Shiro Shirayuki's Requiem

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    Karakura Town.
    La notte regna sovrana su questa fiorente cittadina del Giappone, e la luna le fa da ancella, splendente come sempre in cielo. La volta delle stelle fa da cornice a tutta questa meraviglia celeste. E' una serata tranquilla: nessuno può sospettare che tra qualche minuto questa così bella serata si tingerà di rosso, salutando con un inchino una nuova anima, e portando l'ultimo addio ad un corpo.
    Nel piccolo appartamento di Shiro quest'ultimo è steso sul divano, tormentato dai ricordi e dai pensieri, che questa sera hanno deciso di tormentarlo e di impedirgli che il dolce sonno possa impossessarsi di lui e far passare un ennesimo giorno di tristezza e solitudine: da quando infatti sua sorella aveva cominciato ad uscire con le sue amiche era cambiata molto, come se tutto ciò che era successo in passato a loro e ai loro genitori non la riguardasse. Shiro non aveva mai capito questo suo atteggiamento, e lo innervosiva non saperla leggere e interpretare, tuttavia la sua promessa di proteggerla dal mondo intero era rimasta valida.
    Scuote la testa, nel vano tentativo di scacciare questi orribili pensieri, e più volte chiude e poi riapre gli occhi cercando di prender sonno. Ma tutto pare inutile. Per questa ragione si alza, di scatto, con un agile colpo di reni, e con passo lento e trascinato si dirige in bagno, più precisamente presso il cassetto dei farmaci. Lo apre e fissa ogni singola scatola di medicinali e psicofarmaci. Li odia. Li odia tutti. Tutti quei suoi psicofarmaci lo avevano sempre fatto sentire un egoista: spendeva metà del suo stipendio per poterseli permettere, assieme a tutte le sedute con psicologi vari. E ogni moneta donata ad un farmaco, era una moneta rubata alla felicità di sua sorella. Fissa dunque tutte quelle scatole, prendendone con ambo le mani qualcuna. Dopo aver fatto questo, torna sul divano e si siede, con aria ansiosa. La destra affonda nella tasca destra dei suoi jeans, e ne riemerge poco dopo con un paio di bustine contenenti una polvere bianca, molto simile al talco. Guarda quella sostanza, con aria sempre più sconsolata. Non vorrebbe, e non avrebbe mai pensato di ridursi a quello. Ma il mondo l'ha costretto a questo, e lui non può scappare. Inizia ad aprire qualche scatola di psicofarmaci antidepressivi e ansiolitici, spargendone metà del contenuto sul piccolo tavolino in legno appena davanti al divano. Con la mano destra inizia a prendere qualche pastiglia antidepressiva, mandando giù il tutto come caramelle. Lo stesso fa con le gocce ansiolitiche, versate sulla lingua in grande quantità.
    Attende qualche minuto, ed ecco che riesce a sentire i primi effetti dei farmaci assunti: si sente decisamente più rilassato. Si stende ancora sul divano, sprofondato nel morbido materiale che lo compone. E' ancora in dubbio: non sa se assumere o meno quella sostanza che ora giace sul tavolino in legno. Non sarebbe stata la prima volta per lui, ma non aveva mai mischiato il tutto. Ne farebbe volentieri a meno, ma passano appena cinque minuti e i pensieri tornano a tormentarlo, nonostante gli antidepressivi; si alza dunque, di scatto, esattamente come prima, e torna a fissare quelle bustine. Ancora qualche attimo di esitazione, poi le mani si muovono velocemente e senza incertezze verso quelle bustine, che vengono agilmente aperte; il loro contenuto viene sparso sul tavolo da Shiro, il quale poi lo raccoglie bene, ordinandolo in tre file. Osserva la stanza intorno a lui, con occhi lucidi e gonfi: non vorrebbe arrivare a questo, ma sa che senza questo piccolo aiuto non può superare la serata. Avvicina dunque il volto al tavolo, e soprattutto il naso alla sostanza, infine aspira con tutte le sue forze prima una, poi un'altra e poi un'altra ancora striscia.
    Le pupille si dilatano e il cuore prende a battere sempre più forte.
    Eccola. Eccola la sensazione che cercava: ora si sente un re. Si sente come se potesse fare qualsiasi cosa e affrontare qualsiasi problema, senza esitazioni.


    Non importa.
    Va bene così...


