Classe M [II]

Controllo del Reiatsu Lv.1

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  1. Malandrino ninja
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    Poco dopo la mia presentazione, ricevetti una risposta brusca da uno degli allievi. Beh, in fondo aveva ragione, ero arrivato lì e li avevo interrotti durante la loro lezione, comportamento molto maleducato da parte mia.

    Non mi sorprende che abbia avuto quella reazione. Adesso mi scuserò e aspetterò che lo Shinigami mi dica se sa dove si trova questo Urahaha...

    Ma non ci fu bisogno di aspettare tanto, perché lo Shinigami si voltò verso di me, con la sola testa, il resto del corpo rimase perfettamente immobile e piantato nella medesima posizione in cui stava, provocandomi un certo disagio.

    Oh cielo! E' posseduto? Come cavolo ci riesce a farlo?

    CITAZIONE
    - Azuma-chan? In tal caso credo che tu ci abbia trovato. Io sono Urahara-sensei e sappi che ti farò confessare dove ti trovavi a quest'ora di notte fra un mare di alcrime di dolore... -

    Oh, dunque era quel tipo strano il sensei Urahara? Beh, immagino che, nonostante l' apparenza, debba essere una persona molto forte per aver avuto la nomina di Shinigami e di sensei dell' Accademia. Ma la sua ultima frase mi aveva lasciato parecchio sconvolto e confuso.

    ... Eh?

    Ma non ebbi nemmeno il tempo di pronunciare queste due semplici parole, che mi ritrovai sollevato per le spalle dal sensei! Che razza di forza aveva per riuscirci? Ero alto all' incirca come lui, quindi dovevo avere più o meno il suo stesso peso, e non mostrava una massa muscolare tanto più sviluppata rispetto ad una persona media.

    Come accidenti può riuscirci? Sarò in grado di farlo anch'io un giorno?

    E mi persi ad immaginare un me futuro, uno Shinigami a pieno titolo, che impressionava una folla di ragazze adoranti sollevando un immenso macigno senza sforzo, ascoltando appena il saluto del ragazzo che prima aveva replicato sgarbatamente, al quale risposi con un cenno distratto della mano.

    CITAZIONE
    "Ah, allora sei un nostro compagno, sono Neku Yume, piacere. Se non ti dispiace torno all'allenamento."

    Il mio sogno venne però interrotto dal sensei che mi posò "delicatamente" a terra, accanto all' altro studente che non si era ancora mosso dalla sua posizione; e per "delicatamente" si intendeva con tale forza da farmi ammaccare il terreno sotto di me e da avvertire qualche doloretto nella zona del bacino. Ma il sensei, evidentemente non pago a sufficienza, mi si avvicinò con una faccia spaventosa e un' aura mooolto minacciosa.

    CITAZIONE
    - Chi arriva tardi, paagaaaaaaaa!

    Se qualcuno, passando lì per caso, avesse potuto immortalare l' espressione del sensei, i posteri avrebbero potuto comprendere il fatto che io indietreggiai intimorito, non capendo a che diamine si riferisse! Io non ero andato fuori quella notte, troppo stanco dalla lezione con Nao-sensei e desideroso solo di dormire. Forse avrei fatto meglio a dirlo al sensei, prima che la situazione volgesse al peggio per me.

    Ma io, veramente....

    CITAZIONE
    "Ehm...sensei...non ho ben compreso la tecnica..."

    Fu Neku a salvarmi dalla tragedia imminente, con quella domanda, che rappresentava una seconda salvezza per me: essendo arrivato in ritardo, non avevo potuto sentire l' argomento della lezione di oggi, anche se avevo intuito che c' entrasse con la concentrazione osservando Neku e l' altro allievo.
    Mentre il sensei si girava verso di lui, io rivolsi al ragazzo uno sguardo colmo di gratitudine per avermi salvato, pur inconsapevolmente. Poi, tornai ad ascoltare la seconda spiegazione della lezione.

    CITAZIONE
    L'esercizio, sì... E tu non sognarti di stare disattento.

    L' ultima frase la rivolse rabbiosamente verso di me, e fu totalmente istintivo, fargli il saluto militare mentre rispondevo. Sul serio, quel tipo sembrava essere un sergente istruttore dell' esercito!

    Sissignore, Urahara-sensei signore.

    Poi il suddetto sensei spiegò la lezione per la seconda volta per Neku e la prima per me. Dalla mano tesa di Urahara si formò una sfera, di energia immaginai, azzurrina di grosse dimensioni e rimase sospesa a pochi centimetri dal suo palmo.

    CITAZIONE
    - Una volta trovato il reiatsu dovete provare a manipolarlo a vostro piacimento, in questo caso incanalarlo verso il braccio teso fino al palmo della mano. La manifestazione e il controllo sono la parte più difficile e non mancano delle... vittime. Tanto per fare un esempio. Kanon Ball!

