Allenamento [Magato Hiroe]

Abilità [Garganta]

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  1. ~Yorunoken~
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    Il "neonato" Hollow mi seguì attraverso il buco che io avevo aperto, all'interno di uno spazio vuoto, che separa il mondo reale dell'Hueco Mundo. Tale spazio è un'area di transizione. Perdersi in essa equivale a essere persi per sempre, poiché in tale luogo né spazio né tempo esistono.

    "Ora dovrai condurci a casa" dissi con aria giocosa "imparerai ad aprire un Garganta, il buco che permette a noi Hollow di viaggiare da casa al mondo dei vivi, per andare a nutirci, o scappare in caso di pericolo"

    Il Garganta era la cosa fondamentale da far apprendere a un nuovo Hollow, appena nato. Si tratta di una delle cose più facili, assolutamente naturale per noi, che non possediamo il cuore.

    Tale processo, inoltre, sancisce l'accettazione della nostra natura: esso causa dolore, la prima volta, e follia. Impariamo ad abbandonarci a tale dolore, poiché esso è la natura stessa della nostra esistenza: la mancanza.

    "Ti dò un consiglio" dissi con aria scherzosa nella voce "Concentrati sul buco che hai nel petto, e portaci dall'altra parte..."
     
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  2. kennino89
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    Magato era entrato ancora nel Garganta, come gli era stato ordinato da quello che oramai riteneva il suo maestro, per una strana forma di imprinting che aveva sentito nascere in sè dopo essere stato accompagnato nella perdizione da quell'essere.
    Ora però, a differenza di prima, egli aveva incominciato ad osservare l'ambiente in cui si trovava immerso, le sue particolarità, le sue caratteristiche. Egli infatti, nonstante l'intensa oscurità in cui era immerso, riusciva a cogliere con facilità i lineamenti e i tratti dell'accompagnatore, ne riconosceva addirittura le mimiche nonstante il buio. Nonostante l'assenza di luce infatti egli era capace di distinguere tutti i particolari, anche i più minuti, di osservare i dettagli che lo circondavano, come se possedesse una qualche particolare abilità lui o quel luogo.

    "Ora dovrai condurci a casa" disse il maestro di Magato risvegliandolo da quella sorta di stupore che aveva colto il neonato ad osservare meglio ciò che lo circondava.
    "Imparerai ad aprire un Garganta, il buco che permette a noi Hollow di viaggiare da casa al mondo dei vivi, per andare a nutirci, o scappare in caso di pericolo" rivelò al suo allievo con il tono scherzoso che aveva già più volte usato con il NeoHollow permetendogli così di sapere come si chiamava quel varco, quello squarcio che per la seconda volta attraversava.

    Ora però toccava a Magato imparare ad aprire quello squarcio nella realtà che il suo maestro compiva con noncuranza.
    Egli già sapeva che non sarebbe stato facile, anche perchè non aveva ricevuto alcuna informazione utile su come fare per creare quel foro, e perchè ben conscio del fatto che il suo Sensei lo volesse mettere alla prova.
    L'unica cosa che sapeva è che doveva riuscire, attraverso le sue sole forze mentali, a strappare, a lacerare e squartare la realtà per creare un foro, un buco attraverso cui muoversi per raggiungere un'anelata pace o un ancora più desiderata preda.
    Forse è questo che mi deve guidare, pensava Magato, forse è il puro Desiderare....Forse è il solo Desiderare ardentemente che permette di aprire questo "Garganta", pensava. Solo la prontezza di abbandonarsi totalmente a qualcosa potrebbe aprirlo, pensava.

    E così fece, si abbandonò completamente alle passioni che lo travolgevano in quei momenti, passioni contrastanti di lotta e pace, di fame e inedia, di sofferenza e gioia, di morte e vita. Desiderò ardentemente tutto, voleva avere tutto, con passione e desiderio, con volontà ferrea, come fosse l'ultima cosa concessa prima della morte.
    Ma non accadde niente.
    Si ritrovava ancora lì, circondato da quella strana oscurità e accompagnato dal suo maestro, sneza alcun cambiamento nell'ambiente che lo circondava.

