Corsa a Quattro Zampe

Tecnica Personalizzata - Allenamento auto-conclusivo

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  1. Belfagor90
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    Ehhh, che posso dire. Non è delle mie più corte ^////^



    Mi svegliai in piena notte, evento già di per sé nefasto per un dormiglione come il sottoscritto, con una strana sensazione: la sensazione che fosse assolutamente necessario alzarsi da letto e aprire la finestra il prima possibile.
    Come spinto da quell’istinto mi resi appena conto che ero diventato sveglissimo e avevo scostato le tende correndo verso le imposte ben chiuse. Armeggiai velocemente coi due chiavistelli e la serratura e spalancai di colpo le ante della finestra… trovandomi davanti ad una gigantesca folla che guardava verso di me.
    - ERCK!?!? – urlai spalancando gli occhi.
    - LODE AL MESSIA, CI MOSTRA IL SUO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER NOI!! – urlarono quelle diecimila e passa voci investendomi come se si trattasse del muro del suono.
    - Eh? – feci abbassando lo sguardo.
    Spalancai la bocca sconvolto: ero completamente nudo!!
    - SIA LODE AL MESSIA!! – urlò una donna tra le prime file.
    - LODE, LODE AL MESSIA!
    - AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!
    Richiusi le finestre di colpo ansimando per la tachicardia. Cosa cazzo voleva dire quello che avevo appena visto!?!? E non parlavo di ciò che avevo mostrato a mezzo Rukongai.
    - Urahara… – disse il mio sempai apparso davanti a me.
    - HANAE-SEMPAI, POSSO SPIEGARE!!
    Non era vero, ma mi era uscito spontaneo. Nel mentre lui mi si era avvicinato imponendosi su di me con la sua presenza minacciosa (per quanto fosse alto solo un metro e un tappo di spumante ci riusciva benissimo, tutte le volte). Mi afferrò alla spalla costringendomi ad abbassare la testa al sua livello.
    - Mi è stato ordinato di conoscerti in senso biblico, quindi preparati perché non ho la minima intenzione di essere il passivo – decretò con la massima serietà fissandomi negli occhi.
    Sbiancai troppo velocemente per essere una cosa sana per il corpo. Stava scherzando vero? Hanae-sempai era famoso per il suo senso dell’umorismo. Nel senso che non ce l’aveva, proprio per niente.
    - …COSA!? CAZZO NO!! ALMENO FOSSE REI…
    Neanche il tempo di finire la frase che la suddetta apparve in tenuta da Sandokan con tanto di barbona, baffi e turbante.
    - Tu ghiamado badrone? – fece con una voce roca proprio non da lei.
    - Insomma Rei, spiegami cosa sta succedendo! – implorai avvinghiandomi alle sue gambe per evitare lo stupro da parte del Kenpachi.
    Non credo che avesse sentito la mia domanda.
    - Se du breferisce Rei, allora du breferire grande e grosso, zì?
    E con un unico movimento si tolse i pantaloni e le mutande.
    Essendomi messo cos’ vicino è naturale che l’impatto visivo fu qualcosa di terrificante oltre ogni possibilità di descrizione. Così come il mio livello di panico.
    - NNNOOOOOOOOOOOOO!!! L’IMPALATURA NNNOOOOOOOOOOOOOooo… AAAAAAAARRRGH!!!!

    STUNK!!

    La botta contro il comodino accanto al letto fu decisamente dolorosa, ma ne avrei prese altre mille pur di scordare la BESTIA che mi ero ritrovato a pochi centimetri dal naso e ripristinare la mia mascolinità.
    Fortunatamente mi ero svegliato prima che il terribile sogno sfociasse in sequel che mi avrebbero danneggiato seriamente nei miei rapporti sociali con le persone attorno a me.
    - Col cavolo che sfido di nuovo Gintoki a chi mangia più gelato – bofonchiai ancora profondamente scosso dall’incubo.
    L’orologio segnava un’ora alla quale normalmente non mi sarei mai sognato di alzarmi se non per la discesa dal cielo di Aizen a cavallo di draghi a più teste, ma non credevo di riuscire a riaddormentarmi con lo spettro di quel lungo… ehm, del timore di sognare qualcos’altro di poco carino.
    Meglio aprire la finestra e respirare un po’ d’aria buona. Sicuramente l’aria fresca dell’alba mi avrebbe rinfrancato.
    Aprii la finestra della camera che dava verso la strada, un’altra invece si affacciava sul cortile della Fattoria, e nonostante i terribili flash dell’incubo appena avuto mi perseguitassero non c’era nessuna folla e avevo controllato di avere ancora addosso il pigiama con gli orsetti. Sì, mi piacciono gli orsetti, problemi?
    In quel momento un gatto nero passò tranquillamente sul cornicione sotto di me e mi guardò con i suoi profondi occhi gialli.

