Allenamento Hollow Base [~Sir Vladimir~]

Controllo del Reiatsu

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  1. ~Sargo
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    Il mostro e l'allievo si allontanarono da quel luogo di morte camminando nel deserto. Camminarono per ore, senza che il maestro emettesse un suono. Anche quella era una prova per la Serpe, doveva sopportare il silenzio del suo sensei, cercare di non ripiombare nella follia.

    Camminarono fino a che non giunsero in vista di alcune strutture rocciose. Un nido. Dopo quel lungo silenzio finalmente parlò.

    "Il tuo addestramento continua...ti insegneremo a controllare il tuo reiatsu..processo che per noi Hollow è particolarmente semplice e naturale...magari avrai visto in questi mesi..il cero..la nostra più potente e famosa arma..in questo tuo stadio non puoi ancora aspirare a qualcosa di simile..ma ti insegneremo ad incanalare qualcosa di simile..e con quello..dovrai ucciderci qualche piccolo esserino..giusto per sfizio.."
     
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  2. ~Sir Vladimir~
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    La prima prova, la sopravvivenza alle sabbie mobili, era stata superata. A questo punto il mio maestro mi avrebbe accompagnato nel luogo del mio prossimo allenamento. Ancora non sapevo di cosa si sarebbe trattato, il maestro rimaneva in silenzio, e io mi limitavo a seguirlo.

    Nei mesi precedenti così tanto tempo di "inattività mentale" avrebbe spossato il mio controllo, rendendomi una creatura del tutto simile a quelle che vivono in Hueco Mundo, considerate alla stregua di animali. Era questo il motivo per cui mi costringevo sempre a far qualcosa, a cercare nuovi scontri, nuove prove contro me stesso, per mantenere la mia lucidità.

    Ora, però, qualcosa sembrava diverso, migliore in un certo senso. Man mano che il tempo passava, nell'inattività, sentivo che la mia mente riusciva a mettersi in moto, a formulare pensieri complessi. Oramai non ero più una macchina folle. Se prima riuscivo a stento a controllarmi, man mano che il tempo passava riguadagnavo sempre di più il mio io cosciente.

    Dopo alcune ore giungemmo a una specie di roccaforte naturale, piena di valli e anfratti. Sembrava che in essa ci fossero diverse forme di vita. Improvvisamente, dopo ore di silenzio, il mio maestro parlò.

    "Il tuo addestramento continua...ti insegneremo a controllare il tuo reiatsu..processo che per noi Hollow è particolarmente semplice e naturale...magari avrai visto in questi mesi..il cero..la nostra più potente e famosa arma..in questo tuo stadio non puoi ancora aspirare a qualcosa di simile..ma ti insegneremo ad incanalare qualcosa di simile..e con quello..dovrai ucciderci qualche piccolo esserino..giusto per sfizio.."

    Cero...Non ero certo di cosa fosse, ma indubbiamente ne avevo sentito parlare nei mesi trascorsi. Si diceva che i Gillian fossero in grado di produrre un'enorme onda di energia, rossa, che essi usavano per combattere.

    In realtà, era tutto quello che sapevo, ma oramai il mio cervello si era messo in moto e non potevo farne a meno.

    Il mio maestro aveva parlato di reiatsu. Esattamente non sapevo in cosa consistesse, ma più volte nei mesi trascorsi mi ero reso contro che tutto ciò che mi circondava, compreso il mio corpo non era del tutto "materiale", come ero vivo, bensì sembrava essere fatto di un componente diverso, più "spirituale". Nonostante non ne fossi perfettamente consapevole, ero abbastanza certo di questo fatto.

    A questo punto, ciò che dovevo fare era tentare di concentrarmi, e cercare di capire se la mia intuizione era esatta. Doveva essere quello il reiatsu, per quanto ne sapevo. Per questo motivo cercai dentro di me, chiudendo gli occhi, cercando di "vedere" quella materia, e di capire come muoverla, come usarla.
     
