Classe M [I]

controllo del caropo lv1

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  1. emaema89
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    Era passato del tempo da quando mi era stata affidata una nuova recluta, ed oggi mi trovavo al parco in attesa che il ragazzo di nome Daisuke arrivasse all’incontro a cui avevo accennato nella mia lettera.
    CITAZIONE
    parco del centro cittadino, ore 14:30

    Era una giornata soleggiata, e il caldo sembrava dominare incontrastato la zona, il calore era tuttavia sopportabile rendendo la giornata piacevole.
    Trovai un albero che diffondeva una piacevole ombra così nell’attesa mi sedetti tra le sue radici ascoltando un po’ di musica.

    SPOILER (click to view)
    questo post è corto poichè devo soltanto introdurti, non appena risponderai ne scriverò di adeguati.
    questa è la legenda che uso:
    narrato
    <<parlato>>
    "Pensato"
    Regole:
    -Lunghezza minima di un post: 10 righe. Devi superare questa soglia o potrò benissimo non accettare il tuo post. Inoltre con accettare non intendo dire che avrai sicuramente superato la prova, per questo più scrivi, più possibilità hai.
    -Correttezza grammaticale, quindi o usi la prima persona, o la terza senza cambiare di continuo, inoltre attento ai tempi verbali. (un buon post è delineato anche da questo)
    -Niente abbreviazioni (xk, cm ecc...)
    -Niente autoconclusività (nei vari allenamenti tu dovrai dire come CERCHi di eseguire ciò che ti sarà richiesto, sarò io a valutare se riuscirai o meno, sempre basandomi sulla qualità dei tuoi post.
    -Per facilitare la lettura del post ti consiglio di mettere una Legenda nella quale indichi con caratteri/colori/segni le varie parti del discorso (Narrato, parlato pensato..)
     
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  2. «•_Angel.Dark_~
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    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato
    Letto/Scritto
    Narrato

    Era passato poco tempo da quando avevo fatto la richiesta per un sensei...
    E finalmente, mi era stato assegnato un maestro...
    Quella mattina era da diverso tempo che ero sveglio, in preda ad eccitazione, ma anche un po' alla tristezza...
    Quella mattina la riempì con varie attività: soprattutto tiro con l'arco e studio.
    Poi mi riposai seduto sul divano di casa mia, leggendo un romanzo fantasy: Eragon.
    Quando ero dodicenne non so quante volte l'avrò letto: era il mio libro preferito e spesso fantasticavo sull'esistenza dei draghi, degli elfi, e dei nani.
    Ma ora mi sembrava tutto molto strano quello che facevo.
    Però quello rimane e rimarrà sempre il mio libro preferito.
    Verso mezzogiorno pranzai: una pizza ai wurstel e poi due mele.
    Poi tornai in camera mia e presi la lettera del sensei e la rilessi:
    ...Parco del centro cittadino, alle 14.30...
    Era appena l'una e non avevo molta volgia di aspettare ma rimasi comunque a casa, aspettando il giungere della fatidica ora.
    Alle 14.00 finalmente mi incamminai, ma prima di uscire, presi la foto dei miei genitori e la misi nella tasca posteriore dei pantaloni...
    Mi diressi abbastanza velocemente verso il parco, forse fu l'eccitazione, o forse l'orgoglio a trascinarmi lungo tutto il percorso, ma alla fine arrivai e mancavano circa 5-6 minuti.
    A causa dell'eccitazione però non mi ero neanche accorto che il sole era alto nel cielo ed emana un calore che randeva quella giornata molto piacevole.
    Solo in quel momemto però mi resi conto che non sapevo come fosse il sensei;non sapevo la sua descrizione, nè tanto meno se fosse uomo o donna.
    Avevo iniziato proprio bene...
    Speravo almeno che fosse lui, o lei, a riconoscermi...
    Rassegnato e speranzoso mi sedetti su una panchina, con il sole che mi scaldava la pelle...