    - Bello micione – lo chiamai con fare coccoloso - Ma come sei bello. Spero che il mio gattino quando crescerà diventi un bel micio proprio come te.
    Con gli animali ho sempre avuto un certo grado di empatia. Era un requisito fondamentale se dovevi lavorarci insieme in una fattoria e doveva essere quasi un talento innato se gli animali che dovevi accudire possedeva certe caratteristiche peculiari come capacità metamorfiche, appetito per la carne umana, dotati di forti energie spirituali o talvolta anche di terrificanti personalità da mafiosi. Il mio gattino era probabilmente il peggiore dell’intera marmaglia e a dirla tutta anche quello con cui avevo legato meglio.
    Una cosa alla quale non ero però assolutamente preparato era un animale che avrebbe risposto ad un mio saluto.
    - Dunque non ti dispiacerebbe offrirmi un po’ di latte, vero ragazzo? – disse il gatto con la massima naturalezza, come se più che una richiesta fosse un ordine.
    In quel momento appresi un’importante lezione di vita: mai svenire in avanti se sei affacciato ad una finestra al secondo piano.

    >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Il tenente Yachiru Kusajishi aveva bigiato la periodica riunione dei suoi pari grado per andare dall’amica di Ken-chan per chiedere una fornitura extra di giga-uova iperproteiche, quella con il fidanzatino (almeno così sosteneva Ken-chan) tanto buffo e col micetto sulla testa. Erano un duo “buffo buffissimo” come li chiamava fra sé e sé.
    Immaginatevi quindi quanto fu contenta quando vide il suddetto che se ne stava per strada a giocare con il suo micio! Era vestito con un pigiamone azzurro ad orsetti e si muoveva in modo buffo standosene a quattro zampe, troppo bello per essere vero!!
    - Mou-chaaaaaaan!! Gioca con meeee!! – urlò precipitandosi verso di loro.
    Ora, il correre di una bambinetta coi capelli rosa e l’espressione da cucciola come il tenente Yachiru dovrebbe rassomigliare ad un qualche pucciosissimo moto saltellante durante il quale attorno a lei aleggia un alone rosato pieno di brillantini, questo per mantenere una correlazione fra aspetto e comportamento nella sua persona. Purtroppo tale associazione in lei è pressoché inesistente e quindi quel confettino rosa partì in avanti con la stessa velocità e delicatezza di un proiettile sparato dal cannone di una corazzata.
    “Venni praticamente placcato da una mandria di bisonti”, questo avrei riportato se fossi stato nelle mie normali condizioni. Invece, come spinto da una forza misteriosa o un’intuizione divina, non appena il tenente fu a portata saltai con tutte le mie forze e finii sul tetto di una casa vicina con Yori tenuto saldamente in bocca come se fossi mamma gatta che porta via il suo cucciolo.
    I miei occhi azzurri spalancati si fissarono in quelli della tenente che ci guardava un po’ stupita. Passammo qualche secondo a guardarci con gli occhi fissi finché anche la piccola Shinigami ebbe la sua personale illuminazione: tirò fuori una carpa koi di provenienza sconosciuta per chiunque non avesse visitato i giardini di casa Kuchiki e la porse in avanti.
    - Micione vuole pesce? – chiese.


    - Miao – risposi tornando a terra con un salto per godermi il pasto assieme al mio cucciolo.
    Come ci fosse arrivata è tutt’ora un mistero.


