Rabbia...

Vagando nella foresta dei Menos...

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  1. LolInTheDark
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    Mi svegliai anche quel giorno di soprassalto.
    Non che fosse una novità certo.
    La mia percezione del pericolo e il mio continuo timore mi tenevano sempre in allerta, mi impedivano di dormire per più di poche ore.
    Inoltre il sonno non mi riposava, era turbato, agitato, disturbato da continui incubi.
    A dire il vero una volta sveglio la cosa non cambiava di molto.
    Lo stesso terrore che pervadeva i miei incubi, la stessa terribile paura di essere attaccato da un momento all'altro erano tanto conctreti negli incubi quanto nella realtà quotidiana.
    Come avevo potuto ridurmi così? In me non vedevo più alcune traccia del guerriero orgoglioso, sicuro di se, privo di ogni genere di paura che ero una volta.
    E in effetti ne avevo ben motivo. Questa forma abominevole, per quanto imponente, non mi consentiva assolutamente di combattere come un tempo sapevo.
    Ricordavo con rimpianto i momenti in cui il semplice fatto di brandire una spada mi conferiva il coraggio di un leone, la fermezza di una roccia.
    In ogni scontro nulla temevo, la mia mano era ferma, la mia forma: perfetta.
    E ora invece ero confinato in questo corpo bestiale. In questa forma non avrei potuto neanche lontanamente sperare di impugnare un'arma.
    E come avevo potuto ridurmi così? Come ero potuto capitare lì?
    Questo pensiero aveva sempre tormentato la mia mente...
    L'unica risposta era stata: avevo votato tutta la mia vita alla protezione degli altri, non avevo mai considerato il fatto che se non avessi protetto me stesso in primis non avrei di conseguenza potuto proteggere nessuno.
    Ed è per questo che ora mi trovavo a lottare per la mia vita, seppure morto, a aggrapparmi con forza a ciò che mi rimaneva. Questa forma bestiale, che però era tutto ciò che mi restava.
    Ma non sarebbe durato a lungo...
    Presto mi sarei liberato di questa forma. Ormai ero pronto, mi sarei liberato di questa inutile maschera, che non era altro che un sigillo al mio potere, un lucchetto al forziere della mia indomabile forza.
    Sì, sentivo che si avvicinava per me il momento di tornare ad una forma a me consona, una forma che mi avrebbe nuovamente consentito di non vivere nel terrore, di riacquistare la mia sicurezza.
    Non avrei più dovuto temere che uno di quegli umanoidi a noi superiori, quelli che fra di loro si chiamavano "Arrancar", mi uccidesse per capriccio o per sfogo.
    Perchè per loro, uno di noi in meno o uno di più non cambia assolutamente nulla.
    In questo mondo ognuno fa per se e pensa solo a te.
    Se l'avessi capito prima, probabilemente non sarei qui, ma impugnerei ancora la mia spada nel mondo dei vivi...

    Mentre pensavo ciò, continuavo a vagare per la foresta, come sempre guardingo, attento a non lasciare tracce, a non permettere a qualsiasi cosa più pericolosa di me di percepire la mia presenza.
    Non mi curavo particolarmente delle altre creature inferiori che mi circondavano: avevo ormai imparato che nella foresta vige la legge del più forte.
    Ma avevo sempre ritenuto piuttosto stupido lottare senza alcun motivo, perciò non avevo mai levato la mano su chi non si fosse posto sulla mia strada.
    Avevo sempre finto di non vedere le creature a me inferiori. è vero, era piuttosto normale vedere altri come me prendersela con induvidui più deboli.
    Ma avevo sempre preferito evitare lo scontro non necessario.
    Certo, era capitato numerose volte che mi fossi trovato impossibilitato a sottrarmi ad uno scontro.
    Ma per sfortuna dei miei avversari, una volta provocato non mi ero mai curato di trattenere la rabbia repressa dentro di me e avevo sprigionato tutta la potenza di questa mia orribile forma.
    In quei rari momenti però, sentivo che mi sentivo vivo, sentivo il mio spirito combattivo risorgere. Allora perchè continuavo a sottrarmi alla battaglia?
    Forse le mie abitudini nell'altra vita, le mie convinizioni, erano per me ancora un impedimento?
    In un mondo così crudele, forse la mia stupida mentalità da guardia del corpo era più che mai fuori luogo. E io stesso sentivo che il mio vero io non era più quello di una volta.
    Il mio vero io bramava la battaglia. Il mio vero io aveva sete di sangue.
    Probabilmente l'unica cosa che ancora mi tratteneva era il timore di attirare nemici più forti di me.
    Ma nel momento in cui mi sarei liberato di questa paura, di questo terrore, allora la mia furia combattiva, la mia smania di battaglia, si sarebbe sprigionata, in tutta la sua pienezza, in tutta la sua violenza.
    Sì... Il momento era vicino... Il momento di sfogare la mia rabbia... Il momento di soddisfare la mia sete di sangue.
    Presto... Presto...
     