     
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  3. emaema89
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    K’ora dell’appuntamento era quasi arrivata, ma nessun ragazzo ancora aveva preso contatti con me.
    Il tempo scorreva placido e lento in una giornata che agli occhi di qualcuno poteva sembrare monotona ed infinita; quando mancarono poco più di cinque minuti vidi un ragazzo avvicinarsi al parco con un passo che definire spedito era un mero eufemismo.
    "finalmente mostriamo il nostro volto...Daisuke "
    Volli vedere se il ragazzo mi avrebbe riconosciuto, ma così non fu, nonostante la mia energia fosse notevolmente superiore rispetto alle persone li intorno il ragazzo non si accorse di niente. Non potevo biasimarlo, in fondo non aveva neanche cominciato ad allenarsi.
    Lentamente mi alzai avvicinandomi alla panchina su cui il ragazzo aveva deciso di attendere; mi sedetti al suo fianco e con tono calmo incominciai a parlare: <<tu devi essere Daisuke... piacere io sono Ayate il tuo sensei.>>
    Aspettai che il ragazzo si presentasse e poi feci la domanda di rito, quella domanda che segnava l’inizio dell’allenamento di ogni recluta.
    <<prima di cominciare ad allenarti desidero sapere una cosa da te Daisuke... per quale motivo desideri essere un Quincy?>>
     
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  4. «•_Angel.Dark_~
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    Stavo ancora aspettando, ma poi arrivò l'incontro.
    Un ragazzo, poco più grande di lui, forse due-tre anni, si sedette sulla panchina e si annunciò come il sensei che stavo aspettando.
    Quell'incontro fu inatteso, ma anche aspettato; ma la cosa che mi colpì di più era proprio il fatto che fosse poco più grande di me.
    Che figura che ho fatto...Neanche un sensei riesco a riconoscere!
    Internamente mi stavo, diciamo, logorando, ma subito mi ripresi e mi presentai:
    Sì, io sono Daisuke, Daisuke Saito e ho 16 anni.
    Mi scuso se non l'ho riconosciuta...
    Poi ascoltò attentamente la domanda...
    Perchè volevo diventare Quincy? Quella era una bella domanda...
    Non avevo mai pensato bene sul motivo della mia scelta, ma poi le parole mi fluirono fuori come un fiume in piena:
    Un anno fa, ho iniziato a vedere i fantasmi e, circa otto mesi fa, mia madre è stata attaccata da un Hollow, credo che si chiamino così, ed è stata uccisa. Stavo per essere attaccato anch'io, ma poi mio padre mi salvò...Anche lui era un Quincy.
    Ma subito dopo un altro Hollow comparve e lo ferì mortalmente.
    Alla fine dello scontro mi chiese di diventare Quincy...
    All'inizio non sapevo cosa fare, ma poi mi decisi ad intraprendere questa via...
    Il motivo non è per vendetta personale, ma solamente perchè voglio proteggere le persone a me care...
    Questo è il motivo della mia scelta.

    Poi prese un respiro profondo e aspettò una ripresa del sensei...

     
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  5. emaema89
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    Ascoltai attentamente tutto ciò che il ragazzo aveva da dire, non lo interruppi mai lasciando che fosse lui a fermarsi una volta che il racconto fu terminato.
    <<ti confesso che se mi avessi detto che la tua scelta era dettata dal desiderio di tuo padre di fare di te un quincy il nostro incontro sarebbe terminato e tu saresti stato respinto. Combattere perchè ci viene detto da qualcuno... combattere un nemico che non si è sicuri di voler combattere... lottare per motivi in cui non crediamo.... queste motivazioni questi dubbi e perplessità non fanno altro che portarci ad una morte forse prematura.
    Mi spiace per i tuoi genitori ma aver perso qualcuno è la prerogativa di quasi tutti i quincy, quindi non considerarti diverso o speciale, qui siamo tutti nelle stesse condizioni, io per primo.>>


