Pattugliamento nel mondo terreno...?

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    La missione è aperta a:
    - Eiko Saitou (Makenshi Chrona)
    - Kyoya Hibari (Eis.)
    - Light Yagami (crixd)

    Solite regole; la turnazione è come nei normali allenamenti, cioè un solo vostro post fra due miei.

    Sensei
    Allievo 1
    Allievo 2
    Allievo 3
    Sensei

    L'ordine di postare per voi può ovviamente cambiare, purchè si mantenga sempre la situazione espressa più su.

    Buon divertimento, e non morite. :mki:

    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato
    Mormorato
    Parlato altrui

    Una settimana prima della partenza, ore 05:30.



    Notte fonda. O meglio, quasi l'alba. Erano poco più le cinque e mezza del mattino, quando un insistente voce femminile inneggiava a gran voce il mio nome da dietro la porta del mio alloggio, <bussando> con la delicatezza di un elefante a quest'ultima, rischiando decisamente di scardinarla.

    «Perchè nella mia vita i rompiballe vengono tutti alle prime luci del mattino?»

    image
    Per nulla in forma, strisciai fuori dalle coperte del mio amato lettino e mi diressi svogliatamente verso la soglia della stanza. Non appena aprii la porta scorrevole, venni letteralmente travolto da un seno enorme, che mi strinse nella letale morsa di un abbraccio, che mi consentiva a stento di respirare e che mi rendeva difficile parlare.

    «CoFa... CaFFo...?»

    M: «Giiiiiiiiiiiiin-chaaaaaaaaan~!»

    La luogotente Matsumoto mi veniva a far visita alle cinque del mattino, soffocandomi nella morsa delle sue vallate chiamandomi addirittura "Gin-chan"? C'era qualcosa che non tornava. Le possibilità erano solo due: o la vicecapitano era talmente ubriaca da essere uscita totalmente di senno oppure stavo sognando.
    Tuttavia, in quel momento non avevo considerato la terza opzione. Già, il famigerato piano C, la terza opzione. La peggiore. Ossia ordini dall'alto.

    M: «Gin-channnnn~? Ti vengo a portare una comunicazione importante dal Capitano, te l'avrei dovuta dire ieri sera, ma *hic* l'ho proprio dimenticato, ohibò... Chissà cos'era...»

    Voi come vi sentireste in questi casi? Beh, io ero... non saprei neanch'io come descrivere il mio stato d'animo. Un incrocio mal riuscito tra l'esterrefazione, il sonno e la rabbia.
    Improvvisamente però la donna dalle divine forme capaci di ammaliare qualsiasi uomo al mondo, sembrò avere un'illuminazione e disse:

    «Ah, sì... Tra una settimana devi accompagnare tre studenti nel Mondo Terreno... Credo...»

    Poi mise pericolosamente una mano vicino ad una tetta, ma nonostante i miei umani e sconci pensieri, era forse più sobria e lucida del previsto, e da una tasca interna dello shikahusho tirò fuori una busta che mi mise tra le mani, per poi girare su se stessa prima di andar via facendomi l'occhiolino.

    «Ecco qui, bye-bye~...*hic*»

    Ancora visibilmente basito, guardai Matsumoto-san allontanarsi.

    «Quella donna... Mi fa paura...»

    Poi aprii seccato la busta, che riportava più o meno quanto la luogotenente mi aveva appena finito di dire; una settimana a partire dalla consegna della lettera, e i nomi dei tre studenti.

    «Eiko Saitou... Kyoya Hibari... Light Yagami...
    ...
    ...
    Tsk.»

    Il solito sorrisetto divertito si andò a stampare sul mio volto alla lettura di quei tre nomi, sicuramente tre degli allievi più interessanti che avevo in quel momento.

    «Che palle però... Perchè nel mondo terrenoooo?!»


    Quello stesso giorno mi premurai di far avere ai candidati un avviso molto poco preciso su ciò che sarebbe accaduto una settimana dopo, indicando solo il luogo d'incontro e l'orario, accennando alla parola <missione>, senza scedere volutamente nei dettagli.
    CITAZIONE
    Sei stato/a scelto/a per partecipare ad una missione supplementare di cui ti illustrerò sul luogo i dettagli. Presentati nel cortile accademico tra una settimana esatta alle ore 7:00, non saranno assolutamente tollerati ritardi.

    GS

    Giorno della partenza, ore 6:45



    Il giorno della partenza mi trovai sul luogo dell'appuntamento con largo anticipo, ma solo perchè si trattava di una missione; ogni tanto si poteva pure concedere. Anche se, effettivamente, stavo sonnecchiando sotto una grossa quercia che svettava imponente al centro del cortile accademico, in attesa dell'arrivo dei tre prescelti.

     
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  2. Makenshi Chrona
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    SPOILER (click to view)
    < Parlato.>>
    ''Pensato''.
    < Mormorato.>>
    Parlato altrui.


    Alle otto di mattina, Eiko era già sveglia: scostò le coperte, si alzò e scese al piano inferiore, per fare colazione.
    Sarebbe stata una giornata come tutte le altre, noiosa, che sarebbe passata tranquillamente...
    Aprì il frigo per prendere il latte, e vide una lettera sul primo scomparto.

    < ... uh, una comunicazione.>>

    La ragazza prese la lettera come se fosse comune trovarne una nel proprio frigo la mattina, e la aprì, leggendo il messaggio a voce semi-alta.

    < Sei stato/a scelto/a per partecipare ad una missione supplementare di cui ti illustrerò sul luogo i dettagli. Presentati nel cortile accademico tra una settimana esatta alle ore 7:00, non saranno assolutamente tollerati ritardi. GS... ah, si, il sensei. ma è fra una settimana, ho ancora un bel pò di tempo.>>

    Posò la lettera sul tavolo e tornò su, dove si ributtò sotto le coperte a dormire.

    Una settimana dopo...

    Alle sei di mattina, Eiko era già sveglia e fuori di casa: non sapendo come vestirsi, aveva indossato l'uniforme dell'accademia e si era legata i capelli in una coda di cavallo lungo la schiena coi due fiocchetti.
    Guardando l'orologio poco prima di uscire di casa, si era accorta di avere oltre mezz'ora prima dell'appuntamento, e se la stava prendendo comoda, percorrendo la via che portava all'accademia con calma, visto che per l'insolita ora non era affollata come al solito.
    Arrivata vicino all'edificio, si diresse a passo rapido verso il cortile, guardandosi attorno; vide il sensei sotto una quercia che sonnecchiava e si avvicinò di qualche passo, in modo da mettere fra se stessa e l'uomo circa un metro di distanza.

    <... Sensei? E-Eiko al rapporto...>>


     
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    Erano all'incirca le otto di mattina, avevo dormito molto, dato che la sera precedente ero andato a dormire presto, il sonno ormai non c'era più, mi alzai, lavandomi e poi vestendomi con quei pochi vestiti che avevo nel Rukongai.
    Ero pronto a farmi un giro, quando aprii la porta della mia abitazione, vidi una persona intenta a mettere una lettera tramite la fessura apposita, subito presi la lettera e feci scappare quel uomo, con solo il mio sguardo. Da quanto diceva la lettera ero stato scelto per una missione supplementare, dovevo farmi trovare nel cortile una settimana dopo a quel giorno e alle 7:00. Non ci detti molta importanza, ma comunque attendei quel giorno, mentre uscii tranquillo, chiedendomi di che genere di missione fosse stata. I giorni passarono piuttosto velocemente.

    Una settimana dopo.

    Mi svegliai poco prima delle 6:30 della mattina, alle 7:00 dovevo trovarmi nel cortile accademico, quindi subito mi precipitai ad indossare la divisa, non feci alcuna sorta di colazione e mi incamminai.
    Il mio passo era piuttosto veloce, quindi presto potevo vedere le mura dell' accademia, non appena arrivai mi diressi verso il cortile, dove vidi il sensei della classe in cui ero e la ragazza, che era una mia compagna di corso. Mi avvicinai, ma non troppo, al sensei, formulandogli una domanda.
    Che genere di missione è?
    Dissi con tono menefreghista. Se fosse stato qualcosa che non avesse suscitato la mia attenzione, me ne sarei sicuramente tornato a casa.
     
