendola poi fuoriuscire in un flusso lento e costante da tutta la superficie della pianta, cercando così, se non fossi riuscito a volare, ad almeno rallentare la caduta, così da avere qualche altro secondo di tempo per pensare.
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    Ormai la respirazione si stava regolando, e soprattutto avevo la sicurezza che i polmoni e la milza non mi sarebbero esplosi a causa della folle corsa appena fatta.
    Il brutto era che ora la mia attenzione sarebbe ricaduta sulla persona che più mi odiava, per cause a me ancora ignote, e sulla lezione che stava per impartirmi.

    - Potrei perdonarti i tre secondini netti di troppo. Oggi faremo un allenamento MOLTO speciale e quindi mi sento magnanimo.

    Questo non era un buon segno! Quando Mouryou-sensei parlava di lezione, bisognava aspettarsi una tortura; quando parlava di una lezione speciale, c' era da aspettarsi atroci sofferenze; se adesso parlava di lezione molto speciale, seguendo la logica mi sarebbe successo qualcosa di apocalittico.

    Avrei dovuto fare un' assicurazione, potrei guadagnare una vera fortuna! Se sopravvivo a questa lezione, sarà la prima cosa che farò.

    Mentre riflettevo su dove avrei potuto trovare una qualche agenzia assicurativa nella Soul Society, il sensei si avvicinò a me, e questo era un fattore sufficiente a distogliermi dai miei pensieri e a concentrarmi sulle sue parole, alquanto enigmatiche a mio parere.

    - Dimmi, Azuma-chan, qual è la tua politica sul fatto che gli esseri umani non possano volare? Ah, fa niente. in realtà la tua opinione non ha alcun peso qui.

    Eh?

    Cosa avevano a che fare il fatto che gli uomini non potessero volare e il mio pensiero a tal riguardo con la lezione di oggi? Diamine, perchè doveva essere sempre così complicato? Non poteva dirmi semplicemente che cosa avremmo fatto oggi, come andava fatto e, una volta completata la lezione, tanti saluti fino alla prossima?
    Il sensei alzò il pugno davanti a me, altro brutto segno, ed eravamo a tre!

    Oddio, un' altra lezione basata sul combattimento! Ma qui non si fa altro che picchiarsi?

    - Stringi i denti.

    Un avvertimento? E da quando in qua il sensei si comportava così prima di una lotta? O forse, avrei dovuto subire qualcosa di diverso da quello che mi aspettavo, come succedeva spesso con lui? In ogni caso, feci come aveva detto, per essere pronto ad ogni evenienza.
    Il colpo che mi giunse sul mento non fu molto doloroso, anche se mi sarebbe rimasto comunque un grosso livido, ma fu abbastanza forte da sollevarmi e lanciarmi in alto nel cielo, come un razzo in partenza per la luna. Per la velocità e la forza dell' impatto persi i sensi per un breve momento durante l' ascesa, ma le cause potevano essere anche la stanchezza della corsa e il sonno arretrato.
    Quando mi ripresi, ero ancora molto in alto nel cielo, e potevo ammirare lo splendido panorama di tutta la Soul Society al mattino.

    Ehi guarda, da qui vedo casa mia.... Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!

    Quando capii cosa avevo appena detto, e cosa questo comportava, nella mia mente subentrò il panico più totale. Era finita: da un' altezza simile sarei caduto sul duro terreno senza alcuna speranza di sopravvivere, a meno che il sensei non mi avesse preso al volo, cosa di cui dubitavo fortemente.

    E così, anche la mia seconda vita è finita, e tutto a causa di un pazzoide squilibrato.

    Mi sarei abbandonato al vento, in attesa di concludere la salita e poi precipitare nel vuoto, se non avessi sentito la sua voce urlare:

    - Arrivo, Azuma-chaaan!!

    Incredibilmente, il sensei aveva spiccato un salto e si stava avvicinando sempre di più verso di me. Anche se ero impressionato dal fatto che mi stesse raggiungendo con un solo salto, io ero deciso a stare il più lontano da lui, cosa naturale visto che era stato lui a lanciarmi lì in alto. Per questo cominciai a fare la cosa che mi parve più naturale per un essere umano lanciato in aria ad un' altezza spaventosa e prossimo ad una caduta che sarebbe terminata con la fusione con il pavimento sottostante e la morte: iniziai ad agitare le braccia come se fossero ali, cercando di restare sospeso. E fu così che mi trovò il sensei, che mi aveva raggiunto proprio mentre cominciavo a scendere.

    Ehm, una piccola dritta su come non spiattellarmi al suolo, sensei?

    Con la somma speranza che stavolta si esprimi un po' più chiaramente, pensai.
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    Parlato
    Pensato
    Parlato altrui
    Narrato


    Che pace quella sera! Da qualche giorno non avevo più ricevuto notizie di Mouryou-sensei, e io mi stavo approfittando di questo periodo senza correre il rischio di essere ucciso/mutilato/torturato o qualsiasi altra cosa che fosse venuta in mente a quel folle dai capelli fulminati. Chiunque avesse subito la sfortuna di averlo come sensei sarebbe stato d' accordo con me nel godersi a pieno questi giorni.