    Frasi sconnesse. Dette seguendo un filo di pensieri abbastanza logici che solo lui conosce. Si alza dunque dal divano, per andare a mangiare qualcosa, ma, nel momento esatto in cui si mette in posizione eretta, è costretto al suolo da uno strano dolore al petto. Il cuore ha iniziato a battergli troppo velocemente, e il petto gli causa un dolore atroce.
    Tutum. Tutum. Tutum.
    E infine il silenzio.
    Quella serata, così silenziosa, è riuscita a mietere finalmente una vittima, che ora giace sul pavimento del suo soggiorno.




     
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    -…- scossi la testa senza dire una parola, con la schiena comodamente poggiata su uno dei muri della stanza dove era avvenuta quella morte e con le braccia incrociate. Ero sempre stato lì, avevo uno squisito sesto senso nell’avvertire le persone che presto avrebbero messo fine alla loro vita e, quando ne individuavo una, ero solito seguirla per giorni e giorni, un compagno invisibile e silenzioso che solo di rado si assentava, richiamato al dovere dai padroni della candida Las Noches. Solo la mia trasformazione in Arrancar mi aveva permesso di dare vita a questi insoliti teatrini, dove lo spettatore seguiva gli attori man mano che questi cambiavano lo sfondo, prima sapevo che avrei di certo finito con lo sbranarlo. Si, i normali Hollow non erano famosi per esser particolarmente miti in presenza di una potenziale preda.
    -…Ed è così che una seconda vita, per lui, ebbe forse inizio.- sancii rivelando la mia presenza al corpo da cui era ancora intento a levarsi un timido e fragile plus, che probabilmente avrebbe impiegato molto tempo per poter capire quanto stava realmente accadendo -Benarrivato, Shiro Shirayuki.-. In quelle tiepide giornate avevo sentito più volte chiamarlo per nome.


     
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  3. Hak
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    Il corpo, esanime nel vero senso della parola, giace sul pavimento del salotto del piccolo appartamento di Shiro, mentre una figura, godendo del beneficio dell'ombra, si gode la scena della morte del ragazzo. Inizialmente, l'oscuro figuro partecipa del silenzio che regna nella stanza, tuttavia questa quiete non dura a lungo: entrambi i presenti prendono a turbare quel piacevole stato di quiete che è venuto a crearsi in quel luogo. Shiro, o meglio, la sua anima inizia un lento processo di distaccamento dal corpo materiale, mentre l'Arrancar pronuncia alcune parole, palesando la sua presenza. Il gesto è comunque inutile, dal momento che ora, oltre all'Arrancar, non v'è nessun'altro di vivo in quella stanza, poichè Shiro è ancora impegnato nella sua divisione dal corpo materiale, e dunque ancora più o meno privo di sensi. La vera essenza di Shiro utilizza ogni singola goccia di energia per potersi distaccare dal corpo, e divenire così una di quelle anime definite "plus".
    Dopo qualche minuto di tentativi e grandi sforzi, il plus di Shiro finalmente nasce, distaccandosi totalmente dal corpo materiale e mettendosi in posizione seduta, esattamente accanto al suo cadavere. Per qualche istante fissa esterrefatto il suo corpo privo di vita, alternando lo sguardo sul cadavere e sul suo nuovo corpo: sono identici, eppure sembra quasi essersi duplicato.


    Meraviglioso.
    E' come se dalla mia morte fosse nata una nuova vita.
    Cosa diamine è successo?
    Sono ancora vivo? Ma come?


    Miliardi di domande, pensieri e dubbi vorticano nella mente di Shiro, che ancora incredulo fa viaggiare le nere gemelle per tutta la stanza, alla ricerca di qualcosa che possa spiegargli la situazione, o comunque dargli qualche indizio per capire cosa stia accadendo. E' indubbiamente spaventato dalla situazione, ma anche compiaciuto dal fatto di essere ancora vivo. Miliardi di pensieri affollano la sua mente, ma non riesce a dare importanza a nessuno di questi, poichè appena medita su uno, immediatamente un altro prende il suo posto, sostituendosi e impedendogli di concentrarsi su un argomento preciso. Dopo qualche istante della sua nuova vita, riesce a posare le iridi sul figuro, ancora giacente nell'angolo, e ad udire le sue parole di benvenuto.

