Convocazione

prequel di missione - Gintoki Sakata, Urahara Mouryou

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  1. B l a z e
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    Il biondino rispose alla mia stravagante entrata in scena guardandomi con tanto d’occhi, come se fossi un marziano appena disceso sulla terra; decisamente ci ero abituato. Ero ormai avvezzo a percepire gli sguardi della gente su di me, soprattutto se così accentuati come il suo, vuoi per la mia capigliatura… <alternativa>, vuoi per il mio modo di vestire alquanto atipico per i rigidi Shinigami che abitavano la Soul Society, soprattutto per il fatto che il mio soprabito lo indossavo a metà… Cosa che forse solo io al mondo facevo.

    «Piacere mio. A quanto pare siamo qui per lo stesso motivo, Gintoki…-san.»


    Inarcai un sopracciglio, piuttosto stupito. San? Sembravo così vecchio? Dannazione, dovrò rinnovare un po’ il mio stile…Quel ragazzo doveva pressappoco avere la mia stessa età, porca miseria, perché essere così formali? Azzardai un po’.

    «Oh… Ehi, ehi, cos’è tutta questa freddezza? Chiamami solo per nome, Mouryou. Siamo dello stesso grado e abbiamo più meno la stessa età, non serve mica.»

    Senza dar tempo al ragazzo di poter ribattere, una voce aveva risposto dall’interno della stanza, interrompendo la nostra curiosa discussione.

    «Oh eccovi! Bene ragazzi... accomodatevi pure..»


    Oh bella! Quella non era forse la voce del famoso Capitano Shunsui Kyoraku, il terzo più forte Capitano di tutto il Gotei 13? L’irrecuperabile sciupafemmine numero uno dell’intera Soul Society! Che tizio affascinante doveva essere… Mi sarebbe piaciuto diventare suo amico, che diamine!
    Mouryou sobbalzò un attimo all’udire la voce dell’uomo e, dopo un iniziale smarrimento, aprì senza esitazione la porta, lasciandomela aperta perché potessi poi entrare anch’io. Che gentile che era… bofonchiai un “Grazie” sorridendo e mi posizionai parallelamente alla sua posizione, mentre lui chiudeva la porta alle mie spalle. Una volta chiusa la porta, Mouryou si esibì in un’azione un po’… strana? O almeno, ai miei occhi lo era… e molto anche! Si prostrò in ginocchio molto velocemente, badando bene a fissare il terreno anziché il Capitano, salutandolo molto rispettosamente. Nella Seconda vi erano delle usanze così strane? Nella Decima non era mai stata imposta una così ferrea disciplina: io con i miei superiori non ho mai fatto nulla del genere, nemmeno con il mio <buon> Capitano! Anzi, diciamo pure che facevo un po’ quello che mi pare, tranne quando il Capitano non mi incastrava/faceva incastrare…
    Comunque, forse era meglio essere un po’ formali con persone non appartenenti alla propria compagnia, per cui decisi di emulare Mouryou imitandone i movimenti e inchinandomi anch’io al cospetto dell’Ufficiale.

    «Piacere, Kyoraku-taicho. Il qui presen-…»

    «Gradite un bicchiere di sakè?»

    Non credevo di aver capito molto bene. Le mie orecchie avevano davvero sentito la parola “Sakè”? Dio, grazie! Non ho mai creduto tantissimo nella figura di Dio, eppure quella era la prova tangibile che egli esisteva davvero! Sakè, sakè! Il Capitano ne aveva fatto bandire la presenza in caserma… e non ho mai voluto chiedere a Matsumoto dove lo prendesse. Meno avevo a che fare con quella donna, meglio era! Immediatamente, risposi alla domanda del Capitano sovrastando la voce sbigottita del povero Mouryou.

    «SIGNORSI’ SIGNORE! GRAZIE INFINITE, KYORAKU-TAICHO!»

    Stavo per avventarmi sul bicchiere che il Capitano mi stava porgendo, quando venni freddato da una voce femminile piuttosto irritata. Brutto segno, Gintoki. Mai stare nei paraggi di una donna incazzata.

    «Capitano.. non c'è tempo per queste cose. La missione è della massima urgenza..»

    Cosa? Missione? Che diamine voleva quella maledetta donnaccia? E il mio sakè? Che fine avrebbe fatto? Il Capitano sembrò quasi ricordarsi un dettaglio importante, così ritrasse i bicchieri e iniziò a parlare, lasciandomi alle mie tanto amare quanto puramente sceniche lacrime di disperazione.