    Alcune ore dopo, alla riunione dei tenenti…

    - Ha capito Falkner-san? E’ la sua prima riunione fra tenenti, DEVE dare una buona impressione!
    - Me lo ha già detto trentanove volte Ise-fukutaicho – rispose il neo-tenente un po’ esasperato - La riunione è andata bene, quindi ora si goda il rinfresco e qualche chiacchierata informale.
    - Non posso fare altrimenti. E’ già andata bene che non ci fosse il presidente Kusajishi a tormentarla, tuttavia…
    Falkner Chase smise di ascoltare per il bene della sua salute mentale. Rispettava il tenente Ise, ma ci sono dei limiti a tutto. Un attimo, aveva chiamato il tenente dell’Undicesima “presidente”? Ah giusto, il suo tenente era il vice-presidente dell’associazione femminile degli Shinigami e la piccola peste in rosa era il presidente in quanto nessun’altra voleva l’incarico. Poverina, non la invidiava.
    Allungò una mano dietro di lui nella direzione dove c’era il piatto che conteneva i crostini con burro, acciughe e la formazione vegetale nota come il Cappero Solitario.
    - Le ho detto di non preoccuparsi, tenente. Durante il mio stato di servizio ho avuto che fare con elementi di molto peggiori alla piccola…

    Sgnak!!

    Vide gli occhiali della sua tenente scendere lungo il naso della sua faccia sbigottita da quello che eventualmente vedeva alle sue spalle.
    -
    - Falkner-san…
    - Non me lo dica,voglio indovinare. La tenente Kusajishi è appena arrivata e mi ha morso la mano per aver puntato al suo stesso stuzzichino – disse Falkner col tono sicuro di chi è ormai abituato ai piccoli smacchi della vita. Tutto grazie ad un “certo imbecillerrimo allievo”.
    - Ehm… no.
    No? Che il suo intuito si stesse arrugginendo?
    - Un tizio col pigiama decorato a orsetti e le orecchie da gatto è spuntato da sotto il vassoio e le sta praticamente mangiando la mano.
    …oh, quella era nuova.
    - Biondo? Occhi azzurri? – s’informò con un pessimo presentimento.
    - Sì. Lo conosce?
    Non se lo sarebbe mai dimenticato, di quello era certo.
    - Tenente Ise le presento “l’elemento di molto peggiore”. “Elemento di molto peggiore”, ti presento il tenente Ise dell’Ottava Brigata – presentò trattenendosi dallo sguainare la spada per uccidere solo perché la mano dal lato giusto per afferrare l’elsa era nella bocca del suo allievo. E poi non voleva causar scompiglio.
    Con la mano libera afferrò l’essere molesto per la collottola del pigiama sollevandolo di peso.
    - Ora se non le dispiace ho un cretino da scotennare. Con permess…

    SGNAKK!!!

    Il volto di Falkner divenne un filo pallido e la bocca si contrasse in una smorfia di dolore appena trattenuta. Quello aveva fatto MOLTO male!
    - Yachiru-chan!! Non si mordono gli altri ufficiali!! – redarguì la burocrate cercando di staccare la tenente dell’Undicesima dalla testa del suo sottoposto.
    - Non picchiare il mio gatto, brutto pelato! – inveì la bambina dando tanti piccoli calcetti al povero Chase che era raggomitolato a terra con le mani premute sulla testa dolorante.
    - Pelato!? Sono i miei capelli quelli che stai sputando!!! – pensò scandalizzato il castano alla ricerca di buchi nel cranio. Che cavolo di denti aveva quella peste!?
    - Non essere irragionevole Yachiru-chan. Quello è un amico di Falkner-san, non certo un gatto.
    - AMICO!? LUI!?!? Dio me ne scampi!!
    - E invece è un gatto! Basta guardarlo per capire al volo!
    Ora era curioso. Sollevò lo sguardo e vide il suo allievo dai tempi dell’Accademia (perché non l’aveva soppresso allora, perché!?) che coperto solo da un pigiama azzurro con gli orsetti (orsetti! Ma dico io), orecchie da gatto giallo tigrate e zampe finte del medesimo colore che lo guardava dritto in faccia standosene seduto su quattro zampe. La parte peggiore era il suo modo curioso di tenere i muscoli mimici che, doveva ammetterlo, lo facevano davvero somigliare ad un gatto con un corpo davvero inusuale. Era addirittura riuscito a fare la bocca a forma di “3” e aveva tre paia di baffetti disegnati sulle guance! Quelli però dovevano essere opera del tenente Confetto.