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    Vagavo. In quella tetra foresta non c’era molto altro da fare. Ci si poteva riposare, certo, ma bisognava stare attenti agli altri Hollow che, come me, consideravano quel luogo insieme una dimora ed un campo di battaglia. Lì non avevo ancora conosciuto un volto amico. Eppure, da quando avevo ripreso coscienza di me, non avevo desiderato altro che dei compagni. Volevo sentirmi apprezzato. Volevo sentirmi vivo.
    Vuoto. Solo un vago senso di solitudine pervadeva il mio animo. In mancanza di un cuore, avevo bisogno di un obbiettivo. Forse per questo iniziai a guardare con ammirazione la cittadella bianca. Avevo sentito alcuni individui chiamarla Las Noches. Degli arrancar, per la precisione: coperti di vesti candide come quelle mura, mi erano sembrati splendidi sin dal primo momento. Li avevo avvicinati, nel desiderio di trovare finalmente qualcuno con cui condividere il mio destino di solitudine. Ma non andò come avevo sperato: mi colpirono ripetutamente e mi lasciarono infranto, quasi morto, a terra, nel mio stesso sangue. Ricordo di averci ripensato, qualche tempo più tardi: mi indignai ed alterai, credo, perché scesi nel mondo dei vivi e feci incetta di anime. Un cibo delizioso, capace di sanare per un po’ ogni dolore.

    Camminai, stanco, depresso, annoiato. Da quando avevo riacquistato il mio antico io, ogni secondo mi sembrava un’eternità, e la cieca brama di sangue, carne ed anime, era stata sostituita da qualcosa di più…nobile: ormai non mi accontentavo più di un pasto qualunque. Desideravo sempre più qualcosa di succulento, qualcosa con una forte carica spirituale. Ero divenuto un cacciatore schizzinoso. Ma se da una parte c’era la mia nuova passione, dall’altra c’era la paura di fallire: perchè nell’Hueco Mundo, se sbagli a valutare il tuo avversario, nessuno ti copre le spalle: sei solo tu, con le tue abilità ed il tuo tormento. La posta in gioco è niente meno che la tua stessa esistenza…
    Il flusso dei miei pensieri venne interrotto da una visione familiare: avevo vagato tanto da giungere in un luogo conosciuto, una specie di radura circolare di breve diametro, in mezzo al bosco.
    Ancora una volta, la mia memoria si dimostrò fallace: non riuscivo a ricordare con precisione, ma lì dovevo aver perso un amico, o qualcosa di simile.
    Non ricordavo se aveva provato ad uccidermi o se si era immolato volontariamente. Di sicuro, ne avevo consumato l’anima.

    Un altro passo, un altro secondo che se ne andava.
    Sentii qualcosa muoversi vicino. Lo percepii con i sensi, non con il reiatsu. Non ero mai stato bravo a capire quando il pericolo si avvicinava. Semplicemente, me lo trovavo tra capo e collo. Ma non importava. Se era qualcuno più debole di me, lo divoravo. Se era più forte, scappavo: ero sopravvissuto così, finora.
    “Un’esistenza misera...”
    Questo pensiero mi colpì profondamente, lasciando in me una rinnovata mestizia. Avevo appena realizzato qualcosa di orribile: ero di nuovo partecipe di un’esistenza inutile. Ero di nuovo un inetto.
    Montò in me una grande furia. Un ricordo della vita passata, forse.
    "Sì, qualcosa del genere…”
    Era per questo che mi ero ripromesso di non fallire, da Hollow, no?
    Avevo bisogno di compagni…avevo bisogno di stima. Di sentirmi importante. Di sentirmi vivo.

    Corsi, a perdifiato, verso la presenza che mi si era da poco manifestata. Dovevo provare a parlarci, stavolta. Niente fuga, niente battaglia. Dovevo solo parlare. Ne avevo bisogno, per non cadere di nuovo nella solitudine di quella misera esistenza.

    E fu così che lo vidi, improvvisamente: un Hollow alto, massiccio. Dava l’idea di essere assai più possente di quanto non fossi io.
    Mi si gelò l’anima: avevo forse commesso un nuovo, ultimo errore?
    Le parole che avrei voluto rivolgergli mi rimasero dentro, come sigillate da una pressione misteriosa…

    Edited by Blaze_JS - 11/11/2008, 18:38
     
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  3. LolInTheDark
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    Il mio vuoto vagare venne improvvisamente interrotto da un suono.
    Qualcosa oltre a me si muoveva nella foresta.
    D'accordo. Mantenere la calma innanzitutto.
    So bene che la mia unica speranza è che non sia qualcosa di più forte di me. Non sono mai stato abile nella fuga, la mia unica speranza è che sia un hollow più debole di me.
    Se anche fosse tale, comunque non devo dimenticare di sottovalutare i miei nemici. Un passo falso potrebbe essermi fatale.

