Classe E [XIV] Avanzata

Kojyaku II

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  1. Nibius
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    L’alba di un nuovo giorno mi svegliò da un profondo e dolce sonno. Dalla mia finestre filtrava una leggera luce.

    “Oggi mi sembra un buon giorno per fare un po’ di esercizio…” mi alzai dal letto e feci colazione.

    L’ultima volta riuscii a insegnare per la prima volta il passo veloce ad un mio alunno.
    Era una buona cosa, se riusciva ad utilizzare questa tecnica poteva andare lontano.

    Uscii in cortile. Era presto, circa le 7 della mattina. L’aria era fresca e inebriava la mente.

    Mi concentrai un momento, stavo cercando il reiatsu del mio studente. Oggi aveva bisogno di allenarsi ancora. Di migliorare la sua forza e il suo arco. Doveva poter riuscire a perforare la difesa più solida che potesse esistere.

    Localizzai il mio studente. Con un passo veloce fui da lui.

    <<buongiorno Ayate… presto seguimi…>> un altro passo veloce e mi allontanai. Questa volta non c’era bisogno di aspettarlo, sapevo che mi avrebbe seguito.

     
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  2. emaema89
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    Quando mi svegliai ebbi l’impressione che stava per avere inizio una giornata monotona, come molte altre, passando il giorno in giro con gli amici per le vie della città senza combinare niente di particolare e parlando sempre delle stesse cose: “cosa c’è in tv” o “guarda quella lì..” non avevo per niente voglia di alzarmi ma come al solito alle sei e trenta ero già in piedi.
    Feci colazione e mi lavai, il sole era spuntato da poco così uscii di casa per assaporare l’aria mattutina.
    Ad un tratto sentii vicino a me una reiatsu molto elevata, ci misi poco a capire che fosse, era il sensei che probabilmente stava facendo un giro da quelle parti.
    "Chissà che ci fa da queste parti, non credo si tratti di un allenamento, se nò avrei ricevuto la solita lettera con luogo e ora..
    magari ce un hollow qui in giro."

    un secondo dopo mi voltai e lo vidi affianco a me
    CITAZIONE
    <<buongiorno Ayate… presto seguimi…>>

    ne giro di pochi istanti mi trovai a seguirlo volando come un razzo sopra alla città.
    "cosa gli sarà preso stavolta? ci sono degli hollow da queste parti e ha bisogno di me? non credo dovrebbe essere abbastanza forte da occuparsene da solo, ma allora perchè?"
    N on sapevo cosa dovevo aspettarmi ma ero sicuro che l’impressione che avevo avuto al mattino fosse sbagliata, quel giorno avrei fatto sicuramente qualcosa di interessante..
     
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  3. Nibius
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    Mi fermai dopo diversi chilometri. Viaggiammo per circa dieci minuti in direzione nord.

    Davanti a noi c’era una pianura sconfinata. L’unica cosa che si ergeva in quel luogo era un’enorme muro grigio.

    La parete era di circa 50 metri, alta 20 e profonda 5. In questo muro c’erano due enormi buchi attraverso i quali si riusciva a scorgere dall’altra parte.

    Atterrammo a circa venti metri da questo colosso di pietra grigia. Ayate riuscì a tenere il passo.
    “Ti ho allenato davvero bene… ma non sai ancora tutto” mi sistemai i capelli che si erano scompigliati con il vento.

    <<vedi quei due buchi… Uno l’ha fatto il mio maestro… L’altro l’ho fatto io…>> feci una pausa.

    <<tutti gli allievi del mio vecchio Sensei sono passati di qui. Tutti i suoi 100 studenti.. io ero il centesimo>> il muro rifletteva leggermente la luce solare.

    <<sfondalo>> non aggiunsi altro.
     
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  4. emaema89
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    Stavamo volando ormai da qualche minuto, l’aria era piacevole sul viso e il sole sulla destra rischiarava il mondo.
    Presto superammo la città e davanti a noi anziché un foresta di cemento cominciammo a vedere una pianura di un verde che mi mozzò il fiato, era bellissima. Una cosa soltanto sembrava incombere su quel luogo senza tempo, un muro, enorme, alto venti metri largo cinquanta e profonda cinque, un colosso che regnava su quella terra colorata.
    Atterrammo a circa una ventina di metri dal muro, che, da quella prospettiva sembrava ancora più grande. Ero fermo, e mi stavo osservando intorno quando mi ritrovai a pensare.
    "Alla fine ho imparato anche l'Hitenkyaku, però non mi basta, non sono ancora abbastanza forte da poter competere ne con Hideki ne con nessun'altro, voglio diventare più forte, come sono adesso non mi basta devo diventare il più forte!"
    <<cosa ci facciamo quì?>>
    CITAZIONE
    <<vedi quei due buchi… Uno l’ha fatto il mio maestro… L’altro l’ho fatto io…>>
    <<tutti gli allievi del mio vecchio Sensei sono passati di qui. Tutti i suoi 100 studenti.. io ero il centesimo>>
    <<sfondalo>>