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  3. ~Sargo
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    La serpe era rimasta perplessa dalla nostra affermazione. E' vero che noi Hollow possediamo un innato controllo del Reiatsu ma non è detto che sappiamo cosa sia. Forse era stato quello a lasciarlo nel dubbio, questo ci fece scappare un sorriso. Anni fa eravano in una situazione simile ma per fortuna sembrava fossero passati secoli. Effettivamente ora lui non era in grado di fare niente di particolare, possedeva già un controllo basilare involontario. Dovevamo solo fargli capire di cosa si trattava.

    "Abbiamo tralasciato un piccolo particolare...tu probabilmente non sai cos'è il reiatsu..dunque...da dove ti spieghiamo..il reiatsu è l'energia vitale..o meglio..è il potere, è ciò che ci rende superiori..noi possediamo una predisposizione innata a differenza delle altre anime..solo alcuni posseggono questo dono, coloro sono gli dei della morte, gli shinigami..non sei in grado di manifestare quello che noi chiamiamo cero, solo i Menos Grande possono..ti starai domandando molte cose ma ti spiegheremo poco alla volta, sempre se ti dimostrerai all'altezza..in questi nidi che vedi davanti ai tuoi occhi vivono piccoli esseri, simili a lucertole..uccidili..tutti...e nutritene...per ora ti è chiaro tutto?"
     
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  4. ~Sir Vladimir~
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    Le parole del mio maestro confermarono l'idea che mi ero fatto sul reiatsu. Esso era l'energia spirituale che avevo percepito fino a quel momento, anche se ancora non ne avevo intuito la natura. Ora che me l'aveva spiegato, potevo forse tentare di accumularla, e di usarla come arma.

    Riflettei. Il maestro mi aveva detto che non sarei in ogni caso stato in grado di usare un Cero, a quel livello, però avrei comunque potuto produrre qualcosa di simile, un'onda, un impulso che fosse stato in grado di uccidere delle creature inferiori come quelle.

    Le osservai. In quel momento sembravano pacifiche, anche se abbastanza spaventate dalla presenza di due esseri come me e il mio maestro. Nonostante ciò, restavano comunque scoperte, e sarebbero potute venire attaccate con tranquillità, per uno spuntino.

    Mi concentrai, tentando di vuotare la mente, ma senza far affluire la mia follia. Per prima cosa dovevo essere consapevole dell'energia spirituale che portavo dentro di me. Dopo alcuni secondi mi parve di scorgerla, mi sembrò di capirla. Era come se scorresse dentro di me, come se facesse parte del flusso del mio corpo.

    Ma ancora non sapevo fare come evocarla, come sfruttarla. Decisi di fare un tentativo, se non fosse riuscito avrei chiesto al mio maestro come fare. Riversai la mia rabbia assassina contro un mostriciattolo che zampettava a solo un paio di metri da me. Mi sforzai, e cercai di far fuoriuscire quell'energia che sentivo dentro di me, verso di lui. Volevo che morisse, volevo che morissero tutti, solo con la forza della mia volontà...
     
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  5. ~Sargo
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    Davanti alle fauci della Serpe si accumulò una specie di sfera azzurrognola che andò ad esplodere sulla piccola creatura. Il mostriciattolo soffiò fuggendo via bruciacchiato, il colpo era stato troppo debole, non era riuscito a penetrare la pelle scagliosa di quell'essere.

    "Avanti, non prenderci per il culo....cos'era quello schifo???Lo chiami odio quello? Lo chiami voglia di uccidere?Tu devi bramare il sangue, la morte, la carne..con uno sputo del genere non farai un cazzo di niente...avanti...facci vedere cosa sai fare o ti faremo vedere noi su di te..ci vuole odio..."

    Il maestro aveva osservato contrariato la scena. Voleva vedere del sangue, non una lucertola mezza bruciacchiata che corre via. Aveva dato i suoi consigli, ora era tutto nelle mani del giovane Hollow. Forse da questo sarebbe dipesa la sua vita o chissà cos'altro.
     
