Falkner Chase allenamento hoho lv.4

“Ah, Falkner-san, per fortuna sei arrivato…” disse la stanca voce del capitano, sommerso da una valanga di scartoffie che, incontrastate, regnavano sopra la sua scrivania “Mi è appena arrivata notizia di alcuni disordini nel Rukongai, causati da due shinigami, uno della quinta brigata ed uno dell’undicesima, che sembrano attaccare briga con gli abitanti dell’ottantesimo distretto. Sono stati scorti da un nostro compagno, e prima che giungano ordini dal vecchio Yama abbiamo comunque il dovere di agire. Proprio per questo, dovrai recarti in quel distretto per sedare i conflitti prima che diventino troppo movimentati, te la senti? Dopo un po’ dovrebbero raggiungerti anche dei rinforzi, ma per il momento dovrai cavartela da solo… Non c’è un minuto da perdere, sfortunatamente… Non trovi che la fretta sia davvero una pessima consigliera?”. Aveva appena finito di parlare quando, aggiustandosi l’ampio cappello sulla testa, si alzò con aria stanca, dirigendosi fino ad una mensola lì vicino che faceva da appoggio ad una bottiglia di sakè, coi relativi bicchierini. “Alla tua fortuna!” esclamò, bevendo da uno di questi, e porgendone un altro allo shinigami.

“Si tratta di due ottavi seggi, ovviamente ognuno con le abilità tipiche della propria brigata, ergo kidou per il seggio della quinta e zanjutsu per quello dell’undicesima. Il tuo compito non è ben chiaro, poiché la notizia deve ancora giungere alla sede della prima brigata… Se tu riuscissi a calmarli la cosa andrebbe più che bene, per quanto mi riguarda, soprattutto contando che si tratterebbe altrimenti di una sfida assai impegnativa. Conoscendo il vecchio Yama, tuttavia, vorrà preparare una squadra con il compito di imprigionarli prima di processarli, e se anch’essi sono consci di ciò probabilmente dovrai riuscire a tenerli entrambi a bada prima dell’arrivo della suddetta squadra. Eccoti i loro ritratti… è tutto” mentre parlava aveva estratto da uno dei fascicoli disposti sulla sua scrivania due immagini, che mostravano chiaramente il volto di entrambi.


Ginko Fusae, 8° seggio della 5° Brigata.


Hideo Junzo, 8° seggio dell'11° Brigata.

Ormai, in una delle innumerevoli piazze che ornavano il Rukongai, era iniziato un vero e proprio tumulto, che pareva spingere le innumerevoli persone della folla contro i due shinigami che, irati, avevano preso ad andarci non poi tanto leggeri con chiunque di loro osasse avvicinarsi troppo. “Vergognatevi! Noi moriamo di fame, e voi arrivate anche a rubarci le poche cose che ci rimangono! Siamo stanchi dei soprusi di voi shinigami! Non ne possiamo più! È arrivato il momento di finirla!” urlava la folla, in un coro di voci che si annullavano a vicenda, a favore di un assai più rumoroso ruggito colmo di rabbia. “Vedete di finirla! Noi vi proteggiamo, ed è questo il ringraziamento che ci date?!? Dovreste imparare a rimanere al vostro posto, feccia!” rispose lo shinigami dell’undicesima brigata, estraendo rapido la spada per poi puntarla al collo di una delle tante persone che gli si paravano innanzi. Per un istante, tutto parve congelarsi in quella scena, salvo le labbra della ragazza della quinta brigata, improvvisamente inarcatesi in un sorriso soddisfatto, occupato ad ammirare la scena a qualche passo di distanza. Era davvero ora di placare quelle inutili proteste, in un modo o nell’altro… Peccato che il modo deciso da Hideo Junzo fosse quello di una rotazione antioraria su se stesso che, mantenendo la spada parallela al terreno, avrebbe portato alla decapitazione di quella povera anima affamata che aveva perso la ragione, come tutti in quella piazza ai cui bordi, di solito, si teneva una sorta di mercato. La scena era facilmente notabile dal punto sopraelevato dove risiedeva Falkner, tuttavia questo forse non sarebbe bastato per evitare il bagno di sangue che, di certo, non avrebbe fatto che fomentare la folla alla violenza.