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  4. crixd
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    Erano circa le nove del mattino di un giorno noioso come tutti gli altri e io ero completamente spaparanzato nel mio comodo letto a dormire beatamente. In casa regnava un silenzio abissale che fu smorzato da un tamburellare alla porta, mi alzai come un orso appena uscito da un letargo e con gli occhi socchiusi mi avvicinai alla porta. Vidi che a terra si trovava una lettera con il simbolo dell’accademia.

    << Mh… finalmente notizie di quel bastardo!>>

    Poggiai la lettera sul tavolo e mi rinfrescai la faccia con un po’ di acqua cercando di svegliarmi e lessi la lettera.

    Sei stato/a scelto/a per partecipare ad una missione supplementare di cui ti illustrerò sul luogo i dettagli. Presentati nel cortile accademico tra una settimana esatta alle ore 7:00, non saranno assolutamente tollerati ritardi.

    GS


    << Missione? Scelto? Finalmente Gintoki ha capito che sono io il migliore!>>

    Dal momento che l’appuntamento era previsto per la settimana successiva ritornai in camera da letto e ripresi a dormire pigramente aspettando che i giorni passassero velocemente. Erano le sei e mezzo del mattino del dì in cui era prevista la mia prima missione e mi ero da poco svegliato, indossai la divisa accademica e scesi in cucina per fare una colazione abbastanza abbondante con una barra di cioccolato fondente e una bottiglia di thè freddo alla pesca. Uscii di casa mettendomi in cammino verso l’accademia e alle sette e cinque minuti arrivai camminando in modo svogliato e con mani in tasca. Vicino a un albero trovai una ragazza, dai lineamenti snelli poco più bassa di me e dai capelli neri legati in una coda che le scendeva fino alla schiena, insieme a un ragazzo piccolo di statura completamente svogliato. Squadrando il ragazzo capii che non saremmo mai andati d’accordo.

    << Io sono Light, piacere di conoscervi!>>

    Disteso vicino ai due ragazzi si trovava il sensei che dormiva come un angioletto, cercai di svegliarlo rivolgendomi a lui.

    << Si alzi pigrone! Le sembra l’ora e il luogo di dormire?>>
     
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    Gli studenti non tardarono ad arrivare, infatti alle sette in punto arrivò la prima studente, Eiko.

    CITAZIONE (Eiko-chan @ 15/10/2010, 16:55)
    <... Sensei? E-Eiko al rapporto...>>

    Aprii un occhio ancora mezzo addormentato, e vidi la ragazza che oggi portava i capelli raccolti in una lunga coda di cavallo grazie ai soliti fiocchetti bianchi, e che come sempre, risultava molto carina. Mi stiracchiai un po', senza tuttavia alzarmi da terra. Sorridendo mentre sbadigliavo, dissi:

    «Buon-... Yaaaaaaaaawn~...
    'Giorno, Eiko-chan.»


    Dopo qualche secondo, in lontananza scorsi due figure che arrivavano quasi insieme: prima Kyoya, poi Light. Arrivando a un paio di metri dalla mia posizione, Kyoya disse:

    CITAZIONE (Kyoya scazzato @ 15/10/2010, 21:27)
    Che genere di missione è?

    Dopo qualche secondo, arrivò Light, che dopo aver salutato i due ragazzi sconosciuti, si rivolse a me con la solita irriverenza.

    CITAZIONE
    << Si alzi pigrone! Le sembra l’ora e il luogo di dormire?>>

    Come al solito il solo fatto che respirasse mi dava sui nervi, però almeno era uno studente talmente scassaballe e irriverente da risultare interessante, a modo suo. E poi sicuramente prima o poi lo avrei picchiato a dovere, quindi andava bene così.
    Mi alzai da terra mantenendo lo sguardo fisso sul terreno. Rimasi immobile in questa posizione per una decina di secondi, poi alzai molto lentamente lo sguardo accompagnandolo ad un movimento della testa verso l'indietro, e guardai Light con un'espressione che avrebbe messo i brividi ad un Iceberg.

    «Stai forse insinuando che stessi dormendo sul posto di lavoro, piccolo bastardo...?»

    Tornando improvvisamente sorridente come al solito, passai ad esplanare l'argomento del giorno.

    «Yare-yare... Passiamo alle cose serie, che è meglio. Oggi siete qui per una missione speciale, siete stati selezionati perchè hanno riconosciuto del potenziale in voi, è raro che degli studenti accademici partecipino a delle missioni nel mondo terreno, ma comunque.
    Sì, mondo terreno, perchè è lì che ci dirigeremo. Ci hanno assegnato il pattugliamento di una zona ad alta densità spirituale di circa due chilometri quadrati, ossia la città di Tokyo.
    Secondo le fonti forniteci dai simpaticissimi scienziati svitati della dodicesima compagnia, pare che ci sia il rischio che possano apparire diversi Hollow in quella zona.
    Ora... voi tutti sapete cos'è un Hollow, no?»


    Le loro espressioni da pesci lessi parlavano più di mille parole.

    «... Ok, non lo sapete. Siccome siamo anche in ritardo sulla tabella di marcia, vedrò di spiegarvelo il più semplicemente possibile. Quando un umano muore ha due vie: essere portato alla Soul Society da uno Shinigami, o diventare Hollow. L'Hollow è un entità spirituale solitamente dalle sembianze di un mostro con una maschera bianca la cui forma può variare, il cui unico obiettivo è divorare anime.
    L'altro compito di noi Shinigami e distruggere e purificare con le Zampakuto gli Hollow.
    Ora... Prendete queste.»


    Mentre parlavo, detti un calcio alla quercia, dalla quale atterrò una specie di zainetto cilindrico molto lungo.
    Dopo averlo aperto, ne estrassi tre katane vere e proprie, che consegnai ai tre ragazzi.

    «Queste si chiamano Asauchi... Sono spade d'allenamento simili a Zampakuto, solo che sono assolutamente vuote all'interno. Solitamente vengono consegnate agli Shinigami in attesa di diventare tali o agli studenti che vanno in missione, come voi. Non illudetevi di poterle tenere, sono ad uso esclusivo di questa missione, tutti e tre possedete già una Bokken, vi basta e vi avanza. Ora seguitemi, per piacere.»


    Condussi i due ragazzi all'interno del Seiretei, era sicuramente la loro prima volta. Avrebbero sicuramente notato la palese differenza con l'ambiente del Rukongai, la Corte delle Anime Pure emanava una sensazione di ricchezza e sfarzo da qualsiasi angolazione la si guardasse, in palese contrasto con le modeste abitazioni del Rukongai. Arrivammo davanti ad un grosso spiazzale dove vi erano diversi shinigami raggruppati di fronte ad un grosso portale circolare simile alle porte scorrevoli nipponiche.

    Avvicinandomi ad uno Shinigami alto e biondo, gli dissi:

    «Yo, Norainu-kun. A che punto siamo con i preparativi?»

    Lo shinigami mi guardò sorridendo gentilmente.

    «Quasi finito, Gintoki. Qualche minuto di pazienza.»

    «Nice~»

    Mi girai verso i tre ragazzi, poi dissi loro:
    «Questa è la Seiretei, ragazzi. Una volta che sarete diventati Dei della morte, se ci riuscirete, abiterete in questa parte della Soul Society. Questo luogo in cui ci troviamo adesso, invece, è la Caserma della Divisione del Kidou. I loro compiti sono vari, e sono dei veri assi nell'utilizzo della Via del Demone. Ci stanno preparando un Senkaimon, cioè un portale che ci condurrà nel mondo terreno.»

    Mentre che spiegavo, venni interrotto dallo shinigami biondo di prima, che mettendomi una mano sulla spalla disse:

    «Preparativi ultimati. Prendi questo auricolare, per piacere, ti servirà a tenerti in contatto con la dodicesima compagnia. Buon viaggio.»


    Mentre indossavo il piccolo apparecchio elettronico, risposi:

    «Very, very excellent. Andiamo, su.»


    Ci avvicinammo al grosso portale, che si aprì lasciando uscire un fascio di luce bianca dal quale apparvero quattro farfalle nere.

    «Oh, queste sono le Farfalle Infernali. Ci guideranno dentro il portale per farci arrivare dall'altra parte senza perderci, per cui seguitele sempre.»