    "Ti dò un consiglio....Concentrati sul buco che hai nel petto, e portaci dall'altra parte..." disse poi sempre con il tono precedente il maestro, che probabilmente doveva aver colto il vano sforzo compiuto da Magato. Questi godeva, o almeno sembrava godere, di quel fallimento ma aveva comunque intenzione di far capire a Magato come cavarsela, come riuscire, lasciandogli un semplice suggerimento che Magato non esitò a carpire in maniera avida.

    Il NeoHollow infatti prese subito a concentrarsi sulle parole emesse da colui che aveva sancito come suo Sensei, analizzandole, studiandole, ripetendosele più e più volte per tirarne fuori trucchetti, ma senza trovarne.
    Magato cominciò allora a seguire le parole e iniziò a ragionare e ad analizzare ciò che comportava il grosso foro che aveva in mezzo al petto, dove prima stava il suo cuore, simbolo della sua umanità oramai persa.
    Forse è proprio questa la chiave, pensò Magato in una sorta di intuizione estemporanea. Forse è proprio la coscienza di questo buco, di quello che rappresente che mi permetterà di aprire quel "portale", pensava. Forse è la coscienza, è il sapere che oramai ho perso e definitivamente abbandonato la mia umanità che permetterò di aprire il varco, pensava. Forse è il ricordare, in maniera sempre cosciente, del dolore provocato dal crearsi di questo foro, dei terribili spasmi che mi hanno percorso quando si apriva nel mio petto, e il ricordarsi di quanto mi muovano tuttora dentro, pensava. Forse è proprio sapere che tutto questo è rappresentato da questo foro, forse è proprio la coscienza di tutte queste cose che mi permetterà di crearne uno nello spazio, pensava. Forse, anche questa volta, l'unica soluzione è la Perdizione, è il cadere in un vortice di passioni, sentimenti e dolori che non ha fine, pensava.
    E allora gettiamoci in questo Vortice terribile,pensava.
     
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  3. ~Yorunoken~
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    Sembrava che il neonato fosse davvero abile ad apprendere quei "semplici" primi passi nella vita di un hollow. Era stato veloce a divenire consapevole della sua natura di "cacciatore", nutrendosi delle carni della sua amata, e di nuovo ora sembrava aver colto fin da subito il sistema per aprire quel portale.

    In realtà, anche il suo primo "tentativo", prima del mio consiglio era stato buono. Non se ne era accorto probabilmente, ma le pareti di nulla che ci stavano circondando erano state "tirate", anche se non con forza necessaria a rompersi. Quello che mancava, infatti, era proprio quel "buco" che ci contraddistingue.

    L'assenza del nostro cuore rappresenta la distruzione della nostra anima. E' per questo che focalizzandoci su di essa si può squarciare la realtà stessa, giungendo in quello che chiamiamo "mondo nascosto".

    La prima volta può essere doloroso. Aprire un Garganta implica un'accettazione consapevole della propria natura. Mentre divorare le anime dei famigliari spesso è solo un prodotto della Fame, aprire un Garganta richiede di abbandonarsi lucidamente alla follia, all'assenza di sentimenti, all'istinto.

    "Ancora, ancora" dissi con tono serafico "abbandonati alla follia, lasciati pervadere da essa" dicevo. "sempre di più...oh, sì...sempre di più..."
     
