Shiro Shirayuki's Requiem

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  1. Hak
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    SPOILER (click to view)
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    Parlato
    Pensato
    Detto da altri


    Karakura Town.
    La notte regna sovrana su questa fiorente cittadina del Giappone, e la luna le fa da ancella, splendente come sempre in cielo. La volta delle stelle fa da cornice a tutta questa meraviglia celeste. E' una serata tranquilla: nessuno può sospettare che tra qualche minuto questa così bella serata si tingerà di rosso, salutando con un inchino una nuova anima, e portando l'ultimo addio ad un corpo.
    Nel piccolo appartamento di Shiro quest'ultimo è steso sul divano, tormentato dai ricordi e dai pensieri, che questa sera hanno deciso di tormentarlo e di impedirgli che il dolce sonno possa impossessarsi di lui e far passare un ennesimo giorno di tristezza e solitudine: da quando infatti sua sorella aveva cominciato ad uscire con le sue amiche era cambiata molto, come se tutto ciò che era successo in passato a loro e ai loro genitori non la riguardasse. Shiro non aveva mai capito questo suo atteggiamento, e lo innervosiva non saperla leggere e interpretare, tuttavia la sua promessa di proteggerla dal mondo intero era rimasta valida.
    Scuote la testa, nel vano tentativo di scacciare questi orribili pensieri, e più volte chiude e poi riapre gli occhi cercando di prender sonno. Ma tutto pare inutile. Per questa ragione si alza, di scatto, con un agile colpo di reni, e con passo lento e trascinato si dirige in bagno, più precisamente presso il cassetto dei farmaci. Lo apre e fissa ogni singola scatola di medicinali e psicofarmaci. Li odia. Li odia tutti. Tutti quei suoi psicofarmaci lo avevano sempre fatto sentire un egoista: spendeva metà del suo stipendio per poterseli permettere, assieme a tutte le sedute con psicologi vari. E ogni moneta donata ad un farmaco, era una moneta rubata alla felicità di sua sorella. Fissa dunque tutte quelle scatole, prendendone con ambo le mani qualcuna. Dopo aver fatto questo, torna sul divano e si siede, con aria ansiosa. La destra affonda nella tasca destra dei suoi jeans, e ne riemerge poco dopo con un paio di bustine contenenti una polvere bianca, molto simile al talco. Guarda quella sostanza, con aria sempre più sconsolata. Non vorrebbe, e non avrebbe mai pensato di ridursi a quello. Ma il mondo l'ha costretto a questo, e lui non può scappare. Inizia ad aprire qualche scatola di psicofarmaci antidepressivi e ansiolitici, spargendone metà del contenuto sul piccolo tavolino in legno appena davanti al divano. Con la mano destra inizia a prendere qualche pastiglia antidepressiva, mandando giù il tutto come caramelle. Lo stesso fa con le gocce ansiolitiche, versate sulla lingua in grande quantità.
    Attende qualche minuto, ed ecco che riesce a sentire i primi effetti dei farmaci assunti: si sente decisamente più rilassato. Si stende ancora sul divano, sprofondato nel morbido materiale che lo compone. E' ancora in dubbio: non sa se assumere o meno quella sostanza che ora giace sul tavolino in legno. Non sarebbe stata la prima volta per lui, ma non aveva mai mischiato il tutto. Ne farebbe volentieri a meno, ma passano appena cinque minuti e i pensieri tornano a tormentarlo, nonostante gli antidepressivi; si alza dunque, di scatto, esattamente come prima, e torna a fissare quelle bustine. Ancora qualche attimo di esitazione, poi le mani si muovono velocemente e senza incertezze verso quelle bustine, che vengono agilmente aperte; il loro contenuto viene sparso sul tavolo da Shiro, il quale poi lo raccoglie bene, ordinandolo in tre file. Osserva la stanza intorno a lui, con occhi lucidi e gonfi: non vorrebbe arrivare a questo, ma sa che senza questo piccolo aiuto non può superare la serata. Avvicina dunque il volto al tavolo, e soprattutto il naso alla sostanza, infine aspira con tutte le sue forze prima una, poi un'altra e poi un'altra ancora striscia.
    Le pupille si dilatano e il cuore prende a battere sempre più forte.
    Eccola. Eccola la sensazione che cercava: ora si sente un re. Si sente come se potesse fare qualsiasi cosa e affrontare qualsiasi problema, senza esitazioni.


    Non importa.
    Va bene così...


    Frasi sconnesse. Dette seguendo un filo di pensieri abbastanza logici che solo lui conosce. Si alza dunque dal divano, per andare a mangiare qualcosa, ma, nel momento esatto in cui si mette in posizione eretta, è costretto al suolo da uno strano dolore al petto. Il cuore ha iniziato a battergli troppo velocemente, e il petto gli causa un dolore atroce.
    Tutum. Tutum. Tutum.
    E infine il silenzio.
    Quella serata, così silenziosa, è riuscita a mietere finalmente una vittima, che ora giace sul pavimento del suo soggiorno.




     
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6 replies since 18/3/2011, 21:33   77 views
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