    Sorridendo con un'espressione tipica di Gin Ichimaru, mentre entravo dentro il Senkaimon, aggiunsi :

    «Kufufufu... Si parte.»


    Alcuni minuti dopo.


    Ci ritrovammo nel bel mezzo di una affollata strada di Tokyo, e notando le espressioni smarrite dei ragazzi, dissi:

    «Tranquilli, gli umani non possono vederci. Tutto ciò che dobbiamo limitarci a fare è girare per la città tenendo gli occhi aperti, gli Hollow potrebbero apparire da un momento all'altro, in qualsiasi istante o luogo. Per tanto, essendo voi inesperti, suggerisco di spostarci in gruppo, sareste benissimo capaci di farvi prendere dal panico e farvi ammazzare, e poi chi li sente quelli della Soul Society?
    Domande?»





     
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  6. Makenshi Chrona
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    Narrato.
    < Parlato.>>
    ''Pensato''
    < Mormorato.>>
    Parlato altrui.


    Dopo il saluto del sensei, arrivarono anche il compagno di classe di Eiko, Kyoya, ed un ragazzo sconosciuto, che si presentò immediatamente.

    << Io sono Light, piacere di conoscervi!>>

    Eiko tese la mano verso di lui, stringendogliela.

    < Piacere, Eiko. E' bello avere un ''compagno'' che non è...>>

    Stava per aggiungere Maleducato come gli altri, ma Light la interruppe rivolgendosi al sensei.

    << Si alzi pigrone! Le sembra l’ora e il luogo di dormire?>>

    ''... ora lo uccide.'' Penso la ragazza.

    Effettivamente, quando il sensei si alzò, lo guardo assai male, per poi tornare a spiegare allegramente l'argomento della missione.

    «Yare-yare... Passiamo alle cose serie, che è meglio. Oggi siete qui per una missione speciale, siete stati selezionati perchè hanno riconosciuto del potenziale in voi, è raro che degli studenti accademici partecipino a delle missioni nel mondo terreno, ma comunque.
    Sì, mondo terreno, perchè è lì che ci dirigeremo. Ci hanno assegnato il pattugliamento di una zona ad alta densità spirituale di circa due chilometri quadrati, ossia la città di Tokyo.
    Secondo le fonti forniteci dai simpaticissimi scienziati svitati della dodicesima compagnia, pare che ci sia il rischio che possano apparire diversi Hollow in quella zona.
    Ora... voi tutti sapete cos'è un Hollow, no?»


    Decisamente Eiko non lo sapeva.

    «... Ok, non lo sapete. Siccome siamo anche in ritardo sulla tabella di marcia, vedrò di spiegarvelo il più semplicemente possibile. Quando un umano muore ha due vie: essere portato alla Soul Society da uno Shinigami, o diventare Hollow. L'Hollow è un entità spirituale solitamente dalle sembianze di un mostro con una maschera bianca la cui forma può variare, il cui unico obiettivo è divorare anime.
    L'altro compito di noi Shinigami e distruggere e purificare con le Zampakuto gli Hollow.
    Ora... Prendete queste.»


    Il sensei calciò l'albero, dal quale cadde uno zaino: dopo averlo aperto, lanciò tre katane a ciascuno di loro, ed Eiko afferrò la propria, preparandosi ad aprirla per vedere il luccichio della lama.


    «Queste si chiamano Asauchi... Sono spade d'allenamento simili a Zampakuto, solo che sono assolutamente vuote all'interno. Solitamente vengono consegnate agli Shinigami in attesa di diventare tali o agli studenti che vanno in missione, come voi. Non illudetevi di poterle tenere, sono ad uso esclusivo di questa missione, tutti e tre possedete già una Bokken, vi basta e vi avanza. Ora seguitemi, per piacere.»


    ''Vuote?'' Pensò Eiko mentre si appuntava la katana alla cintura dell'uniforme: i tre ragazzi seguirono poi il sensei in un quartiere totalmente diverso dal Rukongai.
    La ricchezza che emanava era palpabile dappertutto, e la ragazza si immaginò con addosso un vestito elegante mentre camminava per quelle strade, lo sguardo altero e fiero.

    «Questa è la Seiretei, ragazzi. Una volta che sarete diventati Dei della morte, se ci riuscirete, abiterete in questa parte della Soul Society. Questo luogo in cui ci troviamo adesso, invece, è la Caserma della Divisione del Kidou. I loro compiti sono vari, e sono dei veri assi nell'utilizzo della Via del Demone. Ci stanno preparando un Senkaimon, cioè un portale che ci condurrà nel mondo terreno.»

    Uno Shinigami biondo ed abbastanza alto diede un'auricolare al sensei, che se lo applicò in fretta.
    Dopo che si furono avvicinati al portale, un fascio di luce bianca rivelò delle farfalle nere, splendide secondo i gusti di Eiko che allungò un dito per toccare quella più vicina.

    «Oh, queste sono le Farfalle Infernali. Ci guideranno dentro il portale per farci arrivare dall'altra parte senza perderci, per cui seguitele sempre.»

    Seguendo il sensei, Eiko entrò nel portale con i suoi due compagni, tenendo d'occhio la farfalla che la precedeva poco distante; non ci volle molto ad attraversare il tunnel, e ben presto agli occhi della ragazza apparve la più che mai popolata Tokyo, nel mezzo di una strada.
    Eiko si ritrasse per evitare di essere colpita da qualche essere umano, impegnato a telefonare, leggere mentre camminava e fare quant'altro.

    «Tranquilli, gli umani non possono vederci. Tutto ciò che dobbiamo limitarci a fare è girare per la città tenendo gli occhi aperti, gli Hollow potrebbero apparire da un momento all'altro, in qualsiasi istante o luogo. Per tanto, essendo voi inesperti, suggerisco di spostarci in gruppo, sareste benissimo capaci di farvi prendere dal panico e farvi ammazzare, e poi chi li sente quelli della Soul Society?
    Domande?»


    Dopo averlo ascoltato attentamente, Eiko aspettò che gli altri avessero delle domande da fare: era un pò intimorita, da quanto aveva capito era una faccenda importante, ma aveva capito.
     
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    Dopo qualche secondo dal mio arrivo, arrivò anche un terzo compagno con cui dovevo affrontare la missione supplementare. Esso appena arrivò si presentò a me e ad Eiko e poi, forse non volendo, "sfidò" il sensei, insinuando che stesse dormendo, subito l'ultimo citato si alzò, facendo uno strano sguardo, come se volesse spaventarlo, ma a me sembrava soltanto un espressione goffa, che però non mi fece arrivare al punto di ridere. Non prestai la minima attenzione alla presentazione dell' ultimo individuo che era arrivato.
    La missione trattava di un pattugliamento nel mondo terreno, poi, sempre collegato alla missione, il sensei incominciò a parlare di "Hollow", non avevo la benchè minima idea di cosa fossero, ma come tutte le cose, non mi interessava. Anche se non ero interessato, ascoltai la spiegazione e capii tutto.
    Il sensei dette un calcio ad una quercia, da dove cadde uno zainetto cilindrico molto lungo, dentro esso erano presenti tre katane, che vennero consegnate a me ed ai miei compagni. Queste katane erano simili alle katane degli shinigami, ovvero alle zampakuto. Volevo tenermela, non c'era alcun dubbio, ma subito il sensei mi "contraddette", ma il mio desiderio rimaneva e avrei infranto le regole.
    Portai alla cintura la katana e poi seguii il sensei, che ci portò in un luogo chiamato Seiretei, dove abitavano gli shinigami.
    Ci avvicinammo ad un portale, che una volta aperto, liberando un fascio di luce bianco, da dove apparvero quattro farfalle nere, che mi infastidivano, subito provai la katana che mi aveva dato il sensei su di loro. Entrai nel portale, entrando in un tunnel, di cui l'attraversata non occupò troppo tempo.
    Arrivammo a Tokyo, non ci ero mai stato ed era molto popolata, attorno a me c'erano degli esseri umani, che però non potevano vedermi. Io subito sferrai un pugno a uno di questi, che era fin troppo vicino a me, ma il pugno non lo colpii, probabilmente non potevo farlo.
    Dovevamo tenere gli occhi, dato che potevano apparire hollow, ma non ero preoccupato, anzi, volevo combatterli.
    Li distruggerò tutti.
    Dissi con tono duro e serio.
     