    Benarrivato, Shiro Shirayuki

    Voce calda e abbastanza rassicurante: non sembra avere cattive intenzioni, tuttavia qualcosa nel suo aspetto non permette a Shiro di fidarsi completamente. Il ragazzo, o meglio la sua anima, lo osserva, leggermente diffidente; non sa cosa fare, se fidarsi o meno di quell'individuo, se rivolgere o meno a lui le sue numerose domande.
    Improvvisamente il pensiero di sua sorella prende il controllo della sua mente, facendolo riflettere: è morto, tuttavia con questo corpo che sembrerebbe essere immortale può vegliare su di lei per l'eternità. Un sorriso gli si dipinge sul volto a questo pensiero, che lo estrania qualche istante dal contesto della vicenda, e ancor più lo distrae dalla presenza dell'individuo. Tutti quei pensieri gli impediscono di avere una reazione umana: chiunque si sarebbe spaventato alla vista di uno sconosciuto nel proprio salotto, e ancor più nella vista del proprio cadavere; il tutto appare ancora molto confuso a Shiro, che tuttavia sembra aver capito già qualcosa. Poichè però non totalmente convinto dalle sue supposizioni, decide di chiarire i suoi dubbi attraverso l'individuo.


    Chi sei?
    Che ci fai quì?
    Cosa è accaduto esattamente?


    Tre domande, sparate dalla bocca al mondo esterno come da una mitraglia. Frasi partorite in pochi secondi, e con tono avido di sapere. Desidera avere le risposte con la stessa velocità con la quale sono state poste le domande. E' confuso, e ora tutto ciò che desidera è avere delle spiegazioni per l'accaduto.
    Improvvisamente sente un certo fastidio al petto. Che sia ancora sotto effetto delle droghe? Che tutto questo non sia altro che uno strano trip dettato dal miscuglio di farmaci e droghe? Che in realtà egli stia solo sognando? Sono domande che sarebbe giusto porsi, ma che tuttavia il ragazzo neppure prende in considerazione. Crede a tutto ciò che la realtà gli mette davanti. Istintivamente, intanto, la sua mano destra va a toccare la zona dove prova il leggero dolore, sfiorando con le dita una catena metallica che tintinna rompendo il silenzio venutosi a creare.


    E questa cosa diamine è?

    Pensa, guardando sempre più esterrefatto sia la catena che pende dal suo petto, sia l'Arrancar che gli stanzia a pochi metri. Da quest'ultimo si aspetta delle spiegazioni il prima possibile, dato che sembra saperla lunga e che sembra esser lì proprio per lui.








     
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  4. Tamaki-kun
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    -Non hai iniziato ad urlare, già mi aggradi di più della metà dei tuoi predecessori.- commentai con un delicato inchino, come a volerne ringraziare la reazione dettata forse solo dallo shock del momento -Una per volta, risponderò a tutte le tue domande. Il mio nome è Zacarias Kanezane, umile servitore della candida dimora conosciuta come Las Noches e discreto spettatore di numerose opere teatrali. Per poter rispondere ai due restanti quesiti, però, permettimi di invertire il loro ordine così da poterti dare una risposta più precisa. Tu sei morto, questo già lo sai, ed ora ti trovi nel transitorio e debole stato di semplice anima, che noi siamo soliti chiamare “plus”, una situazione destinata ahimè a non durare per sempre. La catena che ha attirato la tua attenzione è leggermente diversa rispetto a quelle che sei abituato a vedere, ha il piccolo difetto di corrodersi dopo determinati intervalli di tempo man mano più frequenti e, nel giro di qualche mese, sarai costretto a trasformarti in una creatura famelica e dotata di ben poca ragione. Questo, ahimè, è il destino che attende chi muore rimanendo troppo legato a qualcosa sulla Terra… Tua sorella, giusto?-. Quella piccola frecciata non era poi così difficile da sfruttare, avendo potuto vedere alcune volte quanto tenesse alla giovane ragazza.
    -Sono qui per offrirti una scelta, di certo ti parrà strana ma ti pregherei di ascoltarmi attentamente perché non la ripeterò una seconda volta. Due sono le strade che ora puoi scegliere, posso accelerare la tua trasformazione e permetterti così di conquistare la forza necessaria a proteggere tua sorella nel giro di pochi minuti oppure posso far concludere qui la tua nuova e breve vita, scrivendo la parola fine alla vicenda di cui sei il protagonista. Ah, ti avverto, temo che farà abbastanza male in entrambi i casi… Non è un bello stato quello del plus, si è destinati a soffrire.-. Ad esser sincero una volta trasformatosi in Hollow ero certo che il ragazzo sarebbe stato tanto affamato da provare a sbranare per prima proprio la sorella a cui era tanto legato, ma quelli erano solo insignificanti dettagli.


