Evoluzione (Gillian) [Kigetsu Masamune]

-Non accade tanto spesso che un allievo di Rorschach sopravviva così a lungo alle sue attenzioni, sai?- commentai con un tono puramente informativo, senza curarmi dell’essere appena comparso alle spalle dell’hollow occupato a vagare, come sempre, nei tetri paesaggi dello Hueco Mundo. Probabilmente l’unica cosa che era riuscito ad avvertire erano proprio le mie parole, prima di essere accarezzato dal controllato ma gelido flusso di energia spirituale che costantemente emanavo. Gli sorrisi.
-Quanto tempo è passato, Kigetsu-kun?- chiesi scostandomi divertito una liscia ciocca di capelli, dalle punte cremisi, dal volto. Quella sarebbe stata una giornata assai interessante, la sua prima occasione di mostrare a molti se era davvero in grado di scalare la nostra scala gerarchica. Una scala crudele e sadica, dove molti finivano con il morire ancor prima di poter aspirare al suo più basso gradino e dove anche i più grandi rischiavano di diventare semplice carne da macello. A pensarci bene, probabilmente avrei assistito ad una tetra quanto piacevole tragedia. Trovavo curioso che, tra tutte le espressioni del teatro, quella fosse da sempre una delle forme più antiche e conosciute. -Ho pensato che ti andasse di fare per la prima volta un giro… A conoscere un po' dei tuoi futuri amici.-.
Non stavo facendo una supposizione, avevo ordini ben precisi da svolgere. Ah, quel Rorschach! Solo perché momentaneamente appoggiato da Aizen-dono, si era permesso di darmi un incarico simile. La cosa, in realtà, avrebbe potuto risultarmi piacevole in altri tempi, ma non avrei mai sopportato di dover sottostare agli ordini di un semplice e banale Adjuchas quale lui ancora era.
Il giovane hollow era di certo a conoscenza degli innumerevoli abitanti della foresta che ci cresceva intorno. Doveva esser stato assai fortunato per riuscire a sopravvivere da solo in un posto del genere, ma sarebbe stata solo questione di tempo prima che finisse divorato come tanti suoi predecessori. A meno che, ovviamente, non si trasformasse in un Gillian.