    Non dovevo sentire altro, quello mi bastava. Mi voltai e sfoderai l’arco, non dovetti fare ragionamenti per accorgermi che le dimensioni del muro erano sufficienti a fermare uno dei miei dardi, ma se qualcuno ce l’aveva fatta prima di me ci potevo riuscire anche io. Cominciai a far fluire più energia nell’arco, dovevo rendere la freccia più veloce e più potente che mai, caricai i flettenti dell’arco e incoccai una freccia dopodiché la scoccai verso quel colosso di roccia.
    "Vediamo chi vince"
     
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  5. Nibius
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    Ayate si voltò e sfoderò l’arco. Cominciò a far fluire più energia nell’arco dopodichè scoccò la freccia.

    Il dardo era potente e veloce. Filava dritto verso il muro. Poi qualcosa di strano accadde.

    Il muro iniziò a vibrare quando la freccia del mio studente fu a metà strada. Il dardo a iniziò lentamente a vaporizzarsi e dissolversi. Quando arrivò a dieci centimentri dal muro scomparve in una nuvoletta di reiatsu.

    L'intero muro assunse delle sfumature violacee che si muovevano come ombre sulla parete di roccia.

    <<come puoi aver notato non è un muro normale... non posso dirti altro...>> rimasi in silenzio accanto al mio studente. Mi sedetti e chiusi gli occhi...

    "Sarà un'attesa lunga"
     
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  6. emaema89
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    Fino a quando scoccai la freccia non mi accorsi di niente, feci tutto normalmente, caricai l’arco e scoccai. La freccia volava rapida verso il muro ma quando arrivò a metà strada il muro cominciò a vibrare ed anche la freccia fu interessata dallo stesso fenomeno come se i due oggetti entrassero in risonanza tra loro e a dieci centimetri dal muro la freccia scomparve in una nuvola di reiatsu.
    "Ma che cav.. di che diavolo è fatto quel muro e cos'è successo alla freccia?"
    CITAZIONE
    <<come puoi aver notato non è un muro normale... non posso dirti altro...>>

    <<ah! non ho capito di cos'è fatto quel muro ne tantomeno cosa sia successo alla freccia e naturalmente dovrei abbaterlo losesso..
    Ho il dubbio che questa volta sarà più difficile del solito.>>

    Non avevo capito realmente cosa dovevo fare, se modificare la freccia o l’arco, quindi decisi che per una volta avrei fatto il “rozzo” optando per le maniere forti.
    Richiamai nuovamente l’arco portandolo al limite della mia forza ed incoccai una freccia dopodiché scoccai la freccia come se avessi dovuto trapassare un hollow, trapassarlo non abbatterlo.
    Mi stavo spingendo al limite se neanche quel colpo avrebbe dato i frutti sperati significava che c’era una tecnica ben precisa per infrangere quel muro. Tecnica che probabilmente non mi sarebbe stata spiegata ma che avrei dovuto imparare con le mie sole forze
     
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  7. Nibius
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    Ayate richiamo' nuovamente l’arco portandolo al limite della sua forza ed incocco' una freccia dopodiché scocco.

    "Non ce la farai..." sapevo che era difficile per un normale Quincy. Riuscire a trapassare quel muro era un'impresa titanica.

    Il dardo sibilo' acuto verso la barriera di roccia. Il risultato non cambio' dal tiro precendente.
    A meta' strada le particelle spirituali del Reiatsu che componevano la freccia iniziarono a staccarsi e dirigersi a spirale verso il muro.

    Le venature violacee della parete ricominciarono a muoversi e 'danzare' su di essa. Il Reiatsu del dardo di Ayate venne assorbito dalla roccia.
    Ad una spanna di distanza la freccia si scompose del tutto.

