Allenamento [Magato Hiroe]

Abilità [Controllo del Corpo]

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  1. ~Yorunoken~
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    L'Hollow rispondente al nome Di Magato Hiroe mi seguì, attraverso il buco che lui stesso aveva creato, in Hueco Mundo.

    Il mondo nascosto era completamente in bianco e nero, poiché non v'era alcuna luce del sole a illuminarlo, bensì una pallida luminescenza lunare, che estendeva i suoi deboli raggi su un bianco deserto sabbioso.

    Quel deserto, che nascondeva tanti segreti e tanti pericoli, e che mi avrebbe aiutato nel prossimo "allenamento": il mostro avrebbe imparato a conoscere il suo nuovo corpo, e a controllarlo al meglio, spingendolo fino ai suoi limiti.

    Attesi che il Garganta si fosse chiuso alle nostre spalle, quindi mi rivolsi direttamente, per la prima volta facendogli un vero e proprio "discorso" a Magato.

    "Benvenuto nella nostra casa" dissi in tono sognante "qui tu vivrai, e imparerai cosa significa vivere come uno di noi. Ma prima di lasciarti per altre faccende ti dovrò insegnare come sopravvivere in questo luogo. Ora seguimi" dissi, con un morbido sorriso dipinto sul volto folle, a conferirgli un'espressione ancor più allucinata.

    Probabilmente quell'esperienza non sarebbe stata "piacevole", ma ci si sarebbe dovuto abituare. Hueco Mundo è un mondo di prede e predatori, dove non esiste una legge di rispetto reciproco: vince il più forte, e solo il più forte sopravvive.
     
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  2. kennino89
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    Quel luogo era incredibile, pensava Magato.

    Il giovane NeoHollow era rimasto molto stupito dalla prima vista di quello che sarebbe stato d'ora in poi il suo mondo, la sua casa. Era rimasto profondamente scosso dal desolante e pacifico paesaggio che gli si stagliava davanti.
    Un infinità di nulla, ecco cosa gli si era presentato davanti.
    Tutto era quiete, tutto era calmo, sentiva Magato, ma nonostante l'apparente tranquillità di quella vasta landa desolata egli aveva percepito, o gli era sembrato di percepire, che quella sensazione era illusoria, falsa. Fin dal primo passo egli aveva infatti sentito crescere in sè una sensazione completamente conflittuale rispetto a quello che vedeva: vedeva pace, e percepiva violenza, vedeva quiete, e sentiva tumulto, sentiva silenzio ed era pervaso da echi di grida.

    Questo è il luogo perfetto, pensava Magato.
    Così fuori di me, come così dentro di me, pensava cogliendo le tensioni opposte che sconvolgevano quel luogo così come egli era sconvolto nell'animo.

    "Benvenuto nella nostra casa" lo interruppe il suo maestro con aria trasognante che mostrava una mal celata malinconia che Magato non riusciva a capire se reale o recitata.
    "Qui tu vivrai, e imparerai cosa significa vivere come uno di noi. Ma prima di lasciarti per altre faccende ti dovrò insegnare come sopravvivere in questo luogo. Ora seguimi" continuò la creatura. Nel frattempo sul suo viso si stava dipingendo una strana espressione di morbosa pazzia, una espressione completamente contrastante rispetto al tono sognante che usava per esprimere quelle parole, un espressione che delineava ed esprimeva perfettamente la più vera natura Hollow, ovvero la costante tensione tra opposti.

    Magato non pensò ne ragionò neppure un attimo su quello che avrebbe dovuto rispondere, completamente inebriato ed estasiato da quella nuova aria, da quel nuovo mondo:
    Come desiderate ruggì il NeoHollow con una voce che ancora non riusciva a credere sua mentre si apprestava a seguire il suo Sensei.
     
