Classe E [XIII] Avanzata

Hirenkyaku - Tecnica

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  1. Nibius
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    Passò qualche giorno prima del nuovo incontro.. Il giorno dopo gli mandai una missiva, poche parole.

    "Domani, 16.30, alla piazza Hikonogawa a est della città.".

    Avevo scelto di lasciarli qualche giorno per riposare, del resto avrebbe dovuto essere al pieno delle forze perché la fatica che avrebbe fatto sarebbe stata massacrante.

    Erano ormai le 4 del pomeriggio, in meno di un ora il ragazzo doveva presentarsi per dare inizio al nuovo allenamento.. Il luogo che avevo scelto era il solito, la piccola piazzetta.. Era un luogo assai adatto per gli allenamenti, intorno non circolava nessuno e nessuna persona frequentava quella zona.. In questo modo di certo non avremmo spaventato la gente comune..

    Ero particolarmente di buon umore, un po’ per i miei fari lunatici che mi facevano avere giornate si e giornate no, un po' perché era il primo studente a cui insegnavo questa tecnica. Di solito mollavano prima..

    Le 4 e mezza ormai si avvicinavano. Attesi in silenzio il ragazzo.
     
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  2. emaema89
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    il giorno dopo l’allenamento sull’Hirenkyaku mi aspettavo di ricevere la solita lettera con su scritto luogo e ora del nuovo incontro, ma così non fu. Passarono infatti alcuni giorni prima di trovare nella buca una lettera con un paio di parole appena: “Domani, 16.30, alla piazza Hikonogawa a est della città."
    "Conosco quella zona, è piuttosto tranquilla anche se è ancora all'interno della città. più che altro mi chiedo come mai mi abbia lasciato a riposare per tutto questo tempo,di norma mi sarebbe stato concesso molto tempo in meno per riposare. Probabilmente mi aspetta una faticaccia...”
    Passai il resto della giornata e la mattina seguente a divertirmi con dei miei amici che non vedevo da un po’.
    Il pomeriggio del giorno fissato per il nuovo allenamento arrivò in un lampo, il sole splendeva alto e il cielo era di un blu che lasciava a bocca aperta. Erano circa le tre quando mi separai dai miei amici con la scusa di dover fare alcune commissioni. Ero in centro quando partii così mi ci volle un po’ per raggiungere il luogo prefissato ma ormai la mia mania per gli orari non mi permetteva più di arrivare in ritardo al massimo arrivavo in orario.
    Era una zona quasi disabitata, o meglio, erano presenti delle case nei pressi della piazzetta ma come zona non era molto frequentata; probabilmente erano case di persone che lavoravano fino a tarda ora e così la zona rimaneva deserta per gran parte della giornata.
    Erano le 16:30 esatte quando entrai nella piazzetta, mi ci vollero pochi istanti per individuare il maestro dopodiché andai a salutarlo.
     
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  3. Nibius
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    Ayate arrivò in orario come al solito.

    <<bene non abbiamo tempo da perdere. Dimmi cosa conosci della tecnica Quincy, Hirenkyaku?>> la domanda non era banale. Molti non sapevano nulla, magari non l’avevano mai vista. Normalmente gli studenti sapevano solo che il loro sensei spariva e ricompariva da un’altra parte.

    Ma questo non era vero. Le persone non spariscono.

    Attesi la risposta del ragazzo, non era da sottovalutare l’importanza della conoscenza della tecnica. Probabilmente non ne sapeva niente. Almeno non avrei dovuto cancellare dalla sua mente eventuali cavolate completamente sbagliate.

    Una leggera brezza passò nella piazza e portò un piacevole sensazione di freschezza. Nell’aria c’era un forte profumo di fiori.
     
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  4. emaema89
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    Dopo aver salutato il maestro mi capitò una cosa che non mi capitava da tempo ormai: il sensei mi fece una domanda tecnica. Era una cosa che non mi piaceva anche perché sapeva bene che purtroppo il sottoscritto non conosceva quegli aspetti dei Quincy. Ma provai a rispondere ugualmente.
    <<bè non è che io ne sappia molto a dire il vero di quella tecnica, tutto quello che credo di sapere è che si tratta di una tecnica che si basa sul reiatsu per spingere chi la utilizza a velocità incredibili, ma non possiedo conoscenze sulla tecnica di utilizzo. purtroppo non sono mai stavo sufficientemente veloce per capire anche solo approssimativamente come ci riuscivi, mi sembrava quasi che sparissi.
    non prendermi per scemo però, so che non sparisci effettivamente e che sono stati i miei occhi a non percepire lo spostamento; non sono uno stupido.>>

    Con quella risposta speravo di essere riuscito a spiegare sufficientemente bene la mia ignoranza in materia senza per forza passare per uno stupido, ora non mi restava che aspettare la risposta del sensei, o meglio la sua spiegazione.
    "Non so perchè ma ho l'impressione che oggi si farà il figo di nuovo.. Ehm.. vedremo, almeno ho capito che cosa dovrò fare."
     