-A Las Noches desiderano qualche altro Gillian tra le proprie schiere, sono stato mandato qui per vedere se sei idoneo a diventarlo.- spiegai con voce pacata, facendo chiarezza nella mente del ragazzo mentre con un cenno della mano lo invitavo a seguirmi. Senza eccessiva fretta iniziai a passeggiare in direzione dei colossali alberi che, proprio davanti a noi, si stagliavano immensi verso l’oscuro tetto di quella foresta. Camminammo per una decina di minuti senza incontrare, stranamente, alcun ostacolo. Pur trattenendo parte dell’energia spirituale che possedevo, quanta ne stavo emettendo era sufficiente per convincere gli hollow minori a tenersi ben lontani da noi… Salvo quelli troppo stupidi per capirlo, ovviamente.
-GRAAAAAUR!-.
-GAAAAAAAH!-.
-GROOOOOUR!-.
Ecco, come al solito. Numerosi ed ampi tronchi dalla grigia corteccia ci nascondevano alla vista di quelli che, a giudicare dal reiatsu che emanavano e dalle inconfondibili doti dialettiche, dovevano essere almeno tre Menos Grande. Sciocche torri affamate, ecco quello che erano.
-Siamo arrivati al primo ostacolo della giornata, a quanto pare.- commentai scuotendo la testa con aria di rassegnazione, prima di celare totalmente la mia energia spirituale in modo che non potessero più localizzarmi -Nella Foresta dei Menos vi è un luogo dove gli hollow minori sono soliti trovarsi per raggiungere lo stadio di Gillian. Molti vi capitano perché attratti da esso, seguendo solo il proprio istinto omicida, altri invece ce li mandiamo noi. Si tratta di una radura circolare abbastanza ampia, di circa cento metri di diametro. In quel terreno spoglio e polveroso, io stesso ho iniziato la scalata della nostra scala gerarchica. A separarci da esso, però, ci sono ancora circa mille metri di foresta, dove ora si stanno aggirando i tre Gillian che hai potuto udire.-.
Chiusi gli occhi per qualche istante, concentrandomi, prima di riprendere a parlare: -Due di loro si trovano ai nostri lati, circa duecentocinquanta metri davanti a noi. Uno spazio di circa cento metri li separa. A metà della strada che dovrai percorrere per arrivare alla radura, invece, vi è il loro terzo compagno. Per ora si trova proprio di fronte a noi, con mezzo chilometro di distanza a separarci. Si sta muovendo velocemente ma segue una traiettoria irregolare e scostante, probabilmente è stato confuso dall’improvvisa scomparsa del mio reiatsu. Hai mai avuto modo di vedere cosa sono in grado di fare i loro Cero a questi colossali alberi in apparenza rocciosi? Nonostante la grandezza del tronco, non sono in grado di resistere a più di due Cero… E sto facendo una stima in eccesso, molti potrebbero crollare al primo colpo. Il tuo compito è raggiungere la radura senza farti ammazzare, questo mi pare scontato.-.
Con un delicato sospiro lasciai che l’aria emessa dalle mie labbra sottili condensasse in quell’ambiente così freddo ed ostile, ero lieto di aver ormai passato quei penosi momenti che ora toccavano a Kigetsu.
-Se stai sperando in un mio aiuto sono spiacente di doverti deludere: il tuo caro maestro, Rorschach, mi ha impedito di interferire in qualsiasi combattimento ti saresti trovato ad affrontare. Dei suoi ordini non mi importa molto, ma non mi è concesso di ignorarli se confermati dal signore di Las Noches. Buona fortuna, ti aspetterò nei pressi della radura- dissi prima di scomparire di fronte ai suoi occhi.

Erano poco svegli i gillian, si, ma non ciechi. Dal momento in cui l’aura di Zacarias era scomparsa, avevano mantenuto lo sguardo fisso sul punto dove poco prima si trovava. Cos’era quella sagoma grigiastra che aveva iniziato a muoversi? Si confondeva con gli alberi, di cui aveva quasi lo stesso colore, eppure si muoveva. Beh, poco male, qualsiasi cosa fosse in grado di muoversi poteva essere definita cibo.
Uno scintillare di luce cremisi illuminò per un breve istante il gillian che si trovava alla destra dell’hollow, e quando questo aveva percorso a malapena un centinaio di metri si ritrovò un cero correre verso di lui. L’enorme fascio di energia scarlatta illuminò la foresta come se fosse giorno, prima di impattare violentemente sul terreno, a meno di dieci metri dal ragazzo. Il colpo sollevò un notevole polverone, ma purtroppo non fu questo il suo unico esito.
-Gaaaah…- sibilò il bestione a sinistra del sentiero, comprendendo insieme al proprio simile che era arrivato uno stuzzichino. Voltando l’enorme maschera bianca nella direzione dove era finito il cero, azzardò qualche ampio passo verso di essa. La gara per il cibo, dove anche i compagni possono improvvisamente trasformarsi in rivali, era iniziata.

… Già, in teoria almeno. Purtroppo il giovane hollow non aveva tenuto conto di un particolare piccolo eppur abbastanza influente: i due colossi che desideravano sbranarlo erano alti all’incirca quanto un palazzo, di conseguenza i loro eventuali ceri per colpire il piccolissimo pasto si sarebbero diretti verso il terreno con una traiettoria rettilinea e discendente. Per quanto Kigetsu puntasse a far scontrare le loro tecniche, questo sarebbe potuto avvenire unicamente nel punto in cui lui stesso si trovava. Un suicidio, detto in altri termini.