    Mi alzai quasi di scatto voltando la schiena al ragazzo e dirigendomi verso una parte nascosta dal parco, una zona con molti alberi dove non andava mai nessuno. Mi voltai guardandolo in viso, uno sguardo severo era dipinto sul mio volto.
    "Vediamo se sei veramente convinto di ciò che vuoi fare"

    <<il tuo allenamento comincia ora, dovrai combattere contro di me, a mani nude, se riuscirai a prendermi sarai promosso altrimenti sarò io ad attaccarti....
    forza comincia>>

     
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  6. «•_Angel.Dark_~
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    Ascoltai attentamente le sue parole, che mi sembravano molto sagge per un ragazzo di 18-19 anni.
    Ma comunque, non mi ero mai considerato speciale o diverso per aver perso i miei genitori, solo...sforunato.
    Come molti altri del resto...
    Terminato di parlare e lo vidi alzarsi molto velocemente, dirigendosi dentro ad uno spazio del bosco, poco frequentato.
    Qui si girò verso di me e mi guardava: il suo sguardo aveva un non so chè di severo.
    Ci trovavamo lì per combattere, a mani nude.
    Il mio obbiettivo era quello di prenderlo.
    In caso di fallimento, però, mi avrebbe attaccato lui.
    Non avevo mai lottato seriamente, anzi, diciamo che non ho quasi mai lottato.

    *Non so...Cosa potrei fare per colpirlo?Non credo di avere molta esperienza...
    No! Non devo vacillare...Altrimenti non riuscirò nell'impresa*


    Mi misi allora in posizione di attacco: gambe piegate, molleggianti e braccia in avanti, con le mani chiuse a pugno.
    Poi iniziai a correre verso di lui.
    Non spaevo bene cosa stavo facendo, ma a circa 1 metro e mezzo da lui, saltai in obliquo verso di lui e cercai di colpirlo con una ginocchiata all'altezza del petto, sperando di colpirlo...

     
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  7. emaema89
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    Quando dissi al ragazzo ciò che avrebbe dovuto fare vidi sul suo volto una reazione che potrei definire di incertezza e forse esitazione.
    Mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, in fondo sentirsi dire alla prima lezione una cosa del genere non era certo rilassante o scontata, e per di più sfidare un maestro quando ancora non si sa fare niente non doveva essere affatto rincuorante.
    "Già ti arrendi? ti ho forse chiesto troppo?"
    Aspettai immobile la sua reazione, ma rimasi perplesso quando lo vidi correre verso di me.
    "che diavolo stai facendo?"
    Non riuscivo a capire il senso di un’azione tanto imprudente ed avventata. Lanciarsi tra le braccia di un nemico senza sapere cos’era in grado di fare… un errore da dilettanti.
    Sorridetti mentre spostandomi di lato schivai il colpo del ragazzo che per poco non inciampò.
    <<non buttarti a capofitto contro un nemico, studialo.
    il combattimento in generale è come gli scacchi, devi riuscire a creare delle condizioni, condizioni che ti permettono di attaccare, condizioni che ti mettono in posizione di creare un qualsivoglia danno all'avversario.
    non tentare cose difficilissime, al momento cerca solo di colpirmi.
    ora riprova, sono quì che ti aspetto>>

    Lo fissavo, nell’attacco di prima il ragazzo avendo mancato il bersaglio era quasi inciampato ed ora io lo aspettavo a pochi centimetri da dove mi trovavo prima.
    "Forza non mollare, attaccami!"
     