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  4. kennino89
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    Turbolenze e niente più.
    Ecco quello che aveva sentito intorno a sè Magato mentre si concentrava, una specie di turbolenza che agitava ciò che gli stava intorno, uno scossone che aveva smosso l'ambiente che lo circondava come la sua interiorità, ma lo squarcio che egli desiderava, voleva aprire ancora nn c'era.
    A niente sembrava valso il dolore dell'animo provato nel tuffarsi indietro in ciò che stava compiendo in quelle poche ore dalla sua morte, a nulla era valso l'immergersi in quelle sensazioni che gli avevano sconvolto la mente mentre perdeva la sua umanità, a niente era valso il desiderio di riuscire, di vincere quella sfida, se non a creare un disagio interiore che lo pervadeva dall'interno.
    Un disagio che però aveva sentito suo non appena compiuta la trasformazione, non appena gli si era staccata la catena, non appena aveva perduto la sua umanità e solo ora si manifestava nella sua brutale e terribile presenza. Solo allora infatti si era accorto che quel peso che sentiva dentro, quello sconvolgimento psichico era perennemente ed eternamente presente in lui, solo ogni tanto sembrava sparire sottomesso dalla Fame, ma mai completamente vinto o schiacciato, mai completamente messo a tacere, semplicemente surclassato dalla forza di quell'impulso ferino che lo aveva portato ad uccidere Ryuubi. Ma questo non negava la continua presenza di quel disagio nato dalla perdita del cuore, non negava che essa era costante in lui e che probabilmente lo sarebbe stata per sempre.

    "Ancora, ancora" disse poi il maestro, probabilmente conscio ancor più dello stesso Magato degli scompensi dell'animo che provava l'allievo...
    "Abbandonati alla follia, lasciati pervadere da essa.......Sempre di più...oh, sì...sempre di più..." continuava poi con voce melliflua, come godesse della sofferenza che possedeva l'animo di Magato, come se ne beasse in maniera malata.

    La mente di Magato oramai vacillava, ma nonostante questo continuava a tuffarsi e rituffarsi in quel mare di dolore, in quella vasta sofferenza che gli bruciava dentro, che gli pulsava in testa sempre più forte, sempre più intensamente. Si sentiva barcollare Magato, si sentiva cedere sotto il peso delle proprie emozioni, sempre più lugubri quanto intense, sempre più insopportabili, senza smettere.

    Le parole del Sensei, queste parole corrispondono a ciò che pensava, ragionava Magato.
    Egli mi conferma che l'unica soluzione è il cedere a questa perversa marea di emozioni e goderne, non provare inutilmente a combatterla e comandarla, pensava.
    L'unica soluzione è il degrado psichico, il degrado interiore, l'unica possibilità è il rifiuto di tutto ciò che mi lega alla mia vecchia esistenza, pensava.
    Solo accettando questa mia nuova esenza senza compromessi, accettando la follia che comporta, accettando la Fame, accettando la Disperazione, accettando la Dannazione, posso sopravvivere, pensava.
    Solo così, pensava sconsolatamente.
    E così farò!!!

    Dentro di lui era tutto un tumulto, un ribollire di quelli che normalmente sono considerati sentimenti sbagliati e malsani, di aspirazioni ignobili e perverse. Tutto ciò che era sorto in maniera naturale in lui dopo la perdita della catena ora stava venendo dissepelito e scoperto da Magato, osservato e ammirato, con lucida follia, come chi fa coscientemente qualcosa di sbagliato.

    E allora l'interiorità di Magato fu sconvolta come la campagna viene sconvolta dalla tempesta.
     
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  5. ~Yorunoken~
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    In quell'oscuro mondo grigio, improvvisamente, si aprì una fessura, quasi una crepa. Dietro di essa si poteva distinguere un paesaggio "lunare": il terreno era sabbioso, mentre su di esso dormiva una placida notte, dominata da una luminosa luna.

    "Hueco Mundo" dissi, ma forse il mio allievo non riuscì nemmeno a sentirmi.