Il Gillian che prima aveva utilizzato il Cero provò a rifarlo nuovamente, ma per enorme fortuna del ragazzo si trovava in una posizione troppo lontana e la sua tecnica finì per l’impattare contro un albero, causandone la caduta tra sinistri rumori di scricchiolii ed un cupo tonfo. Il suo compagno, che nel frattempo però si era mosso, non distava dall’hollow che una cinquantina di metri: il semplice colore di Kigetsu, che in parte lo mimetizzava di fronte agli occhi di quelle belve, non sarebbe stato sufficiente a salvargli la pellaccia. Il colossale fascio di energia cremisi che eruppe dalla bocca del secondo Gillian colpì quasi in pieno l’allievo di Rorschach, facendolo rovinare sul terreno polveroso per molti metri. Questo colpo doveva avergli fatto parecchio male, era vero, ma ormai aveva percorso circa cinquecento metri in direzione della radura indicatagli. Sarebbe riuscito ad arrivarci? Del terzo mostro, per ora, sembrava non esserci alcuna traccia… Evidentemente doveva essersi spostato, forse perché più interessato ad inseguire il reiatsu ormai scomparso di Zacarias

Il giovane hollow riuscì a trovare rifugio dagli sguardi impietosi dei due Gillian rifugiandosi tra alcuni alberi insolitamente bassi vicini al punto dove era stato colpito.
-…G…Guhhh..?- fece il primo dei colossi, fermandosi all’improvviso e guardandosi goffamente intorno nella speranza di localizzare nuovamente la propria preda. Ci provò soltanto per una decina di secondi, prima di sollevare con esasperante lentezza il proprio capo mascherato per volgerlo negli occhi del compagno.
La seconda delle torri, quella a sinistra del sentiero, dopo la scomparsa dell’hollow non aveva accennato ad alcun movimento. Era ferma, immobile, fredda ed austera come una delle colonne che in un altro mondo avrebbero potuto reggere templi maestosi. Fu semplicemente questione di tempo, dopodiché con uno scatto improvviso rivolse la propria bocca esattamente verso la direzione dove si era nascosto l’inesperto Kigetsu. Un enorme Cero fu lanciato verso quella creatura dall’epitelio così chiaro, e solo il parziale riparo che gli alberi gli avevano offerto ne limitò il volo ad una decina di metri. Tra schegge e crepitante energia cremisi, doveva essersi fatto molto male…
Esistevano tanti modi per cacciare le proprie prede in quella foresta oscura, ma uno dei più utili era di certo il seguire le deboli tracce della loro energia spirituale.

Alle parole dell’hollow i due Gillian si fermarono sul posto, come impietriti. Avete presente quando, risvegliati improvvisamente da un tetro torpore, vi rendete conto che quel che state facendo è profondamente sciocco? Quella stessa consapevolezza li accolse di colpo, facendoli per un attimo espirare qualche verso d’incertezza.
La prima a voltarsi in direzione della propria compagna fu la torre a destra del sentiero, come se ora si rendesse conto di trovarsi innanzi ad un banchetto assai migliore di quella penosa lisca di pesce. Avrebbe mangiato anche quel misero hollow, poco ma sicuro, eppure questo non rientrava più al primo posto nella lista delle sue priorità.
Un lampo cremisi precedette il lamentoso urlo di dolore del Gillian di sinistra, che irato si scagliò in direzione dell’altro colosso per tentare di azzannarlo con inaudita ferocia.