    Il mio sguardo spazzò rapidamente la zona circostante.
    Si posò su di una figura ben definita, non troppo lontana da me.
    Un hollow dall'aspetto insolito, dalle fattezza molto simili a quelle di un Arrancar, ma privo della tipica veste candida. Inoltre la maschera ancora gli copriva il viso.
    La sua pelle bluastra rassomigliava molto ad un vestito umano e dal braccio sinistro sporgeva una sorta di artiglio ossuto.
    Dalla schiena spuntavano un paio di "ali" nere, seppure non sembrassero in grado di sostenere il suo peso, seppure fosse più esile di me.
    Che diavolo sarà quello? Non può essere un Arrancar, la sua maschera è ancora integra. Ma il suo aspetto non mi rassicura affatto... Con quella corporatura snella di certo non avrei possibilità di fuggire. Devo essere pronto nel caso decida di aggredirmi, ma non è il caso di fare la prima mossa.
    Continuando a non spostare lo sguardo da lui, divaricai leggermente le gambe per abbassare il mio baricentro e allargai le braccia.
    Cercai di non mostrarmi eccessivamente minaccioso, piuttosto guardingo.
    Attesi una sua reazione, non proferendo parola.
    Sentivo il mio corpo fendere la leggera brezza che sibilava nella foresta.
    Devo ammettere che se anche avesse intenzioni bellicose non sarebbe totalmente male. In fondo è un po' che non lavo le mie mani col sangue... Forse l'ideale sarebbe se questo essere non fosse del tutto alla mia altezza ma abbastanz aabile da fornirmi una buona sfida... Di certo gradirei di più fare scorrere il sangue di un degno avversario che quello di una pulce qualunque...
    Già il mio spirito guerriero prendeva il sopravvento sulla mia prudenza.
    Nonostante ciò rimasi ancora immobile, respirando lentamente, tendendo i muscoli e preparandomi all'assalto...

    Edited by LolInTheDark - 11/11/2008, 18:42
     
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    Il gigantesco Hollow che avevo di fronte flesse leggermente le gambe, divaricandole, ed allargò un poco anche le braccia.
    Quel gesto era più eloquente di mille parole: era pronto a battersi.
    Istintivamente risposi alla posizione con una altrettanto tesa e lesta all'azione.
    Ma nessuno dei due prese l'iniziativa. Solo il vento si infrangeva sui nostri corpi, come la brezza prima della tempesta.
    Raggelai. Ma non fu un brivido di puro timore. Certo, la creatura che avevo di fronte sembrava estremamente potente, forse più abile di me. Forse stavo per divenire carne da macello e null'altro. Ma, oltre a questo senso di paura primordiale, un altro istinto si era risvegliato: quello bellicoso. Quasi fremevo di gioia e voglia di combattere.
    Come al solito, come ogni Hollow che si rispetti: l'impulso alla battaglia è più forte di ogni cosa, persino della fame, specie in quelli più evoluti. E sia io che il mio avversario dovevamo essere all'ultimo gradino della scala, in quella foresta. Un passo ancora oltre, e saremmo divenuti arrancar...

    Quel pensiero rappresentò come l'illuminazione che aspettavo: un obbiettivo comune. Una persona con cui condividere meriti e successi. Un compagno, forse. E per il momento si stagliava di fornte a me, pronto a battersi.
    Se volevo raggiungere il mio obbiettivo, non mi rimaneva che tentare un approccio. Non ero bravo a dialogare, forse perchè non vi ero abituato:
    "Io...ehm...non intendo battermi con te. Mi...mi chiamo Audelbrain Sigziero, e cerco compagni che puntino in alto. Che divengano arrancar...con me..."
    A dimostrazione di quanto avevo appena detto abbassai le braccia e rilassai i muscoli. Una posizione che mostrava tutta la mia buona volontà. Un errore, forse, che poteva anche costarmi la vita, se non avesse accettato...

    Edited by Blaze_JS - 11/11/2008, 19:44
     
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    La creatura alla mia reazione si pose a sua volta in posizione pronta allo scontro.
    Ma dopo aver fatto ciò, non si mosse.
    Alcuni istanti di raggelante silenzio passarono senza che nessuno dei due compiesse il primo passo.
    Che anche lui non abbia alcuna intenzione di battersi? O sta solo aspettando il momento in cui abbasserò la guardia per scagliarsi all'attacco...
    Questi miei pensieri vennero improvvisamente interrotti dalle sue parole, dette le quali l'hollow abbassò la guardia.
    Ebbi un attimo di esitazione, come se il mio istinto mi spingesse a cogliere la sua guardia abbassata per colpirlo, ma una parola blocco ogni mio muscolo.
    Arrancar...
    Come se quell'essere potesse capirmi, come se percepisse i miei sentimenti, la creatura davanti a me si propose come compagno...
    Questo tizio è pazzo... abbassare la guardia così... ancora un attimo e probabilmente il mio istinto omicida mi avrebbe portato ad ucciderlo con queste mie mani...
    Però ha detto una cosa che non posso trascurare... anche lui vuole essere un Arrancar... anche lui evidentemente è stanco di questa condizione di terrore, continuamente costretto a mettere sul banco la propria vita, ogni giorno...