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  6. ~Sir Vladimir~
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    Voltai lo sguardo verso il mio maestro, sul mio volto dipinta una maschera d'odio. Forse mi avrebbe ucciso per quella "insubordinazione", o forse no, pensava come un folle. Era un folle, come me. Ero irritato. Ciò che mi ero limitato a fare, nei minuti precedenti, era cercare quella forza. Ancora non avevo sperimentato a scagliarla, anche se quasi "involontariamente" ce l'avevo fatta. Ora veniva il bello, ora venivo il divertente.

    Osservai un altro dei piccoli "animaletti" che zampettavano quasi incuranti. Con odio? Sicuramente, poiché il mio cuore ne era colmo, ma la mia mente resta lucida in quel momento.

    D'un tratto, un solo, intensissimo ricordo mi pervase. Non era l'odio la motivazione che mi aveva sempre spinto, era qualcoa di più alto, come la consapevolezza di avere nelle mie mani il destino, la possibilità di decidere della vita e della morte. L'odio era sempre stato un sentimento volubile, al contrario, nei miei gesti c'era sempre stata sicurezza, volontà per ciò che stava per avvenire.

    Era come se fossi di nuovo su un campanile, o un grattacielo, e nella mia mente un solo desiderio: uccidere. Uccidere. Uccidere. E nelle mie man un fucile, l'occhio puntato sul volto di una persona, attraverso il mirino, e una sola consapevolezza. Uccidere.

    E lì, in quella landa desolata, spazzata da vento e morte, ritrovai la stessa consapevolezza. Non odio, qualcosa di più alto. Volevo semplicemente uccidere, come cosa fine a se stessa, e quello stupido animale sarebbe morto.

    Nella mia mente, il ricordo diventò improvvisamente felice, nel momento in cui premetti il grilletto.
     
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  7. ~Sargo
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    Con uno schiocco delle mandibole rilasciò una piccola esplosione azzurra che travolse uno di quei mostriciattoli. L'unico suono fu uno squittio mentre l'animale veniva travolto da quella morte improvvisa. La carne dell'essere crepitava ancora per il calore.

    Le parole del maestro avevano probabilmente ferito nell'orgoglio il giovane Hollow che aveva così reagito di conseguenza manifestando appieno le emozioni che doveva incanalare il quell'energia.

    Sorridendo, la nera creatura indicò il resto del nido. Ora che aveva iniziato l'opera e aveva capito il procedimento doveva lanciarsi e perpetrare un vero e proprio sterminio. Doveva automatizzare tutto quello che aveva appreso.
     
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  8. ~Sir Vladimir~
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    Quando il "colpo" partì, e la bruciatura sul corpo del piccolo animaletto divenne mortale, in un certo modo mi sentii realizzato. Era come se stessi continuando la mia vecchia vita.

    Era come se fossi lì, con il mio fucile, su di un campanile a sparare a delle persone. Questo non mi portava gioia, né soddisfazione, solo un forte senso di realizzazione.

    Oramai avevo concepito il meccanismo. Mi diressi verso il cadavere bruciacchiato, e lo presi tra i miei artigli, protandolo alla bocca. Uno spuntino valeva pure la fatica che avevo fatto per ucciderlo... Un istante prima che mettessi quell'ammasso di carne bruciacchiata in bocca mi attraversò la mente un pensiero bizzarro. "Spiedino di Hollow, chissà che sapore ha"

    Ma effettivamente, non aveva grossa differenza rispetto a un Hollow vivo...

    Voltai la testa nuovamente verso quel "nido", entrando di nuovo nella concezione mentale. Quella poteva essere considerata "furia omicida", o volontà di uccidere. Mi volsi verso di loro, e come solo poco tempo prima avevo fatto, "aprii il fuoco".

    Anche se non stavo davvero premendo un grilletto, la sensazione che quella semplice, innocente azione comportava riempiva il mio cuore di ebbrezza. Mi faceva giungere ogni volta all'illuminazione, al Nirvana.

    tre volte premetti il grilletto, tre volte feci "fuoco" su tre differenti mostriciattoli, che passavano di lì...
     