    Adesso, un bel bicchiere di latte caldo e poi a farsi una sacrosanta dormita.

    Il perfetto finale per una serata passata a rilassarsi, guardando un meraviglioso film d'avventura e a sgranocchiare pop-corn. Finito il latte, mi stesi sotto le coperte e il sonno giunse immediato; la magia del latte caldo colpisce ancora.
    Il sogno che feci fu veramente meraviglioso:
    Stavo attraversando il Seiretei, vestito da capitano di brigata, con l' haori e le insegne splendenti. Alle mie spalle era legata una maestosa katana, contenuta in un fodero blu, la mia potente zampakutou. Ma la parte più bella era il fatto che, mentre camminavo, decine di affascinanti ragazze adoranti mi circondavano, riempiendomi di complimenti.

    Kyaaaa! Azuma- sama, lei è così affascinante!

    Di più, di più! Lui è fantastico!

    Era una bellissima sensazione essere così amato e idolatrato, non potevo fare altro che gongolare e bearmi di questo successo con le donne. Niente mi poteva guastare questo momento, tutto era meravigliosamente perfetto, io ero la star del momento e tutti gli altri mi ammiravano e mi rispettavano.
    Poi, il sognò cambiò: tutto divenne nero, le ragazze erano sparite e così la mia zampakuto e le vesti da capitano, ritrovandomi nel mio hakama da studente. Mentre mi guardavo attorno confuso, notai una figura muoversi verso di me, una figura dai capelli biondi e lunghi che terminavano in una folta coda, indossava una divisa da Shinigami della 2° Brigata e un affabile sorriso a trentadue denti in volto, e mi stava salutando. Cosa ci faceva Mouryou-sensei nel mio sogno?! Perché doveva perseguitarmi pure di notte, che avevo fatto di male nella vita per meritarmi questo?

    - Azuma-chaaaaaaan!! Arriva in Accademia entro venti minuti ALTRIMENTI TI UCCIDEROOOOOOO!!!

    E il Mouryou del sogno, crebbe improvvisamente fino a diventare alto come un grattacielo, il suo viso assunse sembianze che definire demoniache, sarebbe un eufemismo, e ora il suo sorriso era tutt'altro che affabile. Il mostro calò le sue immense mani su di me, che restavo fermo, impotente e minuscolo nei suoi confronti, urlando dal terrore.

    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!

    Mi alzai di soprassalto, madido di sudore, continuando ad urlare per diverso tempo, poi mi fermai per poter respirare. Era impossibile! Nemmeno nei miei sogni riuscivo a liberarmi di lui, ma per fortuna era solo un sogno, non poteva farmi niente, non era reale.

    E' stato solo un incubo, nulla di che. Devo aver esagerato con la carne stasera. Ma ora è tutto finito, mi rimetto a dormire e il bel sogno tornerà!

    Ed era ciò che stavo per fare, quando, girandomi per sistemare meglio il cuscino, vidi un'incisione sulla testata del mio letto. Ero sicuro che quando ero andato a letto non c'era, e sembrava essere fatta con una lama affilata. La scritta diceva:

    CITAZIONE
    Non è un brutto sogno. Ora sono 19 minuti...

    Nel leggere quelle poche parole, sentii come se tutta la vita mi fosse stata aspirata via! Come aveva fatto ad entrare? Poteva farlo in ogni momento? Non ero più al sicuro nemmeno all'interno delle mura domestiche?
    Ma poi mi resi conto di un'altra cosa: il sensei mi aveva dato appuntamento per una nuova lezione, e se fossi stato in ritardo anche stavolta, le minacce che il sensei mi rivolgeva continuamente si sarebbero realizzate!
    Balzai fuori dal letto e iniziai a prepararmi per la lezione, in preda al terrore. Quel giorno stabilii una specie di record mondiale, sia spirituale che vivente, perché ero uscito dalla mia casa circa due minuti dopo, completamente vestito, lavato e rifocillato, in direzione dell'Accademia, correndo come un razzo al quale avevano messo il pepe nel didietro.

    Più veloce, più veloce, più veloce, PIU' VELOCE!!!!!!

    Forse esagero nel dirlo, ma in quel momento, fui quasi sul punto di imparare lo Shumpo, la tecnica usata dagli Shinigami per potersi muovere più velocemente durante le missioni. Ovviamente era solo un'impressione datami dalla velocità con cui correvo, dal terrore che stavo provando e dall'intontimento da sonno che non era ancora passato del tutto. Miracolosamente, riuscii ad arrivare al luogo stabilito in dieci minuti netti, senza essermi schiantato contro oggetti, animali o persone, ma ero rimasto totalmente spompato, tanto che quasi svenni sul posto, davanti al sensei Mouryou.

    S-salve... anf anf... Mouryou-sensei. So-sono... anf... arrivato in tempo, vero?