    Rilassai la muscolatura, senza però cambiare la mia posizione...
    Hai detto Arrancar... Non sei molto prudente, hollow, sai che è stata solo questa parola che ha salvato la tua vita da morte certa...
    Cercavo di ostentare sicurezza, seppure quell'essere non mi convincesse del tutto.
    In un mondo in cui vige la legge del più forte, non dovresti mai sottovalutare il tuo avversario...
    In ogni caso, dalle mie parole avrai già intuito che la tua proposta mi interessa, altrimenti di certo non avrei sprecato le mie parole di consiglio...

    Cercavo di mantenere un tono abbastanza tonante, aiutato dalla mia imponente stazza, per incutere un po' di timore in lui...
    Non posso certo negare che la possibilità di diventare Arrancar non mi interessi... e di certo un aiuto potrebbe risultarmi utile... Non illuderti, non lo faccio per farti un favore, semmai spero che tu possa fare un favore a me... Diciamo pure che ti userò volentieri...
    I miei occhi, unico tratto somatico in grado di far trasparire le emozioni del mio volto, formarono un ghigno.
    Vediamo se questo piccoletto ha le palle...

    Edited by LolInTheDark - 11/11/2008, 19:55
     
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    Passarono alcuni lunghissimi istanti, che sembrarono dilatarsi in secoli per la tensione. Poi, come a risposta della mia muta agitazione, accadde finalmente qualcosa: l'essere enorme che avevo di fronte, pur non cambiando posa, sembrò rilassare la muscolatura.
    Anche se si trattava di un nonnulla, di una reazione di poco conto, bastò per calmare il mio spirito: forse la trattativa non sarebbe andata in porto, ma c'era speranza, adesso.
    Se avessi saputo sorridere l'avrei fatto, ma temevo che l'abitudine a ghignare avrebbe rovinato quell'improbabile discussione.
    Parlò, ed io ebbi timore di aver fatto la scelta sbagliata per due valide ragioni: non solo la sua voce, profonda e tonante, mi metteva a disagio, ma anche quello che diceva sembrava opprimermi come un macigno. Aveva ragione su tutti i campi: un Hollow attacca, prima di pensare...ma forse, queste mie nuove esigenze erano dettate da un evoluzione ormai inarrestabile. E dalla cieca ambizione che ormai mi animava. Probabilmente, anche il gigante che avevo di fronte non faceva eccezione. Le sue stesse parole lo avevano appena confermato.
    La mastodontica creatura riprese il suo discorso, dopo una brevissima pausa di riflessione: ad ogni sillaba, non faceva che rendermi più sicuro della mia opinione iniziale. Anche lui era stufo di vivere là. Anche lui voleva vestirsi di candido. Anche lui voleva strapparsi quella maschera di dosso.
    L'approccio non fu dei più gentili: l'obbiettivo che gli avevo proposto lo allettava, certo, ma non sembrava avere necessità di compagni. Voleva solo una mano, qualcuno da usare.
    Usare...
    Quella parola mi accese l'animo d'ira. Era la stessa parola che avevo giurato di non sentire più...era legata alla mia vita passata, la mia vita da umano, da cibo per Hollow. Ora ero io il predatore, il cacciatore:
    Usare...non è certo quello che voglio. Non m'interessa un nemico in più, uno da cui guardarmi più attentamente. Voglio un compagno, per questa impresa. Voglio diventar Arrancar al fianco di un mio pari!
    La rabbia scemò in fretta: non era certo così che avrei ottenuto quello che volevo. Perciò, pronunciai le seguenti parole con molta pacatezza:
    Un compagno significa protezione reciproca...qualcuno di cui fidarti anche in un posto come questo. Scommetto che ci avrai pensato anche tu, almeno una volta...
    Quello che stavo dicendo era certo quanto di più strano si potesse sentire da un Hollow...o forse era quanto di più giusto si potesse concepire all'Hueco Mundo?
    Aspettai, teso, la risposta del gigante...
     