    «NOOOOOOOOOO! E il Sakè è andato…»

    Se non fosse stata una donna tanto rigida da far sembrare il ghiaccio della zampakuto del Capitano Hitsugaya della marmellata, sarebbe potuta essere anche una ragazza carina! Forse un po’ piatta, certo, ma in fin dei conto le ragazze con poco seno sono anche più carine, almeno ai miei occhi. Magari cambiando montatura di occhiali… quelli sono orrendi; oppure cambiando acconciatura… sembra una suora… Scoprendo un po’ la scollatura…
    Non mi avrebbe per nulla sorpreso se un rivolo di bava stesse colando da un angolo della mia bocca in quel momento: viaggiando con la fantasia avevo reso l’austera luogotenente Ise in una fotomodella degna dei livelli di Matsumoto-san… con meno poppe, certo, ma pur sempre una gran pezzo di donna!
    Comunque, dicevo: il Capitano Kyoraku sembrò tornare un minimo serio, anche se era solo un’impressione, dicendo:

    «Giusto giusto.. Visto che siete qui vi comunico che siete stati scelti come membri di una delle squadre che andrà in missione oggi stesso... diciamo pure tra pochissimo. Sono impegnati in questa missione quasi tutti gli ufficiali di seggio elevato.. voi siete più o meno un'eccezione ma vi hanno raccomandato 3 ufficiali di alto rango..»

    Un momento… Prego? Squadre? Missione? OGGI? Chi c’era dietro questo mero complotto ai danni della mia povera persona? Come era possibile? Ero appena sfuggito ad una tortura e me ne ritrovo una peggiore? Ma porco demonio! Si vede che oggi la buona stella non mi assiste… anzi, che dico? Da quando io posseggo una buona stella? Sono più sfigato di Charlie Brown delle volte… Mamma mia. Ufficiali di seggio elevato? E io chi diamine conosco di seggio elevato? Mi misi un attimo a rifletterci su, giungendo ad un’unica conclusione.
    Falkner Chase, Hanae Haru e Go Tsuaki. Loro. Per forza. O forse anche quella bastarda di Yukari; non mi avrebbe affatto sorpreso.

    «A ogni modo dovete recarvi uhmm in realtà alcuni minuti fa al senkaimon dell'ottava... il vostro ufficiale in comando vi aspetta sul posto. Se non avete domande potete andare.»

    Mi passai una mano tra i capelli, sospirando. Ufficiale in comando significava che qualcuno di posizione più elevata della mia mi stava aspettando… E visto che mi stava aspettando voleva sicuramente dire che io fossi in ritardo… Ritardo significa cazziatone… Cazziatone significa… “Sei nella merda, Gintoki!”. Prima che potessi aprir bocca, fui anticipato dal bravo e diligente Mouryou, che subito se ne uscì con una risposta da “Manuale del perfetto ufficiale”.

    «Se questo è tutto signore, prendo congedo per recarmi al portale Senkaimon. Con permesso, Capitano Kyouraku e Tenente Ise. »

    Poi rivolgendosi a me, aggiunse:

    «La aspetto al portale Senkaimon, Gintoki-san. Colgo l’occasione per augurarle buona fortuna.»

    «Mattaku, sei proprio un tipo noioso… e dammi del tu! Buona fortuna anche a te… Se non avete altro da aggiungere, io andrei con lui. Capitano, Luogotente…»

    Decisi di rimanere sul vagamente formale anch’io, imitando una seconda volta il biondine mio pari, ritenendolo sicuramente più di buone maniere rispetto a me. In fin dei conti lui veniva dalla Seconda… non lo invidiavo per niente.
    Una volta uscito dalla stanza, il ragazzo si apprestò ad utilizzare uno Shunpo enunciandolo ad alta voce… Molto curioso, per uno delle unità mobili segrete. Non dovrebbero saperlo sfruttare al meglio senza doverlo per forza dire ad alta voce? Dal canto mio, non volevo stancarmi più di tanto prima ancora di iniziare la missione, tanto ormai ero già in ritardo, quindi non cambiava poi molto ad arrivare cinque o quaranta minuti dopo… sempre di ritardo si trattava. Mi limitai a seguire la segnaletica che sembrava abbondare anche eccessivamente in quella brigata, per dirigermi allo spiazzale del Senkaimon, dove avrei trovato sicuramente Mouryou e il fantomatico Ufficiale in comando, che per qualche astruso motivo, temevo dovesse essere il mio incubo numero due, ossia Falkner Chase e il fatto di essere proprio all’Ottava Brigata amplificava a dismisura quel mio terribile presentimento. Per onor di cronaca, il mio incubo numero uno era, per ovvi motivi, quel bastardo di uno Tsuaki, del quale non avevo notizie ormai da troppo tempo. Chissà che gli era capitato…
    Alla fine giunsi al famoso luogo prestabilito, entrando in scena sbagliando piuttosto rumorosamente e con aria assai annoiata.

    «Fa’ che non sia davvero lui… Per carità…»
     
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