Morte.

Shinda si accorse per un istante di quello che accadeva, e in men che non si dica la strana catena che gli spuntava dal petto era stata strappata. Mai aveva provato dolore più acuto, eppure il ragazzo, sebbene piegato in due dal dolore, aveva un lungo sorriso sul viso. Ancora qualche breve istante di un dolore indescrivibile e il ragazzo dalla pelle chiara era ormai svanito, al suo posto, vi era un’enorme creatura dal bianco carapace, bianco quanto la pelle di Shinda, un buco nel petto e un paio di braccia in più rendevano la creatura ancora più raccapricciante. Gli occhi, rossi come fuoco, scrutavano i dintorni. In tutto il corpo trasformato del ragazzo riecheggiava un richiamo, un pensiero profondo e semplice al tempo stesso, un pensiero che si poteva tradurre solo così:
c-C-CIBO!!!!!
Così il ragazzo , accortosi di essere fra le macerie della catapecchia nella quale aveva esalato l’ultimo respiro si chinò e cercò di estrarre dalle macerie dell’ex fatiscente baracca la sua mannaia e nel mentre che faceva ciò disse a bassa voce:
Uccidere due volte la stessa ragazza con la stessa arma … deve essere una specie di record.
E mentre svolgeva queste azioni sembrava che sorridesse, anche se è difficile dirlo data l’insolita e immonda forma della bocca di quella bestia che era diventato Shinda.