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  7. zet88
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    scusate se mi intrometto ma pare divertente ^^
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    Vampyr volteggiava placidamente sopra la foresta dei menos, nella quale si annidavano creature spaventose e indicibili, nate dai peggiori incubi degli uomini... esseri come lui, insomma.
    Dalla sua posizione aveva una buona visuale dell'area, non che potesse poi vedere molto, dato che la foresta era quanto di più intricato si potesse immaginare, ma quantomeno aveva uno sguardo di insieme.
    Percepì sotto di lui la presenza di due creature particolarmente potenti, al suo stesso livello si sarebbe detto, due vasto lorde; non era una cosa poi tanto facile vederne due nello stesso posto non intenti a cercare di scannarsi a vicenda.
    Las Noches era un'eccezione, ovviamente, nella reggia vi era il sommo a garantire un certo ordine, anche se non mancavano mai dissidi e lotte sommerse tra i esidenti di quel mitico palazzo.
    L'hollow non riuscì a non provare una certa curiosità e così decise di planare vicino ai due interlocutori, per evitare di dare nell'occhio e celare la sua presenza, si schermò completamente, celando la propria presenza.
    Voglio scoprire il motivo che spinge due vasto lorde a parlottare amabilmente oltre le mura della nostra reggia, soprattutto, vorrei sapere perchè farlo in questo posto così deprimente, temo che entrambi manchino completamente di senso estetico
    Arrivò abbastanza vicino da poter scorgere i due, il più massiccio dei due era particolarmente spaventoso, completamente nero, alto molto più di due metri, sprovvisto di collo e con la maschera bianca inespressiva posta tra le due spalle.
    L'altro era leggermente meno imponente, ma non per questo meno minaccioso, la sua conformazione ricordava una veste blu con un mantello nero lacero, cosa che a Vampyr piacque abbastanza, la maschera ricordava un volto umano con due enormi protuberanze sulla zona superiore del cranio.
    Si mise in ascolto, cercando di captare quanto più possibile dai discorsi che intercorrevano tra i due hollow.
    Sentì ripetere più di una volta la parola Arrancar, la qual cosa lo fece interessare ancora di più alla faccenda, immobile e praticamente impossibile da individuare, scelse di attendere e continuare ad ascoltare.
    Quelli la stanno tramando qualcosa di sicuro, muoio dalla voglia di capire di cosa si tratta, spero solo per loro che sappiano a cosa vanno incontro se sperano di elevarsi al livello di arrancar, dato che in tal caso ci sarebbe assai da divertirsi...
    SPOILER (click to view)
    Tecnica usata:
    Schermatura
    Alcuni Hollow diventano particolarmente abili a schermare la loro presenza anche agli avversari più esperti. Quando un Hollow sceglie di schermarsi in questo modo solamente il più alto livello di ricerca può dare dei frutti. Per padroneggiare questa tecnica è richiesto un altissimo controllo del proprio reiatsu.
    Abilità richieste: Controllo del Reiatsu Lv.5
    Danno: /// Totalmente immuni a qualsiasi tipo di ricerca a meno che l'avversario non abbia l'abilità di ricerca a Lv.5. Dovrà comunque spendere il doppio per riuscire nella ricerca.
    Consumo: ///


     
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  8. LolInTheDark
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    La creatura di fronte a me sembrò scossa dalle mie parole. Potei vederlo inizialmente intimorito, esattamente come era mia intenzione.
    Poi in seguito mi parve rilassato, quasi contento dlele mie parole.
    Ma la sua espressione mutò improvvisamente quando accennai al fatto di usarlo.
    Mi rispose con tono più sicuro, quasi arrabbiato.
    La cosa non mi piacque per nulla, ma per fortuna la sua voce tornò immediatamente calma.
    E ancora una volta le sue parole mi toccarono nel profondo...
    Un compagno significa protezione reciproca...
    Fu questo quello che disse.
    Mai nessuno in quel luogo desolato e triste aveva pronunciato parole che tanto mi toccassero nell'animo o in quello che ne restava.
    Quante volte da vivo ero stato "compagno" e "protezione".
    Si potrebbe dire che l'hollow avesse riassunto in una sola frase la mia intera esistenza.
    Ma questo pensiero portava in se anche tanta tristezza...
    Erano state proprio queste mie convinzioni a ridurmi in queste condizioni.
    Se solo avessi pensato innanzitutto a proteggere me, ora non mi sarei trovato qui a parlare con un'altro essere umanoide in questo luogo assurdo.
    Per questo gli risposi con aria seria.
    Sappi che sicuramente ci ho pensato ben più volte di te... nella mia vita da guardia del corpo... PROBABILMENTE UNA VOLTA DI TROPPO, DATO CHE ORA MI TROVO QUI...
    Tuonai sul finire della frase. Mi fermai per un paio di secondi, poi ripresi.
    Perciò se vuoi aiutarmi, io come è giusto ti aiuterò a mia volta, ma non sperare che se ti trovassi in qualche pericolo io venga a salvarti, ho già perso fin troppo per salvare gli altri...
    Questa è la mia offerta, se ti ritieni abbastanza forte per compiere questa impresa in solitaria, beato te, altrimenti ritengo sarebbe stupido da parte tua rifiutare. Se speri di trovare un vero "compagno" in un luogo come questo sei solo un illuso e uno sciocco...

    Dissi con aria sentenziosa.
    Poi mi protrassi in avanti verso di lui, con fare propositivo.
     