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  8. crixd
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    Eiko, la ragazza, mi tese la mano e si presentò in modo cortese
    contrariamente al ragazzo che non aprì bocca ma non ne diedi molta importanza perché non avevo voglia di litigare alla prima missione. Gintoki si alzò e con uno sguardo accusatorio inclinando la testa mi disse.

    «Stai forse insinuando che stessi dormendo sul posto di lavoro, piccolo bastardo...?»

    Un’altra persona avrebbe avuto paura di quegli occhi irascibili, ma non io e inarcando un sopracciglio risposi.

    << Che intuito! Come lo ha capito?>>

    Ma il sensei sorridendo incominciò a spiegare cosa prevedeva la missione.

    «Yare-yare... Passiamo alle cose serie, che è meglio. Oggi siete qui per una missione speciale, siete stati selezionati perchè hanno riconosciuto del potenziale in voi, è raro che degli studenti accademici partecipino a delle missioni nel mondo terreno, ma comunque.
    Sì, mondo terreno, perchè è lì che ci dirigeremo. Ci hanno assegnato il pattugliamento di una zona ad alta densità spirituale di circa due chilometri quadrati, ossia la città di Tokyo.
    Secondo le fonti forniteci dai simpaticissimi scienziati svitati della dodicesima compagnia, pare che ci sia il rischio che possano apparire diversi Hollow in quella zona.
    Ora... voi tutti sapete cos'è un Hollow, no?»


    <<hollow?!?Mai sentiti nominare>>

    «... Ok, non lo sapete. Siccome siamo anche in ritardo sulla tabella di marcia, vedrò di spiegarvelo il più semplicemente possibile. Quando un umano muore ha due vie: essere portato alla Soul Society da uno Shinigami, o diventare Hollow. L'Hollow è un entità spirituale solitamente dalle sembianze di un mostro con una maschera bianca la cui forma può variare, il cui unico obiettivo è divorare anime.
    L'altro compito di noi Shinigami e distruggere e purificare con le Zampakuto gli Hollow.
    Ora... Prendete queste.»


    Gintoki scagliò un calcio contro un albero dove caddero tre oggetti e li lanciò a noi tre

    «Queste si chiamano Asauchi... Sono spade d'allenamento simili a Zampakuto, solo che sono assolutamente vuote all'interno. Solitamente vengono consegnate agli Shinigami in attesa di diventare tali o agli studenti che vanno in missione, come voi. Non illudetevi di poterle tenere, sono ad uso esclusivo di questa missione, tutti e tre possedete già una Bokken, vi basta e vi avanza. Ora seguitemi, per piacere.»

    Incominciammo a camminare uscendo dal Rugonkai ed entrando dentro il Seiretei dove un paio di shinigami prepararono un grosso portale che si aprì facendo filtrare un raggio di luce bianco ed entrammo. Delle farfalle nere ci circondavano e dopo dieci minuti ci ritrovammo a Tokyo in mezzo alla gente che cercavo di evitare.

    «Tranquilli, gli umani non possono vederci. Tutto ciò che dobbiamo limitarci a fare è girare per la città tenendo gli occhi aperti, gli Hollow potrebbero apparire da un momento all'altro, in qualsiasi istante o luogo. Per tanto, essendo voi inesperti, suggerisco di spostarci in gruppo, sareste benissimo capaci di farvi prendere dal panico e farvi ammazzare, e poi chi li sente quelli della Soul Society?
    Domande?»


    << Non so che aspetto abbiano questi Hollow, ma non vedo l’ora di ucciderne un paio!>>
     
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  9. Tamaki-kun
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    “Hai compreso la tua missione?” mi chiese, con l’usuale e freddo sorriso, il padrone della candida Las Noches “Probabilmente si tratta di qualcosa destinato a fallire in partenza, conoscendo quell’individuo, tuttavia esiste la remota possibilità che tale tentativo riduca infinitamente i tempi di risveglio dell’Hougyoku”. Un leggero cenno d’assenso, seguito da un delicato inchino, segnò l’istante in cui presi congedo dalla sua presenza, per poi aprirmi uno squarcio verso il mondo degli umani…

    Il garganta si riaprì sopra i grattacieli di Tokyo, come se fosse una bocca famelica, permettendomi di poggiare uno dei sandali che indossavo sopra una salda passerella di reiatsu. Per un istante, probabilmente infinito per coloro che fossero riusciti ad avvertirlo, liberai l’immensa quantità di reiatsu che possedevo, offrendo alle loro anime la visione di un gelido e spaventoso abisso. Perché lo feci? Semplice, dovevo avvisare della mia presenza l’obbiettivo di quella missione, affinché mi fosse magari offerta una lontana chance di parlargli. Con calma, poi, mi calai verso il suolo, toccando la strada ed avviandomi verso il lato ovest di quella metropoli, passeggiando tra la stolta gente incapace di vedermi. Non avevo fretta, dovevo prima concedere al futuro interlocutore la possibilità di rispondere al mio tacito avvertimento. Nel frattempo, dunque, preferii concentrarmi nel ricercare tutte le fonti di energia spirituale presenti in quell’area, così da farmi un’idea precisa di come avrei dovuto agire se costretto a combattere.


     
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    I ragazzi sembravano aver capito la serietà della missione che ci era stata affidata. Il minimo errore, e probabilmente avrebbero rischiato la vita; tuttavia a giudicare dai loro sguardi decisi sembrarono accettare questa eventualità a prescindere da ciò che sarebbe accaduto a partire da quel momento.
    Nessuno dei tre espose qualche dubbio o necessità di chiarimenti, eccezion fatta per Kyoya che sparò la sboronata di turno, alla quale preferii non rispondere, per preservare la momentanea serietà che si era creata in quel momento.

    La missione era di per sé molto semplice: una volta attraversato il Senkaimon saremmo giunti nella bella Tokyo, e questo lo avevamo fatto, dopodiché ci sarebbe bastato spostarci in gruppo alla ricerca di entità spirituali sulle quali fare pratica con il Konso, ed eventualmente, dare la caccia a qualche Hollow che sarebbe potuto apparire nei dintorni.

    Tuttavia il fato volle che qualcosa andasse storto in quel giorno maledetto…

    Abbastanza lontano dalla nostra posizione attuale, nel cielo apparve un’increspatura del color dell’ebano che lentamente si aprì a formare come due labbra che lasciavano intravedere il vuoto, l’oblio al loro interno. Quel così singolare varco formatosi nel cielo, del quale gli umani sembrava non si fossero accorti, era sicuramente qualcosa di ultra-terreno e nemmeno proveniente dalla Soul Society, in quanto una cosa così strana, e se vogliamo <mostruosa>, non l’avevo mai vista. Una figura, resa minuscola dall’imponenza della crepa nel cielo e dalla distanza, uscì dal varco gettando i nostri konpaku nella confusione più totale.

    Improvvisamente, il mondo attorno a me sembrò cambiare completamente: iniziai ad avere evidenti problemi di respirazione, finendo quasi con l’accasciarmi sul freddo asfalto della città nipponica, che sembrava indifferente a quanto stava accadendo. Iniziai a sudar freddo, in preda ad uno stato di semi-panico.

    «Cosa... cazzo… succede…?!»

    Poi, esattamente com’era misteriosamente apparso, quel tetro scenario scomparve all’improvviso. Ero piegato al suolo reggendomi unicamente su di un ginocchio; probabilmente ero stato appena schiacciato da un terribile reiatsu di entità infinitamente superiore a quello più imponente che avevo fino a quel momento avuto modo di <assaggiare>, ossia quello di Falkner-sensei, che di per sé possedeva un reiatsu da far paura. Questo però… andava oltre. Il terrore che si impossessò per quei pochi secondi del mio corpo era qualcosa che non avevo mai provato in vita mia. Ero visibilmente sconcertato, anche se ancora abbastanza lucido da non perdere di vista l’obiettivo primario che mi era stato affidato prima di partire; ovvero preservare l’incolumità dei miei studenti. Mi voltai, e vidi che tutti e tre stramazzarono al suolo per via di quella terribile energia spirituale, ed erano ancora in evidente stato confusionale.