    <<analizza il tuo bersaglio. Devi capire cosa hai davanti>>
     
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  8. emaema89
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    Mi trovavo di fronte a quel muro con quei due soli fori, non ero riuscito a toccarlo e normalmente al secondo tentativo avevo sempre fatto dei progressi ma non questa volta. Ero lontano dal muro e la forza bruta non aveva riscosso nessun risultato così feci come mio solito, usai la testa.
    Se potessi ricondurlo in dati fisici probabilmente direi che il muro manda in risonanza la freccia scomponendola nelle sue parti più piccole, le particelle di reiatsu, per poi assorbirle. Il mio problema è che non conosco sufficientemente bene la natura del reiatsu e di quel muro per dare un verdetto definitivo. Se la prima intuizione che ho avuto si dimostrerà essere quella corretta allora non mi rimane altro da fare se non riuscire ad evitare che la risonanza mandi in frantumi la freccia e per far ciò dovrei o modificare il metodo con cui creo la freccia o riuscire in qualche modo a tenerla unita seguendola nel suo percorso… ed entrambe le cose non sono semplici da attuare praticamente.
    Ho un solo modo per sapere se ciò che penso è giusto oppure no, quindi, bando alle ciance e passiamo all’azione

    Mi rimisi in posizione, fissando quel muro che ora, dopo alcuni tentativi a vuoto mi appariva come un titano che mi impediva di proseguire lungo la mia strada.
    Ricreai l’arco normalmente, senza raggiungere i l limite perché come avevo avuto modo di vedere il problema non stava nella forza o nella velocità della freccia bensì nella sua “resistenza” a qual muro.
    Quando creai la freccia cercai di renderla più compatta del solito legando le molecole di reiatsu più profondamente tra loro. Scoccai.
    La freccia volava veloce verso il muro ed io la seguivo, centimetro per centimetro cercando di proteggerla dal muro e tenerla insieme.
    Forse il mio era stato un ragionamento affrettato ma senza indizi e senza conoscere a cosa mi trovavo di fronte non potevo fare altrimenti se non provare e credere che ci sarei riuscito.
     
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  9. Nibius
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    Ayate si rimise in posizione fissando il muro.
    Ricreò l’arco normalmente. Quando creò la freccia cercò di renderla più compatta del solito legando le molecole di reiatsu più profondamente tra loro. Scoccò.
    La freccia volava veloce verso il muro.

    Questa volta ci fu un notevole miglioramento. Questa volta riuscì ad avvicinarsi ad una spanna di distanza dal muro.

    Un campo simile ad una barriera ci materializzò davanti al muro. La freccia ci impattò ma sembrò resistere all'urto. Le solite venature viola iniziarono a muoversi verso la freccia. Uscirono dalla barriera e iniziarono ad avvolgere la freccia. La freccia stava opponendo resistenza. La barriera si piegò verso il muro come una bolla.

    Le venature ebbero la meglio. Avvolsero completamente la freccia e iniziarono a recidere il reiatsu e lenatmente a divorarlo.

    Il muro assorbì ancora una volta la freccia e la barriera si ricompose.

    Io in disparte iniziai a giocare con un bastoncino.
     
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  10. emaema89
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    La freccia che stava volando verso il muro era il mio primo vero esperimento, non conoscevo niente del limite che mi si era posto di fronte. Possedevo solo supposizioni su ciò che dovevo fare, supposizioni basate solo su ciò che avevo appena visto e di conseguenza si poteva benissimo affermare che erano supposizioni basate su nulla. Ma non avevo scelta se non basarmi su quelle supposizioni e riporre la mia fiducia nella capacità che avevo di analizzare le situazioni.
    La freccia che stavo seguendo non era il classico dardo che scoccavo, avevo legato quella freccia più saldamente che potevo cercando di renderla abbastanza resistente da infrangere quella specie di sortilegio.
    La freccia volava rapida dandomi subito la conferma di un piccolo miglioramento poiché non cominciò a dissolversi nel solito punto ma continuò spedita. "ma che cavolo.."Arrivata ad una spanna dal muro però successe una cosa che mi lascio esterrefatto, dal muro si creò una specie di barriera che impediva alla freccia di proseguire il suo viaggio. Era una specie di muro tra il visibile e l’invisibile, la mia freccia spingeva contro di esso e lo piegava al suo volere. Ero certo che il dardo sarebbe riuscito ad infrangerlo ma le sorprese non erano ancora finite, sul muro le venature cominciarono a vibrare sempre di più, finché, ad un certo punto si staccarono da esso come fossero dei tentacoli che avvolsero la mia freccia cominciando ad inciderla per poi assorbirla. Poi tutto tornò alla normalità.
    <<non posso di certo dire di essere soddisfatto di come sia andata questa prova, ma non sono neanche deluso. le mie supposizioni erano corrette e per di più quella cosa che è successa al muro è una figata allucinante.
    ora proverò a fare una cosa: visto che rendendola più resistente sono riuscito a permettergli di arrivare a piegare quella specie di barriera voglio provare a renderla anche più potente in modo che riesca ad infrangerla.>>