    Ansimavo profondamente per poter recuperare il fiato, mentre il biondo se ne stava comodamente appoggiato al muro dietro di lui, leggendo una rivista, una di quelle piene di curiosità e fatti strani che accadevano in ogni parte del globo. La cosa che colse la mia attenzione era la scritta che capeggiava sulla copertina, subito sotto il titolo: "Come condizionare i sogni altrui"!
    Da quando in qua vendevano riviste che insegnavano cose del genere? E perché l'avevano venduta proprio all'essere spirituale più folle e pericoloso di tutto il Seiretei?
    E ora avrei dovuto subire una nuova lezione con quel tipo, con un altro dei suoi terribilmente pericolosi metodi di insegnamento, che mi avrebbe portato ad una nuova concezione della parola "dolore".

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    Rispondo adesso, che posso. La prossima lezione la inizieremo quando avrò nuovamente internet.


    Rimasi fermo, in attesa dell' attacco del sensei. Deglutii sonoramente mentre aspettavo, stringendo saldamente l'impugnatura del mio bokken e pregando intensamente che la mia strategia funzionasse.

    CITAZIONE
    - Non attacchi? Allora tocca di nuovo a me. Stai pronto Azuma-chan!

    E il sensei scattò contro di me, reggendo la sua spada nella medesima posizione orizzontale per colpirmi. Nonostante ebbi il forte istinto di chiudere gli occhi, sapevo che in una vera battaglia una simile azione mi avrebbe comportato la morte certa, quindi mi sforzai di tenerli aperti per non perdere un singolo movimento del sensei, in modo da difendermi adeguatamente.
    La lama arrivò a toccare il mio bokken e il sensei si rivolse a me, prima di attaccare.

    CITAZIONE
    - Consiglio per il futuro: attaccare ogni tanto non fa mai male.

    Un consiglio di certo utile, ma io non ero mai stato il tipo che attacca, anzi: davanti ai guai e alle minacce, io ero sempre il primo a scappare. Quindi per me, essere rimasto in posizione di difesa era già un grande risultato! Comunque, il sensei non aveva tutti i torti e mi sarei impegnato per rimediare a questa parte del mio carattere, che in effetti era troppo passivo/difensivo.

    L-lo terrò a mente, Urahara-sensei.

    Poi lui scattò con un movimento rapido del polso e la lama della sua zampakuto si conficcò dentro il mio bokken. Ecco, il ferro avrebbe attraversato il legno come burro e mi avrebbe raggiunto come niente. Forse, da come mi aveva parlato il sensei, non mi avrebbe ucciso, ma solo ferito gravemente... Non esattamente una prospettiva positiva, ma sempre meglio della morte!

    Uhm, ma se mi si rompe anche questa spada, poi cosa faccio? Mica mi farà combattere a mani nude spero!

    Invece no! La lama del sensei si fermò a metà della sua attraversata, bloccata dallo strato di Reiatsu che avevo applicato alla mia arma. Ovviamente ne fui felice, ma una vocina nella mia testa mi rammentò di non gioire tanto, perché questa mia vittoria era dovuta principalmente dal fatto che i sensei dovevano andarci piano con i nuovi allievi, altrimenti non ci sarebbero più nuovi Shinigami.

    Ma almeno... Ce l'ho fatta! Ho imparato la lezione e ho fermato la lama del sensei a potenza ridotta!

    Un po' di ottimismo fa sempre bene allo spirito. Ma il sensei provvide a smorzarmelo disarmandomi con un semplice movimento della zampakuto. Mi feci un promemoria mentale per ricordarmi di non perdere mai troppo tempo ad esultare solo per aver fermato un attacco nemico, perché se per farlo mi ritrovavo con l'arma distrutta, ero praticamente morto.

    - Direi che più o meno ci siamo arrivati. Il controllo e la canalizzazione del Reiatsu nel proprio corpo e nelle armi sono fondamentali per parare e difendere i colpi più forti, così come sono la base di tutte le arti Shinigami. C'è chi preferisce manipolarlo per usare il Kidou, chi lo canalizza nella Zampakutou per migliorare il suo Zanjutsu e chi, come me, lo distribuisce in tutto il corpo per migliorare le sue Arti Marziali.

    Quante informazioni affascinanti e utili per il mio futuro. Dunque, tutto l' esercizio che avevo appena fatto non era altro che solo l'inizio di una sola parte, rispetto a tutta la complessità di cose che si potevano fare con il reiatsu. Sarebbe stato un lavoro lungo, ma io ero in questa Accademia proprio per quel motivo.

    Dovrò rimboccarmi le maniche e lavorare sodo!... Perché il sensei ha di nuovo lo sguardo malvagio?

    Ormai ero abituato a vedere il sensei fare quell'espressione molto intimidatoria, specie nei miei confronti, ma non capivo perchè me la stesse facendo in quel momento, dopo aver brillantemente completato l' esercizio.

    CITAZIONE
    - Uhuhuh, sai Azuma-chan, lo Zanjutsu è la branca dove sono più scarso...

