Classe S [I]

Cosa si prova vedendo improvvisamente scomparire la testa dal corpo di colui che ci accompagna? Difficile dirlo… Gli occhi di quella donna, però, me ne offrirono uno squisito assaggio, empiendosi di paura e di un vuoto derivato da quanto poco ci capisse di ciò che era appena successo. In preda ad un singultò, sparò d’istinto alcuni colpi dal suo revolver, trapassando per un paio di volte la carne del piccolo hollow prima che la sua coda la facesse ruzzolare a terra. Non era ancora abbastanza allenato per superare con facilità le doti umane e, di certo, quei due spari dovevano avergli procurato un grande dolore. Uno si era conficcato proprio al centro della sua spalla sinistra, mentre l’altro gli aveva colpito parte del quadricipite femorale destro, lacerandoglielo.
-Fossi in te mi sbrigherei a finire il lavoro, sento che sta arrivando uno shinigami... Non so se tu sia pronto per un confronto del genere, specialmente se ferito. Ad occhio e croce posso concederti a malapena un minuto per finirla, poi tuffati nella stessa acqua che ti ha tolto la vita. Ho in mente un bel giochino per saziarti…- commentai con un sorriso divertito ed un’allegra risata, senza curarmi troppo degli squarci che il sale marino gli avrebbe quietato tra atroci dolori. Non poteva permettersi nulla di meglio, per ora, altrimenti non avrei tentato di proteggerlo dall’anima ormai in arrivo.

Passò solo una manciata di secondi da quando il mio nuovo allievo si era calato in acqua, prima che arrivasse il nostro visitatore tanto bramato. Vestito con l’usuale tunica nera come la notte scese su quel pontile illuminato dalla luna, rivolgendo uno sguardo disgustato allo scempio dei due corpi che vi rilucevano, privi della vita e della propria anima.
-Sei stato tu, mostro?- mi chiese con disprezzo, tentando invano di nascondere la propria paura con un tono rozzo e duro. L’incertezza, tuttavia, non era difficile da ricercare e trovare nel tremito delle sue corde vocali, specialmente per un predatore attento come me.
-Uhm… Chissà, potrebbe essere. In effetti, mio caro shinigami, ho parecchia fame e non riesco a saziarmi da lungo tempo.- risposi accarezzandomi la frangia dalla punta cremisi con le dita di una mano, giocando con noncuranza a formare dei piccoli vortici con le mie ciocche di capelli lisci -Posso sapere come ti chiami ed il grado che possiedi, piuttosto? Trovo sgradevole non chiedere nemmeno questo al proprio pasto, si tratterebbe di un’imperdonabile mancanza di rispetto. Io sono Zacarias Kanezane, Exequias del candido castello di Las Noches.-.
Per un attimo, il suo pomo d’adamo scese a deglutire. Non avevo mai visto una bocca seccarsi tanto velocemente solo all’udire il guaio nel quale era andata consapevolmente a cacciarsi. Lo faceva per puro senso del dovere, non avevo dubbi. Per certi versi si trattava di un comportamento pregevole.
-Io mio nome è Akira Hideki, sono un membro della II Divisione…- mormorò il ragazzo dal fisico sottile e slanciato, sul quale rilucevano i frutti di discreti sforzi in tanti allenamenti.
-Affascinante!- esclamai con un lieto sorriso -Se non erro la vostra Brigata è quella che più affina le abilità nel combattimento a mani nude… Devi sapere che anch’io ho questa propensione, magari potrai insegnarmi qualcosa.- . Un istante dopo scomparvi per riapparire alle sue spalle, conficcando con estrema facilità una mano dischiusa nella sua spalla sinistra, perforandola da parte a parte. Non aveva nemmeno potuto seguire i miei movimenti, difficile che potesse davvero insegnarmi anche solo la più piccola delle cose. Con un urlo di dolore straziante il suo sangue iniziò a sgorgare a fiotti dall’ampia ferita, mentre con indifferenza ne estraevo il mio arto.
-Stai attento piccolino, anche in questo stato non è detto che tu riesca a batterlo…- dissi ad alta voce rivolgendomi al mio allievo, spingendo il corpo dell’avversario nell’acqua che circondava il pontile. Vi cadde con una tumultuosa serie di gorgoglii. Il combattimento era iniziato e lo shinigami annaspava nell’acqua, poco sotto la sua superficie.