    Stava andando molto bene, ma lo squarcio era ancora troppo piccolo. I ricordi della vita passata spesso giungono a "disturbare" l'accettazione della nostra nuova natura. L'unica cosa da fare, a quel punto, era abbandonare quei ricordi, e entrare completamente in quel nuovo corpo, accettarlo, insieme a tutto ciò che esso implicava.

    "Ancora" dissi con tono sadico nella voce "Ancora..." quello a cui Magato doveva giungere era una sorta di "illuminazione negativa". Presto vi sarebbe giunto. Presto il suo dolore sarebbe stato anche fisico.
     
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  6. kennino89
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    Cazzo, fa male, pensava Magato, oramai sconvolto dai dissidi interiori, scosso fin nelle profonde fondamenta del suo io. Anche però oramai quel suo continuo pensare, quel suo continuo lavorare con il cervello stava lentamente venendo meno, ogni passo che faceva dentro l'oscurità più profonda del suo animo, ogni centimetro che si addentrava in essa, egli perdeva sempre più lucidità, razionalità, umanità.
    In confronto a questo la catena è stata uno scherzo, pensava. Almeno lì il veloce strappo del mostro aveva posto fine a tutto, pensava.
    Anche ora Magato si sentiva strappare l'animo, ma era una lenta e prolungata agonia, un lento sentire spezzarsi ogni fibra del proprio essere come di una corda che lentamente si consuma, una lunga sofferenza interiore che lo guidava nei meandri più oscuri della sua interiorità, scoprendo i nuovi lati di sè e abbandonando completamente quelli umani, quei tanto famigliari tratti che oramai erano solo una dissolvenza nel tempo.

    "Ancora" gorgogliò con uno strano tono l'altro essere, in uno stato misto di eccitazione e divertimento..."Ancora...".

    Ma tutto questo oramai era solo un indistinto brusio per Magato, una specie di rumore di sottofondo indistinguibile che però rimbombava all'interno della sua traballante mente minando ancor più le sue facoltà oramai già al limite.
    Anzi, probabilmente questo limite stava oramai venendo suiperato abbondantemente.
    Magato stava infatti graffiandosi, colpendosi da sè, sintomo dell'insopportabilità di quanto stava provando. I colpi e il dolore fisico non lo riportavano perrò alla sanità, alla quiete, alla calma, ma anzi erano ulteriore impulso a spingersi verso il la voragine che, a partire dal petto del NeoHollow si era estesa a tutto il suo animo.

    Poi ,improvvisamente, si acquietò.

    Magato sembrava infatti aver raggiunto la soglia massima di sopportazione fisica e mentale, oramai si era lasciato completamente risucchiare dalla sua perversa realtà interiore, si era dolcemente abbandonato alla tempesta come fosse una dolce marea, oramai si era perso in essa.

    In certi momenti di sconvolgimento interiore, in cui l'anima si mostra qual è, in tutte le sue contraddizioni, si spoglia dei ricordi e dei pregiudizi, i nostri occhi e la nostra mente diventano più attenti, più acuti, pensava.
    Quando ci è dato di vedere la nostra vera natura, la nostra vita nei suoi aspetti più veri e non ingannatori, ovvero quando ci è dato di vederla in tutta la sua desolante nudità arida, ecco che possiamo giungere a un nuovo stato di coscienza, pensava.
    E questo stato si raggiunge solo con il lucido abbandono della razionalità, di quelle forme che sino ad ora mi hanno condizionato, di quei pregiudizi morali o comportamentali che fino ad ora mi hanno guidato nelle scelte e nelle azioni, pensava.
    Solo quando raggiungerò la coscienza di non essere più ciò che ero, di non essere più umano, allora raggiungerò quel nuovo stadio di accettamento della mia nuova corrotta natura, pensava.
    Solo ora l'ho capito, e solo ora mi abbandonerò ad essa, solo adesso riesco a capire che la risposta non è il controllo, ma allargare il mio vuoto interno nato assieme alla mia nuova forma all'infinito, permettergli di superare i limiti del mio corpo e della mia mente, pensava.
    Solo ora ho capito....Solo sprofondando in me e nelle mie dialettiche contraddizioni,solo così saprò conoscere e accetterò la mia nuova natura, e soprattutto, solo così avrò il Controllo di essa, pensava.
     