    Rimasi interdetto a quelle parole. Il combattimento con la spada era lo stile in cui si trovava peggio, che razza di bestia era in quello in cui si trovava meglio? Poi mi ritornarono subito in mente le parole dette poco prima, quelle riguardo gli usi diversi del reiatsu in base all'arte di combattimento scelta:

    CITAZIONE
    C'è chi preferisce manipolarlo per usare il Kidou, chi lo canalizza nella Zampakutou per migliorare il suo Zanjutsu e chi, come me, lo distribuisce in tutto il corpo per migliorare le sue Arti Marziali.

    Grazie a quelle parole, riuscii a capire dove fosse migliore Urahara-sensei, e dire che non dava l'impressione di essere molto forte fisicamente. Ma prima che io potessi aprir bocca, fu lui stesso a dimostrare quanto l' apparenza inganna, distruggendo una piastrella del pavimento sottostante in diversi frammenti con una semplicità disarmante!

    CITAZIONE
    - Questo è più il mio stile. E ora bye bye, Azuma-chan, ci vediamo alla prossima lezione... E vedi di non far tardi un'altra volta...

    R-ricevuto, signor Urahara-sensei signore!

    Fu la seconda volta in due lezioni che mi venne da fare il saluto militare nei confronti del biondo, ma era impossibile non farlo quando parlava con quel tono minaccioso. E con queste gentili parole di commiato, il sensei sparì immediatamente dalla mia vista.
    Io rimasi lì per qualche istante, osservando il disastro fatto dal sensei. Era incredibile come fosse riuscito a distruggere un pezzo di marmo così spesso senza nemmeno farsi un graffio alle mani! Accanto a me c'era un pezzo del mio ultimo bokken, guardai quello e poi la terra che stava sotto la piastrella, e sogghignai maliziosamente mentre afferravo il legno.
    Mi chinai sulla terra e iniziai a scarabocchiare usando la punta del frammento come fosse una penna, continuando a ridacchiare divertito.

    Uhuhuh!

    Quando ebbi finito, mi guardai intorno per accertarmi che non ci fosse nessun testimone, e constatando che non ce n'era nessuno, gettai via il bokken rotto e me ne andai allegro a casa, per potermi fare una nuova doccia, meritata dopo quella sudata pazzesca.
    Quando poi, qualche altro shinigami sarebbe arrivato in quel cortile e avrebbe notato la parte distrutta, vi avrebbe trovato scritto sulla terra la seguente nota:

    "Mandare le spese di riparazione a Urahara Mouryou, Seconda Brigata"

    Uno scherzetto un po' infantile, lo ammetto, ma in fondo era vero, e di certo il sensei se lo meritava per quel suo odio nei miei confronti, smodatamente esagerato per qualche minuto di ritardo! E di sicuro, piastrelle di quelle dimensioni costavano una sommetta davvero consistente, per non parlare dei materiali per il rimpiazzo.
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    Accadde tutto in un battito di ciglia: chiusi gli occhi e quando li riaprii, reggevo in mano solo metà del mio bokken! L'altra metà, tranciata di di netto, si trovava piantata dentro un muro e vibrava alquanto intensamente a causa della forza del colpo ricevuto.

    Diamine, non l'ho nemmeno visto muoversi! Come diavolo ha fatto a colpire così ferocemente?

    CITAZIONE
    - Oooops! Mi sa che mi sono eccitato e ho fatto un pasticcetto. Kukukukuku... -

    Ero rimasto totalmente sconvolto, ma questo era davvero un allenamento, o era un tentativo di uccidermi da parte del sensei, mascherato da tale? Sembrava impossibile riuscire anche solo a colpire il sensei, ma ciò che temevo di più era arrivato insieme al mio nuovo bokken! Mi era stato lanciato dal sensei, e riuscii ad afferrare anche questo, facendo cadere la metà inutilizzabile dell'altro.
    Lento, sottile e spaventoso era il suono che faceva la fendi-anime del sensei mentre veniva snudata dal suo fodero. Era la prima volta che la vedevo, e potevo notare che, diversamente da quella di altri shinigami che avevo visto, non era una katana, ma una spada dalla lama dritta e sottile, di evidente foggia non orientale. Ma non era questo ciò a cui dovevo pensare!
    Il sensei mise la sua spada in orizzontale e, sperai fosse un caso, in linea esatta con il mio collo! Deglutii rumorosamente e iniziai a indietreggiare lentamente, mentre il sensei rideva in modo inquietante.

    CITAZIONE
    - Muahahahahahahah!! -

    Ehm, sensei... Sta scherzando, vero? N-non vorrà davvero usare la su-sua zampakutou contro uno studente, durante un allenamento? A-andiamo... Almeno p-può evitare di usare la lama?

    Il terrore nella mia voce era tanto intenso che si poteva quasi toccare, e come darmi torto? Stavo combattendo con una spada di legno contro il mio sensei, uno shinigami a pieno titolo e membro della seconda brigata, che nutriva uno smisurato odio verso di me, per non so quali ragioni, e che aveva appena estratto la sua zampakuto, quindi in grado di affettarmi prima ancora che me ne rendessi conto!
    Continuai ad indietreggiare, tenendo davanti a me in verticale, in un patetico gesto di difesa, il mio bokken, pur sapendo che entro pochi secondi, anche quello avrebbe fatto la stessa fine degli altri e poi non ci sarebbe più stato alcun impedimento tra l' arma del sensei e il mio corpo.