    Anche così però ci voleva ancora molto per “capire al volo” come diceva lei.
    Ma i guai erano appena iniziati: il trambusto aveva richiamato molti sguardi e un uomo coi capelli rossi tenuti su da un elastico e una bandana, il distintivo di tenente della Sesta Brigata e un paio di sopracciglia che erano tutto un programma si avvicinò al gruppetto. Abarai Renji!
    - Hoy, che sta succedendo qui?
    - Ren-chan, un pelato sta picchiando il mio gatto Mou-chan!! – sbraitò la bambina.
    L’uomo dalle strane sopracciglia cambiò saggiamente interlocutore.
    - …tenente Ise?
    - Il presidente fa i capricci perché crede che quest’uomo è il suo gatto.
    - Ma sei seria? – chiese il tenente della Sesta.
    L’attenzione generale si focalizzò per qualche secondo sull’interessato.
    - …miiaaaaaaooo – rispose lui senza far vacillare le pupille neanche per un istante. Molto felino in effetti.
    - Va beeeene – assentì il rosso col tono di chi ha capito tutto - Direi che il ragazzo…
    Ci fu un sinistro ticchettare di dentini.
    - …cioè il “gatto”…
    - Si chiama Mou-chan! – esclamò tutta contenta la bimba.
    - …può anche rimanere qui. Però Yachiru deve promettere di fare la brava bambina e tenerlo buono.
    - Okkkaaaay!!
    - Problema risolto. Oh, ma tu guarda, sono rimasti ancora alcuni crostini con burro, acciughe e Cappero Solitar…
    - NO, FERM…!!!

    SGNA-GNAK!!

    La sua mano protesa era stata prontamente addentata da entrambi i micetti umanoidi.
    -
    - Comprendo la sua sofferenza… – lo compatì Falkner che ben sapeva quanto potessero far male quei denti.
    - Credi che s’infetterà? – chiese con un fil di voce il sottoposto del capitano Kuchiki con il volto che già tradiva un po’ del terribile dolore provato.
    - Non si preoccupi, quello grosso l’ho fatto vaccinare e anche Zaraki-taicho avrà fatto l’antirabbica alla signorina Kusajishi.
    - B- Bene…
    - Ma chi sono questi amori? – s’intromise una voce che al solo sentirla faceva affluire il sangue verso il basso ventre.
    - Un'altra mania della presidente, Matsumoto-san. Questa volta un ragazzo gatto – spiegò brevemente la tenente dell’Ottava alla nuova arrivata.
    Era lei, la tenente che con le sue generose protuberanze era capace di generare campi gravitazionali indipendenti, colei la cui chioma rossa aveva infiammato il cuore di molti Shinigami negli… ehm, tot secoli di servizio (mai dire ma soprattutto chiedere l’età ad una donna, soprattutto nella SS dove si potrebbero avere pessime sorprese), la bellezza che accalappiava i cuori degli Shinigami (e nella scollatura ce ne stavano parecchi se avesse deciso di usarla come cestino), la pantera che col suo passo seducente faceva ondeggiare le teste di qualunque esemplare maschio si trovi dietro di lei... ma soprattutto, la più alcolizzata e la più pigra, egoista, frivola e grande marpiona mancata di tutti i Gotei 13: Matsumoto Rangiku, tenente della Decima Brigata!
    Lo sguardo di Falkner scattò furtivamente verso il volto del suo studente. Davanti ad una cosa del genere si sarebbe sicuramente tradito dando una bella sbirciatina… e quel punto lui gli avrebbe tirato il collo per essersi intrufolato lì senza permesso!!
    Le sue aspettative furono completamente deluse: quel soggetto del suo allievo non sembrava avere altro interesse che un batuffolo di polvere che era appena rotolato fuori da sotto il tavolo e si era messo a fissarne i movimenti con un’intensità completamente da malati se usata da un essere umano. Solo che i movimenti del ragazzo erano così felini, perfino nel movimento dell’intera testa invece che dei soli occhi per seguire il bersaglio, che sembrava davvero di trovarsi davanti ad un gatto troppo cresciuto!!