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  3. ~Yorunoken~
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    Forse fu l'eccessiva sicurezza, o la disattenzione, o ancora l'eccessiva fiducia che quell'essere riponeva in me. Ma non si accorse che dopo solo pochi passi i miei piedi non sprofondavano più nella sabbia bianca come i miei.

    E anche i suoi iniziarono a sprofondare un po' troppo...

    Sabbie Mobili.

    Erano la normalità a Hueco Mundo, del resto, lui non lo poteva sapere. Quel particolare "allenamento" gli avrebbe permesso di controllare al meglio il suo nuovo corpo ferino. Se ci fosse riuscito sarebbe scappato da quelle sabbie mobili.

    Se non ci fosse riuscito sarebbe caduto di sotto, e questo normalmente equivaleva a morte certa...

    La sabbia lo inghiottiva velocemente, era necessario che trovasse in fretta un modo per uscire da quella situazione...
     
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  4. kennino89
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    Non appena però Magato mosse i primi passi verso questa sua nuova esistenza, in questa sua nuova casa rimase come impantanato nel terreno. Mentre infatti muoveva i primi passi sul suolo sabbioso aveva sentito come un risucchio, aveva sentito il suo piede bloccarsi.
    E fu così che se ne accorse.
    Si rese conto che era entrato in quelle che sono dette volgarmente sabbie mobili.

    Figlio di put***a, pensava Magato osservando l'essere che lo aveva condotto verso quella trappola naturale della quale aveva molte volte sentito parlare, di cui aveva visto molte scene cinematografiche relative, ma che mai aveva incontrato nella vita precedente.
    Figlio di put***a, continuava a ripetersi mentalmente mentre osservava il ghigno beffardo che stava nascendo sul volto del suo maestro, mentre vedeva il viso di questi distorcersi in un un malefico sorriso attento ad osservare ogni mossa del NeoHollow.
    Figlio di put***a, pensava.

    Ovviamente Magato aveva sentito una forte rabbia crescere in lui, un'ira smisurata era divampata in lui come un fuoco non appena si era accorto che non era stata casuale quella situazione, ma era stata pianificata e voluta dal suo maestro, che era stata studiata per qualche macabro ed egoistico intento.

    Questo sentimento di profonda rabbia indusse Magato a compiere veloci e svelti movimenti con tutto il corpo. Con le braccia, con le gambe, con il busto egli era tutto teso a raggiungere e distruggere il mostro che gli aveva teso quella trappola, era solamente attento a soddisfare quel senso di rabbia che aveva repentinamente preso il controllo su di lui, quel senso di vendetta che sentiva crescere in sè, quel senso di Fame.
    Tutti quei gesti avventati però avevano solamente accelerato il processo di affossamento che stava subendo Magato, stavano solamente ppeggiorando la sua condizione, lo stavano sommergendo e condannando alla più stupida morte che egli avesse mai immaginato.

    Non appena si ritrovò sommerso fin quasi alla bocca Magato cominciò a notare la criticità della situazione in cui era coinvolto e provò a sedare il forte sentimento di ira che lo possedeva, nonostante questo crescesse continuamente col sentire il corpo sempre più immerso e col vedere l'allargarsi del sorriso del suo Sensei.
    Si stava infatti ricordando ciò che aveva sentito dire sulle sabbie mobili, che i movimenti veloci e bruschi tendono a far affondare più velocemente e quindi velocizzano l'intero processo, e capì che doveva cercare di frenare questa rabbia crescente in lui, doveva cercare di controllare questo istinto feroce che stava prendendo il possesso di lui e lo stava condannando. Al figlio di put***a si stava lentamente sostituendo un CALMA nel cervello di Magato, che stava lentamente riprendendo a lavorare.

    Le conseguenze di questo calmarsi, di questo acquietarsi ebbero conseguenze pressochè immediate sulla situazione che stava vivendo. Non appna infatti ebbe ripreso il controllo di sè, non appena la razionalità ebbe sottomesso nuovamente la furia a sè stessa, Magato si rese conto che la prima cosa da fare era sicuramente bloccare tutti quei suoi movimenti bruschi che lo stavano facendo ingoiare nelle sabbie.