    Sono morto, sono morto, sono morto....

    Cosa potevo fare? Se il modo in cui avevo tentato di eseguire l'esercizio non aveva funzionato, cos'altro mi potevo inventare? Ormai ero senza speranza, una misera anima condannata a finire in pezzi a causa dell'immotivata sete di sangue di un folle...
    Beh, però non potevo restare lì a farmi mutilare come un pezzo di carne da macello! Pur essendo un disperato e in evidente svantaggio, avevo pur sempre un onore da difendere. Restava solo da trovare il modo di restare in vita per farlo!

    Uhm, e se invece di avvolgere tutta la lama con il mio Reiatsu, lo infondessi solo nella parte del filo?

    Per evitare di consumare tutta la mia energia ne avevo immesso una quantità esigua nella spada, in modo da applicarla in modo uniforme su tutta l'arma. Se invece la infondessi solo su una parte, la avrei rafforzata in modo maggiore! Era una pazzia, ma valeva sempre la pena tentare.
    Nuovamente, attinsi alla sorgente della mia energia, stavolta vista come una scarica elettrica, e la feci correre attraverso il mio braccio destro per trasmetterla sul filo del bokken.
    Sentivo il flusso attraversare il mio arto, ma dovevo stare attento a non esagerare, o potevo causarmi delle ferite, e non avevo tutta questa voglia di auto-lesionarmi in vista del probabile futuro che mi attendeva. Inoltre c'era il rischio di rompere il legno, come mi aveva "gentilmente" mostrato prima Mouryou-sensei, e ritrovarmi senza armi era un'altra cosa di cui non avevo molta voglia succedesse.
    Silenzioso, il mio reiatsu scorreva sulla lama come la fiamma di una miccia; avevo l'intenzione di farle seguire una sorta di flusso continuo, avanti e indietro, ma poi mi raggiunse un pensiero: una volta che l'energia fosse arrivata in punta, se la facevo tornare indietro poteva causare delle interferenze di reflusso con quella che immettevo!
    Decisi di formare una specie di strada a due corsie sul bokken: entrambe molto ravvicinate l' una all'altra, in modo da lasciare un sottilissimo spazio indifeso tra di loro, ma la distanza si poteva calcolare in meno di un millimetro, quindi non era facile colpirla, per quanto la spada del sensei sembrasse sottile, doveva avere la lama più spessa, altrimenti sarebbe molto facile da piegare o spezzare. Nella "corsia di destra" c'era l'energia che immettevo io, al quale termine c'era una curva che la trasferiva nella "corsia di sinistra", ovvero quella che tornava e che terminava con una curva che confluiva in quella di destra, in modo da aumentare l'afflusso fino a un certo punto.
    Quando giudicai di aver raggiunto un livello sufficiente di reiatsu nel bokken, sospesi l'immissione e lasciai che l' energia scorresse in circolo, formando così una sorta di secondo strato sulla lama, rafforzandola. Ora dovevo solo aspettare l' attacco del sensei e sperare che il mio tentativo funzionasse.

    Avanti sensei... Sono pronto!

    Inconsciamente, iniziai a recitare le mie preghiere, sperando di reincarnarmi in qualcosa con una vita molto più tranquilla della mia, per esempio un bell'albero, si, non sarebbe male.
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    Scusa l' immenso ritardo, mancanza di ispirazione...


    Accidenti, la mia tattica si rivelò nuovamente fallace, e mi procurò di aver perso un pezzo della mia seconda spada e il moncherino, oltre di essere ferito alle mani. Fortunatamente, furono ferite decisamente minori rispetto a quelle che mi sarei aspettato in un confronto con un pazzo furioso come il sensei.

    Dannazione, fanno male, ma almeno sono ancora attaccate alle braccia!

    Fatto stava che questo mio comportamento aveva costretto il sensei a darmi una buona dritta che avrebbe potuto aiutarmi parecchio in questa lotta.

    CITAZIONE
    - Non potrai mai colpirmi se non provi a manipolare la tua energia spirituale e ad incanalarla nell'arma, Azuma-chan.

    Il trucco era trasmettere la mia energia spirituale all'interno della mia spada! Dovevo capirlo dal bagliore azzurro che il sensei aveva causato sulla mia spada per provocarmi la ferita alla mano destra. Comunque, ora mi trovavo in una situazione di svantaggio: arma in parte distrutta, quindi le sue potenzialità offensive erano ridotte, avevo entrambe le mani lesionate, il che rendeva inferma la mia presa sul bokken, diminuendo maggiormente la possibilità di infliggere danni, e infine non ero un grande esperto della manipolazione del reiatsu, al punto di infonderlo sulla mia arma, e questo comportava il rischio che la spada mi esplodesse in mano, ferendomi di nuovo e disarmandomi del tutto.