    - Oh, per caso Yachiru-chan ha cominciato ad interessarsi ai maschietti?
    - Lui non è un maschio, lui è il mio gatto! – ribatté cocciutamente la tenente Confetto.
    - Tutto quello che dici, presidente. Dici che a Mou-chan andrebbe un crostino di pesce?
    La piccina annuì vigorosamente.
    - Però, si è adattata in fretta – pensò Falkner suo malgrado invidioso del sangue freddo della donna.
    - Molto bene…
    Troppo tardi notarono il lampo di malizia in quegl’occhi verdi e la donna fu perfettamente in grado di prendere una manciata di crostini e… piazzarseli dritti nella scollatura!!
    - …allora Mou-chan, vuoi qualche pesciolino? – chiese con fare invitante aumentando le sue grazie con un’azione di compressione laterale.
    Il cuore e l’encefalogramma dei due unici maschi normali nelle vicinanze divennero silenti.
    - Possiamo morire felici - fu il loro pensiero comune.
    - M- MATSUMOTO-SAN!! – urlò scandalizzata la tenente dell’Ottava spingendo a fondo gli occhiali sugli occhi come fa sempre quando è arrabbiata.
    La mano richiusa a zampa del biondo si tese… diede un colpetto ad alcuni crostini che caddero a terra dove vennero sbocconcellati a testa bassa senza l’ausilio delle mani.


    - Ah, ma allora è un gatto sul serio!
    - E LEI HA FATTO UNA SIMILE OSCENITA’ SOLO PER QUESTO!?!?
    - Non essere così fiscale Nanao-chan – la rimproverò allegramente la rossa - Sai, credo che questo adorabile micione potrebbe diventare un nuovo modello per articoli della nostra Associazione.
    - Che cosa!?!
    - CHE COSA?!?! – rincarò Falkner che appena ristabilita la connessione con la Terra era stato accolto da quella frase.
    - Ohhhh, Nanao-chan, guardalo. Non è carinissimo? Guarda, c'è anche un gattino che gli spunta fra i capelli, è così amoroso... – la invitò con voce coccolosa la donna afferrando il biondo sotto le ascelle e tenendolo alzato con un abbraccio come fosse un adorabile micetto.
    Falkner tirò un sospiro sollevato e certo non perché la testa del suo allievo era comodamente coronata dalle grazie della tenente della Decima per un ennesimo effetto volumizzante.
    - Come se la rigida e composta tenente Ise, la MIA tenente Ise, che mai mi ha sobbarcato più lavoro aggravato del necessario nonostante le svogliatezza del nostro Capitano, che mai aveva richiesto un permesso per malattia o si fosse tirata indietro davanti al lavoro possa cedere per un…
    - N- non dico che non sia carino… – balbettò arrossendo.

    SDONG!!

    - COOOOOOOSSAAAAAA!?!?
    - Allora è deciso! Vieni Yachiru-chan che lo presentiamo anche alle altre ragazze.
    - Però il gatto è mio quindi lo tengo io! – strepitò la piccola seguendo le due adulte.
    Fu un sondaggio di mercato al limite dell’unanime e il povero Chase non poté far altro che assistere impotente e dimenticato da un angolino il suo allievo che dopo l’ennesima assurdità aveva il cervello di un gatto ed era finito circondato da un mucchio di donne entusiaste che gli facevano le coccole.
    Gli scappò una lacrimuccia.
    - E’ così ingiusto – mormorò a denti stretti e col pugno serrato.
    Accanto a lui si ergeva un concentrato Abari Renji.
    - Falkner-san…
    - Che c’è?
    - Quel tipo… è un genio! – decretò con un vago rossore sulle guance e lo sguardo fisso sul gruppo di ragazze che attorniavano il biondo.
    Il neo-tenente lo guardò malissimo.
    - Tu… non sai cosa dici – pronunciò con tono schifato e solenne al tempo stesso.