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  9. ~Sargo
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    Per tre volte un piccolo lampo, per tre volte una piccola esplosione, per tre volte uno squittio di morte e per tre volte tre corpi carbonizzati. Meccanico. Il meccanismo ormai stava diventando automatico, in fondo per gli Hollow era solo un procedimento naturale.

    Afferrato il trucco una volta diventava tutto più semplice. Tepès osservava il suo allievo divertirsi a uccidere quegli esseri indifesi. Non provava pena, in fondo in quel luogo vigeva la legge del più forte, loro erano deboli, loro dovevano morire. Con uno sguardo invitò l'hollow ha continuare la sua carneficina.

    Pensò quasi con nostalgia alle sue prime carneficine. Per ora questo era l'antipasto, sterminare creature praticamente prive di volontà non dava la minima soddisfazione. Presto, probabilmente molto presto sarebbero iniziati i veri massacri.
     
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  10. ~Sir Vladimir~
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    C'erano tre corpi carbonizzati, davanti a me, e in maniera quasi baldanzosa mi diressi verso di loro, per nutrirmene.

    Naturalmente non mi saziavano, e nemmeno bastavano a darmi una sensazione di avere qualcosa in bocca, ma quella piccola "carneficina" esisteva solo e unicamente per mio diletto, per permettermi di apprendere i principi del controllo di quell'energia.

    Forse, un giorno, quando la mia mente avesse appreso a controllarsi in maniera più lucida, avrei colto l'essenza di quell'energia, ma per il momento mi bastava saperla controllare rudimentalmente, come stavo facendo. Del resto, era quella la mia natura, e nemmeno ero mai stato portato per i problemi troppo "spirituali"...

    Mi stavo quasi divertendo, a uccidere quei piccoli esserini, per poi mangiarmene. Inoltre, era piacevole percepire le mie attidudini che aumentavano, per ogni animaletto ucciso, il mio controllo su quella forma di energia che si faceva più forte. Esso era l'espressione pura e semplice della mia volontà, e la mia volontà era "uccidere" e "nutrirmi", niente di più, niente dimeno.

    Altre tre volte diressi la mia volontà assassina verso altrettante creature la cui unica colpa era quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sul mio ghigno comparve un'espressione divertita.

    Mi stavo....divertendo....
     
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  11. ~Sargo
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    Com'era prevedibile davanti agli occhi dei due Hollow si estendeva ormai una carneficina. Il serpente si era lasciato trasportare dalla gioia di uccidere e aveva compiuto un vero e proprio massacro.

    Tepès era molto soddisfatto del suo allievo, prevedeva una rapida crescita e forse sarebbe anche diventato un eccellente pasto. Ormai la prova era superata, lasciò che l'allievo finisse di consumare la sua colazione e poi si preparò a parlare.

    "Hai agito bene, con scaltrezza, siamo soddisfatti del tuo operato..questo addestramento può considerarsi concluso, ci faremo vivi per continuare ad addestrarti..cerca di non morire o troveremo il modo di vendicarci per averci deluso.."


    CITAZIONE
    Controllo del Reiatsu Lv.1 +3 Exp.

     
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  12. ~Sir Vladimir~
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    Continuai per un po' di tempo quel perverso gioco di morte, nutrendomi delle piccole creature che avevano commesso il solo crimine di esistere, in quel mondo ostile.

    Quando ebbi terminato il mio "spuntino", il maestro parlò, esprimendo soddisfazione per il mio operato, e dicendo che mi avrebbe allenato ancora, sarebbe venuto lui a cercarmi, in futuro.

    Fui contento di quel fatto, e lo osservai andarsene per la sua via. Fino a quando non avessi incrociato nuovamente la sua strada, mi ripromisi, il mio obbiettivo sarebbe stato quello di recuperare una parte del mio io, recuperare appieno la mia lucidità.

    Avrei atteso che il mio maestro tornasse da me.
     
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11 replies since 7/4/2008, 07:38   132 views
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