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  7. ~Yorunoken~
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    Questa volta lo squarcio nel cielo si aprì maggiormente, a sufficienza per permetterci di passare. Sembrava quasi che il dolore nel cuore di Magato fosse lo stesso che anche il cielo stava provando.

    Amavo quella sensazione...ma avevo anche poco tempo. Dovevo tornare a Las Noches e fare rapporto. Dannazione, che seccatura... Attraversai il varco, e senza troppi complimenti mi diressi verso la grande cupola che si poteva vedere in lontananza.

    "Vedi di sopravvivere fino alla prossima volta che ci vedremo" dissi con un ghigno, poi, semplicemente scomparii dalla sua vista.

    CITAZIONE
    Guadagni 3 punti exp e l'abilità "Garganta". Scrivi un post conclusivo, dopodiché mi occuperò di aprirti un nuovo allenamento =)

     
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  8. kennino89
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    Magato oramai era perso nei meandri della sua mente, stava sguazzando nella nuova oscurità interiore che aveva scoperto e ad essa si stava abbandonando sempre più volentieri, sempre maggiormente,diventando sempre più gaudente di quelle terribili sensazioni e fremiti che lo pervadevano.
    Egli però a questa depravazione profonda, connaturata alla sua nuova essenza di cui solo adesso stava inizando a conoscere i risvolti, non si abbandonava passivamente, ma coscientemente, in un vizioso immergersi nella malvagità e nella follia. Una follia che egli sapeva di non poter combattere, di non poter vincere e di non poter controllare, ma di cui sapeva avrebbe potuto e dovuto godere.
    Lo strazio interiore, il foro al centro del petto e la strana sensazione che lo pervadevano al pensarci ora non erano più mostri da combattere, ma fedeli compagni di viaggio, probabilmente gli unici che gli sarebbero sempre rimasti accanto e per questo andavano accolti, aprezzati, riveriti.

    La coscienza di questo suo stato, delle condizioni della propria natura, della sua efferatezza, della sua follia non avevano però incrinato le sicurezze di Magato, ma anzi ne avevano creato di nuove, più salde e irremovibili, sicurezze che da allora lo avrebbero accompagnato per sempre.
    E fu da questo accettare la propria condizione e da queste neonate sicurezze che Magaato riuscì a trasferire lo squarcio che sentiva dentro allo spazio, creando il suo primo "Garganta", come lo aveva chiamato il suo maestro. Fu così che riuscì a trasferire il proprio lacerante dolore interiore alla realtà di quell'oscuro posto, e fu così che diventò capace di farlo in ogni dove.

    Fu in questo stato di lucida follia che Magato per la prima volta si godè la sua nuova natura, fu la prima volta che la sentì, seppur minimamente, realizzata.
    In questo clima di gioia, sempre si possa definire tale lo strano sentimento che provava Magato, allora il maestro rivolse la parola a Magato proprio mentre varcava lo squarcio della realtà: "Vedi di sopravvivere fino alla prossima volta che ci vedremo" gorgoliò il maestro in quello che Magato considerava un arrivederci prima di vederlo sparire in lontananza.

    Allora anche Magato si mosse verso quel buco dello spazio che aveva creato e lo attraversò con passo sicuro, sbucando in una landa desolata che molto ricordava un paesaggio lunare.
    Questo era un luogo desolato, severo, arido e brullo, ma placido e pervaso dalla quiete ed era specchio perfetto dell'animo Hollow, pensava Magato.
    Il luogo dove rinasco, il luogo dove inizio a vivere, nuovamente, pensava.
     
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7 replies since 22/4/2008, 10:40   93 views
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