Classe B [I]

-… Faremo i conti..?- chiesi guardandola, sorpreso da tanta improvvisa impudenza -Forse non ti è chiaro il concetto: rimango infinitamente più forte di te e dovresti reputarti fortunata ad esser stata scelta. Avresti preferito morire? Se così fosse, voglio farti notare che sono ancora in tempo.-. Con passo tranquillo l’accompagnai verso la sua nuova meta, senza curarmi di dirle cosa i miei sensi avevano già potuto captare. Come al solito, sarebbe stata una spesa un tantinello movimentata.

-Certo, ti ho capita.- risposi alla creatura accarezzandone delicatamente la schiena come a volerla consolare, nonostante la mia pelle recasse in essa soltanto un profondo gelo -Dolori e disturbi ho imparato a domarli… Col tempo. La nostra natura ci impone di sfamarci per evolverci, per farci raggiungere uno stadio superiore, che insieme a nuovo potere ci offre anche un maggior controllo dei supplizi che ora tanto ti fanno penare. Non dovrai soffrire per sempre, ma anche io, pur avendo raggiunto uno dei gradini più alti, a volte sento il dolore che stai provando. Attutito, molto lieve… Ma non credo che potrai mai liberartene completamente, se non negli istanti subito successivi ad un pasto.-. Non appena la mia allieva balzò sopra un tetto, mostrando una certa difficoltà, io la seguii passeggiando comodamente nell’aria, abilità fondamentale ma che lei era ancora lontana dal riuscire ad apprendere.
-Che ne dici di… Quello?- suggerii indicando un ragazzo vestito di un giubbotto di pelle nera ed alto circa un metro e ottanta, apparentemente intento ad accendersi una sigaretta. Altre persone stavano percorrendo la strada, ma nessuna aveva interrotto il proprio tragitto proprio davanti ai nostri occhi. L’adolescente non aveva di certo delle gravi colpe a macchiarlo, ma cosa poteva farci la NeoHollow? Mangia o morirai di fame, la legge era semplicemente questa.

Il balzo della mia allieva verso il collo del malcapitato non fu abbastanza veloce e, prima che si compisse, una figura vestita di nero comparve nel mezzo della strada, pronunciando delle parole che solo io potei riconoscere come quelle di un incantesimo: si trattava del “Sai”. Un’onda d’urto impattò contro il fianco della creatura, facendola rotolare lungo il ruvido asfalto ma senza riuscire a scalfirne le resistente epidermide. A giudicare dalla sua follia nell’intervenire, doveva essere uno shinigami inesperto quanto fortunato. Solitamente la sola presenza del mio reiatsu sarebbe bastata per far convocare dei rinforzi anche ad un 4° Seggio, ma quel ragazzino tremante che ora si ergeva incerto a difesa delle nostre prede aveva trovato più saggio intervenire subito, probabilmente per una qualche forma di perverso eroismo. Bene, meglio così: ci sarebbe stato da divertirsi.
-N…Non farete del male a nessuno, q-qui!- esclamò l’individuo con voce incrinata, permettendomi di indagarne tutte le sagge incertezze, mentre la sua mano sinistra correva ad estrarre la propria zampakutou, una katana di sessanta centimetri -I…Io ve lo imped…-.
-Uff... Possibile che oggi capitino tutte a me?- sbuffai, lasciando che una mano andasse ad accarezzarmi il retro della testa prima di rivolgermi alla neohollow -Ketrin, colui che ti ha fermata è uno shinigami. Solitamente, insieme ai pochi quincy rimasti, sono coloro che tentano di ammazzarci. Il loro scopo è salvare le vite delle nostre prede… Come se noi potessimo fare a meno di nutrirci, vero? Uccidi o sarai uccisa, tutto si ricondurrà sempre a questo nella tua nuova vita.-.

Alla zampata della creatura si frappose il filo della lama della zampakutou, saldamente impugnata dallo shinigami, che ebbe la peggio soltanto grazie alla notevole mole della neohollow. Tutto il peso di cui disponeva si infranse sull’arma del proprio avversario, costringendola ad un volo di cinque metri dietro il suo possessore ma solo dopo che questa le ebbe penetrato le carni della zampa anteriore sinistra, facendone uscire un fiotto di sangue. Prima che l’hollow potesse morderlo, infine, la figura vestita di nero riuscì a compiere un balzo laterale di un paio di metri, sufficienti a riprendere le distanze ma senza fornirgli l’occasione di recuperare la propria arma.
-Bakudou 4: Hainawa!- esclamò con voce improvvisamente decisa, enunciando una formula che pareva aver recitato molteplici volte. Dalla sua mano sinistra dipartì subito una luce giallastra, dalla consistenza indefinibile, che assunse le fattezze di una frusta luminescente. A quanto pareva, la mia allieva era ancora lontana dal riuscire a disarmarlo.

Il tentativo della ragazza, egregiamente supportato dalla forza che il suo nuovo corpo le donava, riuscì a strapparmi una risata divertita. L’essere umano scagliato verso il suo opponente lo prese in pieno, facendoli rotolare entrambi malamente sull’asfalto prima che la ragazza balzasse verso lo shinigami e riuscisse a divorarlo. Il suo nemico aveva sottovalutato la forza dell’istinto di sopravvivenza, non aveva fatto in tempo a reagire di fronte ad un umano usato come ostacolo anziché come semplice pasto.
-Beh, ragazza, che fine ha fatto il rimorso con il quale stavi per nutrirti di quel ragazzo?- chiesi tentando invano di ricompormi, quanto avevo appena visto mi aveva fortemente stupito -Sacrificarlo pur di sfruttare un’apertura del tuo nemico… Beh, non male. La tua coscienza è a posto? Spero di sì, ti stai avvicinando a comprendere quanto dura sia la lotta per la sopravvivenza. I “deboli” non sono creature, sono carne da macello. Stai imparando in fretta, ragazza mia…-.
Lasciai che finisse il suo pasto consumando le due anime che era stata tanto fortunata da abbattere in un colpo, prima di avvicinarmi a lei e di toccare con un dito l’aria di fronte a noi, nella quale si aprì un oscuro varco simile a delle fauci fameliche.
-Seguimi, Ketrin… Si va a casa!- esclamai con un lieto sorriso, facendole cenno di seguirmi mentre, senza alcuna esitazione, mi immergevo in quel tetro colore che ci avrebbe permesso di raggiungere, entro breve, lo Hueco Mundo.