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  5. Nibius
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    Con un passo veloce fui dietro di lui.
    <<esatto le persone non spariscono. Si muovono solo a velocità enormi e l’occhio non riesce a seguire il bersaglio>>

    <<questa è una tecnica tipicamente usata dai Quincy più abili nel controllo del reiatsu e della loro velocità. Per questo ti ho allenato per farti diventare più veloce.
    Permette di utilizzare il proprio reiatsu per "spingersi" a velocità inaudite, disorientando l'avversario, schivando i suoi colpi o semplicemente andando più veloce. Il personaggio diventa molto più veloce ma per gli utilizzatori inesperti sarà anche difficile effettuare attacchi efficaci dopo una spinta del genere>> feci una pausa.

    <<hai presente degli scarponi da snowboard? Uno snowboarder aumenta la sua velocità di discesa agganciandosi ad una tavola con gli scarponi. Più o meno è quello che facciamo anche noi. Usa il reiatsu per creare una specie di tavola e agganciati a essa con il reiatsu>>

    Feci spazio al mio studente.
    <<sembra semplice ma non lo è… prova>>
     
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  6. emaema89
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    Dopo la breve ma “illuminante” spiegazione del sensei capii a malapena che dovevo creare una specie di snowboard o una tavola da surf e agganciarmici sopra, ora già creare la tavola non era semplice e per di più l’ottimismo del “prof ” non mi aiutava. Però l’idea di surfare sull’aria mi attirava un casino ed ero deciso ad imparare al meglio questa tecnica era ciò su cui avrei basato i miei combattimenti futuri anziché sulla forza e quella scelta rendeva fondamentale un utilizzo pressoché perfetto dell’Hirenkyaku.
    "Bando alle ciance, proviamo che è meglio”
    All’inizio mi figurai in mente surfer e snowboarder e la prima cosa che notai era la posizione, ovvero un piede che normalmente era il sinistro posto anteriormente al destro e per di più il baricentro basso. Per prima cosa creai le piattaforme per alzarmi dal suolo e subito dopo mi misi in posizione come uno di quegli sportivi. Cominciai ad allargare le piattaforme fino a farle toccare e a fonderle in una sola cercando di far assomigliare la forma ad un surf. Poi passai all’allaccio, non sapevo bene come creare il sistema di ancoraggio così creai una sorta di strato che mi ricopriva il piede come un pattino da ghiaccio e poi lo fusi con la tavola.
    Credo non sarà facile, vero? comè sta tavola?
     
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  7. Nibius
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    Ayate iniziò a convogliare il reiatsu per materializzare la base che i Quincy usano per adoperare il passo veloce.

    Sotto i suoi piedi cercò di creare una tavola da surf allungando e fondendo le basi di energia spirituale. Successivamente tentò di creare una specie di collegamento con la tavola ai suoi piedi. Materializzò una specie di scarponi di reiatsu.

    <<ci sei quasi, ma servono attacchi più resistenti>> spinsi leggermente in avanti il mio studente. Quei flebili attacchi si ruppero. Non avrebbero retto un secondo se il mio studente avesse deciso di partire.

    <<mettici più energia e falli più resistenti. Ricorda che dovranno sopportare il tuo peso ad una velocità che quasi eguaglia quella della luce>>

    Materializzai il mio supporto di reiatsu. Era un po’ diverso da quello che aveva fatto il mio ragazzo.
    La mia “tavola” era fine e poco spessa. Tronca sul musi. I piedi invece erano paralleli tra loro, non uno dritto rispetto all’altro come quello di Ayate. In quella maniera potevo andare sia con il piede destro sia con il sinistro in avanti senza problemi.
     
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  8. emaema89
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    Sorprendendo anche me ero riuscito a creare la tavola ma sfortunatamente i sistemi di ancoraggio che avevo creato avevano la resistenza di un grissino secco, così si ruppero non appena il maestro mi diede un spintarella.
    CITAZIONE
    <<ci sei quasi, ma servono attacchi più resistenti>>

    Mentre pensavo a come crearli il sensei salì sulla sua tavola. Era molto diversa dalla mia, lui anziché stare con un piede davanti all’altro li aveva in parallelo e la sua tavola era tronca sia in punta sia in coda.
    "bè i ganci si sono rotti ma sulla tavola non mi ha detto niente, forse la forma non è fondamentale.. non mi piacerebbe viaggiare su un coso come quello, anche l'occhio vuole la sua parte"
    Mi soffermai un attimo sui suoi ganci per vedere se potevo prendere spunto da quelli per creare i miei, dopo averli squadrati provai a ricrearli cercando però di farli il più resistenti possibile in vista di sollecitazione ai limiti dell’incredibile. Li creai più spessi fondendoli più a fondo con la tavola, fino a creare un unico blocco di reiatsu. Tutta la tavola era un concentrato dell’energia mia e che mi circondava, ci misi tutto il mio impegno per riuscire a creare ciò di cui avrei avuto un incredibile bisogno in futuro.
    Il sole continuava a splendere in alto e la temperatura elevata cominciava a farsi sentire, non vedevo l’ora di muovere i primi metri, almeno avrei preso un po’ d’aria rinfrescandomi da quell’arsura.
     