    Aveva nuovamente il controllo di sè, e non doveva lasciarselo sfuggire, pensava Magato.
    La situazione è proprio di merda, maledette sabbie del ca**o, pensava.
    Però è recuperabile, e io di certo non voglio morire così di merda, pensava.
    Per ora vediamo di fermare o perlomeno rallentare questa cazzo di discesa nell'Ade.
    E fu così che Magato si immobilizzò completamente cercando di riprendere, così come aveva fatto con sè stesso, il controllo anche sulla situazione in cui si era cacciato.
     
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  5. ~Yorunoken~
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    Il ghigno sul mio volto si accentuò. Ce ne aveva messo di tempo, lo sciocco, per riacquistare il controllo... La sua situazione, ora, era davvero critica. Procedeva speditamente, ingoiato dalla terra.

    Immobilizzarsi era stata una buona "prima mossa", ma non sarebbe stata sufficiente. Aveva ragione l'Hollow, infatti, ad eliminare i movimenti inutili, ma restare immobili sarebbe servito esclusivamente a rallentare l'inevitabile destino.

    Quell'allenamento era il realtà una "scuola di vita". Avrebbe insegnato a Magato la pericolosa conformazione di Hueco Mundo da un lato, e dall'altro gli avrebbe fatto prendere coscienza del suo corpo.

    Il suo non era più un corpo umano, sicuramente, in quel genere di sabbie mobili un umano non potrebbe mai sopravvivere. Ma ora Magato aveva un nuovo corpo, un corpo Hollow, che se ben usato sarebbe stato molto utile, per sopravvivere...
     
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  6. kennino89
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    Stava rallentando.
    Magato riusciva a sentire su di sè il rallentare del propio affogare in quel lago di sabbia, sentiva crescere in sè il senso vitale, si sentiva forte, ancora vivo, si sentiva non ancora battuto ma anzi pronto ad iniziare la vera battaglia, ora. Con il bloccare tutti i propri stupidi e azzardati movimenti Magato stava infatti scivolando sempre più lentamente all'interno della terra, la sua caduta era sempre più lenta, si sentiva quasi fermo, si sentiva, nonostante la criticià della situazione, in controllo di ciò che lo circondava. Ora infatti il forte lato emozionale e istintivo Hollow era stato represso, surclassato, sconfitto dalla voglia di vivere di Magato, dal controllo che lui voleva avere di sè, dalla sua razionalità.
    Ora era il momento di trovare una soluzione, pensava Magato.

    Magato allora iniziò a riflettere e pensare come riuscire a sopravivere a quella situazione, che soluzione doveva tirare fuori, come diavolo avrebbe fatto a risalire quellle dannate sabbie mobili. Doveva però sbrigarsi, e lo sentiva sul proprio corpo questo dovere: lo sentiva sul fiato, che iniziava a diminuire velocemente, lo sentiva sulla pelle, sempre più immersa, lo sentiva sulla cassa toracica, sempre più schiacciata dalla e stritolata dalla pressione delle sabbie che lo circondavano.

    Se fossi stato ancora umano, sarei già fottuto, pensava Magato.
    Probabilmente ora starei già varcando le porte dell'aldilà, pensava.
    Ma, per grazia o maledizione divina, non sono umano e non sono ancora morto, pensava.
    Non devo più pensare solamente come un essere umano..Se fossi tale sarei già morto...Devo essere conscio del mio nuovo corpo, delle sue possibilità; ora sta venendo testata la sua incredibile resistenza, ora devo trovare il modo di uscire sfruuttando appieno la mia nuova forza, pensava.