     
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  5. Hak
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    Mentre Shiro ancora fissa il nuovo individuo, in attesa di una risposta, quello commenta con una frase ironica la situazione, sottolineando il fatto che il ragazzo non ha iniziato ad urlare, riferendosi probabilmente a precedenti casi da lui vissuti. Shiro riflette su queste parole: in effetti la sua reazione era stata alquanto insolita per la situazione; era riuscito a mantenere la "calma" e a porre immediatamente delle domande, senza darsi alla disperazione. L'individuo si presenta con il nome di Zacarias Kanezane, precisando anche il suo mestiere, che alle orecchie di Shiro appare alquanto insolito e sconosciuto, esattamente come il luogo che ha citato. L'arrancar inizia un discorso in cui spiega in maniera breve, coincisa e anche abbastanza chiara la situazione del povero ragazzo in questo momento, e Shiro non può che perdersi nei suoi pensieri, riflettendo sulle parole che riesce a cogliere: dopo tutto è molto scosso, dunque non riesce ancora bene a concentrarsi su ciò che gli stà accadendo. Ascolta anche l'inquietante spiegazione della catena che gli è stata appesa al petto, e a questa reagisce con un'espressione di sorpresa e stupore, tuttavia alquanto sconfortata. Abbassa dunque lo sguardo, pensieroso, ma per breve tempo: infatti non appena sente pronunciare il nome di sua sorella solleva il volto e guarda fisso verso l'Arrancar, domandandosi come egli possa conoscerla; avrebbe così tante domande da porre ancora a questo "Zacarias" appena apparso, tuttavia nota che il suo interlocutore è ben poco disposto a dilungarsi sulla spiegazione, tanto da arrivare a porlo davanti ad una decisione: morire immediatamente o trasformarsi in una bestia famelica ma al contempo abbastanza forte da poter proteggere sua sorella.

    Dannazione.
    Non ci capisco più nulla. Non so cosa fare.
    Ora come ora l'unica alternativa sembra fidarsi di questo individuo.
    Tuttavia anche prima, nella mia precedente vita, pensavo che quella fosse l'ultima. Chi mi dice ora che dopo questo stato di "plus", come l'ha chiamato quel tizio, non ci sia un ulteriore stato? Chi mi dice che il circolo della vita e della morte in realtà non sia altro che un circolo di resurrezione?
    In ogni caso non posso rischiare.


    Riflessioni, compiute in breve tempo e con lo sguardo chino, tranne alcuni frangenti in cui le nere gemelle incontrano le iridi dell'interlocutore. Si dice che gli occhi di una persona possano rispecchiare il suo animo, ma che questa regola valga anche con le anime non è mai stato detto. Forse per questo gli occhi dell'interlocutore appaiono a Shiro come due contenitori vuoti, privi di qualsiasi emozione e incomprensibili. E' anche terrorizzato dal dolore che Zacarias gli ha promesso, tuttavia non ha alternative: seguirà il volere dell'Arrancar, e per questo, dopo un breve periodo di silenzio, prende a parlare.

    Va bene.
    Trasformami pure in questo essere di cui parli: farei di tutto per proteggere mia sorella ancora a lungo.

     
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  6. Tamaki-kun
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    Mi spiace dover ricorrere a simili riassunti, ma sto ancora male a causa della malattia e questo, ora, è il massimo che riesco a fornirti per non farti ritardare ancora.

    Ascoltando le sue parole, glii cingo la catena che glii orna il petto e con esasperante lentezza mi appresto a strappargliela. Ogni secondo implica un dolore atroce, ma dopo qualche minuto ecco che finalmente un varco nero gli si apre nel petto. L’intero corpo del povero plus si disintegra in un mare di luminose particelle di reiatsu, che volteggiano per qualche istante nella stanza prima di disperdersi in mille direzioni diverse. Nel giro di poco si riuniranno, in un raggio di circa cento metri al massimo, per dare alla creatura la sua nuova forma di Hollow.