    «ANDIAMO! ALZATEVI!»


    Attesi che i tre ragazzi si fossero ripresi del tutto, prima di riprendere a parlare.

    «Lì… C’è qualcosa. Non so dirvi nemmeno io esattamente chi o cosa sia, né cosa ci faccia qui. Sappiamo solo due cose.
    La prima è che è fottutamente forte, abbastanza fuori dalla mia portata, terribilmente letale per voi; ne segue che la seconda cosa che sappiamo è che basta un passo falso per essere tutti morti… Di nuovo.
    Ora statemi bene a sentire, ragazzi. Noi siamo qui per tutt’altri motivi, ma sono obbligato dalla mia posizione di decimo seggio a dovermi avvicinare per fornire informazioni alla Soul Society. Se non ve la sentite, siete liberi di far ritorno a casa, non vi fermerò se vorrete farlo. Il Senkaimon rimarrà ancora aperto, per un brevissimo periodo di tempo. Avete un minuto e mezzo di tempo per decidere, dopodiché mi avvicinerò alla fonte del problema… e chi rimane qui deve necessariamente seguirmi, non posso lasciarvi soli.»


    Questa volta la faccenda era terribilmente seria. Niente applausi, niente battute, niente sorrisi sornioni. Non c’era proprio nulla da ridere.
    Li guardai serenamente, cercando di infonder loro un po’ di coraggio, poi voltai le spalle. Cercai di mettermi in contatto con la Soul Society, ma non fu possibile per via delle solite interferenze, presenti solo nei momenti meno opportuni.

    «MERDA!»

    Nervoso, tirai un pestone al terreno, per poi tornare a rivolgermi dopo poco ai ragazzi.

    «Tempo scaduto, temo… Le vostre decisioni?»

    >Dopo aver sentito le decisioni dei tre allievi…<

    «Eccellente… Andiamo.»

    Iniziai a camminare a passo deciso in direzione della crepa formatasi nella volta celeste, presumendo che chiunque ne fosse uscito ormai fosse già giunto a terra. Dopo pochi minuti di tragitto, ecco ergersi davanti a me una figura piuttosto curiosa per le mie abitudini. Era per me consuetudine vedere unciamente persone vestite con lunghi kimoni neri; invece costui possedeva un abbigliamento decisamente più singolare, composto da un lungo abito bianco spezzato solo dal nero della cinta, delle ginocchiere e delle strambe calzature, così diverse da quelle di noi Dei della Morte.
    Ma la cosa che più mi colpì di quell'essere erano i due frammenti ossei che spuntavano all'altezza circa dei suoi zigomi, presumibilmente residui di una maschera da Hollow.
    Ciò che vedevo combaciava alla perfezione con la descrizione che mi era sta fornita degli Arrancar, Hollow che grazie all'utilizzo dell'Hogyoku hanno ottenuto dei poteri da Shinigami.


    «Inquietante. Altro che mezze cartuccie... Qui abbiamo l'artiglieria pesante!»


    L'Arrancar continuò placidamente il suo tragitto venendoci incontro, come se non fosse affatto turbato dalla nostra presenza. Schiarendomi la voce, quand'egli arrivò ad una certa distanza, dissi con fare accomodante e lievemente canzonatorio:

    «... Ollalà, quale onore! Chi abbiamo l'onore di accogliere in quest'umile cittadina...?»

    Forse ero stato troppo avventato, non sapevo molto dell'individuo con il quale mi stavo rapportando, tuttavia tentai di iniziare la discussione prendendo tempo, per potermi accertare della sua identità per poi far rapporto alla Soul Society e richiedere eventuali rinforzi.

    «In ogni caso non bisogna arrivare allo scontro fisico... Altrimenti è finita, per tutti.»


     
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  11. Makenshi Chrona
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    < Parlato.>>
    ''Pensato''
    Mormorato.
    Parlato altrui.


    Stavano iniziando a camminare, nell'intento di cercare questi ''Hollow'', quando a circa qualche metro dalla loro posizione il cielo si ''strappò'', mostrando l'oscurità più totale dentro il taglio che si era appena formato.
    Un minuscolo puntino scese lentamente dallo strappo fino a terra; Eiko ebbe appena un secondo per notarlo.
    Sentì come se una gigantesca mano le stringesse i polmoni ed il petto, bloccandole le vie respiratorie.
    Avendo lo stomaco già attorcigliato dallo stress provocato dalla missione, emise un debole rantolo soffocato, mentre si accasciava a terra.
    Anche i suoi compagni erano in difficoltà e soprattutto, dal poco che riusciva a vedere dagli occhi che teneva semichiusi, anche il sensei sembrava crollare, sotto quell'immensa potenza.
    Sembrava: infatti riuscì a voltarsi verso i tre ragazzi ed a urlare, con voce intrisa di panico.

    «ANDIAMO! ALZATEVI!»

    ''Facile a dirsi...'' Penso Eiko, che non riusciva a muovere un muscolo; il sensei era estremamente più forte di loro, si era ripreso in un batter d'occhio, anche se era visibilmente scosso.
    Le ci vollero diversi minuti prima di riuscire a mettersi almeno seduta, ma la sensazione della morsa al petto si era un pò affievolita.

    «Lì… C’è qualcosa. Non so dirvi nemmeno io esattamente chi o cosa sia, né cosa ci faccia qui. Sappiamo solo due cose.
    La prima è che è fottutamente forte, abbastanza fuori dalla mia portata, terribilmente letale per voi; ne segue che la seconda cosa che sappiamo è che basta un passo falso per essere tutti morti… Di nuovo.
    Ora statemi bene a sentire, ragazzi. Noi siamo qui per tutt’altri motivi, ma sono obbligato dalla mia posizione di decimo seggio a dovermi avvicinare per fornire informazioni alla Soul Society. Se non ve la sentite, siete liberi di far ritorno a casa, non vi fermerò se vorrete farlo. Il Senkaimon rimarrà ancora aperto, per un brevissimo periodo di tempo. Avete un minuto e mezzo di tempo per decidere, dopodiché mi avvicinerò alla fonte del problema… e chi rimane qui deve necessariamente seguirmi, non posso lasciarvi soli.»


    ''C'e il rischio di morire di nuovo...?'' Si disse mentalmente Eiko: quello che aveva detto il sensei era vero, quella cosa da cui era probabilmente fuoriuscita quell'energia terribile li avrebbe potuto uccidere con facilità.
    ''Ma col cavolo che ci torno, a casa.'' Pensò rialzandosi in piedi, a testa alta: la morsa era sparita, e lei si era ripresa.
    ''No, non ora. Io nel Rukongai voglio lasciare una mia impronta, fare qualcosa di importante, cercare di rimanere viva, almeno qui. La prima volta non ho mai fatto niente di niente, ma ora la situazione è cambiata. Ce la posso fare.''

    Era passato esattamente un minuto e mezzo di tempo per le riflessioni di Eiko.

    «Tempo scaduto, temo… Le vostre decisioni?»

    < Io vengo con lei.>>

    Il sensei accettò le decisioni senza battere ciglio, si voltò e si mise a camminare in direzione dello strappo: Eiko lo seguì, senza badare agli altri due compagni e se avevano preso la sua stessa decisione oppure no.
    Una manciata di secondi dopo, una figura si era parata davanti a loro: un ragazzo sulla ventina d'anni, con lunghi capelli castani che gli arrivavano fino alle spalle, e man mano che scendevano assumevano una sfumatura di rosso.
    Il vestito bianco era fermato alla vita da una cintura, e verso il basso da delle ginocchiere, che rilasciavano andare la fine dell'abito verso metà ginocchio; avrebbe avuto un'aspetto abbastanza normale, non fosse stato per i pezzi d'osso che gli spuntavano dalle guance.
    Eiko piegò leggermente la testa, fissandolo con educata curiosità: si era aspettata un mostro orripilante, che attaccasse subito, senza pietà; si sarebbe aspettata di tutto, ma mai un umano.
    Osservò l'Hollow procedere tranquillamente verso di loro: ad una distanza media, il sensei uscì tranquillamente con quella che forse voleva essere una battuta.

    «... Ollalà, quale onore! Chi abbiamo l'onore di accogliere in quest'umile cittadina...?»

