Classe J [I]

Gli stolti uomini non poterono udire le parole della mia nuova compagna, ma ne avvertirono benissimo lo sbattere della zampa, che li fece voltare intorno, preoccupati, al leggero tremare del terreno, che evidentemente avevano scambiato per un terremoto. “Fossi in te, Lucy, mi sbrigherei… Potremmo ben presto avere visite” mormorai senza mutare il mio lieto sorriso, delicatamente poggiatomi con la schiena vicino alla porta della stanza in cui la ragazza era entrata.

Come al solito, gli umani si rivelarono tanto deboli e pavidi che la scena mi risultò, agli occhi, quasi banale. Una volta consumati, quella che alcuni avrebbero potuto considerare la mia allieva volle rivolgermi una domanda, alla quale, tuttavia, prima di rispondere, preferii avvicinarmi al muro di quel posto, che dava sul cortile, puntandoci contro un dito, dal quale dipartì una piccola sfera luminosa destinata a diventare un ampio raggio che avrebbe creato un’enorme voragine in quell’edificio: “Cero. Per avere la tua risposta, cara Lucy, ti consiglierei di venire al mio fianco, potrai vederli, così come li sto vedendo io. Ah, per favore, chiamami semplicemente Zacarias. Non hai alcun motivo di donarmi più rispetto di quanto ne porteresti a qualunque altro hollow”. In lontananza, ma perfettamente visibili nonostante il cielo nebuloso, si stagliavano due shinigami, i quali, evidentemente attirati dal mio reiatsu, apparivano incerti sul da farsi, soprattutto in seguito al mio cero, che aveva ormai deciso il crollo dell’edificio. Non potevano salvare i plus all’interno senza prima batterci, ma a giudicare dalle apparenze non sembravano più che un insegnante con il suo allievo, recentemente promosso. Che curiosa specularità. “Ehi, shinigami!” urlai rivolgendomi a quello che, a giudicare dalla quantità di reiatsu, era chiaramente il più esperto dei due “Che ne dici di allontanarci, in modo da non coinvolgere i due nostri pupilli? Penso sia ora che anche loro possano dare sfoggio di sé, dopo tanta frustrazione”. L’uomo era chiaramente sconvolto dal mio comportamento, eppure, conscio che la mia proposta era la migliore che potessero offrirgli, così da allontanarmi da quel luogo e, contemporaneamente, limitare il numero dei feriti, mi annuì, al che, con un veloce sonido, scomparvi, insieme a lui, nei contorni di quel paesaggio, ma non prima di aver sussurrato qualche parola all’orecchio di Lucy: “So che sei confusa, e ti chiedo perdono. Ti spiegherò tutto quando avrò risolto questa faccenda. Non dovrei metterci più di un minuto, ma nel frattempo ti consiglierei di prepararti a combattere contro quel ragazzo la cui spada trema quasi quanto lui. Se non farai tu la prima mossa, sono certo che prima o poi troverà il fegato di farla lui. Avrai tutto a suo tempo, te lo prometto”. I due neofiti rimasero, dunque, soli, a malapena cento metri di distanza l'uno dall'altro, mentre la discesa del ragazzo lo aveva ormai portato ad appoggiare i piedi sull'interno e spoglio cortile di quel posto ormai in rovina.

Prima ancora che la NeoHollow potesse avvicinarsi a lui, lo studente distolse la mano sinistra dall'impugnatura della spada, precedentemente stretta con una decina di dita, per rivolgere il palmo scoperto verso quella che un tempo era stata una ragazza. "Hadou 1: Shou!" esclamò con voce sicura, rilasciando improvvisamente un'onda d'urto che sarebbe probabilmente riuscita a far volare via quel mostro per una manciata di metri.

“Sciocco spirito maligno...” sussurrò il ragazzo non appena questi gli si parò innanzi, col chiaro tentativo di balzargli addosso per poi infierire come meglio gli aggradava. La ragazza da poco trasformata era appena saltata quando, dalla medesima mano del precedente attacco, lo shinigami volle far dipartire un ulteriore incantesimo, accompagnato dalle parole: “ Bakudou 1: Sai!“. La zampa anteriore sinistra dell’hollow si piegò su se stessa in maniera innaturale, come se improvvisamente l’omero ed il radio avessero voluto riunirsi in una quanto mai inopportuna rimpatriata. Approfittando dunque di quel lato momentaneamente scoperto, che coincideva con quello ove lo shinigami reggeva la spada, questi fece un rapido passo laterale, per spostarsi dalla traiettoria di quel balzo, e poi tentò un profondo affondo verso i muscoli intercostali medi. Se questa sua strategia fosse andata a buon fine, la spada avrebbe potuto perforare perfino i polmoni del mostro, causandogli atroci dolori che, ben presto, lo avrebbero portato alla morte.

L'affondo dello shinigami andò a buon fine, nonostante l'eccessiva velocità del suo avversario e la sua scarsa padronanza dello zanjutsu non gli permise di estrarre la spada, che rimase conficcata nel corpo di quella creatura fino a quando questa non toccò malamente il suolo, rotolando per qualche metro e lasciando quell'importante lama a terra, senza alcuna possibilità per il ragazzo di recuperarla. Poco male, le sue doti risiedevano in altre capacità.

“Non credere che non ti stessi già osservando,” dissi con un sorriso divertito accompagnato da un pacato gesto con la mano, che andò a poggiarsi proprio sulla spalla di quello studente shinigami dopo essergli comparso alle spalle “ma noi siamo hollow, e dobbiamo saper cavarcela da soli. Un violinista incapace di suonare potrebbe rovinare un intero concerto, ti pare?”. Dal palmo della mia mano, ancora appoggiata sullo shinigami, dipartì improvvisamente il medesimo fascio di luce che avevo utilizzato per creare un varco nell’edificio, ma vista la sua inclinazione attuale anche l’intero corpo di colei che era stata una semplice anima rancorosa ne fu avvolto, dissolvendosi alla pari di quell’inutile studente shinigami troppo impaurito per affrontare il mio semplice tocco e la voce calma, che certo aveva annunciato la morte del suo mentore. “Cero.” mi limitai a sillabare, voltandomi poi da quel desolato cimitero per tornare, grazie ad un garganta improvvisamente apparso, alla mia bianca dimora di Las Noches.