    ricaricai la freccia come avevo appena fatto ma questa volta unii i miei tentativi in un unico colpo, creai l’arco più potente che fossi mai riuscito a fare e poi caricai il dardo.
    <<osserva bene Hideki, guarda come infrango quel muro>>
    Scoccai.
     
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  11. Nibius
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    Ayate si rimise in posizione e scoccò.
    La freccia volava veloce verso il muro per l'ennesima volta.

    Il dardo era più compatto e veloce di prima, Ayate era riuscito a mantenere le particelle che costituivano la freccia unite tra di loro. La freccia impatto contro la barriera che iniziò a piegarsi come prima.

    Le venature viola iniziarono a muoversi verso il nuovo dardo. Uscirono dalla barriera e iniziarono ad avvolgere la freccia. La barriera si piegò verso il muro come una bolla ancora una volta.

    Questa volta sembrò che la barriera stesse per cedere. Le venature viola non riuscirono a trattenerlo, la punta del proiettile scagliato dal mio studente bucò la barriera e riuscì a toccare la superficie del muro.

    Un lampò bianco avvolse la freccia. In un attimo il reiatsu che la componeva scompari assorbito dal muro.
    Dove la freccia aveva toccato la parete era rimasto un puntino bianco.

    <<ci sei ancora lontano...>> ripresi a giocare con il bastoncino.
     
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  12. emaema89
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    La freccia volava dritta verso il bersaglio e come previsto comparve la barriera ad intralciare il suo cammino. La situazione era diversa da pochi istanti prima o più precisamente era il dardo ad essere diverso, era più resistente e veloce di prima e questa volta la barriera non riuscì a trattenerlo infrangendosi sotto l’enorme pressione, neanche i tentacoli violacei poterono nulla e la freccia impattò contro il muro. Ancora una volta però accadde un evento imprevisto ed in un lampo bianco la freccia scomparve lasciando solo un puntino bianco sulla facciata del muro.
    <<ma basta! possibile che quel cavolo di muro i trucchi non li finisca mai? e io che pensavo di farmi la tamarrata! anche tu non potresti essermi un po' più d'aiuto anziché continuare a giocare con quel bastoncino?>>
    Cominciavo ad essere un po’ stufo, non mi era mai capitato di fallire per così tante volte di fila, ma mi rendevo conto che man mano che progredivo le prove che dovevo superare sarebbero state sempre più dure ma ciò non toglieva alla situazione quell’atmosfera forse un po’ monotona.
    <<non so se tu non voglia o no possa dirmi niente ma se devo essere onesto sono stufo di questo cavolo di muro e soprattutto sono stufo di fallire. se vuoi vai pure a farti un giro io non mi muoverò da qui finché quel muro non avrà una finestrella che ora non c’è.>>
    Non mi ero mai arreso prima in nessun allenamento ne tanto meno negli scontri che avevo avuto e di certo non mi sarei lasciato sconfiggere da un pezzo di pietra. Dovevo superare quelli che erano i miei limiti se volevo infrangere il “limite” che mi si poneva di fronte.
    Ricaricai l’arco senza trattenermi anche correndo il rischio di perderne il controllo, dovevo migliorare e di molto anche se volevo realmente proseguire lungo la strada che avevo scelto. Incoccai la freccia.
    "io non mi arrendo, anche se dovessi tentare per giorni o mesi!"
    Scoccai.
     
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  13. Nibius
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    CITAZIONE
    <<ma basta! possibile che quel cavolo di muro i trucchi non li finisca mai? e io che pensavo di farmi la tamarrata! anche tu non potresti essermi un po' più d'aiuto anziché continuare a giocare con quel bastoncino?