    Uhm, a pensarci bene, potrei usare un trucco simile a quello che ho usato per la scorsa lezione... Devo solo cambiare la forma del recipiente!

    Già, il processo era fondamentalmente lo stesso: far fuoriuscire l'energia dal mio corpo e darle una forma definita. L'unica differenza era che l' energia doveva avvolgersi lungo un oggetto, quindi l'interno della forma finale doveva essere cavo, come una guaina o un involucro.
    In ogni caso, dovevo agire rapidamente! Questo era una lezione, ma se fosse stata una vera lotta... Guardando il sensei potevo dire che sarei già finito nello stomaco di qualche Hollow, senza essere riuscito a pensare ad uno straccio di strategia vincente. Dovevo allenarmi di più sulla velocità di reazione e di pensiero, ma a quello avrei pensato più tardi, ora avevo altro da fare.

    Lezione recepita, sensei!

    Mi concentrai sul mio reiatsu, dall'esercizio dell' altra volta era più facile farlo uscire all'esterno, quindi da questo punto di vista non ebbi molti problemi, e perciò riuscii a tenere gli occhi sul sensei, che è sempre meglio stare attenti con lui nei paraggi. Una volta che l'energia azzurra iniziò la sua uscita dalle mie mani, feci rallentare il suo flusso fino a renderlo più facile da fermare nel caso stesse andando fuori controllo e distruggesse ciò che rimaneva della mia arma.
    Lo plasmavo attraverso la mia mente e i miei occhi, dolcemente, come se fossi un pittore che stendeva il colore sulla tela per concludere il suo capolavoro. Una piccola sbavatura e tutto il lavoro era distrutto, nel mio caso la sbavatura era verso l' interno dell'opera, ma il concetto era quello. Tenevo il bokken rivolto verso il basso, reggendolo con entrambe le mani, in modo da rendere più facile l'immaginare il flusso di energia che lo ricopriva, come se fosse acqua.
    Cercai di diffondere il mio reiatsu sul legno fino a ricoprirne l'intera superficie, il mio scopo al momento non era arrivare al punto di rendere il bokken letale come una spada vera, ma almeno renderlo resistente a sufficienza per resistere per qualche tempo agli assalti del sensei, in modo da trovare una nuova strategia d'attacco.
    Una volta che il reiatsu fosse giunto alla nuova punta dell'arma, mi sarei messo in posizione di difesa, sollevando l'arma rinforzata davanti al petto, tenendola in diagonale verso sinistra, per poi pensare ad una nuova tattica.
    Sperai profondamente di non danneggiarla maggiormente, o mi sarei ritrovato a combattere con una spada di legno contro una zampakuto vera e propria!
  13. .
    Come immaginavo, la mia tattica fu parecchio fallace: il sensei distrusse la mia spada come fosse un grissino, poi fece saltare i bottoni della mia divisa, aprendone completamente la parte superiore.

    Che diamine....!

    Rimasi immobile, con in mano il moncherino scheggiato della mia arma nella mano sinistra e la giacca della divisa aperta, che rivelava la maglietta nera che indossavo al di sotto di essa. Ero rimasto shockato dalla velocità e dalla forza che aveva dimostrato il sensei contro di me, ed ero sicuro che ciò non fosse che una minima parte della sua forza totale.

    Accidenti, non l' ho nemmeno visto arrivare! Come posso sperare di colpirlo?

    Il sensei iniziò a ridacchiare in una maniera tenebrosa e malefica, per poi passarmi la seconda spada di legno mentre lui impugnava l' ultima rimasta. Afferrai l' arma con la mano libera e rimasi ad osservare il sensei, cercando al contempo di elaborare un piano.

    CITAZIONE
    - Facci più attenzione la prossima volta, Azuma-chan. Se ti dovessi passare anche quest'altra poi non avrei altra scelta che usare la mia Zampakutou...

    Ci sarebbe mancato altro! Già lo si poteva definire letale con una semplice bokken, armato con la zampakuto, il sensei poteva diventare solo ADM, Arma di Distruzione di Massa! Dovevo cercare di far durare questa spada il più a lungo possibile, o ci avrei rimesso qualche arto a combattere contro il sensei.
    Dovevo elaborare un piano rapido ed efficace: di solito, le lezioni nelle quali si combatte contro il proprio sensei basta che lo studente riesca a colpire solo una volta il suo bersaglio. Quindi, in teoria, il mio obiettivo era riuscire a colpire il sensei almeno una volta con la mia arma, come se fosse facile...

    Non si poteva fare qualcosa di più facile per questa lezione? Che so... fare la ceretta ad un gorilla...