    Esaminando la situazione, Magato era riuscito a capire che quando muoveva un arto verticalmente per estrarlo dalla melma, soprattutto le gambe, se lo si faceva bruscamente egli creava solamente un vuoto nella viscosa sabbia che lentamente lo ririempiva.
    Questa lentezza e la creazione di questo vuoto però facevano sì che le gambe appena mosse "scivolassero" all'interno di quello stesso vuoto, creandone un altro dove si erano appena mosse, accelerando così il processo di affondamento e favorendo il risucchio.
    Magato capì che sicuramente non era agitandosi in maniera confusionaria e sconclusionata, ma che doveva pensare bene come muoversi e ben sfruttare la possanza di quel suo nuovo corpo.
    E poi, come in una illuminazione Magato iniziò lentamente a muoversi per iniziare la risalita delle sabbie o, meglio, sperando di iniziarla.

    Se infatti estraendo il piede esso creava un vuoto, se cercando di muoversi come si farebbe sulla normale superficie si peggiorava solamente la propria soluzione poichè appunto era come togliersi la terra da sotto i piedi, un processo opposto forse lo avrebbe salvato, aveva pensato Magato.
    Se iniziassi a muovermi in maniera tale non da togliere il terreno che sta sotto di me, non da accellerare la mia morte, ma se mi muovessi in maniera tale da comprimere la sabbia sotto di me, da pressarla e creando comunque una forza propulsiva verso l'alto, inizierei a risalire, aveva pensato Magato.

    Egli aveva quindi cominciato a muoversi prima a lenti poi sempre più ampi movimenti con le gambe, cercando di rimanere il più fermo possibile con il resto del corpo; aveva incominciato a muovere le gambe in un lento e cadenzato "mulinello" simile al movimente di pedalata al contrario su di una bici. Egli aveva infatti pensato che questo movimento non avrebbe preclusoil suo movimento verrso l'alto e che gli avrebbe inoltre permesso di comprimere e accumulare sabbia sotto di lui, senza creare quelle zone di squilibrio che lo avevano affogato prima.
    Magato poi durante questo movimento cercava di sfruttare appieno la nuova potenza del suo corpo Hollow, cercava di comprendere appieno le sue capacità e sfruttarle per uscire da quella situazione, cercava di sfruttarlo al meglio. E infatti i movimenti erano sì lenti e cadenzati, ma potenti, pieni di spirito vitale e di sopravvivenza, pieni di voglia di sopravvivere, ma soprattutto pieni di rabbia, di potenza folle e istintiva.
    Le macchine perfette per salvarmi, pensava Magato delle sue gambe.
     
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  7. ~Yorunoken~
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    A quanto pareva l'hollow aveva iniziato a capire, a comprendere. L'istinto Hollow spesso si rivela fallace, inconcludente. Per questo è necessario, grazie a lunghi addestramenti, recuperare la propria lucidità, il proprio Io, non farsi sommergere dall'istinto, ma mantenere un barlume di coscienza.

    E' questo che ci rende predatori.

    Il momento discendente di Magato era stato interrotto da quei movimenti. Aveva iniziato quasi a "nuotare" in quel mare di sabbia. Certo, la sua forma era umanoide, ma era dotato di una forza decisamente superiore a quella di un uomo normale, che lo avrebbe aiutato in quell'impresa, lo avrebbe condotto alla salvezza.

    Poi, lentamente, il movimento invertì impercettibilmente il suo senso. Pochi millimetri alla volta Magato iniziò a riguadagnare la superficie, a riguadagnare il bordo delle sabbie mobili. Ero soddisfatto di quel particolare allievo, sembrava davvero che fosse capace di usare la testa, se ce n'era bisogno...
     