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    Ancora una volta il gigante che avevo di fronte rispose.
    Nel suo tono, profondo e serio, riuscii a cogliere una nota di tristezza: un rimorso, che non aspettò molto a manifestarmi: nella sua vita precedente, quell'hollow che ancora mi teneva segreto il suo nome, quasi a dimostrazione di quanto poco si fidasse del sottoscritto, era stato una guardia del corpo...
    Guardia del corpo...tsk...che cosa stupida. Non è di questo che parlo...non vi è alcun rapporto nel difendere qualcuno per danaro...
    Ad ogni modo, era evidente quanto l'argomento lo toccasse nel profondo. Ci aveva pensato, eccome se ci aveva pensato: molto più di quanto potessi sperare, molte più volte di me...
    Se è così...che aspetti ad accettare la mia proposta?
    Il mio interlocutore si concesse alcuni secondi per ponderare, poi, quasi come se avesse sistemato le idee, iniziò di nuovo a parlare: il concetto era chiaro. Il suo aiuto per il mio, nulla di più.
    Uno scambio equo, un ragionamento cristallino.
    Meno di quanto avevo sperato d'ottenere, più di quanto avrebbe suggerito la nostra natura di Hollow.
    In caso di pericolo, però, sarei rimasto ancora una volta solo.
    Poco male...se la trattativa non andasse in porto, la cosa non sarebbe differente...
    Ci tenne a precisare che non avrebbe cambiato idea, che quella era la sua proposta, e non sarebbe sceso a compromessi.
    Infine, quasi a suggellare il tutto, ribadì quanto poco sensata fosse la mia speranza. Un compagno, lì, nell'Hueco Mundo, dimora per eccellenza di egoismo, mostruisità e solitudine?
    Eppure, anche con questo pensiero ben saldo in mente, non potei che continuare a sperare.
    Forse, un giorno, qualcosa cambierà...anche il muto rispetto potrebbe tramutarsi in sodalizio...grazie allo stesso grado...grazie allo stesso bisogno...
    L'Hollow che avevo di fronte si fece avanti, aspettando il mio verdetto per la sua nuova offerta.
    Da Arrancar, forse le cose cambieranno...quando tutti saremo vestiti di candido, e questa maschera non nasconderà più la nostra reale natura...
    Bene...non mi pare il caso di indugiare...ehm...anche se fossi abbastanza forte da riuscire nell'impresa da solo, è da stolti non assicurarsi un margine di successo più ampio.
    Tossii, poi ripresi:
    Allora, se la parola compagni non ti piace, dirò che da adesso siamo "alleati"...ehm...?
    In effetti, ancora non conoscevo il nome del mio gigantesco compare...


     
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  10. LolInTheDark
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    Le mie parole sortirono l'effetto desiderato.
    La sua prima battuta mi colpì, in quanto conteneva molta saggezza, dote della quale dubitavo potesse essere anche minimamente dotato, data la sua avventatezza nell'approcciarsi a me.
    In seguito mi propose di essere suo "alleato".
    Era già meglio senza dubbio di "compagno", ma non rendeva ancora l'idea, mi dava lo stesso l'idea di essere un vincolo. Non mi sentivo ancora pronto a legarmi a un tale vincolo, perciò risposi con voce più piatta.
    Beh... diciamo che una alleanza comporta ancora un vincolo. Diciamo che è più una collaborazione al fine di conseguire un medesimo scopo. Uno sfruttamento reciproco se vuoi...
    Mi sentivo stupido a dare così tanta importanza a delle semplici parole, ma la parola mi aveva posto una tale pressione addosso che avevo ritenuto necessario mettere le cose in chiaro.
    Sapevo bene che avrei anche potuto dargli il contentino e dirgli che saremmo stati alleati, per poi voltargli le spalle al momento più conveniente. Ma volevo invece testare la sua forza d'animo, volevo vedere se aveva davvero il coraggio o se sperava di potersi appoggiare a me quando meglio credesse.
    In ogni caso non volevo giocamri questa occasione, in fondo anche io sarei stato stupido se avessi rifiutato il suo aiuto.
    In ogni caso, il mio nome è Sachièl. Ma non preoccuparti, non avrai bisogno di usarlo molto, in quanto se ti venisse voglia di chiamarmi in tuo aiuto, non verrei di certo...
    Cercai di pronunciare queste parole con la maggior fermezza possibile.
    Una volta scharito anche questo, decisi che avrei potuto tranquillamente abbassare la guardia.
    Mi sedetti in terra incrociando le gambe di fronte a me, come era mio uso quando ero vivo.
    Feci un cenno al mio interlocutore di sedersi a sua volta, dopodichè iniziai.
    Devi sapere che era da un po' di tempo che stavo pensando a questa cosa degli Arrancar... Perciò non sono completamente digiuno dell'argomento. O meglio, so il massimo che un hollow come noi stando qui possa sapere.
    Due informazioni fondamentali: la prima è che la caratteristica principale di un arrancar, agli occhi di un hollow, è l'aspetto. Essi perdono questo aspetto mostruoso e tornano a somigliare ad umani. La cosa fondamentale che si nota però, è che essi conservano la loro maschera, spezzata. Perciò sono convinto che spezzare la maschera che tanto ci opprime sia un punto cardine della trasformazione. Inoltre, come comprensibile, il processo di "Arrancarizzazione", probabilmente è per loro come una sorta di purificazione; questo fatto è denotato dall'abitudine degli Arrancar di ortare vesti candide.
    La seconda fondamentale informazione è tanto ovvia quanto importante: qualsiasi cosa succeda agli hollow che diventano Arrancar, deve accadere per forza all'interno di Las Noches, in quanto in tutti questi anni di vagare in queste lande, non ho mai visto alcun hollow trasformarsi in Arrancar davanti ai miei occhi. Quindi possiamo quasi dire che Las Noches custodisce anche il segreto del processo di "Arrancarizzazione".
    Ed è qui che entri in ballo tu: il vero problema è che non abbiamo la vaga idea di cosa ci possa aspettare a Las Noches; l'unica cosa che sappiamo è che alcuni Arrancar non si fanno scrupoli a massacrare hollow, perciò dovremo essere molto molto cauti. In ogni caso devo anche ammettere che gli hollow che ho visto rimanere uccisi erano di infimo grado rispetto a me e suppongo anche a te. Perciò è possibile che il fatto di aver raggiunto un grado di evoluzione così alto da poter ragionare con mente quasi totalmente lucida ci conceda una chance in più. E le andando insieme sono convinto che le nostre chance possano raddoppiare.