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  8. «•_Angel.Dark_~
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    Era accaduto tutto così velocemente...
    Il sensei schivò il colpo -come mi ero immaginato- spostandosi di lato, con un sorriso stamapto in volto.
    Atterrato, stavo per inciampare ma poi riacquistai l'equilibrio.
    Stavo già per rigirarmi ed attaccare, ma poi mi fermai ad ascoltare, rimanendo comunque in posizione di attacco.
    Studiare...Studiare l'avversario...
    Ecco una cosa che non avevo quasi mai fatto: in effetti, nei rari scontri che ho avuto, mi sono sempre buttato nella miaschia, senza analizzare la situazione.
    Ma neanche in quel momento avevo troppo tempo per pensare; il sensei Ayate era lì a pochi centimetri da me e dovevo reagire in fretta...
    Finalmente, mi decisi e spiccai un balzo in alto.
    Piegai indietro il braccio sinistro, il gomito rivolto verso l'alto e il pugno verso la spalla destra del sensei.
    Non mi importava molto di quel colpo, ma di quello successivo.
    Infatti, anche se il pugno non fosse andato a segno, dopo essere arrivato a terra, mi accovacciai e richiamando la forza che avevo in corpo cercai di sferrare un calcio alle caviglie del sensei, sperando nella buona sorte...
    La conbinazione, secondo me, era buona ma bisognava vedere cosa avrebbe detto il sensei...

     
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  9. emaema89
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    Aspettavo con tranquillità la prossima mossa del mio allievo, ero sicuro che questa volta avrebbe cercato di studiarmi un po’ prima di passare ad un attacco complicato e dal dubbio risultato come quello che mi aveva appena rivolto contro.
    Dovetti ricredermi quasi subito, era passato infatti pochissimo tempo da quando avevo smesso di parlare che il ragazzo già correva verso di me.
    "sei troppo avventato, non pensi e non ti importa di come si muove e come combatte un tuo avversario, e per di più la tua guardia è piena di aperture"
    Ero indeciso sul da farsi, non sapevo se colpire il ragazzo per cercare di creare ai suoi occhi un pericolo che lo costringesse a pensare ad un modo per colpirmi o se schivare nuovamente il suo attacco.
    Optai per la seconda opzione, in fondo avevo detto che lo avrei avvisato prima di colpirlo.
    Vidi Daisuke saltare di nuovo, la cosa mi sorprese e mi chiesi cosa lo spingeva sempre a saltare anche dopo aver appena fallito un attacco che si basava su movimenti simili, il suo volto però non fissava me ma un punto non chiarissimo vicino ai miei piedi.
    "Finalmente cominci a pensare? però se continui con attacchi del genere non mi colpirai, devi superarmi e l'unico modo che hai di farlo è usare il cervello agire in modo da non lasciarmi via di fuga."
    Se fossi stato vicino ad un muro o in un posto dove i miei movimenti erano limitati il ragazzo avrebbe avuto più di qualche possibilità che il suo colpo andasse a segno, ma in un luogo come quello che mi lasciava ampi margini di movimento quel colpo non mi avrebbe mai sfiorato.
    Mi basto usare un po’ più di forza, saltai all’indietro di un paio di metri uscendo da l suo raggio d’azione.
    <<già meglio, sei riuscito a collegare più di un'azione,ricorda però che come ti ho già detto devi creare le condizioni per un attacco ed in questo caso non le avevi, non tutte almeno.
    cerca di bloccarmi, di chiudermi le vie di fuga, insomma inventa!
    hai un ultimo tentativo poi ti attaccherò io...>>

    cominciavo ad interessarmi a quel ragazzo ed ero ansioso di capire quanto in fretta egli migliorasse.
     
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  10. «•_Angel.Dark_~
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    Vidi il sensei saltare e spostarsi di qualche metro uscendo dal raggio di azione di quell'attacco appena sferrato.
    Fallito il calcio, mi misi velocemente in piedi e con piccoli balzi mi allonatanai di due metri dal luogo dove avevo sferrato l'attacco.

    Maledizione...Neanche ora sono riuscito a colpirlo...