    Non potei pensare a molto altro: il sensei aveva ricominciato l' offensiva, sferrandomi un colpo dalla sua destra e diretto circa verso il mio torace. Se prima era riuscito a distruggere la mia spada con un colpo diretto e a distruggere i legacci della mia divisa solo sfiorandola, un colpo pieno sul mio corpo mi romperà di sicuro qualche osso e un paio di organi interni! Decisamente da evitare un simile evento, che mi avrebbe costretto su un letto d' ospedale per qualche mese.
    Agii velocemente e quasi completamente d' istinto: affondai il moncherino della prima spada, che ancora reggevo in mano, contro la spada diretta verso le mie costole. Prima il sensei, usando la stessa arma aveva distrutto la parte superiore della mia arma, ma lì aveva dovuto attraversare solo due-tre centimetri di legno, ora invece ne avrebbe dovuti attraversare almeno venti. E anche se non si fosse bloccata e avesse continuato a proseguire verso di me, ci avrebbe impiegato più tempo rispetto a prima, e in quel momento io avrei approfittato per colpire.
    Infatti, con l' altra mano che reggeva la nuova spada, avrei sferrato un affondo diretto verso lo stomaco del sensei. Il mio piano era di bloccare la sua offensiva da un lato e di attaccarlo mentre era scoperto. Pregai tutti i Kami che il mio colpo andasse a segno.
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    Damn... Non l' avevo notato quell'ultima parte


    Uno strano rumore attirò la mia attenzione, e girando la testa verso la fonte di quel suono potei assistere allo spettacolo del sensei che a tratti colpiva l'aria con due spade di legno e a tratti le faceva volteggiare in aria, una terza spada stava fissata alla sua cintura, al posto della zampakuto del sensei.
    Mi diedi un'occhiata attorno, ma non vidi traccia dell'altro studente rimasto, quello a cui non mi ero ancora presentato. Così, con una certa inquietudine per essere rimasto da solo con la persona che mi terrorizzava di più in tutta la Soul Society, mi avvicinai a lui e lo salutai cordialmente.

    Salute a lei, Urahara-sensei! Mi scusi per il ritardo, non mi ero accorto che era qui....

    Lui si volse verso di me e rispose al mio saluto, con voce cordiale, troppo cordiale....

    CITAZIONE
    - Azuma-chaaaaaan!! Ma la sai una bella cosa? Oggi siamo solo io e te... -

    Ecco, i miei incubi ricorrenti si erano realizzati proprio oggi, e il suo tono di voce... Non sapevo perché, ma se avesse usato una voce come quella della bambina dell'Esorcista, o quella di Samara del film The Ring, mi sarebbe sembrato molto più rassicurante!

    La cosa si mette assai male... Perché quell'altro studente doveva assentarsi proprio oggi?

    Una delle spade di legno del sensei volò verso di me e atterrò proprio ai miei piedi. La raccolsi con cautela, poteva nascondere un qualche trabocchetto, ma un rapido controllo mi rassicurò che era un semplice pezzo di legno, quindi la afferrai tranquillamente.

    Uhm, forse stavo esagerando riguardo al sensei. Magari è solo un eccentrico burlone, con uno sgradevole senso dell' umorismo...

    Questo mio pensiero, come tutti quelli fatti da me riguardo al sensei, si rivelò sbagliato, solo a sentire le nuove parole del biondo maestro pazzo.

    CITAZIONE
    - Certo che non sei mai in orario. Ti darò una scusa per esserlo la prossima volta.

    Iniziai a indietreggiare istintivamente, reggendo la spada di legno davanti a me come difesa dal sensei, senza mai distogliere lo sguardo da lui, mai dare le spalle al proprio peggior nemico. Ma forse avrei dovuto farlo, a guardare la faccia del sensei, correlata da sorriso affettuoso!

    CITAZIONE
    - Vieni Azuma-chan... giochiamo a un gioco...

    Una persona sana di mente, solo a guardare quel volto, sarebbe corsa via come un fulmine, abbandonando lì tutto per nascondersi sotto al proprio letto a tremare come una foglia scossa dal vento, ed è quello che avrei fatto anch' io. Però ciò comportava l'espulsione dal corso di Shinigami, cosa che non volevo accadesse, e per tale motivo iniziai a pregare affinché nella prossima vita potessi nascere come pianta.

    Almeno potrei vivere una vita tranquilla e senza preoccupazioni....

    Sperai che i posteri ricordino il mio martirio volontario, quando mi mossi contro il sensei per colpirlo con la spada che mi aveva lanciato.
    Non potevo però fiondarmi su di lui a spada tratta, senza uno straccio di strategia, e troppo direttamente. Era successa la stessa cosa contro Nao-sensei, solo che stavolta il combattimento si svolgeva in uno spiazzo aperto, io non avevo la spada inutilizzata del mio compagno di corso da sfruttare come diversivo o arma supplementare e non c'erano molti oggetti utili intorno, a parte gli alberi, ma dubitavo di poterli lanciare contro Urahara per distrarlo dai miei attacchi.
    Finché non fossi riuscito a pensare ad una strategia valida, mi sarei limitato a girare attorno al sensei tenendo la spada in avanti per bloccare eventuali assalti dal sensei. Una tattica iniziale un po' misera, ma al momento avevo solo questa.
  15. .
    Parlato
    Pensato
    Narrato


    Era passata una settimana intera da quando avevo avuto la mia seconda lezione da Shinigami e la prima con Urahara Mouryou come sensei. Dopo quel giorno ero andato a chiedere informazioni in giro su di lui, sempre meglio informarsi su chi mostra chiare intenzioni omicide nei propri confronti, ma non c'erano stati grandi risultati: sapevo solo che era un pazzo sadico e che era membro della seconda brigata, la brigata degli assassini!