    <<non so se tu non voglia o no possa dirmi niente ma se devo essere onesto sono stufo di questo cavolo di muro e soprattutto sono stufo di fallire. se vuoi vai pure a farti un giro io non mi muoverò da qui finché quel muro non avrà una finestrella che ora non c’è.>>

    Ayate scoccò ancora. La freccia arrivò di nuovo a toccare il muro e iniziò a fare pressione su di esso.
    Le immancabili venature viola iniziarono a muoversi. U
    Questa volta la freccia di Ayate toccò la superficie del muro senza trovare troppa resistenza.
    Ci fù un nuovo lampò bianco. Il reiatsu che formava la freccia venne nuovamente assorbito. Sul muro si formò un nuovo puntino bianco.

    Cercai di trattenermi ma non ce la feci. Scoppiai in una flagorosa risata. Mi stavo pisciando addosso dal ridere, addirittura piangevo. Dopo due minuti riuscii a riprendere un certo contegno.

    <<tu sul serio...>> singhiozzai ancora tra gli spasmi.
    <<tu sul serio pensavi di riuscire a bucare quel muro?!?>> ricominciai a ridere.

    Mi ripresi a fatica.
    <<ohi ohi ohi che male...>> mi tenni la pancia.

    <<ragazzo è già un grande risultato che tu riesca a toccarlo. Nemmeno io al mio stato attuale riuscirei a trapassare quel muro con una freccia sola. Mi ci vorrebbe una settimana intera al massimo della potenza>> ripresi fiato.

    <<quando lo feci la prima volta ci misi quasi due mesi e mezzo, dove mi fermavo solo per mangiare e quando cadevo sfinito senza reiatsu>> indicai i pallini bianchi sul muro.

    <<concentrati su quelli... Quando riuscirai a staccare un granello da quel muro sarai promosso>>
     
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  14. emaema89
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    Un nuovo tentativo ed un nuovo fallimento. Stavo per ricominciare da capo quando dietro di me Hideki scoppio in una risata che probabilmente tratteneva ormai da un po’.
    Ma..?! perché..?! non riuscivo proprio a capire perché il mio maestro rideva di me, e più mi sforzavo di capire e più la risposta sembrava allontanarsi. Poi capii come se qualcosa dentro di me mi avesse detto: “guarda che questo qui ti ha preso per i fondelli”.
    CITAZIONE
    <<tu sul serio...>>
    <<tu sul serio pensavi di riuscire a bucare quel muro?!?>

    "Ti ammazzo!Ti ammazzo! Ti ammazzo! Ti ammazzo!" ero arrabbiato e molto, mi aveva preso in giro senza ritegno e per di più stavo cominciando a credere di essere un buono a nulla perché non riuscivo nel mio intento.
    Lo guardai con occhi che emanavano il desiderio di vendetta <<questa me la paghi! ricordate perché un giorno mi vendicherò..>>
    Intanto lui continuava a ridere divertito dalla mia situazione. <<e quindi è così che tratti il tuo allievo più vecchio.. buono a sapersi vorrà dire che me ne ricorderò a tempo debito vecchietto!>>
    Mi indicò i puntini bianchi sul muro.
    CITAZIONE
    <<concentrati su quelli... Quando riuscirai a staccare un granello da quel muro sarai promosso>>

    Ero ancora arrabbiato per quello che mi aveva fatto, non era rabbia vera e propria più che altro ero infastidito e volevo ripagargli il favore presto o tardi, così ricreai l’arco e mi impegnai al massimo per dimostrargli una volta per tutte che se ero arrivato a quel punto c’era una ragione ben precisa: non ero scarso e potevo raggiungerlo un giorno.
     
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  15. Nibius
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    Ayate parve arrabbiarsi. Io dentro di me mi stavo ancora scompisciando.

    "pff non sai stare agli scherzi" lo guardai ricreare l'arco spirituale e scoccare ancora.

    La freccia ebbe lo stesso esito delle precedenti, arrivò a toccare il muro.
    Le immancabili venature viola iniziarono a muoversi.
    La freccia trovo'ancora meno resistenza.

    La freccia colpí il muro ad un paio di centimetri dal punto precedente creando un nuovo puntino bianco. Il dardo venne ancora assorbito.

    <<devi centrare perfettamente al centro di un punto che hai giá colpito! La roccia dopo molti colpi si satura di Reiatsu e non riesce piú ad assorbirlo... mira ad un punto bianco avanti>> era l'ultimo consiglio che avrei dato al mio studente.
     
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19 replies since 23/9/2008, 20:19   172 views
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