    Convenni che, se volevo colpirlo veramente, dovevo concentrarmi e riflettere solo su una cosa: matterlo con le spalle al muro e poi attaccarlo.
    In quel momento e in quel luogo però, mi sembrò un impresa a dir poco impossibile, possedeva tutto lo spazio per schivare i colpi, l'unica cosa possibile era metterlo al massimo contro un albero e poi colpirmo, ma anche questa impresa mi parve molto ardua.
    Iniziai a riflettere, scartando ogni minima idea che nasceva, rinquorata dalla speranza.
    Inventare...Creare una situazione in cui gli possa cancellare ogni via di fuga...Più facile a dirsi che a farsi! Ma non mi persi d'animo...
    Determinazione era presente nei miei occhi.
    Poi il mio corpo iniziò a muoversi, quasi da solo, guidato dalle emozioni di quel momento e forse anche dall'istinto.
    Inizia quindi a correre lentamente, ma con velocità crescente, a circa 60 centimetri dal sensei, mi abbassai, e sferrai un calcio cercando di colpirgli nuovamente le caviglie.
    Poi appoggiai le mani dietro la schiena e mi alzai in verticale.
    Mentre mi alzavo, provai comunque con una tallanata a colpire il sensei, ma in seguito mi riabbassai e, sostenuto dalle braccia, cercai di troncare le ginocchia del sensei chiudendo velocemente le gambe.
    Non guardai molto i movimenti di Ayate, ma più che altro, osservai i miei movimenti, cercando di rammentarli, qualora mi fossero serviti in un altro combattimento...

     
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  11. emaema89
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    La pausa che divideva l’attacco fallito e quello successivo durò più della precedente portandomi a pensare che nella mente del ragazzo di fronte a me si stesse formando una sorta di piano, un processo mentale che lo avrebbe portato a colpirmi almeno una volta.
    Quando si mosse notai nei suoi occhi un velo di determinazione che traspariva anche dai suoi movimenti.
    La sequenza del suo attacco fu più rapida mostrandomi una maggior convinzione nell’attacco , come se avesse uno scopo; sottovalutai il mio allievo e così dopo aver saltato il calcio che si dirigeva verso le mie caviglie vidi il ragazzo cercare di colpirmi con un calcio dal basso verso l’alto; fui costretto a pararmi con le mani per non subir danni.
    "bene, ci sei riuscito"
    Scomparii dalla sua vista, il passo veloce mi portò a due metri di distanza lasciandolo solo a continuare un attacco senza un bersaglio.
    <<bene sei riuscito a colpirmi, complimenti.
    Adesso però sarò io ad attaccarti, desidero vedere come reagisci quando non sei tu ad attaccare...preparati.>>


    Detto questo lasciai al ragazzo qualche istante per prepararsi e poi lo attaccai, non usai mosse particolarmente complicate al contrario optai per un semplice quanto efficace diretto destro.
    Ero a poco più di mezzo metro quando sferrai il pugno, quell’attacco però non si fermava al semplice movimento del braccio, l’azione cominciò dalle anche che insieme al busto ruotarono come a voler spingere il braccio verso il suo bersaglio; la sua spalla sinistra.
     
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  12. «•_Angel.Dark_~
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    Anche questo attacco passò velocemente, ma questa volta, ricevetti un po' di speranza.
    Infatti, Ayate aveva evitato con un salto il calcio alle caviglie, ma non aveva considerato la mia tallonata.
    Aveva comunque parato il colpo, ma l'importante era averlo colpito.
    Alla fine dell'attacco con le due gambe, notai che il sensei era scomparso da davanti a me e quindi, con rammarico, avevo finito l'attacco.

    Questa volta però sono riuscito a colpirlo!