Quello shinigami era piuttosto addestrato, abbastanza da riuscire ad avvertire la stretta del mio allievo intorno alle sue caviglie nonostante il dolore, elaborando in fretta una strategia difensiva che lo avrebbe almeno portato a liberarsi da quella presa. Contrastando l’attrito dell’acqua, rivolse in un rapido movimento il proprio palmo verso il volto dell’inesperto hollow, mormorando alcune parole inudibili visto il campo in cui stavano lottando. Da mano dipartì ben presto un cono di luce azzurra che investì interamente il corpo del piccolo “squalo”, costringendolo a lasciarlo andare e cospargendone il corpo di ustioni di media entità. Da quella distanza, doveva aver bruciato parecchio…

Tentando di riacquistare il controllo della situazione, lo shinigami nuotò verso la superficie dell’acqua, colmando i pochi centimetri che lo separavano da essa e riemergendo alla luce lunare con il semplice scopo di riprendere fiato. Non lo fermai, non si trattava della mia battagia. Una volta fatto, senza attendere un istante più del necessario, scese nuovamente al di sotto della superficie, incrociando lo sguardo con il mostro situato circa quattro metri sotto di lui.

Lo shinigami rimase ad osservare il nuovo hollow mentre questi si poggiava sul fondale di quella baia, profonda circa cinque metri. Con dei rapidi movimenti della coda, esso tentò di sollevare la sabbia del fondale marino nella vana speranza di limitare la visuale dell’uomo. Inutile, la distanza che li separava era troppa perché le correnti non finissero con il trascinare quello sporco tumultuoso verso l’ampio oceano. Pochi istanti dopo dalla torbida nuvola emerse la creatura, forse speranzosa di non essere vista, mentre tentava di superare lo shinigami da sotto i suoi piedi per poi risalire alle sue spalle. Peccato che, un occhio attento come quello del ragazzo, non ebbe difficoltà a seguire i movimenti di quel mostro in ogni loro parte, voltandosi in tempo per prevenire la stretta della possente coda semplicemente sollevando le mani ed ottenendo così la spinta per sprofondare di una manciata di centimetri. L’istante seguente mirò invece a sferrare al fianco destro dell’hollow un rapido calcio, facendo mantenere al proprio piede una traiettoria circolare ed oraria, parallela al fondale sottostante. L’impatto non fu certo piacevole per il mostro, che a causa della forza di quell’urto fu costretto a sputare un fiotto di sangue, presto dissolto nell’acqua marina.

Dimostrando una notevole tenacia, infine, lo shinigami nuotò arretrando per guadagnare qualche metro dall’hollow ferito, riprendendo le posizioni. La sua ferita continuava a perdere molto sangue, mi domandavo per quanto sarebbe durato.

-Che rude…- commentai vagamente critico, osservando dal pontile il combattimento occupato a svolgersi poco sotto di me -E’ fortunato che il suo avversario sia ridotto tanto male.-. Nel suo avvicinarsi, infatti, l’hollow dovette incassare un paio di pugni al volto, ma grazie a quell’ambiente che tanto lo favoriva e alla stanchezza dello shinigami riuscì a non deviare in maniera significativa la propria traiettoria, finendo con lo stringere i denti affilati intorno alla laringe di quella povera anima. Il sangue né sgorgò a fiotti, segnando la fortuita vittoria della creatura mentre l’esponente della Seconda Divisione veniva divorato. Se lo sarebbe ricordato per molto, quel sapore, non disponendo ancora della forza necessaria a cacciare anime tanto potenti e succulente.
-Quando avrai finito esci dall’acqua, si va a casa…- dissi al mio allievo mentre mi voltavo e, toccando con l’indice della mano destra l’aria di fronte a me, aprivo un ampio varco dall’entrata nera e tenebrosa. Era arrivato il momento di fargli visitare lo Hueco Mundo, irraggiungibile senza la capacità di creare un garganta. Tale abilità sarebbe stata infatti la materia della sua prossima lezione, che lo avrebbe esposto forse ad un rischio ben peggiore del morire per mano di un ufficiale. Ci saremmo divertiti, ne ero certo.