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  9. Nibius
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    Ayate ricominciò. Probabilmente i suoi attacchi si sarebbero rotti un’altra volta. Bastava pensare a che velocità ci si muoveva a tutta velocità e la grandezza delle fasce di reiatsu che ci tenevano collegati alla tavola. Il peso del mio studente era scaricato in pochi centimetri di reiatsu e lui si sarebbe mosso sicuramente almeno al doppio della velocità del suono.

    Presi quota lentamente.
    “Evitiamo gli ostacoli per il momento”.

    <<ora devi solo spostare la tavola di reiatsu come fai con le Kanon Ball, stai attento a quello che fai… ti consiglio di non esagerare la prima volta>>

    “Non so se mi sono spiegato….” Ayate era il primo studente che arrivava a questo stadio di
    allenamento.
    “Speriamo in bene…” ero pronto per prendere al volo il mio studente se avesse perso il controllo.
     
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  10. emaema89
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    Avevo appena ricreato gli appoggi e come per avere conferma del buon risultato mi voltai a guardare il mio maestro, ma la sua faccia sembrava dire “non ci siamo ancora”. Mi ero già preparato ad un gesto come quello di poco prima e a dover rifare quei benedetti attacchi che mi davano tutti quei problemi. A differenza di quello che pensavo il sensei non mi spinse, non ruppe i miei ganci e non mi disse di rifarli, bensì mi diede il primo compito, dovevo muovermi e per farlo dovevo muovere la tavola con la stessa tecnica che usavo per la kannon ball.
    CITAZIONE
    <<ora devi solo spostare la tavola di reiatsu come fai con le Kanon Ball, stai attento a quello che fai… ti consiglio di non esagerare la prima volta>>

    L’ultima parte della frase mi fece capire che se avessi fatto troppo lo sbruffone mi sarei fatto piuttosto male, così decisi di andarci cauto. Hideki aveva preso un po’ di quota ma io preferivo rimanere vicino al suolo all’inizio, in modo da non rischiare di cadere da un’altezza troppo elevata. Decisi in vece di muovere qualche “passo” avanti.
    La tecnica di controllo della kannon ball l’avevo imparata tempo prima e anche se il sensei aveva detto di usare la stessa tecnica immaginavo che vista la dimensione e la natura della tavola la tecnica avesse qualche difficoltà in più sul controllo. Così ci andai cauto, usai quella tecnica partendo però usando un’energia bassissima aumentandola gradualmente finchè non cominciai a muovermi. Cercai di muovere qualche passo in linea retta senza provare niente di speciale, prima volevo acquisire un minimo di controllo e poi magari avrei provato qualcosa di più.
     
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  11. Nibius
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    Ayate iniziò a muovere leggermente la tavola su cui era per utilizzare la famosa tecnica Hirenkyaku.

    Il mio studente cercò di prendere confidenza con la tavola. Non era facile mantenere l’equilibrio. Ayate ogni tanto oscillava pericolosamente e spesso rischiò di cadere.

    “Meglio non forzarlo… almeno vedremo finchè non se la sente” attesi con calma che il mio studente. Questa tecnica non era semplice da utilizzare. Bisognava essere agili e veloci nei riflessi, in più bisognava tenere sotto controllo tutto quanto altrimenti chissà cosa sarebbe successo.

    Rimasi in alto sopra ad Ayate e alla foresta. Quando il ragazzo sarebbe stato abbastanza in confidenza con questa strabiliante tecnica lo avrei portato all’interno del bosco per farlo allenare.
     