    La sfera venne lanciata contro un albero, questo venne distrutto e crollò mezzo bruciato a terra, con un tonfo sordo. Osservai atterrito il cadavere di pianta, era quello ciò che sarebbe successo a noi se non fossimo riusciti a controllare il flusso di reiatsu nel nostro corpo? Carbonizzarci dall' interno e morire, per la seconda volta?

    Quasi quasi mi ritiro! Meglio essere un' anima vagante per l' eternità che un' anima abbrustolita!

    CITAZIONE
    - Non preoccupatevi, il "botto" è proporzionato alla vostra forza spirituale: al massimo perderete un braccio. Ora al lavoro, forza!

    Oh, molto confortante, pensai sarcasticamente! Ma questo sensei si divertiva a torturare i suoi studenti? Avrei dovuto chiedere in giro per sicurezza, meglio premunirsi in questi casi.
    Comunque, anche la perdita di un braccio non era una prospettiva molto attraente, quindi mi sarei alzato, mi sarei scusato per il disturbo e me ne sarei tornato nel mio appartamento, a vivere una vita semplice e meno rischiosa. Però mi tornò in mente il ricordo che mi aveva convinto ad iscrivermi all' Accademia: un ragazzo dal volto identico al mio, con i capelli più corti però, che mi rimproverava di non aver mai combinato nulla di buono e di essere sempre scappato dalle responsabilità.
    Non ricordavo bene chi fosse quel ragazzo, o perché mi aveva detto quelle parole in quel tono leggermente esasperato, ma dentro di me sentivo che dovevo dimostrargli di sbagliarsi sul mio conto! Quindi non mi mossi e rimasi seduto e concentrato.

    No! Stavolta non scapperò, e nemmeno le prossime lezioni. Diventerò uno Shinigami a pieno titolo.

    Quindi iniziai a concentrarmi per trovare la fonte del mio Reiatsu dentro il mio corpo. Chiusi gli occhi e mi isolai totalmente da tutto ciò che mi circondava, c' era il rischio che il sensei mi potesse giocare un brutto scherzo come punizione per il ritardo mentre avevo la guardia abbassata, ma ignorai questo pensiero e continuai nel mio esercizio.
    Dentro di me, nella mia ipotetica visione di come potesse essere l' interno di un corpo dal punto di vista energetico, c' era solo il nulla, tutto era nero e silenzioso, e non c' era traccia di qualcosa che potesse assomigliare a un flusso di energia.
    Poi lo vidi: una sorta di fiamma splendente che rischiarava tutto intorno a sé, ed emanava una sensazione di potenza alla sua sola vista.

    Bene, il reiatsu l' ho trovato. Ora devo capire come farlo uscire dal mio corpo e dargli la forma di una sfera...

    Provai ad usare la mia immaginazione per farlo: invece di vedere l' energia come una fiamma, la visualizzai come una sorgente d' acqua cristallina, che sgorgava senza fine dai più profondi recessi del mio stesso corpo, e la strada da quella fonte alla mia mano come un ruscello, ovvero un piccolo flusso sottile di reiatsu, che iniziai a muovere con la mia volontà, che diventò un fiume, iniziando a richiamare una quantità più consistente di energia e la mia mano come la sua foce, una foce a delta, per aiutarmi nel paragone con la mia mano. Da lì il mare era tutta l' aria che mi circondava, ma non era questo lo scopo dell' esercizio: dovevo circoscriverla in una palla. Quindi immaginai uno sbarramento sferico, una specie di bacino idrografico artificiale, poco oltre il delta, dove il reiatsu si sarebbe accumulato per completare il suo corso. Non sapevo bene quanta energia possedessi in totale nel mio corpo, quindi scelsi una dimensione che non fosse eccessiva per il mio corpo, ma nemmeno troppo piccola, perché sarei sembrato ridicolo. La scelta finale corrispondeva circa alla metà di quella del sensei, non era una dimensione esagerata, ma nemmeno piccola, quindi era perfetta per le mie possibilità attuali.
    Una volta visualizzato tutto il percorso, valutato la quantità di reiatsu mossa per ogni passaggio e la forza con cui muoverlo, diedi finalmente inizio all' esercizio e mossi la mia energia spirituale nel modo che avevo scelto fino alla mano. Una volta arrivato lì la feci uscire lentamente, per impedire che mi distruggesse la mano, e iniziai a farla confluire nell' immaginario bacino che avevo creato per farle assumere la forma della sfera.
    Rimasi concentrato per tutto il tempo, era un' azione delicata e complessa, con una grave conseguenza al minimo errore, non dovevo permettermi alcuna distrazione in nessun caso. Il sensei avrebbe potuto pure disegnare qualsiasi cosa sulla mia faccia, ma io non mi sarei fatto distogliere dal mio compito!
     
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