    >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

    Quando mi svegliai ero rannicchiato in una posizione strana… acciambellata oserei dire, la schiena mi stava uccidendo ed era buio pesto. Mi srotolai con calma sentendo tutte le vertebre e i dischi che strillavano ad ogni movimento e mi stiracchiai inarcando la schiena e protendendo le braccia in avanti. Se al momento mi sembrò un movimento assolutamente naturale, quando ci ripensai mi dissi che era proprio il modo con cui vedevo stiracchiarsi Yori. Dovevo esserne rimasto condizionato.
    - Mmmmmhh!! Che ore sono? – mugolai cercando a tentoni nel buio.
    Sentii dei capelli.
    - !?!?
    Analizzai a fondo la situazione. Capelli corti, corpo corto (molto corto) raggomitolato accanto a me, avevo degli strani guanti e un esame attento rivelò che avevo addosso il pigiama e una passata con attaccate delle orecchie da gatto.
    Non ci volle un genio per capire che qualcosa non andava.
    - Mmmm… dove sei Mou-chan… – mugolò la persona accanto a me.
    Mi paralizzai. Quella voce stridula e l’intonazione da bimba…
    - Fatti coccolare micione…
    Sentii chiaramente un paio di manine cingermi i lembi del pigiama e un corpo avvicinarsi a me.
    Cominciai a sudare. Quella era una BRUTTISSIMA situazione!
    D’improvviso, dei passi in avvicinamento.
    - Yachiru-fukutaichoooo? E’ ora di alzarsi, il capitano si arrabbia se dorme fino a mezzogiorno…
    La porta di quella che, ahimè scoprii troppo tardi, non era certamente camera mia si aprì lasciando entrare una cascata di luce non richiesta e la faccia del quinto seggio dell’Undicesima Brigata Yumichika Haisegawa la cui faccia da poker divenne una maschera di stupore confuso. Un po’ come la mia d’altronde, solo che nel mio caso c’era anche una decisa secchiata di puro terrore!!
    - Ecc… cos… mer… per… – ansimò il narcisista numero uno dei tredici Gotei fissando la scena ad occhi spalancati.
    Era bene dare subito una buona impressione. Non potevo certo essere etichettato come lolicon!! Ci mancherebbe solo quello alla lista dei miei guai.

    - E’ tutto un brutto scherzo del Destino… – cominciai con tono quanto più possibilmente rassicurante.
    Ora avevo circa un quindicesimo di secondo per inventarmi una buona scusa sul perché ero negli alloggi della tenente/bambina/mascotte della terribile Undicesima Brigata, vestito da gatto col pigiama e la dormiente suddetta attaccata al petto.
    - E’ successo cheee… durante una allenamento in notturna – e come lei sa gli allenamenti in notturna si fanno in pigiama – diciamo che… mi sono rotto le mani! Sì, me le sono rotte e… la tenente qui presente è capitata di passare di lì per caso eee… sì, insomma questi guanti sono magici e guariscono le ferite eeee… ehm… ma lo sa che lei è un vero schianto, Yumichika-sama? Ha forse cambiato balsamo? – conclusi con un sorrisetto tirato.
    L’uomo prese fiato.
    - ALLARME LOLICOOOOONN!! SI ATTENTA ALLA PUREZZA DELLA TENENTEEEEEE!!!
    - NON E’ VEROOOOOOO!!!

    Non potevo sapere quello che era successo veramente, ma di certo non ero approdato su quel tipo di sponda. Rapporti ufficiali asserivano che anche durante le più colossali sbronze non cambiavo gusti in fatto di donne e quindi le bambine erano decisamente fuori questione. Senza contare che neanche un masochista depresso con la voglia di morire avrebbe preso di mira la compagna di quel mostro di Zaraki Kempachi. Il mio sviluppatissimo istinto di auto-conservazione me lo avrebbe impedito sotto qualsiasi condizione!!
    In rappresentanza di queste deduzioni la mia linea politica davanti ad un’intera brigata in assetto di scotennamento poteva essere solo una.
    - Resterò fermo e tranquillo aspettando i superiori e spiegherò tranquillamente la situazione con l’aiuto della tenente. Sì, è decisamente la soluzione migl...
    Mi resi conto in quel momento che il mio corpo si era messo a correre da solo muovendosi a quattro zampe come un gatto e con la tenente tenuta per il colletto con i denti. Oltrepassai i cancelli dei quartieri dell’Undicesima con un balzo felino e cominciai a correre sui tetti in maniera assolutamente indipendente dal mio cervello.
    - …COSA CAZZO SUCCEDEEEEEEE!?!? – pensai con un urlo mentre dai miei occhi scendevano lacrime copiose e alle mie spalle si udiva lo sfoderare di spade.
     
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  2. argletahm
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    impari la tecnica e 3 xp
     
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1 replies since 22/11/2011, 15:56   21 views
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