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  8. kennino89
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    Magato sentiva quella commistione di argilla e acqua addosso, sentiva ogni poro del suo nuovo corpo intasato da quella maledetta melma che lo stava risucchiando, sentiva addosso il peso diquella robaccia, si sentiva oppresso da quella.
    Se la sentiva scivolare addosso oramai da tempo quella sabbia finissima, ma da qualche secondo era incominciata a scivolare in senso contrario; egli non se la sentiva più salire addosso, ma riusciva a sentirsela scorrere via, verso il basso, segno inequivocabile di risalita.
    L'unica possibilità era continuare quel movimento che stava producendo qualche frutto, era aumentare la forza spesa in esso, aumentare la compostezza, la precisione dei movimenti, era continuare a resistere. E Magato continuò.

    Ce la sto facendo, pensava Magato.

    Stava riuscendo nel suo disperato tentativo di risalita verso la luce lunare, verso quella luce che avrebbe rivelato la sua salvezza, una luce che ora era ciò a cui più fortemente anelava Magato e che cercava disperatamente di essere vista, anche a costo di riempirsi gli occhi di sabbia e acqua.
    E allora continuava il movimento con le gambe, sempre più forte, sempre più intensamente.

    Magato desiderava solo rivedere quella luna che lo aveva baciato con il suo pallore solo per qualche attimo, desiderava godere ancora di quel bacio che era stato tanto intenso quanto breve, desiderava vedere di nuovo quella sua aspra e affascinante nuova casa chiamata Hueco Mundo, voleva continuare a vivere.
    L'impulso vitale, sempre possa essere chiamato così quell'impulso di autoconservazione anche dopo la morte del proprio corpo umano, ora era per Magato più forte di tutte le pulsioni irrazionali e ferine che lo avevano sconvolto fino a quel momento, erano tutte passate in secondo piano queste pulsioni irrefrenabili normalmente per un Hollow, ma che stavano venendo sottomesse a quell'impulso da Magato. Egli le stava sottomettendo proprio per poterle vivere e rivivere, per poterle provare ancora, per potere sentire il proprio animo sconquassato e percosso da esse, per poterne godere e soffrire ancora come aveva fatto in quel breve periodo di sua esistenza Hollow; era stato come l'assaggio di un frutto proibito che per quanto maligno e perverso sia non si riesce a farne a meno, ma anzi lo si vuole sempre di più e di più.
    E continuava a sforzarsi sempre di più, sempre di più nella risalita.

    Continuava sempre di più a muovere le gambe in quello strano moto retrogrado che stava però dando frutti, continuava ad aumentare la forza che imprimeva nei suoi arti.
    Continuava stoico Magato lo sforzo unendo al movimento degli arti inferiori quello di quelli superiori in un moto uguale a quello che già compiva, sentendo i tempo stringere e la salvezza ancora troppo lontana.
    Continuava e continuava, unica possibilità per rivivere quella perdizione che lo aveva incantato, quella perdizione che ora era salvezza e felicità.
     
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  9. ~Yorunoken~
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    SPOILER (click to view)
    Un piccolo appunto: le sabbie mobili sono composte esclusivamente di sabbia sottile, che frana verso il basso (vista la cavità che c'è sotto). Giusto per tuo uso e consumo, non lo considero neanche un errore :asd:


    Osservai compiaciuto quella mia piccola creazione. Avevo scelto bene, sì, davvero bene. Quello che in vita era stato un terribile serial killer, da morto riusciva a far fuoriuscire la parte peggiore di sé, ma al momento stesso essere un predatore eccellente.

    Era sempre così, del resto, i migliori erano i Serial Killer e i Soldati: coloro che già da vivi erano riusciti ad uccidere con lucidità, da morti non avrebbero avuto alcuno scrupolo nell'adattarsi alla condizione di Hollow.

    Questo elemento in particolare pareva essersi adattato in maniera eccellente al suo nuovo status. Anche al suo nuovo corpo a quanto pareva. La sua risalita verso il bordo delle sabbie, infatti, accelerò, portandolo maggiormente vicino alla salvezza. Ora era il momento critico: era quasi arrivato, quindi il rischio sarebbe stato di rilassarsi, e cedere alla stanchezza, rischiando dunque di "cadere".