    Devo stare all'erta, il prossimo allenamento potrebbe essermi fatale se lo faccio irritare troppo!

    Negli ultimi giorni ero sempre teso, scattando ad ogni rumore o movimento alle mie spalle e ogni volta che dovevo uscire da casa, prima mi sistemavo dei vecchi giornali sotto i vestiti per evitare di essere colpito da accoltellate alle spalle.
    Una sera, una di quelle in cui ero abbastanza calmo, mi stavo facendo una bella doccia calda per levarmi lo stress. Era piacevole sentire tutte quelle calde gocce d'acqua che scivolavano lungo il proprio corpo, trascinando con sé i problemi della giornata appena trascorsa, e la settimana appena passata mi aveva fatto riflettere.

    A pensarci bene, è ridicolo continuare a pensare che il sensei voglia veramente uccidermi! Forse lo fa per mettere sotto pressione gli studenti, per vedere come reagiscono: una specie di test nel test. E poi, se volesse uccidermi davvero lo avrebbe già fatto in questa settimana, altrimenti che assassino sarebbe?

    E con questo pensiero, cominciai a mettere del balsamo sui miei capelli, dovevo tenerli morbidi e fluenti per affascinare le ragazze, e a canticchiare una canzone rock usando una spazzola come microfono. Ero arrivato al ritornello finale della canzone quando, dal mio gabinetto arrivò uno strano gorgolio e da esso uscì un sub.

    AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!! E' IL SENSEI! MI HA RAGGIUNTO PER UCCIDERMI!

    Come la ragazza di un vecchio film horror, urlai alquanto acutamente, tirando a me la tenda della doccia per coprirmi dalla vista di quell'assalitore e già tristi pensieri attraversavano la mia mente.

    Ecco lo sapevo! E' rimasto in agguato, aspettando il momento in cui avrei abbassato la guardia per colpirmi. E l'unica cosa che posso fare è lanciargli una spazzola in fronte!

    Mentre riflettevo se usare davvero la spazzola come arma da lancio, il sub aprì la muta e ne usci con un abito da sera bianco molto elegante, un capo firmato a prima vista. Lo sconosciuto si premurò di presentarsi a dovere, pur essendo ancora con i piedi dentro al mio wc, e mi porse una lettera.

    CITAZIONE
    - Il mio nome è Bond... James Bond.

    Afferrai la busta con un certo sconcerto, assicurandomi che non si bagnasse, e rimasi a fissarla per qualche secondo, tempo sufficiente all'egregio signor Bond di togliersi il vestito, mostrando una seconda muta da sub al di sotto di esso, e di sparire dallo stesso posto in cui era entrato nel mio bagno, e quando distolsi lo sguardo dalla lettera, notai che pure la prima muta e il vestito erano spariti!

    Ma che diamine sta succedendo qui?

    Prima la mia scena da film dell'orrore, poi uno dei più famosi agenti segreti cinematografici si mostra dentro casa mia per consegnarmi una lettera e poi sparire, non è che nella Soul Society era arrivata la Giornata della Rappresentazione Cinematografica?
    Ancora sconvolto, posai la lettera sopra il lavandino e finii la mia doccia, ma sempre tenendo d'occhio il gabinetto, nel caso stavolta fossero degli alligatori giganti ad uscirne!
    Una volta che mi fui asciugato e avvolto in un accappatoio, aprii finalmente la busta per via sciacquone e lessi le quattro parole scritte in inchiostro leggermente sbavato.

    CITAZIONE
    Corri subito all'Accademia.

    Pur essendo ancora nuovo dei metodi d'insegnamento del mio sensei, non mi fu difficile immaginare che c'era lui dietro tutto questo.

    Oh cielo....

    Sospirando di sconforto per le nuove pene che avrei dovuto subire, andai in camera da letto e indossai la mia divisa da studente Shinigami. Sistemai in testa il mio cappello nero e uscii dalla mia casetta confortevole. Prima di andare mi accesi una sigaretta e alzai gli occhi al cielo: il sole era ancora visibile, anche se solo per un lieve bagliore rossastro all' orizzonte, ma già erano apparse le prime stelle e la luna. Non c'era una nuvola ad impedire la vista della volta celeste, e si poteva quasi sentire una tranquillità immensa nell' osservarla, proprio quello che mi serviva.

    E va bene, si va!

    Diedi un'altra boccata alla sigaretta e mi avviai verso l' Accademia, stavolta conoscevo bene la strada e non dovetti correre come un disperato come l'ultima volta, ma mantenevo un passo tranquillo anche se rapido.
    Arrivato nel cortile antestante la porta d'ingresso dell' edificio, completamente vuoto, mi sedetti appoggiando la schiena al muro, per aspettare l' arrivo del mio compagno di corso, avevo saputo che l' altro era stato sfortunatamente bocciato, e del sensei, preferibilmente in quest'ordine!
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