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Tamaki-kun.
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CITAZIONEParlato
Urlato
Sussurrato
Pensato
Parlato d'altri-Come preferisci.- dissi con noncuranza, saltando leggiadro dal supporto di legno su cui mi trovavo per poi iniziare a camminare sul pelo dell’acqua, abilità piuttosto elementare ma che quell’anima non poteva mai aver avuto modo di vedere -Ah, ti avverto, potrebbe farti un po’ male…-. Chinandomi sulla sua figura, ancora occupata a sguazzare nel sangue del proprio cadavere, cinsi la catena e gli poggiai una mano sulla spalla, per avere un appoggio dove fare leva. Senza attendere oltre tirai quei pochi anelli che ci separavano, curandomi di non scardinarne totalmente la struttura di ferro che li legava al suo petto ma solo aprendoci un discreto varco. Il dolore, già a quel punto, doveva essere insopportabile, però non sarebbe bastato a trasformarlo in ciò che gli avevo promesso. Necessitava di un assaggio della sua futura vita e, io, volevo poter scrutare nei suoi occhi le emozioni che questo gli avrebbe suscitato, rivolgendogli un delicato e pacato sorriso.
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