    Eiko si limitò a fissarlo atterrita, aspettando la reazione dell'Hollow.
     
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    3° SEGGIO

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    Ero molto deciso a far divenire realtà l'affermazione che avevo detto poco prima, in vista non c'era nessuno di quei hollow, c'erano solo ed unicamente degli umani.
    Improvvisamente nel cielo comparve una specie di taglio, o strappo, come lo si vuol definire, e dopo, questo strappo si aprì, dentro ad esso c'era il vuoto, e qualcosa che non riuscivo bene a vedere, a causa della lontanza. Gli umani sembravano non essersi accorti dello strappo, che non potessero vederlo? Quel qualcosa, ai miei occhi, appariva come un puntino, anzi, un piccolo segmento appena appena più grande di un puntino. Quella specie di segmento uscì dallo strappo, e si calò verso il suolo.
    Contemporaneamente un' immensa reiatsu travolse me e i miei compagni, non lo capii subito di cosa si trattava, infatti prima andai al contro al suolo, come se fossi caduto, ma a una velocità nettamente maggiore, subito mi scontrai con ciò che un attimo prima stavo calpestando, un tombino in acciaio, presi una bella botta alla testa, e poi per cause che ancora non capivo, il mio respiro si faceva sempre più affannato, e non riuscivo a tener gli occhi aperti, infatti il sinistro lo chiusi completamente, mentre il destro lo tenevo a malapena aperto. Tentavo di alzarmi, spingendomi con le braccia, ma più spingevo e più ne subivano le mie braccia, non potevo contrastare quell' immensa potenza.

    Che diavolo...?

    Non tenevo d'occhio i miei compagni, poichè mi era difficile, ma riuscii a sentire la voce del sensei, che ci invitava ad alzarci. Quella forza che ci aveva fatto stramazzare al suolo, scomparì, mi chiedevo ancora cosa fosse, ma ero comunque in difficoltà a muovermi a respirare, mi sembrava come se fossi ancora sottomesso da quel immensa potenza, mi ci vollero un paio di minuti per riabituarmi e a riuscire a muovermi, appena riuscii, mi misi seduto, crendo un triangolo con le gambe, che aveva come base il terreno. Poi mi alzai ed ascoltai le parole del sensei.
    Avevamo la possibilità di tornare a casa, se lo volevamo, potevamo morire, ma a me questo non interessava, accettavo di morire, non volevo fuggire.

    Mai.

    Il sensei chiese le nostre intenzioni; non emisi alcuna sorta di suono, rimasi muto, la mia risposta era ovvia, e pensavo che il sensei l'avrebbe capita da sè.
    Appena il sensei si mise a camminare verso il taglio, lo seguii, notando che anche la ragazza rimaneva, dell' altro compagno non lo sapevo, e speravo che avesse deciso di tornare a casa.
    Dopo pochi minuti di cammino, ci trovammo davanti una figura, un umano, o almeno così mi sembrava. Quel "umano", che in realtà era un Arrancar, era vestito diversamente da noi, un lungo abito bianco, interrotto dalla cintura nera, e successivamente da delle ginocchiere dello stesso colore della cintura. Ciò che era strano erano due pezzi d'osso che spuntavano dalle sue guance, questo mi portò a capire che non era un umano.

    ... Ollalà, quale onore! Chi abbiamo l'onore di accogliere in quest'umile cittadina...?

    Queste furono le parole del sensei, rimasi un po' perplesso, la descrizione che ci aveva fornito di Hollow era diversa da quello che ci trovavamo davanti, ma dalle parole del sensei sembrava che avessimo trovato qualcosa ben più forte di un normale Hollow, ma rimasi muto.
     
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  13. crixd
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    La missione si stava prospettando molto noiosa, continuammo a vagare senza meta senza che vi fosse la minima traccia di quegli esseri che Gintoki aveva denominato “Hollow” nei paraggi. Sbadigliando, alzai lo sguardo verso il cielo notando che proprio in mezzo ad esso si era creata una crepa che si ingrandiva gradualmente sempre di più, lasciandomi del tutto sbigottito. Mi strofinai gli occhi un paio di volte pensando che fosse solo un qualche miraggio dovuto allo stress o alla noia tremenda che mi stava assalendo; tuttavia la spaccatura al posto di scomparire si faceva sempre più grande, per cui iniziai a scartare l’ipotesi che ciò che i miei occhi castani stavano riflettendo in immagini al mio cervello fosse un’allucinazione. Guardandomi un po’intorno, notai che la gente era del tutto indifferente alla faglia che si era aperta sopra le loro teste, quasi come non se ne accorgessero.

    << Ehi, Gin, che caz-…>>

    Non riuscii a terminare la frase, in quanto fu come se venissi scaraventato con molta violenza verso il suolo da una forza misteriosa senza poter fare alcun tipo di azione. Il mio respiro divenne sempre più affannoso e pesante, catapultandomi mio malgrado in uno stato di confusione più totale; la forza che mi comprimeva al suolo inoltre mi dava l’impressione che anche il mio stesso sangue avesse smesso di fluire correttamente nelle vene, impedendo qualsiasi tentativo di ribellarmi a tale forza sconosciuta. Riuscii soltanto ad aprire leggermente gli occhi, ma avevo la vista annebbiata probabilmente dovuto al fatto che avevo problemi di respirazione per cui arrivava poco ossigeno al cervello, ma riuscii ad intravedere quel bastardo di un Gintoki che incitava me e i miei due compagni a rialzarci, con una preoccupazione che si poteva benissimo leggere sia nel suo tono di voce che nel suo volto, nonostante la vista annebbiata. Dopo pochi istanti che sembrarono esser secoli, riuscii a riprender controllo di me stesso e ad alzarmi, ascoltando con vaga attenzione le parole del sensei.

    «Lì… C’è qualcosa. Non so dirvi nemmeno io esattamente chi o cosa sia, né cosa ci faccia qui. Sappiamo solo due cose.La prima è che è fottutamente forte, abbastanza fuori dalla mia portata, terribilmente letale per voi; ne segue che la seconda cosa che sappiamo è che basta un passo falso per essere tutti morti… Di nuovo.Ora statemi bene a sentire, ragazzi. Noi siamo qui per tutt’altri motivi, ma sono obbligato dalla mia posizione di decimo seggio a dovermi avvicinare per fornire informazioni alla Soul Society. Se non ve la sentite, siete liberi di far ritorno a casa, non vi fermerò se vorrete farlo. Il Senkaimon rimarrà ancora aperto, per un brevissimo periodo di tempo. Avete un minuto e mezzo di tempo per decidere, dopodiché mi avvicinerò alla fonte del problema… e chi rimane qui deve necessariamente seguirmi, non posso lasciarvi soli.»

    << T-Tsk! Ti piacerebbe che l’illustre sottoscritto se ne andasse per lasciarti prendere tutta la gloria, EEEEEEEH?! Ricorda che io sono colui che supererà Dio stesso! E poi se proprio devo morire preferisco farlo con la mia squadra, non sarò l’unico vigliacco che se ne tornerà a casa a piagnucolare da mamma! >>

    Vidi che anche gli altri due ragazzi avevano preso la mia medesima decisione, per tanto ci apprestammo a seguire quel cretino dalla riccia chioma azzurra fin quando dinnanzi a noi apparve una figura inquietante che si avvicinava verso di noi a passo lento sorridendo in un modo che lasciava intendere molta sicurezza in sé stesso e indubbiamente tranquillità. Costui vestitivi un abito completamente bianco, spezzato solo dal nero delle ginocchiere e dalla cintura che portava alla vita. I capelli prima castani dalle punte rossicce ricadevano elegantemente sul suo volto e sulle spalle, conferendogli un aspetto ancora più da persona colta che amava curare il suo aspetto, se non fosse per due frammenti ossei davvero inquietanti che venivano fuori dalla pelle poco sotto gli zigomi, dandogli anche un’aria vagamente brutale, se vogliamo. Cautamente mi avvicinai a Gintoki, per poi sussurrargli ad un orecchio:

    << Gin ma sei proprio sicuro che sia un Hollow questo coso? A me sembra solo un cinghiale deforme…>>

    Il sensei mi ignorò placidamente, accogliendo l’essere con un’entrata forse un po’ atipica per essere l’accoglienza per un semplice hollow… Che vi fosse qualcosa di più?