    Tirai un profondo respiro dopo questo lungo discorso.
    Mi rialzai in piedi continuando a guardare il mio interlocutore in faccia.
    Perciò credo che sia giunto per noi il momento di dirigerci a Las Noches.
    Se ho anche solo una possibilità di abbandonare questa forma bestiale e mostruosa, voglio coglierla al più presto. Non resisto un secondo di più all'interno di questo terribile corpo.

    Un alto profondo respiro precedette la mia ultima frase.
    Bando alle ciance, se davvero ti senti pronto, seguimi alla volta di Las Noches. Un solo consiglio di posso dare: se con il tuo operato rischierai di mettere in pericolo anche me, sappi che farò di tutto affinchè tu non esca vivo da quel luogo.
    Sappi che da ora la tua vita non dipende solo dalla tua salvezza, ma anche dalla mia...

    Dissi sgranando gli occhi in sua direzione.
    Dopodichè voltai le spalle e mi incamminai.
    Non preoccuparti comunque, non ho alcun interesse ad alzare un solo dito sopra di te, semplicemente la vita e la morte mi hanno insegnato ad essere prudente e freddo. Ma sappi che ho interesse quanto te ad uscire entrambi vivi da lì...
    dissi questa volta in tono malinconico, senza voltarmi verso di lui.
    La strada di fronte a me sembrava aprirsi di fronte a me oggi, come se la foresta, gli alberie tutto ciò che mi circondava si ritirasse colpito da un giusto timore nei nostri confronti.
    Per quanto potesse essere solo una illusione, la presenza di quell'essere dietro di me mi rendeva più sicuro...
     
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    Il mastodontico Hollow rispose con franchezza che neppure alleati era il termine adatto. Ancora una volta parlava di sfruttamento, anche se stavolta, aveva precisato, sarebbe stato reciproco...
    Comincio a pensare che con lui, la mia sia una causa persa in partenza...
    Poi, finalmente, dopo tanto aspettare, si decise a presentarsi: si chiamava Sachièl. Un nome semplice da ricordare, ma che, a detta sua, non avrei avuto motivo di pronunciare. Perchè, anche se avessi avuto bisogno di lui, non sarebbe accorso.
    Continuava a parlare con voce ferma e pesante. Era evidente quanto quel particolare punto gli stesse a cuore.
    Stavolta, a differenza di quanto mi fosse successo qualche istante prima, la cosa non mi fece nè caldo nè freddo. Avevo capito con chi avevo a che fare, perciò era meglio accontentarsi ed evitare di tirare troppo la corda.
    Rimasi in silenzio, ad aspettare una sua reazione.
    Questo, per tutta risposta, si sedette a gambe incrociate sul terreno, e mi fece cenno di imitarlo. Non mi andava di sedermi, mi piaceva stare in piedi, ma non volevo nemmeno offenderlo con un atteggiamento poco collaborativo: magari, chissà, avrebbe visto, nel mio guardarlo dall'alto in basso, una punta di altezzosità. Perciò mi sedetti, una gamba a terra e l'altra poggiata su un piede, con il ginocchio che permetteva al braccio destro di penzolare rilassato. L'altra mano era anch'essa poggiata al suolo, fungendo da perno per bilanciare il peso del corpo. Una posizione decisamente caotica, tutto l'opposto della rigidità del mio enorme interlocutore.
    Appena mi fui accomodato, Sachièl riprese il suo discorso. Parlò molto, a lungo, ed io lo lasciai fare.
    Non mi piaceva parlare, avevo sempre prefirito ascolare gli altri e le loro lusinghe. Un vezzo che, forse, mi portavo dietro sin dalla mia precedente esistenza.
    Il gigante mi spiegò le sue idee sul divenire Arrancar: doveva averci pensato davvero tanto quanto diceva, perchè le sue riflessioni mi parvero giuste. Anche se, in fin dei conti, abbastanza scontate.
    Gli Arrancar hanno sembianze umane e sono privi di maschera. Su questo non vi erano dubbi. Ma era il secondo punto ciò che più interessava entrambi. Qual processo, quel qualcosa che ci permetteva di divenire dei nuovi "noi stessi", il mistero di quella perfetta evoluzione...tutto quanto doveva svolgersi nella cittadella bianca. Là, a Las Noches, dove nessun mostro poteva mettere piede senza consenso.
    Il suo piano era semplice: se andando da soli saremmo stati massacrati di certo, in due avremmo avuto molte più chance. Lo stesso ragionamento, la stessa conclusione a cui anche io ero arrivato.
    Annuii, come a far intendere che lo seguivo.
    Sachièl trasse un prondo sospiro e si alzò: la sua figura alta e possente, troneggiava ancora di più sulla mia minuta corporatura, spaparanzata al suolo. Eppure, non sentii il senso di timore e reverenza che avevo avvertito al principio del nostro incontro.
    Mi alzai a mia volta, e ascoltai le sue ultime parole: mi disse di seguirlo, se intendevo affiancarlo nella sua impresa, perchè aveva fretta di liberarsi di quell'aspetto mostruoso.
    Come dargli torto...
    Puntualizzò che se lo avessi messo in una situazione sfavorevole, avrebbe fatto in modo di farmela pagare.
    Sgranò gli occhi in mia direzione e aggiunse che le nostre vite, ora, erano sullo stesso filo, e la mia salvezza dipendeva anche dalla sua.
    Un discorso che vale anche al contrario...ed è molto più vicino all'idea di "compagno" di quanto tu non abbia inteso, mi pare...
    Si volse e iniziò ad incamminarsi, rassicurandomi che non aveva intenzione, comunque, di nuocermi.
    Un pensiero rassicurante, per quanto poco ci si potesse fidare l'uno dell'altro.
    In fin dei conti, la schiettezza con cui finora mi aveva parlato, mi induceva a sperare che anche quelle ultime parole fossero veritiere.
    Un tono malinconico, sul finire della frase, colpì la mia attenzione.
    "Uscire vivi da lì..."
    Era di Las Noches che stavamo parlando...quello era davvero il punto di svolta della nostra esistenza.
    Iniziammo a farci strada.
    Non dissi nulla. Non ce n'era bisogno.
    Ora solo una cosa aveva importanza: il nostro obbiettivo era là, nascosto dalla fitta vegetazione, ma immobile e splendido.
    Ci aveva lanciato una muta sfida e noi, finalmente pronti, avevamo deciso di coglierla.
     