“C…Cosa?!?” esclamò la ragazza, spiazzata, mentre il suo viso si tingeva involontariamente di rosei colori, dovuti più all’imbarazzo e al conseguente sdegno che all’emozione. Per il momento, tuttavia, a giudicare da come le si irrigidì il corpo, era troppo spiazzata per tentare una qualunque azione offensiva, la quale volle invece arrivare dallo shinigami alle spalle di Chase, che si era visto sottrarsi la propria preda. “Tu! Come osi intervenire?!? E lascia stare Ginko, maledetto!!!” urlò l’ottavo seggio dell’undicesima brigata, più che altro disturbato da come la ragazza, che con lui aveva sostenuto numerose missioni, si fosse fatta spiazzare in una maniera tanto sciocca. Poggiando dunque la mano libera, la destra, sul fodero della propria lama, volle estrarre anche quello, mentre con la zampakutou tentava, approfittando della vicinanza e del fatto che quello shinigami gli rivolgesse la schiena, un fendente obliquo, dall’alto e a destra al basso, verso sinistra, che con un po’ di fortuna avrebbe inciso una scia cremisi dalla scapola alla zona lombare di colui che era stato tanto stupido da intromettersi in affari che non lo riguardavano, senza esentargli l’assai importante colonna vertebrale da danni permanenti.

Ginko Fusae

Hideo Junzo

Il lato comico di quella situazione stava volgendo al termine quando, schivando grazie allo shunpo il colpo che già sapeva gli sarebbe stato portato, Chase comparve lateralmente allo shinigami dell’undicesima brigata, alla sua sinistra, prima di portargli un calcio tramite la gamba destra verso l’estremità inferiore della schiena. Sarebbe stata una buona idea, di certo grazie a quella velocità Hideo non sarebbe riuscito a scorgerne tempestivamente i movimenti, ma ecco che la ragazza, la quale fino a quel punto era rimasta paralizzata dallo stupore, vide montare nei suoi occhi l’ira per la preda che era stata rubata al proprio compagno e conscia che lo shinigami, chiunque egli fosse, fosse stato mandato per sedare il conflitto sul nascere, volle anch’essa utilizzare lo shunpo, stavolta per portarsi al lato destro del corpo di Hideo, poco alle sue spalle, recitando con voce sicura delle parole che, presto seguite dalla mano distesa, avrebbero dato il via al proprio kidou nello stesso istante in cui la gamba di Falkner impattava sulla schiena dello shinigami dell’undicesima, facendolo cadere dolorante a qualche metro di distanza, con un gemito presto soffocato da un più virile morso sulle labbra. “Hadou 54: Haien!” esclamò la ragazza, approfittando sia della sua repentina scomparsa dalla sua precedente posizione tramite il passo veloce tipico dei più abili shinigami che del fatto che, attualmente, il loro avversario si trovasse ancora ad appoggiarsi su un unico piede. Si trattava di una tecnica assai veloce e pericolosa che, da quella distanza, l’avrebbe sfortunatamente portata ad essere parzialmente coinvolta nell’esplosione che ne sarebbe divampata ma, considerata l’incredibile rapidità che il ragazzo aveva dimostrato, questo sarebbe stato il minore dei mali. “Questo è per averci rubato il divertimento, e per aver osato mancarmi di rispetto…” pensò la donna, mentre quella sfera di reiatsu si avvicinava impietosa allo stomaco del settimo seggio dell’ottava compagnia.