    «... Ollalà, quale onore! Chi abbiamo l'onore di accogliere in quest'umile cittadina...?»
     
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  14. Tamaki-kun
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    Blaze: Il tuo pg sarebbe solito rivolgersi in quel modo ad uno sconosciuto, che non possieda la specifica psicologia di Zacarias? Questo sarebbe da considerarsi come metagame, conosco quali opzioni si presentavano al tuo personaggio ed hai scelto quella che pensavi si addicesse meglio all'arrancar, pur non conoscendone per niente i tratti psicologici nel gdr. Tralasciando anche solo per un istante questo, la scelta delle parole si è rivelata in ogni caso sbagliata, almeno secondo il punto di vista di Zacarias.
    Altri: Mediamente bene. Cris, sei fortunato che Zacarias non ti abbia sentito. xD

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    Quanto poteva essere importante una frase? Molto, forse troppo. Tramite le parole ogni individuo sufficientemente evoluto si rapporta con gli altri e, sempre grazie ad esse, sancisce un più variegato ordine di ruoli e confronti. Le stolte parole che lo shinigami mi rivolse, invece, mi fecero apparire chiaro quanto il suo ruolo non gli fosse perfettamente conscio: rivolgersi in quel modo ad un arrancar poco dopo aver avuto un saggio del suo potere, non era certo la migliore strada per recuperare anche solo la più piccola informazione. Non importava, la giornata stava diventando piacevole, poiché così gentile da fornirmi l’occasione di eliminare qualche pessimo attore dal palcoscenico del mondo. “Non è importante chi io sia.” risposi al giovane shinigami, osservandolo con un leggero velo di pietà mentre continuavo ad avanzare verso di loro, imperterrito, senza fermare il mio cammino “Lasciate che i grandi risolvano i bisticci dei grandi, voi preoccupatevi unicamente di loro”. Schioccando le dita, infatti, due ulteriori garganta si aprirono alle mie spalle, dai quali uscirono due fameliche figure. La prima, dal reiatsu più intenso, era alta a malapena un metro, assai longilinea e dagli arti affusolati. Una coda, terminante con una biforcazione siimile ad una forbice, ne ornava la schiena, così apparentemente protetta. La seconda, invece, era assai più imponente: raggiungeva i due metri di altezza e possedeva una quantità di muscoli superiore al normale, che ornavano le sue due paia di arti superiori. Entrambi avevano il viso ornato dalla tipica maschera bianca degli hollow e, con una sorta di ululato, annunciarono la loro fame di anime ai sordi spettatori che ancora calpestavano quella strada, colma di umani. “Divertitevi” mi limitai ad augurare ai nuovi arrivati, preparandomi a superare placidamente il blocco che prima gli shinigami mi avevano imposto, conscio di non esser più nelle loro priorità. Se avessero deciso di fermarmi, infatti, avrebbero dato ai due piccoli la possibilità di infierire sulla folla, cosa che difficilmente la Soul Society li avrebbe perdonato. Io, d’altro canto, avevo una missione più importante da compiere, ed era bene che ne arrivassi con le mani prive di sangue.



    1° Hollow


    Statistiche:
    CITAZIONE
    Zanjutsu: 5
    Hakuda: 45
    Cero: 30
    Sonido: 80

    Ferite Subite:
    CITAZIONE
    Ferite subite nei turni precedenti: Nessuna.
    Ferite subite in questo turno: Nessuna.
    Ferite totali: Nessuna.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Elenco tecniche utilizzate in questo turno:
    CITAZIONE

    CITAZIONE

    CITAZIONE

    Reiatsu:
    CITAZIONE
    Livello di energia: Verde.
    Reiatsu all'inizio del turno: 100
    Reiatsu speso: 0.
    Reiatsu rimasto: 100

    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Nessuno.
    Zampakutou: Nessuna.

    Note:
    CITAZIONE
    Grado raggiunto: Hollow.
    Nome pg: Non pervenuto.
    Stato psicologico: ---.
    Riassunto del post: ---.

    2° Hollow


    Statistiche:
    CITAZIONE
    Zanjutsu: 5
    Hakuda: 30
    Cero: 15
    Sonido: 25

    Ferite Subite:
    CITAZIONE
    Ferite subite nei turni precedenti: Nessuna.
    Ferite subite in questo turno: Nessuna.
    Ferite totali: Nessuna.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Elenco tecniche utilizzate in questo turno:
    CITAZIONE

    CITAZIONE

    CITAZIONE

    Reiatsu:
    CITAZIONE
    Livello di energia: Gialla.
    Reiatsu all'inizio del turno: 50
    Reiatsu speso: 0.
    Reiatsu rimasto: 50

    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Nessuno.
    Zampakutou: Nessuna.

    Note:
    CITAZIONE
    Grado raggiunto: Hollow.
    Nome pg: Non pervenuto.
    Stato psicologico: ---.
    Riassunto del post: ---.



    Edited by Tamaki-kun - 1/11/2010, 16:43
     
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    L’hollow continuò la sua passeggiata verso di noi con imperturbabile quiete, almeno finché al mio orecchio non giunsero i bisbigli di uno dei miei allievi, Light, che con fare interrogativo e palesemente furtivo per far sì che non venisse udito dall’intruso, mi disse:

    «Gin ma sei proprio sicuro che sia un Hollow questo coso? A me sembra solo un cinghiale deforme…»


    Decisi semplicemente di far finta che quelle parole non fossero mai giunte alle mie orecchie, se solo per disgrazia l’Arrancar ci avesse sentiti ci avrebbe trucidato istantaneamente. O almeno era ciò che pensavo, visto che, forse nauseato dal comportamento del ragazzo e stizzito dalle mie ironiche frasi, il guerriero misterioso iniziò a guardarci sempre più pietosamente, quasi volesse stenderci un velo sopra per nascondere la nostra vergognosa esistenza al mondo.
    Decisamente… eravamo partiti male; forse <troppo> male.
    Probabilmente fui troppo frettoloso nella scelta delle parole da rivolgere all’hollow, il quale non sembrava molto soddisfatto di quanto aveva appena visto accadere sotto ai suoi occhi.
    Continuando a guardarci dall’alto in basso senza riuscire a mascherare l’evidente pietà che in quel momento albergava nel suo ego, rivolgendosi al sottoscritto, disse:

    «Non è importante chi io sia. »


    Continuando ad avanzare imperterrito con il consueto passo lento verso di noi, aggiunse con espressione leggermente schifata:

    «Lasciate che i grandi risolvano i bisticci dei grandi, voi preoccupatevi unicamente di loro.»


    Ormai la frittata era fatta, tanto valeva fare un po’ gli sfacciati, come il mio carattere contorto spesso mi imponeva di essere.

    «Hah! E chi sarebbero i grandi?!»


    CITAZIONE

    Visibilmente seccato, l’hollow senza nome si limitò a schioccare le dita della mano destra, e immediatamente alle sue spalle si aprirono due ulteriori crepe nel cielo azzurro poco nuvoloso di quella mattinata di fine autunno, lasciando che ai nostri occhi apparissero due ulteriori creature, altre due belle gatte da pelare.
    Dalle fattezze più da bestia rispetto all’Arrancar, che sembrava più umano che un hollow, le due creature varcarono il grottesco portale annunciando la loro venuta con una serie di urla fameliche, accompagnate dallo sprigionamento delle rispettive reiatsu, palesemente di diversa entità tra loro.
    L’hollow dalla reiatsu più intensa, paragonabile alla mia, si presentava più o meno come uno gnomo da giardino alto all’incirca un metro, dotato di piccoli e magri arti, tutti e quattro terminanti con una serie di artigli sulle dita; all’altezza dell’osso sacro inoltre iniziava una coda di circa cinquanta centimetri strutturata ad anelli l’uno sovrapposto all’altro, al termine della quale vi era una sorta di grossa biforcazione, chiamiamola pure “forbice” , che andava ad alloggiarsi esattamente dietro la sua schiena, proprio come se fosse uno scudo. A coprire il volto una maschera ovale piuttosto allungata, con una serie di piccolissime decorazioni nere poco sopra al punto al quale corrisponderebbe la fronte.