    Il suo pensiero lasciava trapelare gioia, seppur in minima quantità.
    Da accovacciato tornai in verticale e, dopo un giro di 180° mi rimisi in piedi, la gamba destra piegata e posizionata in dietro rispetto a quella sinistra, con le braccia davanti al corpo e le mani chiuse a pugno, pronto ad attaccare di nuovo.
    Poi però mi ricordai cdhe quello era stato il mio ultimo tentativo di attacco e quindi ora sarei stato attaccato.
    Cambiai quindi posizione, portando la gamba destra davanti e allungandola, la gamba sinistra indietro e piagata, per sorreggere il peso del corpo.
    Poi cambiai anche la posizione delle braccia, che da parallele divennero incidenti davanti allo stomaco, con i palmi aperti.
    Poi lo vidi partire.
    A circa mezzo metro lo vidi muovere il bacino e le anche, lanciando un diretto destro verso la mia spalla sinistra.
    Istintivamente, portai entrambe le braccia a incrociarsi perpendicolari davanti alla mia spalla.
    Il braccio destro era dietro a quello sinistro con la mano appoggiata alla spalla, mentre la mano sinistra era aperta, pronta a incassare il colpo del sensei.
    La distanza si accorciava sempre più e il pugno stava per incontrare la mia mano sinistra...


     
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  13. emaema89
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    Quando cominciai l’attacco vidi Daisuke cambiare posizione mettendosi in guardia.
    "non si perde d'animo, bene questo va a suo favore "
    Era sufficientemente bravo nell’attacco,prendeva l’iniziativa e riusciva a variare lo stile e le mosse che usava per attaccare, però in difesa peccava!
    Quando il mio pugno si avvicinò Daisuke spostò le braccia per pararlo, lasciando così tutto il resto del corpo senza protezione. Lasciai l’azione che stavo compiendo modificando così l’attacco.
    Avvicinai il piede destro di mezzo passo ruotandolo allo stesso tempo per poi alzare la gamba sinistra ed infliggendo un calcio al fianco libero del ragazzo, facendolo rovinare a terra.
    Ritornai in posizione e mi avvicinai a lui, gli porsi una mano per aiutarlo ad alzarsi.
    <<con l'attacco direi che ci siamo... in difesa pecchi però, ti sei concentrato sul pugno lasciando tutto il resto del corpo scoperto...
    vorrà dire che la prossima volta ci occuperemo di questo aspetto. Per oggi abbiamo finito, ritieniti promosso, ci vediamo la prossima volta.>>

    mi voltai e tranquillamente mi diressi verso la città.

    SPOILER (click to view)
    guadagni controllo del corpo livello 1 e 3 punti exp.
    fai il post conclusivo e metti il link nella scheda
     
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  14. «•_Angel.Dark_~
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    Il pugno si avvicinava ma ad un tratto notai di aver fatto un errore...Ma oramai era troppo tardi.
    Il sensei modificò il proprio attaccò e in questo modo venni colpito da un calcio al fianco che mi buttò a terra.
    Poi vidi il sensei avvicinarsi e mi aiutò ad alzarmi.
    Ascoltai attentamente le sue parole, che arrivarono un po' come uno schiaffo, ma avevo fatto un errore e dovevo pagarne le conseguenze.
    Poi dissi al sensei:

    Grazie dell'allenamento.

    E, dopo averlo visto allontanare, mi diressi verso casa.
    Il sole oramai stava già calando e la temperatura si era un po' abbassata, ma la giornata era ancora piuttosto piacevole.
    Avevo solo un po' di dolore al fianco ma niente oramai poteva rovinare la giornata.
    Tornato finalmente a casa, mi stesi sul letto e pensai di aver già compiuto il primo passo verso il diventare un Quincy.
    Stanco ma non assonnato, mi misi a guardare la televisione ripensando a tutti gli avvenimenti di quel giorno.
    Avevo consciuto il sensei e avevo già combattuto il mio primo scontro.
    Mi ritenevo soddisfatto e ampiamente sollecitato dall'emozione e dalla determinazione ad impegnarmi ancora di più nel successivo allenamento...

     
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13 replies since 3/2/2009, 12:14   83 views
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