Pattugliamento nel mondo terreno...?

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  1. B l a z e
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    I ragazzi sembravano aver capito la serietà della missione che ci era stata affidata. Il minimo errore, e probabilmente avrebbero rischiato la vita; tuttavia a giudicare dai loro sguardi decisi sembrarono accettare questa eventualità a prescindere da ciò che sarebbe accaduto a partire da quel momento.
    Nessuno dei tre espose qualche dubbio o necessità di chiarimenti, eccezion fatta per Kyoya che sparò la sboronata di turno, alla quale preferii non rispondere, per preservare la momentanea serietà che si era creata in quel momento.

    La missione era di per sé molto semplice: una volta attraversato il Senkaimon saremmo giunti nella bella Tokyo, e questo lo avevamo fatto, dopodiché ci sarebbe bastato spostarci in gruppo alla ricerca di entità spirituali sulle quali fare pratica con il Konso, ed eventualmente, dare la caccia a qualche Hollow che sarebbe potuto apparire nei dintorni.

    Tuttavia il fato volle che qualcosa andasse storto in quel giorno maledetto…

    Abbastanza lontano dalla nostra posizione attuale, nel cielo apparve un’increspatura del color dell’ebano che lentamente si aprì a formare come due labbra che lasciavano intravedere il vuoto, l’oblio al loro interno. Quel così singolare varco formatosi nel cielo, del quale gli umani sembrava non si fossero accorti, era sicuramente qualcosa di ultra-terreno e nemmeno proveniente dalla Soul Society, in quanto una cosa così strana, e se vogliamo <mostruosa>, non l’avevo mai vista. Una figura, resa minuscola dall’imponenza della crepa nel cielo e dalla distanza, uscì dal varco gettando i nostri konpaku nella confusione più totale.

    Improvvisamente, il mondo attorno a me sembrò cambiare completamente: iniziai ad avere evidenti problemi di respirazione, finendo quasi con l’accasciarmi sul freddo asfalto della città nipponica, che sembrava indifferente a quanto stava accadendo. Iniziai a sudar freddo, in preda ad uno stato di semi-panico.

    «Cosa... cazzo… succede…?!»

    Poi, esattamente com’era misteriosamente apparso, quel tetro scenario scomparve all’improvviso. Ero piegato al suolo reggendomi unicamente su di un ginocchio; probabilmente ero stato appena schiacciato da un terribile reiatsu di entità infinitamente superiore a quello più imponente che avevo fino a quel momento avuto modo di <assaggiare>, ossia quello di Falkner-sensei, che di per sé possedeva un reiatsu da far paura. Questo però… andava oltre. Il terrore che si impossessò per quei pochi secondi del mio corpo era qualcosa che non avevo mai provato in vita mia. Ero visibilmente sconcertato, anche se ancora abbastanza lucido da non perdere di vista l’obiettivo primario che mi era stato affidato prima di partire; ovvero preservare l’incolumità dei miei studenti. Mi voltai, e vidi che tutti e tre stramazzarono al suolo per via di quella terribile energia spirituale, ed erano ancora in evidente stato confusionale.

    «ANDIAMO! ALZATEVI!»


    Attesi che i tre ragazzi si fossero ripresi del tutto, prima di riprendere a parlare.

    «Lì… C’è qualcosa. Non so dirvi nemmeno io esattamente chi o cosa sia, né cosa ci faccia qui. Sappiamo solo due cose.
    La prima è che è fottutamente forte, abbastanza fuori dalla mia portata, terribilmente letale per voi; ne segue che la seconda cosa che sappiamo è che basta un passo falso per essere tutti morti… Di nuovo.
    Ora statemi bene a sentire, ragazzi. Noi siamo qui per tutt’altri motivi, ma sono obbligato dalla mia posizione di decimo seggio a dovermi avvicinare per fornire informazioni alla Soul Society. Se non ve la sentite, siete liberi di far ritorno a casa, non vi fermerò se vorrete farlo. Il Senkaimon rimarrà ancora aperto, per un brevissimo periodo di tempo. Avete un minuto e mezzo di tempo per decidere, dopodiché mi avvicinerò alla fonte del problema… e chi rimane qui deve necessariamente seguirmi, non posso lasciarvi soli.»


    Questa volta la faccenda era terribilmente seria. Niente applausi, niente battute, niente sorrisi sornioni. Non c’era proprio nulla da ridere.
    Li guardai serenamente, cercando di infonder loro un po’ di coraggio, poi voltai le spalle. Cercai di mettermi in contatto con la Soul Society, ma non fu possibile per via delle solite interferenze, presenti solo nei momenti meno opportuni.

    «MERDA!»

    Nervoso, tirai un pestone al terreno, per poi tornare a rivolgermi dopo poco ai ragazzi.

    «Tempo scaduto, temo… Le vostre decisioni?»

    >Dopo aver sentito le decisioni dei tre allievi…<

    «Eccellente… Andiamo.»

    Iniziai a camminare a passo deciso in direzione della crepa formatasi nella volta celeste, presumendo che chiunque ne fosse uscito ormai fosse già giunto a terra. Dopo pochi minuti di tragitto, ecco ergersi davanti a me una figura piuttosto curiosa per le mie abitudini. Era per me consuetudine vedere unciamente persone vestite con lunghi kimoni neri; invece costui possedeva un abbigliamento decisamente più singolare, composto da un lungo abito bianco spezzato solo dal nero della cinta, delle ginocchiere e delle strambe calzature, così diverse da quelle di noi Dei della Morte.
    Ma la cosa che più mi colpì di quell'essere erano i due frammenti ossei che spuntavano all'altezza circa dei suoi zigomi, presumibilmente residui di una maschera da Hollow.
    Ciò che vedevo combaciava alla perfezione con la descrizione che mi era sta fornita degli Arrancar, Hollow che grazie all'utilizzo dell'Hogyoku hanno ottenuto dei poteri da Shinigami.


    «Inquietante. Altro che mezze cartuccie... Qui abbiamo l'artiglieria pesante!»


    L'Arrancar continuò placidamente il suo tragitto venendoci incontro, come se non fosse affatto turbato dalla nostra presenza. Schiarendomi la voce, quand'egli arrivò ad una certa distanza, dissi con fare accomodante e lievemente canzonatorio:

    «... Ollalà, quale onore! Chi abbiamo l'onore di accogliere in quest'umile cittadina...?»

    Forse ero stato troppo avventato, non sapevo molto dell'individuo con il quale mi stavo rapportando, tuttavia tentai di iniziare la discussione prendendo tempo, per potermi accertare della sua identità per poi far rapporto alla Soul Society e richiedere eventuali rinforzi.

    «In ogni caso non bisogna arrivare allo scontro fisico... Altrimenti è finita, per tutti.»


     
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29 replies since 14/10/2010, 21:14   351 views
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