    «Che la schiena sia il suo punto debole?»

    Il secondo hollow, visibilmente più grosso del primo ma ben meno potente in termini di reiatsu, si ergeva fiero dei suoi due metri di altezza mettendo bene in mostra i quattro arti superiori esageratamente muscolosi, come anche il resto del corpo per lo più umanoide, se non fosse appunto per il paio di braccia di troppo. Anche quest’ultimo portava una grossa maschera bianca che ricordava con insistenza la figura del cranio umano.

    Sembravano entrambi ostici avversari, ma se io e i tre ragazzi avessimo fatto le scelte giuste, ce la saremmo potuti cavare egregiamente. Nel frattempo il tizio dai capelli castani e rossicci si apprestava a superare la nostra posizione proseguendo placidamente il suo cammino, aggiungendo con pacata ironia un “Divertitevi” prima di superarci del tutto.

    «Tsk…! Grazie mille, bastardo…»

    Era chiaro che se avessi tentato di fermarlo avrei solo peggiorato ulteriormente quella situazione già tanto delicata di per sé, per cui decisi di non intervenire direttamente nel fermarlo, ma di lavarmene momentaneamente le mani, contattando la Soul Society.
    Portai la mano destra sulla parte tonda dell’auricolare, sopra il quale vi era inciso a caratteri cubitali un grosso Ventisette, il quale altro non era che un bottone per aprire la comunicazione.
    Si trattava di un auricolare personalizzato per il sottoscritto, non ho mai potuto sopportare gli apparecchi che vanno inseriti nelle orecchie, in quanto decisamente scomodi, così tempo addietro chiesi al Dipartimento di Ricerche e Sviluppo di realizzarne uno su misura per me.
    A sorpresa, forse per grazia divina, l’interferenza che poco prima aveva impedito la comunicazione della situazione alla Società delle Anime era del tutto scomparsa.

    «Gintoki Sakata, decimo seggio della decima compagnia a rapporto. La situazione sta rapidamente volgendosi verso il peggior scenario possibile, è apparso un Arrancar di cui non si conosce pressoché nulla, se non che le sue intenzioni siano palesemente ostili; ha infatti fatto apparire due ulteriori hollow di cui ci andremo ad occupare io e i tre ragazzi che sono con me. Sono richiesti con urgenza estrema rinforzi dalla Soul Society per bloccare l’Arrancar. Ripeto: SONO RICHIESTI RINFORZI IMMEDIATAMENTE, CHIARO?!»

    Una volta interrotta la comunicazione, sperando di ottener risposta in tempi brevi, mi voltai verso i tre ragazzi, quando nel frattempo i due hollow si guardavano ancora intorno alla ricerca delle prede con cui avrebbero desiderato banchettare.

    «Quelli… Sono i famosi hollow che stavamo cercando. Ignorate per il momento quel tizio, non è più qualcosa che ci compete. Ora, non so se lo avete notato, ma vi è una sostanziale differenza di forza tra questi due hollow; per cui se ci tenete alla pelle, vi conviene fare ciò che sto per dirvi.»

    Una breve pausa di riflessione, per pensare a qualcosa di concreto e di intelligente da fare, che comunemente verrebbe definito “piano”, anche se, in una situazione simile forse non si trattava esattamente di un “piano” vero e proprio…

    «Nonostante a giudicare dall’aspetto nessuno di noi lo avrebbe mai detto, quell’hollow tetrabracciato è il meno potente dei due, per cui voi siete in tre, se non fate assurdità e combattete con la testa potete farcela. Quel nanetto lì invece è decisamente più ostico, pare abbia una gran bella reiatsu… Me lo prendo io, non potreste farcela neanche volendo. Ma non temete, se per quando io abbatto l’hollow voi non avrete ancora finito con il vostro, interverrò per darvi una mano.
    Andiamo, e non morite, ve ne prego…»


    Sorridendo senza aggiungere una sola ulteriore sillaba, voltai loro le spalle e mi diressi a passo molto, molto veloce verso l’hollow.

    «Yo, patata! Sei proprio piccolo, eh?»

    Tra me e l’hollow vi erano poco più di sei metri quando fermandomi, estrassi la mia zampakuto dal fodero con la mano destra, mostrando la lama sempre molto curata e splendente. Amavo prendermi cura della mia arma sottoponendola a ore e ore di manutenzione, badando di farla sempre sembrare come nuova.

    «Avanti su… iniziamo, feccia!»

    Non muovendo un singolo passo dalla mia posizione, mantenendo una certa distanza dall’hollow, protrassi l’indice e il medio della mano sinistra perpendicolarmente al mio petto, per poi muovere l’intero arto con un movimento verso semicircolare verso l’esterno.

    «Bakudou no Ichi: Sai…»

    Mormorai le parole con lentezza, forse quasi dolcezza, mentre ero già scattato in avanti sfruttando la mia considerevole forza fisica e la mia agilità, le quali mi conferivano una velocità non indifferente, mirando a portarmi esattamente alle spalle dell’hollow. Poi tentai di colpirlo all’altezza della vita con un fendente orizzontale dalla mia destra alla mia sinistra, mirando a colpire il suo fianco destro, aumentandone la potenza sfruttando la rotazione antioraria che dovevo effettuare per girarmi verso l’hollow, dato che gli davo le spalle, tentando di tagliarlo a metà con un colpo solo e ben assestato.



    Statistiche:
    CITAZIONE
    Zanjutsu: 33
    Hakuda: 46
    Kidou: 34
    Hoho: 47

    Ferite Subite:
    CITAZIONE
    Ferite subite nei turni precedenti: Nessuna.
    Ferite subite in questo turno: Nessuna.
    Ferite totali: Nessuna.

    Tecniche Utilizzate:
    CITAZIONE
    Elenco tecniche utilizzate in questo turno:
    CITAZIONE
    Bakudou 1: Sai
    Prima restrizione, ostruzione. Per quanto sia una tecnica di basso livello ha comunque il suo valore. Puntando l'indice verso l'avversario si scaglia una restrizione che blocca le sue braccia dietro la schiena in posizione molto scomoda limitando quasi completamente i movimenti. Per un esperto utilizzatore del kidou è semplice neutralizzare una restrizione simile ma presenta comunque la sua efficacia contro gli avversari più deboli. E' anche possibile mirare ad arti specifici. Questa tecnica funziona solo contro avversari che hanno un energia spirituale minore, negli altri casi può facilmente essere infranta.
    Abilità richieste: Controllo del Reiatsu Lv.1; Kidou Lv.1
    Danno: /// [Blocco alla parte del corpo bersagliata]
    Consumo: Basso
    Distanza: 20 metri

    Reiatsu:
    CITAZIONE
    Livello di energia: Verde.
    Reiatsu all'inizio del turno: 100
    Reiatsu speso: 10
    Reiatsu rimasto: 90

    Equipaggiamento:
    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Auricolare, inutile ai fini del combattimento.
    Zampakutou: Mano Destra.

    Note:
    CITAZIONE
    Grado raggiunto: 10° Seggio.
    Nome pg: Gintoki Sakata.
    Stato psicologico: Molto serio, anche se con il solito atteggiamento da spaccone.
    Riassunto del post: Lascia passare Zacarias, fa rapporto alla Soul Society per richiedere rinforzi, dopodiché si accorda con i tre allievi sul da farsi. Sceglie di combattere con il primo hollow, e una volta giunto alla distanza di sei metri, sfodera la zampakuto e utilizza il Sai per tentare di bloccare la mobilità dell’avversario; quasi contemporaneamente all’utilizzo della tecnica, scatta in avanti sfruttando al massimo la sua considerevole velocità per portarsi alle spalle dell’hollow e tentare di colpirlo alla vita dello stesso con un fendente orizzontale in rotazione antioraria rispetto alla sua posizione iniziale,cioè di spalle all’avversario, mirando al fianco destro dell’hollow.

    SPOILER (click to view)
    Ho modificato solo un codice del colore, siccome sono onesto eccone anche la prova. <.<

    http://img838.imageshack.us/img838/5250/immagineet.png

    Il parlato altrui è viola, ma quella battuta va in rosso, come da correzione. u.u


    Edited by B l a z e - 4/11/2010, 20:54
     
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29 replies since 14/10/2010, 21:14   349 views
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