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  12. emaema89
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    Ero partito, in piedi su quella tavola ero riuscito a muovermi. Come avevo immaginato prima di cominciare a muovermi non era facile controllare la tavola e l’equilibrio, per riuscire a starci sopra bisognava avere un controllo incredibile sul proprio equilibrio e bisognava anche avere dei riflessi incredibili per riuscire a rimediare ad ogni oscillazione. Non era come fare uno sporto, perché li non c’era il contatto con il suolo e quindi la tavola era molto instabile.
    Continuai a muovermi per la piazzetta rischiando più e più volte di cadere ma per fortuna o grazie ai miei riflessi riuscii ad evitarlo. Dopo qualche minuto, quando cominciai a capire come tenere la tavola in maniera un po’ più stabile cominciai anche a godermi quella sensazione. Era una sensazione veramente particolare, anche se ero a pochi centimetri dal suolo mi sembrava che in un certo senso stavo quasi volando perché la cosa che mi faceva stare staccato dal suolo non era nient’altro che la mia energia in forma di surf.
    "Però è una sensazione niente male.. adesso finalmente riesco a controllarla"
    Come se ci fosse qualcuno che mi leggesse nel pensiero una volta che lo avevo formulato rischiai di cadere.
    "Forse non del tutto.. però mi piace e voglio vedere cosa imparo a fare"
    Pian piano cominciai a prenderci confidenza e dopo qualche istante cominciai a prendere un po’ di quota per raggiungere il mio sensei.
    Era una giornata calda e senza vento,, anche se un po’ d’aria mi avrebbe rinfrescato non la desideravo perché il veto avrebbe reso il mio compito più difficile.
     
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  13. Nibius
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    Piano piano Ayate mi raggiunse.
    <<bene… bene… con calma Ayate non abbiamo fretta>> sapevo che non era facile tenere la concentrazione in quelle situazioni. C’ero passato anche io.

    <<ora attento, aumentiamo un po’ la velocità. Non molto. Usa la stessa concentrazione che usi per muovere le Kanon Ball. Ma attento, il risultato sarà più o meno questo>> mi volsi e feci come per muovere le Kanon Ball.

    Partii velocissimo verso est. Con quella poca potenza potevo tranquillamente superare un caccia militare.

    Ayate doveva stare attento a non farsi sorprendere dalla velocità. Per questo partii prima io. Non mi andava che il primo studente a cui insegnavo questa tecnica diventasse tuttuno con un ostacolo.
     
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  14. emaema89
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    Salii un po’ di quota e mi avvicinai al sensei.
    CITAZIONE
    <<ora attento, aumentiamo un po’ la velocità. Non molto. Usa la stessa concentrazione che usi per muovere le Kanon Ball. Ma attento, il risultato sarà più o meno questo>>

    Quando partì per un attimo non capii cosa fosse successo, ci fu uno spostamento d’aria che mi fece sobbalzare. <<non ci credo... che figata!! il mio maestro con un minimo di forza era riuscito ad acquistare una velocità incredibile e lo vedevo viaggiare ormai lontano da dov’ero io. Ci misi qualche istante a capire dove fosse e quasi non riuscivo a vederlo, ma dentro di me in quell’istante crebbe.
    Era la preoccupazione più grande dei miei genitori e anche la mia ossessione, la velocità, non ne avevo mai avuto paura ma anzi mi aveva sempre eccitato e mi aveva dato la voglia di spingermi sempre oltre. "Mi ricordo che una volta mio padre mi disse:<la velocità ha due reazioni nelle persone, o spaventa o eccita> ed io non ero certo il tipo da spaventarsi"
    Dentro di me qualcosa decise un giorno sarei stato il più veloce e nessuno sarebbe riuscito a raggiungermi ma per ora dovevo imparare a governare quella tecnica e per farlo dovevo raggiungere il maestro. Mi voltai verso est dove ormai il sensei non era altro che un puntino contro il celo azzurro. <<sto arrivando Hideki>> cominciai a muovermi questa volta usando più energia rispetto al movimento di prima. "subirò una notevole accelerazione ma non devo lasciarmi spaventare la cosa più importante è mantenere l'equilibrio e perciò non forzare troppo la tavola, se vado fuori rotta la modifico quando ci avrò preso la mano"
    Lo vedevo, vedevo Hideki. Sapevo benissimo che poteva fare di meglio ma in quel momento avevo un solo pensiero per la mente. "Devo raggiungerti!"
     
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  15. Nibius
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    A quanto pareva partire prima di Ayate lo preparò all’improvvisa velocità. Vedere cosa succedeva preparò il mio studente a cosa sarebbe successo.

    Ora Ayate usava i movimenti base per starmi dietro. Ma questo era solo un assaggio di cosa poteva fare il passo veloce.

    Per ora se la cavava bene. Ma il problema non era partire. Era fermarsi. Deviai improvvisamente, una curva ad angolo retto.

    Era il momento di impartirgli lezioni di movimento e controllo di quella tavola. Non c’era tanto tempo. Io oltre avere una dose maggiore di reaitsu rispetto al mio studente avevo anche ottimizzato la tavola per sprecare meno energia possibile.

    Ayate invece non lo aveva ancora notato. Ma quella grossa e ingombrante tavola lo stava prosciugando. Assorbire energia dall’ambiente non era sufficiente, purtroppo.
     
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25 replies since 31/8/2008, 09:46   130 views
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