    Invece doveva mantenere la lucidità, doveva riuscire a fare un ultimo sforzo, a sopravvivere.
     
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  10. kennino89
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    Si sentiva espellere da quelle sabbie Magato, si sentiva risputato, si sentiva sempre più redivivo ogni secondo che passava, perchè ogni secondo che passava erano per lui centimetri guadagnati verso la vita, verso la salvezza, verso ciò che desiderava.
    Ogni secondo, ogni attimo, ininterrottamente, sempre con maggiore foga, Magato prolungava quello sforzo che lo stava conducendo alla salvezza, quello sforzo durissimo che gli pareva eterno, ma unica possibilità di sopravvivenza, unica via di liberazione da quella trappola mortale che chissà quanti aveva già vinto.
    Ancora, era l'unica cosa che pensava Magato, Ancora....

    Oramai, nonostante l'incredibile potenza del suo corpo, ogni tanto il NeoHollow aveva sentori di una fatica troppo pesante e insopportabile, di una fatica che presto lo avrebbe schiacciato e sottomesso prima della riuscita di quella impresa, una fatica talmente forte da annichilire lentamente e completamente le sue forze sia fisiche che mentali, sia i suoi nuovi muscoli che il suo fortissimo istinto di sopravvivenza. Lo sforzo che compiva Magato per zittire questa voce sempre più insistente nel cervello, per tappargli la bocca stava diventando sempre maggiore, sempre peggiore, stava oramai superando quello meramente fisico.
    Ciò nonostante Magato continuava a ripetersi mentalmente con sempre più insistenza Ancora....Ancora...

    Passati alcuni minuti, Magato stava iniziando a cedere a quel pensiero arrendevole che continuava a rimbombargli nella testa, quel pensiero che ripetitivo e pedante di impossibilità nella riucita di quella disperata impresa, di impossibilità di continuare quella nuova vita.
    Gli sforzi compiuti mentalmente e fisicamente infatti, nonostante la foga e la furia con cui venivano promulgati ed effettutati non sembravano dare frutto, l'unica cosa che sentiva Magato era quella maledetta sabbia scorrergli addosso e niente più, non riusciva a sentire o a vedere nulla che aumentasse le sue possibilità di salvezza, solo sabbia su sabbia.
    La speranza lo stava oramai abbandonando quando , nella foga di quegli ultimi movimenti prima dell'arrendersi, sentì con la mano, con la sua zampa,prima una minore resistenza e poi una lieve corrente d'aria, proprio nel momento in cui il movimento rotatorio del braccio aveva massima altezza.
    Aria, pensò Magato in un'estasi mai raggiunta prima, quell'estasi che per lui significava vita. Libertà, pensò. Vita.

    La gioia del momento però avevano causato un calo di attenzione, un lieve rilassamento che però aveva subito comportato un risucchio verso il basso da parte di quelle malefiche sabbie; il bloccare anche solo un attimo quel particolare movimento significava per Magato cadere nelle terribili profondità di quella trappola e abbandonare per sempre quel desiderio di vita e perdizione che lo pervadeva, che lo scuoteva da dentro e che faceva violentemente vibrare la sua interiorità.
    Con uno sforzo quindi maggiore di quello precedente, con uno sforzo ben più pesante e al limite della sopportabilità, con tutta la voglia di vivere che lo pervadeva Magato riprese a muoversi per risalire quegli ultimi pesantissimi metri di sabbie mobili, muovendosi nuovamente in maniera composta e razionale ed allo stesso tempo rabbiosa, ben conscio dela difficoltà di quegli ultimi momenti di sforzo perchè esausto sia mentalmente che fisicamente, ben conscio di ciò che avrebbe comportato il fallimento di quell'impresa e ben conscio di non voler cadere.

    Ancora, pensò Magato in maniera rabbiosa, Ancora poco...
     
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9 replies since 25/4/2008, 16:51   113 views
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