Con una velocità incredibile anche per un settimo seggio, Chase riuscì, con grande stupore della ragazza, ad evitare il colpo, la cui traiettoria parallela al terreno lo portò tuttavia ad esplodere sulla parere di una casa, rivelandone il vuoto ed abbandonato interno colmo di polvere. Posizionatosi poi spalle al muro, a circa una ventina di metri di distanza, per evitare di essere circondato, lo shinigami poté vedere l’ottavo seggio dell’undicesima brigata rialzarsi, furioso per l’umiliazione subita, cingere la spalla della sua compagna con una mano, sussurrandole un assai poco promettente: “Facciamo fuori quel gatto troppo cresciuto.”. Un leggero quanto divertito cenno di assenso della ragazza sancì quando di lì a poco sarebbe avvenuto, con entrambi gli shinigami posti l’uno di fianco all’altro. La prima ad agire fu proprio la donzella, che sollevata una mano verso Falkner recitò rapida una formula: “Hadou 63: Souren Soukatsui!“. Dal suo delicato palmo, improvvisamente, dipartì una gigantesca onda d’urto, di ben dieci metri di diametro, che si diresse impetuosa verso il loro avversario, in grado di fargli ben più che qualche danno e assai difficile da essere evitata, specialmente a causa delle sue dimensioni che avrebbero facilmente travolto un paio di case. Il suo compagno, nel frattempo, qualche istante dopo il lancio dell’imponente attacco, scomparve grazie al passo veloce che già prima tutti avevano usato, tenendosi però dietro il kidou così da poter poi correggere la traiettoria in base ai movimenti dello shinigami, che indipendentemente dal lato scelto per tentare di schivare quell’attacco si sarebbe trovato improvvisamente di fronte Hideo, che concentrato tutto il reiatsu di cui disponeva lungo il filo della propria lama, avrebbe tentato un fendente orizzontale all’altezza del suo addome, mirando a farne fuoriuscire i visceri, con una traiettoria proveniente da destra, grazie alla flessione del braccio che gli avrebbe così permesso di scaricare ogni singola goccia della propria forza in quell’unico colpo, conscio che, se schivato, l’unico modo per potersi difendere sarebbe stato il fodero che ancora reggeva nella mano destra, salvo un intervento di Ginko. “Proprio come in missione… Adoro combattere con lei.” pensò il ragazzo, deciso ad eliminare lo shinigami che aveva osato trattarlo in quel modo tanto ridicolo e gli aveva impedito di punire quell’anima come meritava.

La mossa di Falkner si rivelò, assai fortunatamente, efficace, e lo shinigami venne sbalzato assai distante dal suo opponente, che non aveva alcun modo di prevedere i poteri o le tecniche derivanti da quello shikai, senza però che questi ottenesse danni effettivi dallo sbattere contro quella fragile catapecchia. Non rimaneva che continuare ancora a combattere in quella piazza ormai rasa al suolo, se solo….

“La vedo in difficoltà, sensei!” commentai ridacchiando divertito nell’osservare quella scena, comparendo improvvisamente sopra il tetto di una delle poche case rimaste intatte, presto seguito dalle imponenti figure di altri sei seggi della mia brigata e da innumerevoli uomini vestiti di una divisa nera che lasciava scoperti solo gli occhi, chiaro indicatore della loro appartenenza alle Forze Speciali “Yamamoto ha affidato la cattura di questi scalmanati alla seconda brigata ed alle forze che il nostro capitano comanda, indi per cui eccoci qui. Non che ci fosse particolare bisogno di me, ma lo consideri un ringraziamento per avermi accompagnato a quel travagliato esame… Ragazzi, interveniamo”. Fu questione di brevissimi istanti, ed entrambi gli shinigami che avevano dato il via a quella rivolta furono circondati e costretti ad arrendersi, nonostante l’ottavo seggio dell’undicesima brigata necessitò di un paio di ferite più o meno gravi per sedare la sua ira e poter dunque essere trasportato nella bianca ed alta prigione del Seireitei. “Tutto bene, Fakner-san? Deve essere stata dura trattenerli fino al nostro arrivo, eppure non sembra recare alcuna ferita… Strano, se non si parla di me. Lo shunpo rimane una delle armi più adatte a salvarsi la vita, non trova?” dissi con un lieto sorriso, avvicinandomi a quello shinigami mentre gli altri del mio gruppo si occupavano di scortare i due prigionieri, in attesa del loro processo.