La battaglia imperversò per parecchio tempo e, prima ancora che il vincitore fosse deciso, Kigetsu era riuscito ad allontanarsi abbastanza per scomparire dal campo visivo delle due torri. Aveva ormai percorso ben ottocento metri, ma ecco che ad un centinaio di passi di distanza da sé scorse dietro ad uno degli enormi alberi l’oscura sagoma dell’ultimo Gillian, che nel frattempo pareva essersi calmato. I suoi profondi respiri risuonavano sinistri nella fredda aria della Foresta dei Menos e, nella penombra, appariva chiaro che stesse ancora dando le spalle al giovane hollow, evidentemente non ne aveva ancora percepito la presenza. Che fare? Le ferite sul corpo di Kigetsu erano profonde e dolorose, doveva riuscire ad escogitare uno stratagemma che gli permettesse di evitare anche il minimo colpo, così da non crollare esausto e indifeso al suolo.

La strategia del giovane hollow era abbastanza semplice, forse troppo. Per un breve periodo di tempo riuscì ad aggirare il gigante che, a causa degli alberi, non riuscì a scorgerlo.
-GRAAAAAAAH!- ululò il Gillian con quanto fiato aveva in corpo quando vide Kigetsu in uno spazio leggermente meno protetto, nonostante ormai l’inesperta creatura fosse riuscita ad aggirarlo tanto da trovarsi esattamente di fronte a lui, che era rivolto in direzione della radura nella speranza di poter trasformare l’usuale raduno in un suo ricco banchetto.
Ancora cento metri lo separavano dallo spiazzo dove forse si sarebbe potuto avvalere di alcuni compagni, forse, per fuggire da quella torre famelica, ma fino ad allora cosa avrebbe potuto fare per riportare a casa la pellaccia?

Quel giovane hollow non brillava per varietà, ma di certo aveva una discreta dose di fortuna. Ascoltando le sue parole, infatti, l’ultimo dei colossi di volse esitante per dare un’occhiata alle proprie spalle, dove proprio in quegli istanti si iniziava a scorgere una barcollante ma enorme figura tentare di allontanarsi nel folto degli alberi grigiastri. Aveva ragione il piccoletto, quello doveva essere il vincitore ed il suo stato attuale lo rendeva una preda facile quanto sostanziosa.
-Yaaa…- parve quasi sibilare il Gillian, voltandosi rapidamente in direzione del suo nuovo pranzo ed allontanandosi silenzioso dall’ampia radura dove ormai iniziavano a radunarsi diversi Hollow. Incredibile a dirsi, nonostante la sua enorme massa al poggiarsi dei candidi piedi sul terreno non ne usciva che un rumore sordo, ovattato e difficile da udire in lontananza. Erano davvero discreti predatori i Gillian, questo andava detto.

-Hai mai pensato di diventare ambasciatore, o qualcosa di simile?- commentai divertito, riapparendo all’improvviso e cingendo la spalla della creatura con fare paterno, per lodarne le imprese diplomatiche -E’ una fortuna che tu abbia una discreta parlantina, dovrai farne grande uso proprio ora… Dietro quegli alti cespugli troverai ad attenderti almeno un centinaio dei tuoi compagni, tutti intenti a convincere i propri simili ad unirsi a sé. Sei però stanco ed il tuo corpo è ferito, ti consiglierei di evitare ogni provocazione perché in questi eventi è facile vedere qualche hollow mangiare un proprio simile considerato troppo irritante o succulento. Il tuo compito sarà reclutare un minimo di dieci compagni con cui unirti a formare un Gillian, impresa tutto sommato semplice… Il problema, posso anticipartelo, verrà dopo: nella creazione della nuova entità tutte le personalità che la compongono lotteranno per prevalere sulle altre nella speranza di mantenere la propria identità, sarà un confronto psicologico più che pericoloso. Se la tua non riuscisse ad imporsi… Beh, la perderesti per sempre, insieme alla vera possibilità di proseguire il cammino degli hollow. Diverresti semplice energia spirituale, buona solo per essere usata o divorata. Un’ultima cosa: non contare di ritrovare la tua psiche immutata dopo questa prova, anche nel migliore dei casi sarà per sempre macchiata e sporcata da quelle silenziose dei tuoi compagni. Entra nella radura, io osserverò la scena.-. Così dicendo, scomparsi.