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  12. zet88
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    Stolti oltre ogni comprensione...
    Vampyr aveva ascoltato ogni singola parola che i due vasto lorde si erano scambiati dal suo arrivo, continuando a tenere la propria posizione celata a entrambi, cercando con tutte le sue forze di trattenersi dallo sghignazzare di gusto.
    E così quei due tipi vorrebbero diventare Arrancar, senza conoscere assolutamente nulla, senza sapere che l'unico essere in grado di prendere tali decisioni era il sommo Aizen, padrone indiscusso di Las Noches
    Li vide allontanarsi, insieme, in direzione del candido palazzo, in cerca, probabilmente, di un modo per elevare la propria condizione, come se fossero gli unici, ad agognare una tale posizione all'interno dell'Hueco Mundo.
    Avrebbe potuto parlare, spiegare loro a cosa andavano incontro, avvisarli del fatto che il re non concedeva i suoi favori al primo che passa, no, loro avrebbero dovuto sudare sangue per lui, dimostrare il proprio valore e la propria lealtà.
    Come stava facendo lui stesso, dopotutto.
    In ogni caso, il mero fatto che avessero raggiunto il livello evolutivo di un vasto lorde, li rendeva, agli occhi dello shinigami corrotto, dei soggetti interessanti, che sarebbero sicuramente tornati utili nella guerra che si sarebbe scatenata.
    La guerra.
    Ogni tanto ci pensava, in fondo, il suo compito era tanto importante quanto ingrato, addestrare le future truppe scelte di sua eccellenza, da una parte il fatto che fosse stato scelto lui e non qualcun'altro, significava che Aizen lo teneva da conto per le sue abilità, ma d'altra parte voleva dire che lui era più utile in questo modo che non in prima linea contro le forze della soul society.
    C'era troppa differenza di potenza tra lui e uno qualsiasi degli arrancar che popolavano attualmente la corte di Las Noches, per non parlare dei dieci Espada, la migliore elite di guerrieri che un generale potesse desiderare.
    Da quando l'Hougyoku aveva fatto la sua comparsa in quel mondo maledetto, combattenti dalla potenza formidabile sembravano saltare fuori dal nulla; come funzionasse quell'oggetto misterioso, non gli era possibile saperlo, era solo a conoscenza della sua esistenza e del fatto che giocasse un ruolo fondamentale nella trasformazione in Arrancar.
    Stava divagando, mentre i due vasto lorde che rispondevano al nome di Auldebarain e di Sachièl si erano ormai allontanati.
    Sarà meglio che io faccia ritorno dal mio padrone, per informarlo riguardo la preparazione delle sue truppe, coglierò l'occasione per tenere d'occhio quei due, ho l'impressione che ne sentirò parlare nuovamente.
     
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