     
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  7. Hak
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    L'enigmatico figuro di cui è totalmente chiaro solamente il nome si avvicina con lentezza estenuante al piccolo e indifeso Plus e, una volta avvicinatoglisi a sufficienza, cinge la catena che penzola dal suo petto e la tira con forza; l'operazione dura pochi minuti, spazio di tempo che viene tuttavia percepito come un'eternità dal giovane Shiro, il quale non nasconde certo il dolore fisico che stà provando: varie smorfie gli si disegnano infatti sul volto in una rapida successione di tortura. Finalmente la catena si separa dal plus, il quale si scompone ora in miliardi di particelle bluastre che si disperdono nella stanza, per poi ricomporsi pochi istanti dopo in un essere totalmente diverso: un Hollow. Shiro ha ora l'aspetto di un enorme ragno metallico con sei lunghe zampe, occhi minacciosi e un affilato corno che si diparte dalla fronte.

    Waaaaarghhh!
    C..cosa mi hai fatto?


    Domanda l'hollow con una voce metallica in preda alla disperazione: il suo aspetto è totalmente cambiato e, nonostante fosse stato avvisato di questo, si stupisce ugualmente. Sua sorella non avrebbe certo accettato di esser protetta da un essere così mostruoso, senza contare che la sua mente è ora un campo di battaglia tra un famelico istinto di sopravvivenza, caratterizzato da un'insaziabile fame, e una flebile traccia di ragione e razionalità; sua sorella rimane comunque uno dei suoi primi pensieri, ma non sa ora se inquadrarla come oggetto di protezione o piuttosto come preda da divorare per tentare di placare questa insaziabile voglia di carne. Le minacciose iridi color dello smeraldo incontrano quelle vacue dell'arrancar, anche se solo per poco tempo: infatti ad interrompere l'equilibrio creatosi ora nel piccolo teatrino, vi è l'entrata in scena di un nuovo personaggio.
    Tlack. Tlack.
    La porta d'ingresso del piccolo appartamento si apre lentamente, cigolando, e palesa in questo modo la figura bella e slanciata di Karin, la sorellina di Shiro, la quale atterrita dalla scena che le si propone davanti, urla e si abbatte al suolo, confusa e intimorita; fortunatamente non è in grado di vedere ne l'hollow, ne l'arrancar, che sarebbero stati per lei motivo di ulteriore spavento. Ciò che le riesce di vedere è il solo cadavere dell'ex corpo di Shiro esanime al suolo; la ragazzetta non perde tempo e si precipita al telefono, cercando di chiamare i soccorsi, tuttavia l'hollow resiste sempre meno ai suoi impulsi omicidi di bestia famelica qual'è diventata.


    Karin, mia sorella...
    Devo...devo proteggerla.
    Si.


    Si ripete l'hollow, mentre scuote la testa nel vano tentativo di scacciare dalla mente l'idea di divorare la sorellina. La lotta nella sua mente si fa sempre più ardua, ed è sempre più palese che l'esiguo barlume di ragione stia perdendo; improvvisamente le verdi iridi dell'hollow si fanno meno incerte e più convinte: puntano evidentemente alla piccola e indifesa ragazza. Passano pochi istanti e ad essere così determinate non sono più solo le iridi: i sei arti dell'hollow si flettono velocemente, per poi distendersi e permettere alla creatura demoniaca di balzare in direzione della ragazza; in pochi istanti le è addosso, senza che però lei possa vederlo. Un urlo di spavento si alza al cielo, mentre l'affilato corno si infila tra due costole della ragazza; il purpureo liquido che esce dalla ferita sembra compiacere l'hollow e motivarlo, tanto che, dopo averle inferto una prima ferita, ora arriva addirittura ad affondare i canini nel suo collo, così da poterla divorare.
    Improvvisamente un barlume di ragione torna a dominare l'hollow, il quale con un balzo simile al precedente, indietreggia e si allontana dalla sorella, la quale cade al suolo esanime. Shiro fissa ora l'arrancar, incredulo delle sue azioni: ogni promessa fattagli si rivela una menzogna.
    Non proteggerà sua sorella.
    L'ha appena uccisa.
    Neppure lui può credere a questo pazzo scenario venutosi ora a creare, e vorrebbe tanto morire una seconda volta: capisce solo ora infatti che la sua vita continuerà ad essere una sofferenza unica.


    M...Mia sorella...
    Come ho potuto...
    T...tu avevi detto...
    Avevi detto che avrei potuto proteggerla...


    Afferma l'hollow con la stessa voce metallica di prima. Il tono è deluso e, se fosse stato umano, ora sicuramente starebbe piangendo, tuttavia un essere maligno come lui non può provare tali emozioni. Ancora fissa l'arrancar, attendendo che quest'ultimo dica qualcosa per ristabilire l'equilibrio sulla scena.
     
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6 replies since 18/3/2011, 21:33   77 views
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